I bimbi piangono e noi che facciamo? Accogliamo giustamente le loro emozioni, li consoliamo, magari li premiamo per dare loro un contentino per superare il momento difficile. Niente di tutto ciò è sbagliato, sopratutto come diciamo sempre le emozioni vanno sempre accolte: e poi sia chiaro, e ognuno aiuta il proprio bambino nel modo in cui gli riesce meglio e soprattutto secondo le modalità che ritiene più adeguate. 

Tuttavia c’è un libro che apre gli occhi e spiega, senza imporre nulla, come aiutare il bambino a rapportarsi alla tristezza e in generale allo sconforto, e sopratutto ci insegna che esorcizzare le emozioni negative rendendole quasi un tabù, non sia forse la cosa più costruttiva e giusta per il bambino.

Il libro di cui parliamo si intitola “Emotional Agility”, è scritto dalla psicologa Susan David, e anche se si riferisce alla vita in generale noi riteniamo che possa essere un buono spunto anche per quanto riguarda l’educazione dei nostri figli.

Agilità emotiva, abbracciare le emozioni può aiutare la vita: perché eliminare il dolore non va sempre bene

Essenzialmente, ciò che la dottoressa David mette sul piatto è il fatto che, ok, è innegabile che fare superare una tristezza ad un bambino dà un sollievo immediato, ma le conseguenze sono più sul lungo termine, poiché da adulto il bambino tenderebbe a mantenere questa indole di “cancellare” il dolore.

Ma non è tanto questa cancellazione del dolore ad essere controproducente. Essa, di per sé, non è pericolosa, ma anzi può dare vero sollievo. Ma questa tendenza rifletterebbe l’indole della persona a mettere da parte le emozioni, senza pensare, senza ragionare e senza cercare di risolvere nulla. Insomma, in poche parole: saper affrontare una tristezza fin da piccoli significa diventare persone in grado di ragionare sulle emozioni, persone con elevate doti di problem solving.

Ma non è solo questa incapacità di ragionamento ad essere latente quando si cerca di risolvere subito i dolori. La conseguenza peggiore del non-affrontare è lo stress, psichico ed emotivo: fin d bambini, se ci viene insegnato a soccorrerci subito con una felicità sostitutiva, si crea in noi uno stato di ansia e di stress forse non percepibile al momento, ma che piano piano cresce.

Pensate solo a quando si soffre d’ansia: uno dei primi e basilari esercizi è quello di cercare di capire la fonte dello stato ansiolitico, risalendo al fatto che ha scatenato tutto. Perché? Semplicemente perché questo fatto non lo si è vissuto, non lo si è scandagliato e non si ha ragionato sopra esso, lasciando così che andasse a insidiarsi nel profondo diventando un peso ancora più greve.

Niente di grave, però, se si tende a proteggere i bambini. E’ giustissimo consolarli ed aiutarli; basta però essere consapevoli che c’è un altro modo, più costruttivo ed efficace, per esercitare questo conforto. La dottoressa Susan David viene in questo senso in aiuto dei genitori stilando una lista di passaggi da eseguire nel momento in cui il bambino sta vivendo una situazione triste.

Il primo passo è “sentirla”, questa situazione: spiegate al bambino che è giusto provare sentimenti negativi, tristi e pesanti, che fanno parte della vita. Evitate quindi di dire “non essere triste, non essere arrabbiato”, ma piuttosto cercate di capire il perché e il come ci si sente.

Dopodiché si passa al “mostrarla”: bisognerebbe cambiare l’atteggiamento che ci porta a dire ai nostri figli “non piangere”, “non gridare”, “non sbattere i piedi”. Non parliamo di educazione, ma di emozione, quindi nel momento del bisogno è anche giusto esternare queste emozioni!

Terzo step è “etichettarla”. Etichettare significa dare un nome alle emozioni, iniziando così insieme al bambino a percorrere la strada che lo porterà a riconoscere ogni stato. Da piccoli, infatti, i bambini tendono a percepire le emozioni solo come belle o brutte, senza sotto categorie. Capire insieme se è stress, arrabbiatura, dolore, tristezza o inquietudine aiuterà in futuro il bambino a gestire in maniera differente ogni situazione, in maniera costruttiva.

Ultimo passo è “vederla andare”, che non significa lasciare andare, ma capire proprio che le emozioni sono transitorie. L’arrabbiatura di ieri non c’è già più, quel dolore immenso di tempo fa un pochino si è ridotto… 

Tutti questi accorgimenti porteranno i bambini ad essere più consapevoli, e questa consapevolezza porterà a maggiore autostima, autocontrollo e soddisfazione, poiché finalmente capiranno che l’importante non è tanto cosa si sente, ma cosa si fa per rispondere a quel sentimento, affrontandolo e superandolo in maniera costruttiva. Con agilità emotiva, appunto.

Sara Polotti

In gravidanza bisogna fare attenzione agli oli essenziali, come sappiamo sono molto potenti, quindi è fondamentale utilizzare solo quelli consigliati, diluirli sempre prima dell'uso in un olio vettore, possibilmente testarli sul braccio per evitare reazioni allergiche, e chiaramente mai e poi mai utilizzarli per via orale.

