Ricordate quando vi avevamo suggerito una lista di regali diversi dai soliti giocattoli da fare trovare ai bambini sotto l’albero? Naturalmente era solo uno spunto e valeva anche per le occasioni durante l’anno (compleanni, giornate speciali…). Ci avete provato?

Ciò che suggerivamo era di puntare sulle esperienze più che sui giocattoli, sui corsi, sulle giornate in famiglie e sulla lettura più che sui soliti oggetti che i bambini trovano bene impacchettati la mattina di Natale (e ai compleanni). Perché? Perché di giocattoli ne hanno sempre e comunque troppi. State tranquilli: non rimarranno senza se noi genitori ci discostiamo da questa tradizione. E sappiamo anche che possedere troppi giocattoli non fa bene ai bambini.

Se il nostro suggerimento veniva dal buonsenso, tuttavia, ora c’è perfino uno studio scientifico che conferma la nostra teoria: meglio quindi regalare esperienze al posto dei soliti giocattoli, e ora vi spieghiamo in dettaglio perché.

Regalare esperienze è meglio di donare giocattoli e la scienza ce lo conferma: lo studio che rivela come regalare esperienze sia molto benefico

Lo studio al quale ci riferiamo è stato pubblicato sul Journal of Consumer Research nel 2016 dalle ricercatrici Cindy Chan e Cassie Mogilner. “Experiential Gifts Foster Stronger Social Relationships than Material Gifts”, “I regali esperienziali aiutano a sviluppare relazioni sociali più solide rispetto ai regali materiali”: un titolo lungo per dire, in altre parole, “W i regali esperienziali, sono meglio dei giocattoli!”.

La ricerca è stata condotta presso l’Università di Toronto. Le studiose volevano mettere in luce come i regali esperienziali siano più efficaci di quelli materiali e di quali siano le conseguenze sulle relazioni future dei bambini. La conclusione è che i primi sono effettivamente più benefici perché in primo luogo le esperienze tendono sempre a premere bottoni emotivi in chi le riceve e le prova.

Se ci pensiamo è verissimo: le sensazioni provate ad un concerto, le cose imparate da una rivista ricevuta per un anno intero, il rilassamento alla SPA in famiglia, il divertimento del campeggio e la bellezza provata in un museo (ad esempio) rimangono molto più a lungo rispetto ai sentimenti (più piatti e semplici) lasciati da un giocattolo che a ben vedere utilizzano o tutti i giorni o, alla peggio, per una volta (per poi mollarlo perché nemmeno apprezzato).

Le ricerche precedenti fatte su questo argomento non prendevano praticamente in considerazione questo aspetto emozionale, mettendo in luce solamente due fattori principali che rendono i regali esperienziali più benefici di quelli materiali, e cioè l’apprezzamento del regalo (come dicevamo, di giocattoli i bambini ne hanno moltissimi e anche se faticate a crederci in fondo apprezzano molto di più un concerto) e, soprattutto, gli aspetti educativi del regalo.

Le esperienze, naturalmente, sono di gran lunga più benefiche di un giocattolo, e questo è un aspetto che già possiamo comprendere da noi. Ciò che questa ricerca svela, dunque, è il beneficio che questi gesti portano sulle relazioni future dei bambini. Perché dando la possibilità di fare esperienza di emozioni diverse dal solito stiamo dando al bambino una risorsa molto importante: l’apprezzamento delle relazioni. Donare e fare regali è qualcosa di molto importante nella vita di una persona e quando apprezziamo a tal punto un regalo ameremo anche donare a nostra volta.

Un regalo crea un legame profondo tra due persone, e regalare un’esperienza lo fa ancora di più. Fa sentire qualcuno vicino nel momento in cui si scambia il regalo e nel momento in cui lo si vive (insieme o da soli, ricordando comunque sempre la persona che l’ha donato). Ecco il “plus”, il valore aggiunto delle esperienze rispetto ai giocattoli: non solo l’essere educativi, non solo l’essere più stimolanti e apprezzati, ma l’essere fonte d’amore e l’essere un filo che unisce le persone.

Giulia Mandrino

L’asilo che più amiamo al mondo? Non l’oasi nel centro di Tokyo, non l'“As.In.O”, non la scuola materna con orto degli architetti aut—aut. Anche se, diciamolo, sono pazzeschi, bellissimi ed educativamente in linea con il nostro pensiero.

No, la scuola materna che ci piace più di tutte è la Puddle Jumpers Nature Preschool, che oltre ad essere una sorta di scuola nel bosco fa del fango un elemento imprescindibile nell’educazione dei bambini. Ed è super genuina, autentica e unica.

La Puddle Jumpers Nature Preschool, un asilo che amiamo: la scuola materna che fa della natura lo spazio principale d’educazione

Il fango come educazione? Vi avevamo già parlato di quanto la terra bagnata sia per i bambini un’esperienza importantissima e fondamentale per la crescita. E poco tempo fa avevamo scoperto il bellissimo parco divertimenti dedicato proprio a questo elemento, in Australia, un paradiso per i bimbi (e gli adulti!) che amano rotolarsi nella terra godendo di tutto ciò che la natura ci offre.

