Nel titolo diciamo “per il neonato e per il bambino”: non è un refuso. È voluto. Poiché oggi vogliamo parlarvi delle carezze, dei grattini e dei giochi con le mani che piacciono tanto ai neonati ma che amano moltissimo, a differenza di quanto pensiamo, anche ai bambini più grandi, almeno fino alla pubertà.

L’importanza dei giochi corporei per il neonato e per il bambino: come i grattini e le carezze aiutano a rafforzare il legame e a fare sentire il vostro bambino protetto

I neonati giocano con le loro mani e i loro piedi, ma soprattutto i neonati sono abituati al contatto delle dita della mamma e del papà, che prendendosi cura di loro li massaggiano, li coccolano e li sfiorano continuamente. Questa è una buonissima abitudine: come vi abbiamo già detto, prendersi del tempo per coccolare le sensazioni dei figli è un’ottima cosa. Le coccole della sera sono importantissime, e prendere una routine di carezze e grattini è fondamentale per trasmettere al bambino tutto il nostro amore.

Tuttavia le mamme e i papà spesso tendono ad abbandonare questa tendenza nel momento in cui i bambini smettono di giocare con le loro manine, o quando le routine di lavaggio e cambio scompaiono (con l’eliminazione del pannolino e le prime docce da soli). Non è sbagliato, ma sappiate che mantenere un certo contatto non può che fare bene.

Ai bambini, anche ai più grandi (soprattutto se si mantiene l’abitudine) piace moltissimo ricevere grattini sulla testa o sulla schiena, piccoli massaggi alla nuca, ma anche carezze fini a se stesse… Basterà mantenere l’abitudine: capirete quando ne ha bisogno, gli insegnerete a dire quando ha voglia di una coccola corporea o quando non preferisce essere toccato (o quando non ama un gesto in particolare)… E in questo modo manterrete un contatto unico, che ogni volta che verrà ripetuto potrà essere un momento di rilassamento, senso di protezione, calma e sicurezza.

I giochi corporei e i massaggi possono essere un momento di gioco, di rilassamento pre-nanna, di distensione post-cambio. Ma anche un momento per distrarsi, magari nei lunghi viaggi o durante attese snervanti. E sappiate che ci sono moltissimi modi per variegare questo gioco!

Innanzitutto, potete scegliere di fare i massaggi normalmente, a secco, oppure utilizzare ogni volta una crema diversa per giocare a sentire le sensazioni olfattive e tattili. Noi utilizziamo sempre la linea Coccole Quotidiane di Fiocchi di Riso: oltre che naturale è profumata al punto giusto e ci sono oli e creme perfetti per il gioco.

Dopodiché potete iniziare a inventare tutti i giochi che volete. Uno tra i nostri preferiti abbina il piacere della lettura ad alta voce o del racconto con i giochi corporei: mentre leggete o raccontate una storia al vostro bimbo nel letto, disegnate sulla sua pancia o schiena i movimenti, i personaggi, le trame… La sensazione sarà completa e divertentissima.

Anche il gioco degli animali è bellissimo: con le sole dita o con la crema (per noi è ottimo, in questo caso, l’Emulatte!  disegnate sulla pancia degli animali, lasciando che il bambino indovini, mentre tracciate i contorni, di che animale si tratta: elefanti, leoni, gatti, cani, giraffe… Oppure, da indovinare possono essere i passi di questi animali: un tocco piccolo e picchiettato possono essere le zampine di un topo, dei passi pesanti quelli di un orso o di un elefante, le dita che volano sfiorando la pelle imiteranno la mosca, quelle che svolazzano e poi si fermano di qua e di là un passerotto…

Per stimolare ancora di più il tatto e la sensibilità della pelle, possiamo anche impegnarci in giochi in cui il bambino deve indovinare cosa lo sta toccando, a occhi chiusi. Possiamo utilizzare le parti del nostro corpo (il gomito, la mano, il naso, la bocca, i piedi…) oppure oggetti dalle differenti consistenza: una piuma, un pezzo di tessuto, un nastro, della lana, un cucchiaio di legno, un cucchiaino di plastica, i suoi giocattoli…

Chi lo dice, poi, che i ruoli non si possano invertire? Lasciate anche che sia il bambino a eseguire questi gesti, facendolo giocare con il vostro corpo. La cosa più bella? Lasciare che “lavori” sulla vostra schiena: fatelo cucinare, zappare, scrivere, fare il falegname. Con la crema può disegnare, imitare gli ingredienti per cucinare, tracciare i segni dell’aratro sulla terra… Stimolerà il tatto, l’olfatto, l’immaginazione, la creatività e il gioco libero!

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

I sacchi nanna: comodi, utili e sicuri

Venerdì, 21 Aprile 2017 08:27

Si chiamano sacchi nanna, o sleeping bags, e in parole povere sono dei sacchi a pelo per bambini. O meglio: non lo sono, o comunque non per come siamo abituati ad intenderli, ma il paragone con i sacchi a pelo è utile per comprenderne la forma.

Si tratta infatti di copertine chiuse sui piedini e ai lati, di differenti forme (possiamo trovarne con le braccia scoperte, avvolgenti completamente, più o meno chiuse, con bretelle o con maniche). Proprio come un sacco a pelo per adulti, quindi, i sacchi nanna avvolgono il bambino, e lo fanno sentire più sicuro rispetto ai soliti lenzuoli e coperte.

I sacchi nanna, comodi, utili e sicuri: cos’è un sacco nanna, o sleeping bag, perché è utile e quali comprare

Sono sempre più i genitori (e noi siamo tra quelli) che preferiscono passare dalle lenzuoline e copertine alle sleeping bags, o sacchi nanna. Il motivo principale è la sicurezza: il sacco nanna, infatti, essendo chiuso non rischia, come le coperte, di aggrovigliarsi o di andare di qua e di là, scoprendo il bambino, svegliandolo o addirittura soffocandolo.

