Risiko, Cluedo, Monopoly, Scarabeo, Uno, Taboo… Ma non solo. Di giochi di società ne esistono davvero moltissimi, per tutti i gusti e per tutte le età. Giocarci in famiglia è consigliatissimo: è infatti un’attività divertente, sana, benefica e ottima per rafforzare i rapporti, rendendo appassionanti anche le serate passate semplicemente in casa.
Non solo divertimento, quindi, ma anche aspetti educativi e benefici per la crescita: ecco tutti gli aspetti positivi dei giochi di società e dei giochi da tavolo per i bambini.
A partire dal “memory” (il gioco da tavolo più gettonato tra i bambini più piccoli), i bimbi cominciano ad allenare abilità importanti come la logica, imparando le poche e semplici regole e applicandole man mano che imparano a giocare ai vari giochi di società.
I giochi di società sono un modo divertente e spigliato per mettersi in gioco provando a risolvere dei problemi. Sono “problemi” relativi al gioco, certo, ma il processo di problem solving è lo stesso che si mette in pratica nella vita reale.

Anche i bambini soffrono di ansia e stress, anche se in maniera diversa dagli adulti, e le partite ai giochi di società sono un ottimo anti-stress.
Un po’ come le parole crociate, i giochi di società sono importanti per allenare la memoria, e non solo perché ci sono regole da memorizzare, ma anche e soprattutto perché i bambini giocando devono immagazzinare ed elaborare un sacco di dati.
Giocare ai giochi in scatola è davvero benefico per tutti i bambini, ma anche e soprattutto per quelli che faticano a mettere in pratica l’autocontrollo: regolare l’impulsività (anche se a volte è difficile!), attendere il proprio turno e intrecciare le proprie mosse con quelle degli altri è davvero educativo.

Un gioco in scatola, in media, dura più o meno un’oretta. Oggigiorno la concentrazione dura molto meno, a causa di tutti gli stimoli esterni. Dedicare sessanta minuti del proprio tempo a giocare a qualcosa di interessante è quindi utile per riprendere il controllo della concentrazione.
Discutere, contrattare, ragionare, dialogare, argomentare: sono tutte azioni che vengono messe in pratica in tutti i giochi da tavolo e di società. I giochi in scatola, quindi, sono un po’ un “gioco di ruolo”, che sappiamo essere fondamentale per la crescita dei bambini, che possono così scoprire il mondo con i loro tempi e i loro strumenti.
Nella vita non sempre si vince, ma, anzi, spesso si perderà. Ma dalle sconfitte si impara molto e soprattutto c’è sempre una seconda possibilità di vittoria: ecco un grande insegnamento.
La Festa della Donna non è solo mimose e meri "auguri". È anche ricordare le donne che hanno fatto la storia, che ci permettono di essere chi siamo, che hanno lottato per la parità di genere, che si sono distinte nel loro campo in tempi nei quali le donne non erano contemplate... È festeggiare l'essere donna in tutte le sue sfaccettature, è festeggiare l'essere uniche e parte di una sorellanza globale.
Iniziamo quindi a festeggiare le nostre figlie sin da piccole, magari regalando loro un libro significativo, che apra loro gli occhi, che le faccia sentire parte di qualcosa e che faccia capire loro che nella vita potranno davvero essere ciò che vogliono.
Sul filone di "Storie della buonanotte per bambine ribelli", questo libro (acquistabile qui) narra con semplicità le storie di venti donne che hanno dato un contributo enorme alla scienza e all'avanzamento della storia umana.

Un libro bellissimo ed essenziale per accompagnare le bambine nella crescita, nella confusione, nelle sensazioni del corpo che cambia, nelle emozioni altalenanti tra la voglia di crescere e la paura dell'ignoto. Lo trovate qui.

