Una ricetta davvero completa, quella che vi proponiamo, perché prevede, oltre al cous cous, un abbinamento di legumi e verdure delizioso, in modo da apportare energia, carboidrati e proteine vegetali!

Cous cous con verdure e legumi: la ricetta del primo piatto completo a base di ceci, zucchine, carote e melanzane

 

Chi pensa che fare dolci vegani sia difficile si sbaglia di grosso. Basta sostituire le uova e il latte con ingredienti vegetali, infatti, per ottenere praticamente lo stesso risultato. Come questa torta mimosa vegana, che riprende la tradizione variando gli elementi!

Torta mimosa vegana: la ricetta tradizionale della torta mimosa rivisitata per un risultato completamente veg

 

Raccontare la Storia dell’Arte ai bambini fin da piccoli è una buonissima abitudine. Non solo perché è stimolante e divertente, ma perché in questo modo possiamo infondere in loro il piacere dell’arte, un piacere che poi potranno portarsi dietro fino all’età adulta, apprezzando la bellezza, la creatività e la profondità di pensiero che tutta l’arte si porta dietro.

 

Non importa che sia l’arte classica, antica, moderna o contemporanea: tutta l’arte è degna di nota! Avvicinare i bambini a questo mondo è sempre bellissimo. Lo si può fare attraverso il gioco, attraverso libri apposta per loro, oppure visitando insieme le più belle mostre didattiche, come questa che sarà aperta fino al 2 luglio presso la Villa Reale di Monza!

A Monza la Storia dell’Arte raccontata ai bambini: con ArtKids la storia dell’arte diventa un bellissimo percorso per i più piccoli

Lo scorso 31 marzo ha inaugurato presso la bellissima Villa Reale di Monza (riaperta solo recentemente dopo un attento restauro) l’esposizione didattica “La storia dell’arte raccontata ai bambini”: Martina Fuga e Lidia Labianca di ArtKids, insieme a Nuova Villa Reale, hanno ideato un meraviglioso percorso pensato per i più piccoli, proprio per avvicinarli all’affascinante mondo dell’arte in tutte le sue forme, in un percorso storico e cronologico che li porterà a conoscere da vicino gli stili, gli artisti e i soggetti più importanti della storia artistica dell’uomo.

Si parte dalla preistoria per giungere ai giorni nostri: un percorso didattico che più completo non si può, che riesce a immergere i bambini nella bellezza della creatività, nella sua profondità e nelle sfaccettature della fantasia, intesa come capacità di creare meraviglia, di stupire, di fare riflettere e di lasciare un segno della propria storia.

Come ogni esposizione didattica che si rispetti, “La storia dell’arte raccontata ai bambini” presenta un percorso multisensoriale e immersivo che coinvolge concretamente i bambini, avvolgendoli di sensazioni e di pensieri.

Nelle stanze lungo il percorso i piccoli visitatori della Villa Reale (al cui piano superiore si svolge un’altra mostra molto importante, “Da Monet a Bacon. Capolavori della Johannesburg Art Gallery”) troveranno filmati nei quali gli artisti, disegnati dalla penna (e raccontati dalla voce) di Sabrina Ferrero (in arte Burabacio, bravissima illustratrice piemontese specializzata in disegni per l’infanzia e graphic novelist il cui tratto piace tanto ai bambini quanto a noi adulti amanti degli scarabocchi - i “burabacio” piemontesi, appunto!), spiegheranno loro la loro vita e le loro opere in maniera semplice, esaustiva e interessantissima.

Da questi racconti i bambini potranno iniziare il loro ragionamento, pensando e chiacchierando su ciò che hanno visto e mettendo in pratica i concetti attraverso attività ludiche e creative per sperimentare direttamente i linguaggi e le tecniche artistiche che si sono susseguite nel corso dei secoli.