Immaginate quindi la bellezza di una scuola materna che addirittura nel nome contiene la paola “pozzanghere”. Si trova a Hampstead, negli Stati Uniti, ed è stupenda.

L’educazione della Puddle Jumpers Nature Preschool si fonda su alcuni principi semplicissimi ma eloquenti e condivisibili da chi, come noi, auspica ad un ritorno ad una educazione naturale, verde e libera. La scuola vuole essere un luogo per bambini senza gabbie metaforiche e fisiche. Un luogo nel quale si esplora quotidianamente, nel quale gli spazi chiusi sono l’eccezione e nel quale l’esterno è l’aula principale dell’educazione dei bambini.

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La scienza qui la si impara con le mani, uscendo in giardino e toccando la terra, conoscendo gli insetti da vicino. La si impara cucinando torte di fango, toccando le piante (c’è una zona dedicata proprio alle piante aromatiche, da toccare come si vuole!), saltando nelle pozzanghere. Perché il nome significa proprio “Asilo naturale dei saltatori di pozzanghere” e di conseguenza qui non si esce solo nelle giornate di sole senza nuvole ma anche e soprattutto in quelle di pioggia, piene di fango e pozzanghere, per fare una completa esperienza della natura.

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Dovremmo prendere sempre esempio da questa pre-school americana (una sorta di scuola materna per gli anni immediatamente precedenti alla scuola elementare): la Puddle Jumpers fa sua la filosofia del “non esiste cattivo tempo ma solo cattivo abbigliamento” e porta i bambini ad amare la natura giocandoci.

I piccoli si trovano a proprio agio, perché la natura è il proprio elemento. Non si trovano frenati, si trovano benissimo con ogni tempo atmosferico, sanno trovare divertimento in ogni angolo e attraverso il loro corpo e le loro mani scoprono il mondo nella maniera più sana che potremmo immaginare.

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Perché, sì, sono bambini certamente più sani di quelli che passano la maggior parte del proprio tempo chiusi in classi ben igienizzate. Gli anticorpi se li fanno direttamente a contatto con i batteri e il loro corpo si immunizza nella maniera più naturale possibile.

E poi la varietà di esperienze che la natura e l’esterno offrono sono differenti ogni giorno, ogni mese, ogni stagione dell’anno. Non come nelle classi chiuse, sempre uguali, differenti per pochissimi dettagli e diverse nel corso dell’anno solo grazie alla mano degli educatori. Il verde è mutevole per natura e ciò che i bambini scoprono è preziosissimo, ogni giorno.

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Giulia Mandrino

L’importanza scientifica dell’intervallo

Martedì, 26 Giugno 2018 13:44

Esattamente come il gioco libero, l’intervallo a scuola è un momento fondamentale della vita quotidiana dei nostri bambini. Ve ne avevamo già parlato qui, sottolineando gli aspetti positivi di questa pausa libera a scuola, che non dovrebbe essere eccessivamente controllata da parte degli insegnanti e degli educatori ma che dovrebbe essere considerata un momento di gioco libero nel quale i bambini, con libertà, sperimentano i limiti, i ruoli e le relazioni sociali.

A venirci incontro è uno studio scientifico pubblicato nel gennaio del 2013 sulla rivista Pediatrics, specializzata in pediatria.

L’importanza scientifica dell’intervallo: perché la pausa tra le lezioni è di vitale importanza nella vita dei nostri bambini

“The crucial role of recess in school”, ovvero “il ruolo cruciale dell’intervallo a scuola”: il titolo della ricerca è molto evocativo. Gli studiosi coinvolti (tra i quali il dottor Robert Murray e la dottoressa Catherine Ramstetter) volevano semplicemente mettere in luce, portando a sostegno dei validi argomenti scientifici, quanto la tendenza a diminuire i minuti dell’intervallo nelle scuole di tutto il mondo sia pericolosa, poiché l’intervallo è in realtà un momento insostituibile e necessario nella vita quotidiana dei bambini.

Durante l’intervallo, infatti, il cervello dei bambini ha la possibilità di staccare e di rompere gli schemi seguiti durante la giornata, deconcentrandosi. Ma non è finita qui, poiché giocare liberamente durante l’intervallo offre ai bambini benefici cognitivi, sociali, emotivi e fisici da non sottovalutare. Addirittura, i ricercatori definiscono l’intervallo come un complemento dell’educazione fisica. Questo perché spesso gli insegnanti tendono ad associare le due cose, diminuendo il tempo dell’una e dell’altra poiché “in eccesso”. In realtà le due cose non si sovrappongono in alcun modo ma si completano in maniera strettissima e importante.

