Un pane che è più sfizioso del pane, un gusto che trasporta subito in Alto Adige e una morbidezza irresistibile: i classici snack tirolesi dalla forma inconfondibile sono belli da vedere e buoni da sgranocchiare. Soprattutto, sono semplici da preparare! Basta avere un po' di pazienza per la lievitazione. Ecco dunque la ricetta dei bretzel (detti anche brezel o pretzel), qui nella versione senza burro per renderli decisamente più leggeri.
La dieta dei gruppi sanguigni non è una novità. Ma la novità c’è, e si chiama “La dieta dei gruppi sanguigni per mamme ribelli”, un libro ideale per le mamme e i papà (eh certo, anche per loro!) alle prese con l’alimentazione di tutta la famiglia. Un manuale semplice e davvero utile per approfondire questo argomento e per organizzare la dieta familiare anche con ricette nuove e deliziose.
Ve ne parlo subito!
“La dieta dei gruppi sanguigni per mamme ribelli -Barbatrucchi, consigli, testimonianze e 40 ricette per sfamare tutta la famiglia” è un libro scritto da Silvia Simonetti, edito da Mogliazze (20 euro), e pensato per le mamme e i papà interessati a questo tipo di alimentazione ma titubanti perché credono che non si possa applicare alla vita familiare. E invece sì che si può, anche se tutti i membri appartengono a gruppi sanguigni differenti!
Io ho letto il libro perché, lo sapete, sono una grande appassionata di alimentazione, diete e natura, e ho trovato spunti davvero interessanti. Il perché è presto detto. L’autrice Simonetti, che già aveva scritto un libro dedicato allo svezzamento secondo il gruppo sanguigno dei neonati, parla alle mamme e ai papà che come lei hanno deciso di seguire la dieta del dottor Mozzi, declinandola in senso familiare e quindi adattandola all’alimentazione di tutta la famiglia. Soprattutto, parla a tutte le famiglie, da quelle con i bambini più piccoli a quelle che in casa hanno già adolescenti e giovani.

Dopo aver parlato della sua esperienza, l’autrice presenta quindi la dieta Mozzi e ci guida nei primi passi per metterla in pratica, adattandola prima alla gravidanza e all’allattamento e poi allo svezzamento e “oltre”.
Molto interessante è la sezione “Occasioni speciali”: spesso le famiglie decidono di non seguire la dieta del gruppo sanguigno (che prevede, come si intuisce dal nome, di assumere determinati cibi a seconda dei gruppi sanguigni d’appartenenza) perché temono che sia difficile sia adattarla a tutti i membri, sia seguirla fuori casa, come al ristorante, in vacanza o con gli amici. Beh, seguendo i consigli di Silvia Simonetti tutto diventa davvero più semplice!

E poi ci sono testimonianze, ricette (dedicate anche al senza glutine e al senza lattosio!), consigli per organizzare al meglio la dispensa, tips per usare pochi ingredienti (ma buoni!)…
Insomma, un libro di una mamma per le mamme! Davvero consigliato.
La tecnologia non è qualcosa di inutile o frivolo, ma è un’innovazione che facilita la vita e che se utilizzata con coscienza e con attitudine smart permette di rendere la vita più confortevole, semplice e godibile, senza sensi di colpa. Ancora: la tecnologia permette di risparmiare. Non solo denaro, ma anche tempo, tempo che possiamo reinvestire passandolo con i nostri bambini. Tempo di qualità, insomma.
Un’idea intelligente in questo senso sono i pannolini online: acquistando i pannolini su internet, infatti, possiamo risparmiare sia sul prezzo di mercato dei singoli pacchi, sia sul tempo, senza dover per forza uscire a prendere i pannolini in blocco e senza ritrovarci a fare noiose scappate al supermercato quando ci ritroviamo senza.
Primo: è economico, perché possiamo acquistare i pannolini ad un prezzo inferiore rispetto a quello che troviamo al supermercato.
Secondo: ci togliamo la fatica di dover stipare la macchina e salire le scale con scatole pesanti e voluminose di pannolini.
Terzo: il tempo risparmiato (perché si risparmia tantissimo tempo!) possiamo utilizzarlo per stare davvero con i nostri bambini.