L’altro motivo è la sensazione di benessere che il bambino prova quando si sente avvolto nel sacco nanna. Proprio come le fasciature per neonati, il sacco nanna infatti lo fa sentire protetto e sicuro esattamente come nell’utero della mamma, sperimentando di nuovo la piacevole sensazione di contenimento. Per questo i sacchi nanna sono perfetti per i primi mesi di vita del bambino (3-6), anche se troviamo sacchi nanna adatti addirittura fino ai 36 mesi (in questo caso, vedete se il bambino lo gradisce, senza imporre nulla).

Inoltre, anche se non vi sono studi scientifici a riguardo, sembra che il sacco nanna possa prevenire la SIDS, o sindrome della morte in culla. Questo perché, se scelto con rigore e se utilizzato in maniera corretta, il sacco nanna, proprio come dicevamo, evita il rischio di aggrovigliamento delle coperte, così come quello di soffocamento da parte del bambino che con le braccia solleva il lenzuolo fin sopra la testa. Basta qualche accorgimento: prendete sacchi nanna sicuri, della giusta dimensione e mai più grandi (in modo che il bambino non possa scivolare all’interno); vestite il bambino adeguatamente rispetto alla temperatura della stanza (che non dovrebbe superare i venti gradi) senza coprirlo troppo (né troppo poco, ma spesso sono le temperature alte ad essere più pericolose), evitando altre coperte pesanti sopra al sacco nanna; scegliete il sacco nanna in base alla stagione, inverno o estate.

E, naturalmente, è sempre bene scegliere materiali biologici e naturali, come il cotone, per rispettare la pelle del bambino, lasciare che traspiri ed evitare il contatto con tessuti sintetici che potrebbero provocare oltre che un surriscaldamento corporeo anche delle fastidiose irritazioni.

Ecco quindi i migliori sacchi nanna biologici e naturali che abbiamo selezionato per voi:

Partiamo da un modello tradizionale, chiuso sotto ai piedini e dotato delle bretelle classiche di cui parlavamo, che permettono di tenere le braccia del bambino fuori dal sacco evitando che scivoli o che sollevi il tessuto: questo è di Popolini, una marca attenta ad utilizzare tessuti bio, proprio come questo cotone.

Sempre di Popolini, ecco il sacco nanna perfetto per le sere estive, perché leggero e sfoderabile. Anche questo è fatto “a bretella”, con l’appoggio sulle spalle e le braccia scoperte.

In alternativa, ecco il sacco nanna completo di maniche, disponibile fino ai 24 mesi: è molto comodo grazie alla cerniera laterale, ed è anche molto bello nel suo candore.

Bellissimo, però, anche in versione marinaretto, a strisce bianche e rosse: questo è di iobio, ed è anch’esso in cotone naturale e senza coloranti e materiali tossici.

Infine, guardate che carino questo sacco nanna che è proprio, letteralmente, un sacchetto: non ha bretelle, ma un elastico che va a stringersi delicatamente sul petto del bambino, proprio sotto alle ascelle, contenendo tutto il corpicino in maniera avvolgente e sicura.

Fasciare il bambino è davvero importante durante i primi mesi (oltre che bellissimo: quanta tenerezza suscita vedere un neonato in fasce?). E non è una scoperta recente: questa pratica ha luogo sin dai tempi più antichi e si è perfezionata e modificata a seconda delle epoche e dei luoghi in cui era (ed è) praticata. Vi abbiamo già parlato di come fasciare un neonato, con copertine in tessuti naturali come la mussola (noi abbiamo selezionato per voi queste, di CuddleBug, leggere e traspiranti). E se volete specializzarvi nelle piegature e nelle diverse tecniche di "baby wrapping" vi consigliamo questo bellissimo libro, "Baby-gami, fagotti e marsupi per principianti", che spiega in maniera semplice e dettagliata come fasciare i bambini, relazionandosi anche in maniera affascinante all'arte del piegare la carta, e cioè l'origami.

Ma come cambiano le fasciature nel mondo e nella storia?

Fasciare il bambino nelle tradizioni in giro per il mondo: come la fasciatura dei neonati cambia nella storia e nella geografia

Le prime testimonianze di fasciature per neonati le abbiamo addirittura nel paleolitico: ci sono infatti statuette votive e tombali che ci mostrano come i bambini venissero già fasciati dalle loro mamme. Ma anche a Cipro, a Creta, in Egitto, nell’antica Grecia e nell’antica Roma la fasciatura era una consuetudine, e se ci pensiamo ci pare naturale vedere sempre il Bambino Gesù raffigurato nella sua stretta fasciatura tra le braccia di Maria, no?

In effetti non sono solo le rappresentazioni figurative a darne testimonianza. Anche le Sacre Scritture ne parlano, e dalla Bibbia si può capire come le fasciature fossero eseguite nei tempi antichi: si trattava semplicemente di fasce (tipo bendaggi) avvolte attorno al corpo del bambino appena nato e lavato, che lo tenevano al caldo e facevano sì che le sue anche si sviluppassero correttamente.

Andando avanti nel tempo e spostandoci nello spazio, durante il regno dei Tudor, in Inghilterra, i bambini venivano fasciati in strisce di lino dalla testa ai piedi, sempre con l’intento di farli crescere correttamente. Qui, addirittura, un’apposita striscia copriva la testa del bambino e si collegava ai piedi passando per le spalle e le braccia, in modo da tenere il corpo ben fermo, e le mamme mantenevano la fasciatura per circa 9 mesi.

