I pediatri e le pediatre rivestono un ruolo cruciale nella società, essendo i principali custodi della salute dei bambini. La loro presenza è fondamentale per assicurare che i più giovani ricevano cure adeguate e tempestive, prevenendo così malattie e promuovendo uno sviluppo sano.
Tuttavia, l'attuale carenza di pediatri in Italia rappresenta una seria minaccia per la qualità dell'assistenza pediatrica.
Una recente indagine della Fondazione Gimbe ha evidenziato una significativa mancanza di pediatri di libera scelta (Pls) in Italia, stimata in almeno 827 unità. Questa carenza è particolarmente acuta in regioni come Lombardia, Piemonte e Veneto, dove si concentra la maggior parte dei pediatri mancanti.
In alcune aree, come Piemonte, Veneto, Valle d'Aosta e la provincia di Bolzano, ogni pediatra deve assistere oltre 1.000 bambini, un carico di lavoro insostenibile che può compromettere la qualità delle cure.
Entro il 2026, sono previsti oltre 1.700 pensionamenti tra i pediatri di libera scelta, ma non vi è alcuna certezza sul ricambio generazionale.
Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, ha sottolineato in un'intervista ad Ansa come questo allarme sia sollevato da genitori di tutte le regioni italiane, che lamentano problemi burocratici, mancanza di risposte dalle Asl, eccessivo numero di assistiti per ogni pediatra e difficoltà nell'iscrivere i propri figli al pediatra di famiglia. Queste difficoltà mettono a rischio la salute dei bambini, soprattutto dei più vulnerabili.
Per comprendere meglio le cause della carenza di pediatri, la Fondazione Gimbe ha analizzato le dinamiche e le criticità che regolano l'inserimento dei Pls nel Sistema Sanitario Nazionale. Due aspetti fondamentali sono emersi da questa analisi: le stime sulle carenze sono effettuate a livello regionale, poiché la necessità di pediatri viene definita dalle Aziende Sanitarie Locali in base agli ambiti territoriali, e le stime sul ricambio generazionale sono complicate dall'impossibilità di sapere quanti nuovi specialisti in pediatria sceglieranno la carriera di Pls.
Secondo l'Annuario statistico del Sistema Sanitario Nazionale del 2022, i pediatri di libera scelta attivi in Italia erano 6.962, 446 in meno rispetto al 2019, con una diminuzione del 6%. Inoltre, la percentuale di pediatri con oltre 23 anni di specializzazione è aumentata dal 39% nel 2009 al 79% nel 2022. Questo dato, se da un lato evidenzia l'invecchiamento della categoria, dall'altro richiede stime precise sul numero di nuovi Pls necessari nei prossimi anni per evitare un 'baratro' nell'assistenza pediatrica territoriale (sempre secondo Cartabellotta).
La carenza di pediatri in Italia è dunque un problema molto serio che richiede interventi urgenti per garantire un adeguato ricambio generazionale e mantenere elevati standard di assistenza. È necessario adottare misure efficaci per incentivare i nuovi specialisti in pediatria a intraprendere la carriera di Pls e per migliorare la distribuzione dei pediatri sul territorio nazionale, al fine di assicurare che ogni bambino possa ricevere le cure di cui ha bisogno.
Fonte: Ansa
Sembra un enorme lime, e in effetti fa parte della stessa grande famiglia degli agrumi. Da noi non è così diffuso come in altre parti del mondo, ma conoscere il pomelo è importante: è davvero benefico e potresti imbatterti in lui in qualche mercato ben fornito o durante un viaggio lontano da casa.
Il pomelo, scientificamente noto come Citrus maxima o Citrus grandis, è un frutto appartenente alla famiglia degli agrumi.
Originario del sud-est asiatico, è uno dei più grandi agrumi e può raggiungere dimensioni considerevoli, pesando fino a 2-3 kg.
