Premessa: ogni bambino ha i suoi tempi, ogni bambino ha le sue preferenze, e ogni mamma sa cosa è meglio per il proprio figlio. Detto questo le faccende di casa sono un’attività davvero molto utile ed educativa, anche molto montessoriana, dal momento che aiutano tanto la manualità e il movimento fisico quanto l’indipendenza. E sono anche molto variegate, quindi ci permettono di insegnare ai nostri bambini moltissime cose in base alla loro voglia, alle loro capacità e alla loro età. Ve lo avevamo già spiegato: a nostro parere tutti i bambini dovrebbero contribuire alle pulizie di casa, un'attività Montessori quotidiana che tutti possono permettersi.

Fare le faccende di casa insieme ai bambini, così come cucinare, è un’attività molto importante, e dovremmo sempre spronare i nostri figli ad aiutarci (no, non sono lavori forzati, anzi!). Oltre a stimolarli e a divertirli (perché è sempre un gioco, per loro), sbrigando le faccende domestiche con i bimbi rafforzeremo il nostro legame (e, a lungo andare, daremo loro delle competenze importantissime, non solo manuali ma anche mentali).

Ecco quindi un elenco di faccende di casa divise per età: è solo un’indicazione, ma serve per capire quali siano più adatte a seconda della situazione. Ovviamente non sono regole granitiche, e ogni bimbo ha i suoi tempi: utilizzate questo elenco piuttosto come un consiglio, dal quale poi discostarsi dopo aver preso confidenza con il gioco delle faccende di casa (c’è chi adora piegare i panni e chi lavare i piatti sbrodolando dappertutto).

I bambini e le faccende di casa, quali sono le più adatte in base all’età: un elenco per cominciare a lasciare che i bambini ci aiutino in casa, tra gioco e stimolo

Fino ai 3 anni

Fare il letto (bene quindi il piumone, inizialmente, che si sistema in un attimo)

Gettare i panni sporchi di tutta la famiglia nel cesto della biancheria

Risistemare i giocattoli usati

Piegare e appendere le salviette

Azionare il pulsante della lavatrice/lavastoviglie

Pulire le macchie d’acqua con un panno

Dare da bere alle piante (un ottimo esercizio di travaso, un’attività assolutamente consigliata da Maria Montessori)

Spolverare (semplicemente con un calzino di cotone sulla mano, come un guanto, da passare sui mobili - per i bimbi è super divertente)

Dai 3 ai 6 anni

Rifare il letto (anche con le lenzuola piegate in maniera più precisa)

Pulire con la scopa o con un piccolo aspirapolvere i pavimenti

Passare lo straccio

Piegare i panni e riporli nell’armadio

Accoppiare i calzini lavati

Riordinare molto bene la cameretta

Aiutare mamma e papà a cucinare

Pulire e tagliare la frutta

Dare da mangiare agli animali di casa (un compito di responsabilità molto importante e stimolante)

Riporre le posate pulite dalla lavastoviglie al cassetto

Spolverare con il piumino 

Dai 6 agli 8 anni

Caricare la lavastoviglie o lavare i piatti a mano

Svuotare completamente la lavastoviglie e mettere a posto piatti e utensili

Dividere gli indumenti sporchi per colore (in vista della lavatrice)

Preparare la tavola per la cena

Fare la raccolta differenziata

Aiutare mamma e papà con la lunchbox per la scuola

Spazzare il vialetto dalle foglie cadute

Dagli 8 agli 11 anni

Passare l’aspirapolvere

Passare lo straccio sui pavimenti

Pulire il lavabo del bagno

Aiutare mamma e papà a cucinare, preparando tutti insieme

Dare da bere alle piante di casa (stavolta con costanza, non solo per stimolare la manualità!)

Portare a spasso il cane

Gettare la spazzatura 

Dai 12 anni in su

Stirare (almeno i fazzoletti e i tovaglioli, se non le camice - quelle anche noi fatichiamo, non è vero?). È un’attività molto utile ed efficace, e noi la consigliamo anche prima, almeno per iniziare a prendere confidenza con il ferro da stiro.

Fare la lavatrice

Fare da baby sitter ai fratelli più piccoli

Pulire i vetri delle finestre

Lavare la macchina

Cucinare qualcosa da soli (una pastasciutta, il caffè con la moka, il petto di pollo grigliato… Non serve mandarli a Junior Masterchef, ma è bello anche iniziare ad insegnargli a cucinare davvero)

Giulia Mandrino

Alcune idee per le maschere di Carnevale!