Le fasciature di questo tipo, però, non erano esattamente corrette o sicure, poiché troppo strette e dai risvolti non scientificamente benefici, poiché, al contrario di ciò che si pensava, le fasciature non aiutavano a contrastare la malformazione delle anche e delle ossa, ma in alcuni casi la favorivano. Soprattutto perché le balie delle nobili mamme lasciavano i bambini così fasciati per troppo tempo, senza lavarli o senza cullarli, come uno stratagemma per farli stare buoni.

In quasi tutto il mondo, in ogni caso, la tradizione della fasciatura era consolidata, e per questo esistono testimonianze sempre più recenti di neonati in fasce. L’esempio più conosciuto è forse quello delle tribù indiane d’America, le cui fasciature erano importanti, grandi e solide. Più che una fasciatura, infatti, si trattava come di un marsupio o di una piccola culla verticale, detta Papoosa, con una struttura in legno all’interno della quale le pelli degli animali e le stoffe erano sistemate (dalle madri durante la gravidanza, mentre il papà costruiva la struttura in legno) in modo da fasciare il bambino e tenerlo stretto e solido, per portarselo in giro per tutto il primo anno della sua vita.

Anche in Africa ci sono esempi di fasciature, e in questo caso sono bellissime, poiché la loro caratteristica è l’essere realizzate con i variopinti e tipici tessuti del continente, il Kitenge, una stoffa in cotone rettangolare stampato a cera con motivi geometrici o decorativi.

In molte tribù africane, quindi, è ancora diffusissima questa usanza, ma lo è anche in luoghi più vicini a noi: in Russia e nei paesi slavi, infatti, la fasciatura è ancora molto, molto diffusa, tanto che spesso negli ospedali i bambini vengono fasciati subito dopo la nascita, con una tecnica arcaica ma mantenuta viva nei secoli.

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

La creatività per un bambino è estremamente importante: vi abbiamo già parlato del perché sia importante stimolare la creatività, e di come il processo sia più importante del risultato per i bambini, che non dobbiamo spronare a “saper fare bene”, ma a “fare” e basta.

Ma, nel concreto, quali sono le cose da fare e da non fare per far sì che i nostri bambini si esprimano creativamente in maniera sana, produttiva e stimolante? Naturalmente un mero elenco non serve a nulla, ma in questo caso vogliamo provare ad elencare i “do” e i “don’t” della creatività infantile, in modo da renderla sempre naturale ed educativa e non “adultocentrica” come spesso tendiamo a intenderla. Già, perché se da adulti è naturale e innato pensare che la creatività sia il “creare qualcosa di bello”, dobbiamo in realtà cambiare prospettiva e concentrarci semplicemente sul “creare”. Bello o brutto, è sempre un prodotto importantissimo per i nostri figli!

Come stimolare la creatività naturale dei bambini: cosa fare e cosa non fare quando sproniamo i nostri figli a seguire la via della creatività

Iniziamo da cosa non fare. Riprendendo l’articolo sull’importanza dello stimolo alla creatività, dal nostro punto di vista la prima cosa da evitare, come già accennato, è non concentrarsi mai sul concetto di bravura, che per un bambino significa solo pressione e non divertimento. Quindi, evitate di mettere la cosa sul piano del giudizio altrui. E, legato a questo concetto, evitiamo allo stesso modo di proiettare noi stessi dicendo cose tipo “io ero bravissimo, puoi esserlo anche tu”, o, al contrario, “io sono proprio negato, ma tu puoi diventare davvero bravo secondo me”.

In secondo luogo, non impostate i momenti creativi come se fossero un qualcosa “da imparare”. Non state “imparando a disegnare”, “imparando a inventare storie”, “imparando a suonare”, ma vi state semplicemente divertendo a sperimentare le potenzialità di un dato strumento! I corsi d’arte o di musica, ok, vanno bene, ma solo in un secondo momento, quando il bambino ha già sperimentato da sé il SUO essere creativo con quel dato mezzo e ha deciso di voler continuare a implementare in quel senso.

Altro accorgimento che prendiamo sempre, anche se, lo sappiamo, potrebbe sembrare scomodo, perché questo strumento spesso viene in aiuto nei momenti di noia o di riempimento, è evitare di comprare ai bambini i libri da colorare: sono un carcere, per la loro creatività, che vedendosi costretta nei margini e vedendosi spinta a dover “colorare bene” si sente incatenata. Ci sono altri strumenti semplicissimi, al posto degli album da colorare, e nell’articolo ve lo spieghiamo bene. Meglio ripiegare su quelli!

Altri “don’t” sono la sorveglianza eccessiva da parte dei genitori nei momenti di gioco libero, di disegno e di creatività in generale. Chiaramente è bellissimo disegnare e realizzare lavoretti insieme (ed esistono moltissime attività creative in questo senso, come quelle illustrate in questo libro, che noi utilizziamo spesso per prendere spunto!), ma ciò non significa imporre al bambino le nostre regole! Osservandoli troppo e guidandoli eccessivamente la loro creatività viene frenata!

Tra i “do”, e cioè tra le cose da fare per stimolare la creatività dei bambini, ci sono invece questi accorgimenti: innanzitutto, il lasciare a disposizione tutti i materiali che potrebbero tornargli utili (e assecondare sempre quando vengono richiesti materiali non standard ma che stimolano la loro voglia di realizzare!), in modo che i bimbi possano mettersi a creare ogni volta che ne sentono la necessità. E, allo stesso modo, il lasciare liberi di sperimentare, senza regole.

