Cosa fa più Natale delle lucine, dell’albero e del caminetto? Ma le arance! Il loro profumo, insieme a quello dei mandarini e delle clementine, riempie l’aria invernale non appena li si accarezza e li si sbuccia, creando un’atmosfera magica che ci avvolge e ci coccola.

Ma siamo sicuri di conoscere davvero questo frutto? Famosa e conosciuta per la sua capacità di dare il giusto apporto di vitamina C, in realtà l’arancia ha molte più proprietà e benefici di quello che pensiamo!

Le arance, il frutto invernale acidulo, tipico e benefico: tutte le proprietà del frutto famoso per la vitamina C ma importante per tutto l’organismo, e qualche ricetta per gustarle al meglio (non solo a spicchi!)

L’arancio, l’albero che dà le arance, appartiene al genere Citrus, e anche se originario dell’Oriente ormai è tipicamente anche italiano, e in particolare viene coltivato nella bella Sicilia e nelle sue campagne. Come accennato, l’arancia è un frutto invernale poiché la sua maturazione avviene da novembre alla primavera. Ecco perché lo troviamo spessissimo sulle tavole imbandite per Natale.

Conosciute per la ricchezza di vitamina C (ne contengono 50 mg per 100 grammi, e anche se non sono il frutto che ne è più ricco sono in effetti un buon fornitore), in realtà le arance contengono anche vitamina A, PP e molte vitamine del gruppo B. E se la vitamina C è importante per il sistema immunitario, essa, associata alla presenza di bioflavonoidi, diventa anche un ottimo alleato per il benessere generale dell’organismo, poiché aiuta nella ricostruzione del collagene e dei tessuti connettivi (ossa, denti, legamenti e cartilagini ne escono rafforzati).

Nel frutto sono presenti anche molti terpeni, sostanze il cui studio ha mostrato una relazione nella prevenzione del tumore del colon e del retto, ma anche della mammella (contrastando gli estrogeni, si contrasta anche il tumore).

E, per concludere, le arance sono ottime in caso di anemia (poiché la vitamina C favorisce l’assorbimento del ferro, utile per la formazione dei globuli rossi), sono drenanti, e, soprattutto, sono perfette per migliorare la qualità dell’intestino: innanzitutto perché l’acido citrico contenuto (soprattutto nelle arance rosse) abbassa l’acidità, e in secondo luogo, quando non sbucciate del tutto dalla loro pellicina bianca, regolano l’assorbimento degli zuccheri, delle proteine e dei grassi, e favoriscono il transito intestinale.

Mettetene quindi in tavola una bella ciotola e mangiatene quante ne volete: hanno poche calorie e non possono che fare bene. Ma come sfruttarle per ricette più elaborate? Vi proponiamo qualche piatto.

Per la colazione, noi prepariamo i biscotti speziati all’arancia, una ricetta che potete trovare nel libro The Family Food della nostra Giulia Mandrino (http://www.trevisini.it/index.php/mental-fitness/the-family-food.html). In una ciotola capiente mescolate 150 grammi di farina di Kamut, 150 grammi di farina di mandorle, 80 grammi di fiocchi di avena, mezza bustina di lievito per dolci, un pizzico di sale, un cucchiaino di cannella, uno di scorzetta di arancia, uno di zenzero in polvere e un pizzico di noce moscata. Aggiungete quindi due cucchiai di olio di oliva e 2 dl di malto d’orzo, mescolando bene. Lasciate riposare l’impasto per mezz’ora, quindi ricavatene tante piccole palline da appiattire e disporre su una teglia coperta da carta forno. Infornate per 10 minuti a 180 gradi.

Sempre per la colazione, potete preparare una marmellata di arance (che potrebbe essere anche un bel regalo di Natale per i vostri amici). Prendete due chili di arance bio e lavatele bene, quindi sbucciatele e tagliatele a fettine super sottili (anche con l’aiuto di una affettatrice). Per togliere l’amaro, se non vi piace, basterà mettere le arance in ammollo per dodici ore prima della preparazione! Dopo averle affettate, mettetele quindi in una pentola con uguale peso di zucchero integrale. Portate a bollore a fuoco medio e cuocete per circa un’ora mescolando di tanto in tanto, finché lo zucchero non fila. Versate quindi la vostra marmellata nei barattoli di vetro precedentemente bolliti e sterilizzati, chiudete con il coperchio e capovolgeteli per metterli sottovuoto, finché non saranno freddi.

(foto 1 http://www.cucchiaio.it/ricetta/ricetta-marmellata-arance/)

E avete mai provato l’arancia in un primo? Buonissimo è il risotto all’arancia, di semplice preparazione. Fate soffriggere una cipolla tritata in un filo d’olio, quindi aggiungete il riso a tostare per un minuto. Aggiungete poi il succo di una arancia, mescolate e iniziate poi ad aggiungere il brodo vegetale fino a cottura ultimata, come un normale risotto. Prima di servire, mantecate con del burro di soia, della scorza di arancia grattugiata e dell’erba cipollina.

(foto 2 http://ricette.giallozafferano.it/Risotto-all-arancia.html)

Con le arance potete poi realizzare una buonissima salsa per condire il salmone. Dopo avere cotto il filetto di salmone (precedentemente cosparso di sale e pepe) in una padella antiaderente (bastano due o tre minuti per lato), tenetelo da parte e preparate la vostra salsa. Nella stessa padella, fate soffriggere uno spicchio d’aglio in un filo d’olio, quindi aggiungete un po’ di brodo vegetale e bollite fino a farlo ridurre. Aggiungete del succo di arancia, la sua scorza e un cucchiaio di miele. Aggiungete un altro po’ di brodo e dell’amido di mais e mescolando fate raggiungere alla vostra salsa la consistenza desiderata, quindi mettete di nuovo in pentola il salmone e saltatelo nella sua salsina

(foto 3 http://www.cookingclassy.com/orange-rosemary-glazed-salmon/)

Infine, buona e fresca è l’insalata di olive e arancia alla egiziana, che trovate sul nostro sito. Spremete in una ciotola un limone e mezza arancia, quindi tagliate a strisce la buccia di quest’ultima. Tritate 15 foglie di prezzemolo e aggiungetelo al succo, insieme a due cucchiai di olio evo, sale, pepe, la buccia dell’arancia e un cucchiaino di cumino in polvere. Versate nella ciotola due tazze di olive (della varietà che preferite) e mescolate accuratamente.

