Alle festicciole dei bambini si trova sempre quanto di più pesante e malsano: patatine fritte, pizzette unte, torte ipercaloriche che straboccano di zucchero. Sì, i bambini amano queste cose, ma perché non provare a proporre spuntini altrettanto buoni e allo stesso tempo sani?

Un trucco: basta mantenere una forma golosa e stuzzicante per confondere gli occhi e deliziare il palato! Ssshhh!

9 idee per stuzzichini di frutta perfetti per le feste: come realizzare snack perfetti, golosi e invitanti per i party dei bambini partendo dalla frutta

- Innanzitutto, provate con gli spiedini di frutta: sono sempre graditissimi ed è possibile realizzarli praticamente con tutta la frutta possibile immaginabile!

- Passiamo poi alle bruschette di frutta, perfette per le feste in orario merenda! Prendete del classico pane integrale da tagliare a fette e grigliatelo. Dopodiché spalmate del formaggio cremoso o della leggera ricotta sulla superficie e decorate con delle fettine di mela, di wiki, di pera o di fragola, completando con una granella di nocciole o una foglia di menta o basilico.

- Divertentissima è la frutta servita in forma di sushi! Per la prima versione basterà cospargere la superficie superiore di una banana con un po’ di miele o di burro d’arachidi e spolverare con dei semi misti. Tagliate poi a fettine e lasciate che i bambini la mangino con le bacchette.

- Altra versione del sushi-fruit è sempre con la banana, ma stavolta ancora più golosa: sciogliete del cioccolato fondente in un pentolino e poi versatelo sulla banana sbucciata. Quando è ancora caldo cospargete la superficie con della frutta secca tritata o, di nuovo, con il mix di semi.

- Se i bambini amano la pizza e amano il dolce ameranno la pizza alla frutta! Utilizzate una base per pizza normalissima e cuocetela come fosse una focaccia. Dopodiché spalmate del formaggio cremoso sulla superficie e decorate con delle fette di frutta mista.

- In estate, poi, si può approfittare della presenza delle angurie: tagliandone una bella fettona si otterrà la base perfetta per una pizza che stavolta sarà interamente di frutta!

- I nachos sono quei triangolini di farina di mais messicani accompagnati con formaggio e salsa piccante. Sostituendoli con delle fettine di mela potrete preparare dei nachos di frutta. Per renderli proprio simili agli originali, versate sopra del burro di arachidi o dello sciroppo d’acero e spolverate con della frutta secco tritata. I bambini li mangeranno proprio come patatine!

- Come i grandi si bevono i loro cocktail, anche i bambini posso avere la loro bevanda per le feste: preparate dei frullati colorati, belli e buoni, con tutta la frutta che volete e serviteli in barattoli con cannucce dello stesso colore. Basta frullare la frutta con un goccio di latte di mandorla: fragole, banane, pesche... Ma anche mix stravaganti, come kiwi e banana, pera e pesca, arancia e ananas!

- Infine, ecco la versione light e sana delle patatine: le chips di frutta! Potete provare quelle di mela, oppure di banana. Sono semplicissime da realizzare, perché basta tagliare le fette, irrorare con del succo di limone e infornare, cuocendo lentamente fino a farle seccare. E il risultato è davvero strepitoso: una tira l’altra!

Merenda, colazione, snack... Tra i dolci più goduriosi sta certamente il salame al cioccolato. La nostra versione senza burro, però, ha il vantaggio di non farci sentire così in colpa! In questo modo ci prenderemo tutti i benefici del cioccolato, evitando la pesantezza e il pericolo del burro. 

Ecco la ricetta del salame al cioccolato: una versione un pochino più light di un dessert tradizionale, semplice e godurioso

 

Quando si parla di barrette energetiche non intendiamo solo quelle da sgranocchiare durante lo sport. Servono anche a quello, è chiaro. Ma sono perfette anche per le merende e le ricreazioni, dato che tutti abbiamo bisogno di energia. Soprattutto i bambini!