Il pomelo cresce su alberi che possono raggiungere altezze considerevoli, spesso fino a 15 metri. Preferisce climi tropicali e subtropicali e viene coltivato principalmente in paesi come la Cina, la Tailandia, la Malesia, il Vietnam e le Filippine.
Aspetto: Il pomelo ha una buccia spessa e rugosa, che varia dal verde al giallo quando è maturo. La polpa interna può essere bianca, rosa o rossa a seconda della varietà.
Sapore: Il gusto del pomelo è meno acido rispetto a quello di altri agrumi come il pompelmo. Può essere dolce o leggermente amarognolo, con un sapore delicato e meno intenso.
Dimensioni: È il più grande tra gli agrumi, con un diametro che può variare da 15 a 25 cm.
Semi: Alcune varietà di pomelo contengono semi, mentre altre sono prive di semi.
Il pomelo è ricco di vitamina C, antiossidanti, fibre e potassio. Alcuni dei benefici per la salute includono:
Il pomelo può essere consumato fresco, come snack o dessert. Viene anche utilizzato in insalate, marmellate, dolci e bevande. La buccia può essere candita o usata per preparare tè aromatici.
Attenzione, però: è spesso confuso con il pompelmo, ma sono due frutti diversi. Il pompelmo è un ibrido tra il pomelo e l'arancia dolce.
In alcune culture asiatiche, il pomelo è simbolo di prosperità e buona fortuna ed è spesso consumato durante le festività come il Capodanno cinese.
Può capitare, soprattutto nei bambini piccolissimi, di non trovare un testicolo o entrambi i testicoli nella sacca che dovrebbe contenerli. Preoccuparsi è normale ed è chiaramente necessario rivolgersi alla pediatra o al pediatra, ma è anche bene sapere che si tratta di una condizione piuttosto comune: si chiama criptorchidismo e se viene trattata per tempo (entro i primi 18 mesi di vita del bebè) è facilmente risolvibile.
Ecco tutto ciò che c'è da sapere sul criptorchidismo, ovvero sul testicolo non sceso o ritenuto, e quali sono le possibili terapie e conseguenze.
Il criptorchidismo (chiamato anche testicolo ritenuto) è una condizione medica in cui uno o entrambi i testicoli non scendono nella loro posizione normale nello scroto prima della nascita. È una delle anomalie congenite più comuni nei neonati maschi e può essere unilaterale (un solo testicolo non è sceso) o bilaterale (entrambi i testicoli non sono scesi).
Come avviene? Normalmente, i testicoli iniziano a svilupparsi tra la settima e l'ottava settimana di gravidanza e restano nell'addome fino alla ventottesima settimana. A questo punto, iniziano a scendere nello scroto guidati da un tessuto chiamato gubernaculum. La discesa dei testicoli è influenzata da vari fattori, tra cui gli ormoni (come gli androgeni), fattori fisici (come la regressione del gubernaculum e la pressione all'interno dell'addome), e fattori ambientali (come l'esposizione della madre a sostanze che agiscono sugli ormoni).
Le cause del criptorchidismo, dunque, possono essere diverse e nei fatti non sono completamente comprese. Alcuni fattori che potrebbero contribuire includono:
Il criptorchidismo viene generalmente diagnosticato attraverso un esame fisico nei primi mesi di vita del bambino.
Se i testicoli non sono palpabili nello scroto, ulteriori esami come ecografie o risonanze magnetiche possono essere utilizzati per localizzarli.
La prognosi per i bambini con criptorchidismo è generalmente positiva se la condizione viene trattata precocemente. La maggior parte dei bambini sottoposti a orchidopea sviluppa una normale funzione testicolare. Tuttavia, il monitoraggio a lungo termine può essere necessario per valutare la fertilità e il rischio di tumori testicolari.
A questo punto: come si risolve il criptorchidismo? Come si fa scendere il testicolo nello scroto, in altre parole?
