La pasta ai broccoli è un classico della mia cucina (e di quella italiana in generale). La si prepara solitamente con le orecchiette fresche, bollendo le cime di broccolo in acqua bollente e facendole poi saltare in padella con olio, aglio e acciughe, ottenendo così un delizioso sughetto. Ma come fare per variare un po’ la ricetta e per rendere più sfizioso questo piatto a base di crocifere che fa molto bene?
Ecco le alternative di pasta con i broccoli.
Al posto dell’aglio, possiamo preparare il sugo di broccoli insaporendolo con dello zenzero: grattugiamo mezzo centimetro di radice (pulita) in padella cinque minuti prima della fine della cottura e mescoliamo molto bene.
Anche la feta è deliziosa se abbinata ai broccoli: basta tagliare questo formaggio a base di latte caprino e pecorino a cubetti e aggiungerli a fine cottura sulla pasta già condita, nel piatto. Anche visivamente è molto bello, e dà un buon apporto di proteine.
Per una pasta totalmente veg, eliminiamo le acciughe, ma soprattutto utilizziamo gli spaghetti di verdure al posto della pasta normale: li si prepara così e sostituiscono benissimo i carboidrati della pasta. E poi sono un modo alternativo e divertente per proporre le verdure ai bambini, anche a quelli che non le solitamente non le amano.
Nella classica pasta con i broccoli, i broccoli sono a pezzettoni. E sì, molti bambini non li gradiscono. Un’altro modo di proporla, quindi, è attraverso il pesto di broccoli, da preparare con i broccoli bolliti. Uniamoli, in un frullatore, a un quarto di bicchiere di olio evo, 40 grammi di pinoli, 40 di parmigiano o lievito alimentare in scaglie e un po' di sale, frulliamo e otterremo una cremina deliziosa, da mangiare subito o conservare per la prossima cena.
L’alternativa ideale alla pasta? Il riso. E quando lo prepariamo a risotto il risultato è sempre delizioso, e spesso piace a tutti i bambini. Per preparare il risotto ai broccoli facciamo in una padella un soffritto con del porro e dell’olio, quindi buttiamo a tostare del riso integrale e dopo un attimo aggiungiamo del brodo (aggiungendolo fino a fine cottura una volta assorbito). I broccoli bolliti andranno semplicemente aggiunti al risotto durante la mantecatura finale!
Non c’è solo il contatto fisico quotidiano, non ci sono solo le coccole, non c’è solo il gioco insieme. C’è un’altra possibilità per rafforzare ancora di più il legame tra mamma e bambino (o tra papà e bambino!), sfruttando i mesi di maternità oppure approfittando del fatto che può diventare un ritaglio di tempo insieme anche quando i tempi si restringono. Parliamo dei corsi per mamme e bambini, sportivi o rilassanti: ci si diverte, si conoscono altre mamme, si lega con il proprio bambino, si impara e si crea un momento davvero piacevole!
Di corsi per mamme e bambini ce ne sono moltissimi. Quale sarà quello giusto per voi?
Il primo corso che viene in mente è il nuoto per bambini e mamme, dal momento che moltissime neomamme iscrivono fin dai primi mesi i bimbi in piscina. Fortunatamente oggi quasi tutte le strutture offrono la possibilità di cominciare i corsi fin dai primi mesi, ed è bellissimo: l’acqua è un elemento naturale per i bambini, che dopo un primo approccio timido ci sguazzando divertendosi moltissimo. Il corso è naturalmente insieme, con la mamma che per tutto il tempo tiene in braccio il bimbo. Ed essendo così fisico, è un corso molto utile per rafforzare il legame, anche per chi, per esempio, non ha portato in grembo il proprio piccolo.
Per i bimbi più grandicelli ci sono anche i corsi di danza per genitori e bambini insieme, un momento di gioco davvero bello e divertente che permette di sperimentare la bellezza del movimento ritmico, per esprimersi anche attraverso il corpo. Classica o moderna, ce n’è per tutti i gusti.
I corsi di yoga per mamme e bambini sono davvero bellissimi e interessanti e variano in base all’età del bambino. Per le mamme con i neonati esistono infatti corsi di yoga con bimbi in fascia, mentre per i bambini dai 2-3 anni possiamo scegliere quelli di yoga mamma-bambino, con le pose pensate apposta per entrambi, per incastrarsi e fare esperienza di uno yoga rilassante e ludico allo stesso tempo.
