Premessa: noi italiani consumiamo tanto, tantissimo sale. Troppo. Troppissimo. Se l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ne raccomanda non più di 5 milligrammi al giorno (e cioè un cucchiaino raso da caffè), gli uomini italiani ne assumono quasi 11, e le donne quasi 9. Impressionante, no? Quasi il doppio le donne, più del doppio gli uomini.

Il problema è che siamo abituati ad una cucina davvero salata. E quando il palato si abitua al sale, togliendolo è convinto che i piatti siano insipidi, quando in realtà è solo questione di abitudine. Anche perché usare meno sale significa esaltare meglio i sapori naturali dei cibi!

Cosa pensereste, quindi, se esistesse un’azienda distributrice di alimenti buoni, genuini, deliziosi e poveri di sale? Non ci fionderemmo. E ora possiamo farlo, perché finalmente è nata “Dal Gusto”.

“Dal Gusto”, quando il sapore non passa dal sale: la nuova azienda distributrice di prodotti poveri di sodio che ci piace perché davvero salutare

Partiamo da un concetto: il sale fa male. Per questo ho partecipato molto volentieri la settimana scorsa all’evento organizzato da Dal Gusto in occasione della Milano Food Week: attraverso l’esperienza diretta ci ha fatto capire quando inutile sia il (troppo) sale negli alimenti, e come possiamo riabituarci a gustare i cibi esaltandone il loro naturale sapore.

Insieme ad altri blogger, ho potuto visitare in anteprima il nuovo negozio in via Cerva a Milano, conoscendo il bravissimo Marco Bianchi, divulgatore scientifico per la fondazione Umberto Veronesi. Come sempre lo abbiamo sommerso di domande (nelle prossime settimane troverete su Facebook e youtube le sue risposte) e lui pazientemente ci ha risposto con consigli non solo teorici ma con tanti suggerimenti concreti per una cucina bilanciata. 

Molto interessante è stato il consiglio sul come leggere le etichette dei prodotti del supermercato. Noi guardiamo sempre i conservanti, i coloranti, la bontà degli ingredienti… E al sale, come allo zucchero, quasi non ci facciamo caso. Meglio però sempre scegliere prodotti che ne sono privi, anche perché sulle etichette non compare mai la quantità di sale, ma solo la sua presenza, e in questo modo non sapremo mai quando sodio stiamo consumando.

Il problema del consumare troppo sale non è una bazzecola. Se c’è un limite di 5 mg un motivo c’è, e questo motivo è chiaro e tondo: consumare più di 9 mg di sale al giorno mette in pericolo la salute, aumentando la pressione sanguigna e peggiorando così il sistema cardiocircolatorio. Limitarlo a 5 mg significa quindi ridurre del 40% il rischio di ictus e del 25% quello di patologie coronariche.

L’attenzione, quindi, dobbiamo porla su tutto ciò che mangiamo, e non solo sul sale che aggiungiamo abitualmente ai piatti che cuciniamo noi. Già, perché il pane, la pasta, i dolci, i cracker, i cereali per la colazione e gli alimenti più disparati contengono sale, e anche se non ce ne accorgiamo ne consumiamo già moltissimo. Facciamo quindi attenzione agli alimenti quotidiani, più che a quelli “eccezionali” come le patatine fritte o gli insaccati, che sappiamo essere ricchi di sale ma che effettivamente consumiamo più sporadicamente (e quindi limitandoli; per assurdo, dunque, fanno quasi più male i cibi quotidiani più “sani”, rispetto al junk food, quando è uno strappo alla regola).

La mission di Dal Gusto è quindi quella di proporre nei suoi punti vendita prodotti alimentari gustosissimi ma poveri di sale, concentrandosi sulla qualità ma anche sul gusto, perché è bene fare capire agli italiani che una dieta povera di sale non significa povera di sapore. Anzi!

Questi cibi selezionati sono quindi a ridotto contenuto di sale, ma sono ricchi di sapore grazie ad altre spezie o grazie al fatto di non essere coperti dal sodio. Nei negozi troviamo quindi i prodotti selezionati e di qualità divisi in categorie: a bassissimo contenuto di sale (e cioè meno di 0,10 grammi per 100 grammi di prodotto), basso (meno di 0,30) e ridotto (meno di 0,75).

I prodotti, quindi, sono finalmente acquistabili a Milano, nel punto vendita di via Cerva 1, oppure anche online, in maniera davvero comodissima e sicura, sul loro sito www.dalgusto.it

 

 Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Fare giardinaggio con i bambini è una di quelle attività preziosissime che ci permettono di raggiungere moltissimi obiettivi: l’insegnamento diretto dell’indipendenza (dato che i bambini imparano concretamente un lavoro manuale guardando l’adulto), il rispetto per la natura, la pazienza nel guardare crescere qualcosa da zero… E poi la confidenza con i cibi, dal momento che piantare piccoli frutti o verdure permette al bambino di vedere direttamente da dove nasce ciò che mangia, facendoglielo amare ancora di più.