Il trattamento principale per il criptorchidismo è l'intervento chirurgico, chiamato orchidopea, che ha lo scopo di riportare i testicoli nello scroto e fissarli in posizione. Questo intervento è solitamente consigliato tra i 6 e i 18 mesi di vita per ridurre il rischio di complicazioni future.
In alcuni casi, la terapia ormonale può essere utilizzata per stimolare la discesa dei testicoli, ma il successo è meno prevedibile rispetto all'intervento chirurgico.
Se il testicolo ritenuto viene risolto nei primi anni di vita del bebè, le complicazioni si limitano al minimo, ma se la condizione non viene trattata le conseguenze sono purtroppo diverse.
Il criptorchidismo non trattato può portare a diverse complicazioni, tra cui:
Fonti: Ministero della Salute; MSD Manuals
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Un recente paper pubblicato sull'European Journal of Pediatric Dermatology e divulgato dall'Associazione Culturale Pediatri (ACP) ha destato un notevole dibattito. Due pediatre e una medica chirurga dermatologa sostengono, nell'articolo, che le creme solari farebbero più male che bene ai bambini e alle bambine in età pediatrica (a grandi linee).
Le dottoresse Annamaria Moschetti, Pierangela Rana e Maria Concetta Romano partendo dal presupposto che i danni dovuti ai raggi UV e al sole sono innegabili, e che i melanomi sono in aumento, mettono in guardia anche dai prodotti contenenti filtri solari (ovvero le creme), soprattutto in età pediatrica.
Secondo loro i danni da UV sono certamente in aumento. "Un maggior rischio di danni alla pelle da UV è causato da esposizione irrazionale al sole; il rischio è aumentato, soprattutto nelle regioni polari, anche dall’assottigliamento dell’ozono stratosferico causato dai gas clorofluorocarburi (CFC) immessi in atmosfera soprattutto nei decenni passati". dicono". "La popolazione dovrebbe essere informata anche del rischio di esposizione ai raggi UV per la moda dei lettini abbronzanti soprattutto in età giovanile".
Detto questo, sostengono anche che esporsi al sole è benefico, ma che per quanto sia essenziale evitare le scottature, specialmente durante l'infanzia, per prevenirle non si dovrebbe fare affidamento esclusivo sui filtri solari, che potrebbero comportare rischi per la salute. Una revisione degli studi scientifici disponibili, dicono, non ha dimostrato che l'uso di filtri UV riduca il rischio di cancro della pelle. E, secondo la recente letteratura scientifica, i pediatri avvertono che l'uso di filtri solari chimici e fisici con formulazioni 'nano' potrebbe comportare danni alla salute, sostengono nel paper.
Ciò che affermano è che esisterebbero evidenze scientifiche che i filtri chimici possano penetrare la pelle ed entrare nel flusso sanguigno, con molecole che agiscono come interferenti endocrini. Questo rappresenta un rischio significativo, soprattutto durante la vita fetale, la prima infanzia e l'adolescenza. Di conseguenza, la Food and Drug Administration (FDA) non ha classificato i filtri chimici come 'efficaci e sicuri', e l'American Academy of Pediatrics consiglia di evitarli, secondo quanto riportato nel documento dell'Associazione Culturale Pediatri (ACP).
Ciò che secondo loro andrebbe fatto è proteggere i bambini e le bambine dai danni solari attraverso altri sistemi.
E quindi cappelli, magliette e tessuto tecnico con SPF 50+, ombrelloni e ombra il più possibile. Nel paper dicono chiaramente di "evitare il sole, cercare l’ombra, proteggersi fisicamente con abiti e abbigliamento tecnico", che "sono le opzioni preferibili per la protezione dagli effetti collaterali da UV".
Per rafforzare la tesi, il paper cita anche l'Istituto Superiore di Sanità, che sul suo sito dice di "ricorrere alla crema solo quando è inevitabile", spiegano.
