Il bambino, non ci stancheremo mai di dirlo, negli ultimi tempi passa troppo tempo in casa, davanti a schermi di ogni tipo, rinunciando al naturale bisogno di spendere più tempo possibile all’aria aperta, nella natura, a fare giochi di movimento che dovrebbero essere il pane quotidiano e che invece, per cultura, non ci sembrano più necessari. Soprattutto, a pagarne le conseguenze sono i bambini che consideriamo “motori”, quelli che più necessitano di movimento libero.

Un tempo il gioco nei cortili in città, nei campi e nelle strade era consueto e quotidiano. I bambini si muovevano. Ora stanno per lo più tra le mura di casa e il rischio è che bimbi perfettamente normali vengano etichettati come iperattivi o problematici. Questo meccanismo è un gatto che si morde la coda: il bambino si autoconvince di essere sbagliato, e i genitori, convinti dello stesso, tentano di calmarlo, quando dovrebbe semplicemente vivere più tempo all’aperto, fare sport e dedicarsi al gioco destrutturato di movimento.

Conseguenza è quindi il nervosismo: il bambino si sente costretto, chiuso, e a pagare è non solo il suo fisico ma anche la sua autostima.

Il nervosismo nei bambini: consigli educativi e integratori naturali per affrontarlo in maniera consapevole

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Per ovviare al problema, prima di tutto dovremmo cambiare rotta e puntare proprio sul movimento e sul gioco outdoor; insomma, sull’educazione all’aperto, e sui giochi esterni in ogni stagione. “Non esiste cattivo tempo, solo cattivo abbigliamento”, dicono in Scandinavia, e questa filosofia l’abbiamo ormai fatta nostra.

Secondo uno studio di Stephen Moss, un naturalista inglese che scrive per il Guardian, dagli anni Settanta il “raggio di attività” dei bambini è diminuito del 90%. Se infatti nel 1971 l’80% dei bambini di sette e otto anni andava a scuola (camminando) da solo (o con gli amichetti), già negli anni Novanta era solo il 10% a farlo (erano tutti accompagnati dai genitori). Un dato che sta accanto al “movimento” ma che indica il senso che ha preso l’educazione.

“Se i nostri bambini di oggi non hanno il permesso di uscire in strada da soli, le possibilità di esplorare il mondo naturale sono molto remote”, continua Stephen Moss. “I bambini passano così tempo fuori da non conoscere i più comuni animali, come la differenza tra una vespa e un’ape”.

La vita al chiuso ha però conseguenze importanti, anche per la salute, perché i nostri bambini sono troppo sedentari e rischiano l’obesità.

Accanto a questa tendenza a stare troppo al chiuso e a non fare movimento libero nella natura, lo stress attacca i bambini anche da altri punti. Tutti, nella nostra vita, passiamo momenti di particolare tensione dovuti a grandi e piccoli cambiamenti. Per un bambino possono essere l’inizio della scuola, il cambiamento della stessa, il bullismo, la separazione dei genitori, la morte di un parente, la tensione scolastica, uno sport troppo pesante per loro. Potremmo elencarne all’infinito. Spesso non ci pensiamo, perché diamo per scontato che loro essendo piccoli non provano ciò che proviamo noi, o che gli scivoli tutto addosso.

In realtà i sintomi di questo stress possono essere svariati, e su tutti un campanello d’allarme sono gli incubi notturni e la difficoltà ad addormentarsi. La cosa che prima di tutto noi genitori dobbiamo impegnarci a fare è stare vicini al piccolo, sostenendolo, ASCOLTANDOLO, cercando di fargli verbalizzare i vissuti, e cioè stimolandolo ad esprimere a parole ciò che prova. Questo modo di approcciarsi è qualcosa di molto vicino all’educazione empatica, e cioè quell’educazione che i genitori offrono sin da piccoli per stimolarli a conoscere le emozioni a fondo, per sfruttarle in tutta la loro potenza.

Insegnare ad esprimere le emozioni è quindi molto importante, e può passare prima di tutto dal dialogo e poi da alcuni strumenti utili, come possono esserlo i libri per bambini.

Solo dopo aver sondato questi terreni che prevedono interventi educativi in primis, quindi tempo trascorso all’aperto oltre al classico contenimento, ci sono alcuni periodi dell’anno come i cambi di stagione o eventi particolarmente significativi come l’inizio della scuola che possono richiedere un piccolo sostegno attraverso rimedi naturali.

Iniziamo dal cambio di stagione. Anche qui può manifestarsi la difficoltà ad addormentarsi (come capita anche a noi adulti, d’altronde: in questi periodi il bambino è spesso più nervoso e debole perché la qualità del sonno è intaccata, quindi in parole povere non riposa bene).

