Quello dei seggiolini è un tema delicato, importantissimo e da conoscere, perché riguarda in maniera totale la sicurezza dei nostri bambini. Soprattutto, l’acquisto del seggiolino non è un argomento che riguarda solo le neomamme, che durante la gravidanza si informano su tutti i prodotti necessari per l’accudimento, ma riguarda tutti i genitori, poiché la scelta concerne tutte le età e tutte le fasi della crescita dei nostri bambini. Insomma, bisogna sempre aggiornarsi, e farlo con coscienza e sicurezza.

I seggiolini in auto da 1 a 10 anni, come sceglierli: la nostra guida alla scelta del passeggino, dove trovarlo e quali sono i migliori

Innanzitutto, i seggiolini per auto (di cui abbiamo trovato una buonissima selezione su http://www.passeggini.net/seggiolini-auto), la cui scelta varia da famiglia a famiglia e soprattutto da auto a auto (dovete sempre valutare in base alla vostra automobile qual è il modello più compatibile! A volte, ad esempio, le cinture sono troppo corte per assicurare un fissaggio adeguato) possono essere divisi in quattro categorie, in base all’età e alla grandezza del bambino.

Per i bimbi sotto ai 12 kg possiamo scegliere la navicella, e cioè la culla imbottita staccabile dal passeggino, con bretelle e apposito kit auto per fissarla ai sedili, che può essere utilizzata fino ai 10 kg. Oppure l’ovetto, utilizzabile fino a 13 kg (e cioè circa fino ai 15 mesi del bambino). Entrambi andranno fissati in senso opposto a quello di marcia sul sedile posteriore centrale (anche se vediamo sempre gli ovetti sul sedile davanti - sempre con l’airbag spento! - , il posto migliore è questo che vi abbiamo indicato).

La scelta dovrà quindi ricadere su uno di questi due seggiolini. Scegliete quello che più vi piace, ma assicuratevi che abbia il kit per il fissaggio al sedile (e che le cinture della vostra auto siano abbastanza lunghe per quel modello) e delle buone bretelle, morbide ma solide.

Il secondo gruppo di seggiolini auto per bambini è quello che comprende i seggiolini adatti ai bambini dai 9 ai 18 kg, e cioè per l’età compresa tra l’anno e i 4/5 anni (a seconda della crescita del bambino). Come potete immaginare, questi seggiolini sono importantissimi, perché accompagneranno per un buon periodo il vostro bambino. Sono questi i classici seggiolini che ci immaginiamo quando ne parliamo, e cioè le piccole poltrone dotate di bretelle e di supporti da fissare ai sedili posteriori della macchina, posizionati sempre fronte-strada (non più al contrario). In realtà la nuova normativa prevede il trasporto del bambino rivolto all’indietro fino ai 15 mesi, quindi sarebbe opportuno valutare seggiolini che abbiano questo requisito. Alcuni seggiolini dispongono anche di una protezione anteriore, una sorta di sbarra. Altri ancora sono pensati per crescere con il bambino.

In questo caso, nel momento della scelta e dell’acquisto del seggiolino per il vostro bambino di 10 mesi-4 anni dovete fare attenzione agli agganci, che dovrebbero sempre essere Isofix, che garantiscono maggiore stabilità e protezione migliore in caso di scontri.

Terzo gruppo è quello dei seggiolini auto per bambini dai 15 ai 25 kg, dai 4 ai 6 anni circa. Anche questi sono una sorta di sedili, ma più semplici, dotati di supporti per braccia e schiena. In poche parole, sono dei supporti che rendono il sedile dell’automobile a misura di bambino. Stavolta non ci saranno bretelle, ma il bambino potrà utilizzare in maniera semplice le cinture di sicurezza dell’automobile.

Dai 6 ai 12 anni (quindi suppergiù dai 20 ai 36 kg) e fino al metro e mezzo di altezza (dato che la nuova normativa prevede l’utilizzo obbligatorio del seggiolino fino al metro e cinquanta di altezza del bambino) ecco invece i seggiolini alzabimbi, una specie di seduta pensati di nuovo per poter utilizzare le cinture di sicurezza dell’automobile. Ma mai senza schienale: quelli, ormai, saranno fuorilegge!