Ecco quindi qualche attività che possiamo intraprendere insieme ai nostri bambini nel giardino e nell’orto, divertendoci con un gioco che in realtà è qualcosa di utile, prezioso e sano.

Come far giocare i bambini a fare giardinaggio: il giardinaggio insieme ai bambini per insegnare loro il rispetto per la natura e per il cibo

Iniziamo dicendo subito che quella del giardinaggio non è un’attività così scomoda e difficile come si può credere. Certo, serve spazio, ma quando abbiamo a disposizione un solo terrazzino non preoccupiamoci: anche qui è possibile realizzare un piccolo ed efficiente orto con i bambini! E il bello è che chi non dispone nemmeno di quello da qualche tempo può contare sui vari orti pubblici o privati comuni sparsi per le città, che affittano a piccoli prezzi un pezzetto di terra proprio per realizzare un orto o un giardinetto di famiglia.

L’importante, con i bambini, è sempre buttare la faccenda sul gioco, e cioè rendere ludica questa attività seria, in maniera che ne colgano la leggerezza e se ne appassionino. Anche perché se ci pensiamo il giardinaggio è un’attività naturale: i bambini amano toccare la terra, affondarci le manine, cogliere i fiori, bagnare il terreno e pasticciare…

Prendete quindi il materiale necessario in modo che il gioco sia divertente e pure un “gioco di ruolo”: un bel grembiule, guanti spessi, stivali di gomma, palette, rastrelli, annaffiatoi… E poi iniziate con il gioco del giardiniere, che potete fare sia in giardino sia in casa: basta infatti un vaso per giocare alla semina, per poi passare, se volete, alla terra “vera”.

Scegliete insieme a loro un fiore o una piantina e comprate i semini appositi. Dopodiché dategli il necessario, e cioè il vaso, la terra, i semi e l’acqua, e lasciate che siano loro a riempire il contenitore, sporcandosi, pasticciando e divertendosi. Scrivete poi sul vaso la varietà di fiore o pianta che avete seminato e nei giorni successivi fate sì che il bimbo se ne prenda cura, ricordandoglielo magari i primi tempi e prendendola poi come abitudine. Quando i primi germogli inizieranno a spuntare il gioco diventerà ancora più emozionante e coinvolgente, e sarà quindi molto più educativo (poiché è qui che i bambini fanno l’esperienza dei frutti della pazienza!).

Il gioco del giardinaggio ha poi moltissime varianti e declinazioni: potete scegliere di piantare dei bulbi in casa creando piccoli giardini decorativi; fare ricrescere i cibi dai loro scarti; coltivare dei tulipani, che possono essere piantati in inverno in un vaso casalingo e che crescono poi in primavera…

Pian piano potrete poi passare agli orti veri e propri, e qui i bambini si divertiranno ancora di più, imparando la lezione più bella, e cioè quella del rispetto della natura che ci offre i suoi frutti come cibo. Già, perché piantare zucchine, pomodori, cipolle, fragole, more e compagnia bella è davvero entusiasmante: i bambini assistono al processo di crescita dall’inizio alla fine, e quando nel piatto si troveranno la zucchina che hanno coltivato con le loro mani sarà una soddisfazione immensa. E ne apprezzeranno il sapore ancora di più, in generale! Ecco perché è importante il giardinaggio: per prendere confidenza con la natura, per apprezzare i suoi prodotti e per far sì che i bambini amino tutto ciò che da lei arriva.

 

 

 

 

Per vitamina D si intendono tutti i composti che presentano l'attività biologica del calciferolo. Ci sono diversi tipi di vitamina D: il colecalciferolo (vitamina D3) è la forma naturalmente presente e più importante nei mammiferi.

L'uomo è in grado di sintetizzare il colecalciferolo a partire da un precursore, con funzione di provitamina: il deidrocolesterolo (derivato dal colesterolo). Questa provitamina si trova nella pelle, in modo da assorbire l'energia solare che provoca la produzione di colecalciferolo. Un'adeguata esposizione al sole riduce quindi il fabbisogno di vitamina D. 

Dal punto di vista nutrizionale le maggiori fonti di questa vitamina, sebbene sia necessario consumarle in quantità elevate, sono il pesce (in particolare merluzzo, salmone, sgombri, aringhe e acciughe), uova, frutta secca (noci, mandorle e anacardi) e verdure verdi. 