Il sonno è un’esigenza fisiologica per l’essere umano, e la difficoltà a dormire si ripercuote su tutto l’organismo. Che sia quindi una difficoltà dovuta da situazioni stressanti, da poco movimento o da cambio di stagione, dobbiamo sempre fare attenzione ai nostri bambini, che hanno bisogno di dormire molto più di noi adulti: è proprio durante il sonno, infatti, che il loro corpo produce somatropina, l’ormone della crescita, fondamentale per il corretto sviluppo. Io per prima ho sottovalutato questo fattore: poi mi sono resa conto di quanto fossero più irascibili i bambini quando andavano a dormire tardi la sera precedente (mi sembrava brutto impedire loro di andare a dormire più tardi nel week end). In realtà da un anno anche il sabato e domenica (a meno che non ci siano eventi particolari) facciamo in modo che i bambini facciano la nanna sempre e comunque entro le 9,30 e devo dire che questo ha portato enormi benefici a tutta la famiglia, non solo a loro: il giorno dopo sono riposati, collaborativi e i capricci si dimezzano perché hanno l’energia mentale e fisica per risolvere piccoli conflitti e situazioni che richiedono un po’ di impegno.

Quindi quando ci accorgiamo che il nostro bambino sta passando un periodo particolarmente stressante che si ripercuote sul suo sonno, pensiamo quindi subito a ristabilire l’igiene del dormire. Cerchiamo di stabilire orari regolari, accompagnandoli da piccoli rituali rilassanti e confortanti, come il leggere la favola della buonanotte, fare le coccole o un piccolo massaggio.

Un altro consiglio è quello di non avere paura di affidarsi a integratori specifici e naturali, sotto controllo del pediatra.

Ne esistono vari, uno che apprezzo particolarmente è Dormil di Humana, a base di Escolizia, Passiflora, vitamina B6 e niacina, piante antiche conosciute da sempre per le proprietà rilassanti che assicurano la buona qualità del sonno, ma soprattutto per l’azione benefica che svolgono sul sistema nervoso e sul suo buon funzionamento (alla base di una buona qualità del sonno anche nei bambini).

La passiflora, in particolare, è una pianta preziosa per la qualità del sonno: combatte la tachicardia, la dispnea e lo stress, e riduce l’ansia che produce irrequietezza e insonnia, anche nei bambini e in maniera più che naturale.

L’Escolizia è invece una pianta contenente alcaloidi, le sostanze che agiscono direttamente sul sistema nervoso centrale. Grazie ad essi l’escolizia contenuta in Dormil è ottima per indurre il sonno e domare l’ansia, soprattutto sui brevi periodi e non nel lungo termine (e quindi nei cambi di stagione, situazioni temporanee da regolarizzare).

La niacina è infine una vitamina, conosciuta come PP o B3, che, presa in dosi controllate come in quella contenuta in Dormil, aiuta le regolari funzioni del sistema nervoso, contrastando allo stesso tempo lo stress e il nervosismo.

 Giulia Mandrino 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale. 

L’orgasmo dopo il parto

Lunedì, 30 Ottobre 2017 08:32

Tante neomamme concordano: avere un orgasmo dopo il parto pare più difficile. È davvero così? Qual è la spiegazione scientifica? E si può trovare una soluzione per eludere questo problema tornando senza stress ad avere una vita sessuale soddisfacente e sana? A queste domande proveremo a rispondere, perché, sì, sono molte le mamme che fanno fatica, ed è giusto parlarne, senza tabù e senza vergogna.

L’orgasmo dopo il parto: perché molte mamme faticano a tornare ad avere una vita sessuale soddisfacente anche a livello di orgasmo e come fare per ristabilire l’armonia sotto le coperte

Dopo aver avuto un bambino, il corpo cambia. E anche il sesso cambia, naturale. Dubbi, tempi da rispettare per non rischiare, difficoltà a ritrovare l’intimità di prima: tutto questo è normale. Ed è anche normale, a volte, che una volta ritrovata quell’intimità ci rendiamo conto che qualcosa non torna. Che non abbiamo più gli orgasmi di prima. O che non ne abbiamo proprio, addirittura. Premettendo che prima o poi la situazione tornerà alla normalità (quindi non aggiungiamo stress ad una situazione già stressante, per il nostro bene!), a causare questa situazione sono fatti fisici.

La ragione è semplice: l’organo che regola la nostra vita sessuale risiede nel cervello, ed è l’amigdala, che controlla le paure, l’ansia, i sentimenti e i pensieri. Quando facciamo sesso, l’amigdala stacca per un attimo la spina, consentendoci di concentrarci solo su quel momento e non sui pensieri che ci invadono la giornata. Dopo la gravidanza e con la nascita di un figlio, tuttavia, l’amigdala vive uno dei suoi più intensi periodi, con lo stress, le paure, le ansie e la stanchezza (sensazioni normalissime e sane).

