Mmm, gli gnocchi! Noi li adoriamo, e adoriamo anche prepararli insieme ai bambini, dato che sono semplicissimi da realizzare e loro si divertono da impazzire.

Questa è quindi la nostra ricetta degli gnocchi multicolore, rossi, verdi e gialli. Barbabietola, zucchina e curcuma sono i nostri alleati: grazie a loro, gli gnocchi diventano una bomba di colore e di sapore!

Gnocchi multicolor: la ricetta degli gnocchi rossi, verdi e gialli a base di barbabietola, zucchine e curcuma

 

Il seggiolone è un luogo magico: è dove i nostri bimbi più piccoli passano moltissimo tempo. E non solo per mangiare. È un po’ il loro regno, dove sporcano, toccano, gustano, annusano, ascoltano… Perché non renderlo ancora più speciale proponendo su esso attività e giochi costruttivi ed educativi, oltre che divertenti?

Ecco quindi le attività e i giochi da svolgere sul seggiolone: come rendere il seggiolone un luogo divertente ed educativo

Partiamo da un presupposto: benché non sia un “tavolo dello svezzamento Montessori”, il seggiolone si presta benissimo alle attività montessoriane, perché il bimbo, qui, può trovarsi di fronte, belli ordinati, tutti i materiali di cui ha bisogno.

TRAVASI MONTESSORIANI


Ottime sono quindi le attività di travaso sul seggiolone: basta mettere di fronte al bimbo un vassoio sul quale avremo appoggiato un cestino o una bacinella contenente il materiale da travasare (acqua o materiali solidi come palline, semi, cereali, legumi…), gli strumenti per travasare (pinze, imbuti, misurini…) e il secondo recipiente nel quale trasferire il primo materiale (le muffin tin, un vassoio, tante bacinelle più piccole nelle quali dividere i materiali per classificazione…).

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(foto https://www.pinterest.co.uk/pin/397372367098503409/?lp=true)

LA TAVOLETTA DELLE TRECCE

Montessoriana è anche la tavoletta delle trecce, che possiamo appoggiare sul seggiolone. Magari i bimbi sono ancora piccoli per imparare a fare le trecce, ma non lo sono mai per scoprire con le proprie mani nuovi materiali. Quindi proponiamola e lasciamo che esplorino i fili!

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IL NASTRO ADESIVO

A volte basta pochissimo per stimolare la curiosità dei bambini, che si lasciano andare e si concentrano per ore su un materiale divertente e semplice. Come ad esempio il nastro adesivo, che possono appiccicare tranquillamente sul vassoio del seggiolone!

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(foto https://www.raisingdragons.com/craft-sticks-tape-under-2/)

GLI ELASTICI

Altrettanto divertenti e semplici sono gli elastici: come sappiamo (ve ne avevamo parlato qui) gli elastici intrigano molto i bambini (così come le etichette) e basta lasciargliene qualcuno (insieme, magari, ad un tubo di carta assorbente riciclato sul quale possono infilarli) per scatenare la fantasia e stimolare tantissimo la manualità e la precisione della presa.

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I POST IT

I post it sono uno di quei materiali versatili e riciclabili che ci piacciono molto: tenete quelli scarabocchiati e invece di buttarli dateli sul seggiolone ai bambini. Si divertiranno tantissimo a creare sculture di carta!

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(foto https://www.facebook.com/raisingdragons/photos/pcb.1628760873875791/1628753660543179/?type=3&theater) 

IL GIARDINO ZEN

Un piccolo giardino zen per stimolare la creatività e la manualità fine e per, al contempo, mostrare ai bambini la bellezza del rilassamento dato dalla calma e dalla concentrazione! Qui (http://www.mammapretaporter.it/educazione/gioco-stimoli-mb/come-creare-un-piccolo-giardino-zen-per-bambini) trovate l’articolo dedicato.