La mostra, che resterà aperta fino al prossimo 2 luglio, è gratuita per i bambini fino ai sei anni. Per tutti gli altri, il biglietto (che è possibile comprare anche in precedenza, collegandosi al sito TicketOne) costa 8 euro, con riduzione a 6 euro per i gruppi di almeno 15 persone e i minori di 25 anni. Le scuole pagheranno invece 5 euro a bambino, così come i minori di 18 anni.

Ps. Avete già letto gli e-book di Burabacio? “008 e la Nuvola di Picasso” e “008 mistero fiorentino” sono i primi due episodi della serie dedicata al cane investigatore 008, che portano i bambini, attraverso illustrazioni bellissime e testi divertenti, alla scoperta della storia dell’arte!

 

Se già il discorso sull’allattamento è un argomento importante e sensibile, pensate a quello sul tiralatte: altrettanto fondamentale, eppure bistrattato e scansato via come la peste. Due attività, queste, naturali e vitali per le mamme allattanti, che per nutrire i loro bambini devono o attaccarli al seno o ricorrere al tiralatte in maniera costante. Ma dove si ritrovano a farlo? Naturalmente nei posti più strani e squallidi, perché i luoghi pubblici o i posti di lavoro troppo spesso non dispongono di spazi organizzati adeguatamente.

#IPumpedHere, ovvero i posti più disgustosi dove ci troviamo a tirare il latte: la campagna americana per sensibilizzare sulla mancanza di luoghi adatti all’allattamento e all’uso del tiralatte

Bagni, sgabuzzini della manutenzione, stanze delle scope, atrii di palazzi affollati, autobus, automobili... La lista è praticamente infinita e si riferisce ai luoghi nei quali le mamme di tutto il mondo si ritrovano, sole e scomode, a tirare il loro latte, un’attività lecita, naturale e fondamentale per le madri che ancora allattano i loro bambini, ma che non possono stare chiuse in casa tutto il giorno!

Un tema tuttavia considerato poco e trattato praticamente mai. Che fare allora? A volte il potere dei social e dell’internet è così forte da poter essere sfruttato in maniera positiva. Esattamente come hanno fatto le ragazze di MomsRising con il loro progetto “I Pumped Here”, ovvero “Ho tirato il latte qui”.

Il tutto parte da un video (quello che trovate qui sotto) e continua con adesivi e fotografie: le mamme hanno chiesto alle loro colleghe “allattatrici” di condividere con un’immagine, corredata o meno da un adesivo da loro regalato (con la frase, appunto, “#IPumpedHere” - lo trovate qui), raffigurante i luoghi più strani, schifosi e angusti nei quali si sono ritrovate costrette a tirare il loro latte. Esatto, “costrette”: perché non è una scelta quella di chiudersi nel bagno al quinto piano per estrarre il proprio latte, ma una forzatura indotta spesso da lavori (o da esercizi pubblici) che non hanno al loro interno uno spazio adeguato (e dignitoso) dove le mamme possano accomodarsi per allattare o per utilizzare il tiralatte.

“Il 60% delle donne non ha accesso ad appropriate strutture dove estrarre il latte. Anche queste donne”. E qui, nel video, segue un divertente (ma amaro) elenco nel quale le donne che hanno raccolto l’appello condividono la loro esperienza. “Abbiamo chiesto alle mamme di raccontare le loro esperienze più terribili, avvilenti, ridicole e antigieniche”.

Hanno risposto mamme famose, come Chelsea Clinton (“Ero nel bagno di un backstage, grata a mio marito che mi teneva la porta chiusa”) e Julie Bowen (“Eccomi là, nel sedile passeggero della mia macchina, quando un poliziotto si è avvicinato”). Ma anche mamme “normali”, nei cui panni potremmo calarci tutte.

“Oggi ero in un archivio, in equilibrio su una scatola di documenti e reggendomi con il piede contro alla porta”. “In un bagno pubblico di un aeroporto affollato”. “In un guardaroba. E, sì, passavo alla gente i loro cappotti mentre estraevo il latte”. “Nella sala-pausa della mia compagnia, senza un assoluto briciolo di privacy”.