Acquistare pannolini online è semplice e consigliato, dunque. Per farlo, il modo più semplice è cercare nella grande distribuzione online la marca dei nostri pannolini preferiti, tenendo d’occhio le promozioni e acquistandone più pacchi quando in offerta. Ad esempio su Amazon, oppure nei negozi online delle farmacie e sugli shop dei marchi ecosostenibili (se puntiamo sui pannolini più green).
Se tuttavia non amiamo Amazon e se non ci va di stivare pacchi e pacchi di pannolini solo perché in offerta (invadendo la dispensa!), online possiamo trovare un’altra alternativa per compare pannolini: si tratta dell’abbonamento mensile, attraverso il quale. i genitori, sottoscrivendo la richiesta, possono ricevere a casa ogni mese la giusta quantità di pannolini, sempre della giusta taglia (perché basta un clic per cambiarla quando il bambino cresce), senza rischiare di rimanere senza e senza doverli acquistare in blocco (con la classica fatica del trasporto). Tra i vari servizi, quello migliore è sicuramente quello offerto da Lillydoo, azienda di pannolini qualitativamente eccellenti e belli da vedere.
Come si fa? Prima di tutto, è possibile testare la qualità dei pannolini chiedendo il pacchetto prova. Dopodiché, basta iscriversi sul sito e indicare le proprie preferenze (la taglia, il numero di pacchi mensili, eccetera). Dopo aver inserito il proprio metodo di pagamento comincerà quindi l’abbonamento, con l’invio dei primi pacchi. Nei mesi successivi i pannolini arriveranno automaticamente a casa, senza più il pensiero di doverli ordinare e senza fare altri calcoli.
Quando il bambino crescerà basterà cambiare nella propria pagina personale la taglia dei pannolini richiesti, restituendo eventualmente i pacchi ancora sigillati.
Si risparmia, quindi, poiché i pannolini in abbonamento Lillydoo costano il 25% in meno rispetto al prezzo di mercato, e soprattutto non si sprecano pannolini troppo piccoli che rischiano di venire buttati perché acquistati in offerta e poi divenuti stretti in pochissimo tempo.
Il banana bread è ormai un must: dolce, sano e gustoso, piace davvero a tutti. La consistenza della banana permette di usare meno zucchero e il suo sapore si sposa benissimo con altri ingredienti. Come il cacao.
In questo caso, quindi, invece del banana bread possiamo preparare i banana cookies, con cacao amaro e pezzetti di cioccolato fondente, perfetti per la colazione e per la merenda di tutta la famiglia.
I crampi intestinali sono un problema frequente anche nei bambini. Lo chiamano “mal di pancia”, lo lamentano spesso ed è un fastidio che può colpire più o meno intensamente e in maniere differenti.
Vediamo quindi insieme quali sono le tipologie di crampi intestinali più frequenti nei bambini, quali potrebbero essere le cause e come risolvere il problema in maniera naturale e rivolgendosi al medico pediatra.
Il mal di pancia, o crampi intestinali, è un fastidio tipico dell’infanzia e molto frequente nei bambini. Ne soffre il 10-20% dei bambini in età prescolare (quindi tra i due e tre anni), percentuale che aumenta di pari passo con l’aumentare dell’età, raggiungendo il picco durante la pre-adolescenza.
Solitamente il mal di pancia con crampi intestinali si risolve in maniera spontanea in qualche ora o in pochi giorni, ma potrebbe diventare più frequente e persistente, ed è allora che diventano necessari dei controlli.
Quando questo fastidio è lieve e associato a disturbi come la stipsi o la diarrea, a volte bastano dei fermenti lattici specifici per l’infanzia, come i prodotti della linea Laevolac: la flora batterica intestinale scombussolata, infatti, causa dissenteria, stitichezza o lievi disturbi di questo genere, e ristabilendo i batteri buoni che difendono l’intestino il problema può essere risolto in maniera naturale e veloce.
Ma perché la flora batterica si destabilizza? Questo scombussolamento del microbiota intestinale potrebbe essere causato da numerosi fattori: una terapia antibiotica (che uccide sia i batteri cattivi che quelli buoni), un cambio d’ambiente, una gastroenterite che ha lasciato l’intestino sottosopra, un cambio di stagione, un’alimentazione non propriamente bilanciata…
Tornando ai crampi intestinali, potrebbero avere varie cause. Soprattutto, spesso può trattarsi di un’infezione virale o batterica come la gastroenterite (spesso associata a nausea e/o diarrea, oltre che alla febbre), oppure di un problema di natura organica e fisica. E in generale, quelli che chiamiamo “crampi” o “mal di pancia” possono essere dolori causati dalla stitichezza e dalla stipsi (con le feci che faticano ad uscire), all’aria nella pancia o alla diarrea.