In questi due ultimi casi, di nuovo, ciò che dobbiamo valutare sono la compatibilità del seggiolino con la nostra automobile e la presenza degli agganci sicuri Isofix (che anche se non sono obbligatori sono secondo noi un requisito fondamentale). Un marchio molto sicuro in questo senso, vincitore di test e sempre certificato Isofix, è Cybex ( http://cybex-online.com/it), con i suoi seggiolini auto per bambini dai primi mesi fino ai 12 anni di età.

AGGIORNAMENTO ALL'8 OTTOBRE 2019:

Da ieri sera è passato l'obbligo di installazione dei dispositivi antiabbandono sui seggiolini per i bambini di età inferiore ai 4 anni. A firmare il decreto attuativo dell'articolo 172 del Nuovo Codice della Strada per prevenire l'abbandono dei bambini nei veicoli è stata la ministra Paola De Micheli.

Questo obbligo prevede che sul seggiolino ci sia un sistema di allarme che, connesso allo smartphone, ricorderà al guidatore tramite un avviso sonoro della presenza del bambino ancora a bordo, ancor prima che il guidatore scenda dal veicolo.

Questo importantissimo decreto sarà operativo non appena legge sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale nei prossimi giorni.

Gli sport estivi per bambini: la vela

Venerdì, 14 Luglio 2017 08:42

Dopo avervi parlato degli sport estivi in generale prima e della canoa poi, oggi vi presentiamo un altro sport tipicamente estivo, che ci piace tanto quanto gli altri poiché permette ai bambini di provare qualcosa di nuovo, di sviluppare nuove competenze fisiche e di passare del tempo di qualità all'aria aperta, a contatto diretto con l'acqua: la vela!

Ne abbiamo parlato con Gianluigi, responsabile del Centro Vela di Cerro di Laveno Mombello (VA).

Gli sport estivi per bambini: la vela

Quando consiglierebbe di cominciare con la vela? Qual è l’età più appropriata?

Si può iniziare dai 6 anni compiuti. L’età dipende dal grado di autonomia e precocità del ragazzo. Normalmente dagli 8 anni in su tutti possono proficuamente fare un corso di vela. I bambini di 6/7 anni che chiedono ai loro genitori di andare in barca, di solito sono molto ricettivi.

È uno sport solo estivo o c’è la possibilità di allenarsi poi anche in altri periodi?

Per l’iniziazione la stagione estiva (vacanze scolari) è l’ideale. I ragazzi che vogliono proseguire facendo agonismo si allenano in tutti i periodi dell’anno.

Quali sono i benefici per i bambini?

Molteplici. In particolare la vela è molto indicata per migliorare l’autostima, la capacità decisionale, la capacità di osservazione dell’ambiente circostante, l’equilibrio e la coordinazione. Ogni ragazzo ha la sua barca che governa in completa autonomia: gli istruttori stanno su dei gommoni di appoggio. Salvo rare eccezioni (uscite scolastiche, tour dimostrativi, ecc.) sono da evitare dei corsi dove i ragazzi vanno su barche di gruppo (cioè sono più di 1 o 2 per imbarcazione).

E, infine, i corsi si svolgono anche in maniera giocosa o sono molto tecnici? Come si svolgono?

L’apprendimento della vela viene fatto in modo induttivo e progressivo. La teoria viene ridotta al minimo (max 2/3 minuti) l’apprendimento avviene praticando lo sport ed imparando divertendosi. Il gommone con l’istruttore si avvicina di volta in volta alle varie imbarcazioni dando indicazioni e consigli per la migliore navigazione. Si cerca di stare in acqua il più possibile.
Si inizia con percorsi più semplici, che man mano diventano più complessi. L’allievo ha sempre la sensazione di sapere manovrare la barca sia all’inizio che quando il grado di difficoltà aumenta, trovando una continuità di apprendimento.

Volete segnalarci i vostri corsi per bambini?

