Chi ha bambini testardi lo sa: arrivati ad un certo momento, ci si chiede se la testardaggine sia dovuta all’educazione trasmessa. Spesso, infatti, se nei primi anni si è riluttanti a dire “no” e propensi a permettere cose, i bambini faticano a capire dove sta il limite, diventando, appunto, più testardi della media.
Se quindi i vostri bambini (dopo aver passato i terribili due!) vi sembrano troppo testardi e vi state chiedendo se sia già troppo tardi per insegnare i limiti, non preoccupatevi: in realtà non è mai troppo tardi.
Dire “no” non è sempre sbagliato. E non serve dire “no” per insegnare il valore del “no”. Basta girare le frasi in modo da mostrare la positività della scelta. Invece di “non correre”, ad esempio, possiamo dire: “Qui è meglio camminare più lentamente”. Oppure al posto di “non puoi mangiare caramelle a pranzo” possiamo sostituire con: “A pranzo si mangia il cibo che troviamo in tavola, mentre le caramelle sono uno sfizio che ci concederemo più tardi”.
Insomma: non è vero che non utilizzare il “no” significa non mettere limiti e non insegnare ai bambini le regole che vogliamo seguano.
Detto questo, c’è anche chi questo “no” non riesce o non vuole dirlo. Non è così raro, e non è così strano: da genitori, sappiamo che spesso dire “no” è difficile, e per questo molti genitori si ritrovano a non dirlo quasi mai. Ritrovandosi tuttavia con bambini di quattro o cinque anni davvero testardi. Perché la conseguenza è proprio questa: che i bambini sentano che tutto è concesso loro, impuntandosi poi quando non ottengono ciò che vogliono, quando qualcuno va contro il loro pensiero o quando le cose non vanno come previsto.
La testardaggine di per sé non è un difetto, sia chiaro. È indice di una forte volontà e di una personalità decisa. Ma diventa un problema nel momento in cui i bambini utilizzano la testardaggine senza altri risvolti, ovvero senza mai ascoltare gli altri.
La prima regola per contenere questa testardaggine e per renderla qualcosa di positivo è quindi la comunicazione. Quando cerchiamo di dare dei limiti e dei “no” ai nostri figli, anche se ci fa male perché vediamo la loro reazione (spesso arrabbiata o triste), dobbiamo essere sicuri di ciò che imponiamo, spiegando allo stesso tempo le ragioni. È bene, infatti, mostrare che le regole e le decisioni sono prese per un motivo preciso, e non perché semplicemente la mamma o il papà hanno voglia in quel momento di dire “si fa così”.
Dobbiamo poi mostrare ai bambini che la loro rabbia e la loro tristezza non ci fanno stare male. Quando si intestardiscono su qualcosa, noi concediamo quella cosa, vero? Lo facciamo perché è naturale, ad un certo punto, evitare la tristezza dei nostri figli. Vorremmo che fossero sempre felici e sereni, e di conseguenza, anche inconsciamente, tendiamo a dire “sì” e a lasciare andare perché nel profondo scegliamo sempre la loro felicità. Quando i bambini vedono che fare qualcosa che non piace loro ci scombussola, tendono a impuntarsi su ciò che li rende felici per fare noi felici (anche se quella cosa sappiamo essere diseducativa). È un po’ un circolo vizioso. Se noi, al contrario, non mostriamo turbamento, loro captano qualcosa di diverso dalla preoccupazione e dalla tristezza. Percepiscono la bontà della regola. E si sentono allo stesso tempo sgravati dalla responsabilità di “essere sempre felici”.
Allo stesso tempo, è giusto che lasciamo loro vivere anche le emozioni negative, come la frustrazione. Quando non vogliono fare qualcosa, la frustrazione è il sentimento dominante. Ed è un sentimento che fa parte della vita. È normale volerglielo evitare, ed è per questo che diciamo “sì” davanti alle loro lamentele e ai loro scoppi. Ma dobbiamo imparare a fargli vivere le emozioni: lasciamo che capiscano cosa sia la frustrazione e che imparino a indirizzarla al meglio, senza che questa provochi accessi d’ira estremi.