Non “staccando la spina” (perché troppo impegnata), l’amigdala quindi si frappone tra noi e l’orgasmo. Lo stesso fanno però anche gli ormoni: avendo dopo il parto livelli bassi di testosterone, a pagarne le conseguenze è proprio la nostra vita sessuale.

Altra ragione che si aggiunge alle prime due: la debolezza dei muscoli pelvici, che hanno svolto il loro dovere durante la gravidanza e nel momento del parto ma che ora hanno bisogno di ristabilirsi, riacquistando tono e forza.

Raggiungere l’orgasmo può risultare quindi difficile, è vero. Ma ciò non vuol dire che non torneremo ad averne (anzi), e soprattutto non significa che non possiamo farci niente e che dobbiamo per forza adagiarci sugli allori della stanchezza e lasciare che il nostro corpo faccia tutto da solo. In altre parole: se vogliamo un bell’orgasmo, non attendiamo che arrivi come per magia. Mettiamoci un po’ d’impegno e facciamo qualcosa per aiutare il nostro corpo!

Innanzitutto, possiamo cominciare a renderci consapevoli dello stress. Siamo stressate, è normale, ma lo stress non deve essere per forza destinato a sopraffarci, e con un po’ di consapevolezza e meditazione possiamo abbracciarlo, farlo nostro e rilassarci un attimo. Consapevoli quindi che lo stress fa parte di questo momento della nostra vita, con coscienza proviamo a bypassarlo: proviamo a concederci un po’ di intimità con il nostro partner nei momenti più rilassati, e cioè quando il bimbo è bell’e che addormentato o quando è dai nonni per qualche ora.

Ma soprattutto, sforziamoci (per noi stesse) di rientrare nel mood sexy, curandoci (anche solo per dieci minuti: una doccia rilassante e una maschera facciale sono l’ideale) e risfoderando l’intimo carino, non quello da gravidanza. Non avremo più il corpo di prima, ma certamente quelle curve in più non guastano! La mente fa moltissimo sul corpo, e piano piano rientrando nell’atmosfera intima che mancava anche i nostri organi genitali risponderanno allo stimolo positivo della mente.

Altro esercizio utile è il rafforzamento del pavimento pelvico, che, come dicevamo, in effetti può essere debole dopo il parto. Dopo qualche tempo, quindi (chiediamo quando al nostro ginecologo: non è giusto nemmeno iniziare troppo presto a stimolare il pavimento pelvico!), possiamo affidarci ai semplici esercizi di Kegel, che consistono nel contrarre (a vescica vuota) i muscoli del pavimento pelvico (“stringendo”) per 5-10 secondi, rilasciandoli e rilassandoli per altrettanti secondi e ripetendo la serie per una decina di volte 2 o 3 volte durante la giornata.

Ultimo ma non per importanza, se ancora fatichiamo a raggiungere l’orgasmo cerchiamo di pensare fuori dagli schemi e di ravvivare la solita vita sessuale che avevamo prima: il sesso orale, le stimolazioni alternative del clitoride e gli strusciamenti, così come qualche sex toy o posizioni mai provate possono aiutare e stimolare la nostra vagina, aiutandoci a rilassarci e a trovare un nuovo tipo di orgasmo che, magari, prima non pensavamo nemmeno di poter provare!

In ogni caso la regola deve essere sempre una: rilassarci, non aggiungendo stress allo stress, perché sarebbe controproducente (e in quel caso ritrovare l’orgasmo sarebbe davvero, davvero difficoltoso). Abbiamo fiducia nel nostro corpo e nella natura: a volte serve un po’ più di pazienza, ma in men che non si dica tornerà tutto alla piacevolissima intimità di un tempo!

 Giulia Mandrino 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

 (Credit: The artful parent)

 La creatività passa da ogni strumento e da ogni tecnica. E di strumenti e tecniche ce ne sono davvero moltissimi: l'acquerello, la tempera, i brillantini, la pasta di sale... Ah! Il sale! Proprio con questo semplcie ingrediente che abbiamo sempre in casa, unendolo ad altri materiali facili da trovare, possiamo creare un bellissimo strumento di lavoro, un colore unico per opere d'arte strane e inusuali.

Una tempera, quindi, a base di sale, colorata e spessa, che permetterà di disegnare su supporti rigidi tutte le figure che vogliamo. E una volta asciutta sembrerà un colorato altorilievo!

Disegnare con il sale, una pittura spessa e divertente: a partire dal sale e dalla farina una pittura semplice che piacerà ai bambini per la tecnica utilizzata e per il risultato finale

Prima di tutto, assicuriamoci di avere in casa almeno due o tre barattoli per l'olio di quelli che si trovano nelle cucine dei ristoranti (quelle con il beccuccio stretto, come quelle della maionese e del ketchup che vediamo nei film americani). In ognuna andrà un colore, quindi più ne abbiamo e più colori potremo utilizzare.