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I COLORI COMMESTIBILI

La creatività non si ferma certo sul seggiolone. Anzi: può essere stimolata anche qui, e per questo incoraggiamo i nostri bambini a giocare con il cibo. A volte, però, gli proponiamo qualcosa di ancora più specifico: i colori commestibili (qui trovate la ricetta!), con i quali possono sbizzarrirsi sporcando dappertutto, con la sicurezza che anche se ingeriti non faranno danno! Anzi! Perché ad essere stimolati sono proprio tutti i sensi, anche il gusto.

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Giulia Mandrino

10 giochi con i rotoli di carta cucina

Venerdì, 04 Maggio 2018 08:59

Con il riciclo ci si può sbizzarrire, e non solo in senso "doveroso", ma anche giocoso. Invece di sprecare gli scarti dei nostri cestini, possiamo riciclare moltissimi materiali per creare lavoretti e giochi per bambini davvero interessanti e divertenti.

Un materiale senz'altro magico e super versatile sono i rotoli di carta cucina, quelli che restano dopo che abbiamo utilizzato la carta assorbente. Sono di cartone, ritagliabili, piegabili e versatili e possiamo creare davvero moltissimi giochi e attività per bambini!

10 giochi con i rotoli di carta cucina: come riciclare i rotoli di carta assorbente per proporre attività divertenti ai bambini

IL GARAGE PER MACCHININE

Tenete da parte molti: ritagliandoli in sezioni e incollandoli uno accanto all'altro riuscirete a comporre un bellissimo garage per riporre le macchinine (e per giocare al meccanico!)

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(foto: https://it.pinterest.com/pin/441282463474628177/)

LA PISTA PER LE PALLINE

Incollando i rotoli di carta su un vecchio cartone, inclinati verso il basso e sfalsati, otterremo una bellissima pista per palline, che divertirà moltissimo i bimbi.

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(foto: https://www.apartmenttherapy.com/diy-ball-run-boredom-buster-164339)

LA PISTA PER IMPARARE I NUMERI

Il concetto è sempre lo stesso, quello della pista per palline. Ma in questo caso lo rendiamo anche educativo, segnando i rotoli con i numeri. In questo modo i bambini impareranno a contare divertendosi. E poi ci sta tutto in una scatola: è quindi un gioco che possiamo portarci dappertutto.

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(foto: https://www.raisingdragons.com/paper-towel-roll-pom-pom-challenge/)

IL TUBO PER I TRAVASI SOLIDI

I travasi dei materiali solidi sono molto utili per la manualità e per la coordinazione. Semplicemente, appendiamo un rotolo sul muro e utilizziamolo come canale nel quale i bimbi possono fare passare i materiali che preferiscono per travasarli in una bacinella o in una scatola.

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(foto:http://www.viralnova.com/cool-ideas-10-dollars/#LjWcrwqgpQltUJWB.32)

IL TIRO AL BERSAGLIO

In questo caso ricicliamo anche i vecchi piatti di carta: bastano un rotolo e tanti anelli per realizzare un gioco tradizionale e antico che diverte sempre moltissimo.

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(foto: http://reuseandupcycle.blogspot.co.uk/2012/06/top-10-toilet-paper-roll-crafts-for.html?m=1)

PER IMPARARE LE FORME

Per imparare le forme, disegniamo sul rotolo stelle, quadrati e cerchi, e poi ritagliamo le stesse forme su della carta. I bimbi dovranno incollarle al posto giusto.

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(foto https://www.instagram.com/p/BAjIZsCmFnB/?taken-by=oliviasfoster)

I BINOCOLI

Incolliamo due rotoli uno accanto all'altro e poi decoriamoli come preferiamo. Infine, attacchiamo una cordicella in modo che possano essere appesi al collo: saranno i nostri binocoli durante le giornate nel bosco!

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(foto https://www.craftymorning.com/rainbow-toilet-paper-roll-binoculars-craft-kids/)

Il BOWLING

Possiamo decorare i nostri rotoli come vogliamo, in maniera divertente. Basterà poi sistemarli l'uno accanto all'altro e munirci di una pallina: diventeranno un bowling casalingo perfetto per una serata in famiglia!