In sostanza, quando i bambini sono testardi e non ascoltano, facendo ogni volta ciò che vogliono loro, dobbiamo imparare da genitori a dare dei limiti. Non è mai troppo tardi per farlo. Ma dobbiamo farlo. Perché ci saranno volte in cui possiamo mettere questi limiti, e altre volte in cui non riusciremo proprio, ma l’importante è che il bambino non sia sempre colui che prende la decisione.
Ci saranno esplosioni di rabbia, pianti e urla. È così, soprattutto all’inizio. Ma anche quelle sono emozioni, e dobbiamo prima di tutto essere noi genitori a riconoscerle come tali (se escono, significa che il bambino ha bisogno di esternarle), per poi farle riconoscere ai nostri bambini. Con decisione e senza paura di ferirli.
Com’è andato il lockdown per i bambini? Non a livello educativo, ma a livello di alimentazione e movimento. Sicuramente le abitudini sono cambiate, ma è difficile capire se i bambini siano ingrassati o meno (come fanno sapere su Ansa): come consueto, infatti, aumenta anche la loro statura (in pochi mesi si alzano molto!) e di conseguenza è difficile capire se il loro fisico ha risentito dei mesi di isolamento.
Tuttavia, certe cose sono variate senza dubbio, rispetto ai periodi “normali”. Ecco perché in ogni caso è bene riprendere in mano la situazione, puntando il focus su alimentazione e sport. In altre parole: come recuperare i mesi persi durante questo lockdown per assicurare ai nostri bambini uno stato di salute ottimale?
C’è chi ha riscoperto la buona cucina casalinga, sana e leggera; e chi, invece, ha puntato su delivery e cibi confezionati, perché stare in casa con i bambini e lavorare toglieva ogni energia. C’è chi ha fatto del movimento tutti i giorni, anche con i bambini, e chi invece non ha proprio avuto tempo.
In ogni caso, per quanto possiamo esserci impegnati, qualcosa nelle nostre abitudini è cambiato, e volenti o nolenti il movimento fatto è stato molto (ma molto!) meno del solito. Facciamoci caso: basta guardare i nostri smartphone, nelle app dedicate alla salute: i passi fatti durante il lockdown sono stati pochissimi. Idem le rampe di scale salite. E questi sono tutti movimenti che ogni giorno compiamo senza rendercene conto.
Anche l’alimentazione di certo è cambiata: se abbiamo preso nuove abitudini più sane, è bene mantenerle. Se invece abbiamo puntato sulla comodità, non disperiamo: non è mai troppo tardi per mettersi in riga. Soprattutto in estate, quando possiamo puntare sulla frutta più buona al posto degli snack confezionati e ridurre le quantità di cibo nei piatti (il caldo fa mangiare un po’ meno).
A darci qualche consiglio pratico è poi la professoressa Daniela Lucini, direttrice della Scuola di specializzazione in medicina dello sport ed esercizio fisico dell'Università degli Studi di Milano, che su Ansa ci parla proprio delle abitudini che dovremmo adottare in questi mesi estivi di post-lockdown:
“Adesso che i bambini e ragazzi sono ancora in casa e si ha tempo, si possono correggere errori e mantenere sane abitudini anche per il futuro. Andando incontro all'estate abbiamo la fortuna di avere tanta frutta e quindi la possibilità di sostituire brioche e dolciumi evitando zuccheri lavorati e raffinati, analogamente ad alimenti ricchi in conservanti, coloranti, come i salumi. Inoltre, se durante questi mesi si è mangiato di più perché ci si annoiava o c'era più cibo preparato dai genitori, bisogna correre ai ripari soprattutto perché nei ragazzi non è così facile capire l'aumento di peso visto che sicuramente saranno anche cresciuti in altezza”.
Per quanto riguarda il movimento, la professoressa Lucini raccomanda “almeno un'ora di esercizio fisico al giorno, ad esempio correre. In questo senso basterebbe andare al parco, giocare, camminare o andare in bici”. Bene anche i campi estivi e tutte le opportunità per non rinchiudere in casa i bambini.
Riassumendo, quindi: beviamo tanta acqua, mangiamo molta frutta (anche attraverso succhi e centrifugati freschi!), cerchiamo di uscire, fare movimento, giocare all’aperto, fare le scale, passeggiare…! E di divertirci in sicurezza.