Le funzioni benefiche della vitamina D sono innumerevoli: è essenziale per il mantenimento dell'omeostasi del calcio e del fosfato, quindi fondamentale per le ossa. Il calciferolo agisce con un meccanismo d'azione ormone-simile e questo fa intuire come la sua azione sia coinvolta in diversi distretti dell’organismo: è importante per la funzionalità tiroidea, intestinale e per il sistema immunitario. Essenziale per le donne che si prestano ad entrare in menopausa, al fine di evitare osteoporosi.

Addirittura nei neonati viene integrata per lo sviluppo del sistema nervoso.

I parametri di riferimento indicano un valore che deve essere superiore ai 30 ng/ml, ma si parla di carenza vera e propria sotto i 20 ng/ml. In base alla letteratura scientifica, recenti studi hanno evidenziato come livelli ben oltre i 30 ng/ml (si parla di 70-80-90 ng/ml) sono fondamentali per la prevenzione di varie patologie infiammatorie. Purtroppo la valutazione della vitamina D non è tra i parametri maggiormente richiesti e anche quando analizzata si tende a sminuirne il suo eventuale deficit. Fondamentale a quel punto una corretta integrazione e una rivalutazione nel tempo, per tenere sotto controllo e soprattutto prevenire alcune possibili infiammazioni.

Dr. Alessio Tosatto

Nutrizionista IMBIO

 

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I Biberon Termici senza BPA

Lunedì, 08 Maggio 2017 18:21

 

Parola d’ordine: comodità. Requisito: sicurezza al 100%. Come coniugarle? Da mamme cerchiamo  sempre prodotti comodi e sicuri per poter andare a spasso con i nostri bimbi in tranquillità e senza pensieri! Ci piace uscire per fare camminate insieme a loro, visitare le città, ma anche quando si tratta, semplicemente, di uscire ogni giorno insieme siamo sempre pronte a tutto. Ecco perché abbiamo scelto i biberon termici di Miniland: ci permettono di portare con noi le bevande naturali che piacciono ai nostri bimbi con la certezza che non si alterino per il caldo o il freddo e che, grazie a dei materiali sicuri e selezionati, non facciano loro del male!

I Biberon Termici che senza BPA: da Miniland ecco Thermobaby, i thermos-biberon da portare sempre con noi

Miniland ha pensato ai suoi thermos per i più piccoli in due versioni: quella silver,, e cioè argentata, per i più piccini dagli zero ai due anni, con una tettarella sicura e comoda e una capacità di 180 ml,, e quella “aqua”, di colore azzurro pastello, perfetta per i bimbi dai 2 ai 4 anni con la sua cannuccia divertente e la capacità di 240 ml. Tutto, però, è intercambiabile, in modo che il biberon cresca insieme a loro, divertendoli sempre con le finiture carinissime corredate da disegni e colori allegri e attraenti per i nostri figli (una caratteristica, questa, da non sottovalutare).

La funzione è la solita dei termos: il Thermobaby silver e il Thermobaby aqua, infatti, sono bottiglie ermetiche che permettono di mantenere le bevande fredde o calde alla giusta temperatura più a lungo, e tutto grazie ad una doppia parete in acciaio 18/8 (acciaio 304), il più adatto per la conservazione degli alimenti poiché caratterizzato da una conduttività termica molto bassa e un'ottima resistenza alle alte temperature. E naturalmente questo è un materiale semplicissimo da lavare, così come lo sono la tettarella e la cannuccia, sempre pulite grazie al sistema di chiusura che protegge dalle fastidiose perdite di liquido durante il trasporto. Il tutto, come piace a noi, al 100% senza bisfenolo A (BPA).

 

Ovviamente questi Thermobaby non sono semplicemente “thermos per bambini” grazie alla loro tettarella, alla cannuccia e ai disegni simpatici, ma anche grazie alle praticissime e comode maniglie laterali, perfette per la manualità dei bambini, non ancora perfetta ma da allenare continuamente. E, una volta che cresceranno e impareranno a maneggiare meglio gli oggetti e i bicchieri, ecco che le maniglie si staccano, trasformando così il “biberon” in un “thermos da grandi”, super attrattivo per i bimbi che crescono.

Ma non è finita qua: come potevamo fermarci all’aquisto dei Thermobaby quando Miniland ha pensato al trasporto in toto con delle bellissime borse in denim pensate apposta per contenere i nostri biberon-thermos? No. Non abbiamo resistito. E ne siamo molto, molto contente, perché effettivamente è stato un acquisto azzeccato, pratico e insostituibile.

