C’è qualcosa nei burro cacao che fa impazzire i bambini. Io li capisco: li ho sempre amati anch’io, un po’ per il profumo, un po’ per il colore, un po’ per la consistenza, e un po’ perché quando ero piccola mi piaceva spalmare il burro cacao con un fare da adulta! Detto questo, la maggior parte dei burro cacao in vendita sono spesso chimici e zeppi di ingredienti che solitamente evito quando si tratta di prodotti per i bambini.

Quindi mi sono chiesta: che fare? Che fare per lasciare ai bambini il piacere di usare il burro cacao (che è anche una buona abitudine per mantenere le labbra morbide, soprattutto in inverno e sotto il sole) senza rinunciare alla sicurezza?

Ho trovato quindi questa ricetta per realizzare in casa un burro cacao per bambini, un balsamo in barattolo che possono usare quando vogliono, profumato e, soprattutto, naturale!

Il burro cacao fatto in casa per i bambini: la ricetta del balsamo per labbra naturale che i nostri bambini adoreranno

 

Il bello di questo burro per nutrire la pelle di tutto il corpo? Non solo il profumo, non solo le proprietà, ma anche la consistenza: per prepararlo, infatti, bisogna montarlo a neve, ottenendo la consistenza di una nuvola cicciosa!

Morbido e cremoso, profuma di cannella e zenzero ed è a base di olio di semi di zucca, burro di karité e burro di mango. Questa combinazione è perfetta perché si assorbe molto velocemente (non lasciando la pelle unta come quando utilizziamo il burro di karité da solo).

Ecco quindi la nostra ricetta, veloce e favolosa!

Burro corpo speziato alla zucca e mango: come preparare il burro corpo a base di olio di karité, mango e zucca

 


L’igiene orale è importantissima, sin dai primi anni di vita, già con i denti da latte. E la prima regola per trasmettere questa consapevolezza ai bambini è curare per primi noi la nostra igiene orale lavandoci i denti dopo i pasti, la mattina e la sera.

L’importanza di curare i nostri i denti è semplice: con questo piccolo gesto che richiede pochissimi minuti, infatti, possiamo prevenire i più comuni disturbi ai nostri denti, evitando che si trasformino in problemi più gravi ed evitandoci troppe visite dal dentista.

Insomma: le regole sono semplici ma vanno seguite. Queste regole sono: lavarsi sempre i denti, passare il filo interdentale, fare le visite di controllo dal dentista ogni 6 mesi e scegliere uno spazzolino che sia serio, delicato ma efficace. Proprio come questo che abbiamo scelto noi: si chiama ISSA mini 2 ed è prodotto da Foreo. La particolarità? Non solo è divertente e bellissimo (ed è perfetto per i bambini un po’ più grandi, quando hanno imparato a lavarsi bene i denti - non più quelli da latte), ma è elettrico e la sua carica dura per più di 250 giorni!

Lavarsi i denti in maniera divertente, smart e comoda: con ISSA mini 2 di Foreo lavarsi i denti è più colorato e sicuro

Lo spazzolino elettrico è di certo la scelta migliore che possiamo fare: rispetto allo spazzolino tradizionale, quello elettrico riesce ad arrivare nei punti più reconditi dei denti e della bocca, ma soprattutto riesce a rimuovere più placca e tartaro. Ma quale scegliere? Ce ne sono davvero tantissimi, e la maggior parte richiede una base di ricarica o delle scomode pile che rendono lo spazzolino pesante.

Ma con ISSA mini 2 di Foreo non più: questo simpatico e colorato spazzolino elettrico disponibile in quattro tonalità ha una carica che dura 265 giorni ed è quindi perfetto per tutti, anche per chi viaggia o ha necessità di portare lo spazzolino qua e là (senza dover così ricorrere per forza a quello tradizionale). E poi essendo così carino invoglia anche gli adolescenti più svogliati a lavare i denti, senza “dimenticarsene”!

Piccolo e maneggevole, compatto e tecnologico, ISSA mini 2 si ricarica poi tramite cavetto USB (in un’ora hai la carica completa!), senza i classici caricabatterie ingombranti. Ma il bello di questo spazzolino di Foreo sta soprattutto nel materiale, nel design e nella tecnologia.