Gli oli essenziali in gravidanza: cosa usare e cosa evitare per non rischiare di danneggiare il bambino

Bisogna evitare assolutamente di far entrare in contatto la pelle con gli oli essenziali di:

- gaulteria
- salvia
- finocchio
- issopo
- angelica
- origano
- basilico
- menta
- rosmarino
- chiodi di garofano
- cannella
- noce moscata
- timo
- oli canforati

Gli oli essenziali migliori per la gravidanza sono invece:

- la lavanda
- il pompelmo (non esporsi mai al sole dopo il suo utilizzo perchè come tutti gli agrumi è fotosensibilizzante)
- rosa (molto cara)
- mandarino (non esporsi al sole)
- neroli (non esporsi al sole)
- ylang ylang (da non utilizzare se si soffre di pressione alta)

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Una ricetta come sempre molto semplice ma incredibilmente deliziosa e sana: priva di latticini e di farina, è a base di mandorle ricche di calcio, cocco (scopri qui tutti i benefici dell'olio di cocco) e scorza di limone per fare il pieno di vitamina C. 

La ricetta della costata senza farina con crema al limone: come realizzare una torta senza glutine e senza farina al profumo di limone

9 ricette di curry per bambini

Venerdì, 02 Dicembre 2016 13:57

Se esistono sapori ritenuti “da adulti” spesso è solo perché i bambini non vengono spronati a sperimentare tutti i gusti in cucina fin da subito. Per farlo, basta proporre loro sin dallo svezzamento colori e sostanze differenti tra loro, in modo da spingerli un pochino ad apprezzare la varietà. Ci saranno sempre gusti sgraditi, quello è certo e varia da persona a persona, ma certamente questa attitudine aiuta nella lotta al capriccio di fronte al piatto “strano”.

Uno di questi sapori spesso ritenuti non amati dai bambini (ma non è assolutamente vero) è il curry: semplicemente si tratta di un mix di spezie pestate che è davvero molto utile perché permette di limitare grassi e sali e poiché è ricchissimo di benefici (anche antitumorali). 

Per i bambini basta scegliere il Curry di Madras, una miscela molto diffusa che comprende le spezie “base” (curcuma, coriandolo, paprica, pepe, senape, fieno greco, zenzero, semi di finocchio, cardamomo, aglio e peperoncino) e che è perfetta per praticamente tutte le preparazioni di verdura, di carne e di pesce. 

Ecco quindi 9 ricette di curry per bambini: i piatti a base di spezie indiane che apprezzano anche i palati più piccoli

  • La prima ricetta è un classico in cucina, e cioè il riso con pollo al curry, ma stavolta con l’aggiunta delle patate dolci. Fate soffriggere in una padella con un filo d’olio una cipolla tritata e quando dorata aggiungete uno spicchio d’aglio e un cucchiaino di curry, mescolando bene. Aggiungete quindi una tazza di latte di cocco (se non piace va bene di mandorle) e 200 grammi di petto di pollo a pezzetti, insieme a una patata dolce media tagliata a cubetti. Cuocete fino a che saranno cotti entrambi (circa 20 minuti) a coperchio chiuso. Nel frattempo fate bollire il riso e servite poi tutto insieme.

(foto 1 http://www.superhealthykids.com/chicken-sweet-potato-curry/)

  • Buonissimo è poi il pollo al curry con salsa di yogurt. Fate soffriggere con un po’ d’olio una cipolla tritata, quindi aggiungete un cucchiaio di curry e lasciate insaporire un attimo. Aggiungete quindi 500 grammi di petti di pollo a fette e lasciate cuocere a fiamma viva per qualche minuto, quindi coprite con 300 ml di acqua bollente. Lasciate cuocere a fuoco basso per 45 minuti e a fine cottura aggiungete 250 grammi di yogurt greco. Fate saltare in padella e servite.

(foto 2 http://www.bbcgoodfood.com/recipes/2685649/family-meals-mild-chicken-curry)

  • Il pollo alla tahilandese in brodo è altrettanto buono: fate soffriggere in olio di semi di arachide uno spicchio d’aglio, dello zenzero grattugiato e un un cucchiaino di curry, dopodiché aggiungete in padella 500 grammi di petto di pollo a fettine. Dopo un paio di minuti aggiungete 250  ml di olio di cocco, 500 ml di brodo di pollo, 125 ml di acqua, due cucchiai di zucchero di canna integrale e due cipollotti a fettine. Cuocete per cinque minuti fino a che il pollo non è cotto da entrambi i lati e servite ben caldo in tazza.

(foto 3 http://www.kidspot.com.au/kitchen/recipes/healthy-thai-chicken-curry-3137?ref=collection_view%2Ccurry-recipes)

  • Il curry sta benissimo abbinato al salmone e ai broccoli. Provate ad aggiungere all’impasto delle nostre polpette due cucchiaini di curry e provate la differenza!
  • Lo stesso vale per i ceci, legumi con i quali si possono realizzare deliziose polpette alle quali basterà aggiungere due cucchiaini di curry per un sapore esplosivo.
  • Se ai bimbi piacciono i risotti approfittiamone per proporre loro un ottimo risotto al curry con piselli! Fate rosolare in padella una cipolla rossa e una carota tritate con un filo d’olio, quindi aggiungete il curry (un cucchiaio) per farlo tostare. Dopodiché aggiungete 300 grammi di piselli e un mestolo di acqua calda e lasciateli cuocere per cinque minuti. Evaporata l’acqua, aggiungete 350 grammi di riso e lasciatelo tostare. Aggiungete quindi acqua calda a poco a poco fino a che il risotto non sarà cotto. Lasciate riposare due minuti, mantecate il riso con del parmigiano grattugiato e servitelo caldo.