Se l’educazione fisica, infatti, è fondamentale per lo stimolo di svariate capacità fisiche e sociali, l’intervallo lo diventa allo stesso modo per altre abilità. Durante l’intervallo i bambini giocano, camminano, corrono, chiacchierano, inventano, il tutto senza la supervisione costante e senza le regole imposte dagli adulti, e attraverso tutto questo sviluppano capacità che altrimenti rimarrebbero sopite.

La pausa tra le lezioni permette ai bambini di riposare, giocare, immaginare, muoversi, pensare e soprattutto socializzare. E se questo non bastasse a fare capire l’importanza di questo momento, pensiamo solo ai benefici a livello accademico: dopo l’intervallo i bambini sono molto più attenti e ricettivi e le loro capacità intellettive sono acutizzate. Questo perché esattamente come noi adulti per lavorare bene è necessario staccare un attimo ogni tanto.

Tornando quindi ai benefici a livello sociale, l’intervallo è insostituibile perché è un momento quasi unico durante la giornata. I bambini non hanno in nessun altro luogo le possibilità che gli dà l’intervallo: non durante le lezioni condotte dagli insegnanti, non al parco supervisionati dai genitori, non durante le attività del dopo scuola, non a casa… Perché è praticamente solo durante l’intervallo che possono giocare con i ruoli, determinare le proprie regole, fare gruppo, interagire con i loro coetanei in libertà. Il tutto sotto la supervisione degli insegnanti, che è diversa da quella dei genitori.

Durante l’intervallo, quindi, i bambini imparano a comunicare tra loro, a negoziare, a litigare, a cooperare, a condividere, a risolvere i problemi. E poi provano sulla propria pelle l’autocontrollo e mille altre abilità, il tutto con i propri compagni, non confrontandosi con gli adulti.

Tutte queste frasi sembrano quasi un’ovvietà, ma non è così, perché è vero che l’intervallo viene sempre considerato pochissimo o addirittura ne vengono diminuiti i minuti a favore di altre lezioni. No, non è assolutamente giusto e non è nemmeno producente. Anzi. Diminuire le ore di intervallo significa togliere ai bambini energia e concentrazione innanzitutto. E significa in secondo luogo negare loro la possibilità di crescere armonicamente.

Giulia Mandrino

Non so voi, ma quando i bambini arrivano trepidanti con una nuova scoperta tra le mani oppure tentano qualche impresa bislacca in giardino, noi sorridiamo. A volte sospiriamo, è normale. Ma se ci pensiamo bene fino in fondo ne siamo felicissimi, perché sono questi i momenti nei quali la loro curiosità e il loro senso di meraviglia si manifestano.

E il senso di meraviglia, quel sentimento che li rende entusiasti, affascinati e estasiati dal mondo, che li lascia a bocca aperta e che fa amare loro la natura è quanto di più preziono possiedono durante l'infanzia.

Curiosità e senso di meraviglia sono il tesoro dei nostri figli: il gioco libero e nella natura è la via per una crescita sana, equilibrata e piena di magia

A volte rimangono sdraiati nel prato per vedere quanti insetti salgono su di loro come fossero parte del paesaggio. Altre provano a stare in acqua per il maggior tempo possibile osservando quante grinze appaiono sulle dita. Per non parlare di quando seguono fuori il cane o il gatto cercando di comportarsi come loro.

Sono moltissimi i gesti che i nostri bambini compiono e che svelano tutta la loro intraprendenza e la voglia di esplorare. E, facciamoci caso: capita quasi sempre quando escono nella natura, come se si sentissero più liberi, meno costretti dai muri delle regole casalinghe. La loro curiosità esplode, si lasciano trasportare dal vento, dall’erba, dai rumori, e tutto diventa un grande microscopio sotto al quale scoprire il mondo.

Tutto questo però non ci mostra solo la curiosità dei bambini, ovvero quella capacità di interessarsi al mondo per tentare di capire come funzionano le cose. Ci mostra soprattutto la meraviglia che li colpisce e che fa amare loro il mondo, ciò che sta loro attorno, come se tutto fosse una grande magia nella quale siamo fortunati a vivere.

Questo senso di meraviglia è tipico dell’essere umano, ma viene quasi sempre perso durante gli anni della crescita. Questa caratteristica ci rende entusiasti del mondo, della natura, di ciò che ci sta attorno. E ci fa sentire come se qualunque cosa fosse possibile. Per un bambino l’impossibile non esiste, no? Beh, è anche grazie a questo senso di meraviglia, poiché due occhi che si meravigliano ogni volta che scoprono un nuovo fiore, una nuova coda di lucertola che ricresce o un formicaio gigantesco sentono che nulla è impossibile e che la natura è immensa.

Grazie al senso di meraviglia i bambini vedono l’unicità di ogni piccola cosa, ne apprezzano ogni caratteristica, si lasciano affascinare dai dettagli. E questa predisposizione li porta anche in un’altra, importantissima, direzione. Quella dell’apertura mentale. Perché un bambino che ama stupirsi non smetterebbe mai di lasciarsi affascinare e dentro di sé sa che solo tenendo la mente aperta potrà fare nuove esperienze e toccare con mano nuove meraviglie.