Se però non vi fidate di quelle confezionate industrialmente, c’è una buona notizia per voi: le barrette energetiche sono facilissime da fare in casa. Bastano pochi ingredienti, sani e naturali, e il gioco è fatto.

Ecco le nostre 8 ricette per fare le barrette energetiche in casa: ai cereali, al muesli o con il cioccolato, ecco come preparare da sé le barrette perfette per ogni break

  • La prima barretta che vi proponiamo è quella classica al muesli, mix di cereali, semi e frutta secca. Per prepararle, quindi, avrete bisogno di preparare questo mix. Prendete 3 tazze di fiocchi d’avena, una di crusca d’avena, 2 uova, 1 tazza di frutta secca mista, 1 cucchiaino di miele e 1 tazza di latte di mandorla. Iniziate preriscaldando il forno a 180 gradi, quindi sbattete le uova e unite il miele e il latte. A parte mescolate tutti gli ingredienti secchi, dopodiché versateli nel composto di uova. Foderate una teglia con carta forno e distribuiteci sopra il composto. Infornate e cuocete per circa 30 minuti, fino a doratura. Togliete dal forno, lasciate raffreddare e tagliate a piccoli rettangoli.

  • Per dare ancora più sapore alle barrette di muesli, se i bambini amano il cioccolato basterà fare sciogliere a bagnomaria una tavoletta di cioccolato fondente e immergere poi, a metà, le barrette preparate precedentemente. Lasciate sgocciolare il cioccolato su una griglia e una volta raffreddato saranno pronte.

 

  • Altra idea è quella di inserire nella ricetta della frutta candita e delle gocce di cioccolato fondente, aggiungendole semplicemente nell’impasto. Otterrete barrette dal sapore fantastico, con il contrasto del cacao che abbraccia l’acidità della frutta.

  • Ecco ora invece una ricetta per barrette al muesli senza cottura: servirà semplicemente il frigorifero. Prendete una teglia da forno e rivestitela con carta forno inumidita. Fate poi sciogliere 150 grammi di cioccolato fondente, e in un altro pentolino 50 grammi di miele. Mescolate poi in una ciotola 200 grammi di muesli con 3 cucchiai di frutti rossi disidratati, il miele caldo, 3 cucchiai di olio di mais e una cucchiaiata di cioccolato fuso, amalgamando bene e distribuendo poi il composto sulla placca coperta da carta forno. Colate poi il restante cioccolato fuso. Mettete la teglia in frigo per 4 ore e trascorso il tempo necessario tagliate le vostre barrette.

  • Buonissime anche le barrette di semi misti, super semplici!In una ciotola mescolate due tazze di acqua con 1 tazza di semi di chia, una di semi di girasole, una di semi di zucca, mezza di semi di sesamo e mezza di semi di lino, fino a che non assorbiranno l’acqua. Unite poi 4 cucchiai di miele (bello liquido) e mescolate. Versate il composto in una teglia coperta da carta forno e fate cuocere per un’ora a 160 gradi. Togliete dal forno, capovolgete il composto e fatelo cuocere per un’altra ora. Sfornate, lasciate raffreddare completamente e tagliate le vostre barrette.

  • Se vi piace l’accostamento mele e cannella ecco le barrette per voi: fate cuocere una mela tagliata a dadini con qualche cucchiaio di acqua in una pentola, dopodiché frullatela. Scaldate poi in un pentolino 80 grammi di zucchero di canna con 60 grammi di miele, lasciando bollire qualche minuto. Nel frattempo in una ciotola mescolate 150 grammi di fiocchi di avena con 50 grammi di cornflakes, 50 grammi di uvetta e 50 grammi di mandorle tritate, aggiungendo poi la purea di mela e il miele zuccherato e infine un cucchiaino di cannella. Mescolate bene e versate il composto su una teglia coperta di carta forno, lasciando riposare per una notte in frigorifero. Il giorno dopo tagliate le vostre barrette.