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Funziona infatti con la potenza Sonic Pulse, che incanala nelle setole 9000 pulsazioni ad alta intensità al minuto, creando così micro movimenti che puliscono a fondo ma delicatamente i denti e le gengive, in maniera davvero efficace. La sua testina e le sue setole, poi, sono in PBT polimero e morbido silicone, sicuri e morbidi, una combinazione perfetta.

Il silicone, ricordiamo, è davvero igienico: le sue proprietà naturali, insieme a quelle del polimero PBT, contrastano la formazione di batteri, e la testina è quindi super igienica e pulita, al contrario dei classici spazzolini con setole in plastica, che attirano batteri e sporcizia.

Queste testine durano come i classici spazzolini dai 3 ai 6 mesi (in base a come e quanto spazzoliamo), e possiamo poi cambiarle comprando quelle di ricambio. Accanto ad esse troviamo poi la testina pulisci lingua, delicata, morbida e sicura, per completare la routine di igiene orale quotidiana e contrastare anche l’alito cattivo.

I dolori al seno in gravidanza

Martedì, 28 Maggio 2019 09:46

I dolori al seno in gravidanza sono un fastidio abbastanza comune. Variano solitamente in base alle settimane di gestazione, e nella maggior parte dei casi non sono nulla di preoccupante.



Ma vediamo insieme quali sono i dolori più comuni e quali sono le strategie migliori per alleviarli per vivere ancora più serenamente la gestazione.

I dolori al seno in gravidanza: come variano i dolori al seno in gravidanza e come fare per alleviarli in maniera naturale

Il momento della gravidanza in cui il seno è più dolorante è sicuramente durante il primo trimestre: già dai primi giorni di gestazione le donne notano un aumento del seno, della circonferenza del capezzolo (che può anche cambiare leggermente colore) e un dolore nuovo, abbastanza fastidioso. Nulla di preoccupante: il seno si sta già infatti preparando all’arrivo di un bambino.

I primi tre mesi di gravidanza, dunque, sono caratterizzati da un aumento del volume delle mammelle e da una tensione fastidiosa: questo è dovuto ai cambiamenti dei dotti galattofori e dei lobuli, e soprattutto agli ormoni in circolo. Gli estrogeni, la prolattina e il progesterone.

Durante i successivi tre mesi (il secondo trimestre di gestazione) il seno potrebbe quindi assestarsi, tornando a fare male durante il terzo trimestre, periodo durante il quale il seno si prepara definitivamente all’allattamento, con le ghiandole mammarie che aumentano di volume e con il colostro che comincia ad arrivare. Ecco perché è possibile, anche, che si verifichino delle perdite bianche: si tratta del colostro (che diventerà poi latte con l’arrivo e la suzione del bambino).

Se le secrezioni invece non sono bianche e lattiginose, ma striate di sangue, allora è necessario recarsi dal medico o dal ginecologo, che saprà individuare il problema e risolverlo.

Per quanto riguarda le strategie per alleviare questi dolori al seno in gravidanza, la migliore sono di certo le spugnature (e non i massaggi alle mammelle come molte credono: questi, infatti, potrebbero aumentare la produzione di prolattina, situazione che a sua volta intensifica l’aumento del dolore in un circolo vizioso).

Le spugnature al seno sono semplicissime da fare e sono molto efficaci: si tratta di utilizzare semplicemente un panno umido (come un asciugamano) o una spugna naturale, imbevuti di acqua tiepida o fredda. Dopo averlo strizzato, passiamolo delicatamente sul seno, ripetutamente.

Anche il reggiseno può fare molto: evitando quelli con i ferretti e quelli troppo strutturati e preferendo quelli comodi ed elasticizzati possiamo infatti alleviare immediatamente il dolore.

Per quanto riguarda l’alimentazione, ridurre il sale è indicato per alleviare il dolore: la ritenzione idrica è infatti un nemico, in quanto potrebbe aumentare la sensazione di fastidio al seno in una situazione così delicata. Via libera, dunque, anche all’acqua: idratarsi molto (con liquidi o con la frutta di stagione) è fondamentale. Ma non con il caffè: la caffeina, infatti, è controindicata in caso di dolore.