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(foto: https://www.themaven.net/kidsactivities/kidsactivities/farm-animal-bowling-game-we3tNYwzVUKPAQSkMbVUCg)

I COLORI

Per imparare i colori possiamo realizzare questa "stazione": ogni rotolo avrà un colore differente e i bimbi potranno usarli come contenitore per infilarci gli oggetti dello stesso colore.

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(foto http://blog.starstraining.org/2012/12/toilet-paper-roll-color-match.html)

LE COSTRUZIONI

Infine, le costruzioni di riciclo: facciamo qualche buco nei rotoli e muniamoci di cannucce solide. I bimbi potranno utilizzarli come mattoncini e basi per costruire sculture, edifici e opere d'arte come preferiscono, facendo volare la creatività.

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(foto https://nevershushed.com/2015/08/19/homemade-tinker-toys/)

 Giulia Mandrino

Un contorno diverso, che piace ai bambini perché sta sotto all'amata definizione di "purè" e che è coloratissimo: parliamo del purè di carota, o purea di carota, un'alternativa golosa al solito purè di patate. Questo è più leggero, più naturale e più sfizioso, ed è altrettanto facile da preparare.

Purè di carote: la ricetta della purea arancione a base di carote che piace tanto ai bambini

 

Pulire troppo fa male ai polmoni

Giovedì, 03 Maggio 2018 11:15

Fumare fa male. Indubbio. Ma a quanto pare anche pulire e detergere troppo è deleterio.

A dirlo è un recente studio condotto in Norvegia, che ha provato a dimostrare come i detergenti chimici che utilizziamo per pulire e sterilizzare le nostre case e i nostri oggetti siano estremamente dannosi per l’organismo. Ma vediamo meglio insieme perché e come fare per proteggersi.

Pulire troppo fa male ai polmoni: detergenti chimici e sterilizzanti sarebbero dannosi tanto quanto fumare 20 sigarette al giorno

Lo studio a cui ci riferiamo è stato pubblicato sull’American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine (lo potete trovare in inglese qui) ed è stato condotto da un team di ricercatori dell’Università di Bergen, in Norvegia.

Secondo gli studiosi, le faccende domestiche implicherebbero una esposizione agli agenti chimici davvero pesante, e questa esposizione avrebbe effetti dannosissimi sul sistema respiratorio, il più implicato. Si rischierebbero asma e complicazioni respiratorie, e a pagarne le conseguenze sono soprattutto le figure che lavorano nel settore delle pulizie professionali, così come chi si occupa delle faccende domestiche in casa.

Lo studio voleva quindi cercare di capire se questi effetti siano poi a lungo termine. In altre parole: oltre ai problemi respiratori, cosa si rischia nella vita a pulire troppo e ad esporsi troppo a lungo a questi agenti chimici contenuti nei prodotti detergenti?

Supportata dalla European Community Respiratory Health Survey (ECRHS), l’Università norvegese ha così preso in considerazione un campione di persone studiandone l’organismo per tre volte nel corso di vent’anni. I partecipanti erano 6.235.

Rispetto alle persone non abituate a pulire, quelle che più spesso facevano le faccende di casa o quelle impiegate in settori di pulizia professionale hanno mostrato un declino più accelerato delle funzioni polmonari. Questo suggerisce quindi che le esposizioni collegate alle attività di pulizia possano costituire un rischio per la salute respiratoria a lungo termine, hanno concluso i ricercatori.

Questi risultati non sono incoraggianti, anzi. Se infatti prima era solo un sospetto, ora è quasi certo che le sostanze chimiche contenute nei prodotti per la pulizia della casa siano non solo dannose (questo è abbastanza chiaro) ma soprattutto dannose nonostante pensiamo che la concentrazione sia bassa. Cosa fare per limitare queste esposizioni ed evitare così di incorrere in un declino polmonare?

Innanzitutto, è sempre bene scegliere prodotti il più possibile naturali (e non solo per il benessere del nostro pianeta).

Seconda regola è evitare sempre di mescolare tra loro prodotti differenti. Anche se sembra una azione innocua, le reazioni chimiche che potrebbero scatenarsi sono davvero pericolose, non solo al momento ma anche a lungo termine.

