La quinoa non è un cereale, ma una graimnacea, anche se per consistenza somiglia molto al riso, al cus cus e compagnia bella. Meno pesante, è quindi perfetta come alternativa ai cereali, soprattutto in caso di intolleranze o difficoltà di digestione! Non pensate che sia difficile da preparare, e soprattutto non pensate che sia difficile da trovare: ormai anche i supermercati hanno la quinoa, e quindi è bene approfittarne!

Quinoa con arancia, melograno e pistacchi: l'insalata fresca con la buonissima graminacea e il gusto della frutta secca e della frutta acidula

 

Non lo neghiamo: i risotti ci piacciono moltissimo. Soprattutto quando troviamo abbinamenti all'apparenza strani che alla fine si rivelano vincenti. Proprio come questo, che associa il gusto morbido della robiola con l'acidità dei mirtilli!

Risotto ai mirtilli e robiola: la ricetta del risotto alla frutta e formaggio che stupirà i vostri palati

 

Un'insalata non solo estremamente sana ma anche sorprendentemente buona! A seconda della stagione potete arricchirla con vegetali di stagione (da provare le pesche in estate) o con il formaggio che più gradite (noi per esempio adoriamo la variante con il blu di capra al posto della feta). 

L'avena è un alimento incredibilmente benefico per il nostro organismo perchè contiene al suo interno non solo fibra anche calcio, fosforo, vitamine del gruppo b e sostanze antinfiammatorie. 

La ricetta dell'Insalata di avena, mirtilli, feta e mandorle con aceto balsamico: come preparare un'insalata deliziosa e nutriente a base di mirtilli, feta e aceto balsamico

 

S.P.B (sindrome premestruale bastarda)

Sabato, 04 Marzo 2017 07:56

Qualche giorno fa ho avuto la visita ginecologica di controllo..a proposito…fatela sempre ok? che la Bernarda davvero è la chiave che apre tutte le porte, deve stare bene ;-)… scherzo dai, fateve na risata…insomma vi dicevo, sono andata dalla mia gine di fiducia e mi ho fatto il tagliando annuale. Visita…pap test…tutto a posto. In realtà era passato meno di un anno dal precedente controllo, ma diciamo che avevo un piccolo problemino…un leggero fastidio…un’inezia…ma a voi posso raccontarlo serenamente.

Diciamo che la mia sindrome premestruale era andata, come dire…leggermente fuori controllo. Ora…voi sapete sicuramente benissimo di cosa parlo…qualche giorno prima del ciclo noi donne passiamo delle giornate un po’ particolari, giornate in cui anche il passerotto che canticchia sul ramo dell’albero di fronte scatena in noi istinti omicidi. Giornate in cui se passiamo l’aspirapolvere e il marito rientra e non si sfila le scarpe, parte un pippone di quelli che veramente tremano pure i vetri de casa. Giornate in cui se vostro figlio, mentre si lava i denti, decide di sputare sullo specchio del bagno, è meglio che si vada a nascondere sotto al letto fino a che non è passato l’ira funesta della madre. Perché è vero. La sindrome premestruale esiste, l’abbiamo sempre avuta.

Ma tra una donna in premestruo e una madre in premestruo…lasciatevelo dire per esperienza personale, non c’è davvero competizione. Io me la ricordo la sindrome premestruale di quando avevo 20 anni e vivevo da sola. Era sufficiente una tavoletta di cioccolata e un film. E ovviamente non essendoci altri esseri umani nei paraggi era tutto molto semplice e gestibile. E ricordo la sindrome premestruale dei miei 30 anni…quando convivevo con il mio amore e non c’erano ancora i figli…era sufficiente far partire un unico lungo urlo, tipo delfino, il marito capiva che tirava una brutta aria, che non ce ne sarebbe stato per nessuno per qualche giorno, che di trombare non se ne parlava nemmeno, e che era meglio presentarsi a casa con cibo da asporto e un dvd. Fine della storia. Poi passava e tutto tornava normale. Poi arrivano i figli, ed è inutile che ce la raccontiamo. Lo abbiamo detto e ridetto in tutte le solfe che sono la cosa più bella che potesse accaderci, ma la vita certo te la sconvolgono un attimino…il tempo per noi (anche se poi è tutto molto soggettivo) si riduce di parecchio…le abitudini cambiano, il nostro corpo cambia, il sonno, il metabolismo…tutto…le tette calano e pure di parecchio (a meno che come me non le avete e allora il problema è risolto a monte). Ci sentiamo distrutte, spesso sopraffatte, stanche…abbiamo sonno ma non possiamo dormire o almeno non sempre e non quanto vorremmo. Abbiamo fame ma il senso di colpa dei chili da smaltire attanaglia lo stomaco…e via che mangiamo il doppio per mettere a tacere il senso di vuoto. Ingolliamo schifezze che riempiono le pance e danno conforto…chi più chi meno passa queste fasi.