Seconda regola è lasciare molto tempo per queste attività. Nella nostra società fatta di agende granitiche e ore definite, sarebbe bene prendere molto più tempo libero in modo che i bambini possano seguire la loro creatività senza interromperla. In concreto, quando un bambino si mette a “pasticciare”, sarebbe bene evitare di strapparlo a quella sua attività perché c’è bisogno di andare da qualche parte, perché in questo modo se ne interrompe la concentrazione, e riprendere, poi, risulta difficile.

Lasciate poi che i bambini ripetano all’infinito ciò che gli piace fare in senso creativo. Sì, c’è il periodo in cui disegnano solo omini o alberi, dappertutto; o che prendono in mano la chitarra senza sapere da che parte girarsi e per ore strimpellano motivi sgraziati (sì, lo sappiamo bene, perché Babbo Natale lo scorso anno ha portato in casa nostra questa bella chitarra e da allora ogni giorno è buono per dilettarsi!). Ma è proprio la ripetizione che genera confidenza, e la confidenza genera la bravura in maniera sana (non in senso di “essere bravi per essere bravi”, ma nel senso di saper maneggiare uno strumento creativo appropriatamente in modo da creare sempre più motivi, disegni e storie. Insomma, in maniera propedeutica e non meramente “di lode”).

Infine, puntate sempre al piacere di fare qualcosa. Seguite ciò che il bambino cerca, lasciate che sperimenti con ciò da cui è attratto, senza obbligare a fare qualcosa che non dà stimolo o che addirittura non piace. Il “non piacere” è un altro killer della creatività!

La gravidanza è una fase bellissima nella vita di una donna, in cui il corpo femminile dà forma a una nuova vita. Tuttavia per gran parte delle donne questa fase è accompagnata da svariati dolori dovuti al progressivo sviluppo e crescita del feto, che comportano continue modifiche a livello viscerale e strutturale. L’osteopatia aiuta il corpo ad adattarsi ai continui cambiamenti di postura e di funzione che avvengono al suo interno. Per i nostri diversi sistemi (scheletrico, muscolare, digestivo, nervoso, circolatorio e respiratorio) non è semplice questo adeguamento e l’osteopatia, grazie al proprio approccio delicato e che non fa uso di farmaci, è ideale anche per le donne in dolce attesa.

Perché andare dall’osteopata durante la gravidanza: l'osteopatia può fare davvero bene durante la gravidanza di una donna

Problemi che possono sorgere durante la gravidanza sono ad esempio relativi alla colonna vertebrale e ai muscoli che vanno a sostenerla, oppure mal di schiena (lombalgia), sciatalgia (più nota a tutti come sciatica), dolori al collo (cervicalgia), mal di testa (cefalea), problemi di digestione o nausea, ritenzione idrica, problemi circolatori. Ti ritrovi in qualcuno di questi sintomi?
L’osteopatia può aiutarti, poiché provvede a mantenere la giusta mobilità degli organi, dei tessuti, dei muscoli e delle articolazioni, che vengono tutti sottoposti a uno stress per via della crescita del feto.
Il pancione può portare facilmente a tensioni a livello fisico, a limitazioni di movimento, nonché alla compressione dei visceri addominali o alla sollecitazione del sistema nervoso.
L’equilibrio globale che il corpo aveva prima della gravidanza viene perso e occorre acquisirne uno nuovo, che di continuo deve modificarsi in base ai cambiamenti. La postura deve trovare un nuovo assetto, in particolare le curve della schiena e la colonna vertebrale devono disporsi a favorire il sostegno di un peso in aumento giorno dopo giorno. L’osteopatia con il suo approccio olistico guarda alla globalità del corpo e si pone l’obiettivo di facilitare il ritrovamento di questo nuovo equilibrio, adoperando, come unico mezzo terapeutico, le mani e l’abilità palpatoria, che consentono di individuare e sciogliere eventuali tensioni.

L’osteopatia ha non solo una funzione curativa ma agisce anche preventivamente individuando il manifestarsi di problematiche come quelle sopra citate associate alla gravidanza.
Inoltre il trattamento manipolativo osteopatico facilita il parto, un momento delicato per il neonato, garantendo mobilità al bacino ed elasticità tissutale, affinché non sorgano difficoltà o traumi nel momento del parto.

La fase delicata del parto è per la neo-mamma meno faticosa se non sono presenti rigidità a ostacolarlo. Anche per il piccolo e per una sua futura crescita sana è di fondamentale importanza che il parto avvenga senza complicazioni, che potrebbero costituire per lui una causa di disturbi quali reflusso, stitichezza, coliche, scoliosi, disturbi del sonno. Nelle prime ore di vita è fondamentale una valutazione osteopatica per individuare un’eventuale presenza di disfunzioni. In particolar modo è consigliata per i bimbi nati prematuri, al fine di migliorare le funzioni fisiologiche del loro piccolo corpicino.

Dopo il parto, l’osteopatia continua a rappresentare un valido aiuto per tutte le donne e i loro bambini: il pancione scompare e il corpo si ritrova a dover ripristinare l’equilibrio precedente i nove mesi della gravidanza.

State per diventare mamme o lo siete appena diventate? Consigliamo a tutte di consultare un osteopata!

Per prenotare una valutazione o un trattamento osteopatico presso SOMA, potete chiamare il numero 02.20520939 per SOMA Studio Osteopatia Milano (situato in via N. Piccinni 3, Milano) oppure 02.6472097 (interno 3) per SOMA Istituto Osteopatia Milano (situato in viale Sarca 336/F – Edificio 16).

Per scoprire di più clicca qui.