Terzo, ricordiamoci sempre che non sono necessari prodotti iper chimici o iper performanti per pulire casa. A volte bastano acqua calda, limone e bicarbonato per detergere a fondo le superfici più comuni. Qui trovate tutti gli usi del bicarbonato di sodio, mentre questo articolo parla di come utilizzare il limone per pulire e per ammorbidire gli indumenti.

Quarto consiglio è quello di spruzzare il prodotto direttamente sul panno e non direttamente sulla superficie: le particelle non si disperderanno eccessivamente e il pericolo si ridurrà un pochino.

Infine, ricordiamoci di areare sempre gli ambienti durante e dopo la pulizia. Non lo vediamo, perché è invisibile, ma l’inquinamento domestico è oggigiorno altissimo. Via libera quindi a finestre aperte e piante da appartamento (che puliscono l’aria!).

Giulia Mandrino

6 ricette di cus cus per primavera

Giovedì, 03 Maggio 2018 08:12

Il cus cus sono semplicemente dei granelli di semola di frumento cotti a vapore: piatto tipico della cucina nordafricana, ormai è un must anche da noi, ed è perfetto in tutte le stagioni perché proprio come la pasta si presta a variazioni e invenzioni di ricette.

Questa primavera potete provare quindi ad abbinarlo alle migliori verdure di stagione, gustandolo caldo (nelle giornate in cui l'inverno non sembra ancora andarsene via!) o freddo, per pregustarsi l'estate come in una insalatona variegata.

6 ricette di cus cus per primavera: dal cous cous classico con verdure di stagione a quello con pesce per fare incetta di Omega3

Innanzitutto, a questa pagina troverete le nostre regole per preparare il cous cous base perfetto.

Cous cous con verdure

Partiamo quindi dal classico cous cous con verdure, che possiamo preparare con le verdure che troviamo al mercato in base alla stagionalità. In primavera possiamo sbizzarrirci, anche con le primizie: pomodorini, asparagi, biete, zucchine... In una pentola portiamo ad ebollizione l'acqua con un po' di dado vegetale fatto in casa, mentre in una ciotola versiamo del cus cus. Quando l'acqua è calda, versiamola sul cus cus, coprendolo, aggiungendo anche due cucchiai di olio evo. Copriamo per cinque minuti e nel frattempo tagliamo mezza cipolla rossa e facciamola saltare in padella con dell'olio e delle spezie a scelta. Versiamo anche dell'acqua calda e lasciamola evaporare. Versiamo in padella anche altre verdure a scelta, lasciamole cuocere, sgraniamo il cus cus e impiattiamo con le nostre verdure primaverili.

Cous Cous con pesto di zucchine

Per il pesto di zucchine, basta frullare due zucchine cotte al vapore a pezzetti con del pecorino grattugiato, dell'olio evo e del sale. Questo sarà l'ingrediente per il nostro cous cous: mettiamo il cous cous in una ciotola con la nostra solita acqua calda con dado (in egual quantità) e lasciamo che si gonfi. In una padella facciamo rosolare dell'olio con un pizzico di cipolla rossa, quindi versiamo il nostro cus cus e due cucchiaioni di pesto di zucchine, mescoliamo bene e serviamo!

Cous cous con polpettine di pesce

Le nostre polpettine di pesce stanno benissimo con il cous cous! Come prepararlo? Dopo aver cucinato le polpette (oppure utilizzando quelle rimaste dalla cena precedente!), procediamo con il cous cous. Mettiamolo in una ciotola con l'acqua calda e lasciamo che gonfi. Nel frattempo mettiamo a rosolare in una padella una cipolla e una carota tritate finemente. Aggiungiamo in padella il cous cous e le polpettine e mescoliamo bene!

Cous cous con basilico e piselli

Solito procedimento per il cous cous con basilico e piselli: mettiamolo in una ciotola coprendolo con acqua calda (con dado vegetale o salata) e lasciamo che assorba l'acqua. Nel frattempo mettiamo a rosolare una carota e una cipolla tritate finemente in una padella con un filo d'olio e aggiungiamo quindi un vasetto di pisellini primavera. Una volta cotti, aggiungiamo in padella il cous cous e, per ultimo, qualche foglia di basilico lavata e tritata. Mescoliamo bene in padella e serviamo.