Stiamo parlando delle pratiche borse isotermiche per thermos, che aumentano ancora di più le prestazioni delle bottiglie grazie all’isolamento aggiuntivo e che, non ultimo, sono bellissime e super comode, da tenere in borsa o, soprattutto, da appendere al passeggino.

In versione singola o doppia, le Thermibag di Miniland sono davvero utili, soprattutto nei periodi più caldi o più freddi, quando tanto le bevande quanto i pasti pronti che ci portiamo in giro rischiano di surriscaldarsi o, al contrario, raffreddarsi. Abbiamo quindi imparato a ficcare tutto nelle nostre bellissime bag, e a stare finalmente senza pensieri!

 

 

 

Che lo scambio pelle a pelle tra mamme e figli (ma anche tra papà e figli, naturalmente) lo abbiamo già detto e ridetto. Attraverso il contatto e il profumo  passano ormoni importantissimi responsabili del legame parentale, un legame che durerà tutta la vita e che si sviluppa proprio nei primi anni di vita.

Oltre al contatto normale e naturale delle coccole e dell’accudimento possiamo però implementare ancora di più questo legame attraverso piccoli gesti divertenti e rassicuranti, in momenti dedicati e pensati proprio per rafforzarlo. Un esempio? Il gioco dei disegni sulla pelle, che può diventare una bellissima e duratura abitudine.

Disegnare sulla pelle: come rafforzare il legame mamma-figlio attraverso il tocco ludico e coccolante

Ingredienti necessari: qualche crema, pastelli leggeri, le nostre mani, il nostro amore e la voglia di stare con il nostro piccolo…

Iniziamo con un gioco semplicissimo, e cioè il disegnare sulla loro schiena. Se i bambini sono piccoli piccoli bastano dei grattini, che a loro piaceranno moltissimo e che diventeranno un’abitudine, soprattutto serale. Quando crescono possiamo poi iniziare a implementare il gioco. Se ancora non sono capaci a leggere, sarà molto carino disegnare delle figure semplici sulla schiena (un sole, una stella, una casa, un albero, un cuore…), lasciando che loro si concentrino sul tocco e indovinino cosa stiamo tracciando. 

Quando poi avranno confidenza con le lettere (ma anche nel momento in cui stanno imparando a riconoscerle) passiamo alle parole, segnando con le dita le lettere e lasciando che le “sentano” e le ripetano.

Bellissimo anche raccontare le storie attraverso il tocco. Leggendo un libro, o inventando un racconto, accompagnate le vicende con dei disegni sul corpo.

Tutto questo è possibile sulla schiena e sulla pancia, che sono le zone più ampie e quindi più comode, ma è molto carino provare su tutto il corpo: le mani, i piedi, le spalle, la fronte… E, soprattutto, possiamo sbizzarrirci sulle modalità e sui mezzi: anche se bastano e avanzano le dita, possiamo provare con delle creme profumate (e qui il legame olfattivo si rafforzerà sempre di più. Provate, ad esempio, l’Emulatte di Fiocchi di Riso: è una crema leggera e perfetta per questo tipo di attività “coccolose”) oppure con delle matite non appuntite, dei pennelli (una bellissima sensazione), della panna montata…

Un’altra proposta è quella del riconoscimento degli oggetti, che anche se non è propriamente un “disegnare” rientra nella sfera del riconoscere qualcosa attraverso il tocco e il tatto. Prendete degli oggetti che avete in casa e appoggiateli sul palmo delle mani del bambino, che, ad occhi chiusi, dovrà indovinare cosa sta toccando. Un’arancia, ad esempio, una noce. Ma anche un pezzo di pane, un confetto, una pastiglia, un animale giocattolo…

Se siete all’aperto, il gioco diventa bellissimo quando integriamo anche la natura: a pancia scoperta disegnate sulla pancia o sulle mani delle figure con dei fiorellini, delle foglie o dei fili d’erba, oppure con la sabbia del mare e con la crema protettiva quando siete in spiaggia!

Questi sono tutti giochi perfetti per la sera, per favorire il momento del sonno o per prendersi un momento “per voi”. Ma sono anche utilissimi per smorzare le attese, come ad esempio nella sala d’attesa del pediatra o quando la noia ci assale perché stiamo aspettando qualcosa.

E, soprattutto, sono giochi reciproci: è bello che i genitori li facciano ai bambini, ma è anche importante che i ruoli si invertano, e che siano i bambini a disegnare e  a fare riconoscere a mamma e papà qualcosa attraverso il tocco. In questo caso l’attività diventa ancora più educativa, poiché i vostri figli si sentiranno “grandi” e al vostro stesso livello, prenderanno l’iniziativa e proveranno loro a dettare le regole.