(foto 4 http://www.ricette.com/risotto-al-curry-con-piselli/)

  • Alla solita (buonissima) pasta con i broccoli potete aggiungere il curry per trasformarla in un piatto dal sapore orientale e intrigante. Fate sbollentare i vostri broccoli e trasferiteli quindi in una padella con un filo d’olio, lasciandoli cuocere per altri dieci minuti. Aggiungete però un bel cucchiaio di curry di Madras, e a fine cottura unite il tutto alla pasta che avrete nel frattempo cotto nell’acqua dei broccoli.

(foto 5 http://blog.giallozafferano.it/lifferia/pasta-con-broccoli-e-pancetta-al-curry/)

  • Un contorno perfetto per i bimbi che amano le verdure (e anche per quelli che storcono il naso: provate a fargliele assaggiare così!): il curry di verdure! Basta cuocere in padella con un filo d’olio una cipolla a fette, una patata a dadini, una carota, una zucchina, un finocchio.. Insomma, le verdure che preferite, insieme ad un cucchiaio di curry. Aggiungete quindi un mestolo di acqua e lasciate cuocere. Già fatto!

(foto 6 http://www.agrodolce.it/ricette/curry-verdure-indiano/)

  • In inverno le vellutate sono spesso uno dei piatti prediletti dalle nostre famiglie: provate ad aggiungere al soffritto un bel cucchiaio di curry (ad esempio nella ricetta della nostra vellutata colorata di carote e barbabietola, sostituendo quindi il curry al rosmarino e al sesamo) e procedete con la normale cottura.

Le castagne, proprietà e ricette

Venerdì, 02 Dicembre 2016 08:24

Sta iniziando dicembre, e quindi andiamo verso la chiusura della stagione delle castagne. Ma se siete fortunate, fino alla fine del mese potrete trovare questo buonissimo ingrediente, che finalmente, dopo svariati anni (a causa di una malattia diffusa delle piante), sta tornando nei cestini dei mercati!

Le castagne, proprietà e ricette: quali benefici apportano questi frutti e come utilizzarli in cucina in maniera sfiziosa

Le si trova in ricci che cadono dalla pianta: le castagne sono un frutto, ma in realtà sono ricchissime di carboidrati complessi proprio come i cereali (ma senza glutine!), e per questo possono considerarsi “strane”. La stranezza però non si ferma qui, poiché il riccio che le contiene è responsabile di un’altra (piacevole) curiosità: questo guscio, infatti, protegge così bene la castagna da rendere la sua produzione praticamente sempre biologica, poiché agisce da strato protettivo potentissimo contro ogni trattamento chimico.

Come accennato, le castagne contengono moltissimi carboidrati, che rappresentano l’84% della loro composizione. La parte restante è costituita da lipidi (9%) e proteine (7%). Oltre ad essere ricche di carboidrati, le castagne si caratterizzano per l’elevata quantità di sali minerali: fosofo, calcio, ferro e potassio sono presenti in elevate quantità, così come le fibre (perfette per stimolare l’attività intestinale) e le calorie (165 ogni 100 grammi: per questo le castagne sono così energetiche).

Sono anche ricchissime di acido folico, quindi sono fortunate quelle future mamme che avranno il pancione in autunno! E il fosforo contenuto aiuta moltissimo il sistema nervoso.

L’importante è mangiare sempre le castagne ben cotte. I metodi sono diversi, e ognuno può scegliere quello preferito in base al gusto e agli strumenti che si hanno in cucina. Le castagne infatti possono essere sia bollite sia arrostite (in questo caso si parla di caldarroste), ma per quest’ultima cottura è necessario avere l’apposita pentola bucata.

Per preparare le castagne bollite è necessario lavare bene le castagne e praticare sulla buccia un bel taglio netto, lungo e profondo (altrimenti esplodono!) con un coltellino a punta. Mettetele quindi in una pentola con abbondante acqua e accendete il fuoco. Il tempo di cottura varia a seconda della dimensione delle castagne, ma potete calcolare circa 30-40 minuti dall’ebollizione per quelle più piccole sino all’ora per quelle più grosse. Sbucciatele e mangiatele così, come spuntino, oppure frullatele con un filo d’olio e pochissima acqua di cottura per un ripieno alternativo per i vostri tortelli e ravioli!

Se possedete la pentola bucherellata tipica per preparare le caldarroste, la preparazione non sarà difficile: come per le bollite, praticate un bel taglio sulla buccia delle vostre castagne, quindi versatele nella padella bucata e accendete il gas a fiamma media. Cuocete per 30-40 minuti, avendo cura di rigirarle molto spesso, in modo da cuocerle uniformemente (altrimenti, se cotte male, risulteranno meno digeribili!). Servite ben calde sono ottime, sembra di mangiare quelle dei baracchini natalizi per strada! Ma vi dureranno anche un paio di giorni, e saranno ottime come spuntino freddo.