Infine, l’attività fisica aiuta molto. Quando la gravidanza è fisiologica e il ginecologo ci ha autorizzato a proseguire le nostre attività sportive, approfittiamone: il corpo ne beneficia in toto, e le endorfine che rilascia aiutano contro il dolore.

Quando il dolore non passa nemmeno in questo modo, è consigliata una visita dal proprio medico curante o dal ginecologo: dopo un esame specifico saprà dire se i dolori sono fisiologici o dovuti ad altro e, soprattutto, potrà prescriverci antinfiammatori specifici in linea con la nostra gravidanza.

Un tema difficile, difficilissimo, ma allo stesso tempo importante e fondamentale, di cui parlare. Perché purtroppo la violenza e gli abusi sono una realtà ancora presente nella nostra società. Non solo sui telegiornali, ma spesso nella vita di chi ci sta attorno.

L’abuso sessuale, soprattutto nei confronti dei nostri figli, è qualcosa che ci terrorizza, ma non per questo non bisogna parlarne. Anzi: la consapevolezza e il dialogo sono fondamentali. Soprattutto se pensiamo al rischio che i bambini e le bambine corrono durante la loro vita, perché i casi di abuso sessuale si trovano tanto in famiglia quanto da parte di conoscenti o sconosciuti. Mettere in guardia i nostri figli, quindi, è un nostro dovere. E anche se è difficile parlarne, ci sono alcune strategie che possiamo mettere in campo, frasi da dire e conversazioni da intavolare che possono aiutare i nostri figli ad essere consapevoli del pericolo, a proteggersi e a parlarne.

Come parlare ai bambini della violenza sessuale: informare i nostri figli sui pericoli degli abusi è importante quanto insegnargli ad attraversare la strada

Essere informati dei pericoli è il primo passo verso la sicurezza. Ecco perché dovremmo parlare con i nostri bambini dei pericoli degli abusi sessuali e della violenza, in maniera diretta ma alla loro portata, comprensibile ma efficace. Non risolverà il problema e non proteggerà i bambini totalmente, ma almeno daremo loro qualche strumento in più per ridurre il rischio. Proprio come quando insegniamo loro ad attraversare la strada in sicurezza, o ad utilizzare le forbici senza farsi male, o a non accettare passaggi dagli sconosciuti: sono tutti consigli e regole che diamo per proteggerli. E anche se questo non eliminerà il pericolo, i nostri figli sapranno comunque muoversi un po’ meglio nel mondo, un pochino più protetti.

Ciò che fa paura è naturalmente l’argomento, perché è molto delicato e scioccante, non c’è dubbio. Temiamo che parlare loro degli abusi sessuali possa traumatizzarli, rubare la loro innocenza… Ma basta parlarne in determinate maniere per rendere la conversazione efficace, naturale e meno traumatica.

Innanzitutto, è bene parlarne in un momento tranquillo, libero da stress. Come per ogni dialogo e conversazione importanti, quando c’è paura e stress i bambini lo sentono, e il pericolo è che tutto si trasformi in qualcosa di terrorizzante, stressante o preoccupante. Quando invece c’è tranquillità, i bambini non solo ascoltano con maggiore attenzione, ma recepiscono anche i messaggi in maniera più profonda e duratura. Cerchiamo quindi la tranquillità e parliamone in maniera delicata, senza rendere la cosa un tabù (come quando parliamo del sesso, ad esempio).

In questo modo i bambini capiranno che è qualcosa di cui si può parlare con noi, e quando si sentiranno in pericolo sentiranno che potranno esprimersi senza sentirsi sbagliati o in colpa (perché questo è anche uno dei motivi per i quali tanti bambini abusati non dicono nulla, finché è troppo tardi).

Ma quando cominciare a parlarne? Fin da subito, già dai 2-4 anni. E possiamo cominciare in maniera tranquilla e calma, spiegando innanzitutto l’anatomia. Cosa significa? Quando gli facciamo il bagnetto o la doccia, indichiamo le “parti private”, i genitali, mettendo in chiaro che mamma e papà (e loro stessi) possono lavarli, ma che nessun altro può toccarle.