Martedì, 06 Febbraio 2018 14:47

Siete a corto di idee per i travestimenti di Carnevale di quest’anno? Nessun problema: abbiamo per voi una selezione delle più divertenti, fantastiche e carine maschere di Carnevale per bambini da realizzare a casa, fai da te, più o meno semplici da realizzare, tutte meravigliose. Perché a volte basta una maschera e tutto si trasforma in qualcosa di favoloso!

Alcune idee per le maschere di Carnevale: la nostra selezione delle migliori maschere di Carnevale per bambini da realizzare a casa

Armiamoci di cartoncini, forbici, tessuti, carta crespa e materiali di cartoleria, anche di riciclo. E poi di colori, tantissimi colori!

La prima maschera è semplicissima ed è super romantica. La possiamo realizzare con del cartoncino rigido tagliato e dipinto con della tempera, e corredato da fiorellini di stoffa (magari presi da vecchi vestitini), con qualche perlina qua e là e soprattutto moltissime piume!

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(https://it.pinterest.com/pin/254453447665925027/)

La seconda maschera di Carnevale per bambini è super divertente e a tratti ricorda un mostro buono! Con un bel cartone da imballo realizziamo la nostra maschera, molto più grande del volto. Al centro tagliamo due piccoli fori per gli occhi, e ai lati di questi incolliamo (o disegniamo) due occhi molto più grandi!

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(https://www.artbarblog.com/carnevale-masks/)

Queste maschere per bambini sono favolose perché realizzate con le foglie cadute in autunno. Ne avete ancora, vero, di quelle raccolte durante la scorsa stagione? Recuperate le più grandi e robuste e disegnate con i bambini le decorazioni, ritagliando due fessure per gli occhi.

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(https://babyccinokids.com/blog/2017/10/18/superhero-leaf-masks-fun-autumn-craft/)

I coniglietti piacciono sempre moltissimo ai bambini, quindi ecco le maschere a forma di coniglio che possiamo realizzare ritagliando del cartoncino a forma di musetto (con orecchie lunghissime!), dipingerlo di bianco e rosa (nel punto interno delle orecchie), ritagliare gli occhi e decorare tutto attorno con dei batuffoli di cotone incollati con della colla vinilica.

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(https://babyccinokids.com/blog/2011/04/18/easter-craft-bunny-masks/)

Sempre in tema coniglietti, questa maschera di carnevale a forma di coniglio la si realizza partendo dai piatti di carta usa e getta: tagliamoli al centro e realizziamo le lunghe orecchie con del cartoncino. I baffi saranno fatti con gli scovolini per tubetti, e la maschera sarà supportata da un bastoncino di legno incollato.

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(http://planningplaytime.com/2017/03/bunny-mask-for-kids.html)

Sempre con i piatti di carta possiamo sbizzarrirci: guardate questa maschera-animaletto che sfrutta il plissé dei bordi!

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(https://www.popsugar.com/moms/Paper-Mask-Projects-Kids-38293539)

Infine, questi baffoni da coniglio: basta tagliare due coppette delle confezioni porta-uova in carta, fare dei piccoli buchini laterali nei quale infilare gli scovolini (che saranno i baffi) e incollare un pompon e due dentoni di carta sul davanti (completando poi con un elastico che corra attorno alla testa).

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(http://makebelieveartcraftinspiration.blogspot.it/2013/03/bunny-nose-masks-easter-craft-for-kids.html)

Giulia Mandrino

Le busy bag Montessori

Lunedì, 05 Febbraio 2018 15:03

Busy bag” significa letteralmente “La borsa dell'impegno”. Potremmo però chiamarla “La borsa per tenersi occupati”, o “La borsa piena di attività fantastiche da portare ovunque vogliamo”. Perché le busy bag di ispirazione montessoriana sono semplicemente dei sacchetti o delle borse da preparare insieme ai nostri bambini, da riempire con quelle attività educative comode e “portabili” che tanto piacciono a loro, per avere sempre con noi un gioco didattico e divertente da fare quando ci annoiamo, al ristorante, in macchina o al picnic di famiglia.