  • Le barrette energetiche possono essere preparate anche con il riso soffiato, e stanno benissimo con il cioccolato. Fate sciogliere 200 grammi di cioccolato fondente, quindi unite 15 ml di latte condensato e 40 grammi di riso soffiato. Mescolate bene e stendete il composto su una teglia coperta da carta forno e lasciate riposare in frigo per circa 4 ore.

  • Infine, ecco la ricetta per le barrette di quinoa al cocco: fate tostare in forno a 200 gradi, su una teglia foderata 1 tazza di semi di quinoa mescolata con 1 tazza di mandorle sgusciate e affettate e mezza tazza di cocco essiccato e tritato. Mettete poi tutto in un frullatore insieme a mezza tazza di mirtilli essiccati e mezza di mele disidratate. Frullate, quindi aggiungete mezza tazza del vostro succo di frutta preferito e frullate ancora. Sistemate il composto su una teglia coperta da carta forno, spolverando poi con dei semi di sesamo e di girasole. Mettete in frigo per una notte e tagliate a barrette.

Avete presente quando nei film si parla di “ora d’aria”? Bene, è una cosa vera, e si tratta del tempo concesso ai prigionieri per stare all’aria aperta. Di media i carcerati passano ogni giorno circa due ore all’aperto. Un diritto, per il benessere fisico e per quello mentale. Ora pensateci bene: tra scuola, compiti e attività, i nostri bambini passano così tanto tempo fuori? Secondo un recente studio no. E questo ci dovrebbe fare riflettere a fondo.

Se i bambini passano meno tempo all’aria aperta dei carcerati: uno studio mostra come i nostri ragazzi passino troppo poco tempo all’aria aperta, e i dati ci fanno davvero spaventare

La ricerca è stata svelata da treehugger.com, sito d’informazione che ha messo online i risultati di questo studio che ha preso in considerazione 12000 famiglie con bambini sotto i 12 anni in 10 paesi del mondo, per tastare quanto tempo i loro ragazzi passino del tempo all’aria aperta. Il termine di paragone erano le ore d’aria concesse ai carcerati statunitensi giornalmente, e cioè due, e di media si è scoperto che ogni bambino, invece, passa meno di trenta minuti all’aria aperta ogni giorno. Sconvolgente, no?

“Cosa penseresti se ti dicessimo che la tua ora d’aria potrebbe essere ridotta ad una sola ora, invece che delle solite due?”. Questa domanda è stata posta ad alcuni prigionieri di un carcere di massima sicurezza statunitense. Il video che li mostra fa parte di un progetto, “Free the Kids, Dirt is Good”, che vuole appunto sottolineare l’importanza dello stare all’aperto.

“Sarei triste”. “Credo che poi mi sentirei più arrabbiato”. “Sarebbe una tortura”. Le risposte dei detenuti sono piuttosto chiare. Ma lo sono anche quelle delle guardie carcerarie, che commentano l’ipotetica proposta definendola un “potenziale disastro”.

L’intervistatore quindi sgancia la dichiarazione bomba. “Sai, in realtà, chi passa davvero una sola ora giorno all’aperto? I bambini”. “Wow”. Un “Wow” incredulo, la prima risposta. “Deprimente”, “Non so nemmeno cosa dire”, le successive dichiarazioni dei detenuti. Che nella loro condizione possono davvero esprimere un giudizio.

Bene. Se anche secondo i detenuti un’ora al giorno all’aperto è eccessivamente poco e impensabile, è meglio riflettere. DI media, come dicevamo, un bambino passa circa mezz’ora al giorno all’aria aperta. Ora pensate alla vostra specifica famiglia: quanto stanno i vostri bimbi fuori? Dieci minuti a ricreazione (forse), dieci minuti quando tornano a piedi da scuola. Poi ci sono i fortunati che fanno sport all’aperto, e i più sfortunati che invece hanno preferito sport indoor. E noi li portiamo abbastanza fuori? Al parco, a fare una passeggiata, una partita libera a nascondino?