Sì, già dai primi mesi di vita possiamo, partecipare a corsi di musica per mamme e bambini, durante i quali gli insegnanti propongono l’ascolto di musica classica, guidano le mamme e i bimbi nel mondo della comunicazione musicale, propongono l’esplorazione degli strumenti musicali, dei canti e delle musiche… E come sappiamo la musica è uno strumento di comunicazione e di espressione davvero unico! Regalarla fin dai primi mesi ad un bambino è davvero magico.
Spesso questi corsi vengono offerti dai consultori territoriali e sono davvero utili, oltre che piacevoli: con i bimbi nei primi mesi di vita le ostetriche e gli esperti guidano infatti le mamme insegnando loro i segreti del perfetto massaggio per neonati, un gesto utile e soprattutto fondamentale per stringere il legame corporeo.
In alcune città esistono gruppi di mamme che camminano: ci si trova in un parco o in città con il bimbi nel passeggino o nel marsupio e si passeggia, magari anche sportivamente, creando legami tra genitori e abituando i bambini a stare all’aria aperta in maniera naturale e quotidiana (viviamo in un mondo nel quale passiamo troppo poco tempo outdoor, ricordiamocelo!).
Esistono deliziosi e bellissimi corsi di cucina per mamme e bambini, durante i quali le ricette vengono preparate a quattro mani! Basta fare una ricerca sulla propria città. E i corsi di cucina sono bellissimi, non solo perché si impara davvero a cucinare (un’attività parecchio montessoriana), ma anche perché queste skills potranno poi essere utilizzate a casa, creando una tradizione di cucina insieme che resterà nel tempo.
In ogni caso, esistono corsi per mamme e bambini di tutti i tipi, da quelli di cucito a quelli di arrampicata. Il consiglio è quello di tenere d’occhio le associazioni del proprio territorio per monitorare le proposte e prendere l’occasione per provare qualcosa di nuovo. Oppure, semplicemente, quando ci interessa un corso specifico l’ideale è cercare online il corso, indicando la propria città o il proprio paese.
La psoriasi è una malattia molto diffusa in Italia, anche se spesso sottovalutata. E purtroppo è importante specificare come anche il mondo dei bambini non è estraneo a questo disturbo, come fra l’altro sostengono anche i dati: secondo una recente indagine della SIPPS, è infatti emerso che nella Penisola un bambino su tre pare soffrirne. Proprio per questo motivo, risulta particolarmente importante imparare a identificarne sin da subito i sintomi. Ecco perché oggi scopriremo come riconoscere la psoriasi in un bimbo e come curarla.
Proprio come accade con gli adulti, anche i bambini possono soffrire di diverse tipologie di psoriasi, dunque occorre cominciare proprio imparandone a distinguere le diverse forme. Una delle tipologie più diffuse durante l’età pediatrica è la psoriasi da pannolino, la quale finisce per colpire le pieghe nelle zone intime, come nel caso dell’inguine ad esempio. Una seconda forma da citare in questa sede è la psoriasi guttata, che solitamente tende a manifestarsi sul tronco, ma che in realtà può presentarsi in tutte le zone del corpo. La psoriasi inversa, invece, si manifesta in certe pieghe specifiche, come nel caso delle ascelle e dell’ombelico, ma anche in zone come quelle intime e ancora una volta l’inguine.
La psoriasi è una patologia che trova sempre alla sua base una particolare predisposizione genetica, ma va detto che esistono certe circostanze specifiche che possono scatenarne i sintomi. Si parla ad esempio di traumi per la pelle come possono essere gli sfregamenti, ma anche altre malattie come le infezioni batteriche, e la psoriasi guttata ne è un chiaro esempio. Un’altra possibile causa scatenante è l’assunzione di determinati farmaci, insieme ai fattori climatici e psicologici (come lo stress).
Ma quali sono quindi i sintomi della psoriasi dai quali possiamo riconoscerne l’insorgenza? Sebbene questi possano variare a seconda della tipologia, il più diffuso è la comparsa di chiazze eritematose e squamose, con gli arrossamenti e il prurito.