Tutte le mamme dovrebbero quindi rispondere all’appello delle Moms Rising, taggando le loro immagini dei luoghi peggiori nei quali si ritrovano a tirare il latte (o ad allattare) con l’hashtag #IPumpedHere. Facebook, Twitter, Instagram: non importa dove, importa farlo. “Facciamo uscire le mamme che estraggono il latte dai bagni pubblici, per farle entrare nelle stanze dedicate che si meritano!”.

Il gioco sensoriale del giardiniere

Lunedì, 29 Maggio 2017 07:25

 

Tra i giochi corporei più divertenti, rilassanti e coinvolgenti, il nostro preferito è sicuramente quello del giardiniere. Che non è il tradizionale fare giardinaggio a cui siamo abituati! No. Quello lo si fa all’aperto, sporcandosi, stancandosi e muovendosi nella natura. Il gioco del giardiniere che vi proponiamo è molto più rilassante, e per noi sta ormai diventando un rituale della sera.

Il gioco sensoriale del giardiniere: con un po’ di crema e le nostre mani, ecco il gioco corporeo perfetto prima della nanna

Il gioco consiste semplicemente nel massaggiare la schiena del nostro bambino facendo finta che sia un piccolo orto. Su questo piccolo orto, quindi, con le nostre mani prepariamo la terra, la innaffiamo, piantiamo i semi e ci occupiamo in tutto e per tutto di fare crescere le piante.

Si tratta di un gioco di imitazione attraverso le mani che oltre a insegnare ai bimbi l’importanza del giardinaggio, rendendoli consapevoli di tutti i passaggi che bisogna compiere per prendersi cura fino in fondo della natura, è utile perché rafforza ancora di più il legame corporeo tra mamma (o papà) e bambino, facendolo rilassare e facendogli sentire la sensazione di movimenti tra loro diversissimi sulla sua pelle e sulla sua schiena.

Per prima cosa, scegliete un ambiente tranquillo e confortevole, come la camera da letto, e fate stendere il bambino su qualcosa di morbido (il letto andrà benissimo, ma anche un tappeto peloso in terra!). La sua schiena dovrà essere nuda e dovrà mettersi a pancia in giù. 

Prendete quindi la vostra crema preferita. Noi ne abbiamo sperimentate un po’, e dobbiamo ammettere che la migliore, quando si tratta di giochi corporei, è certamente l’Emulatte di Fiocchi di Riso, per la sua consistenza, i suoi nutrienti (non dimentichiamo che questa è una buona occasione per prendersi cura - indirettamente - della cute dei bimbi!) e il suo profumo delicato che suscita in noi bellissime emozioni.

Appoggiate una bella noce di crema sulla schiena del bambino e iniziate ora il gioco del giardinaggio! L’importante, ricordate, non sono solo i movimenti, ma anche la spiegazione degli stessi. Ripetete quindi ad alta voce cosa state facendo, in modo che i bimbi capiscano la relazione con il giardinaggio.

  • Iniziate preparando la terra: con movimenti verticali che vanno dalle spalle alle natiche (e viceversa) stendete la crema in strisce, come fosse l’aratro che passa sulle zolle.
  • Continuate poi con la zappa. La zappa saranno le vostre mani, che con movimenti decisi picchietteranno la schiena imitando l’azione della zappa che alza le zolle per ravvivarle. Insistete sulla zona delle spalle e del collo, quella “collinare”, la più difficile da zappare perché la terra è più dura.
  • Una volta che la terra è stata ben smossa, dobbiamo far sì che non vi siano grumi troppo grossi. Con le mani che imitano il movimento dell’”impastare” rendiamo omogenea la terra, quindi spianiamola bene, tornando a versare un pochino di crema sulla schiena riformando le linee verticali dalle natiche alle spalle. Durante questa fase trascinate le vostre braccia pesantemente, senza delicatezza, sulla schiena del bambino, in modo da fargli sentire una differente sensazione, più decisa.
  • Arriva quindi il momento della semina: con il dito indice picchiettate in maniera omogenea e uniforme tutta la schiena del bambino, procedendo orizzontalmente e riga per riga. Cosa state seminando? Chiedete al vostro bimbo!
  • Per far sì che i semi fioriscano, è necessaria un po’ di pioggia. Di nuovo picchiettate la schiena, ma stavolta molto più delicatamente e in maniera disordinata. 
  • La terra, tuttavia, ha bisogno anche di essere spianata. Ecco il bel massaggio finale, rilassante ed eseguito con massaggi sinuosi.