È un cult, un bestseller, un libro imprescindibile: Bianca Pitzorno in questo romanzo per ragazzi (ma per tutti!) racconta la storia di Elisa, Prisca e Rosalba e la loro avventura contro le ingiustizie.

È la storia di una piccola naturalista in erba, nell'America di fine Ottocento, un racconto di passione e crescita davvero interessante e coinvolgente, che ricorda un po' Pippi Calzelunghe e un po' Anna dai Capelli Rossi. È un caso editoriale, acclamato dal pubblico: imperdibile per le piccole lettrici (ma non solo!). Lo potete acquistare qui.

Di Astrid Lindgren non c'è solo Pippi Calzelunghe: anche Britt-Mari potrà diventare una ragazzina-guida per le lettrici intorno ai dieci, undici anni, che potranno anche riscoprire il bello dei rapporti epistolari alla vecchia, carta e penna.

Questo libro è fondamentale per celebrare la Giornata Internazionale della Donna: parla delle suffragette partendo da Sally, ragazzina che si trova a far parte della storia dell'emancipazione femminile.

"Rosa Parks" fa parte di una collana Fabbri dedicata alle donne ed è importantissimo per le ragazze: oggigiorno è impensabile pensare a degli autobus con i posti divisi tra bianchi e neri, ma non è passato troppo tempo da allora e purtroppo il razzismo è comunque sistemico e presente nelle nostre vite. Per far sì che il gesto di Rosa Parks non sia vano, iniziamo a far conoscere la sua storia.

Uno: che il tabù attorno alle mestruazioni si infranga. Due: che gli assorbenti e i tamponi vengano finalmente riconosciuti come materiale sanitario. Sono questi i primi e fondamentali punti attorno al ciclo mestruale a cui teniamo moltissimo. Perché le mestruazioni suscitano ancora risatine, superstizioni e occhiatacce, quando la metà della popolazione mondiale ne fa esperienza (più o meno) ogni mese per più di trent'anni della propria vita.
La Scozia è stata il primo paese a rendere i prodotti per il ciclo mestruale gratuiti (qui la notizia) e piano piano sembra che anche nel resto del mondo la situazione stia cambiando. A quanto pare anche in Italia. Ma, dopo che si è tanto parlato (e riso) di tampon tax, l'iniziativa non viene dal Governo, ma dalla catena di supermercati Coop.
È di ieri, 25 febbraio 2021, la notizia che Coop abbasserà l'IVA sugli assorbenti. L'iniziativa si chiama “Close the Gap - riduciamo le differenze" e sarà una campagna per promuovere la parità di genere femminile e combattere le disparità. Per farlo, Coop ha aderito anche alla petizione “Stop Tampon Tax! Il ciclo non è un lusso” promossa dall’associazione “Onde Rosa” su Change.org per tagliare l’Iva sugli assorbenti e soprattutto dal 6 al 13 marzo tutti gli assorbenti a scaffale verranno venduti nei punti vendita Coop come se l’aliquota Iva fosse ridotta dal 22% al 4% (che è esattamente l'intento della petizione). "Un atto simbolico", fanno sapere, "ma concreto perché la disuguaglianza inizia anche dalle piccole differenze".