Ma i figli ovviamente crescono e poi le cose migliorano. Ma la sindrome premestruale di una mamma…io credo sia un’esperienza davvero degna di nota. Altro che cioccolata dvd o cibo da asporto…sapete che dice mio marito? Che subito dopo il ciclo io miagolo…ed è vero…divento tutta smielata e dolce e devo dire c’ho pure una certa verve dal punto di vista sessuale…come dire…potrei davvero concedermi a intervalli regolari di 15 minuti…poi…passano quei 7/10 giorni…e lui dice che inizio a ringhiare. E dopo aver negato per anni questa mia condizione, adesso, alla veneranda età di 38 anni, ho deciso che basta. Lo ammetto. Io ho un problema e si chiama sindrome premestruale. E non scherzo…è davvero bastarda porca miseria!

Gli ormoni aumentano all’improvviso…e scatenano tutta una serie di reazioni che mannaggia la pupazza te mandano al manicomio! O almeno mandano al manicomio me! Fanno male le tette, la testa, spuntano brufoli grossi come crateri, mangiamo troppo o troppo poco, ci sentiamo costipate e gonfie…l’umore è ai minimi storici e passiamo da euforia a depressione in pochi minuti, tipo Fantozzi durante l’andropausa…siamo stanche, dormiamo male e il nostro livello di concetrazione e di sopportazione è pari a zero. Ora. In una situazione del genere, secondo voi, abbiamo voglia di trombare? Certo che no…è ovvio…io vorrei vedere un uomo co sti sintomi, arriverebbe al suicidio.

Ma loro, candide anime, spesso invece di provare a capire che forse non è il caso di metterci il carico da 90, a volte arrivano a casa con tutte le intenzioni di mettere alla prova la nostra pazienza. Una situazione tipo? Fuori piove…diluvia…tu sei stata tappata dentro coi bimbi urlanti per tutto il week end mentre lui lavorava (si perché lui lavora, mentre invece noi pettiniamo bambole o portiamo a spasso i capelli)…non hai avuto nemmeno il tempo per una doccia…non hai potuto fare la spesa perché magari uno dei due  è raffreddato quindi hai pensato fosse meglio non uscire…ragion per cui hai dovuto mettere su per cena un calderone di avanzi arrangiati alla bene meglio… la casa fa schifo, un disordine tremendo…le ceste dei panni sporchi tracimano in modo pietoso e addosso hai le calze del marito perché le tue sono finite…

Lui entra in casa…e tu senti dalla cucina le sue scarpe bagnate che fanno “sfratch sfratch sfratch”, segno inconfutabile che il tappetino all’ingresso lo ha come al solito saltato! Che urto! I bimbi lo vedono e gli corrono incontro! Papàààààààààààààààà finalmente sei arrivato! Pare che hanno visto Gesù Cristo in terra! “ciao bimbi che avete fatto di bello!”…e loro…  “nulla…ma adesso ci sei tu finalmente possiamo giocare”. Primo micro embolo, perché oltre a fare 1899 cose al minuto, hai anche giocato con loro e fatto torte e costruito casette di lego e raccolto giochi e impastato didò e pulito litri di scolatura di acquerelli. Ma vabbè fa nulla, il papà non lo hanno visto mai, è normale…