 

 

 

 

8 pappe di quinoa per lo svezzamento

Lunedì, 08 Maggio 2017 08:59

Della stessa famiglia degli spinaci, la quinoa è un’erba fantastica, poiché ha la consistenza dei cereali ma è naturalmente priva di glutine ma ricca di nutrienti come carboidrati, proteine, fibre e sali minerali (soprattutto ferro, fosforo e calcio).

Per questi motivi è perfetta per i primi mesi dello svezzamento: la sua consistenza è ottima sia in crema che in chicchi (quando i bambini iniziano a ingerirli) e le proprietà sono ideali per questo periodo della crescita.

 

8 pappe di quinoa per lo svezzamento: come proporre ai bambini questo pseudo-cereale durante lo svezzamento

 

  • La prima pappa di quinoa che vi proponiamo è quella semplice fatta con fiocchi di quinoa e brodo. Vi abbiamo già parlato di come preparare il brodo perfetto, quindi preparatene una bella pentola. Dopodiché, prendete una ciotola, versatene due mestoli e aggiustate con qualche cucchiaio di fiocchi di quinoa, mescolando bene e fermandovi quando avete raggiunto la giusta consistenza. Condite con un filo d’olio a crudo e un cucchiaino di pecorino grattugiato (opzionale).
  • Fate bollire due belle rosette di cavolfiore o di broccolo (magari quelle che poi userete per condire la vostra pasta!), e procedete allo stesso modo: prendete sue mestoli di brodo vegetale fatto in casa e aggiungete le due rosette, frullandole o omogeneizzandole in un cuocipappa (come ad esempio l’EasyMeal di Chicco, ottimo perché permette anche la cottura al vapore per le verdure). Dopodiché aggiungete i fiocchi di quinoa (circa 4 cucchiai), mescolate e condite con dell’olio a crudo.
  • Per una vellutata di quinoa e zucchine, cuocete una zucchina frullata con mezza cipolla tagliata finemente in due mestoli d’acqua, aggiungendo poi anche la quinoa, che assorbirà l’acqua man mano, cuocendo per il tempo riportato sulla confezione della quinoa. Una volta cotta la pappa, omogeneizzatela nel cuocipappa oppure frullatela nel passaverdura.
  • Preparate una crema di asparagi e patate facendoli bollire e frullandoli nel cuocipappa, dopodiché aggiungete i semi di quinoa precedentemente cotti per dieci minuti in abbondante acqua: ecco una pappa deliziosa, che potete tenere così se i bimbi iniziano già a deglutire cibi un attimo più solidi, oppure frullare nel caso dei primissimi mesi di svezzamento.
  • Potete anche cuocere la quinoa direttamente nel vostro brodo di verdure (preparato con una carota, una cipolla e due gambi di sedano): lasciatela cuocere per i tempi indicati, quindi, quando pronta, trasferitela nel cuocipappa e frullatela insieme a una manciata di piselli e a una carota precedentemente cotti al vapore. Condite con un filo d’olio e un cucchiaino di pecorino.
  • Dai sette mesi è possibile iniziare a inserire anche il pesce, fonte di Omega 3: la pappa di quinoa e nasello è perfetta e buonissima. In un cuocipappa come l’EasyMeal Chicco cuocete a vapore nel cestello 50 grammi di nasello pulito, mezza cipolla rossa e mezza carota (tagliate a pezzetti). Intanto cuocete la vostra quinoa in un pentolino in abbondante acqua, e una volta scolata unitela al pesce e alle verdure, frullando tutto oppure frullando solo queste ultime. Il condimento potrà come sempre essere un filo d’olio evo a crudo.
  • Al posto delle solite patate, potete realizzare una vellutata di quinoa e patate dolci (dette anche americane): cuocete nel cestello di un cuocipappa o in un pentolino la quinoa insieme ad una patata americana tagliata a cubetti, scolate, aggiungete un paio di mestoli di acqua di cottura (o di brodo vegetale, se ne avete) e frullate tutto.
  • Ottima è anche la versione della pappa dolce della sera con quinoa al posto del riso, perfetta dai 9 mesi in su: utilizzate del latte di avena, dei fiocchi di quinoa, delle mandorle tritate e dell’uvetta. Cuocete il latte nel cuocipappa, quindi lasciatelo raffreddare un attimo e inserite i fiocchi di quinoa, mescolando molto bene. Tritate poi le mandorle e l’uvetta e aggiungetele alla pappa, che sarà perfetta la sera per conciliare il sonno.

