Qualche tempo fa vi abbiamo parlato della pedagogia di Donald Winnicott e della sua teoria della mamma sufficientemente buona. Una teoria, quella di Winnicott, che si fonda sul rapporto tra genitori e bambini e sullo sviluppo emotivo e psicologico di questi ultimi, concentrandosi tanto sugli oggetti di transizione quanto sulla figura della madre.

Ma perché le sue teorie pedagogiche sono sempre valide e attuali? Beh, innanzitutto perché la sua teoria della madre sufficientemente buona è assolutamente in linea con i tempi attuali, e nonostante sia stata sviluppata nel secolo scorso sembra avere anticipato benissimo la nostra società.

Perché la pedagogia di Winnicott è ancora attuale: quanto la teoria della madre sufficientemente buona può ancora ritenersi valida

Secondo Donald Winnicott, pediatra e psicoanalista statunitense, i primi mesi del bambino sono fondamentali per il suo sviluppo e la sua crescita, e ad essere importantissimo è il rapporto con la madre. La madre, però, non è la classica madre perfetta dipinta dalla società nella quale viveva: Winnicott sosteneva infatti che il bambino non ha bisogno di una mamma perfetta, ma di una madre brava, buona, che supporti i suoi bisogni.

La madre sufficientemente buona, insomma, è ciò di cui ha bisogno il bambino per crescere armoniosamente, avvicinandosi gradualmente alla sua indipendenza. Da solo non sarà mai in grado di farlo, anche se ne ha le capacità, ma una madre sufficientemente buona (e possiamo allargare il concetto ai genitori sufficientemente buoni) è fondamentale.

In questo senso, Donald Winnicott sembra avere anticipato i tempi: la perfezione non esiste, e questo è un concetto che fortunatamente oggi è conosciuto e rispettato. L’importante, dunque, non è aspirare alla perfezione, ma essere presenti per i propri bambini in maniera giusta e corretta, provvedendo ai loro bisogni.

La società odierna, dunque, non può che guadagnare da questa sua teoria: la madre casalinga che si dedica solo ai figli annullando se stessa non esiste più, e, anzi, è controproducente, poiché spesso questo ruolo imprigiona la donna in una gabbia che non la rappresenta, e questo porta a non essere serene, con conseguenze pesanti sulla famiglia e sui bambini.

Una donna, quindi, deve sentirsi realizzata, come persona, lavoratrice, mamma, moglie, ma in ogni caso sa che non può e non deve essere perfetta! Lo dicevamo anche in questo articolo: a volte essere una mamma felice è più importante di essere una mamma a tempo pieno (e non ci riferiamo solo al fatto di avere o meno un’occupazione professionale, ma anche allo spazio che ognuna si ritaglia per se stessa).

Attualissime sono anche le teorie attraverso cui Winnicott eleva il gioco ad attività principe dei bambini. Già lo psicanalista, infatti, parlava del giocare (soprattutto di ruolo e soprattutto attraverso la creatività) come al compito principale dei bambini, che attraverso il gioco esprimono la loro personalità, esplorano il mondo e imparano sulla loro pelle a vivere, grazie alla sospensione del giudizio di verità sul mondo. Una sorta di “simulazione”, insomma, attraverso la quale, senza le regole imposte dall’esterno, i bambini possono sperimentare creativamente la vita.

La priorità di una famiglia? Certamente l’incastro. L’incastro di impegni, l’incastro del tempo di qualità tutti insieme, l’incastro dei compiti, delle lavatrici, della cucina… Già, della cucina: perché spesso pensiamo alla cucina come a qualcosa che toglie tempo agli impegni e ai momenti passati insieme. In realtà, cucinare è un momento importantissimo, un po’ per la cura che ci mettiamo (segno del nostro amore), un po’ perché diventa un’occasione per stare insieme a casa.

Spesso, però, intendiamo il cucinare come qualcosa di dispendioso a livello di tempo. Quando in realtà dovremmo concentrarci sui metodi che ci permettono di incastrare tutto, cucinare in maniera sana e non perdere attimi preziosi. Uno di questi metodi è certamente la cottura a pressione: versatili, comode e sicure, le pentole a pressione ci permettono di cuocere in meno tempo e con meno strumenti (e quindi meno stoviglie da lavare!), senza rinunciare al benessere della sana cucina.

Sapete, ad esempio, che con la pentola a pressione si può preparare un risotto in sette minuti? Proprio così! E non solo risotti, ma moltissime altre ricette che solitamente richiederebbero molto più tempo.