Per fortuna oggi esistono diversi metodi e trattamenti che possono aiutare un bimbo a guarire dalla psoriasi: una malattia che, tra le altre cose, a questa età tende poi a scomparire nel giro di pochi mesi. Si parte dai classici rimedi naturali, utilissimi per i casi più lievi, fino ad arrivare ai trattamenti farmacologici, certe volte necessari nei casi più avanzati. Fra i rimedi naturali più diffusi troviamo ad esempio l’aloe vera, dalle forti proprietà lenitive e idratanti, insieme ad altri come la mahonia, l’olio di indigo naturalis, l’olio di jojoba e l’olio di melaleuca. Per quanto concerne invece i trattamenti farmacologici, vengono spesso usati prodotti come le creme cheratolitiche, l’adalimumab e anche l’etanercept (farmaci TNF-Alfa bloccanti).
Per evitarne l’insorgenza, però, si può anche intervenire quotidianamente: meglio prediligere una dieta equilibrata e sana per il bambino, insieme all’attività fisica e ai trattamenti contro eventuali forme di stress e altri disagi psicologici.
Il porridge avena è una delle nostre colazioni preferite, soprattutto caldo o tiepido nei mesi autunnali e invernali. Lo si prepara direttamente la mattina, scaldando mezzo bicchiere di latte (anche vegetale) e mezzo bicchiere di acqua con 4 cucchiai di fiocchi d’avena e mescolando bene, cuocendolo fino ad ottenere una consistenza cremosa e morbida.
Le sue proprietà sono diverse e benefiche, ma su tutte sta l’apporto di fibre che dà al nostro organismo, poiché il porridge ne è molto ricco (soprattutto scegliendo un latte vegetale come quello di avena o di riso e comprando i fiocchi di avena integrali).
Ecco quindi 5 ricette di porridge per la mattina, dalla tradizione inglese alla tavola italiana.
Dopo aver preparato il porridge con la ricetta base descritta sopra, aggiungiamo nella tazza delle rondelle o delle fettine di banana, dei semi di chia e delle gocce di cioccolato fondente. Il porridge assumerà un sapore dolce e morbido, e le gocce di cioccolato aggiungeranno croccantezza.

Un’abbinata davvero buonissima perfetta nei mesi estivi (quando sono di stagione): le pesche stanno benissimo nel porridge, e basta tagliarle a fette e spolverare la superficie del porridge con il nostro muesli preferito.

In inverno per fare incetta di vitamina C non sfruttiamo solo le spremute: possiamo mettere le fette di arancia direttamente sul porridge, insieme a qualche pezzetto di kiwi e ad una spolverata di cannella, che addolcisce e rende tutto super invernale e hygge.

Per rendere più sfizioso il porridge possiamo ogni tanto fare uno strappo alla regola. Ma non con la Nutella, che è deleteria. Meglio quello di arachidi o di mandorle, magari fatto in casa con l’estrattore, o, se comprato, il più naturale possibile.

Per chi preferisce sapori più zuccherini, è possibile aggiungere al porridge (sulla superficie) un cucchiaino di miele, aggiungendo poi gli ingredienti preferiti, come la frutta secca (le noci e il miele stanno benissimo sul porridge), la frutta disidratata, quella fresca o i cereali misti.

Il sangue dal naso in gravidanza, detto anche epistassi gravidica, non deve spaventare subito. Chiaramente è bene contattare il proprio medico o ginecologo per assicurarsi che tutto stia andando per il meglio e che non ci siano problemi aggiuntivi, ma spesso e volentieri si tratta di deficienza di vitamina C. Altre volte si tratta di infiammazioni e di rinopatie gravidiche.
Avere perdite di sangue dal naso in gravidanza, quindi, è un disturbo piuttosto comune. Vediamo quindi le cause e, soprattutto, i rimedi naturali.
In gravidanza gli ormoni dell’attesa scombussolano un po’ tutto, anche le mucose, come quelle del naso, che a causa del progesterone si ritrovano più fragili del solito. Ecco perché in gravidanza è comune soffrire di sanguinamento delle gengive o dal naso (soprattutto se già in precedenza se ne soffriva).
A volte, dicevamo, si tratta di carenza di vitamina C, altre di rinopatia gravidica, ovvero un’infiammazione dei turbinati, elementi del naso che filtrano l’aria respirata e che in gravidanza si vascolarizzano più del solito, infiammandosi. Questo provoca difficoltà di respirazione e, a volte, epistassi (ovvero sangue dal naso).