Giulia Mandrino

 

 

L’Hemp-fu, cos’è e come prepararlo

Venerdì, 26 Maggio 2017 09:37

La parola sembra super orientale, ma in realtà l’hemp-fu è stato inventato in Italia. Esatto, nel nostro paese, e non troppi anni fa: era il 2009 quando dal latte di canapa si è riusciti ad ottenere un nuovo tofu (e infatti “hemp” significa canapa, mentre “fu” richiama la parola tofu): il tofu di canapa.

Il tofu di canapa è un ottimo sostituto del formaggio nelle diete vegane. Ma vediamo insieme di cosa si tratta nel dettaglio e come prepararlo in casa partendo dal latte di semi di canapa.

L’Hemp-fu, cos’è e come prepararlo: cos’è il tofu di canapa, come prepararlo e quali sono le sue proprietà

Se il tofu tradizionale viene prodotto a partire dai semi di soia, l’hemp-fu segue lo stesso procedimento, variando però l’ingrediente base, che stavolta sono i semi di canapa. La canapa è un seme molto importante per l’organismo, poiché è ricchissimo di fibre e di proteine. Quindi, pur non essendo un legume, è facilmente paragonabile a questa classe di alimenti.

Nello specifico, l’hemp-fu possiede, ogni 100 grammi, 16 grammi di proteine vegetali, 6 grammi di grassi, 10 grammi di fibre e 170 calorie.

Oltre ad integrare nella nostra dieta la canapa attraverso l’olio, i semi o la farina, ora lo si può quindi fare con l’hemp-fu, che si presta bene a molte preparazioni.

Il classico esempio è quello dello spezzatino di hemp-fu, che prevede la cottura dei dadini di tofu di canapa esattamente come uno stufato di carne. Lo si mangia però anche fritto, al forno, in padella, per la preparazione di sughi (come ad esempio il ragù, alternativo a quello di seitan), nelle insalate... Questo perché il suo sapore neutro lo rende praticamente accostabile a tutti gli altri alimenti.

Come prepararlo, quindi, in casa? L’ingrediente base è il latte di semi di canapa, che, in caso fatichiate a trovarlo al supermercato o al vostro negozio bio di fiducia, potete trovare anche su Amazon.

In alternativa, potete prepararlo direttamente voi partendo dai semi: ammollate 100 grammi di semi di canapa sativa in 200 ml di acqua per due ore, quindi frullateli insieme all’acqua di ammollo e a un pizzico di sale. Aggiungete quindi gradualmente 800 ml di acqua tiepida, frullando, e infine filtrate il liquido.

Preparate quindi il vostro litro di latte di canapa, 2 cucchiai di succo di limone (oppure 4 grammi di nigari, un caglio naturale composto da cloruro di magnesio ed altri oligoelementi del sale marino), 100 ml di acqua e del sale.

Versate il latte in un pentolino e portatelo a 85 gradi, quindi scaldate in un altro pentolino i 100 ml di acqua con due cucchiai di limone (oppure con il nigari). Versate il latte caldo in una ciotola di vetro e mescolate insieme l’acqua e limone. Lasciate riposare per dieci minuti, in modo che inizi a cagliare.