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Un esperimento natalizio: i cristalli di neve

Mercoledì, 21 Dicembre 2016 16:41

A noi piace moltissimo approfittarne di questi giorni di feste per passare le giornate insieme ai bambini. E ogni tanto è bello anche stare in casa, senza per forza uscire per passeggiate. Stando in casa, tuttavia, bisogno sempre trovare qualcosa di divertente da fare: giochi in scatola, disegni, film in famiglia… Oppure? Esperimenti!

Questo, poi, è tipicamente invernale, poiché con un po’ di lavoro si possono ricreare in una ciotola dei bellissimi cristalli che ricordano il ghiaccio e la neve. Siete pronti?

Un esperimento natalizio: i cristalli di neve da realizzare per passare una giornata in casa tutti insieme

Ecco tutto l’occorrente da preparare: del Sale di Epsom, dei bicchieri in vetro, degli acquerelli liquidi, acqua, una ciotola, una forchetta e il microonde.

Iniziate quindi versando dei sai di Epsom in uno dei bicchieri (oppure in un recipiente più grande, ma che sia trasparente e di vetro). Scaldate poi nel microonde la stessa quantità di acqua per 45 secondi (prendete come unità di misura la tazza: una tazza di sali e una tazza di acqua, e così via, e non scaldate per più di 45 secondi: l’acqua troppo calda scioglie sì più in fretta i sali, ma rischierete di rovinare l’esperimento!).

Prendete ora gli acquerelli liquidi e versatene un po’ nell’acqua, mescolando bene per colorarla. Gli acquerelli sono naturalmente opzionali: servono solo per creare cristalli colorati. Tuttavia, anche quelli trasparenti sono bellissimi! Infine, fate cadere un granello di sabbia nel vostro liquido. Ai cristalli, per crescere, serve qualcosa a cui aggrapparsi, e basterà anche una piccola impurità per far sì che le si arrovellino attorno.

Ora, molto velocemente, versate l’acqua nel bicchiere, mescolate e dopo un paio di minuti il sale dovrebbe sciogliersi del tutto. 

(foto 1 http://babbledabbledo.com/science-for-kids-crystal-garden/)

Il preparato è ora pronto per riposare: mettetelo in freezer per dieci minuti, quindi spostatelo nel vostro frigorifero, sul fondo (dove è più freddo), lasciatelo lì per tutta la notte. Già dopo tre ore i cristalli dovrebbero essersi formati, ma è meglio lasciarli crescere per molto più tempo (e poi, non è una bella lezione di pazienza??).

Il mattino dopo è ora di tirarli fuori: prendete i bicchieri e delicatamente versate l’acqua in eccesso (se l’acqua è colorata con gli acquerelli probabilmente non vedrete i cristalli fino a quando non avrete svolto questo passaggio, mentre con l’acqua trasparente saranno già visibili). Poi, sempre con delicatezza, prendete un pezzo di carta cucina e pulite le pareti del bicchiere dall’acqua e dal sale in eccesso.

Finalmente, il vostro bicchiere di cristalli sarà visibile in tutta la sua magia!

(foto 2 http://artandsoulpreschool.blogspot.it/2014/03/crystals.html)

Dal momento che ogni esperimento è diverso da un altro, nonostante si utilizzino le stesse quantità di materiale, vi consigliamo di provare a realizzare più bicchieri, ciotole o barattoli, in modo che le probabilità di riuscita dell’esperimento (che variano in base a moltissimi fattori, come la temperatura esterna e l’umidità) possano essere ottimizzate.

(foto 3 http://babbledabbledo.com/science-for-kids-crystal-garden/)

Sara Polotti

Sederino rossissimo ad ogni cambio pannolino? Non preoccupatevi, è una situazione diffusissima. Il fatto è che una zona così delicata come il culetto è sempre a contatto con pipì e pupù, e che, inevitabilmente, ci si trova a coprirlo per evitare fuoriuscite e disastri, e così la pelle respira pochissimo e i batteri proliferano.

L’arrossamento, purtroppo, è molto frequente, e può comparire sin dai primi giorni di vita (anche se si accentua nel momento in cui il bimbo impara a stare seduto). Tuttavia non è un problema così difficile da debellare: bastano qualche accorgimento e qualche regola naturale.

Come gestire in maniera naturale la dermatite da pannolino: dal bagnetto alla crema, le regole da seguire per debellare la fastidiosa irritazione del sederino

La prima soluzione che viene in mente è certamente la pasta protettiva a base di ossido di zinco. Sì, è davvero utile, e già vi avevamo parlato di quelle che preferiamo noi (a base di ingredienti naturali e assolutamente sicure: qui trovate la lista completa. A questa crema (sempre a base di ossido di zinco abbinato ad una pianta lenitiva) è utile abbinare il talco all’argilla, da applicare dopo la crema (anche l’argilla è antinfiammatoria e dà sollievo). Tuttavia non basta solo questo, che deve essere un passaggio solo secondario.

Innanzitutto, cercate di arginare le abitudini scorrette, come la cattiva igiene o il cambio di pannolino troppo poco frequente. Come dicevamo i pannolini che coprono i sederi dei nostri bambini sono utili, ma essendo fabbricati in materiale plastico non lasciano respirare la pelle (quelli lavabili un po’ meno, ma il problema non scompare del tutto). Ecco perché la prima regola contro la dermatite è il cambio frequente del pannolino, che va cambiato almeno ogni due o tre ore. Una regola, questa, che va rivista nel momento in cui il bambino si ritrova con una influenza, una gastroenterite o con la crescita dei dentini: in quel caso le feci più acide portano questa frequenza ad alzarsi ancora, poiché queste feci potrebbero arrossare ancora di più la zona del culetto.

La seconda? L’asciugatura. Dopo il bagnetto e dopo il cambio del pannolino asciugate sempre benissimo, in maniera perfetta, la zona del sederino: senza sfregare, con un asciugamano morbido (facendo attenzione a non graffiare, nemmeno leggermente), asciugate il culetto stando attente che l’umidità sia scomparsa completamente. E’ proprio lì, infatti, che si annidano i batteri causa di irritazione!