Le principali cause di crampi intestinali durante l’infanzia, dunque, possono essere le gastroenteriti, le infezioni alle vie urinarie, l’appendicite, l’ernia, traumi di diversa natura, le coliche o altre patologie che sarà compito del pediatra individuare, soprattutto quando il dolore è acuto e lancinante oppure quando, al contrario, il bambino lamenta fastidi e dolori costanti e persistenti nel tempo, che nemmeno con i probiotici e i fermenti lattici se ne vanno.
Infine, non dimentichiamo le cause psicologiche: essendo l’intestino “il secondo cervello”, molte ansie e molti problemi legati allo stress vengono scaricati dai bambini proprio sulla pancia, attraverso un processo di somatizzazione.
Quando a scuola non va come vorrebbe, quando comincia un nuovo sport, quando subisce episodi di bullismo, quando in casa i genitori si stanno separando o sta vivendo una situazione particolarmente stressante (come un trasloco, un lutto o l’arrivo di un fratellino o di una sorellina), il bambino riversa tutto il suo malessere nell’intestino, che diventa così un campanello di allarme attraverso cui le mamme e i papà possono capire che è meglio affrontare ciò che sta sotto la superficie.
Ma quando c’è bisogno di preoccuparsi? Tendenzialmente, quando il mal di pancia non se ne va nemmeno con le terapie, quando il dolore è così forte da svegliarlo e da tenerlo sveglio la notte, quando si trova del sangue nelle feci, quando c’è un rallentamento della crescita, quando si riscontra un notevole calo di peso repentino e quando, associato al mal di pancia e ai crampi, c’è un aumento della temperatura corporea. In tutti questi casi è bene rivolgersi al medico curante, che saprà indicare la diagnosi e la terapia migliori.
Al Pronto Soccorso, invece, è bene recarsi quando il dolore che il bambino prova è fisso, lancinante e intenso e quando questo aumenta con il movimento; quando si concentra nella zona dell’inguine; e, infine, quando il mal di pancia è comparso in seguito a un trauma o ad una botta e non accenna a diminuire o a sparire.
Qualche anno fa andavano super di moda (quando Blair in Gossip Girl se li mangiava distesa nella vasca da bagno), ma anche oggi sono tra i dolci più apprezzati. Forse per il loro sapore delicato, forse per l'aspetto estremamente grazioso, i macaron sono davvero gettonati. Sono però pieni di burro, non è vero? Ecco allora una versione vegana un po' più leggera, senza né uova né burro, per gustarsi i macaron con meno sensi di colpa.
I fermenti lattici sono molto conosciuti: gli adulti li assumono per ristabilire la flora intestinale nel momento del bisogno, come dopo una terapia antibiotica, in caso di stipsi o diarrea o quando, in generale, c’è da riequilibrare la pancia.
Ma non sono solo gli adulti a beneficiare dei fermenti lattici. Anche i bambini, tuttavia, hanno bisogno supporto e integrazione, a volte, essendo l’intestino il secondo cervello e influenzando tutto l’organismo. Vediamo insieme quando.
I fermenti lattici, o probiotici, sono dei batteri che vivono nell’intestino di tutti gli esseri umani. Si tratta di batteri buoni, che oltre a non provocare malattie aiutano l’organismo e l’intestino a svolgere le attività quotidiane. L’ecosistema in cui si trovano è prezioso e delicato e per questo quando viene scombussolato da fattori esterni (e dall’ingresso di batteri “cattivi”) provoca problemi come diarrea o stipsi, ma anche dermatite atopica (molto frequente nei bambini) e altri problemi correlati.
Parlando di problemi che colpiscono i bambini, a volte bastano davvero dei fermenti lattici per contrastarli.
La dermatite atopica, in particolare, colpisce bambini e ragazzi molto spesso, e alcuni studi hanno evidenziato che i soggetti colpiti hanno meno probiotici buoni rispetto a chi non ne soffre.