I nostri corsi per bambini e ragazzi si svolgono tutte le settimane (dal lunedì al venerdì) nel periodo estivo: da giugno a settembre. I prossimi corsi con disponibilità di posti sono in agosto dal 7 all’11, dal 14 al 18 e dal 28 agosto al 1 settembre. In quest’ultima settimana c’è la possibilità di fermarsi a dormire (settimana azzurra - all inclusive). Date un'occhiata al nostro sito per contattarci!

 Tata Roberta, mamma Georgia e papà Flavio questa settimana hanno vigilato, commentato e seguito quattro nuove mamme. Avete visto la settima puntata di 4Mamme su Fox Life? Noi sì, e come ogni settimana è arrivata l’ora di prendere gli spunti giusti dalle quattro madri sullo schermo per parlare di maternità e di diversi approcci educativi! 

Cosa ci ha colpito in questo episodio? ….

4Mamme su Fox Life, la settima puntata: quello che la vita ti da ti toglie

La puntata questa settimana era ambientata in Versilia. Terra di vacanze, ma anche di vita quotidiana! A confrontarsi erano: 

Francesca, la mamma contadina che ha scelto la vita operosa all’aria aperta per lei e suo figlio Gioele. Vive in campagna, e ha deciso insieme al marito di trasferirsi lì proprio quando è rimasta incinta. Ora è vedova, ma è fortissima e oltre al lavoro nei campi si impegna fino in fondo anche in quello di mamma! 

Valeria, invece, è la mamma fashion, che punta alla perfezione, per lei, il marito Mirko e il figlio Thomas. “Energico e testone”, lo definisce! Beh, io mamma di bimbi volitivi la capisco abbastanza.

Laura, una mamma “ganza”, come si definisce in perfetto stile toscano. Vive con il compagno Paolo e la loro bimba Diana, e cerca sempre di non essere banale, andando fuori dagli schemi. Anche lei, come Valeria, ci tiene molto al suo aspetto, intendendo la cura di sé come un requisito fondamentale per stare bene.

Valentina è infine la mamma “urlona”, quella che, con tre figli (Elia, Gioele e Sveva) e un marito (Igor). Tre maschiacci in casa, tra i figli e il marito, fanno sì che ogni tanto “qualche ciabatta voli!”. In realtà ho visto una famiglia molto serena ed equilibrata! 

E’ stata una puntata molto bella, sembra che il programma sia un crescendo in qualità. Siamo partite da situazioni e vite diciamo “tradizionali” per arrivare a donne a mamme davvero incredibili come mamma Francesca di questa puntata. In realtà è stato difficile scegliere l’argomento di cui parlare oggi perché le cose di dire erano veramente tante, e tutte tendenzialmente belle. Le affronteremo insieme le prossime settimane!

Chiaramente ho ammirato tantissimo mamma Francesca, la sua scelta di vita è fantastica e sono rimasta affascinata dal suo equilibrio, dal contatto con la terra, dal lavoro duro che svolge: sono qui che scrivo di contatto con la natura, di giardinaggio con i bambini, di passeggiate nei boschi ma sinceramente non credo avrei le capacità di adattarmi alla reale vita “della terra”, suppongo che non ne avrei la forza mentale e fisica. Ognuno è sicuramente fatto a modo suo ma un po’ di sana “invidia” nei suoi confronti devo dire che l’ho provata: mi è sembrata davvero molto saggia, forte nel corpo e nella mente. Il falò, la nanna all’aperto, la raccolta delle verdure in giardino, arrampicarsi sugli alberi, il gioco della fiducia con gli occhi chiusi, una casa senza tv: quante cose incredibili sta offrendo al suo bambino, quali basi solide di crescita, quanto equilibrio. Sta creando davvero dei pilasti solidi su cui lui possa crescere e che porterà dietro con sé. Insomma, mi piacerebbe davvero conoscere di persona mamma Francesca. Perché riprendendo le splendide parole di Tata Roberta (posso dirlo? finalmente una tata fantastica nei programmi Foxlife?!!!) “la natura è la prima mamma”. 

Detto questo, durante questa puntata non ho potuto trattenere le lacrime che sono uscite nonostante tentassi di trattenerle con tutta me stessa: e ora vi spiego perché. 