La nostra pentola a pressione preferita? Quella di Lagostina, storica, tradizionale, sicura e perfetta!

Pentola a pressione, lo strumento ideale in famiglia: perché cuocere con la pentola a pressione è consigliato per risparmiare tempo con i bambini

Risotti, pappe, minestroni, sughi, cotture lente che diventano veloci senza perdere sapore e nutrienti: scegliere di utilizzare la pentola a pressione è davvero un’ottima idea. Soprattutto nelle famiglie moderne, quelle che non si fermano mai e che cercano di incastrare tutto senza rinunciare alle cose vere e belle della vita.

Risparmiare tempo in cucina significa infatti guadagnarlo per altre cose importanti e piacevoli: come diciamo sempre, non è importante la quantità, ma la qualità, ma quando si cominciano a risparmiare trenta minuti in cucina, beh, le occasioni per stare insieme con i bambini iniziano a fioccare, e la qualità di vita familiare ne risente in maniera super positiva!

Lo dico per esperienza: da quando utilizzo la pentola a pressione Lagostina la mia vita è davvero cambiata. Se prima per un risotto impiegavo quaranta minuti, ora ne impiego una decina. Le pappe per i bimbi? Ci metto la metà del tempo. E anche quando preparo i miei sughi da congelare per averli pronti per i giorni più incasinati, non perdo tutta la mattinata del sabato come mi accadeva prima.

Cosa faccio con il tempo risparmiato? Carico lavatrice e asciugatrice (togliendomi l’impaccio di farle dopo cena), preparo insieme ai bambini un pinzimonio e facciamo un aperitivo insieme, organizzo i weekend in maniera più smart (appunto perché non mi ritrovo più a spadellare tutta mattina!), ne approfitto e gioco con i bambini una buona mezz’ora in più…

E le mie ricette preferite sono di certo quelle sane e gustose, come sempre. Perché utilizzare la pentola a pressione non significa rinunciare a qualcosa, ma solo guadagnare. Ad esempio, in famiglia adoriamo la vellutata di piselli arricchita con uova di quaglia, che è deliziosa anche in estate, lasciata raffreddare come un gazpacho verde!

Per prepararla bastano la pentola a pressione Lagostina, 400 grammi di piselli, 1 cipolla rossa, 1 patata, 200 grammi di pecorino grattugiato, sale, pepe, olio evo e acqua. E poi qualche ovetto di quaglia!

Tagliamo la cipolla finemente, quindi mettiamola a rosolare nella pentola a pressione con un filo d’olio, a fuoco basso. Aggiungiamo anche la patata sbucciata e tagliata a dadini, e dopo un minuto i piselli ben lavati. Saliamo e copriamo con l’acqua (la quantità varia in base alla consistenza che si vuole ottenere: se copriamo completamente i piselli uscirà più liquida, se li copriamo a filo un po’ più densa).

Dopodiché, chiudiamo la pentola a pressione, mettiamo la valvola aprendola a pressione 1 (che preserva le vitamine, fino al 35% in più rispetto alla cottura in pentola normale!) e cuociamo per dieci minuti.

Nel frattempo, cuociamo le uova di quaglia in modo che rimangano un po’ rosse (non troppo sode, quindi): basteranno 3 minuti in un pentolino con acqua bollente.

Togliamo dal fuoco e frulliamo tutto con un frullatore ad immersione, aggiungendo anche il pecorino e aggiustando con sale e pepe. Serviamo in un piatto completandolo con le piccole uova di quaglia sbucciate.

I giocattoli montessoriani sono molto e vari, e ce ne sono per tutte le età. Per i bimbi più piccoli, della scuola materna, ce ne sono di diversi, tutti utili per sviluppare tanto la manualità fine (che servirà per la vita e alle elementari per la scrittura) quanto le abilità tecniche per raggiungere l’indipendenza. Ecco dunque una selezione di giochi Montessori per i bambini che frequentano la scuola materna!

8 giochi Montessori per bambini della materna: i giocattoli montessoriani perfetti per i bambini che frequentano la scuola materna

La lavagna

Come dicevamo in questo articolo dedicato ai giochi montessoriani che possiamo trovare da Ikea, la lavagna è un oggetto molto utile, che ai bambini piace perché permette di pasticciare e cancellare e che permette di sviluppare l’espressività e la creatività.