Purtroppo però questo senso della meraviglia si trova messo a dura prova dalla società in cui viviamo. La tecnologia e le regole ci incanalano fin da piccoli e il rischio è quello di non sperimentare a fondo questa magnifica sensazione necessaria per la crescita armonica degli esseri umani.

Che fare quindi per essere certi di proteggere questo senso e di dare ai nostri figli la possibilità di continuare ad incuriosirsi e affascinarsi?

Innanzitutto cerchiamo sempre il contatto con la natura, anche quando viviamo in città. Durante la settimana possiamo recarci al parco oppure tenere un orto sul balcone e fare giardinaggio in casa, e durante il weekend possiamo prendere l’occasione di trovare sentieri per passeggiate e picnic o spiagge sulle quali correre e giocare.

Cerchiamo poi di affidarci sempre al gioco libero e non solo a quello pieno di regole. Lasciamo che i bambini corrano nei prati, inventino giochi nella natura, esplorino senza che noi imponiamo nulla e senza alcun suggerimento. Sdraiamoci sul prato e annusiamo, guardiamo le stelle, tocchiamo l’erba insieme a loro.

Al posto di sederci sul divano davanti alla TV, usciamo. Facciamo domande ai bambini, come se anche noi stessimo esplorando con loro, ma non indirizziamoli e non usciamo già premuniti di regole. Non portiamo con noi giocattoli: i bastoni, i sassi, i fiori e le foglie saranno strumenti bellissimi. E non lasciamoci spaventare dalla noia: se i bambini si annoiano la loro creatività galoppa, così come il loro senso di meraviglia, che pian piano si risveglierà!

Giulia Mandrino

Siamo sempre alla ricerca di regali originali, creativi, di qualità. Se poi i materiali sono anche unici ci piacciono ancora di più. Oggi vi raccontiamo una scoperta che ai miei figli piace tantissimo: sono i mattoncini Matto!

MATTO è un mattoncino in terracotta, entrato sul mercato appena 5 anni fa. La visione iniziale dei suoi fondatori era quella di creare un gioco libero e naturale di costruzione, che consentisse ai bambini di progettare, realizzare e modellare realtà e strutture a loro piacimento.

Le costruzioni naturali ed etiche che fanno bene alla concentrazione: oggi parliamo di Matto Costruzioni, i mattoncini di terracotta che stanno spopolando

I mattoncini sono realizzati a mano su stampi di gesso da un team di mamme che contribuiscono a crearsi un piccolo reddito extra, lavorando magari la sera, con la famiglia, intorno al tavolo di casa (un motivo in più per sostenere questa realtà!).

Spesso si avvalgono anche dell’aiuto (retribuito) di associazioni come Exodus (http://www.exodus.it/): pensate che il processo di modellazione dell’argilla è considerato terapeutico in quanto si crea un flusso di svuotamento dei pensieri, una sorta di mind flow.
Tutto è realizzato a mano: gli stampi, i mattoncini, le scatole di legno da un falegname, i sacchetti in cotone cuciti da una sarta, il materiale illustrato stampato e ritagliato a mano, la serigrafia… Non vi è nessun utilizzo di vernici o elementi chimici e anche la sottile pellicola che rende più piacevole al tatto il mattone è creata con dei bagni in farina di riso.

Per i più piccoli è stato creato MATTO PUZZLE, che ben si adatta alle loro caratteristiche. Esiste un gioco da tavolo MATTO CRAFT con regole e dado personalizzato, una versione MATTO LOVE per gli innamorati e ultimamente stanno sviluppando il progetto MATTO COLOR, con la creazione di tanti personaggi che diventeranno protagonisti di storie illustrate.

MATTO riporta nella realtà la visone creativa di un bambino, che sembra quasi scoprire per la prima volta il mondo che lo circonda, fatto di profondità, equilibri, sfide di gravità, luce, buio, materiali veri e pesanti. Ovvero tutto ciò che sta un po’ andando a perdersi a causa del mondo virtuale che ci impone la nuova tecnologia.

Il bimbo attraverso il gioco libero di costruzione effettuato con materiali naturali come i mattoncini Matto impara a usare le mani, a fare ragionamenti, a calcolare e a cercare immagini dentro di sé. Associando il gioco di costruzione al gruppo, bambini e bambine, anche sconosciuti tra loro, instaurano subito un rapporto di complicità e lavorano in team aiutandosi e contribuendo a realizzare anche i progetti degli altri.

I miei bimbi sono particolarmente concentrati quando giocano con questi mattoncini: amano in particolare riprodurre costruzioni che hanno studiato a scuola (come per esempio le piramidi), le astronavi, i castelli…

Proprio per questa capacità di stimolo della concentrazione, il team Matto ha creato una linea SCUOLA, insieme ad alcune maestre: l’azienda e le insegnanti stanno sviluppando insieme questo progetto con esercizi e applicazioni didattiche mirate.