Se questo non basta e se l’arrossamento continua, allora ci sono diverse soluzioni da provare, a partire dai bagnetti al bicarbonato. Come vi diciamo sempre, la “filosofia del meno” è la nostra regola: ciò significa che siamo della scuola (naturale) che preferisce l’acqua al sapone e il poco sfregamento al grattare troppo. Ciò significa che nel bagnetto basta sempre e solo l’acqua quando i bimbi sono piccoli. Nel momento in cui soffrono di dermatite da pannolino, quindi, mantenete questa regola, aggiungendo però nel bagnetto giornaliero un cucchiaio di bicarbonato di sodio o di amido di riso. Non esagerate con i detergenti; meglio prendere ciò che la natura già ci offre.

In alternativa, potete utilizzare per la detersione gli oli oli: quello di oliva, quello di cocco, il burro di Karité. E alla fine del bagnetto, una volta che il bambino è completamente asciutto, provate ad utilizzare il nostro burro fatto in casa.

Di infinito sollievo sono anche gli impacchi, di camomilla o di elicriso. Basterà preparare un infuso con 4 manciate di elicriso o di fiori di camomilla in un litro d’acqua e tamponare la zona arrossata con delle garze in cotone imbevute in questo infuso.

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Come si combattono gli stereotipi? Anche con la fotografia. Perché se la nostra epoca si caratterizza per la diffusione delle notizie attraverso le immagini, che ormai valgono più di mille parole, allora è bellissimo trovare chi sfrutta gli scatti per mostrare la bellezza della “non normalità”, che ormai è la normalità. Non credete?

Celia Sanchez, quindi, è una di quelle fotografie che approfitta della sua arte per diffondere messaggi bellissimi, per rendere palpabile la bellezza della diversità. Per mostrare attraverso meravigliose immagini la nuova forma della famiglia, che non è più solo mamma casalinga con grembiule e fornelli accesi!

Ecco gli scatti di Celia Sanchez contro gli stereotipi della maternità: la fotografa americana che immortala le madri punk in tutta la loro bellezza

“Non ha l’aspetto da mamma”. Lo abbiamo sentito dire, forse è scappato anche a noi. Ma in una frase così apparentemente innocua si nasconde un messaggio che alimenta moltissimo gli stereotipi e che va contro ciò a cui noi teniamo, e cioè la lotta alla discriminazione. 

In queste poche parole, infatti, non sta solo una riflessione blanda sull’entrare o meno nei canoni (estetici) della maternità, ma rischia di esserci anche un dito puntato contro ciò che non riflette la nostra idea di normalità. Perché, certo, ognuno ha la sua idea di normalità, ma mettere alla berlina chi non si adatta a queste regole è certamente un atteggiamento da condannare.

Celia Sanchez queste parole se le è sentite dire un sacco di volte da quando, undici anni fa a 23 anni, è diventata mamma per la prima volta. Ha raccontato la sua esperienza al magazine UpWorthy (http://www.upworthy.com/this-photographer-fights-outdated-norms-with-beautiful-portraits-of-modern-moms) e le sue parole fanno davvero riflettere: Celia ricorda quando portando all’asilo il suo bambino le altre mamme, più vecchie di lei, la guardavano storto, dicendole parole come “Sei così giovane per avere un bambino!”, o “Non sembri proprio una mamma”. “Ho sempre trovato una cosa molto stupida da dire, questa frase”, ammette. E così, dato che quelle parole a qualche livello l’hanno ferita, ha deciso di sfruttare il suo lavoro per esorcizzare questa idea di maternità normale. Si è armata di tutta la sua arte e si è lasciata guidare dall’irritazione per questi commenti, e a chiesto ad amiche e a sconosciute di posare per un ritratto, la sua specialità. Il risultato è un progetto completo e perfetto nella sua poliedricità di soggetti.

Come sarebbe, una mamma normale? Per noi, come per Clara, semplicemente una madre che ama follemente il proprio figlio. E che indipendentemente da come si veste, come si trucca, dal lavoro che fa o da come gestisce la sua famiglia nel momento in cui diventa genitore può sempre definirsi tale. L’abito non fa il monaco, no? Ecco, mettiamocelo in testa.

E se abbiamo ancora qualche dubbio, proviamo a dare un’occhiata alle sue fotografie raccolte nel portfolio “Devoted”, che potete trovare sul suo sito internet (http://www.celiasanchezphotography.com).

(foto 1 http://www.celiasanchezphotography.com/devoted/fuo9xnbe2nff6owx3nnd1zfcc3p8xl)

“Devoted” è una carrellata di immagini bellissime che ritraggono donne altrettanto belle e bambini meravigliosi. Una carrellata di ritratti madre figlio, di fotografie di famiglia. La particolarità che le accomuna tutte è però il look di queste mamme, ognuna con il suo stile, il suo make-up, i suoi tatuaggi e i suoi tagli di capelli non esattamente “consoni”. Ma cosa c’è di più bello di vedere tutto questo colore?

(foto 2 http://www.celiasanchezphotography.com/devoted/88b3m25jloaux9cxtwffcruunawo10)

Il progetto tuttavia non si ferma qui. Perché scorrendo il progetto “Devoted” dall’inizio vi accorgerete che inizialmente queste donne sono ritratte da sole, e i bimbi arrivano solo in un secondo momento. E questa scelta Celia l’ha fatta proprio per rendere ancora più forte il messaggio, e cioè che bisogna sempre rivalutare l’impressione che abbiamo al primo sguardo!

(foto 3 http://www.upworthy.com/this-photographer-fights-outdated-norms-with-beautiful-portraits-of-modern-moms)

“Conoscevo mamme che non sembrano “mamme tipiche”, e ho sempre voluto fotografarle proprio per mostrare che non devi avere un certo look per essere una mamma. Non sono una persona di molte parole: piuttosto, voglio mostrare direttamente alla gente ciò che penso”.

(foto 4 http://www.upworthy.com/this-photographer-fights-outdated-norms-with-beautiful-portraits-of-modern-moms)

 

Giocare liberamente all’aperto non fa solo bene psicologicamente, ma anche fisicamente. I vantaggi dello scorrazzare liberi sono infatti infiniti e, dall’altra parte, stare troppo tempo seduti, in classe o davanti a tivù e videogiochi, è davvero deleterio. Anche per la schiena, che non è fatta per stare immobile nelle stesse posizioni per troppo tempo!

Ecco allora qualche suggerimento per prendersi cura anche della spina dorsale dei nostri bambini, che ha bisogno di attenzioni tanto quanto il resto del fisico.