L'ISS però non ha mai sostenuto questa tesi e la risposta è arrivata molto presto:
“L'Istituto Superiore di Sanità è citato nel position paper ma nessuno dei suoi esperti è stato consultato nella preparazione del documento, pertanto le posizioni espresse non possono essere associate a quelle dell'Istituto. Per quanto riguarda le affermazioni riportate nel post di presentazione del documento, precisiamo quanto segue: le creme solari vanno usate quando l'esposizione è inevitabile non perché siano considerate pericolose, ma perché la loro efficacia è limitata per vari motivi: perché la protezione dagli UV non è al 100% (una crema con SPF 15 fa passare nella pelle il 7% degli UV, una con SPF 30 il 3%, una con SPF 50 il 2%), perché le persone non le utilizzano come previsto (cioè usandone in quantità adeguata e ripetendone l'applicazione come suggerito, questo anche per via del costo delle creme) e perché danno un falso senso di sicurezza che porta le persone a prolungare l'esposizione. Devono essere considerate come l'ultimo presidio quando tutte le altre misure preventive non vengono adottate (per scelta o per impossibilità, consideriamo che ci sono anche persone che lavorano sotto il sole, non si parla solo di esposizioni "ricreative"). Una volta che si renda necessario l'utilizzo di creme solari allora queste non vanno usate "il meno possibile", ma al contrario "il più possibile" spalmandole in maniera abbondante e ripetendone l'applicazione”.
Di seguito, quindi, l'elenco ufficiale del Ministero della Salute con le regole di protezione dai raggi UV:
Qui trovate i consigli per scegliere la crema solare adatta ai bambini, e qui le creme adatte ai bambini che non rovinano l'ambiente.
Fonti: Istituto Superiore di Sanità; ACP
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C'è uno sport che più di tutti racchiude fascino, prestanza atletica, eleganza e precisione: si tratta del tennis, che nella sua forma più pura è quello che vediamo sui campi di Wimbledon, ma che è ormai diffuso in tutto il mondo.
In Italia ci sono alcuni dei campioni e alcune delle campionesse più forti: chissà che il prossimo o la prossima numero 1 del ranking ATP mondiale sia proprio tra i bambini che iniziano ora a giocare a tennis! D'altra parte per Jannik Sinner è andata proprio così. Ha iniziato a giocare da piccolo (ma non troppo: prima era una promessa dello sci), arrivando al tennis professionistico a 14 anni.
Tra gli sport che bambini e bambine possono scegliere in età scolare (ma ci sono corsi per tutti) c'è dunque il tennis. Ecco 10 motivi per cui dovresti iscrivere tua figlia o tuo figlio a tennis, uno sport completo, preciso e strategico, davvero benefico (sia fisicamente che mentalmente).
Il tennis è un'attività fisica completa che migliora la coordinazione, l'agilità, la resistenza, e la forza muscolare. Giocare a tennis regolarmente aiuta i bambini a mantenersi in forma e a sviluppare un fisico sano.
Dal punto di vista psico-motorio, il tennis richiede movimenti rapidi e precisi, migliorando le abilità motorie fini e grossolane dei bambini. I colpi, gli spostamenti e i cambi di direzione sviluppano la coordinazione oculo-manuale e la prontezza dei riflessi.
Il tennis insegna ai bambini la disciplina e l'autocontrollo. Le partite richiedono concentrazione e gestione delle emozioni, aiutando i giovani atleti a sviluppare un forte senso di autodisciplina e a mantenere la calma sotto pressione.
Anche se il tennis è uno sport individuale, esistono molte occasioni per giocare in doppio o partecipare a squadre. Questo insegna ai bambini l'importanza del lavoro di squadra, del rispetto per i compagni e gli avversari, e della collaborazione.
E anche quando si gioca individualmente, il tennis è uno sport molto pacato, che porta al rispetto della persona contro la quale si sta giocando.