Le busy bag montessoriane: come preparare una busy bag da portare dappertutto per sfoderare all’occorrenza i giochi e le attività montessoriane più divertenti e coinvolgenti

Noi solitamente usiamo la “borsa” più comoda e semplice che ci possa essere, senza arrovellarci troppo: i sacchetti per il cibo, con la chiusura ermetica. Come quelli bellissimi dell’Ikea che ci salvano sempre molte schiscette e molti avanzi e che in questo caso si rivelano utili anche per il gioco.

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Detto questo, possiamo benissimo usare sacchetti di tela, vecchie borsette, quei beauty case con cerniera che ci danno in aereo durante i viaggi più lunghi… Chi più ne ha più ne metta. Semplicemente, devono essere sacchetti con una chiusura, in modo da non perdere ciò che abbiamo messo all’interno.

Dentro, appunto, possiamo metterci di tutto. Ecco qualche idea:

- Tante caramelle gommose colorate, che i bimbi dovranno poi dividere in base al colore (se tutte uguali) o in base alla forma.

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(https://www.teach-me-mommy.com/jelly-beans-busy-bag/)

- I cucchiaini-misurini, per pesare e misurare ciò che i bambini trovano attorno a loro in quel momento (il sale e il pepe al ristorante, la sabbia al parco, le patatine e gli snack in macchina…)

- Il gioco dei bastoncini arcobaleno da inserire nelle tasche corrispondenti.

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(http://www.learningandexploringthroughplay.com/2015/04/rainbow-colour-sorting-busy-bag.html)

- Delle semplici formine, o dei semplici animali in legno.

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(http://www.lexieloolilyliamdylantoo.com/2015/07/how-to-create-busy-bags-using-items.html)

- L’alfabeto tattile di Maria Montessori, se i bambini stanno imparando a leggere.

- Il gioco del mix and match con gli animali (le zampe da attaccare e indovinare sono fatte con delle semplici mollette da bucato dipinte).

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(http://www.learningandexploringthroughplay.com/2015/04/rainbow-colour-sorting-busy-bag.html)

- I telai per le allacciature, magari creati ad hoc in scala più piccola.

- Dei fogli bianchi e delle matite colorate.

Oppure, infine, possiamo unire il concetto di busy bag a quello di mistery bag montessoriana: scegliamo un sacchetto che non sia trasparente e scegliamo noi dei materiali di recupero con i quali i nostri bimbi possono giocare. Quando sfodereranno la loro busy bag non sapranno ciò che li aspetta, e inventeranno il gioco in base agli oggetti che si trovano di fronte!

Giulia Mandrino

Gli slime fatti in casa

Lunedì, 05 Febbraio 2018 14:22

(Photo credit: The DIY Mommy)

Ormai nei supermercati e nei negozi di giocattoli di slime ne troviamo moltissimi. E, diciamolo, a noi genitori non faranno impazzire, ma sono effettivamente super affascinanti (tuffarci le mani e creare forme astratte è bellissimo) e un aspetto positivo è che, se fatti bene, non sporcano nulla, a differenza del pongo (accidenti al pongo calpestato sul parquet!).

Lo slime è una speciale pasta modellabile che torna in un secondo alla sua forma iniziale. È morbidissima, antistress, liscia e maneggevole (sì, un po’ viscida, come una lumaca!), e i bambini si divertono moltissimo a toccarla, dividerla, massaggiarla e ad utilizzarla come fosse pongo per costruire forme strane.

Il bello è che possiamo tranquillamente fare in casa il nostro slime, con ingredienti che già abbiamo o che possiamo trovare comodamente vicino a noi, al supermercato o online.

Ecco gli stime fatti in casa: qualche ricetta per creare in casa lo slime, la pasta modellabile più morbida che esista

La ricetta base dello slime fatto in casa è semplicissima: basta mescolare in una ciotola questi ingredienti, uno alla volta, continuando poi ad impastare benissimo con le mani finché si raggiunge la consistenza desiderata.

Colla vinilica

Crema da barba

Sapone liquido per mani

Borace (lo possiamo comprare su Amazon)

Acqua

Dopo aver bollito un po’ d’acqua sciogliamoci dentro un cucchiaino di borace e lasciamo raffreddare. Mettiamo la colla vinilica in una ciotola, quindi aggiungiamo la schiuma da barba e mescoliamo. Continuiamo aggiungendo il sapone liquido, e infine l’acqua con borace. Sarà a questo punto che la pasta comincerà a prendere la consistenza di slime!