Stai finalmente per tirare un sospiro di sollievo…lui è a casa, se li può ciucciare per un po’ e tu puoi chiuderti in bagno per un’oretta cercando con una doccia di scacciar via almeno una parte di quegli ormoni maledetti. Ma lui…no…li lascia in soggiorno, entra in cucina, ti guarda in faccia e dice “che hai fatto…che è sta faccia…tutto a posto?”…e lì, signore e signori, la donna parte! E con quella voce sibilata, tipo possessione diabolica, in meno di 5 minuti, fa il riassunto di 48 ore di delirio passate in casa…lui ascolta, annuisce, butta un occhio al telefono forse per essere sicuro di averlo a portata di mano per chiamare i carabinieri, si assicura  che la donna sia lontana da coltelli o altri oggetti affilati e appuntiti…e leva il chiavistello dalla porta, per avere una via di fuga di facile accesso. Lei riprende fiato, le guance rosse dalla rabbia…e lui che fa? Invece di limitarsi ad abbracciarla, risponde “ahò, ma io so stato a lavorà mica me stavo a divertì…”.

Da lì in poi i ricordi diventano sfuocati…so solo che molto probabilmente quando mi troveranno riversa a terra e mi faranno l’autopsia, troveranno tutta una serie di microemboli nella mia testa. E ognuno di quelli sarà stato causato da una frase detta da mio marito, tipo “e mamma mia che sarà mai….” oppure “ah acida, ma che te deve venì il ciclo” o ancora “dai stasera te faccio calmà io” oppure “ma se so boni boni sti figli”. Ecco, un consiglio…almeno durante la settimana prima del ciclo, o voi testoman, evitate questo sarcasmo, perché diventate fastidiosi come le emorroidi ad agosto.  Portateci pizza gelato e schifezze. Diteci che siamo belle come il sole anche se in realtà puzziamo e abbiamo il pigiama da tre giorni. Prendete i bambini e levateceli da mezzo, possibilmente per una volta lavateli e mettetegli il pigiama senza chiederci ogni santa volta se dovete lavargli anche culetto e piedini. Cenate in silenzio facendovi andar bene tutto quello che c’è in tavola.

Evitate battute tipo “ma non eravamo a dieta? Come mai hai fatto pasta a cena?”. E vedrete che presto passerà e torneremo a essere dolci come il miele…forse…e comunque, tra due settimane io inizierò a prendere una magica pillola, che la mia gine mi ha dato per evitare di dovermi venire a portare le arance in carcere per i prossimi vent’anni ;-).

Cinzia Derosas

www.pazzamentemamma.com

https://www.facebook.com/PazzamenteMamma-625010254346819/

Ve ne avevamo già parlato: nella didattica montessoriana oltre al lettino basso e ai mobili ad altezza bimbo c’è un altro strumento utilissimo e imprescindibile per il raggiungimento dell’indipendenza da parte del nostro bambino.

Parliamo della learning tower, o più semplicemente dello sgabello Montessori, lo strumento perfetto per far sì che il bambino possa aiutare l’adulto nella quotidianità, cucinando soprattutto insieme a lui, in modo da acquisire naturalmente e con i suoi tempi le skills necessarie alla crescita e alla indipendenza.

Lo sgabello montessoriano è infatti una piccola scaletta in legno fatta apposta per essere sicura per il bambino, che salendoci può arrivare tranquillamente all’altezza del tavolo e della cucina, potendo così cucinare, lavare o semplicemente giocare “all’adulto”, insieme a mamma e papà.

Solitamente gli accessori montessoriani costano moltissimo, e siamo portati a cercare soluzioni per farli da noi (DIY, direbbero in America). Ma questo sgabello lo si trova ormai in moltissimi negozi online: approfittiamone!

Dove comprare la learning tower montessoriana: ecco i nostri consigli su dove acquistare lo sgabello Montessori perfetto per aiutare il nostro bambino a raggiungere la sua indipendenza

Prima di tutto, una torre per l'apprendimento italiana e bellissima: si tratta di ully di moblì che troviamo in versione Natural o One , solida, pratica e naturale (in legno di betulla), ma soprattutto sicura perché senza spigoli. È facile da spostare grazie alle sue dimensioni e la sua altezza è modificabile grazie a un sistema che permette di trascinare la pedana dentro e fuori dalle apposite guide.