Giulia Mandrino

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

“Per decenni in Italia i datori di lavoro hanno chiesto alle donne di firmare lettere di dimissioni in bianco da usare in caso di maternità”. Non è terribile? Eppure è la verità. Ed è così che inizia il nuovo video di “Moms don’t quit”, un tentativo di sensibilizzazione più importante che mai per mettere luce su questa pratica tremenda e purtroppo più diffusa di quanto crediamo.

“Moms don’t quit”, le mamme non si dimettono: il video che finalmente svela la bruttura delle lettere di dimissioni in bianco per le donne

Il risultato di queste dimissioni in bianco che molte donne sono costrette a firmare al momento dell’assunzione è che ogni anno sono migliaia le mamme obbligate a lasciare il loro posto di lavoro in maniera disumana e autoritaria.

Cosa fare per sensibilizzare su questo tema delicato eppure scontato (nel senso che a noi sembrerebbe un diritto scontato, quello al lavoro, ma che purtroppo non lo è)? FCB Milan, un’agenzia pubblicitaria di Milano, ha deciso di rilasciare insieme a Corriere della Sera, Io Donna, Insieme e Io e il mio Bambino un bellissimo video (lo trovi qui sotto) intitolato “Moms don’t quit”, che è sì bello ma che è anche un pugno nello stomaco. Perché alle mamme del video è stato chiesto di ribaltare la situazione, di renderla ancora più assurda di quello che già è, scrivendo una lettera di dimissioni particolare e distopica.

Di fronte a loro non ci sono i datori di lavoro. Non c’è il responsabile del personale dell’azienda. C’è un altro datore di lavoro: quello che detta legge a casa. I loro figli. Con gli occhi sgranati e teneri che suscitano già commozione prima ancora che le mamme leggano loro la lettera di dimissioni dalla “posizione” di madre.

“Amore mio. Quelli con te sono stati gli anni più belli della mia vita. Sei mio figlio e non riesco nemmeno ad immaginare una vita senza di te. Ma ora devo dare le mie dimissioni”.

Sì, esatto, le dimissioni.

“Non posso essere più la tua mamma”. E qui gli occhi dei bambini, com’è naturale che sia, si sgranano, si fanno grandi grandi, e le bocche si incurvano all’ingiù, tra tristezza e incredulità alle parole che le loro mamme gli stanno buttando addosso. Le lacrime, si vede, sono vere; i bambini si infuriano, scoppiano in pianto, strappano le lettere di dimissioni delle loro mamme, e non ci vogliono credere. Proprio come noi, a volte, non vorremmo credere che esistano datori di lavoro che costringono a quella lettera in bianco assurda. Se a noi fa infuriare, pensa a loro.

“Devo smettere, perché ho bisogno di lavorare e una donna che lavora non può essere anche una mamma”. Una frase che è una pugnalata al cuore, perché purtroppo è verissima. Quante volte la si sente dire? Quante volte ci si sente in colpa, sul posto di lavoro, solo perché si è madri e mogli?

Anche i bambini capiscono che è un’assurdità. Che siamo nel 2017, e che una mamma può lavorare, e che una donna lavoratrice può essere madre. Come possono le due cose scontrarsi? Non siamo robot, siamo anche noi in grado di destreggiarci, di distinguere le cose, di impegnarci in entrambe. Come lo fanno i papà, no?

L’hashtag lanciato, quindi, è #momsdontquit, “le mamme non si dimettono”, e anche noi di mammapretaporter vorremmo che diventasse virale. E che da virale diventasse normale, com’è giusto che sia, pensare che quella delle lettere di dimissioni in bianco sia un’assurdità. Perché se noi la pensiamo così, il mondo non è del nostro stesso pensiero, e se dobbiamo impegnarci un po’ per inculcarlo, allora nemmeno noi molliamo, nemmeno noi ci dimettiamo dal nostro ruolo di sostenitrici dei diritti umani!

Saper riconoscere in fretta le carenze di vitamine nei bambini significa è importante per far sì che l’organismo abbia tutti i nutrienti di cui ha bisogno per rimanere in salute e crescere in maniera equilibrata.

Spesso siamo troppo preoccupati da batteri, virus e inutili sterilizzazioni: dovremmo invece spostare la nostra attenzione alla costruzione di un buono stato di salute del bambino: ciò vuol dire in primis un’alimentazione ricca di frutta e verdura, cereali di qualità, proteine soprattutto vegetali e grassi buoni ricchi di omega 3. Questo significa fare il pieno di vitamine e minerali essenziali per la crescita. 

Un obiettivo fondamentale per noi genitori dovrebbe infatti essere quello di fornire ai nostri bambini una dieta variegata e ricca di tutti gli elementi che abbiamo indicato sopra. Ma vediamo nello specifico quando è meglio correre ai ripari.

