Un ricetta super easy ma davvero buona, sopratutto quando si sta preparando una colazione non solo per sè ma anche per ospiti. Io ho utilizzato lo yogurt greco, perfetto per la sua compattezza e cremosità: se preferite optare per lo yogurt di soya vi consiglio di metterlo in un colino a maglia finissima con sopra una garza così da eliminare l'acqua in eccesso e renderlo più compatto. 

La ricetta della yogurt crumble cake senza cottura: come preparare un crumble di yogurt in pochi minuti

 

 

I miei burri corpo compatti sono il regalo che tutte le mie amiche mi chiedono e ne vado davvero orgogliosa. Li avete già provati? Sono semplicissimi da fare e sono la perfetta coccola per il week end. 

Oggi realizziamo un burro corpo compatto tonificante e drenante: come preparare un burro corpo snellente in pochi minuti

 

 

Come tutte le mie ricette di cosmesi homemade anche questo scrub è molto semplice ma vi darà grandi soddisfazioni! Il rituale che vi consiglio per tonificare la pelle del corpo è la sinergia di due prodotti: lo scrub homemade e il burro corpo compatto tonificante. Gli oli essenziali presenti in questa ricetta sono quello di:

- lavanda, generalmente ben tollerato

- cannella, olio essenziale che non è adatto a chi soffre di pressione alta (in questo caso sostituiamolo con il rosmarino)

- cipresso, un super drenante non adatto però a chi ha allergie a graminacee.

In inverno poi, quindi non esponiamo la nostra pelle al sole, possiamo utilizzare anche nella nostra sinergia il limone, olio essenziale che attiva il metabolismo e facilita lo smaltimento del tessuto adiposo: attenzione però, come tutti gli agrumi appunto è fotosensibilizzante per cui non prendiamo mai il sole dopo il suo utilizzo!

Scopriamo insieme la ricetta per preparare lo scrub tonificante: come preparare uno scrub drenante, tonificante ed energizzante con gli oli essenziali. 

Come sempre quando si tratta di oli essenziali vi consiglio di testare prima un po' di prodotto sul vostro posto per scongiurare eventuali reazioni allergiche. Questa miscela non è assolutamente adatta ai bambini per cui teniamoli ben lontano. 

 

10 ricette senza glutine per lo svezzamento

Giovedì, 05 Gennaio 2017 03:17

Intolleranti o celiaci, sono sempre di più i bambini che hanno bisogno di un’alimentazione priva di glutine. Ecco perché ci sembra doveroso proporre anche a quelle mamme che pensano di avere una possibilità limitata di ricette, 10 piatti per pappe prive di glutine, semplici e nutrienti.

10 ricette senza glutine per lo svezzamento: come cucinare piatti per i bimbi intolleranti in maniera semplice e nutriente

  • Risotto alla zucca al profumo di rosmarino: il riso è un cereale naturalmente privo di glutine, ricco di amido e dalla naturale azione depurativa, e rispetto a molti altri alimenti è ottimo perché non affatica l’apparato digerente. Sceglietelo integrale o semi integrale per assicurarvi tutte le proprietà.

Il risotto che vi proponiamo piace molto ai bimbi, per la dolcezza della zucca. Dopo aver preparato il brodo con del dado vegetale homemade unite 100 grammi di zucca a pezzetti e due rametti di rosmarino. Intanto, in un tegame scaldate 3 cucchiai di olio e una cipolla tritata, quindi unite 350 grammi di riso a tostare. Dopo un minuto, bagnate con due mestoli di brodo, continuando a mescolare e ad aggiungerlo una volta asciugato, e aggiungendo contemporaneamente anche i pezzi di zucca sino a fine cottura (25 minuti). Spegnete la fiamma e aggiungete una noce di burro di soia, mescolate e servite con un rametto di rosmarino nel piatto.

  • Vellutata arancione: questa vellutata prevede solo verdure e legumi, e di conseguenza è naturalmente senza glutine. I ceci, alla base della ricetta, assicurano il giusto apporto di proteine, sono ricchi di fibre e danno moltissima energia.

Per preparare la vellutata arancione utilizziamo di nuovo la zucca (150 grammi). Lessiamola in acqua insieme a 3 carote, 3 patate e una cipolla (tutto tagliato a pezzi), insieme ad un cucchiaio di dado vegetale. Una volta tenere, uniamo i ceci precotti (100 grammi) e cuociamo per altri 5 minuti. Frulliamo il composto e la vellutata è pronta per essere gustata.