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Le mollette per il bucato

Con le mollette per il bucato i bambini possono fare davvero moltissimo: non solo stendere (gioco di imitazione della vita adulta molto importante), ma anche costruire sculture incastrando tra loro le mollette. Questi oggetti infatti hanno un meccanismo perfetto per allenare le dita e permettono di sviluppare in modi inaspettati la creatività.

Il set per imparare a forare

Molto utile e divertente è il gioco del punteruolo, per ritagliare forme con una modalità nuova e diversa. Come per le forbici, il punteruolo (usato sotto la supervisione di un adulto) permette di sviluppare un’altra abilità, ovvero la comprensione del pericolo. I bimbi devono stare attenti, usare precisione, e imparare a non farsi male, attraverso un gioco semplice ed educativo.

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La tavoletta della pazienza

Con tanti buchi e tanti nastri, la tavoletta della pazienza è un gioco, è un’attività creativa ed è uno strumento che calma i bambini facendoli concentrare a lungo.

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La casetta Montessori

La mia casetta Montessori” presenta tanti ambienti disegnati nei quali posizionare i vari oggetti della casa. In cartone (materiale naturale), è davvero bella e divertente e i bambini allenano non solo l’indipendenza, ma anche l’osservazione e la coordinazione occhio-mano.

L’alfabeto tattile

In vista della scuola elementare, i bambini possono imparare l’alfabeto grazie all’alfabeto tattile di Maria Montessori (qui trovate un alfabeto da realizzare insieme ai bambini), per imparare le lettere e la loro forma e allenare la mano ai percorsi che dovrà compiere con la matita.

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La tavola delle curve

Utile in questo senso è anche la tavola delle curve, una tavola di legno con fresature a curve nelle quali i bambini possono seguire il percorso con una sorta di matita di legno, allenando così le dita, la mano e il polso alla scrittura.

La maggior parte dei pannolini usa e getta, anche se non ce ne rendiamo conto perché non ci pensiamo, contengono davvero moltissime sostanze dannose. Non è un segreto: basta annusarli per capire che tra profumi e lozioni sono zeppi di elementi di cui ignoriamo la composizione e la provenienza.

Tuttavia, non dovremmo ignorare questo fatto, ma, anzi, dovremmo farci attenzione. Pensiamo solo a questo: i nostri bambini almeno per due anni della loro vita indossano un pannolino. Un pannolino che sta a contatto praticamente ventiquattr’ore su ventiquattro con la loro pelle, un organo di vitale importanza per il corpo umano. Proprio come l’abbigliamento, dovremmo quindi pensare a cosa mettiamo loro addosso.

Meglio evitare, quindi, i pannolini con certe sostanze dannose, come il cloro, i coloranti, i profumi, gli ftalati e le lozioni. Ma perché? E quali pannolini scegliere, in alternativa?

Perché scegliere pannolini senza profumazione e senza lozioni: con Lillydoo i bambini sono molto più al sicuro, grazie ai pannolini privi di sostanze dannose

Qual è il pericolo del profumo nei pannolini? Semplice: spesso e volentieri, non ne si conosce la composizione, poiché sulla confezione è riportata la dicitura “Perfume”. Stop. E anche quando la composizione è nota, nella maggior parte dei casi si tratta di profumi realizzati con sostanze chimiche non esattamente delicate né sicure per il contatto con la pelle.

Anche quando sicure, tuttavia, non siamo al sicuro al 100%. Questo perché i profumi, naturali o chimici, sono spesso causa di irritazioni, dermatiti e problemi della pelle fastidiosi e difficili poi da debellare. Tanto più per la pelle dei neonati e dei bambini, molto più delicata della nostra, non abituata a niente, immatura e ipersensibile. Ma perché i produttori li utilizzano, allora? Semplice.

I profumi servono solitamente a coprire gli odori, tutto qua. Come per gli assorbenti femminili (altro prodotto che bisognerebbe comprare privo di sostanze e profumi), i pannolini per bambini vengono arricchiti con profumo per evitare che gli eventuali odori di pipì e pupù escano all’esterno. Ma è semplicemente una copertura, un arginare gli odori. Non si risolve il problema, lo si copre soltanto. Con il rischio, dall’altra parte, di irritare la pelle.

Anche le lozioni sono meglio da evitare. Alcuni produttori di pannolini arricchiscono i pannolini con creme e lozioni per aiutare la pelle dei bambini a rigenerarsi, a non irritarsi e a proteggersi. In realtà, queste lozioni sono spesso ricche di profumi (e torniamo al discorso precedente), ma, soprattutto, non svolgono la stessa funzione delle creme e delle lozioni che mettiamo sulle parti intime dei bambini durante il cambio.