La diarrea, invece, quando non virale è dovuta esattamente allo squilibrio della flora batterica intestinale. Anche in questo caso, assumere fermenti lattici per ristabilire l’equilibrio e per far sì che i batteri buoni sconfiggano quelli cattivi è una buona idea (sotto consulto del medico). Per capire come funziona questo equilibrio basta pensare agli antibiotici: spesso quando i bambini li assumono si ritrovano poi con dissenteria. Questo è dovuto proprio agli antibiotici che, distruggendo tutti i batteri (anche quelli buoni), lasciano l’intestino in balia degli agenti patogeni.
Diarrea, dermatite e stipsi possono dunque essere risolte proprio grazie ai fermenti lattici, una terapia naturale delicata e spesso consigliata, che diventa preziosa anche per contrastare le malattie stagionali (perché un intestino sano è alleato del sistema immunitario), le allergie e le carie (poiché anche nel cavo orale è presente un’equilibrata flora batterica).
In generale i probiotici non hanno controindicazioni. È sempre buona abitudine, tuttavia, rivolgersi al pediatra prima dell’assunzione, scegliendo insieme a lui quali e quanti assumerne e soprattutto in che occasioni (non dev’essere un’abitudine: il nostro corpo è già in grado di mantenere l’equilibrio e di assicurarsi i batteri buoni attraverso una dieta sana ed equilibrata, quando non sottoposto agli stress di cui abbiamo parlato precedentemente).
Per quanto riguarda i fermenti lattici per bambini, tra le linee più complete c’è quella di Enterolactis, che per l’area pediatrica propone la Fibra Liquida (indicata per ristabilire la flora batterica intestinale e le fibre), il Bifidolactis (a base di bifidobatteri per l’intestino e vitamina B6 per il sistema immunitario, le cellule bevibili contro la stanchezza e affaticamento, l’Enterolactis Baby (per bambini da 1 a 4 anni) e quello Infant (per ristabilire l’equilibrio fisiologico della microflora intestinale a partire dalla nascita).

A Brescia, Verona e altre province del Nord Italia non è Babbo Natale a portare i doni. A farlo è Santa Lucia, una Santa vestita di bianco e tulle che, durante la notte più lunga dell'anno, riempie i più piccoli di dolci e regali, in una tradizione sentita in maniera viscerale e adorata da tutti i bimbi (e adulti!).
Si festeggia il 13 dicembre: all'alba (perché i bambini non riescono a resistere!) le famiglie si alzano e trovano il salotto pieno di dolcetti e giocattoli. Cos'è successo? È passata Santa Lucia, che durante la notte ha portato, insieme al suo asinello, doni e leccornie ai bambini del Nord Italia.
Proprio come per Babbo Natale, i bambini scrivono la loro letterina, e se hanno fatto i bravi Santa Lucia porterà loro ciò che hanno chiesto. Non solo a casa, ma anche dai nonni e dai parenti più stretti. E dopo aver scritto la letterina, si attende di sentire il campanello della Santa, che prima di portare i doni passa sempre a controllare i piccini.

Così, la sera del 12 dicembre si prepara l'accoglienza per La Santa e il suo asino: della farina di mais e dei mandarini (ma anche carote e fieno, vin santo e latte), che mangeranno durante la notte per rifocillarsi. E guai ad alzarsi per cercare di "beccarla"!
Come per Babbo Natale, i genitori nascondono i giocattoli per non farli trovare, mangiano i mandarini prima che faccia l'alba e si godono la magia negli occhi dei bambini (che, sì, prima o poi scopriranno che "Santa Lucia sono mamma e papà", ma che fino ai dieci anni circa credono ciecamente a questa favolosa leggenda).
"Ciecamente" è un avverbio particolarmente adatto a questa tradizione: Santa Lucia, infatti, è cieca. È una martire del terzo secolo a cui furono strappati gli occhi (venerata molto nella sua città natale, Siracusa, e in Scandinavia, dove il 13 dicembre si festeggia il Luciadagen e si preparano biscotti che ricordano degli occhi, oltre che a Brescia, Bergamo, Verona, Udine, Mantova, Lodi...), e, su questa linea, se i bambini dovessero "vedere" Santa Lucia, la martire soffierebbe loro negli occhi del carbone, che gli impedirebbe di vedere e di ricordare. Un dettaglio, questo, della tradizione, che tuttavia resta sempre un po' macabro e pauroso (come, d'altronde, sono macabre le vere fiabe non condite dalla zuccherosità disneyana).