Ci sono cose che ti porti dentro quando attraversi alcune situazioni nella vita, come delle carattestiche, delle sensibilità, come una pallina all’interno di una valigia stracolma di cose: quella pallina c’è, è lì con te, fa parte di te, nel bene e nel male. Quello che mi ha commosso infatti non è stata la tragica perdita del marito di Francesca, ma la commozione di mamma Valentina quando ha visto il gioco dell’arrampicata e della fiducia: “so perché lo fa, ora ho capito”. E in effetti si, anche io avevo capito fin da subito, perché quando vivi determinate esperienze vedi la vita con altri occhi, non puoi più resettare, in qualche modo ne sei influenzata. 

Ci sono dei momenti in cui alcuni pensieri brutti prendono il sopravvento in me, e lo fanno in diverse forme: giusto pochi giorni fa stavo assaporando un momento di felicità incredibile con i bimbi e mio marito, avete presente quegli istanti in cui senti il cuore scoppiare dalla gioia dalla quantità di amore che provi? Ecco, quelli. In quell’istante, così, in un baleno, è venuta fuori anche la paura, perché istintivamente sai che “la vita di da e ti toglie”. Penso di aver trascorso molti anni in passato cercando di non affezionarmi a nessuno più di tanto, così non avrei mai più sofferto il dolore lancinante di perdere ciò che ami più al mondo: ti chiudi in una sorta di corazza composta principalmente nella consapevolezza che tu non hai bisogno di nessuno, che se le persone intorno a te volessero lasciarti o allontanarsi tu sopravviveresti senza troppi problemi. Il trucco è semplice, basta non lasciarsi andare, non dare tanto e aspettarsi ancora meno: meglio non avere tanto, perché sapevo cosa significava affrontare poi la mancanza. Quando perdi qualcuno che ami perdi una parte di te e non la trovi più. Ma i bambini sono una cura per le nostre ferite, quando nascono loro è come se nascesse una nuova parte di noi e in qualche modo rinasci: con loro non ho più potuto vivere nella mia corazza, l’avevano squarciata, erano entrati nelle piccole crepe che aveva aperto mio marito e se le erano divorate, non c’era più traccia. Di colpo ero esposta alla vita, alla sua inebriante gioia ma anche ai suoi funesti pericoli e privazioni. Ecco, pian piano ho imparato e sto imparando a gestire questi timori e avere di nuovo fiducia, vedendo che c’è molto da guadagnare nell’avere un atteggiamento positivo lasciandosi andare. Non è qualcosa diciamo da cui guarisci, ma puoi avere la cassetta degli attrezzi per affrontare le giornate e le sfide che fanno parte della crescita di un individuo. Chi si trova nella mia situazione vivrà in modo differente una semplice gita scolastica, una febbre alta e alcuni step della crescita: ma con la giusta cassetta degli attrezzi possiamo farcela e sopratutto convertire una “debolezza” in un punto di forza! 

Certo è che sentire l’empatia di Valentina nei confronti di Francesca mi ha fatto percepire un legame con loro, una sorta di filo che ci unisce: avrei voluto abbracciarle. Ognuna di noi poi reagisce a questa nostra “caratteristica” in maniera differente. Francesca forse lo allena alla fiducia e all’indipendenza, per me invece il concetto centrale è il tempo. Si perché quello che mi è rimasto maggiormente della morte di mia mamma quando avevo 7 anni è il senso del tempo: la vita è così, ha inizio e una fine ed è stupido credo non accettarlo e non rendersene conto. Quello che la piccola me forse non accetta ancora è il poco tempo trascorso con lei: ciò che mi manca è quel bagaglio di ricordi che tutti noi abbiamo dentro di noi, come una sorta di scatola delle memorie dove noi teniamo gli oggetti speciali che ci ricordano qualcuno o momenti speciali. Sono compartimenti che abbiamo bisogno di aprire ogni tanto, ci donano, saggezza, stabilità, emozioni positive. Ecco, io quello non ce l’ho: per me è quindi fondamentale sapere di riuscire a creare questa scatola ai miei bambini, voglio che quando chiudano gli occhi da adulti abbiano a disposizione questa scatola, da maneggiare con cura, da amare, da assaporare. Cerco quindi di passare molto tempo con loro, a volte troppo perché vorrei concentrarmi più sulla qualità invece che sulla quantità: questo è un mio limite che al momento non riesco a valicare. Per tornare alla puntata di oggi quindi capisco e sento mie le parole di Valentina: il mio modo di vivere la frase “la vita ti da e ti toglie” è quella di essere particolarmente consapevole del tempo che scorre e di non volerlo sprecare. 