Il legame stretto con i bambini porta spesso l’azienda ad essere a fianco di iniziative benefiche a loro favore, con il sostegno ad associazioni, Onlus, ospedali, come è avvenuto per esempio con il Reparto Pediatrico del Fatebenefratelli di Milano, l’Associazione Bambini Cardiopatici nel Mondo e con La via dei Colori.

 

Giulia Mandrino

Sesso durante le mestruazioni, perché no?

Lunedì, 25 Giugno 2018 14:40

Non ci stancheremo mai di ripeterlo: ogni mamma sa cosa è più giusto per suo figlio, sa quale educazione applicare in casa, sceglie tutto ciò che ruota attorno alla sua famiglia secondo il proprio giudizio. E non ci sono modi giusti o sbagliati, solo personali. Allo stesso modo una donna deve vivere il sesso come si sente, senza forzature o freni di alcuna sorta, che siano essi imposti dalla società o dal partner.

Entrando in questo ambito c’è certamente un argomento ancora molto scottante: il sesso durante le mestruazioni. Perché scottante? Perché se fino a poco tempo fa era assolutamente un tabù finalmente lo si sta cominciando a vedere come qualcosa di naturale. E questo fa sì che le donne possano scegliere.

Sesso durante le mestruazioni, perché no? Il sesso durante il ciclo è benefico ed è giusto che una donna possa scegliere se farlo o meno senza essere frenata dalla società

Ognuno vive la sua vita sessuale come meglio crede, e di questo ne siamo assolutamente convinte. Questo articolo, dunque, non vuole puntare il dito contro nessuno né dichiarare alcune donne più nel giusto di altre solo perché scelgono o meno una certa pratica. Semplicemente, dal momento che finalmente possiamo parlare senza tabù (a livello emozionale e a livello fisico) di sesso, possiamo chiarire tutti i dubbi attorno al sesso durante le mestruazioni, in modo che una donna possa scegliere.

Perché sono ancora molto poche le donne che fanno sesso durante le mestruazioni, ma non per una scelta cosciente. Si tratta più di un “divieto” inculcato nelle teste delle donne e degli uomini nei secoli. La donna mestruata, infatti, non è solo oggetto di battute e derisioni squallide e, diciamolo, ormai superate, ma è stata seriamente additata, storicamente, di essere “contaminata” nei giorni del ciclo. Giorni che naturalmente non si potevano nominare, e che invece finalmente oggi riusciamo a chiamare con il loro nome: ciclo mestruale.

No, non siamo contaminate. Non facciamo morire le piante se le tocchiamo. Ma per quanto faccia ridere c’è ancora chi ci crede. E allo stesso modo c’è chi ancora crede che sia impossibile o addirittura dannoso fare sesso durante il ciclo mestruale. Non è così, ma, anzi, ha addirittura dei benefici e dei lati positivi assolutamente sorprendenti.

Innanzitutto, pensiamoci per un attimo: spesso durante il ciclo fa male la pancia. I muscoli si contraggono e i dolori possono diventare anche insopportabili. Certo, nel momento in cui sono lancinanti l’ultima cosa a cui pensiamo è il sesso, ma le endorfine, l’ossitocina e la dopamina che si sprigionano con l’orgasmo sono super benefiche per il dolore, proprio come quando abbiamo mal di testa (ebbene sì: il mal di testa non può più essere una scusa, perché il sesso allevia le emicranie!).

Anche la durata del ciclo ne beneficia, poiché gli spasmi uterini provocati dall’orgasmo aiutano ad aumentate il flusso di sangue e a ridurre così la durata delle mestruazioni. Non è vero, dunque, che l’orgasmo le “blocca”, ma semplicemente le velocizza.

E infine provate a concentrarvi: non vi è mai capitato di provare uno sbalzo di desiderio proprio nei giorni del ciclo? Gli ormoni in quei giorni agiscono moltissimo sul nostro corpo e anche il desiderio ne trae beneficio. Ecco perché è bene approfittarne senza paura, ma, anzi, con entusiasmo: gli stessi ormoni responsabili dell’aumento del desiderio aumenteranno anche l’intensità del piacere durante l’atto.

Se proprio non amiamo il sangue e l'idea di fare un casino, ci sono comunque soluzioni: la prima è il disco mestruale (che è come una coppetta, ma piatto e fatto anche per il sesso durante le mestruazioni); la seconda è usare un diaframma contraccettivo (se già lo utilizziamo come birth control); oppure, ancora, usare una coperta apposta da infilare sulle coperte o optare per del sesso non penetrativo (o anale, ad esempio).