La campagna “Dirt is Good” è inglese, ma dovrebbe essere considerata a livello globale. A capo dell’iniziativa c’è Sir Ken Robinson, di cui vi avevamo già parlato, dato che condividiamo appieno le sue idee sull’educazione all’aria aperta. Sul sito della campagna si possono quindi trovare i dati, ma anche i consigli per superare questa situazione che vede i nostri bambini passare davvero troppo tempo in casa davanti a tivù e tablet.

Purtroppo, o per fortuna, non c’è molto da fare. La soluzione è semplicissima: basta lasciare che i bambini passino molto più tempo fuori, a contatto con la natura, liberi di giocare a ciò che vogliono, di esplorare.

Un concetto che potrebbe sembrare semplicissimo e scontato, ma che pare prezioso dopo questa ricerca comparativa tra bambini e prigionieri. “Se alla fine della giornata non hai dovuto cacciare tuo figlio nella vasca da bagno, vuol dire che non ha giocato abbastanza all’aria aperta”: facciamo che la frase della guardia carceraria diventi un motto, un termometro della situazione. E stiamo tranquilli: lo sporco e il freddo non sono pericolosi. I nostri bambini si fanno più male a stare chiusi in casa!

Sapete quando arriva quel momento in cui le avete provate proprio tutte? Intendiamo le attività manuali. Disegni, sculture, esperimenti scientifici, ritratti, collage... E a volte non avete nemmeno voi più la fantasia per proporre qualcosa di nuovo ai bambini. E nemmeno il tempo!

Ecco che arriva in soccorso una nuova idea di lavoretto, una nuova proposta per i bambini che ci è piaciuta da subito: con ToucanBox, infatti, ogni volta è un’esperienza creativa diversa!

ToucanBox, il kit per lavoretti che scatena la creatività dei bambini: vi presentiamo il prodotto che rivoluzionerà la creatività e i lavoretti dei vostri figli, con tante nuove idee e proposte bellissime

Ma spieghiamo bene di cosa si tratta: avete presente quegli abbonamenti a marchi cosmetici che permettono di ricevere ogni mese (o a una cadenza prestabilita) delle scatole contenenti un mix dei prodotti? Pagate un tot al mese e vi arriva direttamente a casa la box, contenitore di meraviglie del make up.

Questo servizio è praticamente la stessa cosa, eccetto per il soggetto, e cioè i lavoretti dei bambini! Iscrivendovi a ToucanBox riceverete infatti direttamente a casa delle bellissime scatole contenenti tutto il necessario per fare realizzare al vostro bambino un progetto creativo dalla a alla zeta.

Il punto forte è quindi di certo la comodità, dal momento che i materiali si ricevono direttamente a casa propria (e non c’è bisogno, come per altri pacchi, di essere in casa: ToucanBox pensa infatti a tutto e la confezione ci sta perfettamente nella cassetta della posta!). E con l’abbonamento (che si può disdire facilmente e senza penali in qualsiasi momento) non c’è nemmeno bisogno di riacquistare tutte le volte un nuovo kit: con cadenza prestabilita (due settimane), i bimbi riceveranno infatti nuove box a casa, con nuovi divertenti lavori. Un po’ come un abbonamento ad una rivista, oppure ad una pay-tv.

E cosa c’è nella confezione? Innanzitutto una scatola personalizzata con il nome del bimbo con i materiali per creare, ad esempio, graziosi pavoni piumati, quadri alla Mondrian, maschere tribali, igloo di mais, forzieri dei pirati fatti di bastoncini del gelato o pesciolini di carta... E poi le istruzioni (semplici e fatte apposta per i bimbi - dai 3 agli 8 anni), ma anche un libretto con altre attività in tema, per continuare, una volta finita l’attività, a creare e a immaginare.