In caso di sangue dal naso in gravidanza, come per il sangue dal naso nei periodi “normali”, è bene non rovesciare la testa indietro per diminuire il flusso, ma chinarla in avanti per non ingerire il sangue attraverso la gola. Evitiamo, poi, di soffiare il naso, per evitare di aumentare il flusso. Stringiamo, quindi, le narici con le dita per comprimere i vasi che causano il flusso e applichiamo del ghiaccio sulla fronte (o un panno inumidito con acqua fredda).
Queste sono le regole da seguire nel momento in cui ci troviamo di fronte all’epistassi. Per prevenirla, invece, possiamo affidarci ad alcuni metodi naturali.
Innanzitutto, è bene aumentare l’assunzione di vitamina C, con integratori come la rosa canina in polvere, ma anche attraverso l’alimentazione, ricordando che la vitamina C viene distrutta dal calore e che quindi è sempre meglio scegliere frutta e verdura fresche e crude. Via libera quindi al succo di arancia, ma solo se spremuto a freddo e se bevuto immediatamente (già dopo qualche ora la vitamina C se ne va) ed evitando di bere caffè subito dopo (la caffeina inibisce l’assorbimento della vitamina C). In estate sì alle albicocche di stagione e ai peperoni gialli e in inverno sì ai mandarini e agli agrumi di stagione spremuti al momento o mangiati a spicchi.
Altro accorgimento è, in gravidanza, mantenere l’interno delle narici e le mucose ben umidificate, per far sì che non si formino tagli e croste. Esistono burri apposta per il naso e lubrificanti da applicare più volte al giorno, soprattutto dopo essersi soffiate il naso.
Evitiamo, invece, gli spray nasali vasocostrittori, quelli anti-raffreddore, in primis perché non sono adatti in gravidanza e in secondo luogo perché potrebbero provocare proprio il sanguinamento.
In ogni caso, ricordiamoci di rivolgerci al medico ogniqualvolta il sangue dal naso in gravidanza si presenta abbondante e costante, quando il sangue arriva dalla parte posteriore del naso (con un flusso abbondante che scende direttamente in gola) e quando appare con frequenza, in modo da accertare che non ci siano cause più importanti da trattare in maniera diversa.
Un aperitivo o un antipasto sfizioso, molto colorato, che non propongo solo agli ospiti (fa un figurone!) ma anche ai miei figli quando prima di cena scalpitano perché hanno troppa fame. Invece di patatine e formaggi, preparo questa crema di radicchio, da spalmare su fette di pane tostato integrale oppure come salsa per il pinzimonio al posto del classico olio+sale o della guacamole e dell'hummus. Carote, zucchine e sedano tagliati a listarelle sono ancora più buoni quando inzuppati della crema di radicchio!
Ricordate il Mopur, l’affettato in sostituzione della carne naturale e non trattato artificialmente, senza coloranti né aromi artificiali. Lo troviamo in diverse forme, dalla simil-bresaola alla salsiccia fino all’arrosto. Di conseguenza si presta a moltissime preparazioni, anche nella stagione autunnale. E queste sono le nostre proposte!
In una padella antiaderente soffriggiamo dell’olio e mezza cipolla rossa tagliata molto finemente, uniamo delle cime di broccoli precedentemente sbollentate nell’acqua della pasta (che nel frattempo bollirà) e facciamo rosolare un attimo. Aggiungiamo quindi, una volta ammorbidito il broccolo, del mopur arrosto tagliato a cubetti. Mentre la pasta cuoce in pentola lasciamo cuocere e alla fine, dopo averla scolata, uniamola al sugo mescolando bene.
Prendiamo la bresaola di Mopur e affettiamola grossolanamente (non troppo sottile). al centro di ogni fetta spalmiamo del caprino molle, spolveriamo con del pepe e finiamo il ripieno con dell’erba cipollina tagliata finemente. Chiudiamo la bresaola in modo che formi un rotolino e disponiamo i rotolini su un piatto di portata.
Il Mopur è perfetto anche per preparare la carbonara, semplicemente sostituendo alla ricetta originale il guanciale con il mopur, scegliendo la bresaola stagionata e tagliandola a cubetti!