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Il lockdown ha portato con sé tante cose. Ansia, stress, riscoperta dei piccoli piaceri, riscoperta dell’ambiente domestico, riscoperta dei rapporti, abitudini stravolte… Positive o negative, le conseguenze sono moltissime.
Ma tra gli aspetti negativi, ce n’è uno in particolare che ci ha molto colpito e su cui dobbiamo porre la nostra attenzione: il consumo di plastica durante questi mesi di pandemia è tornato a livelli altissimi. Ma dobbiamo di nuovo cambiare rotta velocemente, se non vogliamo incorrere in tremende conseguenze.
La notizia l’ha riportata ieri Ansa: nella Giornata Mondiale degli Oceani, purtroppo dobbiamo tornare a parlare di plastica, con l’intenzione di porre nuovamente l’attenzione sugli aspetti negativi del suo consumo. Già, perché gli oceani ospitano l’80% delle specie viventi, ma sono minacciati proprio dalla plastica, a causa delle nostre cattive abitudini.
Le cattive abitudini di cui parliamo sono quelle relative all’utilizzo di oggetti usa e getta in plastica. Se fino ai primi mesi del 2020, infatti, l’usa e getta si stava riducendo (sostituito, nei casi inevitabili, dall’usa e getta biodegradabile), con il lockdown moltissime persone sono tornate sui vecchi passi.
Causa di questo aumento di consumo di plastica è stato il maggiore tempo rinchiusi tra le mura di casa. Stando in casa senza possibilità di uscire, si tende infatti a consumare molta più acqua in bottiglia (di plastica), a sfavore delle borracce riempite con acqua potabile del rubinetto.
“Nei tre mesi passati dall’inizio dell’emergenza coronavirus”, fanno sapere su Ansa, “una famiglia media di 4 persone, con un consumo medio giornaliero 2 litri di acqua (quantità consigliata) ha utilizzato ben 474,5 bottiglie da 1,5 l, pari a 18 kg di plastica. Questa scelta ha comportato l’impiego di 34,2 kg di petrolio utilizzato per la realizzazione del PET e 60,5 kg di CO2 frutto della produzione e del trasporto di questo quantitativo di bottiglie. Una famiglia di 3 persone, invece, ha consumato ben 356 bottiglie in PET da 1,5 litri in tre mesi, pari a 13,5 kg di plastica, 25,7 kg di petrolio e 45,4 kg di CO2”.
In azienda e fuori casa, tendenzialmente, usiamo quindi meno plastica. E stando a casa abbiamo visto come invece la plastica sia effettivamente moltissima (anche a causa della - normalissima! - pigrizia che ci ha preso durante questi mesi di lockdown): i contenitori della differenziata si riempivano velocemente e fino all’orlo, non è vero?
Ciò che questa notizia ci deve insegnare è semplice: dobbiamo tornare a pensare al nostro pianeta. Dobbiamo tornare a mettere in pratica le nostre abitudini green ed ecologiche. Dobbiamo fare più attenzione.
Le regole sono semplici, ma è bene rispettarle: facciamo sempre la raccolta differenziata; chiudiamo l’acqua del rubinetto mentre ci insaponiamo e ci laviamo i denti; cerchiamo di comprare frutta e verdura sfuse, non nella plastica, sfruttando borse in tela riutilizzabili; evitiamo gli imballaggi in plastica; al posto dell’acqua in bottiglia, scegliamo quella in vetro, oppure sfruttiamo le fontane potabili nei paesi e nelle città; scegliamo prodotti sfusi, come lo shampoo solido; evitiamo il sapone liquido nei contenitori in plastica a favore delle saponette incartate nella carta; usciamo sempre con una borraccia, evitando di acquistare bottigliette in plastica; sfruttiamo i programmi ecologici della lavastoviglie e della lavatrice; spegniamo sempre le luci non necessarie e i device tecnologici, non lasciandoli in stand-by…
Non sarà solo il nostro pianeta a ringraziarci; lo farà anche il portafoglio.