  • Quinoa con zucca e mandorle: Sembra un cereale, ma non lo è. La quinoa in realtà è una pianta della stessa famiglia della barbabietola e degli spinaci, ed è ricca di proteine vegetali, ferro, magnesio, fosforo, zinco e vitamine B e C. Ha anche molti zuccheri buoni, e le sue fibre aiutano la regolare attività intestinale.

Non credete che sia un ingrediente difficile: basta cucinarla come pasta e riso. Per questo piatto, bollite la quinoa in acqua e dado vegetale (l’acqua deve essere il doppio del suo peso), finché non avrà assorbito tutto il liquido. Nel frattempo, cuocete la zucca che preferite in un tegame con un filo d’olio e dell'acqua, e alla fine fate saltare tutto insieme. Servite con una spolverata di granella di mandorle.

  • La pasta veloce al grano saraceno: il grano saraceno è un cereale pazzesco, corposo, sostanzioso e senza glutine. Assicura tutta l’energia del grano ma è perfetto per chi soffre di celiachia, e per ovviare alla difficoltà di lavorazione basta mescolare la sua farina con un’altra sempre senza glutine, come ad esempio quella di riso.

Qui trovate la nostra ricetta per preparare la pasta di grano saraceno in pochi minuti. Basterà poi preparare il sugo che preferite (o farla come se fossero pizzoccheri valtellinesi).

  • Prima pappa di tapioca: la tapioca è un cereale derivato dal tubero della manioca, ed è spesso utilizzata durante lo svezzamento poiché molto delicata per l’intestino. E’ naturalmente povera di glutine e ricca di carboidrati, quindi dà molta energia all’organismo.

La pappa di tapioca è semplicissima da preparare: basta bollire un litro d’acqua con del dado vegetale fatto in casa, e aggiungere poi due o tre cucchiai di farina di tapioca, mescolando bene evitando la formazione di grumi. Lasciate cuocere ancora per qualche minuto e servite calda con un filo d'olio ed eventualmente un cucchiaio di purea di verdura.

(foto 3 http://www.quimamme.it/ricette/ricetta/pappa-di-tapioca/?refresh_ce-cp)

- Vellutata di patate: spesso le si considera verdure, ma le patate, che di preciso sarebbero tuberi, sono molto più simili ai cereali che alle verdure (essendo composte per la maggior parte da amido), e di conseguenza non dovrebbero essere mangiate come contorno, ma come piatto principale (sono molto, molto nutrienti!). 

La nostra vellutata di patate è davvero delicata e nutriente, ed è una pappa perfetta per l’inverno. In una pentola capiente mettete 3 patate tagliate a pezzetti e un porro affettato, coprendo con un litro d’acqua e un cucchiaino di sale. Cuocete per 15 minuti, unite 200 grammi di fagioli bianchi già cotti, quindi spegnete e frullate tutto con un minipimer.

- Pappa dolce al latte di mandorla: la frutta secca è naturalmente senza glutine, e dona al corpo il giusto apporto di proteine vegetali, fibre, vitamine e acidi grassi Omega 3 (necessari allo sviluppo neurale del cervello e protettori del cuore, contenuti in grande quantità nelle noci). E’ anche un ottimo alleato del sistema immunitario. Non solo: gli acidi grassi sono utilissimi per prevenire le malattie vascolari, l'invecchiamento dei tessuti e l’arteriosclerosi.

Con la nostra pappa dolce della sera a base di latte di mandorle, mandorle e uvetta vizierete un po’ il vostro bambino, con un piatto davvero gustoso ricchissimo di benefici.

- Minestrina di miglio: tra i cereali privi di glutine sta anche il miglio, alimento dal gusto dolce e delicato perfettamente digeribile da tutti. Ricchissimo di ferro, fosforo, silicio e magnesio, è alleato della salute dei capelli, dei denti, delle unghie e della pelle, oltre che essere diuretico (e quindi depurativo) e antianemico.

Per preparare la minestrina a base di miglio con carote, sminuzzate un cipollotto e una carota e cuocetele in circa mezzo litro d’acqua. Nel frattempo sciacquate 70 grammi di miglio e aggiungetelo poi nell’acqua con le verdure. Cuocete per circa 20 minuti e servite ben caldo.