La filosofia di ToucanBox (che affida i progetti ad esperti della didattica e che evita ogni stereotipo di genere nei suoi lavori!) è semplice, e noi siamo assolutamente d’accordo: “Certo, è importante che i nostri figli si divertano spensierati e felici. Ma è altrettanto importante che sviluppino curiosità e pensiero critico, aprendo la mente a nuove idee e acquisendo strumenti per esprimere le proprie capacità. ToucanBox è progettato per diventare proprio uno di questi strumenti, grazie alla sua filosofia che coinvolge piccoli e genitori sia nell'ambito intellettuale che emotivo”.

Il primo kit oltretutto è scontato al 50%, quindi vi consigliamo di affrettarvi se volete iniziare subito a creare con i vostri bimbi!

Nuova forma per proporre le verdure ai bambini? Il plumcake! Non una torta da colazione ma da pranzo e cena ripiena di tutte le verdure che preferite. Una bellissima idea, no? E poi è davvero così semplice da realizzare!

Il plumcake di verdure: la ricetta per una torta salata per fare mangiare le verdure a tutta la famiglia

 

Come creare una classe felice

Venerdì, 10 Febbraio 2017 10:08

Proprio ieri vi abbiamo parlato di un recente studio che ha dimostrato come il successo dell’apprendimento sia direttamente collegato con la felicità. Non solo quella casalinga e familiare, ma soprattutto quella a scuola.

Ma come fare allora, da insegnanti ed educatori, ad assicurare questa felicità all’interno delle scuole e delle classi? Nessun problema. Ci viene in aiuto un libro che parla proprio di questo, e che è davvero illuminante.

Come creare una classe felice: il libro di Emma Seppala sulla felicità può aiutarci a capire come creare un ambiente scolastico sereno che stimoli e aiuti i ragazzi

Il libro di cui parliamo si intitola “The Happiness Track” ed è stato scritto dalla dottoressa Emma Seppala, direttrice scientifica del Center for Compassion and Altruism Research and Education della Stanford University. Un centro di ricerca, quindi, concentrato sull’empatia e sulla compassione. Già questo ci piace, dal momento che non sempre questi argomenti vengono trattati con il giusto impegno.

La ricercatrice (che ha spiegato al NY Times la sua teoria, dando qualche consiglio) parte dal presupposto che in effetti è difficile creare un ambiente protetto e sereno nelle nostre classi, soprattutto perché spesso non si considera nemmeno la cosa, mettendola in secondo piano. Ma basta fare un piccolo sforzo per riuscire a dare le giuste opportunità ai nostri ragazzi, che quando sono felici si sentono più stimolati e raggiungono quindi più facilmente i successi accademici. I ragazzi felici imparano più velocemente, sono più creativi, più resilienti e capaci di superare le difficoltà. Ecco perché è importante curare questo aspetto all’interno delle scuole. Non è un dettaglio insignificante, futile o “in più”; deve essere al centro di tutto, perché a guadagnarne è poi la società.

Ciò che allontana le scuole da questo obiettivo è sicuramente il mito del successo. Perché purtroppo quando si parla di questo successo, che dovrebbe essere un valore positivo, ormai lo si associa con lo stress e la preoccupazione, a causa del peso che poniamo sulle spalle dei ragazzi. Ma allora, che fare? Proviamo a ridimensionare la situazione e a guardarla da un altro punto di vista.

Non basta solo dire ai ragazzi che vogliamo che siano felici e che i voti sono solo un mero strumento di misurazione quantitativa, che ci interessa più la qualità del loro impegno o che dovrebbero seguire le loro inclinazioni. Non basta perché la nostra società è troppo concentrata sul mito del successo. Ecco perché secondo la dottoressa Seppala ciò che dobbiamo impegnarci a fare è costruire modelli più positivi e ambienti più dedicati. Come?