Possiamo anche aggiungere un po’ di colorante alimentare o di acquerelli liquidi (prima dell’acqua), per ottenere uno slime fatto in casa colorato.

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(Photo credit: Playbuzz)

L’alternativa per lo slime senza borace fatto in casa è questa:

Farina

Sale fino

Cremor tartaro

Acqua

Sempre a piacere, colorante alimentare

In questo caso dovremo cuocere un pochino: prima mischiamo in una pentola la farina, il sale e il cremor tartaro, quindi sciogliamo il colorante nell’acqua e aggiungiamolo in pentola. Mettiamo su una fiamma bassa e scaldiamo un pochino, mescolando continuamente finché non si forma una palla. Togliamo dal fuoco e impastiamo con le mani, finché otteniamo la consistenza perfetta. E poi giochiamo!

Aggiungendo invece qualche cucchiaio di cacao amaro all’impasto, otterremo uno slime che sembra proprio una palla giocosa di cioccolato! (Naturalmente, in tutti i casi facciamo attenzione a non ingerirlo, per quanto sia invitante!).

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(Photo credit: Fun at home with kids)

Se volete altre ricette, poi, vi consigliamo certamente i video di Sofì e Luì, in arte "Me contro te": i bambini li amano moltissimo! Sono una coppia di simpaticissimi ragazzi che si diverte a fare gli esperimenti più disparati. Sembra quasi che siano degustatori di slime! Ne provano moltissime ricette, riprendendosi e mettendo poi i video online.

Questa, ad esempio, è quella dello slime lucido, mentre questa è per ottenere uno slime crunchy, con perline e glitter.

Bellissima anche la ricetta dello slime con le spugne, oppure quella per fare in casa uno slime super semplice con dello shampoo e del sapone (in questo caso, però, sporcherà un po' di più! Anche se il divertimento per i bimbi raddoppierà).

Giulia Mandrino

Le mamme lavoratrici, le mamme in carriera, le mamme che lavorano part-time, le mamme che non si dedicano esclusivamente alla cura della casa: parliamo a loro, oggi. Loro che spesso si sentono ingiustamente in colpa e che invece dovrebbero pensare al bene che stanno facendo per i propri figli. Perché ogni scelta è una scelta corretta, quando si decide se tornare al lavoro o rimanere a casa: basta avere bene in mente i bisogni della propria famiglia (ogni nucleo è diverso dagli altri!), ma anche i propri. Perché stare bene con se stesse ricade positivamente su tutta la famiglia.

Ora arriva un nuovo studio che mette in luce la positività della scelta di tornare al lavoro dopo aver avuto un figlio, rafforzando così nelle mamme lavoratrici la consapevolezza di avere intrapreso la strada giusta.

Mamme lavoratrici, i benefici a lungo termine che ricadono sui figli: lo studio che rivela la positività del lavoro delle mamme sulla salute della famiglia e dei bambini

Non è raro: molte mamme lavoratrici si sentono in colpa. Sentono il peso di aver scelto la carriera accanto al ruolo di madri; sentono una vocetta che dice “Stai sacrificando il tempo con i bambini”; sentono la società che bussa sulle spalle con un ghigno di disapprovazione. Ma tutto questo è assurdo, inutile e deleterio. Sappiate che state comunque facendo il bene dei vostri bambini, e loro lo sanno!

A darci man forte in questa convinzione sulla bontà della scelta di continuare a lavorare dopo essere diventate mamme arriva questo studio condotto da ricercatori della Harvard Business School nel 2015 intitolato “Kids benefit from having a working mom”, e cioè “I bambini traggono benefici dell’avere una mamma lavoratrice”.

“Le donne che hanno avuto mamme che lavoravano fuori casa hanno maggiori probabilità di diventare madri lavoratrici a loro volta, è probabile che abbiano ruoli di responsabilità sul luogo di lavoro e spesso guadagnano maggiormente rispetto a donne le cui madri stavano a casa a tempo pieno, secondo la ricerca condotta da Kathleen McGinn e dai suoi colleghi”: l’introduzione è piuttosto specifica ma fa subito capire il tono e la direzione di questo studio, che mostra come a lungo termine i figli di madri lavoratrici abbiano avuto benefici e possibilità più vantaggiosi rispetto ai figli di casalinghe. E ancora: “Gli uomini cresciuti da mamme lavoratrici sono più propensi a contribuire in casa con le faccende e a passare più tempo ad occuparsi di tutti i membri della famiglia”.