Torta di cus cus, limone e succo di fragole

Prendiamo 125 grammi di cous cous, 125 ml di succo di fragole e lime (estratto o frullato e filtrato), 130 grammi di zucchero integrale di canna, 10 ml di olio di semi di girasole, 3 tuorli, 30 grammi di farina integrale e 350 ml di latte di soia. Mettiamo il cus cus in una ciotola, quindi versiamoci sopra il succo di fragole (dopo averlo scaldato in un pentolino). Lasciamolo gonfiare per cinque minuti, quindi aggiungiamo l'olio e 70 grammi di zucchero e sgraniamolo con una forchetta, lasciandolo poi raffreddare.

In un pentolino mescoliamo la farina con 60 grammi di zucchero, aggiungiamo i tuorli e mescoliamo bene. Aggiungiamo anche il latte un po' alla volta mescolando bene, quindi mettiamo sul fuoco e portiamo ad ebollizione mescolando. Lasciamo addensare la crema e lasciamola raffreddare (sempre mescolando). Aggiungiamola poi al cus cus e mescoliamo. Versiamo tutto in una teglia imburrata e cuociamo in forno a 180 gradi per circa 30 minuti.

Cous cous al curry con zucchine e salmone

Questa ricetta è deliziosa: facciamo gonfiare il cous cous coprendolo con acqua salata, e nel frattempo prepariamo il condimento. In una padella mettiamo a rosolare con un filo d'olio mezza cipolla rossa e aggiungiamo un filetto di salmone pulito, deliscato e spezzettato insieme a due zucchine tagliate a cubetti. Verso fine cottura aggiungiamo uno o due cucchiaini di curry di Madras (a seconda del gusto) e versiamo anche il cous cous, mescolando molto bene.

Giulia Mandrino

L'orzotto è un'alternativa gustosa e molto sana al solito risotto che proponiamo in tavola (e che amiamo altrettanto!). Ci permette di proporre ai bambini un altro cereale che ricorda molto l'amato riso ma che a nostro parere ha ancora più sapore e consistenza. 

Questa versione dell'orzotto la prepariamo con pesto e pomodorini, utilizzando il nostro classico pesto alla genovese, quello al basilico. Tuttavia possiamo sbizzarrirci e, tenendo come base questa ricetta, provare l'orzotto con pesti diversi, come quello agli agrumi, quello alla siciliana o con le mille ricette di pesto che possiamo inventare.

Ecco quindi la ricetta dell'orzotto con pesto e pomodorini: come preparare un risotto a base di orzo e pesto

 

Fare del bene con un biscotto!

Mercoledì, 02 Maggio 2018 11:21

Sono deliziosi, sono bellissimi, sono sani, gustosi, coccolosi. E poi sono buoni. Nel senso di “essere pieni di bontà, gentilezza e altruismo”. Parliamo dei Cuori di Biscotto di Telethon, che potremo acquistare in questi giorni nelle piazze italiane per sostenere la ricerca e un’iniziativa bellissima.

Fare del bene con un biscotto: grazie ai biscotti di Telethon possiamo sostenere la ricerca e dare speranza a tutte le mamme

Mamme, facciamo squadra: siamo vicine l’una per l’altra, sosteniamoci, aiutiamoci. Nel quotidiano, ovviamente, ma anche in occasioni straordinarie. Come questo weekend: il 5 e 6 maggio 2018, infatti, Fondazione Telethon scende in piazza per offrirci biscotti e beneficienza.

I Cuori di Biscotto che troveremo negli stand Telethon in tutta Italia (sono 1600 le piazze coinvolte) non sono solo deliziosi e belli da vedere (e da regalare!): li produce la storica pasticceria genovese Grondona e sono il simbolo di “Io per lei”, la campagna promossa questa primavera da Fondazione Telethon e Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare (UILDM), che supporta la ricerca scientifica per sconfiggere le malaria genetiche rare e che vuole dare la giusta e degna assistenza alle persone che vivono con una malattia neuromuscolare.