Anche gli assorbenti "Vivi Verde Coop" saranno inclusi nell'iniziativa, anche se, essendo compostabili, sono già normalmente venduti con l'IVA al 4%; nei giorni a ridosso della Festa della Donna, ovvero quelli dedicati a Close The Gap, verranno venduti in confezioni ad hoc che inviteranno a firmare la petizione.
"Secondo il Global Gender Gap Index sui temi dell’equità di genere", spiegano da Coop, "il nostro Paese figura al 76esimo posto tra i 153 censiti e al 17esimo sui 20 dell’Europa Occidentale (peggio di noi solo Grecia, Malta e Cipro). La pandemia ha solo aggravato una situazione già di per sé non invidiabile. L’ultimo dato Istat riferisce che dei 101.000 posti di lavoro persi a dicembre scorso 99.000 erano femminili e lo stesso smartworking visto dal lato delle donne ha in molti casi contribuito ad aumentare il loro carico di lavoro. Non è certo un caso se la parità di genere figura tra i 17 obiettivi dell’Agenda 2030 Onu per assicurare al Pianeta uno sviluppo sostenibile".
Si capisce, dunque, che abbassare la tassa sui prodotti mestruali è d'obbligo.
"Close the Gap - Riduciamo le differenze" non si fermerà però qui. L'1 marzo alle 19.00 è in programma un evento online su corriere.it e sulla pagina Facebook del quotidiano, una diretta streaming per promuovere la parità di genere femminile e combattere le disparità. Si parlerà di diversità, inclusione, e si ascolteranno le voci di donne e uomini che si sono distinti in diversi ambienti. Ci saranno, tra gli altri, Maura Latini (AD Coop Italia), Linda Laura Sabbadini (direttrice Istat), l’economista Azzurra Rinaldi, Veronica Yoko Plebani (campionessa paraolimpica di triathlon), Francesca Michielin, Michela Giraud (stand up comedian) e Gianrico Carofiglio con un monologo inedito.

Tra zone gialle, arancioni e rosse, le scuole aprono e chiudono continuamente. Siamo già alla terza ondata di Covid (mentre scriviamo), e i genitori sono sempre più spaesati. Già, perché tra quarantene, sintomi o contagiati asintomatici, la preoccupazione va ai bambini, e non solo alla loro istruzione: il pensiero va anche al Covid. L'hanno preso? Quella febbre è data dal Coronavirus o è una semplice influenza? Dovremo fare il tampone? Ecco quindi una piccola guida per individuare i sintomi del covid nei bambini, da analizzare prima di chiamare il proprio medico di famiglia che saprà così indicarci meglio la strada da prendere.
In generale, la malattia causata dal Coronavirus SARS-CoV-2 si chiama Covid-19 ed è una polmonite virale (nei casi più gravi), che può arrivare anche a provocare insufficienza negli altri organi. Non in tutti, però, sfocia in polmonite, ricordando un'influenza più o meno pesante, con alcuni sintomi comuni.
Come ormai sappiamo, esistono diverse varianti più o meno contagiose, e per proteggere noi e gli altri dobbiamo seguire alcune regole, come rispettare la distanza interpersonale, usare dispositivi di protezione come le mascherine e i guanti, evitare di toccarci il viso e lavarci spesso le mani, starnutendo nel gomito e gettando i fazzoletti dopo il primo uso.