So che ci saranno molte mamme che leggeranno questo articolo che portano con sé la stessa ferita e le stesse paure e si sentono sole perché pensano di essere le uniche a provare tali paure e percepire questi limiti: vorrei prima di tutto abbracciarvi e dirvi che non esiste sole a vivere queste emozioni così forti! E poi mi piacerebbe suggerirvi di cercare di tirare fuori il meglio da questa avventura che la vita vi ha messo di fronte perché credo che ci dia enormi potenzialità di crescita: possiamo sentire e vedere sfumature che altrimenti non avremmo la capacità di sfruttare ;-)

Giulia Mandrino

 

 

 

 

Le ricette indiane ci piacciono sempre, un po' per il sapore speziato, un po' perché ci permettono di preparare le verdure in maniera sfiziosa e diversa dal solito. Avete mai provato i pakora? Si tratta di frittelle dal nome simpatico a base di verdure e pastella. Ecco la nostra ricetta.

Pakora indiani di verdure: la ricetta delle frittelle indiane a base di verdure

 

I miei amici animali

Martedì, 11 Luglio 2017 13:07

Quando la bella illustrazione incontra l’educazione per bambini il buon risultato è assicurato. Dimenticate però quei libri plasticosi pieni di disegni ipercolorati e scintillanti: non sono meglio i colori pastello e dei disegni stilizzati ma bellissimi?

È il caso di “I miei amici animali” (11.50 euro) della casa editrice Tourbillon, libro che uscirà tra pochissimo nelle librerie italiane. Scritto da Virginie Aracil, questo piccolo libriccino è perfetto per i nostri bimbi a partire dai 18 mesi: li accompagnerà pian piano alla scoperta degli animali, introducendo anche, quando saranno un pochino più grandi, il concetto di habitat.

I Miei Amici Animali: il libro per conoscere gli animali e anche i loro habitat, attraverso bei disegni e semplicità

Il bello di questo libro è proprio la semplicità: la semplicità delle illustrazioni, la semplicità dei colori, la semplicità dei concetti. Ogni pagina presenta diversi animali, dividendoli per luoghi in cui abitano. Ci sono quindi la fattoria con la capra, la scrofa e il maialino, la mucca... L’appartamento, nel quale vivono il gatto, il cane e il coniglio... E poi le farfalle in giardino, la rana e l’airone nello stagno, la tartaruga vicino al mare e i pesci nel mare, il cammello e la iena nel deserto...

I miei amici animali”, della linea “Le mie prime parole”, fa fare quindi un piccolo giro del mondo in maniera semplice e divertente. I bimbi, dai 18 mesi, possono quindi ascoltare mamma e papà che leggono i nomi degli animali (e le piccole curiosità che punteggiano il libro, come i versi degli animali dello stagno, il cibo dei pulcini, le casette degli insetti o l’utilizzo che fanno della sabbia la tartaruga e il granchio!), imparando pian piano l’associazione figura-parola. Dopodiché, dopo aver padroneggiato i nomi, possono iniziare a scoprire gli habitat del mondo, collocando gli animali al loro interno e capendo che ognuno ha la sua casa. In maniera molto semplice possono poi passare di volta in volta ai diversi habitat anche grazie alle linguette in stoffa.

Non solo: quando inizieranno a leggere, questo libro si rivelerà utile per imparare lo stampatello minuscolo, con le sue lettere grandi e leggibilissime pur con un font davvero simpatico e divertente!