- Amaranto allo zafferano: non è un cereale, ma uno pseudocereale. L’amaranto è il chicco di una pianta commestibile la cui composizione è ricca di proteine e lisina (amminoacido essenziale di cui i cereale sono invece poveri). Molti sono i sali minerali che assicura, e le fibre lo rendono alimento alleato del tratto digestivo. Molto energetico, è quindi perfetto per i bambini, nonché per i periodi di convalescenza.

Cuocete 300 grammi di amaranto, una zucchina a dadini e una cipolla a pezzetti in acqua (3 volte il volume dell’amaranto) con un pizzico di sale, per circa 20-30 minuti. Prima della fine della cottura, aggiungete una bustina di zafferano in polvere, togliete dal fuoco e servite con una spolverata di semi di sesamo.

(foto 5 http://www.essenzalimentare.com/?p=128)

- Crema di legumi: i legumi sono importantissimi per l’alimentazione e assicurano il giusto apporto di proteine vegetali. I vostri bambini potranno iniziare ad assaporarli già dall’ottavo mese, e questa pappa potrà essere gustata da sola oppure come sugo per la pasta.

Frullate un cucchiaio di lenticchie rosse già lessate, e nel frattempo cuocete due cucchiai di crema di riso o tapioca (o comunque una crema senza glutine) in un pentolino di brodo vegetale. Unite quindi lenticchie e crema, condite con un filo di olio e la pappa è pronta. Potete naturalmente sostituire le lenticchie con un legume a vostra scelta, dai fagioli bianchi ai ceci fino ai fagioli neri.

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

La domanda sorge spontanea dopo aver letto una “poesia” bizzarra e divertente (ma veritiera) di una mamma blogger, che sul suo blog, “Love that Max”, ha stilato una lista delle cose che una mamma ricorda. “Ricorda” inteso nel senso dell’essere colei che non dimentica tutto ciò che c’è da fare in casa. “Sono colei che ricorda che sta finendo la carta igienica, che stanno finendo le mutande pulite, che stanno finendo i succhi, che sta finendo la pasta a forma di ruote”: e via così. E arrivare fino in fondo alla lista fa ridere, ma da anche riflettere.

Essere casalinghe, mamme e lavoratrici è un superpotere? Dal blog di Ellen Seidmann la riflessione sul lavoro infinito delle mamme di oggi, molto più duro di quello dei papà

Come dicevamo nel titolo, dalla poesia di Ellen Seidmann emerge che il lavoro delle donne è molto più duro di quello dei papà. Ma non si parla naturalmente del lavoro in sé, quanto del sommarsi del lavoro pagato fuori casa e di quello casalingo, di mamma e di moglie. Una volta a casa, infatti, le mamme si ritrovano con il loro secondo lavoro, quello più stimolante, ma anche estenuante (a volte). 

Il concetto, comunque, riguarda la parte mentale di questo lavoro: non è tanto infatti l’eseguire tutto ciò che c’è da fare in casa. Anche i mariti e compagni aiutano in quello, non si può dire di no (e non si può non ringraziarli!). Tuttavia, anche con l’aiuto da parte di tutta la famiglia, alla fine è sempre la mamma a pensare, organizzare, ricordarsi e documentarsi, ed è per questo che il lavoro di casalinga può diventare faticosissimo soprattutto a livello mentale!

Le calze appaiate che finiscono, la carta igienica, il ketchup, l’Aspirina, le vitamine, la carta regalo, gli zuccherini per le torte, il copridivano da lavare, i device tecnologici da ricaricare, la frutta che sta marcendo nella fruttiera (“ma veramente, gente, non vi accorgete dei moscerini?!”)…: la lista che Ellen Seidmann stila è lunghissima, davvero, ma in ogni punto siamo sicuri che tutte le mamme si ritroveranno.

A questo proposito, interessantissimo è un libro del 1998, "Thinking about the Baby: Gender and Transitions into Parenthood” di Susan Walzer. Questa ricerca indaga infatti il ruolo della mamma e del papà nella genitorialità, studiando i due ruoli anche dal punto di vista pratico del 2chi si occupa di cosa”.