#ioperlei: questo l’hashtag ufficiale per sostenere l’iniziativa, che a noi sta molto a cuore. Perché comprare i magnifici Cuori di Biscotto significa sostenere le MAMME RARE. Quelle mamme che affrontano ogni giorno con forza, carattere e abbracciando le difficoltà la malattia dei propri bambini,

Noi sabato e domenica andremo in piazza e compreremo certamente le nostre scatole: siamo in prossimità della festa della mamma e le nostre amiche riceveranno i Cuori di Biscotto anche da parte nostra, non solo dei loro bambini. Perché essere mamme vuol dire anche fare parte di una meravigliosa rete di donne forti, di donne coinvolte, di donne altruiste che si danno aiuto a vicenda, con le piccole e con le grandi cose!

Non preoccupatevi se non riuscirete ad essere in piazza: i biscotti sono disponibili all’acquisto anche sul sito ufficiale di Telethon, nel loro shop online. E per chi volesse sostenere l’iniziativa partecipando attivamente alla campagna, sarà possibile unirsi agli altri volontari, telefonando al numero 06.44015758 oppure scrivendo una mail all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Insomma, noi compreremo i nostri Cuori di Biscotto, e poi organizzeremo un delizioso tè del pomeriggio insieme alle nostre amiche mamme. Per condividere, svagarci, ridere, riflettere. Proprio come una volta facevamo con la nostra, di mamma. Le cui scatole di biscotti erano iconiche e tenere.

Un biscotto sembra piccolo, ma in questo caso racchiude un mondo intero di beneficenza. E Telethon e l’Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare ringraziano di cuore. Anzi, #contuttoilcuore, con tutti i cuori di biscotto, con tutti i biscotti del mondo!

Giulia Mandrino

“Errare è umano”.

“Sbagliando s’impara”.

A volte i proverbi della tradizione, nella loro semplicità, sono quanto di più vero e sincero possiamo trovare. E per quanto riguarda l’argomento “errori” di certo ci azzeccano moltissimo.

Sbagliare serve all’essere umano. Serve per crescere, serve per imparare, serve per formare il proprio carattere e per fondare su qualcosa di solido i propri comportamenti. E noi non smetteremo mai di dirlo: dobbiamo lasciare che anche i nostri figli sbaglino, cadano, si sbuccino le (metaforiche e no) ginocchia, senza che noi stiamo sempre lì pronti a rimediare o a consolarli.

Ecco perché questo workshop ha preso immediatamente la nostra attenzione: si intitola “Maginifici fallimenti” e avrà luogo a Treviso i prossimi 11 e 12 maggio. E ora ve ne parliamo.

“Magnifici fallimenti”, un workshop con Erik Kessels: perché sbagliare è importante per la nostra crescita e perché dovremmo abbracciare i nostri fallimenti

Erik Kessels è molte cose: è un artista, è un designer, è un comunicatore, è un curatore fotografico, è un creativo (ed è sua l’agenzia di comunicazione KesselsKramer, che ha sedi a Londra e Amsterdam). Ed è proprio dalla sua esperienza che ha imparato moltissimo. Ora questa esperienza la mette a disposizione a noi, attraverso un libro e un workshop.

Il libro si intitola “Failed it!”, un titolo abbastanza spiritoso che gioca sull’assonanza tra “Nailed it!” (letteralmente, “Mi è riuscito perfettamente!”) e “Failed it!” (“Ho fallito miseramente”). Ma questo fallimento non è inteso come qualcosa di negativo, anzi. È inteso proprio come se fosse qualcosa che ci è riuscito da Dio. Perché anche fallire e sbagliare, come riuscire in qualcosa, è fondamentale per la nostra vita. Basta leggerlo nel modo giusto e fare del bagaglio tesoro.