Un libro davvero utile, ma anche bellissimo!, da avere sugli scaffali dei nostri bambini, da lasciargli a portata di mano in modo che lo sfoderino ogni volta che vogliono, imparando l’amore per la fauna del nostro pianeta.

Sono argomenti di cui solitamente non si parla. Ma perché dovremmo tacerlo? È vero, e capita a tutte: specialmente dopo la gravidanza e il parto, e con l’età, le pareti vaginali di una donna possono perdere tono ed elasticità. È normalissimo! Ma la passione resta, e spesso aumenta (esatto: esiste vita - sessuale! - dopo il parto!). Le regole sono quindi due. Primo: mai vergognarsi o sentirsi a disagio riguardo a questi cambiamenti di vagina e perineo. Secondo: cercare sempre di stuzzicare la fantasia. E magari tornare più giovani per una serata!

 

“Like a virgin”, per ritrovare le nottate di un tempo: il primo astringente vaginale naturale, sicuro e decisamente piccante!

Di cosa stiamo parlando? Di “Like a vergin”, un cosmetico finalmente con un buon INCI pensato apposta per il nostro piacere (ma anche per quello del nostro partner, in qualche modo).

Se, come dicevamo, la nostra vagina può perdere tono ed elasticità, infatti, arriva proprio “Like a virgin” in nostro aiuto: si tratta semplicemente di una crema da applicare sulle nostre zone intime, che permette di sperimentare nuove (ma vecchie! Proprio come quando eravamo più giovani) sensazioni grazie all’effetto astringente, che ridona tono e farà sentire al partner un dolce e sensuale abbraccio. Insomma: questa crema permette di provare nuovamente la sensazione di grip più forte e decisa che provavamo prima del parto.

“Like a virgin” è un prodotto dell’azienda LoveLab. Se non la conoscete, correte subito a dare un’occhiata: è la prima linea di cosmetici studiati per il piacere della donna e della coppia che abbia l’autorizzazione del Ministero della Salute e che sia completamente dermatologicamente testata (tutti i prodotti rispettano in maniera delicata la pelle, e molti di essi, come ad esempio “Oh My God” - la crema stimolante per i maschi al gusto di mojito - o “Secret of happiness”, possono essere ingeriti senza alcun problema, per non limitare nessuna fantasia!).

Nessun parabene, nessun petrolato e solo materie prime naturali, cruelty free e made in Italy. Una combo perfetta! Inoltre, tutti i prodotti non appicciano, non macchiano e sono davvero piacevoli da toccare e da spalmare. E non sottovalutiamo il packaging fresco e di design, davvero bellissimo: anche quello fa la sua parte!

Nello specifico, la crema astringente vaginale “Like a Virgin” è davvero buona: è a base di allume di potassio (o allume di rocca), che non c’entra nulla con l’alluminio e che non contiene alcuna sostanza tossica. L’allume di potassio, infatti, è un astringente naturale, che oltre a questa funzione ha il vantaggio di agire anche come deodorante naturale.

Per utilizzarlo, è sufficiente applicarlo almeno venti minuti prima del rapporto. Il suo effetto, poi, durerà per tre o quattro ore (varia da persona a persona). Di conseguenza, per non rovinare l’atmosfera, si può decidere di applicarlo, ad esempio, prima di cena, sicure che poi l’effetto durerà abbastanza a lungo! Soprattutto, come suggeriscono da Love Lab, è intrigante non dire nulla al proprio partner: scommettiamo che se ne accorgerà senza avergli accennato niente, e che ne rimarrà piacevolissimamente e positivamente sorpreso?

Non dobbiamo avere vergogna: il sesso, come i problemi legati al nostro apparato intimo, è qualcosa di così normale che non c’è nulla di cui avere paura. Molte donne ancora lo ritengono un tabù. Molte altre hanno finalmente capito quanto fa bene e quanto sia liberatorio (e quanto quindi abbia effetti positivi sui rapporti) intendere la vita sessuale come qualcosa di naturale e vitale! Date quindi uno sguardo al blog dell’azienda cosmetica, e lasciatevi finalmente andare al piacere!