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Essere genitori, come sappiamo, significa essere sempre attenti alle esigenze del nostro bambino, dalla pappa alla nanna, passando dai momenti di gioco insieme.
Ovviamente non è semplice occuparsi di tutto, soprattutto se si lavora o si ha poco aiuto in casa.
Per fortuna, al giorno d’oggi, la tecnologia ci viene in soccorso, presentando moltissimi prodotti in grado di aiutare le mamme a prendersi cura del proprio bambino, così da non tralasciare altri aspetti molto importanti, come la cura di se stesse, della casa, del lavoro e, in generale, di tutte le fasi che compongono la nostra routine.
In questo articolo, quindi, vedremo 5 prodotti smart per le mamme multitasking, che vi aiuteranno in ogni momento della giornata.
La tecnologia è una parte integrante della nostra vita, che ci accompagna dai momenti più pratici a quelli più di intrattenimento.
Quando parliamo di tecnologia, ci viene naturale pensare agli smartphone all’ultima moda, a computer avanzati, o altri strumenti elettronici. Tuttavia la tecnologia, come viene definita anche nell’Enciclopedia Treccani, altro non è che tutto ciò che viene prodotto per con il fine di migliorare le condizioni di vita umane.
Per questo motivo, risulta chiaro come l’innovazione tecnologica possa essere usata anche durante le fasi della maternità, agevolandone le pratiche quotidiane.
Ora vedremo, infatti, 5 prodotti tecnologici e smart che possono aiutare le mamme e i papà super impegnati, a svolgere tutte le attività nel migliore dei modi.
Il primo prodotto di cui parleremo è il passeggino, ovviamente immancabile in ogni famiglia con un bimbo piccolo. In commercio esistono davvero moltissimi modelli e marche di passeggini, ma quali sono quelli più smart in grado di agevolare mamme e papà? Sicuramente i passeggini leggeri e ultraleggeri che, con un peso a volte inferiore ai 10 kg, permettono di essere trasportati e sollevati con estrema facilità.
Per conoscere quali sono le caratteristiche di questo prodotto, consigliamo di leggere questo articolo di lovelifestyle.it sui migliori passeggini leggeri oggi in commercio.
Un alleato infallibile delle mamme e dei papà che devono destreggiarsi tra i bisogni del proprio piccolo e la cucina. Con un robot da cucina, non solo si risparmierà tempo prezioso per la preparazione dei pasti, ma si avrà anche la possibilità di sperimentare nuove e deliziose pappe per il proprio bimbo.
Lo scalda biberon è un prodotto che accompagna le giornate dei neo-genitori da molti decenni. Ma sapevate che in commercio ci sono scalda biberon programmabili? Per non parlare degli scalda biberon, cuoci pappa e sterilizzatore 3 in 1! Di certo di grande aiuto nei primi mesi di vita del bambino.
Un altro oggetto tecnologico legato alla maternità, che aiuterà a risparmiare tempo e agevolare l’allattamento è il tiralatte indossabile Willow Pump 2.0, presentato al CES 2019, che permette quindi alle mamme di potersi agevolmente muovere o sbrigare altre faccende, durante il pompaggio di latte.
Anche questo è un ultimo ritrovato tecnologico, presentato al CES 2019 e si chiama Monit. Si tratta di un sensore dotato di intelligenza artificiale che viene applicato al pannolino e che è in grado di comunicare, tramite app sul nostro cellulare, lo stato del pannolino, così da sapere subito se è il caso di cambiarlo o meno.
Questi erano solo 5 prodotti smart per agevolare il lavoro delle mamme nella cura del proprio bambino. Per conoscere altri interessanti prodotti super tecnologici per le mamme moderne, presentati al CES 2019 suggeriamo di dare un’occhiata a questo interessante articolo di Wired con una classifica di 10 prodotti tech per neonati.
Interrogazioni ad occhi chiusi, spostamenti di computer per provare l’assenza di bigliettini, lezioni su Zoom, su ClassRoom, su piattaforme mai sentite… E poi compiti, compiti, compiti, ripassi e nuovi argomenti imparati a casa, e non a scuola. Perché la scuola era chiusa. Perché una pandemia mondiale ha reso quest’anno scolastico indimenticabile. Nel senso che non ce lo dimenticheremo mai. Né noi genitori, né voi ragazzi, che avete vissuto sulla vostra pelle e in prima persona uno dei periodi più strani, tragici e provanti della storia dell’uomo.