Dal momento che la tradizione di Santa Lucia è così sentita, nelle zone in cui passa lei Babbo Natale non farà nemmeno una capatina. La mattina di Natale, quindi, i bambini non troveranno i doni sotto l'albero, ma ci sarà un semplice scambio di doni tra adulti a tavola, durante il pranzo.
Infine, ecco una delle tante filastrocche dedicate a Santa Lucia:
Vorremmo che i bambini non crescessero mai, ma a un certo punto lo fanno. E quando scoprono che Babbo Natale non esiste (o Santa Lucia, a seconda della provenienza geografica) ci rendiamo conto che sì, effettivamente stanno diventando grandi.
Il discorso, però, a volte non è semplice. Certi bambini non accettano la cosa, certi altri vogliono a tutti i costi che ammettiamo di essere noi Babbo Natale o Santa Lucia, e certi altri spifferano tutto subito ai compagni di classe o ai fratelli più piccoli.
Ecco dunque la guida definitiva al discorso “Sì, Babbo Natale non esiste”.
Prima di tutto chiariamo una cosa: non c’è un’età. Ci sono bambini che a cinque o sei anni già intuiscono che qualcosa non quadra (come può Babbo Natale portare i doni in una sola notte ai bambini di tutto il mondo, eh?) e altri che al contrario arrivano alle medie ancora convinti che Santa Lucia esista. Ci sono quindi genitori che di punto in bianco si ritrovano a dover fare i conti con un discorso che pensavano lontano e altri che non sanno come approcciare la cosa perché i bambini “stanno diventando grandi e dovrebbero saperlo”.
Quando i bambini sono particolarmente piccoli è giusto e doveroso mantenere la magia e il mistero, anche con i più cinici. Ecco perché le frasi come “Ma va, ma cosa dici? Secondo me è proprio vero!” non sono sconsigliate, anzi. Basta non imporre la cosa ma, piuttosto, discuterne e parlarne. Starà a noi continuare ad aggiungere magia, senza per questo uccidere il pensiero critico dei bambini che al contrario vorrebbero rendere più realistica la questione.
Perché? Perché credere nella magia non significa essere scemi o ingenui. In questo modo anche quando cresceranno e si renderanno conto che, ok, effettivamente Babbo Natale non esiste, sapranno gustarsi la magia e capiranno che il mistero di Babbo Natale o di Santa Lucia non sta tanto nel realismo e nella logistica quanto nel significato di queste feste.
Ad un certo punto, quindi, i bambini lo capiranno. Di solito è intorno agli 8, 9 e 10 anni. Quel momento è duro per un genitore, ma diventa anche un’opportunità. Quando i bambini ci faranno capire che ormai non c’è niente da fare, che non ci credono, sarà il momento di essere sinceri: “Sì, Babbo Natale siamo noi. Sì, Santa Lucia sono le mamme e i papà”. Ma sarà anche il momento di cambiare le carte in tavola e di coinvolgere i bimbi nella magia dietro le quinte.

Se ci sono bambini più piccoli in famiglia, possiamo dare subito qualche responsabilità ai fratelli maggiori chiedendogli di indagare sui regali che i piccoli vorrebbero e coinvolgendoli nell’organizzazione di tutto.
L’importante è fare capire ai bambini che ormai non credono più che è doveroso e giusto rispettare chi invece ci crede ancora, come i fratelli più piccoli o gli amici. Come farlo capire? Chiedendogli di ricordarsi quanto era bello credere, ritrovandosi la mattina con tantissimi giocattoli portati da un’entità sfuggente ma molto generosa.
Acqua in bocca, quindi! Ma non solo: per non farsi scoprire, i bambini che ormai sanno della non-esistenza di Babbo Natale dovranno continuare, agli occhi dei più piccoli, a scrivere anche loro la letterina. Perché quindi, per non rovinarsi la magia, chiedere d’ora in poi una sorpresa? In questo modo, anche se “sanno”, sarà un’attesa misteriosa e divertente.