Essendo direttamente sul pannolino, le lozioni in questione stanno sempre esposte all’umidità e ai germi. Le creme, di regola, andrebbero messe sulla pelle asciutta e lasciate asciugare, prima di mettere il pannolino: è un controsenso, quindi, optare per un pannolino che al suo interno abbia lozioni, che, di loro volta, contribuiscono a rendere l’ambiente umido. E un ambiente umido è cosa di irritazioni, infezioni e problemi dermatologici, come sappiamo. Un cane che si morde la coda, insomma.

Quali pannolini scegliere, insomma? Semplicemente, quelli privi di lozioni e profumi, quelli certificati e sicuri e quelli comodi e pensati per il benessere vero del bambino. Caratteristiche che troviamo in toto nei prodotti del marchio Lillydoo, che produce pannolini bellissimi, comodi e sicurissimi, acquistabili con un abbonamento mensile versatile e super conveniente. Se non li conoscete, vi consigliamo il loro pacchetto prova: al suo interno si trovano i pannolini senza lozioni e senza profumazione, insieme alle salviette umidificate all’acqua.

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Lillydoo è davvero una marca di pannolini ottima, che sa il valore della naturalezza dei pannolini, e per questo li produce il più semplici possibili e il più naturali possibili, offrendo la stessa delicatezza nei prodotti per la cura del bambino, quelli da utilizzare durante il cambio!

Meno lozioni nei pannolini, più cura durante il cambio: una filosofia che da sempre sosteniamo e che per sempre sosterremo.

I benefici dell’olio di Neem

Giovedì, 20 Giugno 2019 13:38

L’olio di neem è un olio vegetale estratto a freddo dalla spremitura dei semi di Azadirachta Indica, albero della famiglia delle meliacee, da secoli utilizzato in tutto il mondo (soprattutto quello orientale) per le sue proprietà antibiotiche, antibatteriche, antinfiammatorie e antiparassitarie, e viene utilizzato esternamente (mai ingerendolo!) applicandolo sulla pelle (o addirittura sulle piante, come antiparassitario naturale).

Ma come lo si utilizza e quali sono le applicazioni più benefiche?

I benefici dell’olio di Neem: le proprietà naturali dell’olio di neem, per la nostra pelle e il nostro benessere

Potente e molto concentrato, l’olio di neem viene utilizzato diluito, sciogliendone poche gocce in oli vegetali più leggeri e delicati, come ad esempio quello di jojoba o di mandorle. La sua applicazione sulla pelle svolge un’azione idratante e ristrutturante nei confronti dei tessuti e tra le sue proprietà spiccano quelle antibatteriche, antibiotiche e antinfiammatorie. Così lo troviamo effettivamente in moltissimi prodotti cosmetici, dalle creme per la pelle ai prodotti per i capelli, dai dentifrici ai saponi.

Proprio per la sua azione antibatterica e per i principi attivi che contrastano funghi, virus e batteri, unitamente alla capacità di rigenerare la pelle, l’olio di neem è da sempre utilizzato sulla pelle per curare e contrastare i fastidi dermatologici più comuni.

Nello specifico, innanzitutto l’olio di neem viene utilizzato come antiossidante e antietà, quando viene aggiunto nelle creme cosmetiche e antirughe. Anche l’acne tuttavia ne beneficia, proprio per l’azione antibatterica dell’estratto di neem. Essendo l’acne causato spesso dall’azione dello stafilococco aureo, ed essendo l’olio di neem molto efficace nei confronti di questo ceppo, una crema a base di olio di neem può essere davvero risolutiva, oltre che lenitiva dell’infiammazione dei brufoli e dei comedoni.

La sua azione antibatterica, poi, può contrastare problemi quali la cistite o l’herpes labiale (ma non va mai comunque preso via bocca: in questo caso l’erborista saprà indicarci la forma migliore).

Essendo antinfiammatorio, esistono prodotti a base di olio di neem per risolvere molti problemi delle gengive, dei reumatismi, degli strappi muscolari e delle artriti.

Ha anche un’azione cicatrizzante: per questo motivo è utile in caso di acne, ma anche quando la pelle è affetta da psoriasi o da eczemi. In questo caso l’olio di neem cicatrizza e allo stesso tempo idrata e protegge la pelle, sfiammandola al contempo.

