4Mamme su Fox Life, la settima puntata: quello che la vita ti da ti toglie

 Tata Roberta, mamma Georgia e papà Flavio questa settimana hanno vigilato, commentato e seguito quattro nuove mamme. Avete visto la settima puntata di 4Mamme su Fox Life? Noi sì, e come ogni settimana è arrivata l’ora di prendere gli spunti giusti dalle quattro madri sullo schermo per parlare di maternità e di diversi approcci educativi! 

Cosa ci ha colpito in questo episodio? ….

4Mamme su Fox Life, la settima puntata: quello che la vita ti da ti toglie

La puntata questa settimana era ambientata in Versilia. Terra di vacanze, ma anche di vita quotidiana! A confrontarsi erano: 

Francesca, la mamma contadina che ha scelto la vita operosa all’aria aperta per lei e suo figlio Gioele. Vive in campagna, e ha deciso insieme al marito di trasferirsi lì proprio quando è rimasta incinta. Ora è vedova, ma è fortissima e oltre al lavoro nei campi si impegna fino in fondo anche in quello di mamma! 

Valeria, invece, è la mamma fashion, che punta alla perfezione, per lei, il marito Mirko e il figlio Thomas. “Energico e testone”, lo definisce! Beh, io mamma di bimbi volitivi la capisco abbastanza.

Laura, una mamma “ganza”, come si definisce in perfetto stile toscano. Vive con il compagno Paolo e la loro bimba Diana, e cerca sempre di non essere banale, andando fuori dagli schemi. Anche lei, come Valeria, ci tiene molto al suo aspetto, intendendo la cura di sé come un requisito fondamentale per stare bene.

Valentina è infine la mamma “urlona”, quella che, con tre figli (Elia, Gioele e Sveva) e un marito (Igor). Tre maschiacci in casa, tra i figli e il marito, fanno sì che ogni tanto “qualche ciabatta voli!”. In realtà ho visto una famiglia molto serena ed equilibrata! 

E’ stata una puntata molto bella, sembra che il programma sia un crescendo in qualità. Siamo partite da situazioni e vite diciamo “tradizionali” per arrivare a donne a mamme davvero incredibili come mamma Francesca di questa puntata. In realtà è stato difficile scegliere l’argomento di cui parlare oggi perché le cose di dire erano veramente tante, e tutte tendenzialmente belle. Le affronteremo insieme le prossime settimane!

Chiaramente ho ammirato tantissimo mamma Francesca, la sua scelta di vita è fantastica e sono rimasta affascinata dal suo equilibrio, dal contatto con la terra, dal lavoro duro che svolge: sono qui che scrivo di contatto con la natura, di giardinaggio con i bambini, di passeggiate nei boschi ma sinceramente non credo avrei le capacità di adattarmi alla reale vita “della terra”, suppongo che non ne avrei la forza mentale e fisica. Ognuno è sicuramente fatto a modo suo ma un po’ di sana “invidia” nei suoi confronti devo dire che l’ho provata: mi è sembrata davvero molto saggia, forte nel corpo e nella mente. Il falò, la nanna all’aperto, la raccolta delle verdure in giardino, arrampicarsi sugli alberi, il gioco della fiducia con gli occhi chiusi, una casa senza tv: quante cose incredibili sta offrendo al suo bambino, quali basi solide di crescita, quanto equilibrio. Sta creando davvero dei pilasti solidi su cui lui possa crescere e che porterà dietro con sé. Insomma, mi piacerebbe davvero conoscere di persona mamma Francesca. Perché riprendendo le splendide parole di Tata Roberta (posso dirlo? finalmente una tata fantastica nei programmi Foxlife?!!!) “la natura è la prima mamma”. 

Detto questo, durante questa puntata non ho potuto trattenere le lacrime che sono uscite nonostante tentassi di trattenerle con tutta me stessa: e ora vi spiego perché. 

Ci sono cose che ti porti dentro quando attraversi alcune situazioni nella vita, come delle carattestiche, delle sensibilità, come una pallina all’interno di una valigia stracolma di cose: quella pallina c’è, è lì con te, fa parte di te, nel bene e nel male. Quello che mi ha commosso infatti non è stata la tragica perdita del marito di Francesca, ma la commozione di mamma Valentina quando ha visto il gioco dell’arrampicata e della fiducia: “so perché lo fa, ora ho capito”. E in effetti si, anche io avevo capito fin da subito, perché quando vivi determinate esperienze vedi la vita con altri occhi, non puoi più resettare, in qualche modo ne sei influenzata. 