Innanzitutto, insegnando la resilienza: affrontare le sfide, non farsi sopraffare dai problemi, capire quali sono le cose importanti della vita. Ma non “resistendo”. La resilienza è diversa dalla resistenza, poiché in sé ha sin dall’inizio la positività. Nelle scuole dovrebbe essere sin da subito insegnata questa skill. E non solo a parole: la meditazione, lo yoga e il rilassamento aiutano moltissimo, e in effetti certi istituti li stanno già inserendo nei programmi, con ottimi risultati.

In secondo luogo, sarebbe opportuno ridimensionare anche l’energia e l’eccitazione. In Occidente la calma è spesso sottovalutata, e si pensa più positivamente quando un bambino è ricco di vitalità. Nulla di sbagliato, anzi. Tuttavia, a volte anche l’insegnamento della calma è molto utile, poiché aiuta i bambini a gestire le emozioni e le sensazioni, capendo quando rallentare e quando sfruttare al meglio le loro forze.

Sempre nello stesso solco sta il consiglio del “non fare nulla”. E cioè: i bambini hanno bisogno anche di tempo perso, ritagliato qua e là per non fare niente di importante se non ciò che si sentono di fare in quel momento. Gioco libero, tranquillità, creatività... Sono momenti come questi che allentano lo stress, rendono più felici e sereni e stimolano il bambino a perseguire ciò che sente di dover fare in quel momento.

Una tendenza delle nostre scuole è poi quella di vedere tutto in prospettiva, proiettando subito le menti dei bambini al passo successivo. In altre parole: quando si sta insegnando qualcosa, spesso si parla già del compito successivo (perché propedeutico o collegato), e pur vedendo la giustezza di questo comportamento degli insegnanti bisognerebbe anche entrare nella mente dei bambini, che ragionano in maniera differente da noi e che hanno i loro tempi. Proviamo quindi a cambiare il passo, e a non chiedere ai ragazzi di collegare sin da subito gli apprendimenti. In questo modo si concentreranno meglio su ciò che stanno facendo, senza la pressione del dover subito passare ad altro. Lo stress è sottovalutato, ma è davvero deleterio per l’apprendimento!

Ultimo punto da integrare nelle scuole è poi la gentilezza. Gentilezza intesa sia verso gli altri (e cioè compassione, altruismo, empatia, accettazione), ma anche verso se stessi: è inutile fare sentire in colpa per gli errori, tutti ne commettiamo. Dagli sbagli bisogna imparare, e se i bambini lo capiscono sin da subito tutto questo andrà a loro favore, e cresceranno capaci di affrontare le sfide della vita e di imparare sempre nuove abilità.

Ciao a tutti! Eccoci con una nuova recensione! Il libro “Tipi da bicicletta” è stato scritto da Isabella Christina Felline, illustrato in modo incantevole da Roberta Angeletti ed edito da Coccolebooks.

Il filo conduttore sono le undici biciclette descritte in rima dall’autrice...ognuna delle quali rappresenta uno step della nostra vita. Si comincia dal triciclo, prima bici di ogni bimbo che cresce...la gioia delle prime corse in giardino o al parco. Chi di noi non ha potuto vedere come brillano gli occhi di un bimbo il giorno della sua prima pedalata...le guance arrossate dal freddo dell’inverno o la fronte imperlata di sudore nei pomeriggi d’estate. Quel suo girarsi costantemente per vedere se siamo ancora dietro di lui...il primo sapore di libertà...E poi il libro continua con la descrizione della primi bici con le rotelle...che un giorno non troppo lontano il papà toglierà per insegnare al suo piccolo ad andar senza. Il tempo vola e quel bimbo cresciuto ormai sfreccia in bici senza mani! Veloce come il vento...in un attimo si ritrova su un tandem con l’amore della sua vita.