Lo studio della dottoressa Walzer si concentrò su 23 interviste da lei condotte ad altrettante coppie marito-moglie che descrivevano le loro routine famigliari e casalinghe. Ciò che emerge non è l’assenza dei padri dalle faccende, questo no: anche i mariti aiutano moltissimo, e non vogliamo assolutamente denigrare il loro ruolo, anzi! Tuttavia, forse per natura e forse per un’abitudine che dura da secoli, le donne sono sempre coloro che lavorano molto di più anche mentalmente, dal punto di vista organizzativo.

Insomma, una volta rientrate a casa dal lavoro ecco che inizia il secondo turno, quello famigliare, nel quale le mamme hanno quasi sempre il ruolo di leader. E’ loro infatti il lavoro intellettuale, mentale ed emozionale, sono loro in carico degli sviluppi intellettivi dei bambini, della ricerca di informazioni (come ad esempio quale pediatra sia il migliore, o quale allergia abbia il bambino), si preoccupano di più, e in tutto questo organizzano le cose concrete che c’è bisogno di fare in casa.

In soldoni: anche se è l’uomo a cucinare la cena o ad andare a fare la spesa per prendere quelle batterie che servivano, molto probabilmente è stata la moglie a scegliere il menù (in base a ciò che è rimasto commestibile in frigo) e ad accorgersi che mancava quell’oggetto.

Se alla fine i lavori di mamma e papà si equivalgono sul piano delle ore e su quello del pagamento (anche se purtroppo il gap di genere esiste ancora, eccome), è innegabile che il lavoro delle mamme non si fermerà all’ufficio, poiché la loro testa continuerà a lavorare, lavorare, lavorare. 

Ma niente risentimenti: l’aiuto dei mariti c’è (spesso), e serve. Eccome se serve. Il bello è che le mamme questo superpotere non lo fanno pesare, in casa. Lo usano benissimo, con amore. E se a volte alla stanchezza prevale su tutto, fermatevi un attimo, e pensate con un sorriso a quanto è bello essere supereroine!

Sara Polotti

Qualche mese fa fece molto scalpore la dichiarazione di Marina Abramovic, protagonista indiscussa della performing art: Ho avuto tre aborti, un figlio sarebbe stato devastante per la mia carriera”. Parole fortissime, che anche le più affezionate all’artista hanno faticato a digerire.

Tuttavia ognuno ha la sua opinione e il suo obiettivo di vita, per fortuna. E a sostenere la maternità anche in campo artistico ci ha pensato un’altra artista americana, Hein Koh, con un bellissimo scatto su Instagram e profonde parole che ci hanno colpito.

La maternità non intacca il lavoro delle donne, lo stimola: Hein Koh e il suo scatto instagram per sostenere le mamme a non rinunciare a se stesse

Il fatto che recentemente le immagini di mamme che allattano sul posto di lavoro aumentino è sicuramente una conquista. Tuttavia siamo abituati a vedere, piuttosto che lavori “normali”, quelli sotto i riflettori, come ad esempio le aule politiche. 

(foto 1 http://www.huffingtonpost.it/2014/07/09/protesta-contro-divieto-di-allattare-in-parlamento-italiano_n_5569661.html)

Ricordate ad esempio Hanne Dahl? Fu la prima eurodeputata a portare la figlia neonata in aula per una votazione, e a noi sembrò un bellissimo gesto. Bene, ma cosa accade quando il lavoro è più “semplice”, quando la mamma è libero professionista o semplicemente quando non si vuole rinunciare ai propri sogni?

Non tutte la pensano come Marina Abramovic, e tra queste mamma c’è Hein Koh, artista newyorkese che realizza prevalentemente sculture ispirate al corpo umano e alla natura, spesso provocanti, sempre coloratissime e vitali.

(foto 2 http://www.heinkoh.com)

Qualche mese fa ha postato su Instagram un “throw back thursday”, e cioè un’immagine più vecchia recuperata dai meandri del cellulare. Lo scatto era bellissimo: sono ritratti lei e suoi gemellini intenti ad allattare al suo seno, mentre lei lavora con il laptop sulle ginocchia.