Dove troviamo l’olio di neem? In erboristeria, ma soprattutto diluito in prodotti cosmetici naturali già pronti. Ad esempio, è presente nel Talco non Talco di Fiocchi di Riso, in questo caso non solo per la sua azione lenitiva e antinfiammatoria, ma anche per il profumo, che in estate allontana naturalmente le zanzare. Lo troviamo poi in alcuni shampoo e in alcuni preparati per i capelli, dal momento che calma il prurito alla testa e combatte la forfora. E, soprattutto, in molte creme per il viso e per il corpo, a diverse azioni in base alla nostra esigenza.

Un talco fluido che non contiene talco minerale e si presta a molti più utilizzi rispetto al classico talco in polvere: una formulazione che regola la sudorazione creando un aroma-barriera che preserva naturalmente dall’attenzione delle zanzare, senza l’uso di repellenti.

Esiste solo un Talco non Talco: l’originale Fiocchi di Riso. È unico, è insostituibile, è sicuro ed è utilissimo: Talco non Talco, un preparato in crema che nulla ha a che vedere con il talco al quale siamo abituati. Perché è molto più di un semplice talco!

I vantaggi? Sono davvero moltissimi: è un’emulsione fluida, facile da spalmare, che regola la sudorazione e gli odori donando una sensazione di freschezza insuperabile, creando un aroma barriera che protegge naturalmente anche la pelle dei più piccoli.

Un talco che non è un talco, ma molto di più: un preparato insostituibile per la routine quotidiana di neonati e bambini, soprattutto in estate.

Il talco per bambini è un elemento che spesso troviamo tra i cosmetici da fasciatoio, poiché aiuta a contrastare l’eccessiva sudorazione, soprattutto in estate, e a mantenere la pelle asciutta, profumata e pulita.
Fiocchi di Riso ha ideato il preparato al quale ormai non possiamo più rinunciare: il Talco non Talco, nel suo formato originale e inconfodibile. Proprio come una crema, leggera, fresca e dermocompatibile, studiata scientificamente per rispettare la fisiologia della pelle del neonato e per regolare naturalmente la sudorazione.

Quando i nostri bimbi soffrono di eccessiva sudorazione, quindi, il Talco non Talco della linea Dermo-Cura di Fiocchi di Riso è davvero consigliatissimo: è a base di amido di riso, elemento naturale conosciuto da sempre per le forti proprietà assorbenti, che supporta la fisiologia cutanea in caso di eccessiva sudorazione e di pelle umida (spesso causa di fastidiose irritazioni).

La formulazione in crema, tuttavia, non si limita a mantenere asciutta la pelle proprio come il tradizionale talco ma dona alla cute una sensazione di freschezza immediata, lasciandola allo stesso tempo morbida e setosa e rispettando la fisiologica traspirazione cutanea, importantissima soprattutto in estate.

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Come ogni prodotto Fiocchi di riso anche la formulazione di Talco non Talco è composta da principi attivi di origine naturale selezionati per rispettare ogni tipo di pelle, anche la più sensibile. È priva di talco minerale e viene testata ad ogni lotto di produzione per 1,4 Diossano e Nichel. I controlli di sicurezza e le materie prime di altissima qualità la rendono sicura per tutti i bambini, anche quelli con la pelle maggiormente soggetta a irritazioni. E non dimentichiamo l’altro ingrediente fondamentale: l’estratto di neem. Oltre alla funzione eudermica dell’amido, delle vitamine e degli emollienti contenuti nella formulazione, infatti, l’estratto di neem e la caratteristica profumazione contribuiscono a creare in prossimità della superficie cutanea un naturale aroma-barriera protettivo che preserva dall’attenzione delle zanzare, senza l’utilizzo di repellenti, che potrebbero essere aggressivi per la delicata pelle del neonato.

Proprio come il talco in polvere, il Talco non Talco di Fiocchi di Riso può essere applicato sulla pelle asciutta dopo il bagnetto, stendendo l’emulsione su tutta la cute con un massaggio fino a completo assorbimento. In situazioni di particolare esposizione e soprattutto in estate, è consigliata l’applicazione anche durante la giornata. Ideale per i bambini ma comodo anche per gli adulti perché risulta davvero efficace per la regolazione naturale della sudorazione, donando una sensazione di freschezza e creando un aroma-barriera protettivo.

Da giugno 2020 Talco Non Talco sarà disponibile in due nuovi formati, ancora più comodi e versatili: lo spray e il roll-on. Con la stessa formulazione sarà dunque possibile portare con sé il Talco non Talco in tutte le occasioni, scegliendo la versione più adatta alla propria famiglia. Per scoprire i formati disponibili, basta visitare la pagina dedicata.