Dopodiché raduniamo tutti gli ingredienti:

- Farina

- Sale

- Acqua

- Tempere

Ed ecco invece il procedimento:

La regola per creare i nostri colori è semplicemente utilizzare per ogni colore la stessa quantità di farina, sale e acqua. Quindi, una volta mescolati questi tre ingredienti bene in una ciotola, aggiungiamo la tempera, fino a che non otteniamo la tonalità di colore desiderata.

Procediamo così per ogni colore, versandoli alla fine uno ad uno nelle bottigliette per l'olio, aiutandoci con un imbuto.

Iniziamo quindi a creare e a sbizzarrirci: basta utilizzare le bottigliette così come sono, spruzzando delicatamente fuori i colori (un esercizio per la manualità fine mica male!), creando disegni su supporti abbastanza rigidi e porosi, come il cartone, i piattini di carta, i fogli spessi e ruvidi, la tela...

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(Credit: The artful parent)

Il bello di questa pittura, noterete, non sarà solo l'effetto spesso, ma anche il colore, dato che le diverse sfumature non tendono a mischiarsi, ma a restare separate! Ecco perché possiamo realizzare disegni astratti o disegnare soggetti precisi e concreti con la certezza che in ogni caso il colore farà il suo dovere.

Bene, dopo aver realizzato i nostri disegni, armiamoci di pazienza (una dote che i bambini devono imparare a sviluppare in questo mondo troppo veloce, quindi chapeaux a questa attività!): la pittura ci impiegherà circa 2 o 3 giorni per asciugare completamente, quindi cerchiamo un luogo riparato, orizzontale (come delle mensole libere) e fresco (ma non al buio) sul quale appoggiare le nostre opere d'arte. Passato il tempo necessario (tocchiamo leggermente per capire se in effetti la pittura s'è asciugata), possiamo finalmente alzare i nostri disegni, per vedere l'effetto stupendo di questa pittura di sale: sarà rigida, spessa e cristallina, quasi come una scultura, grazie al sale e alla farina che abbiamo utilizzato.

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(Credit: The artful parent)

Giulia Mandrino 

9 sughi vegetali per la pasta

Venerdì, 27 Ottobre 2017 08:03

Quando cuciniamo la pasta a volte rischiamo di preparare sempre i soliti sughi, i nostri preferiti o quelli più semplici e comodi da realizzare. In realtà in questo modo ci precludiamo la possibilità di sperimentare deliziosi nuovi sapori e di fare incetta di nutrienti variegati. Il problema è solo pensare che cambiare sugo significhi fare più fatica: ne esistono in realtà di semplicissimi, altrettanto gustosi, che possiamo provare!

9 sughi vegetali per la pasta: 9 ricette per cambiare un po' in cucina, puntando su salse vegetali per la pasta gustose, nutrienti, sane e veloci

1) Il pesto di agrumi: avete già provato la nostra ricetta del pesto agli agrumi? Acidulo al punto giusto, è semplicissimo come tutti i pesti perché basta frullare tutti gli ingredienti a freddo.

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2) Il pesto di cavolo viola: in questo caso gli ingredienti non andranno tutti frullati a freddo, perché le foglie di cavolo hanno bisogno di ammorbidirsi, ma è comunque facilissimo da preparare. Mettiamo a sbollentare per dieci minuti 100 grammi di foglie di cavolo viola, quindi scoliamole e frulliamole insieme a 40 grammi di pinoli, 50 grammi di lievito alimentare in polvere, un goccio d'olio e un pizzico di sale.

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3) La carbonara gustosa veg: se amate la classica carbonara ma volete evitare la carne, esistono versioni veg assolutamente deliziose, proprio come quella della nostra ricetta.

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4) Il pesto di pistacchi: un pesto buonissimo a base di frutta secca. Frulliamo 100 grammi di pistacchi sgusciati e pelati con qualche foglia di basilico, quindi aggiungiamo un pizzico di sale, 50 grammi di lievito alimentare in polvere e dell'olio d'oliva (fino a raggiungere una consistenza cremosa).

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5) Sugo di rosmarino: togliamo dalla piantina aromatica che teniamo in cucina o sul balcone due cucchiai di rosmarino. Facciamoli soffriggere in padella con un filo d'olio, quindi aggiungiamo un cucchiaio di farina e un goccio di brodo vegetale. Aggiungiamo poi un cucchiaio di salsa di pomodoro e facciamo cuocere per circa dieci minuti.