(foto 3 https://www.instagram.com/hein_koh/)

E il testo è un manifesto altrettanto bello: “#tbt al 19 maggio del 2015, quando i miei gemelli avevano 5 settimane e, nonostante la privazione del sonno e l’allattamento frequente (ogni 2 o 3 ore, tutti i giorni, per 45 minuti alla volta), riuscivo comunque a terminare qualche lavoro. Marina Abramovic pensa che i bambini siano un ostacolo per le donne artiste, ma come disse Wendy White (un’altra artista, ndr): “Che si fotta!”. Ciò che Marina conosce è solo la sua esperienza, e potrebbe essere vero per lei, ma non è l’esperienza di tutte e non è la verità. Diventare mamma (e di gemelli per di più) personalmente mi ha aiutato a diventare una artista migliore - ho imparato ad essere estremamente efficiente con il tempo, a dare le priorità a ciò che è importante e a lasciare andare il resto. E ad essere multitasking come un campione. Ho imparato ad essere un po’ più attiva con pochissimo sonno, e quando uscivo dal caos, dalla pazzia e dalla tortura mille nuove emozioni sono entrate nel mio lavoro, rendendolo più interessante e più stratificato. Non sto nemmeno dicendo che gli artisti che sono genitori siano più bravi dei non-genitori, o che scegliere di non essere genitore ti negherà accesso a esperienze di vita costruttive. Ciò che voglio dire è che diventare genitori è come ogni altra sfida nella vita - finora la più fottutamente grossa sfida per me -  e se la abbracci e cerchi soluzioni creative, ne puoi emergere come persona migliore. L’importante è pensare ai modi in cui queste sfide possono aiutarci ad andare avanti, piuttosto che al come ci tratterrebbero”.

Le parole di Hein Koh non possono che ispirare: ogni mamma dovrebbe estrapolarle dal contesto dell’artista per calarle nella propria quotidianità e cucendole sul proprio lavoro, per trovare finalmente la dimensione giusta, quella che coniuga lavoro, sogni, maternità e femminilità.

Sara Polotti

L’importanza delle scatole dei materiali

Mercoledì, 04 Gennaio 2017 07:13

Se conoscete un po’ il metodo Montessoriano o gli ambienti delle Scuole di Reggio, saprete che l’ordine e l’ambiente sono fondamentali. L’ordine perché permette che il bambino sia attratto dalle attività, e l’ambiente per rendere più piacevole l’apprendimento. E questi dettami andrebbero seguiti anche a casa. Basta poco.

Tra questi punti pedagogici stanno certamente le scatole dei materiali: si tratta semplicemente di contenitori nei quali vengono riposti tutti i materiali che si utilizzano per le attività scolastiche, di gioco o artistiche. Vediamo di cosa si tratta!

Vi spieghiamo l’importanza delle scatole dei materiali: cosa sono e perché sono fondamentali per aiutare i nostri bambini verso la loro indipendenza

Come dicevamo, le scatole dei materiali contengono in maniera ordinata tutto ciò che i bambini utilizzano durante la giornata per le loro attività ludiche o didattiche. Queste scatole devono essere preferibilmente in materiale naturale e simili tra loro, e ognuna deve contenere un materiale diverso. Insomma, servono per fare ordine, anche visivo, in modo che il bambino abbia a disposizione i materiali in maniera precisa.

Una scatola per i pennarelli, una per i rami, una per i sassi, e così via. Meglio ancora, queste scatole possono essere un solo contenitore diviso con pareti divisorie. Ad esempio, i vecchi cassetti dei tipografi, che hanno tantissimi piccoli spazi, oppure i separatori per i cassetti delle posate. Ogni spazio, in questi contenitori, sarà riempito con materiali diversi.

Queste scatole dei materiali rispondono all’esigenza dei bambini di sperimentare infinite forme d’arte. In America la chiamano “Open Ended Art”, e cioè “Arte senza fine”, definendo in questo modo un’arte che è un po’ come il gioco libero, e cioè non legata a istruzioni o dettami. Insomma, trovando in maniera ordinata tutti i materiali divisi e disponibili, i bambini possono slegare la loro creatività da qualsiasi regola, senza limitare le possibilità.

Costruire queste scatole dei materiali per i bambini non è difficile. Innanzitutto, cercate dei contenitori come quelli che vi abbiamo descritto. Possono essere scatole con divisorie o porta posate, oppure, in assenza di queste, tanti piccoli cestini in vimini o in legno.