In una padella prepariamo del soffritto con olio, cipolla, carota e sedano tritati e lasciamo rosolare per qualche minuto. Aggiungiamo della passata di pomodoro bio e dopo dieci minuti aggiungiamo in padella il Mopur Fresco Macinato. A differenza del ragù di carne (che ha bisogno di molte ore per cuocere), questo dopo dieci minuti sarà cotto, pronto per condire la pasta o per preparare le lasagne.
Dopo aver cotto per dieci minuti a 180 gradi in forno una bella fetta di zucca tagliata a dadini, mettiamola in padella con un soffritto di olio e cipolla rossa di tropea. Dopo qualche minuto uniamo in padella anche il mopur spezzatino a dadini e finiamo la cottura per dieci minuti.
Per l’inizio dell’autunno, quando i fichi sono di stagione e non fa ancora molto freddo, ottima è questa semplicissima ricetta: su un piatto da portata sistemiamo dei fichi freschi tagliati a fettine. Sopra, adagiamo le fette di Mopur bresaola, quindi condiamo con del sale e un filo d’olio. Et voilà!
Anche i funghi sono un sapore tipicamente autunnale. Per preparare questa ricetta puliamo i funghi e cuociamoli in padella con un filo di olio, e mentre insaporiscono tagliamo il mopur a fette di 1 centimetro. Rotoliamo le fette in un po’ di farina integrale, quindi uniamole in padella, con un altro filo di olio, insieme ai funghi e a del prezzemolo tritato. Lasciamo cuocere per dieci minuti a fiamma dolce.
Un luogo comune, un cliché o una verità? Quando nasce un bambino una tra le prime cose che vengono in mente è: “ok, non si dorme più”. È vero: i ritmi della famiglia cambiano, perché devono assestarsi sui bisogni del neonato, e spesso i ritmi sonno-veglia vengono scombussolati (addirittura, a volte, per qualche anno).
Quindi no, non è un luogo comune (anche se dipende dai casi, naturalmente). Detto questo, c’è un altro luogo comune da analizzare: anche a causa della pressione sociale, spesso le mamme si sentono “obbligate” a rinunciare al sonno, con atteggiamento stoico e senza lamentarsi, perché, beh, è così che deve essere. Ma allo stesso tempo dimentichiamo una cosa: che il sonno è fondamentale per il benessere, e che il benessere dei genitori è necessario per il benessere del bambino. Dove sta, dunque, l’equilibrio?
Ogni famiglia saprà dove sta questo equilibrio, perché ogni famiglia è diversa. Tuttavia è bene chiarire una cosa: non fa bene rinunciare al dormire. Mai. E cercando il proprio equilibrio (che è fatto anche di aiuto da parte del partner, anche quando la mamma allatta!) ricordiamoci sempre i motivi per quali le mamme non dovrebbero rinunciare al sonno.
Innanzitutto, mettiamoci in testa una cosa: non dormire non significa avere più tempo per il resto. Non vuol dire fare spazio ad altre cose. Perché, essendo una funzione vitale e necessaria, rinunciare al sonno è controproducente, soprattutto quando una madre cerca di dormire meno ore, svegliandosi prima, per avere più ore a disposizione durante il giorno per tutte quelle faccende che rimangono indietro. Non è così, perché non dormire abbastanza ci rende letargici, ci toglie le energie e rende il tempo svegli meno producente. Ecco perché dovremmo sempre e comunque dormire le ore di sonno che ci fanno bene (che solitamente sono 8, ma che variano da persona a persona).
Certo, è difficile incastrare tutto con un nuovo bambino in casa, ma è bene comunque ricordare che possiamo rendere le ore di veglia più piene e produttive dormendo un’ora in più, piuttosto che un’ora in meno. Dormire bene e abbastanza ci fa sentire più energici, più felici e più produttivi, punto. Non sentiamoci in colpa.
Il secondo punto tocca invece la parità di genere. Sono molti gli studi che suggeriscono che, con l’arrivo di un bambino, a soffrire di privazione del sonno sono le madri, e che i padri - spesso e volentieri - non sono toccati da questa situazione (ovvero: il loro ritmo non cambia molto). Questo perché la società continua a promuovere il mito della super mamma perfetta che fa tutto, che non soffre se non dorme, e che, se dorme, deve sentirsi in colpa perché non sta accudendo al meglio il proprio bambino. Ma no, cercare di dormire non significa essere pigre! E dato che in casa la maggior parte delle volte si è in due, è bene dividersi i compiti e le ore di sonno. Anche in questo modo si raggiunge la parità.