Carenze vitaminiche, come riconoscerle: quali sono i sintomi che indicano che ai bambini mancano i giusti apporti di vitamine, e come fare per reintegrarle


Andiamo in ordine alfabetico (anche se nel mondo delle vitamine ognuna è importante, a prescindere dalla posizione nell’elenco!), e vediamo quindi la vitamina A. Essa è fondamentale quando si parla di crescita delle ossa (e quindi durante l’infanzia è assolutamente imprescindibile), ma aiuta anche la vista e la pelle, proteggendole. Non a caso, uno dei primi sintomi della sua mancanza è la pelle ruvida e verrucosa, detta anche “pelle di rospo” (in gergo medico si chiama però “ipercheratosi follicolare”). La pelle, insomma, si ispessisce, dato che la carenza di vitamina A non permette all’organismo di svolgere un corretto ricambio cellulare. Secondo sintomo riguarda la vista, e in questo caso la carenza si manifesta con la difficoltà di vedere in penombra (ma anche con una poca lacrimazione: gli occhi tendono a seccarsi più facilmente).

Per reintegrarla, consigliamo l’assunzione di frutta e verdura di colore arancio-giallo (come le carote, le zucche, le pesche, i peperoni, la papaia) e verdure a foglia verde e broccoli.

Possiamo quindi realizzare fin dallo svezzamento una pappa ricca di vitamina A: inseriamo all’interno del cuocipappa una carota e una fetta di zucca tagliate a pezzetti. Cuociamo a vapore per circa 15 minuti, poi frulliamo con 5 cucchiai di farina per bambini di grano saraceno, un cucchiaio d’olio evo, un cucchiaino di olio di semi di lino e un cucchiaio di pecorino grattugiato. 

Passiamo ora alle vitamine del gruppo B, che non venendo immagazzinate dall’organismo (poiché sono idrosolubili) rischiano spesso di mancare. Essere carenti di vitamina B1 comporta nevriti, debolezza muscolare, flaccidità e sensazioni di formicolio alle gambe. La vitamina B2, invece, quando manca porta a disturbi più visibili: screpolatura delle labbra e degli angoli della bocca (e del naso); occhi pieni di vene rosse; e lesioni anche degli organi genitali. Proseguendo, ecco la vitamina B3: in questo caso i sintomi di carenza sono di nuovo le lesioni cutanee (anche sulla lingua, dolorose), ma anche alcuni comportamenti, dato che la pellagra (e cioè la lesione molto forte dei tessuti) può portare anche alla schizofrenia. Infine, la vitamina B12: anch’essa porta glossite (l’infiammazione della lingua), ma il sintomo più grave (o meglio, la conseguenza) è una forte forma di anemia perniciosa, caratterizzata da pallore, poco appetito e debolezza.

Per far fronte alla carenza di vitamine B, oltre ad assumere integratori possiamo rivolgerci a frumento e riso integrali, fagioli e legumi, lievito di birra e sopratutto verdura a foglia verde (ad eccezione degli spinaci).

Nello svezzamento (ma anche successivamente) possiamo fare uno smoothie ricchissimo vi vitamine del gruppo B: inseriamo all’interno del cuocipappa un avocado, una foglia di bieta, 6 cucchiai di latte di mandorla, 1 banana. Frulliamo e il nostro smoothie è pronto. Possiamo sostuire la banana con i mela: il succo di mela è infatti ricchissimo di vitamine del gruppo B. 

La vitamina C, così famosa, protegge il nostro corpo dallo stress ossidativo, aiuta la formazione del collagene (per la funzione ossea, delle cartilagini, della pelle, dei denti e dei vasi sanguigni) e rinforza il sistema immunitario. Ecco perché i bambini che ne sono carenti si ammalano più spesso, e possono presentare lividi spontanei, sanguinolento delle gengive o emorragie capillari.

Per reperire, basta affidarsi agli agrumi e ai frutti che ne sono ricchi (l’acerola o il kiwi, ad esempio), ma anche alle verdure come i broccoli, i cavoli e i cavolfiori (di tutte le famiglie), i germogli di soia, i piselli e le patate.

Fin dallo svezzamento quindi via libera a spremute di agrumi, ma anche pappe contenenti broccoli e piselli. 

La vitamina D è un’altra delle più importanti quando si parla di bambini, poiché è grazie ad essa che le ossa e i denti si costituiscono correttamente. La conseguenza più diretta della sua mancanza, che la rende visibile, è il rachitismo dei bambini, che rimangono piccoli e con ossa deboli.