Se non avete a disposizione la pentola bucata, tuttavia, potete preparare le caldarroste alternative in forno: basterà tagliarle come al solito e sparpagliarle su una teglia coperta da carta da forno. Accendete il forno a 220 gradi e cuocetele per circa 30-40 minuti (controllando verso fine cottura: devono sbucciarsi facilmente). Come per le caldarroste, sono ottime calde ma si conservano bene in un sacchetto di carta ben chiuso.

Tuttavia le ricette con le castagne non finiscono qui. Se quelle che vi avevamo proposto erano le tradizionali maniere di cuocere questi frutti per mangiarli al naturale, quelle che andiamo ora ad elencarvi sono le ricette che prevedono il loro utilizzo come ingrediente base.

La maniera più semplice e immediata per preparare un ottimo primo piatto con le castagne è sicuramente optare per una vellutata: dopo aver messo a soffriggere una cipolla, un gambo di sedano e una carota tritati grossolanamente in un filo d’olio, unite 250 grammi di castagne ancora crude e sbucciate. Fatele rosolare un attimo dopodiché coprite con del brodo vegetale e lasciate sobbollire a fuoco lento per un’oretta. Alla fine della cottura basterà frullare tutto (aggiungendo eventualmente un altro goccio di brodo per regolare la consistenza) servendo poi con dei crostini di pane integrale.

(foto 1 http://www.saison.ch/it/ricette/vellutata-di-castagne/detail/)

Con le castagne già bollite che vi sono invece rimaste potete preparare un’ottima torta salata di erbette e castagne: prendete 600 grammi di biete con le loro coste e lessatele. Una volta cotte, fatele saltare in padella con un filo d’olio e uno spicchio d’aglio per dieci minuti. Nel frattempo tritate le castagne bollite, e aggiungete alla farina così ottenuta quattro cucchiai di acqua, due uova sbattute e una spolverata di parmigiano. Unite le bietole e versate il composto in una pirofila tonda foderata con della pasta sfoglia. Infornate la torta a 200 gradi e cuocete per circa 45 minuti.

(foto 2 http://www.salepepe.it/ricette/torte-salate-souffle/torte-salate/torta-erbe-castagne/)

Utilissima e di semplice utilizzo è poi la farina di castagne. Prendetela integrale, e utilizzatela per la vostra classica ricetta per la pasta fresca, sostituendo un terzo della farina di grano con questa (in modo che rimanga comunque la consistenza data dalla solita farina). Il sapore sarà davvero intrigante!

Altra ricetta con la farina di castagne è invece la torta cioccolato e castagne. Mischiate in una ciotola 100 grammi di farina di farro e 100 di farina di castagne, quindi unite una bustina di lievito in polvere e 50 grammi di cacao amaro. Intanto, scattate due uova con 150 grammi di zucchero di canna a aggiungete 70 grammi di olio di girasole, vanillina e un pizzico di sale. Unite le farine con la crema e versate il composto in una tortiera imburrata: cuocete in forno a 180 gradi per circa 35/40 minuti e la vostra torta è pronta per colazione e merenda!

(foto 3 http://la.repubblica.it/cucina/ricetta/torta-al-cacao-e-castagne/47439/)

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Videogame, giocattoli di ultima generazione, device alla moda, smartphone… Certamente le letterine di Babbo Natale di questi ultimi anni saranno zeppe di richieste del genere. Ma siamo sicuri che regalare uno smartphone (o compagnia bella) vada a beneficio dei nostri bambini?

Ok, qualcuno potrà sentirsi escluso dalla cerchia degli amichetti “avanti”, se non riceve quel regalo tanto agognato. Ma alla lunga bisogna riconoscere che essere “avanti” non è sto gran ché, e che soprattutto regali più ragionati e intelligenti hanno benefici più a lungo termine!

Ecco perché siamo dell’idea che bisognerebbe tornare su passi più tradizionali, decidendo di regalare ai bambini qualcosa di davvero utile eppure creativo. Su tutto? Uno strumento musicale. Ce ne sono di tutti i tipi, più classici e soft (il violino, il flauto, l’oboe, l’ukulele…) oppure più rock per bimbi più agitati (la batteria, la chitarra elettrica…): cercate di capire le inclinazioni dei piccoli e sicuramente farete loro una bella sorpresa.

10 motivi per regalare uno strumento musicale al posto di uno smartphone: l’idea vincente per Natale è fare trovare sotto l’albero un regalo finalmente utile e benefico