Dire di no allo zucchero è sempre una buonissima idea. All'inizio sembrerà difficile, ma basta pochissimo tempo per rendersi conto che è solo questione di abitudine. Soprattutto, mangiare senza zucchero non significa mangiare piatti insipidi o non dolci, ma semplicemente apprezzare di più il sapore originale e cominciare a conoscere anche le alternative allo zucchero, quegli ingredienti che portano comunque un punto zuccherino al piatto.

Anche nel caso dei dolci e delle torte si può scegliere di fare a meno dello zucchero. E un esempio è questa torta mattutina senza zucchero, deliziosa comunque grazie alle mele, al miele e alla vanillina!

La nostra ricetta di dolce senza zucchero della torta mattutina: la ricetta della torta mattutina senza zucchero, con mele e miele

 

Il dialogo è fondamentale in ogni aspetto della vita. L’educazione di un bambino si fonda su esempio e su dialogo, e non ci stancheremo mai di ripeterlo. Ma il dialogo non va intrapreso solo per le questioni quotidiane o per esprimere le emozioni a fondo. Il dialogo è la chiave dell’educazione e va applicato su ogni aspetto della vita e della società.

Parlare con i bambini a cuore aperto e senza stupidi paternalismi è insomma importantissimo: l’educazione sessuale, l’accoglienza dell’altro, l’empatia, il no al razzismo, i pericoli del bullismo… Sono tutti argomenti di cui i genitori dovrebbero parlare apertamente con i bambini, sempre, e non solo quando crescono. Ma c’è anche un altro argomento che ci sta a cuore e che dovrebbe entrare nei discorsi in famiglia: la disabilità.

Parlarne subito fa bene, così come parlare dell’accessibilità e di tutti quegli strumenti che aiutano tutti a vivere una vita semplice: scivoli e passerelle, ascensori, bagni dedicati, montascale disabili, sedie a rotelle… I bambini le vedono, e giustamente si fanno domande. E a queste domande noi dobbiamo rispondere, in maniera chiara, naturale e senza tabù. Perché la disabilità sta negli occhi di chi guarda, e se chi guarda intende la disabilità come qualcosa di cui non avere paura o come qualcosa che non mette a disagio, allora le barriere cadono.

Ma come fare per spiegare la disabilità ai bambini? E come fare per rendere la vita accessibile a tutti?

Bambini e disabilità, parlarne per non renderla tabù e promuovere l’accessibilità: come spiegare ai bambini la disabilità e come rendere la vita accessibile a tutti

Non parcheggiare nel posto auto riservato ai disabili. Non occupare i bagni riservati ai disabili. Aiutare chi è in difficoltà, riconoscendo quando invece un disabile non ha bisogno di aiuto perché in grado di fare da solo, proprio come noi (cosa c’è di strano?). Sono tutte piccole regole che possiamo insegnare ai nostri bambini, elencandole ma soprattutto mostrandogliele, facendo noi per primi ciò che professiamo.

Sono regole giustissime, ma che vanno date solo nel momento in cui i bambini sanno di cosa parliamo. Perché nei loro occhi c’è ancora innocenza: quando i bambini vedono la diversità, si chiedono immediatamente e con nonchalance di cosa si tratti (a volte uscendosene con imbarazzantissime affermazioni!). E sta a noi genitori spiegare subito, con naturalezza e tranquillità, la disabilità. Perché la paura della disabilità e della diversità nasce solo dall’ignoranza, ovvero dall’ignorare di cosa si tratti. La conoscenza, invece, distrugge le barriere, azzera la paura e crea inclusione nella maniera più naturale del mondo.

La prima cosa da spiegare, innanzitutto, è che tutti siamo diversi. TUTTI. E che la diversità è una cosa bellissima, e non negativa.

Nella diversità, tuttavia, tutti abbiamo qualcosa in comune: gli occhi, la bocca, la voce, le gambe, i capelli… C’è chi ha problemi, e chi no, e soprattutto c’è chi ha più problemi di altri, ma ciò non significa che dobbiamo allontanarlo. Quel bambino ha bisogno della carrozzella? Magari tu hai bisogno di occhiali, perché le sue gambe non funzionano, così come i tuoi occhi fanno fatica.