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Recentemente vi abbiamo parlato di eMyBaby App, l’applicazione perfetta per tenere sotto controllo tutti gli aspetti della vita del nostro bambino e della nostra famiglia. Come accennato, l’applicazione ci piace molto perché oltre a mettere un po’ di ordine mentale nelle nostre vite incasinate permette anche di avere in un solo device tutte le info provenienti anche da altri strumenti Miniland. Un esempio? Il baby monitor super tecnologico Digimonitor 2.4 Plus, un monitor per controllare sempre i nostri bambini in tutta sicurezza. E, soprattutto, anche da lontano, collegandosi direttamente all’app o andando sul sito www.emybaby.com!

Un baby monitor per portare sempre con noi i nostri bimbi: sicuro, tecnologico e all’avanguardia, ecco il Digimonitor di Miniland di cui non potremmo più fare a meno

Soprattutto se siete mamme in carriera o genitori che si trovano spesso a viaggiare per lavoro, sapete benissimo, come noi, che lasciare a casa i bambini significa lasciare sul comodino un pezzo di cuore. Certo, staranno con i nonni o con persone che se ne prendono cura in maniera amorevole, ma basta solo stare lontani una sera per sentirne la mancanza e per farsi venire tutti i dubbi del mondo.

Quando abbiamo scoperto Digimonitor di Miniland la funzione che ci ha quindi più colpiti è stata certamente la possibilità di collegarsi da remoto al video: anche quando siamo fuori casa, quindi, attraverso l’applicazione alla quale ci si può collegare possiamo finalmente sbirciare i nostri piccoli mentre sono a casa. Non per spiare, naturalmente, ma per controllare che tutto vada per il meglio e per farci anche passare per un attimo la malinconia.

Oltre a questo, Digimonitor incarna effettivamente tutto ciò che vorremmo da un baby monitor come si deve: in generale, ha una portata di 250 metri, ed è quindi utilizzabile in tutta la casa. Inoltre, è piccolo e maneggevole e quindi davvero molto, molto comodo. Sì, è così piccolo che ci sta tranquillamente in tasca!

Il dispositivo si presenta come una piccola telecamera da appoggiare in cameretta, collegata (nel caso della funzione “fisica” e non da remoto) con un piccolo monitor digitale e touchscreen che permette non solo di vedere le immagini riprese dalla telecamera, ma anche di regolare la sensibilità del microfono in base alle abitudini del neonato, di azionare la visione notturna, di alzare il volume oppure di impostare delle melodie preregistrate per fare addormentare meglio il piccolo (che potrete scegliere tra cinque). Inoltre, è possibile (e questa è una funzione davvero comodissima) impostare le sveglie in base all’ora dei pasti, del cambio pannolino o della somministrazione di medicinali, controllando anche le ore di sonno.

Naturalmente, come tutti gli strumenti di ultimissima generazione, la qualità è sopraffina: le immagini e l’audio arrivano in maniera perfetta e per questo non dovrete aguzzare l’orecchio per capire se effettivamente sta accadendo qualcosa in cameretta, rischiando di entrare per un nonnulla e svegliando i piccoli addormentati. 

Con Digimonitor, inoltre, potete scegliere di collegare più videocamere, fino ad un totale di quattro, e vederne due contemporaneamente sul monitor, controllando così più stanze della stessa abitazione.

Insomma, è davvero completo, sicuro e maneggevole. E per questo possiamo tranquillamente dire che è davvero tra i migliori babymonitor!

8 pappe di riso per lo svezzamento naturale

Martedì, 18 Aprile 2017 11:03

Insieme al miglio, il riso è uno di quei cerali privi di glutine perfetti per i primi mesi dello svezzamento, periodo nel quale è sempre meglio non inserire questo elemento. Ecco perché il riso è ottimo per le prime pappe! Tuttavia lo si pensa noioso o sempre uguale, e allora non lo si evita… Questo solo perché non conoscete tutte le ricettine buone buone che vi andremo a proporre (da preparare in semplicità - ancora di più se disponete di un bel cuocipappa: noi stiamo usando Easy Meal di Chicco che è super pratico). Il riso deve essere la base sulla quale variare gli ingredienti per pasti variegati e gustosi, ma soprattutto benefici e naturali.

8 pappe di riso per lo svezzamento naturale: le nostre ricette per sfruttare la bontà e la naturalezza del riso nei primi periodi dello svezzamento