Erik Kessels porterà quindi la sua esperienza e i suoi argomenti l’11 e il 12 maggio a Fabrica, centro di ricerca sulla comunicazione nato a Treviso (a Villorba) dalla mente di Luciano Benetton e Oliviero Toscani, parte del Benetton Group. Il corso (che ha un costo di 200 euro, si terrà in lingua inglese e sarà aperto ad un numero limitato di partecipanti - per info e iscrizioni rimandiamo al sito) si intitola “Magnifici Fallimenti”: attraverso i racconti e le spiegazioni di Kessels e qualche esercizio creativo e pratico (bisogna portare un laotop, un dispositivo per scattare fotografie e un proprio eventuale portfolio), il designer e comunicatore spiegherà e farà vivere sulla pelle dei partecipanti l’importanza degli errori.

La paura dell’errore, infatti, ci porta a frenare. Ci porta a spaventarci e a fermarci. Ma se la possibilità di fallimento ci fa sentire male, il rischio è quello di infossarci in qualcosa di apatico. E, come dice Kessels, a quel punto l’unica soluzione è quella di decidere di rinchiuderci in uno stanzino d’ufficio. Perché essere creativi significa affrontare e prendere per le corna il toro del fallimento!

Questo workshop, tuttavia, non è solo per creativi. O meglio, è perfetto per chi lavora con la propria creatività, ma la creatività non è relegata solo ai lavori “artistici”. La creatività serve a tutti, in tutte le professioni, in tutto ciò che facciamo nella vita. Ecco perché secondo noi il workshop è davvero adatto a chiunque. Perché aiuta a capire che è ora di superare il nostro bisogno di non sbagliare, la nostra necessità di essere perfetti.

No, non dobbiamo essere perfetti. Non possiamo. E non lo vogliamo. Dobbiamo lasciarci ispirare dagli errori, lasciarci guidare da loro nella giusta direzione. Chi parteciperà al corso potrà capirlo davvero: Kessels li costringerà a fallire. E sarà davvero liberatorio e costruttivo.

Giulia Mandrino

Alfie Kohn è uno scrittore che scrive libri riguardanti la genitorialità, l’educazione e il comportamento umano. Un suo libro, in particolare, ha avuto molto successo. Si intitola “Amarli senza se e senza ma” e parla di un approccio genitoriale diverso da quello a cui siamo abituati.

Alcuni parlano addirittura di una “lettura obbligata” per un genitore. Di certo è molto interessante questo volume, che parlando un po’ scientificamente e un po’ con esempi concreti (Kohn parla della sua diretta esperienza come genitore) ci porta a riflettere sulla parola “incondizionato”. Perché ciò che vuole trasmettere è un’educazione basata sull’amore incondizionato verso i figli.

Alfie Kohn e il suo “Amarli senza se e senza ma”: perché dovremmo educare i nostri figli sempre e comunque con amore incondizionato

Cosa significa educare sempre con amore incondizionato? Significa dare amore ai nostri bambini anche quando nella nostra testa (o nel sentire comune) andrebbero trattati più che con amore con autorità. Per spiegare meglio: quando sono esagitati, quando si comportano male, quando fanno capricci per tutto il giorno, quando devono imparare una lezione.

Quando ci troviamo in una di queste situazioni tendenzialmente adottiamo un atteggiamento (con varie e personali sfumature, naturalmente): quello di imporre la nostra autorità per impartire una lezione. Quando i bimbi si comportano male li sgridiamo, cerchiamo di farli riflettere, a volte li puniamo togliendo loro un privilegio (temporaneamente).

E se invece ci comportassimo esattamente all’opposto? E se invece di punirli, sgridarli o lasciare che piangano e si rattristino dopo un attimo li prendessimo in braccio, gli leggessimo una storia, li coccolassimo?

La teoria contenuta nel libro “Amarli senza se e senza ma” di Alfie Kohn (che potete acquistare qui) si fonda su un concetto attorno al quale si sviluppa tutto: ciò che è importante non è ciò che noi genitori pensiamo, ma ciò che il bambino pensa, ciò che il bambino prova.