Tutto questo naturalmente non vuole sminuire o additare le mamme casalinghe, che dalla loro hanno il tempo maggiore passato con i bambini, a cui la presenza genitoriale non manca per niente. Vuole solo fare capire alle mamme lavoratici che non c’è alcun bisogno di sentirsi in colpa, perché si sta comunque donando ai nostri figli un sacco di bene, in termini di amore e di possibilità. Ogni scelta ha quindi i suoi lati positivi.

Tornando alla scelta delle mamme lavoratrici, dunque, i ricercatori hanno chiesto al campione di adulti considerati se la propria madre avesse mai lavorato durante la loro infanzia (dopo la nascita e fino ai 14 anni). Non importava “quanto” avesse lavorato: anche solo un mese durante questo periodo di tempo, oppure a tempo pieno, oppure part time, oppure per qualche ora al mese. L’importante era vedere quanto attraverso questo atteggiamento di attitudine al lavoro fuori casa la madre diventasse un modello di riferimento per mostrare ai bambini che le donne possono lavorare sia dentro che fuori casa.

I ricercatori hanno quindi cercato di capire se avere una mamma lavoratrice potesse avere influenzato i ragazzi e gli adulti in svariati ambiti (ad essere inclusi nello studio sono stati circa 13000 donne e 18000 uomini di 24 Paesi): il lavoro, le responsabilità di supervisione nei loro team, il guadagno, il coinvolgimento nelle faccende di casa e il prendersi cura dei membri della propria famiglia.

Ciò che è emerso è che il lavoro fuori casa non ha effetti solo sulle possibilità concrete e di successo dei propri figli. Aiuta anche a combattere la discriminazione di genere. Come si evince dall’introduzione, che accenna al fatto che i figli maschi di mamme lavoratrici sono più propensi ad occuparsi delle faccende di casa, questa scelta è una delle più efficaci per insegnare concretamente e attraverso l’esempio l’inutilità e la barbarie della disuguaglianza. Lo dice la stessa ricercatrice, Kathleen McGinn, secondo la quale “esistono pochissime cose che, al pari dell’essere cresciuti da mamme lavoratrici, abbiano un effetto così chiaro sulla questione dell’uguaglianza di genere”.

 Giulia Mandrino

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Il barattolo del tempo

Lunedì, 05 Febbraio 2018 09:01

Pochi giorni fa ho preparato un barattolo della gratitudine per i miei figli (e anche per me stessa), così da renderci conto di quello che davvero ci rende felici nella nostra quotidianità. Bimbi contentissimi, io anche, tutto tranquillo insomma: non so se è lo stesso per voi ma quando riesco a concretizzare le emozioni raggiungo dei picchi di felicità incredibili. Come se scrivendo non solo circoscrivessi ma anche potenziassi l'emozione stessa: perchè purtroppo mi rendo conto che le emozioni e i pensieri belli sono delicati, tendono a volare via. Il mio primo bimbo è sempre stata un sfida, è davvero una spinta propulsiva incredibile che mi porta a raggiungere momenti di crisi notevole ma anche inaspettati e massicci step di crescita interiore. Il primo biglietto che ha scritto per iil barattolo della gratidudine è stato qualcosa di assolutamente semplice, ma incredibilmente reale: "sono grato che mio papà venga tutte le sere a casa e giochi con me". Io ho scritto un banale "sono grata perchè siamo tutti in salute" ed Emma "sono grata per avere con me il mio cane Thor". 

Sono rimasta un attimino ferma a pensare, perchè a volte penso che questo bimbo che così spesso mi fa arrovellare, mi porta a provare emozioni inaspettate, profonde, uniche. Non solo, ha preso un secondo barattolo e ha iniziato a scrivere un numero su ogni bigliettino da 1 a 10, per poi accartorciarli e inserirli nel nuovo barattolo che ha chiamato "Il barattolo del tempo": ogni giorno ognuno di noi sceglie un bigliettino e chi ottiene il numero più alto deve decidere che gioco fare insieme. Così ogni giorno abbiamo un momento dedicato al gioco puro, senza ma e senza se: posso dirvi che non abbiamo ancora saltato un giorno, cosa che normalmente accadrebbe, presi come sempre tra compiti, attività extrascolastiche e sopratutto cose da fare in casa?