Tutto questo, naturalmente, solo se ce lo sentiamo! Perché il sesso deve essere un piacere, qualcosa nel quale ci sentiamo a nostro agio, senza nessuna forzatura e senza vergogna, senza freni sociali e senza obblighi psicologici di alcun tipo.

Giulia Mandrino

Certo che quel profumo di cioccolato è delizioso. Per non parlare degli agrumi che sembrano appena colti da un albero in Sicilia, del muschio bianco irresistibile, del profumo ai biscotti appena sfornati… Di candele profumate ce ne sono una marea e anche noi a volte le troviamo favolose.

Ma ci siamo chieste: tutti questi profumi creati in laboratorio non saranno un tantino troppo? E in effetti la risposta è “sì”, perché la maggior parte delle candele profumate non sono prodotte con oli naturali ma con sostanze chimiche che quando bruciate producono elementi tossici per il nostro corpo.

Candele profumate, perché sono tossiche e le alternative che possiamo utilizzare: perché è meglio abbandonare le candele profumate con aromi artificiali

Basta fare una piccola prova: molti di noi quando troppo in vicinanza con queste candele profumate accese dopo un po’ provano un senso di malessere simile al mal di testa o alla nausea (proprio come accade con i profumi per automobile quando troppo intensi). Un motivo c’è, e non è perché sono profumi così buoni che danno alla testa!

Il motivo è semplice: questi profumi sono creati in laboratorio e le candele contengono un altissimo numero di sostanze tossiche. Altro problema che si aggiunge è spesso lo stoppino. Se di regola dovrebbe infatti venire prodotto con cotone o carta, un gran numero di candele ne contiene uno realizzato invece con vari prodotti contenenti metalli pesanti, tra i quali il piombo. Non bastasse, se non scegliamo candele naturali possiamo stare certe che sono prodotte con paraffina e non con vera e pura cera d’api, e la paraffina bruciando produce infinite sostanze tossiche tra le quali benzene, 2-butanone, triclorofluorometano, tetracloruro di carbonio, ciclopentene…

Bruciando, tutte queste sostanze tossiche messe insieme sono davvero deleterie per la nostra casa e la nostra salute, così come per quella dei nostri bambini e degli animali che respirano l’aria nella quale vengono bruciate queste candele profumate.

Quando dunque pensiamo di rendere più accogliente la nostra casa profumando l’ambiente con queste candele (un accorgimento che fa intendere la cura che stiamo mettendo in quello che facciamo) stiamo senza saperlo aumentando moltissimo l’inquinamento domestico interno.

La colpa naturalmente non è di noi fruitori. Noi lo facciamo con innocenza. Ma i produttori dovrebbero essere decisamente più trasparenti, o addirittura più responsabili, cercando alternative più naturali per la produzione delle loro candele profumate.

E parlando di alternative, cosa possiamo utilizzare in casa al posto delle candele profumate che, a questo punto, non riusciremo più ad accendere a cuor leggero?

Innanzitutto c’è l’aromaterapia attraverso gli oli essenziali. Vi abbiamo parlato di tutti i diffusori in commercio, di come utilizzare gli oli essenziali, dei metodi per diffonderli, quindi in questo senso c’è una vastissima varietà di alternative.

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Comodi e bellissimi sono i diffusori con bastoncini in legno. Basta prendere un vasetto, versare i nostri oli essenziali preferiti diluendoli in acqua e infilare una manciata di bastoncini (come questi). I bastoncini assorbiranno dall’interno del vasetto gli oli e si impregneranno, diffondendo dolcemente e gradualmente il profumo nella stanza.

Infine ci sono i potpourri fatti in casa, lasciando essiccare i fiori di campo raccolti in estate e profumati con gli oli essenziali.

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Giulia Mandrino

L’hygge in famiglia

Venerdì, 22 Giugno 2018 08:38

Hygge in danese significa confortevolezza, piacevolezza, senso di “casa”, tranquillità, comodità, amore e rilassamento. Significa tutto questo e non è così difficile da raggiungere. Le famiglie danesi già mettono in pratica l’Hygge e anche noi ormai cerchiamo sempre nel nostro piccolo di rendere le nostre case un po’ Hygge. Non solo in inverno (perché Hygge vuol dire anche fare gran scorpacciate di bevande calde!), ma tutto l’anno.

Come? Attraverso semplici atteggiamenti e piccoli accorgimenti che ci permettono di portare l’Hygge in famiglia. Con un sacco di benefici: ci sentiamo più uniti, abbiamo più voglia di passare del tempo insieme a casa, ci coccoliamo e ci lasciamo coccolare!

L’hygge in famiglia: come rendere la casa un luogo hygge ricco di confortevolezza e benessere

Creiamo un angolo lettura

Può essere un cuscino nell’angolo vicino al divano, un’amaca sul portico, una piccola tenda in cameretta. L’importante è che in casa ci siano libri (soprattutto nella camera dei bambini!) in modo che la lettura venga stimolata e che diventi un piacere. Possiamo farlo da soli o insieme, basta che ci sia piacere nel farlo come più amiamo.