Anche nominare i genitali con i loro nomi esatti è importante. Come diciamo “pancia”, “testa” o “ginocchio”, allo stesso modo insegniamo ai bambini le parole “vagina”, “pene” e “ano”, spiegando (anche in base all’età) l’anatomia, aiutandoci anche con libri per bambini che parlano del corpo umano. Molti bambini abusati non ne parlano o non riescono a parlarne perché non sanno indicare e identificare la parte del corpo in cui sono abusati. E soprattutto non sanno capire che quelle zone sono private, intime, e che chi cerca di avvicinarsi sta facendo loro del male.

Tutto sta, insomma, nel fare passare il concetto che le loro zone private sono importanti, che i genitali sono speciali, che non sono un tabù ma nemmeno qualcosa da condividere con tutti, se non con chi si prende cura di loro (ad esempio durante la doccia, o dal medico…). Facendo capire loro che il tocco e le sensazioni del “lavare” o “curare” sono diverse da tutte le altre li aiuterà inoltre a sapere riconoscere quando sta accadendo qualcosa di diverso. Ed è importante insegnargli a dire quando qualcosa li sta facendo sentire a disagio o quando qualcosa gli fa male: mettiamogli bene in testa di dircelo subito!

Anche trasmettere l’idea che il corpo sia loro e non di qualcun altro è importante. Per questo, è bene spronare a parlare del disagio quando non si sentono di fare qualcosa relativo al loro corpo, o a dire “no” quando sentono di dover dire “no”. Come ad esempio quando si sentono obbligati ad abbracciare o baciare i parenti: spesso siamo noi adulti che li spingiamo a fare qualcosa che li fa sentire a disagio, ma se loro per primi capiscono il disagio e sanno comunicarcelo, allora questo diventerà una loro arma di difesa.

E poi non dimentichiamoci di parlare sempre della violenza come di qualcosa di sbagliato, da condannare: nessuno dovrebbe venire ferito o aggredito, in qualunque parte del corpo, ma soprattutto nelle parti intime.

Infine, cerchiamo di creare in famiglia un ambiente sano e aperto, confortevole, nel quale i bambini sentano di potersi esprimere liberamente: diciamogli sempre che condividere segreti con mamma e papà non significa svelarli, perché rimarranno comunque un segreto; e che se credono di essere in pericolo o se qualcuno gli sta facendo del male non succederà nulla se ne parlano, anzi. Spesso i bambini hanno l’idea di essere nei guai, in colpa per qualcosa che sta accadendo loro. Mettiamoli invece nella condizione di parlarcene liberamente, senza conseguenze, ma facendogli capire che, anzi, siamo orgogliosi di questo, senza mostrare paura o arrabbiature.

Il sale rosa dell'Himalaya non è fatto solo per la tavola e la cucina (anzi, dato che dovremmo sempre diminuire il consumo di sale per il bene del nostro corpo e del nostro sistema cardiocircolatorio!). Io lo utilizzo anche per la bellezza, dal momento che ha proprietà utili in ambito cosmetico. Avete mai provato, ad esempio, a fare un bagno con sale grosso dell'Himalaya? È davvero molto rilassante e detossinante, proprio come ogni altro sale da bagno.

Recentemente ho quindi provato a declinarlo anche in un altro modo, sfruttando anche la sua consistenza, per creare in casa uno scrub efficace e dal profumo delizioso, homemade e quindi super sicuro e naturale.

Questo scrub è a base di sale rosa dell'Himalaya, lavanda e olio di cocco. Lo preparo, lo metto in piccoli barattoli di vetro e lo tengo in doccia o sulla vasca da bagno, per poi utilizzarlo una volta a settimana su tutto il corpo, sfregandolo e risciacquandolo con l'acqua calda. L'effetto è una pelle morbida e liscia, libera dalle cellule morte. E lo consiglio molto anche per il pre-depilazione, dal momento che aiuta ad estrarre i peli incarniti!

E poi è una ricetta perfetta anche per i regali!

Lo scrub al sale rosa dell'Himalaya: la ricetta a base di sale rosa e olio di cocco per una pelle liscia e morbida

 

Se mi seguite, saprete che la cucina è molto importante per me. Ma non solo a livello di alimentazione: quello che amo è pensare alla cucina e al cucinare come ad un rito in famiglia, per prenderci cura gli uni degli altri, passare del tempo insieme, legare e divertirci.