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6) Sugo alla mediterranea: seguite la nostra ricetta, servono ingredienti semplici (sugo di pomodoro, carote, dado vegetale, origano, cipolla, capperi, olive e aglio), e il procedimento è molto semplice. E poi possiamo farne in grande quantità e congelarlo per l'inverno!

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7) Pesto di pomodori secchi e mandorle: infiliamo in un frullatore 4 cucchiai di pomodori secchi, 2 cucchiai di mandorle pelate, un goccio di olio evo, qualche foglia di basilico e un pizzico di sale e frulliamo tutto.

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8) Sugo verde di spinaci: la nostra ricetta del sugo verde agli spinaci ci risolve molte cene, e ci permette di fare incetta di cido folico e di tutti i nutrienti delle foglie degli spinaci! Ottimo sulla pasta, ma anche sul risotto. E ai bambini piace moltissimo, superato lo scoglio "verdure".

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9) Ragù di seitan: per chi non vuole rinunciare alla bontà del ragù optando comunque per una ricetta vegetale. Il nostro ragù vegan di seitan è buonissimo con la pasta, ma è perfetto naturalmente anche per le lasagne!

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Giulia Mandrino 

Il colore varierà di volta in volta in base al succo dell'agrume ma soprattutto in base ai frutti che sceglieremo: possiamo infatti combinare le arance, i pompelmi, i mandarini o i limoni, oppure utilizzarli singolarmente. L'unica costante è la bontà: un sugo acidulo che donerà alle vostre pastasciutte un tocco nuovo e insolito!

Pesto vegan agli agrumi: la nostra ricetta del sugo a base di arance, pompelmi, mandarini o limoni

 

I vantaggi delle pentole in terracotta? L’efficacia su certe cotture (quelle lunghe, che prevedono un fuoco uniforme e un aumento della temperatura dolce, cosa difficile con le classiche pentole in acciaio o alluminio) e la pulizia, solo con acqua e limone.

Le pentole in terracotta sono anche bellissime da vedere, e secondo alcuni anche più salutari di quelle in metallo, dal momento che non rilasciano sostanze ma, al contrario, le assorbono (ecco perché catturano l’odore dei cibi: è normale).

Ma vediamo come trattarle al meglio, la prima volta e successivamente, per sfruttarle al massimo e per mantenerle perfette.

Le regole per utilizzare le pentole in terracotta: come trattare le nostre stoviglie in terracotta per usarle al meglio e mantenerle in uno stato ottimale

Solitamente noi le utilizziamo per le vellutate, per i risotti, per i minestroni e per i piatti che prevedono una cottura lunga, come gli spezzatini (anche vegetariani e vegani!). Sono comode, belle e tradizionali, e anche per questo sembra azzeccato utilizzarle proprio per queste ricette classiche.

Detto questo, le pentole di terracotta hanno bisogno di certi accorgimenti prima di utilizzarle e una volta che le laviamo dopo l’utilizzo.

Partiamo innanzitutto dal primo utilizzo delle pentole in coccio o terracotta: prima di cominciare, è bene tenerle per circa 12 ore in acqua fredda, per idratarle ed evitare che si rompano per colpa del fuoco. Lasciamole quindi asciugare da sole all’aria aperta, capovolte ma non appoggiate del tutto (in modo che l’interno non soffochi e non si asciughi). Per completare l’opera, strofiniamo uno spicchio d’aglio all’interno della pentola, per ostruirne i pori. Ultimo passaggio è un semplice lavaggio.

Per quanto riguarda quindi il modo in cui possiamo lavare le pentole in terracotta, è semplicissimo. Possiamo optare per un sapone delicato, o, ancora meglio, sfruttare il metodo tradizionale, e cioè il lavaggio con acqua e limone.

Altre regole sparse:

- Sempre meglio utilizzare uno spargifiamma, piuttosto che appoggiarle direttamente sul fuoco: la terracotta è delicata e potrebbe bruciarsi (con segni neri più brutti che pericolosi, ma tant’è) o rompersi per il calore diretto.

- Un consiglio è quello di usare ogni pentola in terracotta per un piatto specifico o per pietanze simili tra loro: come accennato, la terracotta cattura le sostanze, e per questo è normale che a volte continui ad odorare di certi alimenti.

- Vi accorgerete, una volta che spegnete il fuoco, che i cibi continuano a cuocere (con le vellutate si nota: continuano a fare bolle grosse grosse). Questo perché come i caloriferi in ghisa di una volta arrivano a temperatura più lentamente, ma poi la mantengono per più tempo. Teniamolo a mente per le nostre cotture!

- Meglio scegliere pentole in terracotta non smaltate, per non rischiare contaminazioni chimiche pericolose (almeno quando non sono certificate).

- Utilizzare sempre cucchiai in legno per mescolare: con quelli in metallo rischieremmo di rovinare il fondo della nostra pentola in terracotta.