Foderate poi un colino (o una fuscella apposta per il formaggio) con un canovaccio e appoggiatelo sopra ad un contenitore aperto.Versate il latte cagliato e lasciatelo sgocciolare per un paio d’ore. Togliete quindi il vostro hemp-fu dal colino e gustatelo o cucinatelo come preferite. Si manterrà per tre giorni in frigorifero, riposto in una scatola chiusa ermeticamente.

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale. 

Le polpette, che invenzione. I bambini ne vanno matti e noi possiamo sbizzarrirci inserendo ingredienti che magari normalmente non mangerebbero, ma a cui così non riescono a resistere. Come le polpette di lenticchie alla siciliana, che combinano il sapore di questo legume con i profumi dell'isola.

Polpette di lenticchie alla siciliana: la ricetta perfetta delle polpette per proporre i legumi ai bambini

 

Una ricetta laboriosa ma dal risultato impeccabile e davvero, davvero gustoso: per la nostra dose settimanale di pesce stavolta abbiamo scelto i calamari, il mollusco preferito dai bambini. Ma stavolta evitiamo di farli fritti e proviamo una preparazione della tradizione amalfitana!

Calamari all'amalfitana: la ricetta dei calamari ripieni di tradizione amalfitana che piacerà moltissimo anche ai bambini

 

La Giornata dei Bambini Scomparsi

Giovedì, 25 Maggio 2017 08:26

Una delle paure più grandi di noi mamme: un buco nero. Qualcosa a cui personalmente non penso mai, perché anche il solo pensiero mi tramortisce. Parlo dei bambini scomparsi. Un tema vero, reale, purtroppo più che attuale. E in effetti, a ben vedere, se ne parla molto poco, rispetto a quello che di dovrebbe. Perché solo in Italia ogni anno scompaiono più di 100 bambini. In Europa 270 mila. E nel mondo 8 milioni.

La Giornata dei Bambini Scomparsi: una giornata per parlare e sensibilizzare su un tema delicato, doloroso e purtroppo attuale

 

Dal 1983 ogni 25 maggio (data che ricorda la scomparsa del piccolo Ethan Patz, rapito a New York nel 1979) si celebra la Giornata mondiale dei Bambini Scomparsi. Un modo efficace, se trattato con le giuste misure, per tornare ad informare su un tema di cui purtroppo non si sente molto parlare, se non nei momenti in cui un caso più mediatico degli altri desta le attenzioni della gente.

In realtà non sono solo i casi famosi ad esistere. I numeri parlano chiaro: sono più di cento i bambini che scompaiono ogni anno, e parliamo solo dell’Italia.

A rivelare le statistiche e i numeri del nostro paese è il Telefono Azzurro, che coordina la linea telefonica europea dedicata ai bambini scomparsi (l’116-000 : è questo il numero da chiamare in caso di emergenza - la linea è internazionale, europea, per favorire la cooperazione tra i paesi): tra il 2009 e il 2015 ha preso in carico 695 casi di scomparsa di minori. Altro dato: tra il 1974 e il 2014, quindi in quarant’anni, in Italia ci sono stati circa 15000 bambini scomparsi, di cui 13.000 sono rappresentati da bambini stranieri.

I dati sono allarmanti e fanno davvero spaventare. E a questo problema si aggiunge quello più recente delle migrazioni: sono moltissimi infatti i minori che arrivano non accompagnati in Italia e di cui si perdono le tracce poco dopo. Seguono la via che credono li porti verso la libertà e la vita, ma spesso si ritrovano soli e sfruttati da criminali, in giri di delinquenza e prostituzione.

L’Europol in questo senso ha dichiarato che in Europa almeno diecimila bambini emigrati da soli sono scomparsi nel nulla. Questi bambini hanno addirittura fatto raddoppiare la media nel 2016: dal solito centinaio di minori scomparsi, infatti, l’anno scorso in Italia siamo arrivati a 256 (numero che comprende solo quelli presi in carico dall’116-000, quindi non veritiero ma considerabile come una punta di iceberg).