I consigli per mantenere una schiena sana nei bambini: una spina dorsale forte per una crescita altrettanto sana

Riprendendo il discorso, quando un bambino sta troppo tempo seduto (e soprattutto nella stessa identica posizione) la schiena ne risente davvero moltissimo. Essa è fatta per muoversi, per allungarsi e accorciarsi, per rinforzarsi attraverso il movimento. Al contrario, stando fermi la si sforza a prendere posizioni che non le sono consone, e di conseguenza i problemi non arrivano a tardare.

Il primo passo è osservare i propri figli. Soprattutto, se sono abituati a stare di fronte ai videogiochi. Hanno la schiena curva e la mascella contratta? Malissimo. Se invece vi paiono un po’ “irrequieti” e tendono a muoversi di qua e di là ogni tot, non preoccupatevi: significa che stanno trattando benissimo la loro colonna vertebrale! Già, perché come dicevamo la schiena è fatta per muoversi, e di conseguenza quando i bambini avvertono (anche inconsciamente) che la si sta trattenendo troppo tendono a muoversi per evitare i problemi.

Insomma, stare fermi fa male, induce posture sbagliate e, anche se si fa fatica a pensarlo (“sono così giovani!”), provocano il mal di schiena anche nei più piccoli. Anche se, tuttavia, esistono anche altre cause che possono provocare i problemi alla colonna: dei denti non allineati, ad esempio (che causano sforzo sulla schiena), piedi che non appoggiano correttamente (ad esempio i “piedi piatti”) o alcuni difetti della vista che inducono il bambino ad appoggiarsi in maniera scorretta alla scrivania.

I campanelli d’allarme sono molteplici, ma tra essi sicuramente spiccano delle scapole troppo sporgenti e una curva lombare più accentuata del solito. L’osservazione deve poi concentrarsi sulla linearità della colonna (che da dietro deve risultare bella dritta) e sulle spalle, che devono essere alla stessa altezza. Una deviazione della colonna significa infatti soffrire di scoliosi.

La prima cosa da fare è naturalmente consultare uno specialista (che vi consiglierà anche plantari o apparecchi per i denti nei casi specifici). Se tuttavia volete prevenire qualsivoglia problema, ecco qualche buona abitudine che i bambini possono prendere per arginare sin da subito i problemi.

Il primo passo è naturalmente l’attività fisica, dal momento che come dicevamo il non-movimento è la prima causa di problemi. Incoraggiate quindi lo sport, in modo da rafforzare tutta la muscolatura e la schiena. Il miglior sport in questo senso è il nuoto, dal momento che l’acqua permette di scaricare i pesi e non sentirli, irrobustendo il torace e le spalle. Meglio quindi sport come il nuoto e lo yoga, piuttosto che attività più violente dal punto di vista delle sollecitazioni, come il calcio, la pallavolo o il tennis.

Il secondo accorgimento è la posizione al banco e alla scrivania, dato che i bambini, soprattutto in età scolare, ci passano molto del loro tempo. Insegnate ai bimbi a stare appoggiati bene sia con il sedere che con la schiena, senza sporgere la testa verso il quaderno o il computer, che devono sempre essere al centro e non spostati di lato. Per aiutarlo, se proprio non riesce, provate con un poggiapiedi!

La postura tuttavia deve essere corretta sempre, non solo da seduti. Cercate di insegnare a stare sempre ben dritti e non inclinati in avanti. Però non allarmatevi: lo sport e la posizione corretta al banco aiuteranno anche lo stare in piedi, che si correggerà da solo.

Ultimo ma non per importanza è il controllo del peso, e quindi questo suggerimento coinvolge per forza l’alimentazione sana. Essere in sovrappeso non è una questione solo estetica, non c’è nemmeno bisogno di dirlo. E non coinvolge solo il fisico a livello “interno”: la schiena, infatti, fatica molto di più quando deve sopportare troppo peso, e questa situazione è davvero deleteria nel tempo! Attenzione quindi ad alimentazione e attività fisica: faranno miracoli.

Chiaramente un trattamento osteopatico almeno ogni 4 mesi durante la crescita non può che avere effetti estremamente benefici sulla schiena del bambino: come ci spiega l'Osteopata Elisa Billò "un intervento osteopatico, assolutamente indolore, è utile ai bambini sotto molteplici punti di vista a livello strutturale. In primis nei picchi di crescita, quando i bimbi quindi crescono molto velocemente, così come quando praticano molto sport o semplicemente se manifestano dolori articolari. E' altresì molto efficace nell'ottica della prevenzione di problematiche della colonna come scoliosi, cifosi e lordosi: l'osteopatia aiuta a stabilizzare la colonna e a farla crescere forte e solida." 

 

 Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Milano, Fabbrica del Vapore: fino al 29 gennaio 2017 lo spazio espositivo nel cuore della città si trasforma in un luogo magico per gli amanti dei mattoncini, grazie all’artista Nathan Sawaya e alla sua arte costruita pezzetto su pezzetto! E noi, lo sapete bene, siamo fan dei mattoncini e del gioco libero: non potremmo mai lasciarci sfuggire una occasione del genere!

The Art of The Brick, i mattoncini più famosi in mostra a Milano: fino al 29 gennaio la Fabbrica del Vapore ospita la mostra dedicata ai mattoncini Lego

Provate a figurarvi in testa il pensatore di Rodin: una scultura iconica, ammaliante e che fa riflettere, che ormai è entrata nell’immaginario collettivo. E ora provate a pensare cosa significherebbe provare a replicarla con i mattoncini Lego: un’impresa titanica e allo stesso tempo minuziosa, no? Bene. Nathan Sawaya l’ha fatto. Ha ricostruito la scultura di Rodin utilizzando solo mattoncini Lego. E vederla davanti agli occhi è un’esperienza imperdibile, che finalmente, fino al 29 gennaio, sarà possibile provare, grazie alla mostra “The Art of The Brick” allestita alla Fabbrica del Vapore a Milano (via Giulio Procaccini 4).

Dopo essere passata da New York, Los Angeles, Shangai, Londra, Singapore, Melbourne, Parigi e Roma, la mostra sta finalmente facendo la sua tappa meneghina. Ma di cosa si tratta, nello specifico?