  • Il primo motivo sono certamente i pericoli della tecnologia. Siamo d’accordo tutti che questa porti benefici e vantaggi, ma i pericoli sono dietro l’angolo, soprattutto quando i nostri bambini si avvicinano ad essa troppo in anticipo e in maniera massiccia (e quando noi genitori ne diventiamo dipendenti). Ve ne avevamo già parlato ed è giusto ogni tanto rileggere queste parole che mettono giustamente in allarme.
  • Il secondo motivo è certamente intellettivo: non è un segreto, sapere suonare rende più intelligenti. Per imparare a suonare uno strumento bisogna studiare, ma soprattutto saper riconoscere schemi e strutture e saper leggere le note (un qualcosa che si trasformerà anche in aiuto nell’apprendimento della matematica!). Tutto questo però in maniera divertente, anche se impegnativa, poiché mentre si impara a farlo ci si avvicina piano piano al saper fare qualcosa di concreto con il proprio strumento.
  • Il ragionamento e la capacità di problem-solving sono poi continuamente stimolate: suonare significa concentrarsi a fondo e saper eseguire di volta in volta qualcosa di nuovo, aggiustando quando si sbaglia e capendo di volta in volta come suonare un determinato spartito.
  • Per i bambini più piccoli non indifferente è lo stimolo delle abilità motorie, della precisione e della coordinazione occhio-mano: provate a pensare a qualcosa di più efficace. Non esiste! E tutto questo in maniera, come sempre, divertente e ludica (almeno durante i primi anni).
  • Solitamente imparare a suonare uno strumento avviene nelle accademie o in corsi specializzati. Dopo aver imparato le basi, i bambini iniziano quindi a suonare in gruppo, insieme agli altri: un aspetto che li stimola moltissimo ad esercitare le proprie capacità sociali, e che li aiuta a immedesimarsi con l’altro, a incastrare le proprie doti e a rispettare (anche metaforicamente) i turni e gli spazi sociali.
  • Se in un primo momento lo studio è codificato e procede per passaggi stabiliti, ad un certo punto il bambino si troverà con la capacità di sperimentare con la sua testa e le sue mani, creando suoni, musiche e ciò che verrà lui in mente. La creatività, così, è assolutamente stimolata!
  • E cosa dire dell’autostima? Una volta imparato a suonare il suo strumento il bambino si sentirà davvero bene con se stesso, per il fatto di essere “bravo” ma anche per il percorso che ha compiuto e che con costanza l’ha portato fino a lì.
  • Questa costanza a cui abbiamo accennato ha anche il vantaggio di portare il bambino a sviluppare una forte autodisciplina, poiché dal momento in cui inizia a suonare lo strumento fino a quando, ormai capace, decide di suonare, creare ed esibirsi si rende conto di dover impegnarsi, di dover organizzare il suo tempo per fare quello che gli piace e per ottenere davvero i risultati a cui aspira.
  • Lo stesso vale per la concentrazione: se stimolati fin da piccoli a concentrarsi per lavorare su qualcosa che amano, crescendo questi stessi bambini diverranno persone in grado di dedicarsi con attenzione alle varie attività della vita, dalla scuola al lavoro.
  • E grazie a questa capacità di concentrazione naturale, i bimbi che suonano uno strumento imparano fin da subito, e in maniera soft, a gestire lo stress (forse anche grazie alle esibizioni in pubblico che spesso compiono). Questo stress un po’ si riduce grazie alla capacitò che il suonare dona, un po’ viene tagliato grazie al fatto che suonando si buttano fuori un sacco di emozioni. Proprio il contrario rispetto a quanto accade quando i bambini passano troppo tempo davanti agli smartphone!

Sara Polotti

L’olio di cocco spesso è utilizzato in cucina: effettivamente è un buonissimo sostituto dei grassi di origine animale, poiché interamente naturale e ricco di benefici e di grassi saturi importantissimi per la salute.

Tuttavia il suo uso non si ferma qui, ma si allarga anche al mondo cosmetico, poiché la sua composizione lo rende davvero ottimo per la bellezza! Oltre alle proprietà antivirali e antibatteriche, l’olio di cocco è antifungino ed è ricchissimo di antiossidanti, fondamentali per la pelle. 

Quelle che vi proponiamo sono modalità di utilizzo che prevedono l’uso dell’olio di cocco direttamente sulla zona da trattare: non comprate creme o maschere, basta l’olio puro!

Ecco i 10 usi cosmetici straordinari dell’olio di cocco: gli impareggiabili benefici dell'olio di cocco contro le borse sotto gli occhi, per i capelli e come crema idratante

Una delle sue potenzialità più note è la capacità di contrastare il crespo dei capelli (lisci o ricci che siano). Spalmatene una piccola quantità tra le dita, quindi applicate l’olio di cocco direttamente sulle punte dei vostri capelli, per contrastare l’effetto crespo per tutto il giorno! Non solo: questo gesto oltre ad assicurare liscezza dona ai capelli lucentezza e morbidezza.