La vitamina D si trova solo nei raggi solari, e quindi raccomandiamo un’esposizione giornaliera di almeno 15 minuti con volto, mani e piedi scoperti. I nostri pediatri poi suggeriscono di integrarla quotidianamente da ottobre a maggio (personalmente ho trovato dei miglioramenti incredibili da quando sia io che i miei bimbi la integriamo.  

Un’altra vitamina responsabile del mantenimento della salute delle ossa (ma anche della corretta coagulazione del sangue) è la vitamina K: quando i bambini ne sono carenti lo manifestano con una maggiore tendenza alle emorragie, con la difficoltà di riemarginazione delle ferite e con la perdita frequente di sangue dal naso.

Per fortuna la vitamina K è presente negli spinaci, nei broccoli, nella lattuga, nel cavolo verde, nell’olio di oliva, nelle patate, nelle carote, nel mais e in quasi tutti i frutti

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Gonfiore addominale e piccoli mal di pancia sono disturbi frequentissimi durante l’infanzia. Le cause sono generalmente riconducibili a una cattiva alimentazione, ricca di latticini, carni conservate, zucchero bianco e farine raffinate o intolleranze alimentari; talvolta invece sono mal di pancia di origine “emotiva”, come il classico mal di pancia pre scuola; infine i cambi di stagione possono essere anch’essi causa di disturbi addominali nei più piccoli. Come sempre comprendere la causa principale che porta al sintomo è la via migliore per venirne a capo: se quindi il fattore scatenante è una scorretta alimentazione o una intolleranza alimentare è bene procedere correggendo la dieta. Se invece sono mal di pancia dovuti ad esempio ad emozioni forti oppure a periodi particolarmente intensi, aiutare il proprio bambino a prendere coraggio e aiutarlo a superare costruttivamente lo stress è un buon sistema da seguire. Ricordiamoci sempre che un prezioso alleato di noi mamme è la natura. Ci sono infatti in commercio molti prodotti naturali che possono aiutare efficacemente la pancia del nostro bambino a star meglio.

Da quando ho conosciuto Cristalfarma sono contentissima, perché finalmente posso affidarmi  ad un’azienda che produce  integratori alimentari anche a misura di bambino in maniera scientifica e rigorosa (e per questo i loro prodotti li possiamo trovare solo in farmacia e parafarmacia.

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Relaxcol junior, da Cristalfarma il prodotto naturale utile contro l’eccessiva produzione di gas intestinali ed una cattiva digestione.

Da tutti i prodotti Cristalfarma Junior, uno che ho avuto modo di provare e che vi consiglio è Relaxcol Junior, a base di finocchio, melissa e carrube, piante che riescono a ridurre il gonfiore e la tensione addominale, le coliche gassose e il meteorismo. Inoltre, Relaxcol junior aiuta a ristabilire la giusta flora intestinale, grazie ai frutto-oligosaccaridi contenuti . E’ quindi un prodotto secondo me completo per le necessità di noi mamme.

Il trattamento che ho sperimentato con successo è molto semplice: somministriamo una o due bustine (a seconda dell’intensità del disturbo) di Relaxcol Junior al giorno per sei giorni, prima di pranzo e cena, passando poi dopo la prima settimana (se i sintomi si sono alleviati) ad una sola bustina al giorno prima del pasto serale.

Come infatti vi avevo già raccontato, durante la varicella i miei figli hanno rifiutato il cibo per molti giorni, cosa che accade spessissimo ai bambini durante le malattie, causando loro spiacevoli disturbi, come la stitichezza e la difficoltà di evacuazione. I risultati che ho ottenuto con relaxcol junior sono stati inequivocabilmente positivi.

Relaxcol junior si presenta sotto forma di polvere da sciogliere in un liquido. Ottimo quindi discioglierlo in acqua, ma anche in una bevanda gradita ai bambini.

Giulia Mandrino

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Questa ricetta è fatta per chi come me non è una maga della panificazione: ecco vi assicuro che seguite le mie indicazioni avrete successo e otterrete un a focaccia davvero buona e versatile. Generalmente la preparo la domenica così è pronta per le cene di domenica e lunedì. Potete anche surgelarla e utilizzarla come cena salvezza in sere particolarmente impegnative. 

Ecco quindi la ricetta della focaccia integrale semplicissima: come preparare una focaccia o un panfocaccia integrale in poco tempo. 

In questa versione vi propongo una focaccia realizzata in due ampie teglie ma potete anche optare per piccole focaccine rotonde. 

Ho optato chiaramente per farine intergrali come segale e farro integrale, così da fare il pieno di fibra e limitare i picchi insulinici: è però fondamentale aggiungere della manitoba, altrimenti il risultato non sarà per nulla soddisfacente. 

Sara

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Cecilia

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