Ci sono dei momenti in cui alcuni pensieri brutti prendono il sopravvento in me, e lo fanno in diverse forme: giusto pochi giorni fa stavo assaporando un momento di felicità incredibile con i bimbi e mio marito, avete presente quegli istanti in cui senti il cuore scoppiare dalla gioia dalla quantità di amore che provi? Ecco, quelli. In quell’istante, così, in un baleno, è venuta fuori anche la paura, perché istintivamente sai che “la vita di da e ti toglie”. Penso di aver trascorso molti anni in passato cercando di non affezionarmi a nessuno più di tanto, così non avrei mai più sofferto il dolore lancinante di perdere ciò che ami più al mondo: ti chiudi in una sorta di corazza composta principalmente nella consapevolezza che tu non hai bisogno di nessuno, che se le persone intorno a te volessero lasciarti o allontanarsi tu sopravviveresti senza troppi problemi. Il trucco è semplice, basta non lasciarsi andare, non dare tanto e aspettarsi ancora meno: meglio non avere tanto, perché sapevo cosa significava affrontare poi la mancanza. Quando perdi qualcuno che ami perdi una parte di te e non la trovi più. Ma i bambini sono una cura per le nostre ferite, quando nascono loro è come se nascesse una nuova parte di noi e in qualche modo rinasci: con loro non ho più potuto vivere nella mia corazza, l’avevano squarciata, erano entrati nelle piccole crepe che aveva aperto mio marito e se le erano divorate, non c’era più traccia. Di colpo ero esposta alla vita, alla sua inebriante gioia ma anche ai suoi funesti pericoli e privazioni. Ecco, pian piano ho imparato e sto imparando a gestire questi timori e avere di nuovo fiducia, vedendo che c’è molto da guadagnare nell’avere un atteggiamento positivo lasciandosi andare. Non è qualcosa diciamo da cui guarisci, ma puoi avere la cassetta degli attrezzi per affrontare le giornate e le sfide che fanno parte della crescita di un individuo. Chi si trova nella mia situazione vivrà in modo differente una semplice gita scolastica, una febbre alta e alcuni step della crescita: ma con la giusta cassetta degli attrezzi possiamo farcela e sopratutto convertire una “debolezza” in un punto di forza! 

Certo è che sentire l’empatia di Valentina nei confronti di Francesca mi ha fatto percepire un legame con loro, una sorta di filo che ci unisce: avrei voluto abbracciarle. Ognuna di noi poi reagisce a questa nostra “caratteristica” in maniera differente. Francesca forse lo allena alla fiducia e all’indipendenza, per me invece il concetto centrale è il tempo. Si perché quello che mi è rimasto maggiormente della morte di mia mamma quando avevo 7 anni è il senso del tempo: la vita è così, ha inizio e una fine ed è stupido credo non accettarlo e non rendersene conto. Quello che la piccola me forse non accetta ancora è il poco tempo trascorso con lei: ciò che mi manca è quel bagaglio di ricordi che tutti noi abbiamo dentro di noi, come una sorta di scatola delle memorie dove noi teniamo gli oggetti speciali che ci ricordano qualcuno o momenti speciali. Sono compartimenti che abbiamo bisogno di aprire ogni tanto, ci donano, saggezza, stabilità, emozioni positive. Ecco, io quello non ce l’ho: per me è quindi fondamentale sapere di riuscire a creare questa scatola ai miei bambini, voglio che quando chiudano gli occhi da adulti abbiano a disposizione questa scatola, da maneggiare con cura, da amare, da assaporare. Cerco quindi di passare molto tempo con loro, a volte troppo perché vorrei concentrarmi più sulla qualità invece che sulla quantità: questo è un mio limite che al momento non riesco a valicare. Per tornare alla puntata di oggi quindi capisco e sento mie le parole di Valentina: il mio modo di vivere la frase “la vita ti da e ti toglie” è quella di essere particolarmente consapevole del tempo che scorre e di non volerlo sprecare. 

So che ci saranno molte mamme che leggeranno questo articolo che portano con sé la stessa ferita e le stesse paure e si sentono sole perché pensano di essere le uniche a provare tali paure e percepire questi limiti: vorrei prima di tutto abbracciarvi e dirvi che non esiste sole a vivere queste emozioni così forti! E poi mi piacerebbe suggerirvi di cercare di tirare fuori il meglio da questa avventura che la vita vi ha messo di fronte perché credo che ci dia enormi potenzialità di crescita: possiamo sentire e vedere sfumature che altrimenti non avremmo la capacità di sfruttare ;-)

Giulia Mandrino

 

 

 

 

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