  • Se avete comprato l’olio di cocco in erboristeria vi sarete accorte che la sua consistenza è quasi solida. Questo perché raggiunge lo stato liquido solo ad alte temperature. Sotto la doccia approfittatene quindi per scaldarne un po’ sotto l’acqua calda (mettendo il barattolo sotto il getto) e dopo lo shampoo cospargete i capelli con un po’ di questo olio liquido. Lasciate in posa qualche minuto e sciacquate, proprio come una normale maschera idratante. Come sopra, vi assicurerà lucentezza e morbidezza.
  • E già che ci siete, con il vostro olio allo stato liquido potete creare uno scrub ottimale per eliminare le cellule morte e rigenerare la pelle: mischiatene mezza tazza con mezza tazza di sali marini (o di zucchero di canna) e massaggiate tutto il corpo. I grani aiuteranno con lo scrub, mentre l’olio assicurerà al contempo la nutrizione dell’epidermide.
  • Non solo scrub: l’olio di cocco scaldato sotto l’acqua calda è un’ottima crema per la depilazione con il rasoio. Molto meglio del solito sapone e sicuramente più delicato delle schiume (chimiche!) l’olio spalmato sulle gambe aiuterà il rasoio a scorrere meglio, ammorbidendo allo stesso tempo i peli e nutrendo la pelle.
  • Per la sua naturale consistenza quasi solida, tuttavia, l’olio di cocco è davvero uno strumento comodo e utile per l’idratazione, in particolare delle labbra. Prendete un vecchio e piccolo contenitore (come quello per i medicinali o per le lenti a contatto) e riempitelo con l’olio di cocco. Tenetelo in borsa e quando le labbra iniziano a screpolarsi basterà massaggiarle con una piccola quantità di questo ingrediente, esattamente come un burro cacao.
  • E se le labbra ne traggono giovamento, lo stesso fa la pelle del viso, in particolare gli zigomi e le palpebre. Per maggiore lucentezza basterà picchiettare una piccolissima quantità di olio di cocco sugli zigomi e sulla palpebra superiore (all’attaccatura delle sopracciglia): l’olio agisce sia come tocco sia come illuminante.
  • Anche le antipaticissime borse sotto gli occhi e le zone scure dovute alla stanchezza si possono combattere con l’olio: picchiettatene delicatamente qualche goccia sotto agli occhi per sgonfiare e nutrire a fondo.
  • Come per le labbra, la consistenza dell’olio di cocco lo rende perfetto burro per il corpo: è semplice da spalmare, non unge come gli oli liquidi, ed essendo ricco di vitamine e di antiossidanti nutre la pelle davvero a fondo, lasciandola morbida e idratata soprattutto in inverno.
  • Anche le unghie hanno bisogno di nutrimento, e massaggiarle con l’olio di cocco ha una duplice utilità: da un lato le rafforza, e dall’altro aiuta ad ammorbidire le fastidiose cuticole.
  • Infine, l’olio di cocco è utilissimo anche nel momento di andare a dormire: se non avete lo struccante, basterà sciogliere l’olio di cocco sotto l’acqua calda, utilizzarlo come un latte detergente e risciacquare sotto acqua tiepida (evitando così di ricorrere agli aggressivi saponi per le mani che non si addicono alla cura del viso).

Foto Credits: https://www.flickr.com/photos/mealmakeovermoms/7099855287

Nascita, le tradizioni intorno al mondo

Giovedì, 01 Dicembre 2016 13:24

Noi occidentali stiamo un po’ perdendo i rituali delle tradizioni. Rimangono il battesimo, la circoncisione, e ne nascono nuove e più commerciali (come la baby shower), ma il momento della nascita è segnato praticamente in tutto il mondo da riti e celebrazioni per accompagnare il nuovo essere umano nel mondo.

Dall’Asia all’Africa, dall’Oceania alle Americhe, ogni paese, ogni religione e ogni popolo ha le sue tradizioni, ed è giusto conoscerle per far sì che non si perdano e non si spengano con l’avanzare dei secoli!

Nascita, le tradizioni intorno al mondo: i riti più conosciuti, quelli più belli e quelli più strani

Partiamo da noi, e cioè dal rito più diffuso in Occidente: quello del Battesimo. E’ il rito al quale si affidano le famiglie cattoliche e cristiane qualche mese dopo la nascita (anche se in passato era eseguito solo dopo qualche giorno!), e simboleggia la cancellazione del peccato originale e l’entrata del bambino nella comunità cristiana della famiglia. Oggi è vista quasi come un qualcosa “da fare” perché lo si vede come un passaggio obbligato, ma lo bisognerebbe guardare come qualcosa di davvero importante per un credente, e quindi da prendere nuovamente sul serio. Lo stesso vale per i padrini e le madrine: per un cattolico, queste persone saranno coloro che aiuteranno i genitori nella crescita spirituale del bambino.

Altrettanto conosciuto è il rito ebraico al quale sono sottoposti i bambini maschi poco tempo dopo la nascita (8 giorni), e cioè la circoncisione, obbligatoria per gli ebrei ma praticata a volte anche dai cristiani e dai musulmani. Si tratta di una vera e propria operazione chirurgica eseguita durante una cerimonia, e prevede il taglio del prepuzio del bambino. Questo passaggio risponde al comandamento di Dio ad Abramo: secondo le scritture, ogni maschio ebreo deve essere circonciso, e la pelle presa dal prepuzio sta a simboleggiare l’impegno e il legame dell’uomo nei confronti di Dio.

I musulmani hanno poi una bellissima e dolcissima tradizione: per loro, le prime parole che l’orecchio del bambino appena nato devono sentire sono una preghiera a Dio. “Dio è grande, non c’è dio all’infuori di Allah. Maometto è il messaggero di Allah. Prega”: una sorta di iniziazione alla religione, sussurrata all’orecchio destro del bambino dal suo papà.

Ma c’è anche un’altra tradizione dolce che riguarda i musulmani, e anche molti induisti: secondo loro, il bimbo appena nato dovrebbe assaggiare qualcosa di dolce (come del miele) in modo che le sue parole, una volta cresciuto, siano altrettanto dolci.

Nuovamente condiviso da hindu e musulmani è il rito del taglio dei capelli: dopo qualche giorno dalla nascita (oppure prima del compimento dei tre anni) i bambini vengono sottoposti ad un rituale che vede la loro testa venire completamente rasata. Per i musulmani significa mostrare ad Allah che il bambino è divenuto suo servo, mentre per gli induisti ha una valenza più purificatrice (si ritiene che in questo modo vengano spazzate via le negatività della vita precedente e che vengano puliti corpo e anima).