Visitando la mostra grandi e piccini potranno ammirare un milione (sì, un milione!) di mattoncini a formare oltre cento sculture, in un’area espositiva di 1600 metri quadrati tutta dedicata al mondo Lego. E questo milione di mattoncini colorati non è nulla in confronto ai quattro milioni di pezzi che l’artista creatore della mostra possiede: nei suoi atelier di New York e Los Angeles Nathan Sawaya ha raccolto più di quattro milioni di cubetti!

L’artista, non serve nemmeno dirlo, è un personaggio davvero particolare: da avvocato newyorkese ha deciso di abbandonare la carriera nella città più caotica del mondo per dedicarsi alla sua passione infantile, i mattoncini, ricominciando a creare le sue sculture partendo dal gioco libero (una rivoluzione nel mondo dell’arte, è stata definita).

Ma la mostra non è solo per bambini o per eterni Peter Pan: no, perché il mondo dei mattoncini più famosi del mondo (i primi ad essere inventati) affascina davvero tutti, risvegliando le emozioni ludiche e appassionando gli amanti dell’architettura e dell’arte. Nathan Sawaya, infatti, utilizzando i mattoncini forniti dall’azienda, ha creato le sue opere partendo da soggetti dalla molteplice ispirazione: opere d’arte iconiche, dinosauri (lunghi sei metri!), edifici… Non sorprende, quindi, se la CNN ha definito la mostra una tra le dieci imperdibili al mondo.

Il lato ludico tuttavia non manca: dopo aver ammirato il percorso espositivo con le opere di Sawaya ed essersi lasciati ispirare dalle poliedriche sculture multisoggetto, i visitatori potranno finalmente creare con le loro mani i loro capolavori, grazie all’infinità di mattoncini Lego messi a disposizione dall’organizzazione (nonché divertirsi con i videogame tematici della DC comics).

I biglietti per l’evento sono in vendita su Ticket One e possono essere acquistati a partire da 18 euro. Se invece acquistati all’ingresso, il costo è di 16 euro, con possibilità di riduzione. E anche per le famiglie non mancano i vantaggi: i bambini sotto i 4 anni non pagano, e sono presenti pacchetti per risparmiare (ad esempio, 2 adulti con 3 bambini a 46 euro). Tutte le informazioni sui biglietti e su come raggiungere lo spazio le trovate su artofthebrick.it/ticket-info/

Sara Polotti

I menu di Natale sani e veloci

Venerdì, 16 Dicembre 2016 07:41

Quando il giorno dopo hai il pranzo da zia Pina che la cosa più leggera che ti propinerà sarà la pasta pasticciata al forno e il giorno dopo la cena con la suocera che mette la sottiletta anche nel caffè pensi che non ce la potrai fare; come sopravivvere al Natale senza privarsi del piacere di mangiare, senza spendere una fortuna e soprattutto senza dover passare intere giornate a cucinare?

Ecco 4 idee di menu di Natale sani e veloci: ricette facili e semplici per un Natale perfetto anche per bambini

- Il primo menù che vi proponiamo è quello Vegetariano, che unisce la naturalezza e la leggerezza dei vegetali con la bontà unica di un pasto sfizioso.

Partiamo quindi con gli antipasti: crostini di caprino, miele e noci; zola o taleggio con pere e granella di pistacchio; e infine dei salatini veloci al pesto.

Per i crostini di caprino basterà tostare in padella delle fette di pane integrale, da spalmare con del buon caprino e da guarnire con un gheriglio di noce. Stessa velocità e facilità per il formaggio con le pere e pistacchi: disponete su un piatto qualche fetta di zola o taleggio, adagiate accanto alcune fette di pera e spolverate con dei pistacchi tritati. Per i salatini veloci al pesto prendete invece 300 grammi di farina 0; 150 ml di acqua, 50 ml di olio evo e un pizzico di sale. Impastate la farina con sale e olio e amalgamate pian piano con l’acqua, e una volta ottenuta una pasta omogenea fate una palla, copritela con pellicola e fatela riposare in frigo per 20 minuti. Stendete poi la pasta con il mattarello e tagliatela a striscioline. Spennellatele con del pesto homemade, arrotolatele e infornate per 30 minuti a 180 gradi.

La prima portata del menù vegetariano è il risotto con mele, pecorino e miele. Come un normale risotto, mettete a rosolare in un filo d’olio mezza cipolla tritata finemente, quindi aggiungete il riso a tostare per un minuto (un pugno per commensale). Dopodiché aggiungete brodo vegetale fino a coprire, e lasciate assorbire. Aggiungete brodo fino a cottura ultimata, quindi a cinque minuti dalla fine aggiungete una o due mele bio tagliate a dadini, e prima di servire mantecate con del pecorino e due cucchiaini di miele.

Salvia e fiori di zucchine impanati: è questo il buonissimo secondo piatto. Basterà impanare nell’uovo sbattuto (o nel latte d’avena) e nel pan grattato (o nella farina) venti foglie di salvia e dieci fiori di zucchina, cuocendoli poi in abbondante olio di semi di arachide a temperatura non troppo elevata.

E per concludere il tiramisù di orzo e ricotta: ecco come prepararlo

 

- Il secondo menù è sempre a base di verdure, ingrediente base protagonista del pranzo di Natale.

Per gli antipasti, vi consigliamo delle chips croccanti di cavolo nero (semplicissime e d’effetto: spennellate delle striscioline di cavolo con olio e sale e un po’ di sesmo, quindi disponetele su carta forno e cuocete a 180 gradi per 10 minuti), dei cracker alla pizzaiola con crema di anacardi () e la nostra crema rosa di barbabietola ed erba cipollina: fate soffriggere in 3 cucchiai di olio una cipolla rossa tagliata finemente. Aggiungete 3 patate medie tagliate a pezzetti e mezzo cavolfiore, una barbabietola e un cavolo rosso a dadini. Unite un litro di acqua e portate ad ebollizione. Abbassate il fuoco, fate cuocere per mezz’ora e cinque minuti prima di spegnere aggiungete 250 grammi di ceci precotti. Frullate e servite ben calda con dell’erba cipollina tritata.