Il conto alla rovescia all’arrivo del Natale inizia nel momento stesso in cui si avvicina la fine di novembre. Da quel momento in poi c’è un’attività che è pronta a riempire ogni attimo della nostra routine quotidiana: stiamo parlando dei preparativi per le festività, che non riguardano soltanto il momento tanto atteso di rispolverare albero e addobbi.
Occorre infatti partire per tempo e mettere bene a fuoco i regali da fare ad amici, parenti e soprattutto ai più piccoli. Per questi ultimi il Natale rappresenta infatti da sempre un periodo davvero magico dell’anno: un insieme di momenti unici, di emozioni e serenità.
Per quanto riguarda i regali di Natale per le famiglie, c’è una tendenza che si sta sempre più radicando sul nostro territorio, nel nome della valorizzazione dei prodotti “Made in Italy” apprezzati in tutto il mondo. Mettere sotto l’albero cestini ricchi cesti di primizie food del territorio è una scelta intelligente e dalle molte sfaccettature. Un simile regalo potrà infatti mettere d’accordo tutti, specie se all’interno del cesto natalizio saranno presenti alimenti adatti anche alla dieta dei bambini.
Il gusto è protagonista assoluto sotto l’albero: tra i regali non possono mancare dei prodotti alimentari ricchi di gusto, ma soprattutto espressione della tradizione culinaria italiana. Occorre dunque scegliere con cura i prodotti da inserire nel nostro cesto regalo, per stupire grandi e piccoli ospiti: tra i must have non potranno mancare di certo i dolci della tradizione, primo fra tutti il pandoro ma anche il torrone artigianale e sfiziosi cioccolatini. Gli adulti apprezzeranno sicuramente alcuni dei prodotti chiave del patrimonio food italiano: parliamo di spumante, olio EVO, salumi, ma anche marmellate o conserve. Il tocco in più? Inserite sempre un piccolo oggetto, come un gioco per i bambini oppure una decorazione natalizia home made.
Abbiamo parlato dell’importanza di scegliere i giusti prodotti food per i nostri regali. Un esempio virtuoso è senza dubbio quello offerto dal Prosciutto di San Daniele, alimento d’eccellenza del settore agroalimentare italiano nel mondo. Il San Daniele DOP è sicuramente il prodotto ideale da cui partire per realizzare un menù delle feste che metta d’accordo sia grandi che piccini. Qualche esempio? Potete realizzare una morbida focaccia con il Prosciutto, dei muffin salati con il formaggio oppure utilizzare questo alimento per creare delle gustose polpette di ceci e ricotta, una ricetta gustosa perfetta per i piccoli ospiti.
Il Prosciutto di San Daniele è un alimento genuino he rientra perfettamente in un piano alimentare equilibrato, non a caso è particolarmente indicato per anziani, sportivi ma – soprattutto – per i più piccoli. Il motivo è presto detto: oltre al gradevole sapore che caratterizza ogni fetta, il San Daniele DOP possiede valori nutrizionali molto interessanti. Privo di conservanti, nitriti e nitrati il Prosciutto di San Daniele presenta proteine di alta qualità biologica facilmente digeribili. Ma non solo: ha un rilevante contenuti di vitamine del gruppo B, oltre ad essere ricco di oligoelementi (ferro, il fosforo, il magnesio, il potassio, il rame e lo zinco).
Questo prodotto è realizzato grazie a “soli” tre ingredienti: il particolare microclima di San Daniele del Friuli, il sale marino e le cosce di suino italiano selezionate. Dettaglio importante: la stagionatura non scende mai al di sotto dei 13 mesi, cosa che conferisce un’alta digeribilità al San Daniele DOP.

Quella dei cesti colmi di cibi in dono è una tradizione legata a doppio filo alla storia della nostra terra. Anche perché per trovarne le prime tracce occorre tornare indietro di parecchi secoli, fino al tempo dei romani quando era in auge la festività religiosa dei Saturnalia (in onore del Dio Saturno) legata al solstizio d’inverno. Ci si scambiavano cestini con generi alimentari, per propiziare l’intervento benefico della divinità. Da quel momento il cibo ha costituito sempre un elemento importante nella nostra storia: è un segno di affetto, apprezzamento e convivialità. Un’abitudine che si è sempre più radicata nel corso delle epoche, arrivando fino ai giorni nostri.