Stabilito che il Covid-19 può manifestarsi oppure rimanere silente (i casi asintomatici rilevabili solo con tampone), i bambini contagiati dal Coronavirus possono presentare questi sintomi:
- Febbre
- Tosse
- Senso di fatica e sonnolenza
- Dolori muscolari o articolari
- Perdita di gusto e olfatto
- Raffreddore
- Gola infiammata
- Dissenteria, nausea, mal di stomaco
- Mal di testa
Essendo una malattia che colpisce le vie respiratorie, il Covid-19 può portare anche a sintomi e complicazioni più gravi, anche nei bambini (soprattutto se in presenza di condizioni pregresse, come l'asma o le malattie cardiopolmonari), come la difficoltà a respirare, la bronchite e la polmonite.
La prima cosa da fare è monitorare la febbre, notando se cresce o se diminuisce. Allo stesso tempo, è fondamentale chiamare subito il pediatra o il medico di famiglia, che in base alla storia pregressa e alla situazione saprà consigliare il tampone o la terapia adatta.
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Si parla sempre dell’importanza della routine della buonanotte, dell’importanza del sonno e dell’importanza dei pisolini: per i bambini tutte queste cose sono fondamentali, e a confermarlo ora arriva anche uno studio dell’Università del Delaware, che ha trovato una correlazione tra la mancanza di pattern serali e un aumento dell’Indice di Massa Corporea nei bambini.
Quando un adulto dorme poco (o male), la mancanza di sonno si ripercuote sulla sua vita e sul suo benessere, con la stanchezza cronica che prende il sopravvento, le difese immunitarie che si abbassano e lo stress ossidativo che si fa strada. Lo stesso (e in maniera ancor più accentuata) vale per i bambini. Non si parla tuttavia solo di quantità di sonno (è bene che i bambini vadano a letto presto e che si sveglino riposati), ma anche e soprattutto di qualità. E la qualità è data anche dalla routine.
A livello fisico e psicologico, le routine sono fondamentali durante la crescita. Senza routine, i bambini si scombussolano e scombussolano tutta l’armonia fisica e mentale che stanno costruendo. Anche quando parliamo di sonno.
La “routine del sonno” è, in altre parole, il pattern che i genitori impongono ai bambini alla sera, prima di dormire: l’orario (il più possibile uguale tutte le sere), la lettura, l’igiene, le coccole… Non c’è uno schema uguale per tutti, ma ogni famiglia trova il suo.
Seguendo la routine della buonanotte, il bambino si sentirà più stabile e accudito, più sicuro, e soprattutto prenderà sonno prima e più facilmente, armoniosamente, poiché anche biologicamente il suo corpo saprà che quella è l’ora di chiudere gli occhi. E questo si ripercuoterà positivamente su tutti gli aspetti della quotidianità.
I ricercatori dell’Università del Delaware hanno pubblicato uno studio (disponibile sulla rivista scientifica Science Daily) che mostra come i bambini che non seguono una routine consistente prima della nanna abbiano un Indice di Massa Corporea più alto.
“Da tempo sappiamo che l’attività fisica e la qualità dell’alimentazione sono forti indicatori riguardo al peso e all’IMC”, ha fatto sapere Lauren Covington a Science Daily, lead author dell’articolo di cui parliamo. “Credo che sia illuminante che anche il sonno abbia un ruolo importante, più di quanto credessimo”.
Altro aspetto della ricerca ha riguardato la relazione tra povertà e routine del sonno: gli studiosi hanno infatti rilevato che i bambini con le routine della buonanotte più deboli (e quindi quelli, tendenzialmente, con un Indice di Massa Corporea più alto) fossero quelli provenienti dalle famiglie meno benestanti. La povertà, infatti, porta i genitori a lavorare fino a tardi, a non affidarsi ad aiuti esterni e a barcamenarsi tra il lavoro e la gestione della casa, trovandosi senza orari stabiliti e portando i bambini a non seguire un pattern ordinato e stabilito, a discapito dell’abitudinarietà e delle ore di sonno.
Pur consapevole delle difficoltà, la dottoressa Covington ha quindi voluto dare qualche consiglio. “Migliorare la routine della buonanotte rendendola più costante può essere un cambiamento che la famiglia può attuare. È più semplice rispetto al modificare la dieta acquistando cibo salutare dal fruttivendolo o al giocare all’aperto” (che, come sappiamo, non è sempre possibile, soprattutto quando i genitori non hanno tempo né risorse). “Anche solo una routine del sonno più costante può infatti dare un senso di stabilità ai bambini, con implicazioni positive anche sulla salute e sull’Indice di Massa Corporeo”.
Che sia pasta modellabile o che sia das (molto comodo perché si tratta di argilla che si asciuga all'aria, e non in forno), il gioco della creazione di sculture e della modellazione è bellissimo, educativo, creativo e fantasioso. Ecco perché dovremmo proporre i lavoretti con il DAS frequentemente, assecondando anche la creatività dei nostri bambini!
La regola principale è usarlo in maniera spontanea e creativa, ma se volete provare a dedicarvi ad alcuni lavori con il das più specifici, ecco qualche idea per alcune semplici creazioni con il das, dai porta candela ai sottobicchieri con timbri naturalistici.
Usiamo il DAS rosso mattone e metà del lavoro è fatto; dopodiché, modelliamo l'argilla a forma di bradipo lasciando un bel buco nel centro, riempiamo lo spazio con della carta di giornale, lasciamo asciugare e dipingiamo, utilizzando poi il bradipo come piccolo vasetto.