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Costruiamo tane

La tana è un rifugio fondamentale per i bambini, che ci si nascondono, ci giocano e ci si rilassano sentendosi liberi, sperimentando la solitudine e provando cose nascosti agli occhi degli adulti in maniera innocente. Via quindi ai cuscini spostati per creare casotti, alle lenzuola che formano tende, alle lucine per creare atmosfera e al divertimento libero!

Scegliamo luci più soffuse e meno sparate

Per creare un’atmosfera hygge dobbiamo ricreare un ambiente rilassante e confortevole. Le luci ci aiutano moltissimo: meglio quelle più tenui e calde rispetto a quelle fredde, bianche e accecanti. E a volte possiamo dedicare la sera al risparmio divertendo i bambini spegnendo le luci e utilizzando solo candele!

In estate facciamo merenda all’aperto in tranquillità

Un tavolino, delle fette integrali tostate con marmellata fatta in casa, della frutta fresca, un libro, della musica classica (che i bambini apprezzano, checché se ne dica!): mettiamoci all’aperto e godiamoci le giornate di sole insieme, rilassandoci, coccolandoci, disegnando e divertendoci in famiglia.

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In inverno prepariamo tante bevande calde

L’hygge è fatto di tantissime bevande calde, che ci scaldano cuore e mani: le merende e le serate sono fatte apposta per questo. Insieme ai bambini prepariamo quindi cioccolate calde, tisane, tè e bevande sfiziose, indossiamo calze pesanti e calde e coccoliamoci!

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Spegniamo i cellulari in casa, almeno la sera

Essere hygge significa essere sempre presenti per gli altri, godendosi i momenti insieme. I cellulari, ahinoi, sono ormai presentissimi in casa. Ma a volte è bellissimo disconnettersi dal mondo e per farlo è necessario staccarsi da questo oggetto che ormai ci portiamo sempre appresso.

Curiamo insieme le piante

Curare una pianta è un gesto davvero importante nella vita di ogni persona, ma soprattutto dei bambini, che imparano le regole della natura e che provano sulla propria pelle l’importanza del prendersi cura degli altri e delle responsabilità. E poi le piante rendono la casa super hygge, verde ed ecologica!

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Giochiamo ai giochi in scatola

Giocare ai giochi di società, a carte o con i giochi in scatola è super divertente e aiuta a creare un legame fortissimo. Si fanno squadre, si gioca contro, si gioca insieme, si litiga, si fa pace, si ride moltissimo! E questo è super hygge per la nostra famiglia.

Giulia Mandrino

Il lavoro si sta spostando sempre più verso lo smart working. E smart working significa anche creare un ambiente nel quale i lavoratori e i dipendenti si sentano bene, confortevoli, rilassati. Perché un ambiente esteticamente e funzionalmente appagante rende più produttivi, oltre a fare sentire meglio le persone.

E allora perché non cominciamo a pensare alla bellezza e alla funzionalità degli ambienti anche nell’ambito delle scuole materne? I nostri bambini non hanno altrettanto bisogno di piacevolezza, di sicurezza, di rilassamento e di funzionalità?

Uno studio giapponese di architettura un paio di anni fa ha progettato in questo senso uno degli asili che più amiamo, la Amanenomori Nursery, che coniuga gioco e verde in maniera perfetta.

La Amanenomori Nursery, l’asilo che coniuga gioco e verde in Giappone: perché dovremmo prendere esempio da questa scuola materna che punta sugli ambienti per i bambini

Il team di architetti che ha progettato la Amanenomori Nursery è quello dello studio di architettura Aisaka Architects' Atelier, in Giappone. Ciò che ci ha subito colpito è l’ampiezza degli spazi dedicati ai bambini in questa scuola materna e tutta la filosofia che ci sta dietro, perché a suo modo ricalca benissimo i principi stilati da Maria Montessori in merito all’ambiente di educazione dei bambini.

Secondo la pedagogista italiana l’ambiente nel quale un bambino cresce è importante alla pari dell’educazione che gli viene impartita. Ecco perché non dovremmo mai sottovalutare gli spazi delle scuole nelle quali mandiamo i nostri figli.

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In questo caso lo studio giapponese ha ideato gli spazi della scuola materna basandosi su due principi: il gioco e il verde. Il gioco è infatti il cuore della filosofia architettonica alla base dell’asilo. Tutto deve ruotare attorno al gioco, attività principale e “lavoro” dei bambini in età prescolare, che proprio attraverso le attività ludiche scoprono il mondo, se stessi e le dinamiche sociali tra le persone. Il secondo principio è il verde, che qui ha molto spazio, e anche in questo caso la pedagogia montessoriana si trova benissimo, poiché Maria Montessori è tra le prime educatrici ad aver teorizzato e diffuso l’importanza del gioco libero nella natura per i bambini.