 

Certo, sono fritti. Ma sono anche buonissimi e completamente veg, quindi ogni tanto lo strappo alla regola lo facciamo volentieri. Vengono dall'Oriente e sono iconici, intramontabili e inconfondibili: parliamo degli involtini primavera!

Involtini primavera veg: la nostra ricetta degli spring rolls completamente veg

 

I pranzi estivi, i picnic, le cene sotto le stelle... C'è un piatto che non stanca mai e che sta sempre a pennello. La pasta fredda! Soprattutto se dal sapore fresco come questa alla greca, direttamente dalle isole bianche e azzurre.

Pasta fredda alla greca: feta e olive trasformano la pasta estiva in un piatto dal sapore greco irresistibile

 

Fallire fa parte della vita. Cadere, sbagliare, avere torto. Eppure la nostra società ci porta a pensare allo sbaglio come a qualcosa di negativo. O meglio, di solo negativo. Certo che la negatività è insita nello sbaglio, ma c’è anche molta positività che purtroppo non contiamo. 

Soprattutto, questa positività non la trasmettiamo ai figli. E il perché è presto detto: non gli permettiamo di sbagliare, e di conseguenza non gli lasciamo lo spazio per capire che lo sbaglio esiste nella vita. Anzi: che è necessario!

Sì, dobbiamo lasciare che i figli falliscano: perché è giusto lasciare che i figli sbaglino per far sì che crescano in maniera più serena

Il problema principale è che evitando che i bambini sbaglino o falliscano, il messaggio che passa è che l’importante è la vittoria, e non la partecipazione. Proprio il contrario di ciò che da sempre ci vantiamo di professare: “l’importante non è vincere ma partecipare”. Potremmo anche dirlo mille volte, ma se nel concreto proteggiamo i nostri figli troppo (prendendoli prima che cadano, riempiendo la casa di espedienti anti-botta, non lasciando che ritaglino con le forbici , non lasciando che si impegnino in sport in cui non eccellono “perché è inutile”, aiutandoli nei compiti “per non fargli fare brutta figura), gli neghiamo la possibilità di sperimentare davvero la vita e di farsi un equipaggiamento solido per il futuro.

Perché la vita non è mai facile. Anche nelle situazioni migliori, ci sono sempre piccoli nei che ti mettono alla prova. E anche se a scuola o nello sport o nell’infanzia in generale si cerca di proteggere i bambini dalle delusioni, la vita gliele proporrà. Quindi perché nasconderle? Solo fronteggiandole sin da piccoli i bambini riusciranno a non farsi sopraffare dalle situazioni negative nella vita adulta.

Cadere e sbagliare, poi, dà moltissimi insegnamenti. Ti insegna a rialzarti, ad aggiustare il tiro, a valutare le situazioni per volgerle al meglio, a non lasciarsi abbattere. Ti insegna la pazienza, ti insegna l’impegno, ti insegna le responsabilità, ti insegna le conseguenze, ti insegna, quindi, ad essere una persona migliore.

E non sottovalutiamo anche un altro insegnamento che gli sbagli, gli errori, le cadute e le delusioni portano con sé: ti insegnano a capire meglio le tue priorità, a visualizzare meglio ciò che vuoi dalla vita. Pensiamoci bene: potrebbe capitare che vostro figlio fallisca in matematica. Capirà che non è la sua strada, perché in effetti non gli piace, e metterà a fuoco un suo futuro più rivolto alle lettere o alla scienza. Si impegnerà comunque, ma non sarà un dramma.

Idem nello sport: magari non riuscirà a raggiungere la cintura nera a karatè, ma nel momento in cui capirà che in effetti non se la sta prendendo troppo (perché per lui le arti marziali sono uno sport come un altro) allora metterà in luce anche il fatto che probabilmente là fuori c’è un altro sport che fa per lui e che amerà.

Allo stesso modo, se questo fallimento invece susciterà in lui delusione e tristezza, capirà che è davvero qualcosa di importante per lui, e allora si impegnerà molto di più! Perché la passione non si spezza. Ma se non gli permettiamo di sbagliare, e gli spianiamo la strada, allora non ne sentirà mai la forza.