Ora la scuola è finita. Ma che strana, questa campanella che (non) suonerà.
Non suonerà la campanella dell’ultima ora e non ci saranno le vostre tradizionali e bellissime urla di sfogo per la fine di un altro anno scolastico. Non ci sarà la corsa fuori dalle classi per raggiungere l’estate. Non ci sarà lo scambio di indirizzi per le cartoline, lo scambio di abbracci con amici che sapete già che rivedrete solo a settembre, lo scambio di numeri di telefono dei genitori per tenervi in contatto.
Non era facile. Non è stato facile. Inizialmente sembrava impossibile. Ma già nei primi giorni di lockdown siete riusciti, ragazzi e insegnanti, a raccogliere tutte le vostre forze, accettando (spesso di buon grado, qualche volta con meno entusiasmo!) i cambiamenti, le imposizioni, l’annullamento di ogni contatto sociale reale con i vostri compagni, con i vostri insegnanti.
Siete stati a casa, muovendovi pochissimo e giocando tantissimo, studiando come possibile e impegnandovi comunque, anche se non credevamo possibile che tutto questo potesse durare più di un paio di settimane. E invece le settimane si sono trasformate in mesi, e se non abbiamo perso l’anno scolastico è proprio anche grazie a voi!
Sapete? Quest’anno, con tutti i cambiamenti che stanno avvenendo, probabilmente lo studieremo sui libri di scuola. Il duemila e venti. Il venti venti. Con la pandemia, le manifestazioni contro il razzismo (eh già, nel 2020 ci ritroviamo ancora a doverlo combattere, questo schifo di razzismo), i cambiamenti degli equilibri mondiali…
E voi (insieme ai vostri insegnanti!) l’avete vissuto in prima persona. Con coraggio e forza. Perché se nei primi giorni potevate (forse!) bighellonare e gioire di quegli inaspettati giorni a casa, quando le porte si sono chiuse del tutto, tenendovi intrappolati tra quattro mura, avete fatto ciò che vi è stato chiesto. Saremo stati sicuramente una rottura, e voi a volte ci avete reso tutto più difficile (capita!), ma in fondo bisogna riconoscere che i compiti appena svegli, le chiamate con insegnanti e compagni, le interrogazioni un giorno sì e uno e tutto ciò che vi è stato imposto lo avete fatto. Ed è grazie a voi se a settembre non si dovrà tornare indietro di un anno scolastico.
Ora, quindi, buone vacanze. Non saranno vacanze semplici, né per voi né per noi genitori. Ma vi auguro che nonostante tutto siano serene, divertenti e piene di vita! Ve lo meritate.
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Il momento del mangiare insieme è importantissimo: spegniamo la tv e chiacchieriamo! E fin da piccoli è bello interagire con i nostri bimbi a tavola. Fin da quando cominciano a mangiare da soli e a condividere ciò che mangiamo noi. Ma in ogni caso, prima o dopo lo svezzamento, per molti genitori far mangiare i bambini rappresenta anche un momento di stress: piatti che si rompono, forchette che sembrano pericolose, vestiti da lavare dopo un minuto, pavimenti che si riempiono di pappa…
Come fare per rendere i pasti un pochino più tranquilli? Con questi oggetti!
Ormai anche i bambini amano i piatti orientali. E una buona idea è lasciare che li mangino proprio come in Oriente, con le bacchette, dato che è anche un buonissimo esercizio di manualità fine. Tuttavia, è certamente difficile, soprattutto le prime volte. Ecco quindi le bacchette facilitate!
Addio capricci per le carote e i piselli che toccano il purè: la soluzione è semplice, e si chiamano “divisori”. Questi piatti in bambù lavabili per bambini sono perfetti, perché hanno piccole pareti divisorie che permettono al cibo di stare al suo posto.
La ventosa a volte è una buona idea: questa sotto la scodella è perfetta per i mesi di svezzamento, quando le manate dei bambini rischiano ogni secondo di farci rovesciare tutto sul pavimento!