(foto 1 http://www.mericherry.com/2014/08/30/make-tinker-trays-kids/)

Dopodiché cercate tutti quegli oggetti sparsi per casa (o in giardino) che potrebbero trasformarsi in materiali interessanti agli occhi dei bambini (ok, praticamente tutto!): rametti, cannucce, pietre, biglie, perline, tubetti di carta, coriandoli… Spaziate, e non pensate alla solita arte fatta di foglio e matite. I bambini possono creare anche semplicemente accostando gli oggetti!

Tenete sempre a mente che “dove va il bambino, è lì che imparerà di più”, e cioè il concetto secondo il quale il bambino inconsciamente sa dove può trovare terreno fertile per imparare. Quindi, anche per la creatività vale lo stesso, e fornendogli quanti più materiali possibili gli offrirete la possibilità di scegliere ciò che in quel momento attira la sua attenzione.

Infine, scegliete un luogo nel quale il bimbo potrà mettere a frutto la sua creatività. Potrà essere un angolo in terra o un tavolino. Sopra esso, mettete un tappeto in feltro, o un vassoio: quella sarà la base, il “foglio” sul quale creerà la sua arte. E naturalmente accanto ad esso, su una mensola bassa che il bambino potrà sempre raggiungere, appoggiate la scatola dei materiali: è importantissimo che il bambino possa utilizzarla quando vuole, senza dover sempre chiedere l’aiuto degli adulti!

(foto 2 http://www.mericherry.com/2015/03/27/tinker-trays-plus-10-ways-use/)

“Una sculacciata fa bene ogni tanto”. Frase tipica di molte mamme (forse più negli anni passati) e affermazione che quasi quasi non manca mai nel repertorio delle zie Ignazie di tutto il mondo che vogliono dirci come crescere bene i nostri figli. Be’, stavolta si sbagliano, e se anche voi credete che anche solo una piccola sculacciata non faccia male dovete ricredervi. Non farà così male fisicamente, ma il cervello ne risente eccome.

Le neuroscienze ci spiegano perchè le sculacciate sono deleterie: la violenza sui bambini fa davvero malissimo, e lo spiega uno studio scientifico del 2009

Parliamo di “sculacciate” perché sono la forma più comune (purtroppo vanno ancora di moda), ma naturalmente includiamo tutto ciò che potrebbe definirsi forza fisica nei confronti dei bambini. Insomma, violenza. Fa male, punto e basta. E non solo a livello fisico e mentale, ma proprio a livello di materia grigia. Esatto, materia grigia!

Lo studio è stato pubblicato nel 2009 sulla rivista medica “Neuroimage”, e lo si può trovare anche online. L’obiettivo era capire se le punizioni corporali violente durante l’infanzia avessero una relazione con lo sviluppo in età adulta di depressione, aggressività e tendenza alle dipendenze.

“L’esposizione a stress traumatici, come ad esempio gli abusi sessuali - si legge nell’introduzione - è associata con alterazioni della struttura del cervello, ma non si sa nulla riguardo alle potenziali conseguenze neurobiologiche delle punizioni corporali. Lo studio vuole quindi investigare se queste possono essere associate con alterazioni del volume della materia grigia”.

E le conclusioni parlano poi chiaro: “esporre i bambini a punizioni corporali violente può avere effetti dannosi sullo sviluppo del cervello”. La materia grigia, in poche parole, cala.

Per “punizioni corporali” gli studiosi hanno voluto intendere almeno una sculacciata al mese per più di tre anni, non solo a mani nude ma anche con oggetti come le cinture. I bambini che venivano regolarmente sculacciati alla fine avevano meno materia grigia degli altri, proprio in quelle zone della corteccia prefontale adibite a depressione, dipendenze e disordini mentali. Non solo: anche il QI era più basso rispetto a quello di altri coetanei che non avevano subito violenze.

Gli studi che provano questa teoria sono molti, non solo quello citato. Ad esempio, il testo pubblicato sul “Journal of Aggression, Maltreatment and Trauma” dai professori Murray A. Straus e Mallie J. Paschall, oppure lo studio pubblicato nel 2010 sulla rivista “Pediatrics”, che prova come i comportamenti violenti dei genitori sui bambini di 3 anni portino questi a sviluppare tendenze aggressive nel corso della loro vita.