Un libro romantico, con disegni che un po’ sembran fatti da bambini...un tratto volutamente un po’ insicuro e impreciso, forse per sottolineare che la vita che corre è poi in effetti così...ma dritta, mai precisa. Su queste pagine scorre pedalando...e ogni bici assomiglia un po’ alla persona che accompagna...da piccina e leggiadra a vecchiotta e un po’ lenta...arrugginita...crepe sul colore come rughe sul viso. Ma il messaggio che io vedo è la voglia di voler vivere sempre in movimento, crescendo ma non scordando mai la gioia di quelle prime pedalate immersi nella natura. Un libro adatto davvero a tutte le età, da 0 a 100 anni.

“Che bello mamma...sembra la mia storia...io sono arrivata alla bici senza rotelle...ma ho ancora tanta strada da fare per arrivare alla bici da vecchietta!”

Buongiorno a tutti! Oggi vi parlerò di un libro edito da Coccolebooks davvero curioso e interessante! Scritto e illustrato da Raùl Nieto Guridi, è un libro da leggere e da...disegnare! Esatto!

È la storia del coniglio nero, che al contrario del ben noto coniglio bianco che correva ed era sempre di corsa, è cicciotto e tranquillo. Ama passeggiare e osservare ciò che lo circonda, senza fretta. Ama le cose semplici, parlare e ascoltare. E più di ogni cosa adora immaginare e sognare. Ecco allora che steso sull’erba osserva il cielo immaginando che le nuvole siano grandi meringhe, ma le meringhe le dobbiamo disegnare noi che leggiamo, su quella parte di foglio lasciata libera affinché la nostra fantasia possa liberarsi! Ed eccolo ancora il nostro amico coniglio, immerso nell’acqua circondato da migliaia di pesci colorati...che però si affacciano nella nostra testa senza che in effetti siano disegnati...sta a noi dar loro vita con matite colorate o pennarelli o pezzetti di carta! E tanti cucchiai di diverse dimensioni, messi in fila, ricordano persone di altezze diverse...disegniamo la nostra famiglia!

Questo libro è davvero meraviglioso e mia figlia lo adora! E la cosa bella è che nessuna copia di questo libro sarà mai uguale a un’altra. Prenderà vita e forma in base a chi lo leggerà! Un’idea davvero geniale per stimolare la fantasia dei piccoli lettori...e non solo!

Età di lettura consigliata dai 4 anni.

Ciao a tutti! Questo libro di cui vi parlerò oggi è molto particolare. È stato scritto e illustrato da Ingrid Chabbert Guridi ed edito da Coccolebooks. È una storia che tocca ognuno di noi...la storia di un bimbo che si innamora per la prima volta. E si innamora sui banchi di scuola, come spesso accade nella vita.

La sua amica Candela però sembra non accorgersi di questo amore...ha occhi solo per gli uccelli. Li osserva nella natura, li cura quando sono feriti, compra abiti e oggetti con uccelli disegnati sopra e lui...il bimbo innamorato...si perde a osservarla con quella stessa dedizione che invece lei riserva solo ai suoi amici pennuti. E come spesso accade nel mondo reale, quando amiamo di quell’amore che leva il respiro e non ci sentiamo corrisposti, cerchiamo pur di farci amare di diventare ciò che non siamo.

 

Il piccolo protagonista decide allora di travestirsi da passerotto...uno grande, con meravigliose piume...sperando così di colpire il cuore della piccola Candela. Il suo costume lo fa sentire inizialmente protetto e al caldo, come quando creiamo una maschera di noi stessi per sentirci a nostro agio con chi ci circonda, per sentirci socialmente accettati e amati. Ma ben presto il bimbo si accorge che questo ingombrante costume limita la sua vita...Vi invito a leggere questo libro, che con poche frasi e disegni leggeri racconta una grande verità: l’importanza di poter essere se stessi, sempre e comunque.

“io sono innamorata mamma...ma di due bimbi...quindi per forza devo essere come sono perché tanto non li posso accontentare tutti e due!”

Sara

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Cecilia

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