Per lo stesso motivo, viva il bicchiere antigoccia! L’avete mai provato? Non tornerete più indietro: di tratta di un bicchiere con un bordo da cui i bambini possono bere ovunque (su tutto il cerchio, quindi), ma che se capovolto non sgocciola mai. Sembra magia!
Il bavaglio di silicone, poi, è ormai imprescindibile (ed ecologico: non dobbiamo fare mille lavatrici ogni volta!).
A volte, quando i bambini non mangiano, basta aggiungere un po’ di fantasia ai piatti. Ecco quindi qualche forma per sandwich, biscotti, waffle e frutta per rendere tutto divertente in pochissimi secondi.
La learning tower, poi, può diventare davvero utile, soprattutto per rendere partecipi i bambini in cucina fin dai primi anni. Per saperne di più, ecco un articolo sulle learning tower montessoriane.
E per i bambini che vogliono sentirsi grandi, ecco delle posate in acciaio proprio come quelle di noi adulti, ma pensate apposta per loro.
Il tremendo episodio in America che ha portato alla morte di George Floyd ha scatenato proteste in tutto il mondo. Anche in Italia le voci si sono alzate e si stanno alzando. Ma non solo per protestare nei confronti delle forze dell’ordine americane: qui il razzismo è diverso, ma non per questo non esiste (anzi!), e prendere posizione partecipando al movimento #blacklivesmatter significa sostenere tutte le persone che anche nel nostro paese vengono continuamente discriminate.
Ma come fare per trasmettere questi valori ai nostri bambini? Come far sì che i nostri figli crescano antirazzisti?
Innanzitutto, dobbiamo noi per primi ascoltare le voci degli altri. Perché se siamo bianchi, non sapremo mai cosa significa vivere in una società che discrimina, e non noteremo mai le piccole spiacevoli cose che altri sono costretti a vivere quotidianamente. Ecco perché dobbiamo sfruttare i social media e cominciare a seguire quelle persone che ci spiegano in prima persona cosa significhi (come Afroitalian Souls o l’attivista Espérance Hakuzwimana Ripanti).
La filosofia che dobbiamo seguire è quella dell’“I understand that I never understand, however, I stand”, “Capisco che non potrò mai capire, ma ti sostengo comunque”. Continuando sempre ad ascoltare, documentandoci e leggendo libri scritti da persone afrodiscendenti.
Se noi per primi rispettiamo gli altri, a prescindere da etnia, religione, sesso, eccetera, i nostri figli, poi, avranno già un esempio di come ci si comporta nella vita. Ricordiamo sempre che le nostre azioni sono la prima educazione!
Dopodiché, possiamo leggere tanti libri contro il razzismo, parlandone poi insieme ai bambini.
Anche i giocattoli possono diventare uno strumento utile: le bambole, infatti, possono trasmettere il valore della diversità. Basta circondare i nostri bambini di modelli diversi, e non i classici bambolotti biondi con gli occhi azzurri.
Incoraggiamo, quindi, i nostri bambini ad allargare il loro giro di amicizie, includendo quante più diversità possibili. Sarà arricchente per tutti, e si creeranno dinamiche uniche, sane e positive. E noi per primi possiamo cominciare a farlo, mettendo da parte i pregiudizi della nostra società e facendo amicizia con i genitori stranieri o di origine straniera che conosciamo a scuola, all’oratorio, a calcio, a danza… Per i bambini diventerà più semplice interagire con i ragazzini della loro età, si sentiranno meno intimiditi!
Altra regola dovrebbe essere quella di smascherare gli stereotipi (e non solo quelli legati al colore della pelle) nei film che guardiamo o nei libri che leggiamo. Spesso non ce ne rendiamo conto, ma il “cattivo” ha la pelle nera, l’”immigrato” o fa ridere o è un delinquente, le donne sono tutte casalinghe…
Infine, è importantissimo non azzerare le differenze dicendo meramente “siamo tutti uguali”. Sì, siamo tutti essere uguali, ma siamo tutti diversi. Ed è proprio la diversità il valore aggiunto, la bellezza!