Allo stesso modo, non dormire abbastanza influenza la disparità di genere non solo in casa, ma anche al lavoro. Siamo quasi nel 2020 ma ancora, nel mondo professionale, le donne che lavorano subiscono mobbing, e quando non è mobbing è semplice pressione sociale. Ovvero: sul posto di lavoro una donna subisce molta più pressione e affronta molte più barriere rispetto ad un uomo, e questo è un fatto. Quando, dopo la maternità, si torna al lavoro, non dormire a sufficienza può diventare un’ulteriore barriera, perché rende il lavoro molto più faticoso e le performance professionali ne risentono. Senza sensi di colpa, quindi, riappropriamoci del nostro dormire: sarà un’arma per farcela sempre di più e con sempre meno fatica anche sul lavoro! E stare bene sul lavoro, lo sappiamo, significa benessere anche in famiglia, come in un circolo virtuoso.
Sempre in ambito di circoli virtuosi, ecco l’ultimo e importantissimo motivo per il quale non dovremmo rinunciare al sonno, senza colpevolizzarci, ma cercare, quando possibile, di farne una priorità: il sonno è una funzione primaria del nostro organismo e non dormire significa mettere a dura prova e in pericolo il nostro corpo. L’insufficienza di sonno provoca obesità, ipertensione, diabete e problemi di cuore, oltre a stress, ansia, sbalzi d’umore e depressione. Il sonno, quindi, impatta fisicamente il nostro corpo e la nostra mente, e stare male significa diffondere questo malessere anche attorno a noi. I nostri bambini lo sentono, i nostri partner lo sentono, la nostra famiglia, gli amici e i colleghi lo sentono, e si crea una catena devastante nella quale tutti sono affetti da questo malumore, da questo malessere. Avere più ore (anche se come abbiamo visto non abbiamo in realtà più ore!) è più importante di essere sereni? No. Essere irritabili con i bambini è peggio. E il discorso torna sempre sul tempo: meglio più tempo male speso o meno tempo speso con qualità?
Insomma: dormire ci fa stare bene. Ci mantiene in salute. Ci mantiene sereni, e con noi la nostra famiglia. Perché rinunciarvi in onore dello stereotipo - falso - della super mamma?
L’equilibrio massa magra-massa grassa è davvero molto importante, e finalmente anche la società sta sempre più spingendoci verso scelte di vita healthy che permettano di vivere bene, meglio e in salute.
Conoscere i valori della massa magra e della massa grassa, anche calcolandoli, è davvero molto importante, soprattutto per monitorare il nostro stato di salute.
In generale, tuttavia, possiamo dire tranquillamente una cosa: è sempre meglio cercare di contenere la massa grassa a vantaggio di quella magra, per stare in salute e vivere puntando al benessere. Ma come fare per promuovere la massa magra? Come diminuire la massa grassa e aumentare quella magra?
In generale, uno stile di vita sano dovrebbe comprendere una sana ed equilibrata alimentazione fatta di molta frutta e verdura e pochi grassi e soprattutto della sana attività fisica, che sia regolare, soprattutto se il nostro lavoro è sedentario.
Partiamo dunque dall’alimentazione. Per aumentare la massa magra e per diminuire la massa grassa dobbiamo puntare su alcuni alimenti e limitare il consumo di altri. Innanzitutto, sì alle proteine (giornalmente è bene assumerne 2 grammi per ogni chilo del nostro peso), soprattutto vegetali, quindi quelle della frutta secca e dei legumi.
Via libera anche a tutti i cibi magri e anche ai cibi ricchi di proteine e poveri di grassi, come il pollo, i legumi e il pesce bianco e azzurro.
Per quanto riguarda frutta e verdura, per aumentare la massa magra è necessario mangiarne a volontà, per favorire la massa muscolare e per evitare di riempirci con cibi grassi e pieni di calorie, facendo allo stesso tempo incetta di sali minerali e vitamine. Ogni giorno, dunque, meglio mangiare verdura fresca e frutta, almeno cinque o sei porzioni, includendo le verdure ad ogni pasto.
Per aumentare la massa magra e diminuire quella grassa è poi necessario preferire sempre o cereali integrali a quelli raffinati, limitandone comunque il consumo, poiché i carboidrati sono abbastanza nemici della massa magra. Questo non significa eliminarli (sarebbe altrettanto sbagliato), ma mangiarne in maniera corretta, ovvero circa 30-40 grammi al giorno.