Il primo piatto saranno delle lasagne di zucca. Bollite prima una zucca a pezzetti piccoli, quindi mettetela in padella con del dado vegetale e dell’olio. Preparate poi la besciamella naturale, e iniziate ad assemblare le lasagne. In una teglia fate uno strato di besciamella, quindi stendeteci le lasagne integrali e coprire con altra besciamella e zucca. Fate altri strati fino a raggiungere il bordo della teglia e coprite con un po’ di parmigiano. Infornate la teglia coperta con della stagnola a 200 gradi, quindi dopo mezz’ora togliete la stagnola e cuocete per altri quindici minuti.

Di secondo? Delle polpette di ceci al forno. Tritate in un mixer 250 grammi di ceci precotti con 100 grammi di erbette e 50 ml di latte vegetale. Mescolate poi questo composto con 150 grammi di farina di mandorle, due cucchiai di farina di ceci, 1 cucchiaino di semi di girasole e un rametto di timo sminuzzato. Prendete l’impasto e fate delle polpette, passatele nel pan grattato e disponetele su una teglia coperta da carta forno. Ungete con un filo d’olio e cuocete a 180 gradi per venti minuti.

Il dessert stavolta è doppio: prima una macedonia con yogurt greco, miele e noci, dopodiché una semplice torta di cioccolato alle zucchine (per continuare il tema verdure): frullate 300 grammi di zucchine, quindi mescolatele con 50 grammi di cacao amaro, 230 grammi di farina 0, 150 grammi di zucchero di canna, 40 grammi di nocciole tritate, 40 grammi di gocce di cioccolato fondente, 80 ml di olio evo, 120 ml di latte vegetale, il succo di mezzo limone e un cucchiaino di bicarbonato (al posto del lievito). Foderate una tortiera, versate il composto e cuocete a 180 gradi per circa 30 minuti.

 

- Il terzo menù è di pesce.

Partiamo con dei crostini con crema di tofu e salmone affumicato e dei vol au vent con crema di ceci e alloro (basta frullare 300 grami di ceci precotti con una foglia di alloro e versare la crema nei vol au vent, infornando poi a 180 gradi per 15 minuti). 

Come primo piatto sarà perfetta una vellutata di fagioli e gamberi: mettete in una pentola 250 grammi di fagioli di spagna precotti e una patata grande a cubetti. Aggiungete un cucchiaio di dado vegetale e quattro tazze di acqua, quindi lasciate cuocere per circa mezz’ora. Intanto pulite delle mazzancolle e fatele cuocere a fuoco vivo per cinque minuti con un filo d’olio e un cucchiaino di curry di Madras. Frullate poi la crema di fagioli e versatela nei piatti, guarnendo con le mazzancolle (e, opzionalmente, con delle mandorle tritate).

Di secondo proponete delle polpette di salmone e broccoli, un’abbinata sempre vincente. Bollite 300 grammi di patate e 200 grammi di broccoli, e nel frattempo cuocete al vapore circa 500 grammi di salmone in trancio. Sminuzziamo il tutto finemente (salmone, patate e broccoli), quindi aggiungete al composto 5 fili di erba cipollina tritati, un uovo e tre cucchiai di olio. Create delle palline e passatele nel pan grattato, quindi infornatele a 160 gradi per circa 30 minuti.

Il dolce sarà un facilissimo ma godurioso gelato di banana con gocce di cioccolato. 24 ore prima mettete in freezer alcune banane a fette, quindi prima di servirle tiratele fuori e frullatele (eventualmente con un filo di latte vegetale). Mescolate il tutto con una manciata di gocce di cioccolato e servite al momento.

 

- Tra i menù non può mancare poi quello vegano.

Come starter sarà perfetto un hummus di ceci con pinzimonio delle verdure che preferite (carote, sedano, zucchine…): frullate una lattina di ceci precotti con due cucchiai di salsa tahina, il succo di mezzo limone e un pizzico di sale. E per un antipasti completo preparate anche delle tartine di crema di tofu e pistacchi: frullate del tofu con due fili di erba cipollina, un filo d’olio di sesamo e un pizzico di sale, quindi spalmate la crema su dei crostini e spolverateli con del trito di pistacchi.

Ottima sarà poi la torta salata di zucchine, mozzarisella (la mozzarella veg) e basilico: utilizzate la ricetta per la base per torta salata senza latte e senza uova, quindi foderate una tortiera bassa e farcite con un mix di mozzarisella e zucchine (precedentemente tagliate a cubetti e saltate qualche minuto in padella con un filo di olio evo). Ripiegate i bordi della torta e infornate a 180 gradi per venti minuti.

Piatto principale saranno le lasagne vegan al ragù di seitan. Il ragù si prepara in questo modo: tritate due carote e una cipolla, quindi versatele in una padella con un filo d’olio evo e fate saltare. Aggiungete quindi una confezione di seitan precotto tritato, e dopo cinque minuti versate in padella anche una confezione di passata di pomodoro bio e un rametto di rosmarino. Lasciate cuocere a fuoco lento per almeno mezz’ora. Nel frattempo preparate anche la besciamella vegetale. Prendete le lasagne integrali e vegan e iniziate a comporre le lasagne: uno strato di besciamella, uno di lasagne, uno di ragù; quindi, di nuovo via con lasagne, besciamella e ragù, fino all’orlo. Spolverate il top con del lievito alimentare in scaglie e infornate a 180 gradi per almeno 30 minuti.

Per dessert una deliziosa cheesecake veg: qui trovate una serie di varianti che a noi piacciono moltissimo, oppure potete optare per quella dal profumo esotico.

 

 Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

 

 

A noi è piaciuto subito un sacco: il video dei The JackaL per questo Natale è davvero, davvero carino, e ha fatto breccia nei nostri cuori di mamme e di figlie. Perché? Perché fa ridere, certo, ma soprattutto perché sensibilizza su un tema che ci sta molto a cuore, e cioè quello dell’adozione a distanza.

Il gesto più bello per Natale è l’adozione a distanza: con ActionAid potete regalare un sorriso ai bimbi meno fortunati, con pochi spiccioli al giorno

Avete già visto il video di cui parliamo? Be’, non potete lasciarvelo sfuggire. E non può non sfuggirvi una risata. 

Perché è proprio così! Noi mamme degli anni Duemila siamo la generazione di mezzo: quella che ancora subisce i messaggini e le stalkerate social da parte delle proprie mamme, cinquanta e sessantenni alle prese con una tecnologia che, ok, sanno maneggiare, ma che forse sta sfuggendo loro di mano… Alzi la mano chi non sta davanti a WhatsApp ad aspettare che lo “sta scrivendo…” si trasformi in messaggio, o chi non sprofonda in un abisso di imbarazzo nel momento in cui mamma e papà postano le foto anni Ottanta di noi col culetto al vento o outfit che, OMG, manco la fashion blogger più audace.