Detto questo, quando scegliamo le nostre pentole in ceramica e terracotta è sempre bene porre un occhio di riguardo al materiale in cui sono realizzate, scegliendone di naturali e certificate. Noi, ad esempio, ci affidiamo sempre alla linea di pentole in ceramica Zisha prodotte da SiqurSalute, un materiale antico e naturale ricco di oligoelementi che abbassa il colesterolo e alcalinizza l'acqua, completamente atossico e adatto anche alle più alte temperature!

 Giulia Mandrino 

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

 

A volte le immagini parlano più delle parole. E quando immagini e parole si intrecciano, il connubio si fa perfetto, efficace e coinvolgente. “Bambino Volante” è proprio questo: un progetto per un libro illustrato per bambini che parli di disabilità attraverso una storia delicata e dolce.

Tutto parte da Pat, Patrizio, che è affetto dalla sindrome di Alagille, una malattia generica rara che non gli permette di muoversi al meglio. Ma è proprio questo suo limite che l’ha reso il Bambino Volante: passando di braccia in braccia tra amici e parenti si è guadagnato questo bellissimo soprannome, e grazie al contributo di tutti il racconto a lui ispirato potrebbe diventare un libro per bambini!

“Bambino Volante”, un libro che ha bisogno del nostro aiuto: su Kickstarter è partita la campagna per aiutare Alessio Fasciolo e Fabrizio Festa a realizzare questo bellissimo libro che parla dolcemente di disabilità

Esiste un modo migliore per spiegare le cose, per farle vivere e per creare empatia migliore di un libro? No, spesso i libri sono la via migliore verso la conoscenza delle cose, grazie alla sensibilità che gli autori ci mettono, soprattutto nelle pubblicazioni per bambini, pensate proprio per avvicinare i più piccoli ai temi più sensibili con delicatezza ed emozione.

“Bambino Volante” vuole quindi parlare di Pat, attraverso una breve storia e illustrazioni che narrano la sua storia, partendo dai primi mesi di vita a rilento, con il gattonamento che non arriva, per arrivare a capire cosa lo tiene a terra. Ma Pat può volare, anche se con un volo diverso da quello degli altri, diverso da quello dei supereroi. Un volo più incerto, che tuttavia può perfezionarsi alla Scuola di Volo per Bambini Volanti!

Il libro non è ancora uscito, è ancora un’idea: questa idea potrà concretizzarsi grazie a noi, che possiamo supportare i creatori Alessio Fasciolo e Fabrizio Festa e i genitori di Pat e con un piccolo contributo (o con un grande aiuto: nessuno ce lo vieta, anzi!) attraverso la campagna lanciata sulla piattaforma di crowdfunding Kickstarter. Registrandoci, possiamo infatti donare la somma che preferiamo per far sì che questo bellissimo libro illustrato diventi realtà. Non c’è molto tempo: la campagna dura 30 giorni, quindi fino a metà novembre!

Chi deciderà di donare, quindi, non solo aiuterà la produzione del libro e la stampa della prima tiratura, ma come ringraziamento riceverà, una volta raggiunti i fondi e realizzato il progetto, la copia del libro (che sarà disponibile in italiano e in inglese e che è già possibile preordinare).

A credere nel progetto non siamo solo noi di mammapretaporter, che segnaliamo molto volentieri la campagna, ma anche Telethon, che supporta questa lodevole iniziativa. Come spiegano i creatori, «#BambinoVolante è un libro sulla disabilità. È un libro per bambini, ma anche un po’ per adulti. Perché spesso sono proprio gli adulti ad essere incapaci di guardare oltre le barriere e gli imbarazzi della diversità, specie quella dei bambini. Vivere vicino ad un bambino disabile ti insegna che la disabilità non è solo quella dei grandi ostacoli, delle sofferenze, ma si cela anche dietro gli impacci quotidiani e i piccoli problemi che vanno risolti con un po’ di goffo ingegno e che ogni tanto strappano qualche risata. È da quegli aneddoti che siamo partiti, dalle storielle buffe, gli ascensori rotte, le sgommate in carrozzina. Abbiamo preso il tavolo delle disgrazie e lo abbiamo ribaltato, ci siamo fatti una risata e abbiamo scritto questa storia strampalata. La storia di un bambino che non può camminare, perché il caso infame lo ha privato della cosa più scontata: la forza di gravità. È la storia di una famiglia forte ed unita, che ha dovuto imparare a vivere con il naso all’insù. È la storia del #BambinoVolante»

Attraverso la storia e le bellissime illustrazioni il libro tratterà tre temi principali: la disabilità letta come un punto di vista differente sulla vita; i problemi della vita, che vanno affrontati anche con un po’ di sana ironia; e infine il viaggio, che qui è quello di Pat con i suoi genitori ma che è un’avventura che tutti possiamo vivere, affrontando le nostre paure.