Il tennis è uno sport strategico che richiede pianificazione e pensiero critico. I bambini imparano a valutare le situazioni di gioco, a prendere decisioni rapide e a sviluppare strategie, migliorando le loro capacità cognitive e di problem solving.
Anche la matematica e la logica si allenano, grazie ai punti che bisogna sempre tenere a mente.
Le partite di tennis possono essere lunghe e impegnative. Affrontare sconfitte e vittorie insegna ai bambini la resilienza, la capacità di recuperare dagli insuccessi e di perseverare nonostante le difficoltà.
Iscriversi a lezioni di tennis e partecipare a tornei offre ai bambini l'opportunità di fare nuove amicizie e di socializzare con coetanei che condividono interessi simili. Questo rafforza le loro competenze sociali e li aiuta a costruire relazioni positive.
Man mano che i bambini migliorano nel gioco e raggiungono obiettivi, sviluppano una maggiore autostima e fiducia in se stessi. Il superamento delle sfide e il raggiungimento dei successi personali rafforzano la loro sicurezza e il senso di competenza.
L'attività fisica come il tennis ha benefici significativi sulla salute mentale. Giocare a tennis riduce lo stress, migliora l'umore e contribuisce a una mente sana e positiva. Il divertimento e il senso di realizzazione contribuiscono al benessere psicologico dei bambini.
Non nascondiamoci dietro un dito. Per i bambini che mostrano talento e passione, il tennis può offrire opportunità di carriera. Borse di studio sportive, possibilità di competere a livelli professionali e una carriera nel coaching o nella gestione sportiva sono solo alcune delle vie che si possono aprire.
Ultimo - ma non solo frivolo - motivo: il tennis è uno sport molto elegante, raffinato e ordinato. L'abbigliamento richiesto è comodo ma sempre impeccabile e i bimbi e le bimbe con un occhio fashion apprezzano certamente questo aspetto. D'altra parte la bellezza è un fattore essenziale per la crescita: vivere le proprie giornate in un ambiente ordinato e preciso è rassicurante come le routine e può avere diversi benefici sui bambini.
Chi segue un'alimentazione vegana o vegetariana nella maggior parte dei casi non lo fa perché non gli piacciano carne o pesce, ma per motivi etici e ambientali. Alcuni alimenti quindi possono mancare: è del tutto legittimo e normale.
Per fortuna esistono ormai alternative vegetali a tantissimi cibi e non si deve per forza rinunciare al gusto. Anche se affettati, straggetti veg gusto carne e carne vegetale sono ultraprocessati (e quindi per niente salutari), ogni tanto si può fare uno strappo alla regola (così come si fanno continui strappi alla regola quando si segue una dieta onnivora: patatine, hamburger, piatti processati sono all'ordine del giorno, praticamente).
È il caso per esempio del tonno in scatola. Molte persone ricordano con piacere il suo gusto, e anche la sua comodità: uno dei piatti più amati in Italia è certamente la pasta con il tonno, che esiste in diverse varianti (non solo quella super basic che prevede di aprire una scatoletta per condirci gli spaghetti!). Ora al supermercato si trovano prodotti vegetali al gusto tonno: c'è quello più famoso nel barattolo di vetro che si trova nel banco frigo, ma negli ultimi tempi ci sono anche gli straccetti veg gusto tonno in scatoletta, che ricordano ancora di più il tonno.