Learning-tower-ully.jpg

Per acquistarla: Amazon

E c'è anche la versione bianca, ully One:

ully-bianca.jpg

Per acquistarla: Amazon

C'è poi Amazon: qui potrete trovare alcune learning tower davvero sicure con prezzi che vanno dai 100 ai 140 euro. In particolare, il negozio Bianconiglio Kids propone due varianti, in bianco e in legno naturale, entrambe con piani regolabili in altezza e adatti a bambino fino a 125cm, al costo, rispettivamente, di 120 e 115 euro.

(Amazon)

Sempre su Amazon ecco, a 139 euro, lo sgabello da cucina di GuideCraft, anche qui disponibile in due colorazioni: betulla naturale e nero limited edition. Rispetto agli altri questi due kitchen helper hanno in aggiunta delle forme intagliate (che lo rendono più divertente), ma soprattutto un riquadro-lavagna che può essere utilizzato dai piccoli artisti.

(Amazon)

Un’altra buona selezione di learning towers la troviamo sul portale Etsy: qui i prezzi sono un attimo più accessibili. E potete anche trovare degli sgabelli ottenuti dalla lavorazione di alcune scalette Ikea che si prestano benissimo all’hacking per essere trasformate in learning tower: è il caso di queste, vendute di nuovo da Bianconiglio Kids al costo di 60 euro più spedizione.

(Etsy)

Il negozio EtteEtte dà invece due possibilità: la prima è uno sgabello montessoriano molto semplice e disponibile in più colori, con un costo di 54 euro più spedizione.

(Etsy)

La seconda è ancora più bella, poiché lo sgabello è trasformabile: integrato, grazie ad un gioco di cerniere, vi è un tavolino, perfetto per fare mangiare in maniera indipendente il bambino.

(Etsy)

La terza possibilità su Etsy è la più costosa, ma lo sgabello si presenta più solido e grande ed è disponibile in moltissimi colori: costa 83 euro più spedizione.

(Etsy)

Anche il sito happybabies.it vende learning towers costruite a partire dagli sgabelli ikea: hanno una pagina interamente dedicata a questo oggetto e danno la possibilità di scegliere il colore, le finiture, il numero di sbarre e se comprare tutto lo sgabello oppure solo il binario, con prezzi davvero molto convenienti.

(Etsy)

(Immagine: Io Donna)

Il Kintsugi è una tecnica che viene dal Giappone e che si riferisce agli oggetti di uso quotidiano, soprattutto alle stoviglie. Ma una volta che vi avremo spiegato nel dettaglio di cosa si tratta siamo sicuri che come noi proverete l’impulso di applicare questa filosofia a tutta la vita: perché gettare via qualcosa che si è rotto o rovinato e non valorizzarlo ridandogli una nuova vita? Perché non cercare di riparare, invece che rinunciare? Non sarebbe un bell'insegnamento per i nostri bambini? Non sarebbe fantastico se imparassero direttamente da noi cosa significa essere resilienti e abbracciare le avversità della vita?

Il Kintsugi, l’arte giapponese di riparare le cose rotte: dall’Oriente la tecnica per valorizzare e riutilizzare ciò che si è rovinato, attraverso la bellezza

Cos’è il Kintsugi? Il Kintsugi (o Kintsukuroi) è una tecnica che prevede la riparazione di una stoviglia rotta attraverso un collante dorato che la rende così ancora più bella da vedere. Ma entriamo nel dettaglio: quando ci si rompono un piatto, un vaso o un oggetto di ceramica, noi siamo abituati a disperarci un secondo (se questo oggetto ha un valore, economico o affettivo) e a buttarlo nella spazzatura. Ma perché non recuperarlo?

I giapponesi lo fanno: raccolgono i cocci, tranquillamente, e ricompongono la ceramica. Ne uniscono tutti i frammenti come in un puzzle e li rincollano insieme con un collante (la lacca Urushi, ricavata dalla pianta verniciflua Rhus) coperto con della polvere d’oro o d’argento. Grazie a questi oro e argento rendono così la ceramica più preziosa, con nuove e uniche venature.

Le crepe, da noi considerate brutture o segni da nascondere, in Oriente sono al contrario considerate valore aggiunto, da esaltare. Perché? Be’, perché nessuno è perfetto, ognuno ha i suoi difetti, e se dovessimo gettare via tutto ciò che ha una piccola imperfezione saremmo rovinati.