Insomma, a pensarci bene i genitori che sculacciano i bambini credono così di indirizzarli verso un comportamento più consono, più “ragionato”, più diligente. Ma le conseguenze vanno proprio nella direzione opposta, perché a livello mentale e fisico (colpendo proprio la materia grigia) i bambini perdono molto, e il loro comportamento andrà proprio verso quella deriva che si vorrebbe evitare con la sculacciata.

Queste conseguenze negative sono state studiate moltissime volte anche dal punto di vista psicologico. Tra gli ultimi studi vi è quello condotto da Elizabeth Gershoff, pubblicato sul “Journal of Family Psychology”, e anche qui il risultato è solo uno, e cioè che la sculacciata porta a comportamenti aggressivi e negativi, e che i bambini che vengono sculacciati fino all’età di sei anni hanno voti scolastici più bassi rispetto ai coetanei, che tendenzialmente sono anche più ottimisti.

La ricerca di “Neuroimage” supporta quindi appieno questi studi psicologici, che avevano ragione: l’aggressività non è una conseguenza solo psicologica, ma anche fisica.

Serve dire altro, per capire che la sculacciata non è mai la soluzione?

 

I dolci danno dipendenza, lo sappiamo. Ma come smettere dopo le vacanze di Natale? Il modo migliore è farlo insieme, supportandosi vicendevolmente: so che sembra esagerato ma alcuni parlano dello zucchero come di una vera e propria droga che scatena una serie di reazioni chimiche in noi (e ad alcuni tra cui la sottoscritta molto di più) per cui è difficilissimo dire di no (si parla di dipendenza da zuccheri). Bastano 3 giorni per resettare i nostri ormoni (ne parleremo nei prossimi giorni): quindi forza, teniamo duro per 3 giorni poi tutto sarà in discesa.

Possiamo però fare una serie di scelte alimentari che ci aiutano a stare lontani dagli zuccheri più facilmente: #shakemydetox, come depurarsi dopo le vacanze di Natale

1. Proteine: in questi giorni di detox dagli zuccheri è fondamentale avere un buon apporto proteico in ogni pasto per limitare i picchi insulinici che si creano quando in un pasto assumiamo molti zuccheri (che sono non sono solo i dolci ma anche anche pasta, riso, pane, grissini, patate...) e poca fibra (quindi verdure) e proteine. In ogni pasto quindi dovremo inserire una fonte proteica (pesce, legumi, uova etc...) avendo cura di limitare il più possibile, o meglio ancora di eliminare la carne che in un percorso di detox non aiuta anzi.

2. Fibra: anche la fibra come abbiamo detto è fondamentale, perchè rallenta l'assorbimento degli zuccheri responsabili dei pericolosi picchi insulinici. Tanta tanta verdura allora nei nostri piatti, avendo cura di evitare le patate che in realtà sono delle fonti grandissime di zuccheri.

3. La colazione: chi ben comincia è a metà dell'opera. Scopri qui le nostre colazioni proteiche per iniziare al meglio la giornata e sopratutto non far innescare la voglia di dolci e carboidrati da metà mattina.

4. Carboidrati: come sempre è fondamentale limitare o meglio ancora eliminare i carboidrati raffinati come pasta bianca, pane, grissini e riso bianco, via libera con moderazione a pasta integrale, riso integrale e cereali in chicchi. La frutta è anch'essa molto zuccherina. Prediligiamo quindi sempre gli agrumi e ricordiamoci di non eccedere!

5. Shake: se quando non si hanno figli è tutto facile perchè si possono modulare i pasti in base alle proprie esigenze e si ha molto più tempo, con una o più creature in casa tutto è complicato. Un grande aiuto viene dagli shake, frullati ricchi di fibra, vitamine e minerali che saziano e appagano per la loro consistenza cremosa.
Nei prossimi 14 giorni pubblicheremo sulla nostra pagina Facebook una videoricetta per aiutarvi in questo processo. Qui trovate tutte le regole base per realizzare uno shake bilanciato che possa sostituire un pasto, ricco quindi di fibra, frutta, verdura e proteine: incominciate a dare uno sguardo così da fare la spesa con tutti gli ingredienti che vi servono!

6. Spuntini: se non riesci ad arrivare senza mangiare nulla al pasto successivo ti consigliamo spuntini di verdura cruda (preparala e tienila a portata di mano i frigorifero), estratti di verdura e pochissima frutta, spremute di agrumi, semi, 3 noci o 3 mandorle.