https://www.pinterest.it/pin/264234703126571167/
Prendiamo un pezzetto di das, lavoriamolo con le mani e stendiamolo su un piano con un mattarello, lasciando uno spessore di mezzo centimetro. Appoggiamo sulla superficie una foglia, un fiore o un rametto e imprimiamolo con un po' di pressione del mattarello (ma meno di prima, senza schiacciare troppo). Tagliamo poi il das con un coppapasta tondo o una formina per biscotti, trasferiamo su della carta forno e lasciamo asciugare per un paio di giorni, girando ogni tanto il nostro sottobicchiere in das.

https://www.pinterest.it/pin/539376492876458924/
Modellando il das a forma di cuore e lasciando dei bordi piuttosto alti otterremo uno svuotatasche davvero dolce, da dipingere in maniera pop.

https://www.pinterest.it/pin/211174972877811/
In questo articolo trovate il procedimento per realizzare una bellissima ed evocativa Mano di Fatima con il DAS.
Così semplice che non ha bisogno di spiegazioni. E per renderlo ancora più bello e divertente, possiamo renderlo "puntinato" cospargendo il das di pepe nero prima di modellarlo, aggiungendone in base al risultato finale che vogliamo ottenere.

https://www.pinterest.com/pin/629167010434530124/
In questo caso basta realizzare un piccolo rotolo di das, piegarlo, fare un buchino sulla cima e lasciarlo asciugare così, aiutandosi eventualmente con dei fogli di giornale appallottolato per far sì che non crolli durante l'asciugatura.

https://www.pinterest.it/pin/226657793736194586/
Credevo che le scuole chiudessero per poco tempo. Che stare chiusi in casa fosse solo una seccatura. Che l'emergenza rientrasse dopo qualche settimana. E invece... Ogni genitore, tra il 2020 e il 2021, ha dovuto ricredersi, risettarsi, riallinearsi, rimettersi in gioco.
Ecco tutto ciò che credevamo durante i primi giorni della pandemia, quando il Covid era una parola nuova e si diceva ancora "epidemia". È stato un anno difficile, che ci ha sconvolto, che ci ha insegnato e che ci ha fatto riscoprire la famiglia.
A fine febbraio 2020 sembrava quasi una precauzione, e non una misura necessaria. Si pensava che le scuole chiudessero per riaprire dopo pochi giorni, al massimo poche settimane. Sì, hanno riaperto, ma la Didattica a Distanza è ormai consolidata, i periodi a casa non sono ancora finiti e i bambini hanno dovuto abituarsi a un nuovo modo di andare a scuola. Sarà ancora lunga, a quanto pare. E noi che credevamo durasse pochi giorni...

Sì, è difficilissimo e ci segnerà a vita, ma abbiamo scoperto che stare a casa in famiglia non è così catastrofico. Abbiamo scoperto che cucinare insieme è divertente, che le routine sono fatte per essere stravolte e ricostruite, che le giornate in famiglia sono piacevoli, se le prendiamo per il giusto verso. Sì, i momenti no e le difficoltà sono all'ordine del giorno, ma abbiamo anche scoperto che guardare il lato positivo è necessario, altrimenti è la fine.