Dall’altra parte ci troviamo ad essere genitori di bimbi nativi digitali che tra pochissimi anni si ritroveranno a guardare a noi come noi guardiamo ai loro nonni. Forse è già ora di mettere qualche paletto: tra dieci anni sarà meglio ricordarci l’imbarazzo che proviamo ora noi trenta e quarantenni, se vogliamo tenerci il loro amore di figli!

Bene. Se il sorriso scappa è perché in realtà questo imbarazzo è simpatico. Perché i nostri genitori ci vogliono bene, sono orgogliosi di noi anche nei momenti più bui (quelli in cui giravamo con il caschetto e le calze sopra al ginocchio). E perché l’amore che hanno da dare, e che abbiamo da dare noi a nostra volta, è davvero immenso. Perché quindi non incanalarlo in qualcosa di costruttivo? Perché non donarlo a chi di questo amore ha davvero, davvero bisogno?

ActionAid da sempre si prodiga per portare ai bambini di tutto il mondo il necessario per vivere dignitosamente e tranquillamente. E lo fa attraverso l’adozione a distanza, un gesto d’amore che per noi può significare economicamente poco, ma che per un bambino rappresenta un cambiamento di vita.

Aderendo alle adozioni a distanza di ActionAid sarà così possibile aiutare un bambino in uno dei 40 paesi del Sud del mondo in cui l’organizzazione opera: sono milioni infatti i bimbi che non hanno acqua potabile, che non possono accedere alle cure mediche e che faticano a ricevere un’istruzione di base.

Adottare un bambino può sembrare poco, una goccia in un oceano. Ma è così che si cambia il mondo: un bambino alla volta. Sono già 170.000 i bambini adottati grazie a ActionAid, ma l’obiettivo è raggiungerne il più possibile!

Questo Natale, quindi, potete decidere di fare un regalo davvero solidale, non solo teoricamente o vagamente, donando a chi amate, o anche a voi stessi e alla vostra famiglia, un’adozione a distanza, riempiendo il cuore dei vostri cari, che siamo sicuri avranno moltissimo affetto da dare (proprio come la mamma di Ciro!), e donando felicità concreta a un bambino meno fortunato.

Il costo? Meno di un caffè al giorno.

Sara Polotti

La notizia è dei giorni scorsi, e si è diffusa in seguito ad una comunicazione della Società Italiana di Neonatologia (SIN): secondo loro, il parto in casa non sarebbe sicuro. Lo affermano con i dati alla mano (che in realtà parlano solo del numero di partorienti che avrebbero deciso lo scorso anno di partorire in casa, in Italia 500), specificando poi che secondo il loro parere il fattore-incidenti sarebbe troppo alto per rischiare la salute di mamma e bambino.

Ma è davvero così? Non è la prima volta che ne parliamo, e anche l’ostetrica Silvia Bianchi ci aveva aiutato a capire meglio di cosa si tratta. E come sempre noi siamo sicure del contrario, e cioè che il parto in casa così rischioso non sia. Basta fare attenzione, usare il buon senso e avere a portata di mano tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno.

Perché partorire in casa è sicuro: tutto ciò che devi sapere sul parto in casa, una pratica diffusissima nei paesi nordici e - quando ci sono i giusti requisiti - sicura quanto il parto in ospedale

Il comunicato della SIN è stato ripreso dal Corriere della Sera, che con toni allarmistici ha messo in guardia le future partorienti che stanno pensando al parto in casa

Come dicevamo, i numeri a cui si riferiscono sono solo quelli delle mamme che hanno partorito in casa nel 2015 (500, un numero molto basso), e l’accento lo pongono quindi sul fattore di rischio, che c’è sempre e che quindi metterebbe in pericolo mamma e bambino.

In realtà, chi sceglie il parto in casa sa benissimo che ci sono dei rischi. Non per questo è meno sicuro! La premessa, infatti, deve essere sempre un’accurata valutazione dello stato di salute della mamma e del bambino che includa anche i rischi possibili, in modo da azzerare le possibilità di incidente.

Tra le regole principali della scelta del parto naturale in casa ci sono la vicinanza dell’ospedale (che non può essere mai troppo lontano, proprio perché in caso di rischio ci sarebbe il tempo di raggiungere la struttura); uno stato di gravidanza fisiologica (e cioè senza rischi e senza complicazioni; in caso contrario naturalmente è d’obbligo andare in ospedale); la scelta di una ostetrica specializzata e in grado di gestire ogni evenienza. Tutti accorgimenti che permettono di affidarsi tranquillamente al parto in casa, senza annullare il fattore di rischio ma anticipandolo e arginandolo.

In Italia questa pratica è davvero poco diffusa, ma nei paesi Nordici è praticamente routine. Prendiamo l’Olanda, nella quale addirittura 1 donna su 3 sceglie questa modalità per mettere al mondo i propri figli. Lo fa assistita da una ostetrica e da una puericultrice che contatta nei mesi precedenti, quando sceglie se partorire in casa o in ospedale. Ma, anche quando in ospedale, è un po’ come se partorisse in casa, poiché il parto costa 500 euro ed è inteso un po’ come un affitto della sala parto, nella quale entri con le tue ostetriche e puericultrici (e già 6 ore dopo il parto, se tutto è andato bene, vieni dimessa).

In Olanda, quindi, è lo stesso Stato a spingere le donne verso il parto in casa. Addirittura, prima della nascita spedisce a casa una scatola con tutto l’occorrente: gel disinfettante, salviette, garze, pannolini, lenzuola di plastica… Se la donna poi decide di partorire in ospedale, questa scatola viene spedita nei paesi del terzo mondo per aiutare altre donne.

Insomma, si può decidere, tenendo sempre presenti i rischi e le regole. Secondo le Linee Guida per l’Assistenza al parto a domicilio dell’Associazione Nazionale Ostetriche Parto a Domicilio e Casa Maternità “solo le donne definite “a basso rischio” possono partorire in casa con assoluta sicurezza, devono arrivare a termine della gravidanza in buona salute (con una pressione normale, e un’anemia fisiologica), il bambino deve essere cresciuto bene ed essere in presentazione cefalica, infine il travaglio deve iniziare spontaneamente”.