Altri alimenti da limitare ed evitare sono l’alcool, il sale, lo zucchero e i grassi (come il burro).
Passiamo ora all’attività fisica, altrettanto necessaria per il benessere. Per aumentare la massa magra è bene essere costanti negli allenamenti, prevedendone almeno due o tre a settimana, anche in base al tipo di attività. Per le attività cardio (come la bicicletta, la corsa, l’aerobica o il nuoto) si consigliano circa 150 minuti a settimana.
Gli esperti consigliano poi di impegnarsi in allenamenti a intervalli ad alta intensità, detti anche HIIT, esercizi che riducono più efficacemente la massa grassa (rispetto agli allenamenti cardio a ritmo costante). Questo significa dunque allenarsi di forza, eseguendo varie ripetizioni per ogni esercizio e aumentando le ripetizioni e gli sforzi.
Infine, ricordiamoci sempre di fare degli spuntini prima e dopo l’attività fisica: prima, per dare la giusta energia al corpo per supportare lo sport, e dopo per permettere all’organismo di recuperare meglio dalla fatica.
In tutte le cose della vita o si lavora per bene o il risultato è deludente. Niente arriva per magia, niente è regalato. Ma non sono frasi che si adattano solo al mondo del lavoro, se ci pensiamo bene: a volte diamo per scontato che i rapporti personali siano più “soft”, ma in realtà anche questi hanno bisogno del nostro impegno. Un impegno importante, mica bruscolini.
Spesso si vedono matrimoni felici e si pensa che siano tutti rose e fiori. Ma un matrimonio felice non significa solo farfalle nello stomaco, risate e coccole. Le rose e i fiori non arrivano così, dal nulla, e non sono l’unica caratteristica del matrimonio. Matrimonio significa infatti soprattutto impegno, lavoro sodo, forza di volontà. Ecco il segreto di un matrimonio felice.
Come dicevamo, tutto ciò che c’è di bello nella vita richiede sforzo e impegno. Il lavoro che sogniamo, ad esempio, ma anche un semplice hobby nel quale dobbiamo mettere concentrazione e forza di volontà. Idem per quanto riguarda l’educazione dei figli, l’amicizia e i rapporti familiari. E allora perché, ormai, vogliamo che il matrimonio sia fatto solo di felicità e serenità gratuite? Perché ci spaventiamo di fronte alle difficoltà? Perché non ci mettiamo in testa, come è giusto che sia, che il matrimonio richiede duro (e gratificante) lavoro?
La relazione con il proprio o la propria partner richiede uno sforzo non indifferente. Uno sforzo che tuttavia non è un peso, ma una necessità, perché senza questo sforzo non si va da nessuna parte, proprio come nel lavoro: se non ci impegniamo, i risultati non arrivano.
Certo, l’impegno non è sempre semplice. Lavorare sodo non è una passeggiata. Ma questo non significa che dobbiamo mollare. D’altra parte, nemmeno rinunciare al lavoro sodo solo perché pensiamo all’impegno come ad un sinonimo di “problemi” è sbagliato. Cosa significa?
Significa che spesso, per paura del giudizio, pensiamo che impegnarsi, sforzarsi, lavorare sodo sul proprio matrimonio voglia dire avere problemi. In realtà è proprio il contrario: lavorare sempre, costantemente, sul rapporto con il proprio o la propria partner è necessario per far sì che questi problemi diventino occasione di crescita e non di rottura!
Ecco cosa dobbiamo quindi fare, per rendere il nostro matrimonio un rapporto sereno, duraturo e profondo: dobbiamo, prima di tutto, smettere di preoccuparci di ciò che pensano gli altri.
Dobbiamo, poi, metterci in testa che come ogni altro rapporto o ogni altro aspetto della vita anche il matrimonio richiede impegno, un impegno fatto di comunicazione (che può sempre migliorare!), confronto, compromessi e prospettive comuni.
Terzo: non crediamo alle coppie che ci dicono che il loro matrimonio è super semplice, che non litigano mai, che non hanno mai problemi, che non si sforzano perché è tutto naturale. Probabilmente mentono, o semplicemente non si rendono conto che, a modo loro, anche loro mettono molto impegno.
Ogni matrimonio è diverso, punto.