  • Partiamo con la pappa di riso base, quella bianca e tipica che si dà ai bambini piccolissimi. Sì, forse è noiosa, ma ai bambini spesso piace, e come dicevamo è la base perfetta per altre ricettine per lo svezzamento. Basta fare bollire in un pentolino un po’ di brodo di verdure fatto in casa e aggiungere 40 grammi di riso; quindi, frullare e servire con un cucchiaino di olio evo a crudo (e, se volete, un cucchiaino di pecorino). Qualsiasi varietà di riso va bene: approfittate anche dei diversi sapori e proponetele tutte ai bimbi (da quello “normale” a quello Basmati).
  • Mentre il riso cuoce nel pentolino, cuocete al vapore nel boccale del cuocipappa una zucchina, una carota e una zucca (tutte a pezzetti): omogeneizzando poi il riso con le verdure e un mescolino di brodo ecco che otterrete la ricetta della crema di riso alle verdure.
  • Ottima la minestra di zucca e riso: pulite una zucca e tagliatene a cubetti circa 150 grammi; fatela cuocere al vapore per venti minuti. Nel frattempo fate bollire i vostri soliti 40 grammi di riso, lasciandolo cuocere per il tempo necessario. A fine cottura tuffate tutto nel boccale, frullate la zucca e il riso e mescolate tutto, condendo con dell’olio a crudo.
  • Ai bambini piacciono moltissimo i piselli: approfittatene per cucinare una pappa verdissima che li abituerà anche ai colori (importantissimo per i piccoli!). Cuocetene al vapore 50 grammi (per circa venti minuti), mentre nel frattempo bollite in un pentolino separato 30 grammi di riso. Scolatelo e unitelo ai pisellini nel boccale, omogeneizzando tutto con l’apposita funzione.
  • Riso e pomodoro: altra abbinata vincente, perfetta dall’anno (e quindi non ci sarà nemmeno bisogno di frullare o omogeneizzare). Fate cuocere al vapore due o tre pomodori pelati e tagliati a pezzetti, mentre preparate in un pentolino 30 grammi di riso bollito. Omogeneizzate i pomodori e utilizzate la salsina per condire il riso, completando con un filo d’olio. Questa pappa sarà super rossa (e di nuovo torna il discorso dell’importanza dei colori nell’alimentazione fin da piccolissimi).
  • Dai 7 mesi potete iniziare a inserire nello svezzamento il pesce: questa crema di riso e nasello è deliziosa, e l’aroma di finocchio piacerà ai bimbi. Cuocete al vapore nel cestello del vostro cuocipappa, tutti insieme, 50 grammi di nasello pulito e sfilettato, mezzo finocchio e mezza carota. In trenta minuti dovrebbero ammorbidirsi al punto giusto, e sarà quello il momento di omogeneizzarli. Nel frattempo, cuocete in brodo vegetale 30 grammi di riso, e a fine cottura scolatelo e frullatelo. Mescolate bene il riso e l’omogeneizzato di nasello e verdure e condite con un leggero filo d’olio.
  • Per una pappa ricca di proteine vegetali, ecco la crema di riso e lenticchie rosse: utilizzate 20 grammi di lenticchie rosse precotte. Cuocete in acqua bollente mezzo gambo di sedano, una carota, un pomodorino e qualche fogliolina di prezzemolo, per circa trenta minuti. Dopo dieci minuti dall’ebollizione aggiungete però 30 grammi di riso. Nel frattempo omogeneizzate le lenticchie con un filo di acqua di cottura, dopodiché frullate anche il riso e le verdure e mischiate tutto insieme.
  • Infine ecco la nostra pappa dolce della sera, per dare un po’ di dolcezza ai nostri bimbi viziandoli in maniera naturale!

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale. 

Come per gli adulti, anche per i bambini vale la regola che è sempre una buona abitudine mangiare secondo la stagionalità. Anche quando si tratta delle prime pappe dello svezzamento! Soprattutto a partire dai 12 mesi, periodo nel quale si possono iniziare ad inserire tanti alimenti che prima erano interdetti.

Oltre agli oli (quello di oliva spremuto a freddo, quello di semi di zucca, di girasole, di riso e di semi di lino - ricchissimo di Omega 3!) i nostri bimbi inizieranno a mangiare le pastine (non integrali e preferibili di kamut, riso e farro, meglio se senza zucchero e senza sale) e il riso. Legumi, cereali, frutta, verdura: da questo momento in poi si avranno moltissime possibilità, e quindi la pappa diventerà sempre più gustosa.

Ecco quindi le nostre proposte per quattro pappe stagionali perfette da provare dai dodici mesi, da cucinare in maniera veloce, sana e comoda con il nostro Cuocipappa, che ci permette di preparare tutto nel suo boccale!

Una pappa per stagione a partire dai 12 mesi: quattro idee di pappe per bambini seguendo la stagionalità della verdura

Per l’estate, ecco la pastina alle zucchine e basilico, fresca e saporita, verdissima e nutriente. Pulite e cuocete, bollendola, una zucchina, quindi omogeneizzatela insieme a qualche foglia di basilico ben lavata. Aggiungete quindi un cucchiaino di olio extravergine d’oliva spremuto a freddo e un cucchiaino di pecorino romano. Cuocete 30 grammi di pastina di farro e condite con la salsa di zucchina e basilico che avete preparato.

Durante l’autunno arriva il periodo della zucca, perfetta perché naturalmente dolce e arancione, caratteristica che ci permette di cominciare ad abituare il bambino a mangiare tutti i colori (abitudine importantissima per far sì che prenda confidenza con la varietà dei prodotti della terra).

Tagliate quindi una fetta di zucca e tagliatela a cubetti, e fatela lessare insieme ad una carota tagliata a rondelle e qualche foglia di sedano. Una volta morbide, passate tutto omogeneizzando (va benissimo anche con un cuocipappa) o con il passaverdura manuale (ottimo, se non avete il cuocipappa, poiché permette di non incorporare aria, cosa che accade con i normali frullatori). Unite quindi al passato di verdura 150 millilitri di brodo vegetale, 40 grammi di ricotta, un cucchiaino di olio evo e uno di pecorino. Mescolate bene e servite la vostra pappa di zucca e ricotta ben calda.

L’inverno è la stagione perfetta per la crema di lenticchie, legume saporito e importante per l’apporto di proteine vegetali che dà all’organismo del bambino. A noi in questa pappa piace utilizzare le lenticchie fresche (lasciandole a bagno per una notte) e aggiungere anche un pochino di salsa tahina, la crema ottenuta dalla cottura dei semi di sesamo (e che trovate nei negozi etnici, oltre che nei supermercati più forniti).

Dopo aver quindi lasciato in ammollo per una notte le vostre lenticchie, scolatele. Tritate poi gli aghi di un rametto di rosmarino, quindi cuoceteli in un filo d’olio insieme alle lenticchie. Dopo un attimo coprite con del brodo vegetale e lasciate cuocere per trenta minuti. A fine cottura basterà aggiungere un cucchiaio di salsa tahina e frullare o omogeneizzare tutto.