Ecco perché preferisco le ricette semplici, veloci e leggere, ed ecco perché scelgo sempre ingredienti tradizionali che si sposino bene con quelli più inusuali ed etnici: è bello sperimentare e metterci in gioco!

Cucinare insieme, un momento fondamentale con i bambini: la cucina come luogo di condivisione e le ricette migliori da preparare con i bambini

Qualche tempo fa Galbani mi ha coinvolto in un’esperienza bellissima (e deliziosa!): insieme a mio figlio siamo stati ospiti degli stabilimenti in cui preparano la Certosa, la crescenza per antonomasia!

È stata una giornata interessante, in primis perché ho potuto vedere con i miei occhi il processo di produzione di altissima qualità (dal momento che il latte è rigorosamente piemontese e che gli standard di controllo sono molto meticolosi), ma anche perché hanno fatto vivere a mio figlio un’esperienza favolosa, che rientra appieno nella mia idea di educazione naturale: gli hanno infatti insegnato a preparare il formaggio, e da quel giorno (ovviamente!) ne va ancora più matto.

Perché? La risposta è molto semplice: i nostri bambini spesso non sanno nemmeno da dove arrivano i cibi che trovano in tavola o in frigorifero, e vedere come vengono prodotti e provarlo con le proprie mani è super educativo, interessante e costruttivo. 

Allo stesso modo è importantissimo lasciare che ci aiutino in cucina: preparare i pasti insieme è divertentissimo e i legami si rafforzano, innanzitutto, ma è fondamentale anche per la crescita mentale e fisica dei bambini (che raggiungono l’indipendenza e rafforzano la coordinazione occhio mano) e per insegnare loro l’importanza del cibo.

E poi vi svelo un segreto: quando cucinano, i bambini sono anche più inclini ad assaggiare e a mangiare, quindi diventa una sorta di terapia anche per quei bimbi che mangiano poco o che sono estremamente schizzinosi! Perché una volta che preparano loro con le loro mani il cibo, come fanno a non provarlo?

Soprattutto le prime volte che si cucina insieme, è bene scegliere ricette semplici e veloci, simpatiche e coinvolgenti. Ad esempio, a noi in famiglia piace moltissimo cucinare queste coccinelle di polenta con crescenza. La ricetta è super semplice: con la polenta avanzata, facciamo con le formine dei piccoli cerchi, li grigliamo, spalmiamo la Certosa e appoggiamo pomodorini e olive. Bellissime (e buonissime!), no?

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Scegliendo ricette veloci e ingredienti semplici e facili (anche a livello di gusto, dato che piacciono praticamente a tutti! Proprio come la Certosa!) ci si diverte insieme, ma soprattutto, anche quando si cucina velocemente, si creano piatti nutrienti e gustosi, equilibrati, e si risparmia del tempo, da trasformare in tempo di qualità da passare in famiglia.

A Treviso il luna park senza elettricità!

Giovedì, 23 Maggio 2019 09:45

Un luna park senza elettricità? Possibile? Sì, grazie all’Osteria ai Pioppi, che in provincia di Treviso ha avuto la magnifica idea di costruire un parco divertimenti per la famiglia completamente senza elettricità, analogico, in mezzo alla natura!

Noi lo adoriamo: perché permette ai bambini di vedere concretamente come anche la vita senza tecnologia sia divertente, perché grazie a loro si può passare una giornata diversa ed entusiasmante tutti insieme e perché in qualche modo ci aiuta a riconnetterci con la natura in maniera ludica e appassionante!

A Treviso il luna park senza elettricità: all’Osteria ai Pioppi il parco divertimento con 40 attrazioni non a motore per una giornata analogica nella natura

L’Osteria ai Pioppi è un delizioso ristorante che si trova a Nervesa della Battaglia, in provincia di Treviso. Qui Bruno Ferrin e Marisa Zaghis più di 45 anni fa hanno fondato la loro osteria, dedicandosi poi, piano piano, alla costruzione di giostre nel boschetto adiacente (un bosco di pioppi naturalmente!), per donare alle famiglie ospiti dell’osteria un’attrazione diversa e magnifica.