Infine, fallire insegna ai bambini (come agli adulti) ad apprezzare ancora di più le vittorie e i buoni risultati, i complimenti e la stima. Se non hai mai perso, come fai a sapere quanto è bello vincere? Se non hai mai bruciato un caffè, come fai a sentire la vera bontà dell’aroma della bevanda pronta e azzeccata? Se non hai mai preso un brutto voto, come fai ad apprezzare quel meraviglioso 10 preso non perché “ci arrivi senza sforzo”, ma perché hai dovuto impegnarti a fondo per raggiungere l’obiettivo?

Fallimento, insomma, significa opportunità. Non nascondiamolo sotto il tappeto!

 

Magari ci lamentiamo, magari la sera, stanche, ce la prendiamo perché non ha portato fuori la spazzatura. Ma facciamo mente locale: siamo consapevoli della bravura dei nostri mariti? Ogni tanto pensiamo a quanto siano d’aiuto, a quanto siano amorevoli e a quanto siamo fortunate? Pensiamo a queste dieci cose, a questi dieci dettagli, e sorridiamo un po’!

11 motivi per riconoscere un marito perfetto: ogni tanto fa bene pensare alle cose che i nostri compagni fanno per noi, amandoli un pochino di più

1) Quando si vanta di voi con gli amici: perché sei una brava mamma, perché sul lavoro hai ottenuto una bella promozione, perché sei una cuoca perfetta. Magari lo fanno poco, ma certamente lo fanno, e quando accade vi si stringe il cuore!

2) Quando vi tiene per mano: non solo quando siete fuori tu e lui, per una seratina romantica. Ma anche quando siete in giro con i bimbi, mostrando al mondo il vostro amore, ma soprattutto mostrandolo a loro.

3) Quando stende i panni: o quando lava i piatti, o quando carica la lavatrice, o quando passa l’aspirapolvere. Ma senza sbuffare o senza farne un gran polverone: dividersi i compiti, quando entrambi si è impegnati con i figli e con il lavoro, è normale, certo. Ma si stringe comunque il cuore!

4) Quando vi scambiate battute che sapete solo voi: giochi di parole, risate che non hanno senso per gli altri... Amore è anche questa complicità giocosa e semplice!

5) Quando non si lamenta della dieta detox che gli propinate: oppure si lamenta, ma alla fine non si arrabbia e la segue, perché sa benissimo che cercate il meglio per tutti. E poi i piatti sono comunque buoni!

6) Quando vi compra quelle scarpe che per lui sono “antisesso”: ma sa quanto vi piacciono e che renderanno il vostro compleanno ancora più bello!

7) Quando chiede il vostro consiglio: è reciproco, chiedersi consigli in una coppia. Ma non è così scontato. Quando ci si fida dell’altro, il rapporto è davvero solido e sano!

8) Quando fa finta di non sapere che siete in pre-ciclo: riconoscerete anche voi che in pre-mestruo siamo intrattabili. Siamo emotive. Siamo insopportabili, a volte. E lui lo sa, ma fa finta di niente. Ed è molto meglio così!

9) Quando continua a conquistarvi: un fiore dopo una brutta giornata, Babbo Natale che è passato anche per voi, una serata galante, una cena a lume di candela per voi due, un regalino inaspettato. Un marito che non si siede sugli allori del matrimonio ma continua a considerarvi una ragazza da conquistare è un marito da tenersi strette!

10) Perché decide di fare l’Instagram Husband senza fiatare; anzi, volentieri: cos’è un Instagram Husband? L’uomo generoso che vi scatta delle foto perfette per i social, arrampicandosi, strisciando per terra, trovando l’inquadratura perfetta! E non si lamenta, ma, anzi, vi fa notare quanto siete belle nelle foto!

11) Quando abbassa la tavoletta del water: non è così scontato. Perché se vivessero da soli gli uomini non se ne curerebbero. Ma se dopo averglielo fatto notare vostro marito prende l’abitudine di abbassarla (e di pulire dove sporca!) allora è vero amore. Verissimo. Puro. Incondizionato! Tenetevelo strettissimo!

 

Sara

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Cecilia

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