E se avete altre domande, ci pensa Marta Campiotti, Presidente dell’Associazione e ostetrica, a fugare ogni dubbio. Sul sito www.nascereacasa.it è presente una sezione davvero utile che risponde ai dubbi più diffusi sul parto in casa. Ad esempio: è sicuro? Sì, lo è! E se succede qualcosa? “L’ospedale non deve essere lontano più di 30/40 minuti dalla tua casa. Il 90% dei trasferimenti avviene in tutta tranquillità, con la propria macchina, solo perché c’è un problema che non può essere risolto a domicilio. Ospedale non significa emergenza. Ma nei rarissimi casi di emergenza l’ostetrica domiciliare ha gli strumenti e le capacità per intervenire nell’attesa dell’arrivo dell’ambulanza”

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

La troviamo sul banco frutta da agosto a maggio, e per fortuna! Una stagionalità così lunga permette di mangiarne a iosa, e con i suoi benefici la mela è davvero un toccasana. Insomma, analizzando le sue proprietà ci viene da dire che il vecchio detto “una mela al giorno toglie il medico di torno” è davvero veritiero!

La mela, il frutto così semplice da essere perfetto: le proprietà e le ricette con la mela, nonché i modi migliori per mangiarla

Semplice, dicevamo: la sua semplicità sta nel sapore dolce e tradizionale, a cui siamo abituati sin da piccoli. La mela è forse il frutto per eccellenza, quello a cui si pensa quando si dice “frutta”. Forse anche perché la si mangia sin dai tempi più antichi, e forse perché ne esistono circa duemila varietà!

La mela è composta per gran parte da acqua (85 grammi su 100), ma non mancano nemmeno tutti gli elementi nutrizionali più importanti. Potassio, potassio, zolfo, fosforo, calcio, magnesio, sodio, ferro, rame, iodio, zinco manganese e silicio tra i sali minerali; A, B1, B2, C e PP tra le vitamine. Questa ricchezza di vitamine e sali minerali rende le mele perfette per i soggetti asmatici (oltre che per tutta la popolazione), poiché è provato che una dieta completa in questi elementi aiuta moltissimo la respirazione!

Il suo avere pochi zuccheri la rende consigliabile anche nei soggetti diabetici, anche perché questo frutto riesce a tenere sotto controllo la glicemia. E anche il colesterolo: consumandole regolarmente, le mele abbassano quello cattivo e innalzano i livelli di quello buono.

Interessantissimo è il suo potere contro i disagi intestinali. A seconda infatti di come viene consumata, la mela può aiutare contro la diarrea e contro la stipsi: nel primo caso basta mangiarla cruda, dal momento che la pectina contenuta crea una sorta di guaina protettiva; mentre mangiandola cotta ha un eccezionale potere contro la stitichezza!

Infine, è ricchissima di antiossidanti (come i tannini, sostanze responsabili anche dell’inconfondibile profumo), e per questo è un rimedio contro i maledetti radicali liberi e un alleato nella prevenzione dei tumori, in particolare del colon, dell’intestino e del seno.

Il suo consumo può essere quello tradizionale, e cioè cruda. Il meglio è mangiarla con la buccia, ma solo se il frutto proviene da coltivazione biologica e se è stato lavato molto, molto bene. In questo modo vi assicurerete tutte le proprietà e le fibre presenti proprio in questa zona del frutto.

Anche cotte le mele sono buonissime. Prendete delle mele di media dimensione dolci e mature e togliete il torsolo lasciando intatta la parte esterna (oppure lasciatelo, basterà mangiarle facendo attenzione ad esso). Mettetele in una pirofila con un filo d’acqua, del succo di limone e dello zucchero di canna, quindi infornatele a 200 gradi per circa mezz’ora, finché saranno morbide morbide.

Se avete un estrattore il massimo è il nostro estratto di mele caldo con spezie e scorze d’arancia: il calore lo rende una bevanda perfetta per questa stagione, e le spezie unite al profumo d’arancia creano un’atmosfera davvero magica!

Ottima per la colazione, la merenda e per il dopocena è la crostata di mele e mandorle che trovate sul nostro The Family Food: vegetariana, senza latte e senza uova, per realizzare questa crostata prendete un rotolo di pasta brisée e stendetelo in una teglia tonda. Tagliate a dadini due mele biologiche, e a parte mescolate in una ciotola 130 grammi di farina di mandorle, 75 ml di latte di riso e 3 cucchiai di miele, ottenendo un composto omogeneo. Riempite con la crema la pasta, adagiate sopra le mele e infornate a 180 gradi per 25 minuti.

Infine, da provare assolutamente è il farro con mele e cannella: potrebbe sembrare un abbinamento azzardato, quello dei cereali con la mela, ma il risultato è un piatto che stuzzica il palato, un’insalata dalle infine proprietà e dagli innumerevoli sapori!

Ma non esistono solo le ricette dolci, con le mele. Un buonissimo primo piatto che piace molto anche ai bambini è il risotto con mele gialle. Fate soffriggere mezza cipolla in un filo d’olio, quindi aggiungete due mele tagliate a dadini quando la cipolla sarà dorata. Lasciate rosolare un attimo quindi aggiungete in padella il riso (un pugno per commensale), lasciatelo tostare per un minuto quindi aggiungete del brodo vegetale fino a coprirlo. Lasciatelo asciugare e aggiungetene fino alla fine della cottura del riso, mantecando prima di servirlo con una noce di burro vegetale e del parmigiano (o del lievito alimentare in scaglie per una ricetta totalmente vegan).

(foto 1 http://www.misya.info/ricetta/risotto-alle-mele.htm)

Aggiungete poi qualche fettina di mela alle vostre insalate, di verdura o di cereali, e otterrete un piatto davvero completo: il gusto zuccherino delle mele si sposa benissimo con il salato, e sta bene praticamente con tutto. Noi vi consigliamo una insalatona di spinaci, songino, mele, farro, fagioli neri e noci condita con un filo d’olio e del sale aromatizzato alle erbe, completa di carboidrati e proteine vegetali.

(foto 2 http://www.educazionenutrizionale.granapadano.it/it/ricette-e-menu-per-la-salute/tutte-le-ricette/insalata-di-riso-con-mele-noci-e-grana-padano-dop?)

 

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Sara

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Cecilia

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