In primavera torneranno poi sui banchi dei mercati le buonissime coste, che abbinate al tofu faranno una deliziosa crema per i nostri bimbi: prendetene 50 grammi, lavatele, tagliatele grossolanamente a pezzetti e cuocetele in acqua per un quarto d’ora circa. Una volta cotte scolatele e omogeneizzatele: unite alla crema ottenuta 30 grammi di pecorino (fatto prima sbollentare in modo da ammorbidirlo bene) e mescolate con cura, aggiungendo un cucchiaio di olio evo prima di servire.

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Ciò di cui vogliamo parlarvi oggi vuole partire da un presupposto fondamentale, e cioè quello che vuole la pelle come primo organo sensoriale del bambino nei primi mesi di vita. Attraverso la cute, infatti, il bambino sperimenta il tatto, ma attraverso essa passano anche sensazioni emozionali davvero importanti e insostituibili, altrettanto fondamentali quanto la fame e tutti gli altri bisogni fisiologici primari.

La fame può infatti essere calmata nutrendo il nostro bambino. Le fastidiose sensazioni del pannolino bagnato o sporco passano al successivo cambio. Ma se al bambino mancano il tocco e gli abbracci dei genitori, questa mancanza si farà sempre sentire.

Ecco perché è bene considerare la pelle come se fosse un altro organo di nutrizione: è attraverso essa che provvediamo a saziare il bisogno primario di affetto del bambino, attraverso sensazioni uniche e stimolanti!

Oltre la crema corpo: il ruolo sensoriale della cosmesi per bambino

Insomma, se la fame porta il bambino al deperimento fisico, l’assenza di tatto è altrettanto devastante. E per fortuna esistono quindi associazioni (come ad esempio I Bambini Dharma) che donano coccole ai bambini abbandonati. Se questi non ricevessero questo contatto, le conseguenze comportamentali sarebbero tremende: è proprio attraverso la coccola e il tocco, infatti, che i bambini sviluppano prima la fiducia nel prossimo, e in seguito quella in se stessi, requisiti fondamentali per una crescita sana e non travagliata.

Mamma e papà dovrebbero quindi mettersi in testa che limitare il contatto per “evitare di viziare” i propri bambini è un atteggiamento quanto mai sbagliato. Un bambino, soprattutto nei primi mesi, non viene “viziato”. Semplicemente, assecondando le sue richieste gli si dà ciò di cui ha davvero bisogno. E in quel momento ad essere in primo piano sono sì la fame, la sete e il sonno, ma anche le coccole!

Perché nella vita c’è un aspetto di cui abbiamo paura ma che c’è sin dai primi giorni: e cioè la sensualità. Che è strettamente collegata con la sessualità, e che nei primi anni di vita si manifesta come un’emozione d’amore che passa proprio attraverso i sensi.

Ecco perché noi di mammapretaporter consigliamo sempre il massaggio, la coccola e la tenerezza, un’abitudine che dovrebbe essere quotidiana: prendersi dieci minuti al giorno (soprattutto la sera prima di dormire) per coccolare il proprio bambino in maniera profonda e sentita è uno dei modi per creare un legame davvero stretto tra di voi, ma soprattutto è una tra le migliori modalità per stimolare i sensi del bambino, che attraverso essi può conoscere il mondo (stavolta anche quello interiore e non solo quello esteriore).

Il massaggio è infatti una delle prime forme di contatto profondo e pensato da parte della mamma e del papà nei confronti del bambino, e moltissime popolazioni antiche lo eseguivano, sapendo delle implicazioni sensoriali fortissime. Se a questo associamo lo spalmo delle creme l’attività diventa ancora più completa e coinvolgente: vi abbiamo infatti già parlato del ruolo dell’olfatto nel rapporto tra mamma e bambino. Capirete, quindi, che stimolare contemporaneamente cute e nasino è quanto di più affascinante potrete fare per vostro figlio.

Le creme, infatti, non hanno un ruolo di semplice cosmesi. O meglio: servono anche a quello, è chiaro, dal momento che la pelle del bambino ha bisogno di essere nutrita tanto quanto il suo stomaco. Fino all’adolescenza, infatti, non si producono grandi quantità di sebo, e la secchezza è spesso un problema che causa irritazioni e arrossamenti. Prendere come buona abitudine l’associazione dello spalmo di queste creme con messaggio più profondo è quindi una abitudine ammirevole.

Sistemando il bambino sul fasciatoio, nudo o solo con il pannolino, potete mettere della musica rilassante in sottofondo e iniziare a spalmare quindi queste creme o oli profumati in maniera delicata, lieve e lenta, ma facendo anche la giusta pressione in modo che il bambino senta davvero questo tocco profondo.

L’importante è scegliere sempre creme naturali adatte allo scopo. Noi ci affidiamo sempre a Fiocchi di Riso e alla sua linea “Coccole quotidiane”. In particolare l’olio Emudermico  e l’Emulatte sono perfetti per lo scopo: idratano, profumano in maniera naturale esaltando l’odore della pelle del bambino, lasciano scorrere le dita e le mani sui corpicini in maniera lieve. E il loro profumo stimolerà sensazioni ataviche che i bimbi si porteranno poi dietro per tutta la vita (provando sensazioni di benessere e ricordi d’amore ogni volta che sentiranno nuovamente quel profumo che ha segnato moltissimo i primi anni di vita).

Quando poi i bimbi crescono, questo ruolo sensoriale delle creme non si stoppa, ma anzi si rafforza. Oltre ai massaggi e ai “grattini” che moltissimi bambini continuano ad amare anche una volta cresciuti, li si può stimolare a provare da soli le sensazioni che le creme donano: basta dare loro le scatoline o i tubetti di crema e lasciarli liberi di scoprirle come meglio credono. Saranno già abituati alla sensazione della crema sul corpo, ma scoprire cosa si sente a spalmarsela da soli sarà un’esperienza unica. Di nuovo, l’importante è scegliere creme naturali e sicure, in modo da non preoccuparsi se pasticceranno o infileranno le manine in bocca: capiterà, ma farà anche questo parte di quella scoperta sensoriale che solo le creme e gli oli sanno dare!