Sai com'è fatto di solito questo tonno? Generalmente, il tonno vegetale è realizzato con ingredienti plant-based che imitano la consistenza e il sapore del tonno. Gli ingredienti principali utilizzati per la produzione del tonno vegetale includono proteine di piselli, fagioli, ceci e soia. Questi legumi sono scelti per il loro alto contenuto proteico, che permette di replicare il profilo nutrizionale del tonno vero. Un altro componente chiave del tonno vegetale è l'olio, spesso olio di cocco o olio di semi di girasole, che aiuta a dare la giusta consistenza e succosità al prodotto. Per migliorare ulteriormente la consistenza e avvicinarla a quella del tonno, possono essere aggiunti agenti addensanti e stabilizzanti come l'amido di mais o la gomma di guar. Il sapore del tonno vegetale viene ottenuto attraverso l'uso di aromi naturali e spezie. Il sapore di mare, tipico del tonno, è spesso ottenuto utilizzando alghe marine, che conferiscono anche un caratteristico sapore umami, mentre il fumo liquido o le spezie affumicate possono aggiungere una nota affumicata.
Se stai quindi pensando di mangiarti una buona pasta con il tonno vegetale, ecco una velocissima e gustosa ricetta che puoi personalizzare in base al tuo gusto.
La celiachia è una malattia autoimmune in cui l'ingestione di glutine provoca danni all'intestino tenue. I sintomi della celiachia possono variare notevolmente da persona a persona e possono coinvolgere diverse parti del corpo. Non solo la pancia, però: ecco perché è importante, soprattutto nel caso dei più piccoli, cercare di conoscere i sintomi della celiachia nei bambini, in modo da rivolgersi per tempo al pediatra o alla pediatra.
Se non trattata, infatti, la celiachia può diventare un disturbo non solo debilitante, ma anche molto pericoloso.
In particolare, la celiachia nei bambini può essere riconoscibile anche attraverso questi segnali:
Attenzione, infine, ai sintomi silenti: alcune persone con celiachia possono non presentare sintomi evidenti, ma subiscono comunque danni intestinali. La diagnosi spesso avviene attraverso esami del sangue che rilevano la presenza di specifici anticorpi e confermata da una biopsia intestinale.
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
La dieta mediterranea fa benissimo, ma solo se la si segue davvero. E, diciamolo, nessuno che mangi carne la sta seguendo come si deve. Il motivo è presto detto: nella dieta mediterranea di carne ce n'è davvero poca, eppure gli italiani e le italiane ne mangiano tantissima.
In generale, poi, quando si pensa alle diete vegetariane e vegane le si vede come estremite o costose. Né l'una né l'altra affermazione sono corrette.
In primo luogo perché chi mangia senza carne risparmia. In secondo luogo perché di estremista non c'è proprio nulla, nel non voler uccidere gli animali (semmai è il contrario) e soprattutto perché in realtà la cucina italiana è già per la maggior parte vegetariana o vegana. In che senso?
Ecco tutti i piatti della cucina italiana tradizionale che incredibilmente non contengono carne o derivati animali.
Prima o poi sembra capitare a tutti, ed effettivamente è uno dei disturbi più diffusi sia in età pediatrica che da adulti. Parliamo dell'orzaiolo, infiammazione batterica che porta al gonfiore della palpebra e che può essere davvero, davvero fastidiosa.
Lo Staphylococcus aureus è spesso il responsabile. Ma cosa fare quando accade ai bambini? Ecco come trattare l'orzaiolo dei bambini (e anche come prevenirlo).
L'orzaiolo è un'infiammazione acuta delle ghiandole sebacee presenti nelle palpebre, che si manifesta come un nodulo rosso, doloroso e gonfio. Può colpire sia la palpebra superiore che quella inferiore.
Quando a essere infiammate sono le ghiandole della palpebra superiore (ghiandole di Meibomio) siamo in presenza di orzaiolo interno; l'orzaiolo esterno capita invece quando si infiammano e gonfiano le ghiandole di Zeiss o Moll (la palpebra inferiore).
È causato principalmente da un'infezione batterica, solitamente dallo Staphylococcus aureus.