Come dicevamo il libro è abbastanza scientifico, ma per capire ciò che Alfie Kohn intende basta affidarsi ai suoi esempi. Quando sua figlia, dopo l’arrivo del fratellino, comincia a comportarsi male, a pretendere e a comunicare solo per “no” infiniti, ciò che gli viene subito in mente è quello di metterla in punizione e mandarla a letto a riflettere sul suo comportamento. E probabilmente dopo un giorno d’esasperazione è ciò che verrebbe in mente anche a noi. E invece no. Non lo fa. Invece, la prende tra le sue braccia, la coccola, la calma, le fa i complimenti.

Ciò che pensiamo è una cosa: il suo comportamento è sbagliato perché in questo modo la figlia penserà che le andrà sempre liscia, che il suo atteggiamento anche se sbagliato non porta a conseguenze. Ma non è così. Perché?

Secondo Kohn, la punizione e il mandare a letto (o mandare in un angolo, o comunque cercare di imporre la nostra autorità) non faranno che peggiorare la situazione, facendo sentire la bambina ancora più infelice. Soprattutto, la faranno sentire più incompresa. E, ancor di più, le faranno credere di essere degna d’amore (perché l’amore per i bambini passa anche dai gesti) solo nei momenti in cui si comporta bene. E che il comportarsi “bene” sia fare ciò che i genitori si aspettano che lei faccia.

Insomma: coccolare i bimbi anche quando si comportano male non li porta a pensare “ok, fantastico, non importa se mi comporto così perché tanto va bene lo stesso. Continuerò a farlo!”. Piuttosto, l’amore farà sentire loro che abbiamo capito che qualcosa non va e che è giusto parlarne. Perché quel comportamento è l’unico modo che in quel momento hanno per comunicare con noi un malessere, un’infelicità, qualcosa che li fa stare male.

Alfie Kohn parla quindi in questo senso di “fiducia verso i bambini”. Che significa fidarsi di ciò che sono, di ciò che fanno, di ciò che comunicano, cercando di ascoltarli davvero.

In questo modo, potremo guidarli, accompagnarli, aiutarli. Senza imporre dittorialmente la nostra autorità, ma facendo la strada insieme a loro. La regola è: non focalizziamoci sul comportamento in sé, ma sul bambino che mette in atto questo comportamento.

Di certo mettere in atto questo amore incondizionato è molto difficile. Ci vogliono pazienza (tantissima) ed esperienza. Anche perché l’ambizione di questo libro è quella di raggiungere uno stato nel quale grazie all’amore incondizionato i nostri figli ci obbediranno molto di più.

Tutto si gioca sull’equilibrio tra le nostre richieste, le nostre regole e i loro no. La pressione è fortissima e la lastra di ghiaccio sulla quale ci muoviamo è molto sottile. Ma secondo Kohn in ogni caso le punizioni, i premi e i castighi non sono la soluzione, perché rappresentano solo forme di controllo che, come dicevamo prima, portano i nostri figli a crescere con la convinzione di essere brave persone e di essere amati solo nel momento in cui ci compiacciono.

Cambiando il nostro atteggiamento verso quello descritto da Kohn, secondo l’autore tutto si trasformerà in qualcosa di davvero molto più positivo, perché i nostri figli, che si sentiranno amati, ascoltati e capiti anche nei loro momenti peggiori, capiranno di essere amati per quello che sono e non per quello che fanno.

Come dicevamo è molto, molto difficile. Ma in fondo non è ciò che tutti noi genitori vorremmo? Che i nostri figli siano consapevoli del fatto che li amiamo a prescindere da ogni cosa, e a prescindere anche da ogni loro sbaglio?

Certamente è un obiettivo comune, che tuttavia rischia di offuscarsi e di non essere efficace se ci rifugiamo in una educazione fatta solo di punizioni, regole e autorità ferrea. Quella di Alfie Kohn è una tra le tante educazioni che ci portano a questo risultato. L’importante, come ripetiamo sempre, è ascoltare i bambini, dialogare, spiegare, comunicare, collaborare, esserci.

Giulia Mandrino

Sara

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Cecilia

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