Vale per gli oggetti, che attraverso questa tecnica divengono ancora più preziosi (anche economicamente, dal momento che nell’impresa vengono utilizzati metalli preziosi) e peculiari, ma il pensiero può essere applicato anche alle persone e ai rapporti: il nostro mondo consumistico ci impone, inconsciamente, di gettare via ciò che si è rovinato, e di conseguenza sono sempre meno le persone che tentano di salvare rapporti ormai deteriorati. Al contrario questa tecnica ci insegna a prendere ciò che è rotto e a valorizzarlo, riparandolo (e non gettandolo via) per fare nascere dai suoi cocci un qualcosa di ancora più prezioso e unico, segnato positivamente dal tempo e dagli accadimenti della vita.

Gli oggetti riparati con la tecnica del Kintsugi raccontano una loro storia, e lo fanno attraverso quelle crepe visibili e finalmente belle, non nascoste e non motivo di rassegnazione. Allo stesso modo i segni e le cicatrici che ognuno si porta sul corpo o sul cuore possono diventare segno distintivo dell’unicità di quella persona, di quel rapporto, reso più forte e valorizzato dal tentativo (riuscito) di ripararlo.

In fondo il Kintsugi racconta un concetto a noi molto caro: quello della resilienza, la capacità di un ecosistema di tornare al suo stato originario dopo un evento che l’ha sconvolto e, per noi umani, la forza di saper resistere positivamente alle sfide della vita e alle avversità. Non lasciamoci rompere, insomma, ma troviamo la forza di rimettere insieme i nostri pezzi! Iniziando dalle stoviglie. E insegnandolo ai nostri bambini sin da piccoli, in modo da slegarli dalla nostra visione consumistica del mondo che ci ha fatto, fino ad ora, gettare nella spazzatura oggetti e relazioni alla prima, invisibile sbeccatura.

Volete provare a riparare quella bella tazzina che vostro marito ha fatto cadere o il piatto della nonna andato in mille pezzi? Provate con i kit che trovate in vendita online, come quello proposto da Humade.

La primavera, così come l'inizio dell'autunno, sono i momenti perfetti per depurare l'organismo e mettere quindi in atto un insieme di pratiche atte ad eliminare le tossine dal nostro corpo. 

Il primo step è di seguire un'alimentazione che almeno per una settimana non preveda carni rosse, latticini, dolci e riduca drasticamente il glutine (inutile come sempre prepararsi l'estratto detox e poi fare colazione al bar con cappuccino e brioches e mangiare gnocchi ai 4 formaggi per pranzo). 

Dopo l'alimentazione il secondo step utile è quello di bere succhi freschi (estratti o centrifugati) di verdure verdi che favoriscono l'eliminazione di tossine: 

Ecco allora la ricetta dell'estratto detox di primavera: gli ingredienti per praparare un succo fresco che favorisce l'eliminazione delle tossine

 

 

Quando arriva Carnevale ci piace sempre sperimentare le ricette dei dolci tradizionali rivisitandole un po' in modo che non siano così pesanti, ma almeno un pochino più sane! Oggi è la volta dei ravioli dolci, solitamente fritti ma stavolta al forno e ripieni della nostra crema di cioccolata homemade! Dei ravioli dolci che siano il più sani possibile, insomma, senza rinunciare in alcun modo al gusto e alla sostanza!

Ravioli dolci di Carnevale al forno: la nostra ricetta più leggera per i famosi dolcetti carnevaleschi a forma di raviolo

 

Mangiare tutti i colori che la natura ci offre è una delle buone regole per assicurarci tutti i benefici e le proprietà dei vegetali. È infatti attraverso i colori che la natura si rende appetibile e seducente ai nostri occhi. Abituare quindi i bambini a mangiare “colorato” (ma non artificialmente!) è importantissimo. Anche perché, sapete?, ogni colore, in linea di massima, suggerisce un insieme di proprietà che contraddistinguono la frutta e la verdura che si presentano così.

Volete sapere quindi quali sono queste proprietà associate a ciascun colore? Vi accontentiamo subito!