I sintomi più comuni dell'orzaiolo includono:
L'orzaiolo è causato da un'infezione batterica delle ghiandole di Zeis o di Moll, che si trovano alla base delle ciglia. Questi batteri possono proliferare quando le ghiandole si ostruiscono, creando un ambiente favorevole alla loro crescita. Alcuni fattori che aumentano il rischio di sviluppare un orzaiolo includono:
La diagnosi di un orzaiolo è solitamente clinica e basata sull'osservazione dei sintomi. In alcuni casi, il medico potrebbe raccogliere un campione di secrezione per eseguire un esame microbiologico e confermare la presenza di batteri.
La maggior parte degli orzaioli guarisce spontaneamente entro pochi giorni o settimane. Tuttavia, per alleviare i sintomi e accelerare la guarigione, si possono seguire alcuni rimedi. Meglio non fai da te! E meglio evitare di toccare l'occhio con le mani sporche, di spremere o di bucare l’orzaiolo. È l'oculista a stabilire che fare.
Ciò che si può fare senza problemi è l'impacco caldo. Applicando un panno caldo sull'occhio affetto per 10-15 minuti, 3-4 volte al giorno, si ridurrà il gonfiore facilitando anche il drenaggio del pus.
La terapia prescritta dal medico potrebbe quindi includere il lavaggio dell'occhio con prodotti medicati, il massaggio della palpebra e l'utilizzo di colliri o unguenti specifici.
Se nel giro di diversi giorni non passa, anche gli antibiotici potrebbero funzionare.
Per prevenire l'insorgenza di un orzaiolo, è importante adottare alcune buone pratiche igieniche:
Sebbene l'orzaiolo sia generalmente innocuo e guarisca senza problemi (e in autonomia, seguendo le buone pratiche di igiene), in alcuni casi possono insorgere complicazioni come:
Fonti: Ospedale Bambino Gesù; Humanitas
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Il toast con crema di frutta secca e mela non è solo buonissimo e godurioso (provare per credere): può essere un'opzione equilibrata e adatta ai bambini, se preparato con ingredienti sani e bilanciati.
La crema di frutta secca al 100%, come il burro di arachidi, il burro di mandorle o il burro di nocciole, è una buona fonte di proteine, grassi sani e vitamine. La mela è ricca di fibre, vitamine e minerali, che offrono vari benefici, aiutano nella digestione e mantengono il senso di sazietà. Infine, a differenza del pane bianco, il pane integrale conserva tutte le parti del chicco di grano, inclusi il germe e la crusca, che sono ricchi di vitamine (come le vitamine del gruppo B), minerali (come ferro, magnesio e zinco) e antiossidanti.
È importante però usare la crema di frutta secca al 100% e non quella zuccherata o allungata con oli vegetali: queste creme integrali mantengono intatto il profilo nutrizionale naturale delle frutta secca, offrendo proteine essenziali, grassi sani, fibre, vitamine e minerali. Questi nutrienti sono cruciali per la crescita, lo sviluppo e il mantenimento di un buono stato di salute generale. Le creme che - al contrario - contengono zuccheri aggiunti o oli vegetali raffinati possono presentare diversi svantaggi. Gli zuccheri aggiunti aumentano il contenuto calorico senza apportare nutrienti utili, possono causare carie e provocare picchi di zucchero nel sangue che portano a cali di energia. Gli oli vegetali raffinati, spesso ricchi di grassi saturi, aumentano il rischio di malattie cardiovascolari.
Le creme di frutta secca al 100% contribuiscono invece a mantenere il senso di sazietà grazie al loro contenuto di fibre e proteine, riducendo la probabilità di spuntini non salutari. Inoltre, offrono un gusto naturale e autentico, senza interferenze. A lungo termine, scegliere alimenti meno processati e senza additivi chimici è associato a una migliore salute generale, aiutando a prevenire obesità, diabete di tipo 2 e malattie cardiache.
Insomma: una o due fette di pane integrale tostato con crema di frutta secca e mela sono un'ottima opzione per colazione o merenda. Ecco i consigli per preparare questo pasto velocemente e perfettamente.