Rito stavolta prettamente induista è quello del buco alle orecchie, un’operazione eseguita durante la cerimonia del Karnavedha quando il bimbo o la bimba hanno da 1 a 3 anni. Il significato dietro al gesto è duplice: da un lato gli orecchini allontanano il maligno, dall’altro si ritiene che il lobo sia un punto speciale dell’agopuntura.

Nelle comunità Sikh, invece, il rituale più diffuso è la celebrazione in pompa magna dell’accoglienza del nuovo bambino nel tempio, il gurdwara. Prima del compimento dei quaranta giorni, quindi, i genitori accompagnano il bambino al tempio, luogo nel quale un sacerdote apre per il nuovo arrivato il sacro libro del loro credo, il Guru Granth Sahib. I genitori scelgono quindi un nome partendo dalla prima lettera della pagina aperta e lo annunciano alla comunità, che si unisce ai festeggiamenti e al banchetto.

Quella della scelta del nome è tuttavia una ritualità diffusa praticamente in tutto il mondo, poiché si ritiene che il nome rappresenti la strada che il bimbo prenderà nella vita. Pensiamo solo agli ebrei, che scelgono sia un nome tradizionalmente ebraico sia uno più comune. Oppure agli spagnoli, che danno al primogenito il nome del padre o di un parente ancora in vita. Insomma, ogni popolo ha le sue tradizioni, non solo celebrative ma anche riguardanti la scelta del nome: bellissimi gesti che bisognerebbe mantenere in vita.

10 giocattoli a costo 0 per i bambini

Mercoledì, 30 Novembre 2016 13:41

Le nostre case sono piene di giocattoli, è vero. Ma è anche vero che basterebbe ingegnarsi solo un pochino di più per scoprire come in realtà siano piene anche di materiali gratuiti, di riciclo e creativi che possono facilmente trasformarsi in giochi.

Perché quindi ostinarsi a comprare tutti i giocattoli di ultima generazione, costosi, plasticosi e assolutamente poco creativi, quando è possibile guardarsi intorno e trasformare gli oggetti quotidiani in attività ludiche?

Ecco 10 giocattoli a costo 0 per i bambini: ovvero, le nostre proposte per trasformare materiali usuali in giochi gratuiti 

  • Le forbici: Non mancano mai in casa, sono forse un elemento tra i più utili ed utilizzati. Ma pensate anche alla loro utilità nei lavoretti, nei collage, nei disegni composti…! Soprattutto, insegnare ai bambini ad utilizzarle significa instillare in loro il senso della precisione, del pericolo e dell’attenzione. Ecco perché è giusto dare loro in mano questo strumento: lo studio del suo utilizzo aiuta moltissimo, ma soprattutto può essere anche divertente per loro! 
  • Lo scotch: avete mai provato a incollare sulla mano dei bimbi piccoli dello scotch? All’inizio si infastidiscono, ma pian piano studiano la consistenza e le caratteristiche del nastro adesivo ed iniziano a divertirsi concentrandoli. Anche lo scotch è quindi un giocattolo perfetto per stimolare creatività e concentrazione: incollatene alcune strisce su un tavolino e lasciate che l’attività faccia il suo corso.

(foto 1 http://laughingkidslearn.com/sticky-tape-challenge-for-babies/)

  • Le farine: farina 00, farina integrale, di ceci, di mandorle, di mais… Ogni farina è buona per giocare, e ogni farina ha una sua consistenza che permette attività differenti. Utilizzatele per i collage, ma soprattutto per i travasi: stimolano la coordinazione occhio mano e la precisione, e piacciono davvero tanto ai bambini, che possono concentrarsi per ore!
  • I salvabuchi: sono tra i materiali indispensabili per la scuola, ma sapete che possono essere un perfetto materiale creativo? I bimbi possono scrivere (anche mentre imparano l’alfabeto!) o creare disegni concreti ed astratti incollandoli su fogli colorati, stravolgendone l’utilizzo usuale.

(foto 2 http://fun-a-day.com/snowball-names-fine-motor-literacy-activity/)

  • I tagliabuchi: dopo i salvabuchi, i tagliabuchi, e cioè quelle macchinette per creare i buchi a lato dei documenti, uno strumento presente in tutti gli uffici. I bimbi possono bucare i cartoncini colorati e creare con le loro mani un sacco di coriandoli (stimolando subito la manualità) da potere utilizzare poi come elemento creativo per i collage.

(foto 3 http://www.kokokokids.ru/2011/10/fall-art.html#more)

  • I giornali: non gettate nella differenziata i giornali (o meglio, fatelo, ma solo in un secondo momento!). Prima dateli ai bambini, che possono divertirsi a ritagliare questa carta sottile. Un’idea? Le bamboline di carta che facevamo anche noi con le nostre nonne.
  • I nastri: quando ricevete un regalo, non buttate i nastri che lo avvolgono, ma create una scatola dove conservarli tutti. I bimbi potranno quindi giocarci ogni volta che vogliono, utilizzando i nastri come pretesto per qualche travestimento, per danzare oppure per creare opere d’arte di stoffa.
  • La carta da pacchi: lo stesso vale per la carta da pacchi, da non buttare quando già utilizzata. Anche se stropicciata, può essere un gioco creativo: disegni e sculture, certo, ma anche i vestitini possono essere realizzati con la carta da pacco.