Per maggiori info, potete consultare il sito Bambino Volante o le pagine Facebook e Instagram dell’iniziativa.

Pre-ordinate anche voi il libro del Bambino Volante!

 Giulia Mandrino 

Le Scuole di Reggio sono una delle modalità didattiche più innovative e speciali che abbiamo in Italia. A Reggio Emilia sono una realtà normale, ma nel resto d’Italia, anche se si contano alcune scuole che seguono i precetti pedagogici di Reggio, sono ancora difficili da trovare. Fanno quindi parte di quei progetti didattici italiani che dovrebbero essere più imitati, più utilizzati.

Se amate quindi il Reggio Approach, o se semplicemente volete sperimentare di cosa stiamo parlando, c’è una buona notizia: circa una volta al mese, infatti, il Centro Internazionale Loris Malaguzzi (intitolato al fondatore di questo approccio) di Reggio Emilia ospita nei suoi ambienti dei laboratori e delle proposte per le famiglie, aperti a tutti.

Le domeniche al Centro Internazionale Loris Malaguzzi: un’occasione per provare il Reggio Approach attraverso laboratori, atelier, esplorazioni e divertimento

La prossima domenica aperta a tutti sarà il 19 novembre 2017, ma potete tenere sotto controllo tutti i prossimi appuntamenti semplicemente controllando la pagina online dedicata: http://www.reggiochildren.it/bambinialcentro/.

“Bambini al Centro” è quindi l’occasione giusta per passare una giornata divertente e costruttiva in un ambiente stimolante, e allo stesso tempo è un ottimo momento per i genitori e per i bambini che ancora non lo conoscono per provare sulla propria pelle il metodo del Reggio Appoach, che vede al centro di tutto il bambino e che punta moltissimo sulla creatività e sulla manualità, che punta a seguire ogni bambino secondo le sue tendenze e che vede i genitori coinvolti attivamente e in maniera concreta nei programmi e nella vita scolastica.

Sulla pagina che vi abbiamo segnalato, quindi, possiamo di volta in volta trovare le attività che si svolgeranno quella data domenica presso il Centro Internazionale Loris Malaguzzi (viale Ramazzini 72/a, Reggio Emilia) e scegliere a quali partecipare, iscrivendoci direttamente sul sito.

Oltre alle visite all’Atelier (la stanza prediletta del Reggio Approach, quella utilizzata per imparare attraverso l’arte con l’aiuto dell’atelierista), troviamo laboratori creativi (come quello delle sculture in creta per dialogare con gli alberi, quello dedicato alla luce - altro elemento importantissimo nella didattica reggiana), esperimenti di scrittura, occasioni di scambio libri (il linea con la filosofia ReMida, quella del riciclo per sperimentare la sensorialità e per imparare l’ecologia e la sostenibilità)…

Non solo: nella caffetteria del centro c’è la possibilità di fare merenda tutti insieme con tè e tisane buonissimi, così come di ascoltare storie e narrazioni coinvolgenti raccontate dai genitori volontari di ReggioNarra.

Tra laboratori a pagamento (ma sempre contenuti: 8 euro l’intero e 5 il ridotto) e appuntamenti gratuiti, quindi, le famiglie possono costruire la loro giornata reggiana (che inizia sempre alle 14 per terminare alle 18.30 circa) fatta di attività ludiche, divertenti e coinvolgenti e di insegnamento, di creatività e di spensieratezza. Per ogni informazione oltre al sito potete contattare l’associazione Reggio Children dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 17 al numero 0522513752 o alla mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Giulia Mandrino  

8 modi per giocare con gli acquerelli

Mercoledì, 25 Ottobre 2017 08:06

Gli acquerelli sono uno degli strumenti creativi più versatili e forse anche per questo, unitamente all’effetto strabiliante, piacciono moltissimo ai bambini. In casa non mancano mai (o non dovrebbero mancare), e la bella notizia è che si possono sfruttare non solo per colorare normalmente i disegni, ma anche per creare differenti opere d’arte, per giocare in maniera sensoriale e per provare esperimenti divertenti.

8 modi per giocare con gli acquerelli: dal puntinismo con i cotton fioc all’esperimento dei cristalli di neve, ecco i modi per sfruttare appieno e in maniera differente gli acquerelli che tutti abbiamo in casa

- Partiamo con le tecniche più semplici e più tradizionali, sempre però con un tocco in più. Con gli acquerelli una delle cose più divertenti da fare è creare semplici macchie di colore cangiante, poiché l’acqua permette di dare sfumature naturali senza sforzo. Dopo aver disegnato quindi cerchi di colori diversi e sfumature diverse, lasciamo che i bambini interpretino queste macchie come se fossero dei fiori da completare con un pennarello nero!