Giulia Mandrino

Una ricetta che è una bomba non solo perché è deliziosa, ma perché ci permette di riciclare gli scarti delle verdure al forno del giorno prima! Un arrosto vegetariano (sì, esiste ed è buonissimo!) perfetto anche per il pranzo della domenica.

Polpettone di verdure: la ricetta dell'arrosto tradizionale rivisitato in chiave vegetariana

 

È velocissimo da cucinare, e soprattutto è amatissimo anche dai bambini. La versione veg dello spezzatino si fa con il seitan, ed è deliziosa! Noi utilizziamo le nostre pentole in ceramica Zisha di Siqur Salute: sono perfette perché tengono la temperatura costante e la cottura è quindi ideale.

Spezzatino di seitan: la ricetta dello spezzatino in versione veg, veloce e super gustosa

 

I libri per parlare del divorzio ai bambini

Venerdì, 02 Febbraio 2018 10:37

L’argomento divorzio è molto delicato. Soprattutto, lo è quando ci sono di mezzo dei bambini. Il binomio divorzio e bambini è quindi da trattare con attenzione. Come sempre, ci sono molti modi per parlare del divorzio ai bambini, e in questo senso i libri possono venirci incontro aiutandoci in maniera positiva.

Ecco quindi i libri per parlare del divorzio ai bambini: le letture più indicate per raccontare la situazione di mamma e papà ai figli di separati e divorziati

Un amore di famiglia

Questo libro di Jérôme Ruillier è davvero prezioso. Innanzitutto perché parla ai bambini attraverso un linguaggio che è loro familiare, quello dei colori. Come Leo Lionni con “Piccolo blu e piccolo giallo”, l’autore parla per macchie di colore (quindi è adatto già a partire dai 2 e 3 anni) raccontando come due persone che si amano decidano di fare una famiglia, mettendo al mondo un bimbo, ma come poi la vita li porti a voler prendere strade separate. Ciò che non cambierà mai è l’amore per questo bimbo. Il punto di vista è proprio quello del piccolo, un altro punto a favore di questa lettura.

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Due nidi

“Due nidi”, di Laurence Anholt e James Coplestone, è un racconto in rima per bimbi dai quattro anni d’età che parla con gentilezza, rispetto e delicatezza della separazione dei genitori e di come il bimbo possa trovare conforto in entrambi i nidi, e cioè le due case tra cui d’ora in avanti si dividerà. Il bello di questo libro che parla ai bambini di divorzio è il lieto fine: non sempre si pensa con positività a questa situazione, ma è anche necessario cambiare prospettiva per vivere con serenità tutto.

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Io non mi separo

Un libro perfetto (scritto da Beatrice Masini e Monica Zani) per i bambini (dai quattro anni) che sembrano non volere proprio accettare la situazione di separazione e divorzio dei genitori. È normale, e non dobbiamo quindi farne una colpa. Ma è anche necessario provare a mitigare questo sentimento, trovando strumenti che facciano capire ai bambini che è possibile esternare le emozioni, dare loro un nome e provare a viverle nella maniera più serena possibile. Il libro parla di Giulio, che proprio non accetta la separazione di mamma e papà, e che per quanto voglia ribellarsi deve fare i conti con una situazione che è reale. Ciò che deve fare è accettare i cambiamenti e vivere di conseguenza, affrontando i propri sentimenti e accettando il bene di chi gli sta attorno. Utilissimo perché aiuta i bambini a tirare fuori ciò che hanno dentro.

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Sotto il temporale

Una fiaba: questo è “Sotto il temporale”, scritto da Manuela Mareso e illustrato da Elena Tammaro. Attraverso un’impostazione classica con più favole, il libro parla ai bimbi più piccoli (quattro anni) che stanno vivendo la separazione familiare, cercando di attivare in loro le risorse più positive che hanno dentro di loro e facendo capire che, senza illusioni, si può comunque trovare del buono in questa situazione di disagio.

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Aiuto, speranza, felicità

La storia di questo libro (adatto dai 7 anni) è deliziosa: l’autrice è Libby Rees, una bambina come tanti altri bambini, che durante la separazione dei genitori ha scritto questa lista di cose che la aiutavano ad affrontare la situazione. “Il divorzio spiegato ai miei” è il sottotitolo, ed è quindi davvero interessante lasciare che a parlare ai nostri figli sia una bambina come loro, che li aiuterà a trovare le cose per non abbattersi e andare avanti senza scoraggiarsi. Ognuno ha le sue, basta trovarle!