Altro motivo di scomparsa è quello della sottrazione del minore da parte di uno dei due genitori, spesso in situazioni di separazione conflittuale. In questi casi, purtroppo, i minori spesso vengono allontanati dal Paese ed è difficilissimo che vengano poi ritrovati o che tornino volontariamente in Italia dall’altro genitore.

La Polizia di Stato, in ogni caso, è impegnata a dare la massima importanza ai casi di scomparsa di minori. Ecco perché il primo passo è rivolgersi a loro (tramite il 112 o l’116-000), e avere fiducia nelle loro ricerche. Spesso i casi si risolvono felicemente, con il ritrovamento del bambino o con il suo ritorno a casa entro poche ore dalla denuncia.

I loro consigli sono comunque molto preziosi: ve li riportiamo qui.

Per gli adulti:
- ­Assicurati che i tuoi figli conoscano il proprio nome e cognome, l’indirizzo di casa e il numero di telefono di una persona di fiducia.
-Incoraggia i tuoi figli a stabilire una rete di persone di fiducia a cui possono rivolgersi per chiedere aiuto.
-Insegna ai tuoi figli che, quando si sentono in pericolo, possono fermare e chiedere aiuto ai rappresentanti delle Istituzioni che incontrano per strada, Forze dell’ordine, Vigili del Fuoco, sanitari delle ambulanze.
-Imparate voi stessi quali rischi si possono trovare su Internet e gli accorgimenti per rendere sicura la navigazione sia per voi che per i vostri figli.
-Fate in modo che ci sia sempre un dialogo aperto con i vostri figli affinché si sentano liberi di confidarsi se hanno avuto esperienze che li hanno fatti sentire a disagio.
-Dite ai vostri figli di non camminare mai da soli, ma sempre in compagnia di un amico o di un adulto di fiducia.
-Insegnate ai vostri figli come e dove chiedere aiuto se necessario.
-Chiedete ai vostri figli di informarvi se cambiano i programmi già stabiliti.
-Incoraggiate i vostri figli a fare attenzione a ciò che li circonda e a memorizzare i dettagli di persone sospette in cui potrebbero imbattersi (ad esempio l’aspetto o abbigliamento).

Per i bambini:
- ­Ricorda che non sei mai solo: c’è sempre qualcuno disposto ad ascoltarti e ad aiutarti.
-Se cambi i tuoi programmi comunicalo a qualcuno.
- ­Puoi dire sempre “NO” a qualsiasi cosa ti faccia sentire a disagio o ti spaventi.
- Se sei in pericolo o ti senti insicuro, mettiti subito in contatto con la Polizia o con una persona di cui ti fidi.
-Fatti insegnare come e quando chiamare un numero di emergenza.
- Se vai abitualmente a fare sport o al centro estivo a piedi, fallo in sicurezza: individua i luoghi dove puoi trovare aiuto se necessario (ad esempio un ufficio di Polizia).
- Cammina sempre in gruppo con gli amici.
- Se qualcuno in auto si avvicina o si ferma a chiederti informazioni, tu non avvicinarti e non entrare mai nell’auto.
- Se sei solo in casa, non aprire la porta e non dire a nessuno che sei da solo in casa.
- Impara ad usare Internet in maniera sicura.

E se volete stare sicuri al 100%, i braccialetti Infoband o quelli GPS possono essere un valido aiuto, per sentirci più protetti anche nei momenti più caotici.

 

8 salse per insalate

Giovedì, 25 Maggio 2017 07:53

Che noia, il solito olio+aceto+sale... Non credete? Certo, a volte la semplicità è la migliore scelta, ma quando siamo stufi rischiamo di abbandonare i pasti salutari proprio perché ci appaiono noiosi. In realtà basta cambiare qualche carta in tavola per rendere il tutto nuovamente interessante e gustoso. L’esempio perfetto sono le insalate: perché condirle ogni santo giorno con il mix basic che mangiamo da quando siamo piccoli? A noi piace sperimentare, mischiare i sapori e creare salse dalle consistenze perfette per condire insalate e insalatone, sempre con gusto, semplicità, naturalezza e leggerezza!