Esternamente la scuola materna si presenta bellissima, tra il moderno e il tradizionale con le linee più geometriche che si sposano benissimo con il legno e con il verde del cortile interno e delle scale che portano al piano superiore (che ricordano una montagna che i bambini possono scalare, volutamente!). Ci sono poi montagnette di terra ed erba, stagni, piccoli pontili, vasche della sabbia, scale e scivoli che collegano il piano a terra con i livelli superiori con le terrazze ampie.

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Tutta questa ricchezza di ponti, scale, livelli, rampe e scivoli contribuisce a donare ai bambini e agli educatori un ambiente con moltissimi stimoli spaziali.

Internamente, invece, troviamo ampissimi spazi super luminosi e caratterizzati da materiali naturali, altra caratteristica degli istituti montessoriani, nei quali la naturalezza è sempre tra i principi. I colori sono pochi, in modo da risultare più rilassanti e in maniera tale da non distrarre troppo i bambini, ma anche per creare un ambente che sia il più confortevole e benefico possibile.

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 Un’ultima chicca? Le cucine della mensa, volutamente aperte e volutamente ad altezza bambino, per permettere loro di vedere con i propri occhi come vengono preparati i cibi che mangeranno a pranzo. Quei cibi che hanno coltivato con le loro mani, nell’orto sul tetto di questa scuola materna pazzesca.

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(Photo credit: https://www.japan-architects.com/en/aisaka-architects-atelier-tokyo/project/amaneno-du-bao-yu-yuan)

Giulia Mandrino

6 ricette estive con il cous cous

Giovedì, 21 Giugno 2018 13:24

Dopo le nostre ricette di primavera con il cus cus, ecco la nostra selezione di piatti perfetti per proporre in tavola questo cereale quest’estate, con ricette fresche e stagionali da utilizzare come contorno, come primo o come dessert!

6 ricette estive con il cous cous: dal cous cous con feta e menta a quello dolce con il miele, come mangiare il cous cous nella calda stagione

Cous cous con pomodorini, feta e menta

Dopo aver cotto il nostro cous cous (ponendolo in una ciotola e versandoci sopra dell’acqua bollente salata; lasciamo riposare cinque minuti quindi scoliamo sgranandolo), mettiamolo in una insalatiera e prepariamo il nostro cous cous freddo. Tagliamo dei pomodorini ciliegino a metà, tagliamo a cubetti della feta e sminuzziamo qualche foglia di menta. Versiamo tutto insieme al cous cous, condiamo con un filo d’olio e il succo di mezzo limone e mescoliamo molto bene.

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Cus cus con peperoni freschi e yogurt

Utilizzando lo stesso procedimento possiamo realizzare una variante del cous cous fresco con verdure. Basterà tagliare dei peperoni a dadini, sgranare un melograno, mischiare tutto al cous cous, condire con un filo d’olio e in cima ad ogni piatto versare un cucchiaio di yogurt al naturale.

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Cous cous con frutti rossi e miele

Un dessert delizioso che diventa una colazione alternativa o una merenda energetica! Prendiamo del cous cous cotto (va bene anche quello scondito avanzato a cena) e nel frattempo laviamo bene una manciata di frutti rossi misti (lamponi, mirtilli e fragole). Tagliamo a metà le fragole e versiamo tutti i frutti insieme al cous cous in una ciotola. Mescoliamo tutto e condiamo con un po’ di miele millefiori. Spolveriamo con delle mandorle tritate et voilà!

Caesar salad di cous cous

La classica caesar salad con insalata e pollo può acquistare un nuovo sapore grazie al cous cous. Basta sostituire all’insalata del cous cous cotto e procedere ad assemblare la nostra insalatona. Grigliamo un petto di pollo e mettiamolo da parte, tagliandolo poi a strisce una volta freddo. Mescoliamolo al cous cous e aggiungiamo nella ciotola anche dei crostini integrali, dei semi misti (zucca e sesamo), del pecorino grattugiato e della salsa allo yogurt.

Involtini primavera e cous cous con mais e uva

Per una serata etnica ecco il piatto perfetto per l’estate: accanto agli involtini primavera (di cui trovate la ricetta qui) possiamo proporre come contorno un cous cous freddo davvero insolito, condito con del mais, dell’uvetta e delle bacche di goji e condito semplicemente con sale, olio e lime.

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Cous cous freddo alle erbe aromatiche

Una volta cotto il nostro cous cous sgraniamolo e lasciamolo raffreddare. Nel frattempo prepariamo il condimento mettendo a macerare in una ciotola d’olio un rametto di rosmarino, due di timo (sgranando le foglioline e lasciando solo queste ultime), qualche fogliolina di menta tritata e una di salvia. Dopo un quarto d’ora togliamo il rametto di rosmarino e la salvia e versiamo l’olio sul cous cous. Mescoliamo molto bene e completiamo con ciò che preferiamo (cubetti di feta, mais, pomodorini…).

Giulia Mandrino

Sara

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Cecilia

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