Le proprietà del cibo passano anche dal colore: ecco la nostra guida per scoprire quali benefici si celano dentro ad un cibo basandosi prima di tutto sulla sua colorazione naturale

ROSSO: partiamo dal colore che (insieme al bianco) attira di più gli occhi e il palato dei bambini. Frutta e verdura rosse sono molte (pomodori, peperoni, radicchio, rabarbaro, ravanelli, barbabietole e rape, ribes, uva, ciliegie e amarene, arance rosse, cavolo rosso, anguria, mele, melograno...) e si distinguono per i loro pigmenti rossi, il licopene e gli antociani, con proprietà antitumorali (soprattutto della prostata) e poteri antiossidanti e protettivi del sistema cardiovascolare.

BIANCO: le banane, l’aglio, la cipolla, le rape bianche, i porri, i cipollotti, lo scalogno, le patate, le pere, i finocchi, i cavolfiori, l’indivia... Pensate a quanta frutta e verdura di colore bianco c’è. E pensate che questo colore è il migliore per abbassare il colesterolo e la pressione, poiché contiene l’allicina, sostanza presente soprattutto in aglio e cipolle. Non solo: abbassano il rischio di cancro allo stomaco e spesso (soprattutto le banane e le patate) danno il giusto apporto di potassio all’organismo.

VERDE: la verdura prende il nome proprio da questo colore, se ci pensiamo. Che è dato principalmente dalla presenza di clorofilla, una sostanza utile all’organismo poiché antiossidante. Soprattutto, però, i cibi verdi (soprattutto spinaci e broccoli) sono la fonte migliore per fare una scorpacciata di acido folico (importantissimo perlopiù in gravidanza), ma anche di magnesio e di luteina, elemento fondamentale per il mantenimento della salute degli occhi. Via quindi a piselli, avocado, broccoli, cavoletti di Bruxelles, asparagi, lattuga, cavolo cinese, lime, peperoni verdi, kiwi, cetrioli, rucola, uva, mele, zucchine, verza, sedano, prezzemolo...

ARANCIONE E GIALLO: forse lo saprete già, perché è un’informazione che viene data spesso: gli alimenti di colore arancione e giallo (pesche, carote, albicocche, ananas, meloni, patate dolci, zucca, peperoni, nespole...) sono spesso ricchi di carotenoidi, elementi che riducono il rischio di tumore e di malattie cardiovascolari, rinforzano il sistema immunitario e, in collaborazione con la vitamina A contenuta, aiutano il benessere delle mucose e degli occhi. Non solo: il colore arancione aiuta anche a prevenire malattie degenerative come la SLA. Se pensiamo poi che tra gli alimenti di colore arancione e giallo ci stanno anche gli agrumi (arance, pompelmi, mandarini, limoni, acerola...) possiamo già intuire che anche la vitamina C è un elemento che contraddistingue questo colore. E, infine, un pensiero va ai flavonoidi, sostanze antiossidanti che agiscono subito nello stomaco e nell’intestino neutralizzando la formazione dei radicali liberi.

VIOLA: gli ortaggi e i frutti blu-violacei (i mirtilli, il cavolo viola, le more, le melanzane, i fichi, il ribes, le prugne, le carote viola, l’uva americana...) si presentano così grazie al pigmento naturale antociano, elemento che agisce sull’organismo come potentissimo antiossidante. Questa azione di ritardo dell’invecchiamento cellulare non è fine a se stessa, ma riduce, come conseguenza, il rischio di tumori, di infarti, di ictus, di malattie cardiache e di degenerazioni neurologiche!

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

I coloranti alimentari naturali

Mercoledì, 01 Marzo 2017 16:14

 

Sapete? Normalmente siamo portati a pensare che i bambini preferiscano i cibi colorati. Le caramelle sono di tutti i colori, le bibite industriali idem... E invece no. Prediligono il bianco e il rosso, e tutti gli altri non li attraggono così tanto. Forse perché non li abituiamo sin da subito. Ma è importantissimo imparare a mangiare tutti i colori, per un’alimentazione sana, completa e stagionale!

No, non vogliamo parlarvi dei coloranti alimentari artificiali da aggiungere agli impasti o ai liquidi. Proprio no. Meglio concentrarci su tutti quegli alimenti che colorano naturalmente il cibo!