E non è nemmeno giusto dire che il razzismo non esiste. Parliamo quindi apertamente ai nostri figli del razzismo e di come il pregiudizio legate alle differenze esista e renda la vita delle persone difficile. Parliamo anche dei nostri pregiudizi, senza timore di venire sgridati, ma, anzi, con l’intento di smascherarli, e infine incoraggiamo i bambini a sfidare questi pregiudizi sempre, ogni giorno della nostra vita e con tutte le persone che ci troviamo di fronte.
L’intestino è il secondo cervello. Non è una frase fatta o una bufala, è proprio così! E ignorarlo o non trattarlo bene significa fare davvero del male tanto al nostro organismo quanto alla nostra mente. Lo stress, l’ansia, le tossine… Tutto si accumula lì.
Come fare, dunque, per assicurare al nostro sistema digerente il giusto benessere? Una soluzione sono i probiotici: i batteri buoni che sostengono la salute del nostro intestino. E per assumerne abbastanza, è bene scegliere dei prodotti validi ed efficaci!
A sballare l’equilibrio del nostro intestino sono davvero moltissimi fattori, dallo stress alla dieta errata, dall’inquinamento allo stile di vita sedentario o, al contrario, frenetico. E non è facile concentrarci sempre sul suo benessere, no? Il problema è che un intestino scombussolato porta tanti problemi fisici (come disturbi della pelle, peso altalenante, indebolimento delle difese immunitarie…) quanto mentali (fatica e stress sono all’ordine del giorno).
Ciò che dobbiamo tenere presente, in questo caso, è la nostra flora intestinale, che dovrebbe essere sempre mantenuta in equilibrio. Come? Sfruttando i probiotici per aiutare il nostro intestino a bilanciare i batteri amici.
Un programma molto valido per raggiungere questo obiettivo è offerto da ACTIVE PRO-B, un prodotto che permette di ingerire ogni giorno 8 miliardi di UFC (“Unità Formanti Colonie”) composte da 6 ceppi di batteri che lavorano in sinergia, sopravvivendo lungo tutto il tratto intestinale. Inoltre, ogni capsula include anche una fibra prebiotica, che sostiene, conserva e rilascia i probiotici nel tratto intestinale, sostenendone la fermentazione.

L’efficacia e la sicurezza di Active Pro-B è data dai ricercatori che l’hanno sviluppato, in partnership con l’Ospedale Universitario di Copenhagen (leader nel settore gastroenterologico), e dai batteri presenti: Bifidobacterium lactis, Lactobacillus rhamnosus 19070-2, Lactobacillus reuteri 12246, Lactobacillus acidophilus, Bifidobacterium longum e Bifidobacterium B-bifidum.
Il tutto è studiato per far sì che i batteri sopravvivano per tutto l’intestino, attivandosi proprio nel tratto digerente, grazie ad una capsula di cellulosa vegetale che li protegge dalla luce.
Lo sapevi che più del 70% del sistema immunitario risiede nell'intestino?
Con una capsula al giorno, quindi, potremo assicurare al nostro intestino la flora batterica necessaria per il suo funzionamento e il suo benessere. Già, perché i batteri"buoni" svolgono molteplici funzioni, come assicurare un sano sistema immunitario, assistere il processo di elaborazione del cibo durante la digestione, aiutare a rilasciare i nutrienti per l'assorbimento e contribuire positivamente alla normale crescita e al normale sviluppo umano.
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Aloe a portata di mano: un sogno! Perché l’Aloe Vera è una pianta davvero miracolosa, che viene in aiuto sia esternamente che internamente e che riequilibra il nostro corpo. Ecco perché sarebbe davvero meraviglioso avere dei prodotti a base di aloe sempre a portata di mano. O di borsetta!
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Partiamo del lip labbra: lo conoscete? L’Aloe è una pianta nota per le sue proprietà lenitive e disinfiammanti, quindi in estate e in inverno è fondamentale anche per la pelle, e non solo per l’intestino. Quando le nostre labbra si screpolano per il troppo sole, per la salsedine o per il freddo pungente, ecco che lo stick per labbra Aloe Lips (art.022) diventa preziosissimo. Si tratta di un comodo balsamo con aloe, jojoba e tre tipi di cera per lenire e ammorbidire le labbra secche, con un’azione davvero duratura. Ma non solo… Grazie all’aloe contenuta è anche un piccolo SOS in caso di punture d’insetto e piccole ferite.