Un altro punto da chiarire, sembra strano, ma è il concetto di contagio. I bambini non sanno ancora distinguere tra malattie contagiose e malattie non contagiose, e spesso, anche per discorsi che sentono qua e là, associano la parola “disabilità” con “malattia”. Prima di tutto, quindi, è bene chiarire che la disabilità non è una malattia. E che soprattutto non “si attacca”. Punto. I bambini recepiscono subito questa cosa, e il problema sparisce.

Infine, è fondamentale chiarire il concetto di “disabilità” nelle parole. I bambini devono subito capire che è assolutamente sbagliato e da condannare l’utilizzo delle parole relative alla disabilità come insulto. Secondo, è bene parlare sempre in maniera rispettosa e chiara della disabilità, senza compassione o paternalismo, ma sempre con “normalità”. Perché la disabilità è qualcosa di reale, che c’è, è qualcosa di neutro, non positivo o negativo, non arricchente o svilente. È qualcosa che fa parte dell’essere umano e come tale va trattata.

Sembra poco, ma per l’accessibilità e l’inclusione a volte basta questo. Perché quando un bambino sa cosa sia la disabilità, quando non ha paura di essa, quando la vede come qualcosa di normale nella società, qualcosa di “diverso” che fa parte di un mondo FATTO DI DIVERSITÀ, allora tutto diviene più semplice. Un bambino che conosce la disabilità e non ne ha paura, aiuta gli altri, li tratta con naturalezza, normalmente, li lascia vivere senza pressione, senza compassione e senza differenze di trattamento.

8 ricette di chia pudding

Martedì, 18 Giugno 2019 14:25

Il Chia Pudding è una passione: una volta provato, è difficile abbandonarlo. Colazione sana e nutriente, merenda rinfrescante o snack per spezzare la fame in maniera smart, il chia pudding è ricco di vitamine e proteine ed è semplicemente delizioso.



Ma come prepararlo e quali versioni provare? Già, perché il chia pudding è estremamente versatile e lo si può preparare in moltissime varianti. Ecco le nostre preferite.

8 ricette di chia pudding: come preparare il chia pudding a seconda dei propri gusti e della frutta di stagione

La ricetta base

Ecco qui la ricetta base del chia pudding, da preparare con semi di chia, del latte vegetale, dello sciroppo d’acero e frutta fresca, frutta secca e semi a scelta.

Chia pudding con yogurt e marmellata

Al posto del latte vegetale possiamo utilizzare dello yogurt magro e non zuccherato: facciamo degli strati con yogurt, semi di chia e marmellata senza zuccheri aggiunti, quindi, in superficie, spargiamo del muesli croccante. Una delizia!

Chia pudding con kiwi e ribes

Un chia pudding gustoso ed estivo, fresco e delizioso: in questo caso gli ingredienti sono i semi di chia, il latte vegetale, dei kiwi sbucciati a fette e dei ribes (che possiamo lasciare a macerare qualche ora con zucchero di cocco e limone, creando così un sughetto delizioso che scivolerà nel pudding).

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Chia pudding con frutti rossi e muesli

Anche questo chia pudding è molto semplice: dopo aver preparato il chia pudding con la ricetta base (mettendo i semi di chia a riposare in frigorifero immersi nel latte vegetale), completiamo il pudding con dei frutti rossi freschi in superficie e del muesli croccante. La croccantezza, la morbidezza e il sapore dolce e della frutta si fonderanno in maniera perfetta.

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Chia pudding rosa con more e mirtilli

Frulliamo quattro o cinque fragole, setacciamo il liquido ottenuto quindi aggiungiamolo al latte vegetale. Mettiamo i nostri semi di chia a gonfiare e otterremo il chia pudding rosa da guarnire con more fresche e mirtilli!

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Chia pudding con smoothie di more

Dopo aver preparato il chia pudding base, prepariamo al momento uno smoothie, frullando una banana precedentemente congelata a rondelle, 20 grammi di more (o altri frutti rossi) e 30 ml di latte di mandorla. Aggiungiamo questo smoothie sulla superficie del chia pudding e guarniamo con i nostri ingredienti preferiti (come semi e frutta secca).

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Chia pudding all’ananas

Nella stagione estiva, il topping più buono, dolce e gustoso è l’ananas: basta tagliarla a cubetti piccoli piccoli e aggiungerla al chia pudding.

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Chia pudding al tè matcha

Inseriamo in un bicchiere mezza tazza di latte di mandorla, 1/4 di tazza di acqua, 2 cucchiai di semi di chia, 1 cucchiaio di tè verde matcha in polvere e 1 cucchiaio di sciroppo d’acero. Mescoliamo bene, lasciamo in frigorifero a riposare e gustiamo bello fresco!