E così è stato. Ma abbiamo anche capito che la nostra vita è nostra, che la stravolgiamo o che la manteniamo sempre uguale a se stessa. Perché chiusi o aperti, dobbiamo vivere con noi, con la nostra famiglia, e quello non cambia. Cambiamo noi e cambia il modo in cui affrontiamo le giornate.
Ma quanto ancora manca, in realtà? Probabilmente più di quanto crediamo, sicuramente più di quanto speriamo. Perché finché il virus non sarà debellato, la nostra vita continuerà ad essere sconvolta e sottosopra. Ma ora sappiamo che c'è da mettersi il cuore in pace, impegnarsi per il bene comune e seguire le regole.

Così non è stato. Per niente. Il virus ha ucciso tantissime persone, tantissimi cari. Ha spezzato famiglie. Ha lasciato a casa dal lavoro troppe persone. Ha tenuto chiusi in casa bambini e adolescenti privandoli della natura e della socialità. Ci ha relegato dietro agli schermi. No, non è andata bene. E dobbiamo sempre ricordarci di questo periodo. Ricordando, però, anche le opportunità che ci ha dato: l'opportunità di ripensare alla nostra vita, al nostro lavoro, alla nostra famiglia; l'opportunità di scegliere con chi passare il nostro tempo, capendo l'importanza degli affetti; l'opportunità di vivere con noi stessi, di leggere, di formarci, di scoprire cose piccole ma nuove.

Credevamo, quindi, ma abbiamo dovuto ricrederci. Nel bene e nel male. Ma, ora, lasciateci sperare per un po' solo nel bene...
Con i bambini la sicurezza in auto è fondamentale, e i seggiolini sono la prima regola per viaggi sicuri. La normativa parla chiaro: seggiolino con schienale fino a 1.25 metri di altezza, sistema di aggancio Isofix o comunque sicuro, obbligatorietà del seggiolino in base all’età, ovetto nei primi mesi di vita… Ora, però, gli esperti aggiungono una regola importantissima: fare attenzione alle tute da sci e ai giubbini per bambini e bebè troppo imbottiti, perché potrebbero intaccare l’efficacia del seggiolino.
In inverno i genitori, giustamente, coprono i bambini con tute da neve e giacconi molto imbottiti. Questi giubbini, tuttavia, andrebbero tolti durante il tragitto in macchina, poiché in caso di incidente diminuiscono l’efficacia del seggiolino: l’imbottitura (che è soffice) si appiattisce infatti immediatamente a causa della forza dell’impatto, lasciando così dello spazio libero tra il corpo del bambino o del bebè e l’imbracatura. Questo spazio libero potrebbe, nei casi peggiori, far sì che il bambino scivoli attraverso le bretelle e che sbalzi in avanti.

A sottolinearlo è l’American Academy of Pediatrics, secondo cui gli indumenti troppo imbottiti non andrebbero mai indossati sotto le cinture di sicurezza, soprattutto nel caso dei bebè e dei neonati.
L’American Academy of Pediatrics fornisce anche qualche consiglio per evitare il pericolo tenendo comunque al caldo i bambini.
Prima di tutto, è bene togliere la tuta da sci o la giacca super imbottita dal bambino prima di metterlo nel seggiolino, coprendolo con uno strato più leggero per tenerlo al caldo o appoggiando sopra le cinghie una copertina (senza coprire il volto, mai, per evitare il pericolo di soffocamento, soprattutto nel caldo dell’automobile).