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Dopodiché, per completare la borsetta possiamo sempre portare le nostre bevande Forever a base di Aloe, super idratanti, che sono disponibili in comodissimi brick da 330 ml nei tre gusti: aloe vera gel, aloe berry nectar, aloe peaches.
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Tra le iniziative nate durante questo periodo di Covid ce ne sono moltissime davvero meritevoli. E per quanto riguarda quelle rivolte ai bambini, quella che vi presentiamo oggi è davvero bellissima, perché unisce il bisogno di creatività dei nostri figli all’amore per la lettura e per i bei libri.
L’Ippocampo Edizioni, tra le nostre case editrici preferite, ha unito infatti le forze con l’artista Hervé Tullet e con Stabilo Italia, lanciando la promozione “W i bambini!”. Di che si tratta? Ve lo sveliamo subito.
“In questi lunghi mesi lontano da scuola, i bambini hanno bisogno di creare, esprimersi e imparare. A questo proposito, L'ippocampo edizioni, casa editrice specializzata in libri illustrati non-fiction, si è unita a Hervé Tullet e Stabilo Italia per la promozione "W i bambini!". Fino al 30 giugno 2020, con una spesa minima di 60 euro sul catalogo ragazzi del sito ippocampoedizioni.it, si riceverà in omaggio un quaderno originale "W I BAMBINI!" disegnato da Hervé Tullet e un set da 12 pennarelli JUMBO di Stabilo”.

La promozione de L’Ippocampo, Hervé Tullet e Stabilo è davvero bellissima, vero? Innanzitutto perché i quaderni di Hervé Tullet, così come tutti i suoi laboratori, sono sempre incredibilmente affascinanti e coinvolgenti, e permettono ai bambini di sperimentare la loro creatività partendo da piccoli dettagli e semplici passi.
In secondo luogo perché i pennarelli Jumbo di Stabilo sono un must dell’infanzia, non trovate? E per guidare questa creatività in cattività forzata non potremmo chiedere di meglio.
Terzo, perché L’Ippocampo è una casa editrice che propone sempre libri bellissimi, tanto di narrativa quanto riguardanti la creatività. In questo periodo possiamo dunque approfittarne, acquistando alcuni dei volumi più belli del mondo dell’editoria per l’infanzia.
In questi giorni, ad esempio, sono usciti altri due volumi della serie dei classici dell’infanzia illustrati da MinaLima, “Le avventure di Pinocchio” e “La bella e la bestia”: sono illustrati divinamente e sono interattivi, e sono perfetti per la lettura nel letto la sera. E poi sono bellissimi da collezionare e da esporre in libreria! Per quanto riguarda lo stesso Hervé Tullet, possiamo sbizzarrirci, perché L’Ippocampo ha un catalogo vastissimo con i suoi libri interattivi-artistici. Ci sono i libri-gioco come “Il gioco delle vermidita”, “Il gioco degli occhi”, “Il gioco di mescolare l’arte”, ma anche i libri per giocare con le luci e le ombre, oltre al suo classico “La fabbrica dei colori” (utile alle mamme e ai papà, ma anche a tutti gli insegnanti ed educatori).

Anche i grandi illustrati sono bellissimi: ricordate “Il libro delle avventure perdute”, “Colorama”, “Guardando le stelle” e “Esplora il tuo corpo”? Per non parlare degli inventari illustrati.

E poi ci sono tutti i romanzi super coinvolgenti di David Walliams, per i bambini che amano leggere: quelli della serie “I peggiori bambini del mondo”, “Papà bandito”, “Nonna gangster” e “Nonno in fuga” su tutti.
Insomma: andando sul sito di Ippocampo c’è l’imbarazzo della scelta per i nostri ragazzi, dagli 0 ai 13 anni, per tutti i gusti, con la sicurezza di ricevere libri che sono sempre curati nel dettaglio, bellissimi da sfogliare, interessanti e piacevolissimi.