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La famiglia Cercaguai

Christine Nöstlinger è sempre una certezza: i suoi libri appassionano i piccoli lettori e le sue storie parlano sempre al cuore portando sulla carta la vita quotidiana. Questo libro, La famiglia Cercaguai, è quindi perfetto per i lettori un po’ più grandicelli (dai 9 anni). Anche loro, come i più piccoli, vivono la situazione con dubbi, paure e tristezza, e questo racconto bellissimo, che parla di una grande famiglia nella quale mamma e papà decidono di divorziare, farà capire loro che l’unica certezza in tutto ciò è l’amore. Anche comprensione, ironia e gentilezza fanno la loro parte! Un libro divertentissimo, che leggeranno tutto d’un fiato.

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Sara Polotti 

Un post impressionista che impressiona sempre tutti: conoscete Henri de Toulouse Lautrec? Se non ne avete mai sentito parlare, ora ve ne facciamo un’introduzione. E, conosciuto o non conosciuto, per le famiglie siciliane e per chi vorrà fare una capatina a Catania dal 7 febbraio c’è un’occasione imperdibile: la mostra a lui dedicata ospitata presso il Palazzo della Cultura!

La mostra di Henri de Toulouse Lautrec a Catania: l’occasione per conoscere insieme ai bambini l’opera affascinante di questo post impressionista

Henri de Toulouse Lautrec è stata una di quelle figure storiche che ci mostrano come le difficoltà possano essere davvero superate: affetto da una malattia ossea dolorosa e deformante, riuscì comunque a diventare uno degli artisti più influenti e conosciuti della Belle Epoque, e le sue opere sanno trasportarci in un mondo fatto di cabaret, ballerine, vita bohémienne e teatri parigini.

I suoi manifesti pubblicitari sono iconici e riconosciuti (come quello dedicato alla soubrette Jane Avril o al Divan Japonais); i suoi dipinti bellissimi, con lo stile post impressionista; ma ci sono anche moltissimi acquerelli, illustrazioni, litografie. Tutto questo, insieme a fotografie e video, sarà esposto dal 7 febbraio al 3 giugno 2018 presso il Palazzo della Cultura di Catania (via Vittorio Emanuele II 121): s’intitola “La Ville Lumière”, l’esposizione dedicata a Toulouse-Lautrec, che celebra, come suggerisce il titolo, tanto il lavoro dell’artista quanto il fascino della capitale francese negli anni della Belle Epoque.

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150 opere provenienti dall’Herakleidon Museum di Atene ci porteranno nella Parigi di fine Ottocento (con Montmartre, il Moulin Rouge, i teatri…). Curata da Stefano Zuffi, la mostra è perfetta per gli amanti dell’artista ma è anche ideale per chi si avvicina ora alla sua opera. Bambini compresi. Già. Perché anche se potremmo considerare l’opera di Henri de Tolouse Lautrec un po’ “osé” (ci sono anche prostitute e scene ritenute all’epoca poco rispettabili) in realtà tutto è sempre delicato e bellissimo da vedere.

Perfette sono quindi le visite guidate per le scuole che il Palazzo della Cultura di Catania propone. Durano 75 minuti e portano i bambini e i ragazzi a conoscere tanto l’epoca di riferimento, bellissima e affascinante, quanto le rappresentazioni di Henri de Toulouse Lautrec, frequentatore dei teatri e dei caffè parigini, dei sobborghi e del mondo popolare.

La vita di questo artista nato in una famiglia prestigiosa ma vissuto comunque nella difficoltà fisica sarà loro spiegata in ma nera curiosa e intrigante, conoscendolo da vicino attraverso le sue opere e anche con l’aiuto di fotografie e documenti dell’epoca.

La mostra sarà poi aperta dal lunedì alla domenica dalle 10 alle 20. I biglietti, comprensivi di un’utile audioguida (perfetti quindi se non vogliamo per forza prenotare una visita guidata), costano 13 euro l’intero e 11 il ridotto (per i ragazzi dagli 11 ai 18 anni). I bimbi dai 4 agli 11 anni pagano 4 euro, mentre il biglietto è omaggio per i bimbi fino ai 4 anni.

Per informazioni, contattare lo 095 883 791, oppure visitare il sito dedicato all’esposizione.

Giulia Mandrino 

Sara

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Cecilia

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