Il pezzo di seggiolino “staccabile” potrebbe poi venire tenuto in casa o in un luogo caldo, prima di infilare il bambino in macchina, in modo che non sia ghiacciato quando vi appoggiamo sopra il bebè. Accendere la macchina un attimo prima di mettere il bambino nel seggiolino e scaldarla, inoltre, è una buona idea.
Vestire i bebè a cipolla è un altro consiglio: a differenza delle imbottiture che si appiattiscono, vari strati più leggeri non fanno lo stesso effetto e non hanno lo stesso pericolo.
Infine, non dimentichiamo i guanti, le calze calde, il cappellino e gli scarponcini imbottiti, in modo che le estremità del corpo siano riscaldate.
Allacciamo poi le cinghie in maniera corretta, eventualmente stringendole un po’ di più se temiamo che l’imbottitura degli strati di indumenti sia troppo morbida.
Se avete preparato i nostri gnocchi (questi sono viola, ma potete usare anche il cavolfiore o le patate gialle per farli "normali" bianchi!) e non sapete come condirli, ecco una ricetta per voi: degli gnocchi con sugo vegetale davvero irresistibili e parecchio invernali.
Il femminismo non è più facoltativo: in un mondo nel quale le parità di genere sono ancora lontane, è compito dei genitori educare i figli a trattare le persone per ciò che sono, e non per il loro genere. Soprattutto, dobbiamo capire che il femminismo non è “lotta di genere”, ma è “lotta per la parità di genere”, e ciò significa che non è il contrario di maschilismo (intendendolo dunque come un "volere la superiorità della donna"): il femminismo è lotta per i diritti per tutti, maschi o femmine, etero o gay, di qualsiasi colore della pelle. È lotta per superare gli stereotipi, che fanno del male non solo alle donne, ma anche agli uomini che si trovano ingabbiati in ruoli che sentono lontani.
Per cominciare, quindi, leggiamo qualche libro: si tratta di letture semplici e illuminanti per portarci sulla giusta strada educativa, in modo da sapere cosa trasmettere ai nostri figli, le parole da usare e i comportamenti da adottare. Se ognuno di noi li seguisse, il mondo sarebbe davvero migliore.
La scrittrice nigeriana Chimamanda Ngozi Adichie ha scritto questo libriccino davvero illuminante e scorrevole: si tratta di una lettera ad un’amica che le chiede consigli sull’educazione di una figlia femmina. Io trovo che sia un libro per tutti, anche per i genitori con figli maschi, perché si tratta di regole e consigli universali e importantissimi che trattano di diritti, libertà, responsabilità e stereotipi. Lo potete acquistare qui.

Se vi è piaciuto “Dear Ijeawele”, il consiglio è quello di leggere anche “Dovremmo tutti essere femministi”, il saggio più noto di Chimamanda Ngozi Adichie, trascrizione di un suo Ted Talk che ci mostra, in poche parole, le ragioni per le quali tutti, uomini, donne, giovani, anziani, dovremmo essere femministi, perché il femminismo giova davvero a chiunque. È in vendita qui.

“Perché le bambine a partire dai sei anni si sentono meno intelligenti dei bambini? E perché i ragazzi sottostimano le capacità delle loro compagne di università? La colpa è degli stereotipi”: così recita la quarta di copertina di questo saggio davvero prezioso (che trovate qui).

Un titolo che è un pugno nello stomaco (per le donne, che sanno di cosa di parla), perché sviscera senza tabù e con i dati reali la tendenza della società a ignorare sistematicamente le donne. È così, non ci si scappa, ma conoscere la situazione è il primo passo per combatterla. Un libro, soprattutto, per uomini, per padri che vogliono crescere persone che non ignorino l’altro sesso, l’altro genere, l’altro. “Invisibili” di Caroline Criado Perez è acquistabile qui.

Sempre per i padri, “Perché il femminismo serve anche agli uomini” di Lorenzo Gasparini non ha bisogno di altre presentazioni. Dice già tutto il titolo, ed è davvero illuminante e necessario.

“Corpi estranei” di Oiza Queens Day Obasuyi non parla esattamente di femminismo, ma di razzismo sistemico nel nostro paese. Spesso di pensa di essere esenti dal razzismo perché “la mia amica è nera” o “ho tanti colleghi che vengono dal Ghana”, ma i bias sono radicati in noi pur non volendolo. Ed è tutto un circolo virtuoso o vizioso: femminismo, antirazzismo, lotta per la parità… Informiamoci in maniera intersezionale ed educhiamo i bambini di conseguenza (prima di tutto con l’esempio). Trovate il libro qui.