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Andando dunque a mangiare all’Osteria ai Pioppi gli ospiti hanno gratuitamente la possibilità di accedere al favoloso luna park “analogico”, composto da circa 40 attrazioni completamente costruite a mano (dal signor Bruno Ferrin!), omologate, che a differenza di tutti i parchi divertimento funzionano senza motore. Ogni anno ce ne sono di nuove, ed è davvero bellissimo tornare ogni volta per meravigliarsi ancora di più!

Costruito dal signor Bruno nel corso di più di 40 anni, il parco si estende su tutto il terreno dell’Osteria ai Pioppi, con giostre pensate per tutti, dai piccini ai grandi, che hanno a disposizione in maniera gratuita le attrazioni automaticamente quando clienti dell’osteria. Insomma: per una giornata diversa dal solito, si può organizzare un bel pranzo all’osteria, passando poi il pomeriggio sulla loro famosa Contraerea, sulle campane, sul giro della morte, sullo scivolo con salto, sulla rulliera curva, sulle gabbie, sulla ballerina ispirata al Tagadà (esatto, proprio il Tagadà!)

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Le attrazioni sono super divertenti (e sicurissime: sono omologate da un ingegnere e sottoposte a continua manutenzione) ed è bellissimo giocarci, anche per l’ambiente circostante, verde e immenso, nella pace del bosco!

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Quest’anno il parco ha riaperto il 24 marzo, e in generale resta aperto dalla primavera all’autunno, chiudendo i primi di novembre. Dopo l’apertura, l’Osteria con cucina e il parco sono aperti tutti i sabati e le domeniche, comprese le feste infrasettimanali, e per tutti i giorni nel mese di agosto, dalle 10.30 del mattino con orario continuato fino a cena.

Tutte le foto sono tratte dalla loro pagina Facebook, a cui potete mettere “Mi piace” per restare sempre aggiornati: Ai Pioppi Osteria.

Estratti di riso, sesamo e malva biologici, un profumo adorabile e leggero, una vera coccola per la pelle: il Detergente Corpo e Capelli di Fiocchi di Riso viene consigliato da dermatologi e pediatri per l’utilizzo fin dal primo giorno.

Questo preparato originale di Fiocchi di Riso è ideale per i primissimi bagnetti e ora vi spieghiamo perché. È un preparato originale che si prende cura dei capelli e della pelle del neonato: la sua formulazione con ingredienti dermoaffini, infatti, supporta la formazione del mantello acido e ne aiuta il ripristino dopo il bagnetto.

Il momento del bagnetto è tra i nostri preferiti. Il contatto che si crea con i nostri piccoli è insostituibile: è un momento prezioso per noi e super rilassante per loro. Nel bagnetto, tuttavia, dobbiamo mettere le stesse attenzioni che mettiamo, ad esempio, durante il cambio del pannolino, utilizzando tutta la delicatezza possibile e, soprattutto, scegliendo prodotti rispettosi che si prendano cura della pelle delicatissima dei neonati.

Come tutti i preparati Fiocchi di Riso, anche il detergente corpo e capelli è frutto di un’accurata selezione di principi attivi nutritivi naturali e dermocompatibili. In particolare questo preparato è composto da un purissimo complesso nutritivo di oli vegetali ricchi di acidi grassi omega 6 (linoleico), ceramidi e colesterolo, studiato per supportare la formazione del mantello acido e aiutarne il ripristino post bagnetto con olio di semi di sesamo, di semi di cotone ed olio di oliva proveniente da agricoltura biologica.

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Il detergente Corpo e capelli contiene anche amido di riso per un’azione lenitiva ed estratto di malva biologico con proprietà emollienti, ammorbidenti e protettive. Una formulazione completa, senza profumi e senza oli essenziali, sviluppata per i più piccoli e ideale ideale fin dal primo giorno e per le pelli più sensibili. E’ quindi un prodotto che si presta ad essere utilizzato da tutta le famiglia.