(foto 4 http://www.inspirefusion.com/media/2014/paper_dress_by_mayhem15.jpg)

  • La colla liquida: anche quest’ultimo è un materiale che spesso non manca in casa, poiché utile per molti scopi. I bambini si divertono moltissimo a pasticciare i fogli con litri di colla liquida e poi a riempirli di ritagli: lasciate fare, e vedrete che risultati!

(foto 5 https://www.babble.com/home/25-more-educational-activities-for-kids/)

Sara Polotti

Derivato dalla soia, il tofu è un alimento ricchissimo di proteine ed è perfetto per sostituire in maniera sana la carne, oppure semplicemente per cucinare nuove ricette dai sapori diversi. Se non sapete mai come cucinarlo per renderlo gustoso e versatile, ecco le ricette perfette da provare: siamo sicure che questo alimento diventerà un must nella vostra cucina!

Ecco 8 ricette con il tofu: come cucinare questo alimento derivato dalla soia per piatti dolci e salati assolutamente deliziosi

Pasta pomodorini confit e crema di tofu

 per preparare i pomodorini confit, basta disporli su un teglia coperta con carta da forno tagliati a metà, spolverarli con sale, pepe e aromi e versare un filo di olio sopra essi. Mettete in forno e cuocete per un’ora e mezza a 150 gradi, fino a quando non doreranno un pochino. Teneteli da parte e nel frattempo cuocete la vostra pasta integrale o di cereali preferita. Intanto, frullate 150 grammi di tofu al naturale con 10 grammi di yogurt di soia, un cucchiaio di olio e un pizzico di sale. Se volete, tostate anche qualche pinolo. Una volta cotta la pasta, conditela con la crema di tofu, i pomodorini e i pinoli.

(http://www.vegolosi.it/ricette/fusilli-con-crema-tofu/)

Riso saltato con verdure e tofu

etti a bollire il tuo riso (il basmati è perfetto, ma anche il tris di riso, farro e orzo). Intanto, metti a soffriggere una cipolla in un filo d’olio e unisci una zucchina e una carota a dadini, lasciando cuocere fino a che non dorano un po’. In un’altra padella cuoci invece con un filo d’olio 100 grammi di tofu a dadi e verso fine cottura alza la fiamma e aggiungi un filo di salsa di soia. Quando il riso è pronto condisci tutto insieme e fai saltare ancora un attimo in padella.

http://www.salepepe.it/ricette/primi/riso/riso-saltato-verdure-tofu/)

Tofu alla menta

Se adorate la cucina indiana ma siete vegetariani, potete provare il nostro tofu alla menta alla indiana: http://www.mammapretaporter.it/food/secondi-fo/tofu-alla-menta-all-indiana?highlight=WyJ0b2Z1Il0=. E’ davvero delizioso e rimanda a sapori orientali che piacciono ai grandi e anche ai piccoli.

Palline di polenta, couscous e tofu

Se ieri sera vi è rimasta della polenta, tenetela da parte! Cuocete del tofu a tocchetti in padella con dell’olio e nel frattempo preparate il così cous e in una ciotola preparate la pastella che vi servirà per le palline (mescolando 300 ml di acqua a 200 grammi di farina e un pizzico di sale). Create con dei colapasta dei medaglioni di polenta, e fate al centro un piccolo buco, nel quale infilerete il tofu. Predente poi i medaglioni e passateli in pastella, quindi, dopo averli passati nel couscous, tuffateli in olio di semi di arachide bollente per friggerli. Scolateli bene una volta dorati e servite non troppo bollenti.

(http://www.vegolosi.it/ricette/medaglioni-di-polenta-con-cuore-di-tofu-e-cous-cous/)

Tartine tofu e salmone

Semplicissime, basta spalmare la crema di tofu (da realizzare frullando del tofu con dell’erba cipollina, dell’olio di sesamo e un pizzico di sale) su del pane integrale tostato e adagiarvi sopra delle fettine di salmone affumicato. Perfette per le feste o per l’antipasto veloce!

(http://www.petitchef.it/ricette/antipasto/tartine-di-tofu-e-salmone-affumicato-fid-367739)

Altre ricette

  • Insalata con tofu: Questa che vi avevamo proposto è decisamente estiva, con l’anguria e la menta, ma sappiate che il tofu si presta benissimo come condimento per insalate più sfiziose e saporite. Potete provare, ad esempio, con misticanza ed olive, oppure con insalatina, avocado e limone.
  • Mousse cioccolato, tofu e lamponi: sì, esatto, una ricetta dolce, perché il tofu si presta anche a questo. Grattugiate la buccia di una arancia, spremine il succo e metti in una casseruola con 250 grammi di tofu. Cuoci per cinque minuti e lascia poi raffreddare. Trita poi 200 grammi di cioccolato fondente e scioglilo a bagnomaria, quindi versalo in una ciotola con il tofu e aggiungi la scorza tritata, un pizzico di sale e quattro cucchiai di miele. Mescola bene e versa in sei ciotole, guarnendo con dei lamponi freschi lavati.

(http://www.salepepe.it/ricette/dolci-dessert/dolci-al-cucchiaio/mousse/mousse-tofu-cioccolato-lamponi/)

Sara

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Cecilia

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