Ecco le nostre 8 salse per insalate: le ricette per i mix vincenti per creare salse per insalate gustose, salutari e leggere

- Il primo mix è semplicissimo ed è molto simile a quello tradizionale, ma con una punta di senape che rende il tutto molto più intrigante. Se vi piace il sapore, quindi, questo dressing alla senape è per voi: basta mischiare in una ciotola un cucchiaino di senape con dell’olio e del sale, mescolando molto molto bene fino a che otteniamo una salsa cremosa. Condiamo poi la nostra insalata (a noi piace, in questo caso, quella di patate, con patate lesse - con la buccia -, sedano e rucola!) con la salsa di senape.

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(photo credits: The lemon bowl)

- La seconda salsa che vi proponiamo è un mix tra la tradizione greca e quella italiana: la salsa allo yogurt greco e aceto balsamico è infatti un connubio perfetto che gioca con sapori di culture differenti. Mischiamo, sempre in una ciotola o in un barattolo, mezza tazza di yogurt greco con tre cucchiai di aceto balsamico, due di olio di oliva extravergine e un pizzico di sale, condendo poi un’insalata mista corredata da alcune olive.

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(photo credits: cupcakesandkalechips)

- Anche questa tendente al greco è una salsa davvero buona: quella alla feta cremosa. Frullate in un mixer una tazza di yogurt greco con una di feta a cubetti, un cucchiaio di aceto, uno di salsa Worchester, mezzo spicchio di aglio, sale, olio e pepe. Per aggiustare la consistenza e renderla più cremosa aggiungete, sempre frullando, del latte di mandorla.

 

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(photo credits: Five Heart Home)

- Avete presente quando al ristorante giapponese, soprattutto a pranzo, vi portano dell’insalata condita con quella salsa saporita pazzesca? Bene, ora potete creare a casa il vostro condimento giapponese. Basta frullare una carota con una cipolla, un pezzetto di zenzero grattugiato, un cucchiaio di zucchero di canna integrale, tre cucchiai di salsa di soia, quattro di aceto di vino, quattro di olio e un po’ di sale.

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(photo credits: Pickled Plum)

- A noi piace moltissimo perché ha un sapore acidulo ma interessantissimo: è la salsa di limone e semi di papavero. Frullate un bicchiere di olio di oliva evo con il succo di un limone, un cucchiaio di senape, uno di miele e uno di semi di papavero e condite tutte le vostre insalate, anche quelle di pollo!

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(photo credits: The View from Great Island)

- Avete mai pensato, poi, di creare una salsa per insalata a partire dalla frutta? Per esempio quella di fragole e aceto balsamico (già di per loro un’accoppiata vincente), alle quali possiamo sostituire anche i kiwi. Frullate dieci fragole con due cucchiai di aceto balsamico, due di olio evo, uno di zucchero di canna e un pizzico di sale: ne otterrete una salsa rossa bellissima e deliziosa.

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(photo credits: Cupcake Diaries)

- Di sapore stravagante è il condimento che combina cipolla e aneto. Frullate mezza cipolla rossa con mezzo spicchio d’aglio, un cucchiaio di aneto essiccato, quattro cucchiai di olio di oliva e due di aceto, regolando di sale e pepe.

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(photo credits: The honour system)

- Infine, la salsa per eccellenza, la salsa Caesar. Versate in una ciotola un uovo con tre cucchiai di parmigiano (o in alternativa del pecorino), 5 acciughe sott’olio, due cucchiai di olio evo, due di aceto di vino bianco, il succo di mezzo limone e sale e pepe quanto basta. Frullate tutto con un frullatore ad immersione e condite la vostra insalata (non necessariamente quella di pollo, anche se sappiamo che è la morte sua!).

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(photo credits: Honest Cooking)

 

Sara

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Cecilia

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