8 ricette di biscotti vegani

Venerdì, 14 Giugno 2019 13:26

I biscotti sono un peccato di gola che ci piace concederci, soprattutto quando fatti in casa con ingredienti selezionati e soprattutto quando vegani, ovvero senza nessun ingrediente di derivazione animale.

Chi crede che i biscotti vegani siano meno gustosi o meno appetitosi si sbaglia di grosso: ecco la nostra selezione di biscotti vegan super deliziosi, semplici da fare e perfetti per le colazioni e le merende.

8 ricette di biscotti vegani: le ricette dei biscotti vegan senza ingredienti di derivazione animale

I biscotti alla frutta secca

Questa ricetta è semplice e tradizionale e permette di preparare dei biscotti davvero buoni con la frutta secca che preferiamo. Datteri, mandorle, noci, ma anche anacardi o nocciole: i biscotti vegan alla frutta secca sono sempre una buona idea e sono ideali da inzuppare nel tè della mattina.

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Biscotti cocco e limone

Senza glutine e vegani, questi biscotti sono profumatissimi e delicati al palato, morbidi e irresistibili: la ricetta è molto semplice e la trovate qui.

Biscotti con crema di cioccolato

Classici e belli da vedere, sono davvero iper buoni: questi biscottini fanno un figurone e sono fatti in casa dal primo all’ultimo step (perché possiamo fare in casa anche la crema di cioccolata!). Ecco la ricetta.

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I cookies veg con gocce di cioccolata

Sciogliamo 120 grammi di zucchero di canna o di cocco e una bustina di lievito per dolci in 80 ml di latte di mandorla, quindi uniamo 250 grammi di farina integrale e mescoliamo con un cucchiaio. Aggiungiamo a filo 60 ml di olio di semi di girasole continuando ad impastare, quindi uniamo 80 grammi di gocce di cioccolato fondente vegan e formiamo una palla, avvolgiamola con la pellicola e lasciamola in frigorifero a riposare per 30 minuti. Stendiamo poi l’impasto su una spianatoia infarinata con un matterello, con uno spessore di 3 millimetri, quindi tagliamo i biscotti e adagiamoli su una teglia coperta da carta forno. Cuociamo a 180 gradi per circa 15 minuti.

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Brownies vegani

In un pentolino sciogliamo a fiamma bassa 200 grammi di cioccolato fondente (oppure in microonde). Lasciamolo raffreddare un pochino, e intanto in una ciotola mescoliamo 150 grammi di farina integrale con 2 cucchiaini di cacao amaro, 150 grammi di zucchero di canna e mezzo cucchiaino di lievito per dolci. Aggiungiamo a questi ingredienti 220 ml di latte di mandorla, 5 cucchiai di olio di semi, 100 grammi di mandorle o nocciole tritate grossolanamente e il cioccolato precedentemente sciolto. Mescoliamo bene, versiamo in una teglia rivestita con carta forno (meglio se dai bordi non troppo bassi) e inforniamo a 180 gradi per 20/25 minuti. Sforniamo, lasciamo raffreddare e tagliamo con un coltello i nostri brownies.

I biscotti con due ingredienti

Banane e farina di cocco: questi gli ingredienti per i biscotti dell’ultimo minuto, deliziosi nonostante la semplicità di ingredienti e di preparazione! Ecco la ricetta.

Biscotti dell’amore gluten free

Questi sono biscotti semplici semplici, al profumo di limone, fatti con amore e con pochi sani ingredienti!

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Biscotti alla mela

Buonissimi e morbidi, i biscotti vegan alla mela sono un must della nostra cucina. Per prepararli, mescoliamo in una ciotola 150 grammi di farina integrale con 10 grammi di amido di mais, 1 cucchiaino di lievito e un pizzico di sale. Tagliamo quindi mezza mela a cubetti e uniamola agli altri ingredienti, aggiungendo anche 40 grammi di latte di mandorla o di soia e 40 grammi di olio di semi. Mescoliamo bene. Dopo aver foderato una teglia con carta forno, preleviamo un cucchiaio di impasto alla volta e facciamolo cadere sulla carta, schiacciandolo a forma di biscotto. Una volta finito l’impasto, inforniamo a 180 gradi per circa 20 minuti, sforniamo e lasciamo raffreddare.

Sara

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Cecilia

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