I coloranti alimentari naturali: come abituare i bambini a mangiare tutti i colori partendo dagli elementi che la natura ci offre

Come accennato, abituarsi a mangiare tutti i colori è fondamentale per una dieta ricca e completa, poiché solo in questo modo i bambini imparano a mangiare tutto ciò che c’è nel piatto. E mangiando tutto ciò che c’è nel piatto, di conseguenza, si fa davvero incetta di tutte le vitamine e i minerali necessari al nostro organismo. Perché è proprio attraverso i colori che la natura ci propone di farlo!

La prima regola è quindi quella di abituare sin da subito (e cioè dallo svezzamento) a mangiare frutta e verdura di ogni colore e consistenza (intendendo quindi sia frullata che non).

In secondo luogo possiamo sfruttare proprio la natura per colorare i nostri piatti il più possibile, seguendo sempre la stagionalità e i gusti! Esistono infatti sostanze naturali al 100% che possiamo utilizzare come coloranti per rendere più divertenti le nostre creazioni, anche quelle che magari non attirerebbero al primo sguardo i bambini. Eccole!

L’alga spirulina: è una microalga di acqua dolce coltivata per le sue proprietà disintossicanti e depurative. Ricchissima di proteine e amminoacidi essenziali, dona al corpo anche ferro, calcio, potassio, calcio, selenio e le vitamine A, B, C ed E. Tempo fa sconosciuta, oggi l’alga spirulina la si trova in tutte le erboristerie (ma anche in molti supermercati!), ed essendo in polvere basta aggiungerla ai nostri piatti così com’è per ottenere un colore verde-azzurrognolo.

Il tè verde giapponese: il tè Matcha, energizzante e antiossidante, è perfetto per colorare i cibi di verde poiché lo si trova già in polvere e basta aggiungerlo alle preparazioni (soprattutto dolci) per aggiungere gusto e colore, oltre che benessere.

La barbabietola: Ricchissima di acqua, sali minerali, vitamine e antiossidanti che ritardano l’invecchiamento cellulare, la barbabietola, o rapa rossa, è perfetta per ottenere il colore rosa. Provate inizialmente con un estratto o un frullato, oppure spremetela per un succo super rosa!

Il cavolo viola: come dice già il suo nome, questo cavolo ci permette di ottenere il colore viola, e utilizzandolo come colorante ve ne assicurerete comunque le proprietà anticolesterolo, antiossidanti e depurative. Anche qui fatene un succo con un estrattore o un frullatore e aggiungetelo ai vostri piatti.

La curcuma: è la spezia con forse più proprietà in assoluto (antituomorali, antinfiammatorie e antiossidanti), ma è anche lo zafferano del Sol Levante. O meglio: se noi per il giallo utilizziamo lo zafferano, lì utilizzano la curcuma, che ha un colore ancora più vibrante e che essendo una spezia in polvere è ancora più semplice da usare (basta metterne un paio di cucchiaini ovunque si voglia).

Le carote: per ottenere il colore arancione potete frullarle sia da crude (passandole poi con il colino per estrarne il succo colorato) sia da essiccate.

Le arance e i mandarini: Di nuovo per l'arancione, grattuggiatene la scorza ben lavata oppure frullatela in maniera omogenea. Attenzione però al sapore, perché non colorano solo: l’olio essenziale contenuto nella buccia rischia di sovrastare gli altri sapori!

Il cacao: per colorare di marrone è sufficiente utilizzare quello amaro in polvere. Lo stesso discorso vale per il caffè. Entrambi però hanno sapori ben definiti, quindi pensate bene a cosa associarli.

Il carbone vegetale: il nero solitamente lo si prende dall’inchiostro della seppia, ma se scegliere di colorare naturalmente allora questa polvere, acquistabile online, è perfetta.

Il cocco: il suo latte o la sua polvere imbiancano benissimo e conferiscono un delicato sapore che piace quasi a tutti.

Le more e i mirtilli: Cercate di ottenere un colore viola-blu? Frullate o schiacciate questi frutti di bosco passandoli in un colino a maglia fine e otterrete un succo da utilizzare proprio come colorante.

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Sara

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Cecilia

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