7. Condividi: non sei da sola! Condividi i tuoi shake e i tuoi piatti detox e bilanciati con noi, supportiamoci vicendevolmente! E sopratutto raccontaci sempre con #shakemydetox come ti senti dopo il famoso terzo giorno di detox!

P.s.: chiedi consiglio al tuo farmacista o medico sul Picolinato di Cromo, un integratore naturale che diminuisce la "voglia di zuccheri". Sempre la stessa funzione svolge l'acido lipoico, che aiuta anche a smaltire gli accumuli di adipe a livello addominale. 

Giulia Mandrino

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Ocarina, il lettore musicale per i bambini

Lunedì, 02 Gennaio 2017 06:21

La musica fa parte di quella categoria di argomenti di cui, ok, i bambini potrebbero vivere senza, ma che secondo noi è indispensabile. E’ un’arte, e come tale non serve alla sopravvivenza, ma alla vita. I bambini ne hanno bisogno, classica o moderna che sia, e il bello è che esistono svariati modi per fargliela ascoltare in maniera adatta a loro.

Tra questi sta sicuramente Ocarina, un music player tutto italiano pensato per i più piccoli, per accompagnarli dalla nascita per tutta la crescita!

Ecco Ocarina, il lettore musicale per i bambini: il modo migliore per abituarli alle note musicali sin dai primi giorni

Di lettori musicali ed mp3 ce ne sono certamente a bizzeffe. Piccoli, grandi, potenti, più sobri… E per i bambini? C’è qualcuno che ne ha pensato uno apposta per loro? Effettivamente sì: ci ha pensato un padre fiorentino che vivendo l’infanzia con i suoi figli si è accorto dell’esigenza di portare con sé fiabe e musiche ovunque andassero, in mancanza di un device che fosse semplice e fruibile anche dai bambini.

E così è nato Ocarina, un lettore musicale mp3 semplice, molto intuitivo, con pochi tasti e dal design pulito: i bambini possono finalmente portarlo con sé e utilizzarlo - grazie agli altoparlanti incorporati - senza le cuffie (un’innovazione in un mondo fatto di persone che si isolano con i loro auricolari!), proprio come se fosse un vecchio mangiadischi dei lontani anni Ottanta.

Ovviamente Ocarina, essendo pensata per i bambini, è completamente atossica, prodotta in gomma alimentare antishock e praticamente indistruttibile (attenzione però a non bagnarla! E’ comunque una radio). Ecco perché è perfetta per essere utilizzata dai bambini sin dai primi mesi di vita (anche solo accostandogliela per fare ascoltare della buona musica!). 

Soprattutto, è facile facile da usare: grazie ai soli quattro grandi tasti di cui è dotata Ocarina, i bambini possono in maniera semplicissima attivare le funzioni principali, e cioè accensione e spegnimento, cambiamento della traccia, pausa, play, stop e volume. E persino registrare le voci, i suoni e le musiche accanto a loro, con la possibilità di riascoltarle quando vogliono.

Rossa, gialla, verde e blu, Ocarina piace un sacco ai bimbi, che ne amano il design giocoso e i disegni di Oca, la mascotte. E questo design, oltre che piacevole agi occhi, è pensato per la praticità: la forma include una grossa maniglia centrale che permette di portarlo ovunque con sé, senza paura di rompere il lettore, poiché il materiale (come dicevamo atossico) è davvero resistente agli urti (inevitabili quando a fruirne sono i bambini!).

Le canzoni possono essere caricate sul device come su ogni lettore mp3, e cioè tramite USB, e all’interno del programma possono essere divise in playlist, in modo da creare delle selezioni (che possono essere poi sfogliate semplicemente con l’uso dei tasti - guarda il tutorial qui sotto!).

Nel momento in cui comprate Ocarina, il lettore conterrà già 4 fiabe e 4 canzoni in italiano, originali e realizzate appositamente per Ocarina. Non mancheranno poi 3 tracce in francese e 4 fiabe in inglese, per bimbi poliglotti. E sul sito di Ocarina troverete una lista sempre aggiornata di canzoni e tracce da caricare sul device, per proporre ai bimbi idee sempre nuove!

Sara Polotti

Sara

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Cecilia

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