Come si utilizza il Detergente Corpo e Capelli di Fiocchi di Riso? Semplicissimo: applichiamo una piccola quantità di preparato sul palmo di una mano e mescoliamo con un po’ di acqua tiepida. Distribuiamo, quindi, su tutto il corpo massaggiando leggermente, anche sui capelli e sul cuoio capelluto del bambino. Lasciamo agire e risciacquiamo con abbondante acqua tiepida.

Tutti i prodotti Fiocchi di Riso, ricordiamo, sono testati ad ogni lotto di produzione per il sottoprodotto 1,4-Diossano e per il Nichel.

Possiamo essere preparatissime, avere una borsa cambio perfetta, essere le maghe del cambio pannolino, ma a volte le emergenze capitano. Capita che ci troviamo fuori casa, o in viaggio, o a fare la spesa, e che il pannolino abbia proprio bisogno di essere cambiato, anche con la valigia, le borsine dello shopping in mano o quando siamo da sole.

L’importante? Prepararsi prima e seguire qualche trucchetto che ci renderà la vita, e il cambio pannolino, più semplice e senza pensieri!

I trucchi per affrontare l’emergenza del cambio pannolino fuori casa: i nostri consigli per essere sempre preparati alle emergenze del cambio del pannolino

Le salviette, dappertutto

Innanzitutto, le salviette usa e getta per l’igiene non dovrebbero mai mancare non solo nella borsa del cambio pannolino, ma anche in quella che usiamo tutti i giorni, o in macchina. Insomma, dovrebbero essere sempre a portata di mano. Scegliamole il più possibile naturali e dedicate e utilizziamole nelle situazioni scomode. Noi abbiamo scoperto le salviettine di Lillydoo che sono extradelicate e composte dal 99% d'acqua, con un tocco di olio di mandorle. E poi teniamone sempre una grande e in cotone per l’appoggio in tutti i luoghi, per costruire una sorta di fasciatoio.

Scaricare le app per i fasciatoi pubblici

Sugli App Store e su Google Play ci sono varie applicazioni da scaricare sul cellulare per geolocalizzare il fasciatoio pubblico più vicino (quelli presenti nelle strutture pubbliche o nei locali), come ad esempio “Baby Pit Stoppers”: in questo modo sarà molto semplice trovare quello più vicino a noi senza entrare nel panico!

In aereo e in treno

Quando il pannolino sta scoppiando in aereo o in treno, la situazione si fa scomoda, poiché spesso in luoghi così piccoli non c’è il fasciatoio. Ecco allora che dobbiamo trovarne uno d’emergenza, fatto da noi: se abbiamo il passeggino a portata di mano, ribaltiamo lo schienale creando un piano d’appoggio. Sull’aereo, invece, cerchiamo la collaborazione di altri passeggeri o delle hostess e degli steward: basterà trovare due sedili vicini liberi e utilizzarli come un piano, stendendo un panno o la salvietta che portiamo nella borsa del cambio pannolino.

Gli abbonamenti sono davvero comodi

A volte l’emergenza pannolino è anche casalinga, ovvero: quante volte ci siamo ritrovati senza pannolini puliti in casa perché ce li siamo dimenticati o perché non avevamo tempo per uscire a fare la spesa? Con Lillydoo, ad esempio, possiamo sottoscrivere un comodissimo abbonamento cucito sulle nostre esigenze per ricevere a casa ogni mese la fornitura di pannolini di cui abbiamo bisogno, a un prezzo conveniente rispetto all’acquisto singolo. Se vi interessa, potete provare il pacchetto prova che Lillydoo mette a disposizione per provare i loro pannolini (belli, delicati e senza profumi!).

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Come non svegliare il bambino?

E quando la notte il pannolino sta scoppiando ma il nostro angioletto si è appena addormentato o sta sognando nella pace dei sensi? Svegliarlo e cambiarlo? Oppure rischiare che si riempia ancora di più e che sporchi tutto? Possiamo provare a cambiarlo, in questo caso, utilizzando tutta la delicatezza di cui disponiamo. E un trucco per rendere più dolce l’operazione è scaldarsi le mani prima di procedere all’operazione, sfregandosele bene o passandole sotto l’acqua calda, per evitare la sensazione di shock termico sulla pelle del bambino, spesso tra le prime cause di risveglio.

Sara

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Cecilia

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