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Oggi siamo felicissime, e vi rendiamo partecipi di questo nostro nuovo viaggio: vogliamo raccontarvi di una nostra nuova collaborazione di cui andiamo davvero fiere, poiché l’azienda coinvolta è una delle più naturali, sicure e genuine del nostro panorama. Parliamo di Fiocchi di Riso e delle sue linee di cosmetici per bambini!

I loro prodotti sono sopraffini, naturali, tollerabili e studiati nel dettaglio, con ingredienti che arrivano direttamente dalla natura e che per il loro potere benefico sono davvero perfetti per i nostri bambini. Quali sono questi ingredienti? Ve lo spieghiamo subito.

Una nuova collaborazione che amiamo: quella con Fiocchi di Riso, azienda naturale e sicura che con i suoi ingredienti rende i rituali cosmetici dei nostri bambini profumati e benefici

Cosa ci piace di Fiocchi di Riso? Certamente la sicurezza. La mission dell’azienda è infatti andare addirittura oltre agli standard di sicurezza imposti dalle normative che ci sono in vigore, e così i loro prodotti sono tutti testati e privi di SLS (Sodium Lauryl Sulfate e Sodium Laureth Sulfate), di paraffina, di PEGs, di Mea, Dea, Tea e coloranti. Sono inoltre senza profumi e senza conservanti aggressivi e ogni ingrediente è assolutamente naturale, pensato per andare incontro e tutelare ogni tipo di pelle, anche la più sensibile.

La naturalità è anche certificata: tutti i prodotti sono testati per il Nichel, per l’1.4 Diossano, sono testati dermatologicamente e quando vegani (quindi privi completamente di ingredienti di origine animale) presentano la dicitura “Ok Vegan Gold”. Insomma, sono sicurissimi, e sul loro sito troverete, con tutta la trasparenza possibile, la lista dei loro ingredienti.

Ma quali sono questi ingredienti principali?

In primo luogo il riso, che dà il nome alla linea, con le sue proteine e i suoi estratti vegetali. I chicchi del riso sono naturalmente ricchissimi di proteine, fibre, sali minerali e acidi grassi essenziali e il suo olio ha proprietà incredibilmente emollienti che lo rendono perfetto per l’uso cosmetico, soprattutto per le pelli delicate dei bambini. Nutriente e rimineralizzante, il riso assorbe delicatamente gli eccessi di olio, ma allo stesso tempo nutre e sfiamma, ed è quindi perfetto per nutrire e proteggere la cute. Lo troverete in prodotti come “Sa di me”, il detergente quotidiano delicato che non rovina le proprietà naturali della pelle, oppure nel “Talco non talco”, che sfrutta l’amido di riso per regolare la sudorazione e l’odore della cute.

Secondo ingrediente miracoloso e naturale è la malva. Idratante, lenitiva ed emolliente, la troverete, ad esempio, nel detergente per capelli “Fior di Me”, ma è anche l’ingrediente perfetto per l’igiene intima. Questo fiore dalle proprietà antimicrobiche e sfiammanti è ottimo per proteggere le mucose e la cute dagli agenti esterni irritanti poiché è in grado di formare uno strato idrico in grado di diminuire irritazioni e secchezza delle pelli più sensibili.

Anche l’olio di oliva e gli estratti vegetali di olivo sono protagonisti delle linee di Fiocchi di Riso, con le loro proprietà benefiche e i principi attivi che li rendono perfetti per ammorbidire la pelle. L’olivo è ricco di polifenoli, vitamina E e carotenoidi, sostanze che contrastano l’invecchiamento cellulare e le infiammazioni. Ecco perché questa pianta è una delle protagoniste del detergente “Sa di me” e dell’”Emulatte”, balsamo idratante per la pelle facilmente arrossabile.

Altro olio impiegato in ampia quantità da Fiocchi di Riso è l’olio di Emu, presente nell’olio per massaggi Emudermico e nella “Clemulina”  per il seno delle neomamme: quest’olio è un sottoprodotto assolutamente naturale che si estrae dal grasso dell’emù, l’uccello corridore simile allo struzzo che vive in Australia. Ricchissimo di Omega 3, 6 e 9, è utilizzato da sempre dalle popolazioni aborigene che ne conoscono da secoli le proprietà lenitive, emollienti e contrastanti del rossore. Per questo è molto adatto contro gli eczemi o le dermatiti, e per questo lo troverete anche nella pasta per il cambio pannolino “Pasta Emu”,, priva di ossido di zinco e paraffina liquida e incredibilmente nutriente, e nell’Olio Emudermico per il massaggio infantile.

L’Aloe Vera lo troviamo in moltissimi prodotti Fiocchi di Riso: di nuovo nella Pasta Emu, ma anche nella Cremulina e nell’Emulatte. L’Aloe Vera è idratante, antinfiammatorio, antiallergico, disinfettante e rigenerante: tutte proprietà naturali che aiutano la pelle del bambino a mantenersi idratata, pulita e forte, al riparo da infiammazioni e secchezza.

Infine, ecco l’olio di Babassu, morbido e facile da spalmare e per questo perfetto per detergenti quali il Sapone Off Sapone0 e Sa di Me. Delicatissimo, quest’olio protegge la pelle dandole un film protettivo ma traspirante che la mette al riparo dai cambiamenti atmosferici. Soprattutto, lenisce la pelle infiammata e la ammorbidisce al contempo.

Sara

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Cecilia

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