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(Art is Basic)

- Acquerelli e cannuccia: accoppiata vincente. Disegniamo una bella testa o un viso e coloriamo con gli acquerelli i capelli. Immediatamente, prendiamo una cannuccia e soffiamo sul colore: si creeranno linee bellissime e incredibili!

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(Pinterest)

- Con la stessa tecnica sono bellissime da fare le meduse: macchia di colore, cannuccia e pennarello ed è fatta!

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(Crafternoon Playdate)

- Un altro strumento che si può accostare agli acquerelli per sperimentare molte tecniche è il contagocce, che permette non solo di realizzare opere d’arte magnifiche ma anche di stimolare e allenare la manualità fine. Leggete il nostro articolo dedicato al contagocce e agli acquerelli per trovare altri spunti!

- Per avvicinare i bambini alla storia dell’arte possiamo proporre strumenti che gli mostrino la bellezza delle diverse tecniche: utilizzando, ad esempio, i cotton fioc per disegnare con gli acquerelli, potremo introdurre loro al puntinismo di Seurat e compagni, in maniera divertente e concreta.

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(Artful parent)

- Ora che si avvicina l’inverno, avete già provato l’esperimento dei cristalli di neve? Acqua, sale di Epsom e acquerelli stanno alla base di questa prova scientifica che affascinerà moltissimo i bambini.

- Infine, la combinazione acquerelli-bolle: basta versare in una ciotola dell’acqua mischiata a del sapone liquido e colorarla leggermente con delle gocce di acquerelli (le possiamo fare cadere dalla punta del pennello). Dopodiché con una cannuccia si creano le bolle, soffiando, e appoggiando il foglio alla schiuma si otterranno bellissimi disegni e forme creative.

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(Kids Kubby)

Giulia Mandrino 

"Biancaneve", il libro tattile

Martedì, 24 Ottobre 2017 13:14

La sensorialità è un elemento davvero importante per i bambini: è attraverso i 5 sensi che crescono e sviluppano la loro intelligenza e stimolarli sin dai primi giorni in questo senso è utile ed efficace. Soprattutto, è bello trovare attività che coinvolgano più sensi o più campi, come ad esempio le tavole tattili o l'alfabeto tattile per imparare a leggere. Tra queste sta anche la lettura, che se portata avanti con libri che integrano la tattilità diventa ancora più coinvolgente, stimolante e performativa.

Qualche giorno fa è uscito per la casa editrice La Margherita "Biancaneve", la tradizionale favola dei fratelli Grimm rivista con la semplicità di Xavier Deneux e resa ancora più affascinante dalla presenza di elementi interattivi e tattili davvero utili e ben sviluppati.

"Biancaneve", il libro tattile: con Xavier Deneux le favole tradizionali si trasformano in libri tattili utili per sviluppare l'intelligenza

Qualcuno di voi magari lo conoscerà già: Xavier Deneux è un illustratore parigino che si occupa spesso di letteratura per l'infanzia. I suoi disegni sono riconoscibili, semplicissimi e colorati, contrastati e a tinte unite. E i libri che sta sviluppando in senso tattile sono quelli che più conosciamo: La Margherita sta infatti pubblicando la versione tattile delle favole più conosciute, e Biancaneve è solo l'ultima di una serie.

"I tre porcellini", "Il gatto con gli stivali", "Cappuccetto Rosso" e "Riccioli d'oro e i tre orsi": finora sono uscite queste, e tutte si caratterizzano per la forte presenza di elementi tattili che stimolano il bambino non solo a leggere e ad ascoltare, ma anche a toccare e manipolare. Le pagine sono cartonate, i testi (in stampatello) semplici e veloci. Ma soprattutto ci sono moltissime parti in rilievo che si incastrano nelle pagine a fronte e che rendono il libro ancora più stimolante.

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Il libro di "Biancaneve" è quindi bellissimo da vedere come tutti gli altri di Deneux: alto, spesso, colorato e interattivo, coinvolge i bambini, che amano toccare le varie parti, scoprire gli incastri e i ritagli.

La favola, poi, è quella tradizionale che conosciamo, che si discosta dalle edulcorate fiabe da cartone animato ma che riprende gli elementi più reali e veritieri, i vizi e i valori umani nella loro totalità proprio come si addice alle vere favole tradizionali dei fratelli Grimm. Sin dalle prime letture i bambini cominceranno così a leggere i meccanismi del mondo, trovando nuovi livelli di lettura man mano cresceranno e man mano sfoglieranno il libro, cominciando facendoselo leggere dai genitori, imparando a memoria la storia attraverso le figure e imparando poi a leggere anche grazie ad esso (dato che lo stampatello sembra fatto apposta!).

Sara

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Cecilia

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