Il fantastico mondo delle muffin tin

Sabato, 12 Dicembre 2015 05:31

Nei paesi anglosassoni la passione per lo snack plate è presente ormai da alcuni anni: si tratta di vassoietti, scatoline o teglie da muffin (muffin tin) che consentono di offrire piccole porzioni di cibo ai bambini in numerose varietà. Come abbiamo spiegato i bambini badano molto alla forma in cui viene proposto loro il cibo e allo stesso tempo adorano poter scegliere cosa mangiare e quando. 

Ecco allora il fantastico mondo delle muffin tin: come invogliare i bambini a mangiare con le teglie da muffin 

La cosa bella di questo metodo è che davvero non ci sono regole, per cui possiamo liberare la nostra creatività e modellare la nostra muffin tin a seconda dei gusti del nostro piccolo. Ma questa modalità per servire il cibo è anche utile per incrementare la varietà di alimenti, in particolare di frutta e verdura che il piccolo mangia. Come abbiamo visto nell'articolo dedicato alle porzioni di alimenti durante il pasto, il 50% dell'intero pasto dovrebbe essere composto da frutta e verdura: ecco allora la divertentissima muffin tim Pyramide che ci illusta come comporre la nostra teglia da muffin in termini di quantità: alla base troviamo la verdura, poi la frutta, poi cereali, proteine animali, vegetali e semi, latticini e soya. 

 

http://shk-images.s3.amazonaws.com/wp-content/uploads/2010/11/muffin-tin-food-guide.png1 

 

E vediamo ben rappresentato il concetto di piramide alimentare sana in questa muffin tin: tantissima frutta e verdura, cereali, polpette di legumi e qualche pezzetto di formaggio (io userei il no-muh)


http://desmoinesparent.com/get-kids-to-eat-just-about-any-food-on-a-stick/ 

 

Possiamo poi creare delle muffin tin a tema, magari coinvolgendo il piccolo nel cercare con noi al supermercato cibi vegetali dello stesso colore: in questa notiamo un tripudio di vegetali rossi, dai pomodori, all'uva, alle bacche di goji al melograno. Vi ricordo però sempre di tenere in considerazione la stagionalità della frutta e della verdura!

http://www.superhealthykids.com/red-snack-day/

 

Ma la tecnica delle muffin tin è davvero graziosa anche come modalità per servire degli alimenti da scegliere come guardinizione di una yogurt bowl, di un gelato, di un chia pudding, smoothie bowl, o di un porridge d'avena. I bambini (ma anche i grandi) adorano scegliere varie guarnizioni!

Oltre alla frutta fresca io inserirei cocco sottoforma di farina o scaglie, scaglie di mandorle, noci, granella di pistacchi, noci di macadamia o pecan, semi, alicamenti come bacche di goji, semi vari, in particolare canapa e chia

 


http://www.superhealthykids.com/rainbow-oatmeal-bar/

 

Nelle muffin tin possiamo mettere davvero di tutto! Anche super sano sandwich come questo a base di avocado e, perchè no, verdurine tagliate con le formine!

 

http://www.yummyinspirations.net/2012/04/avocado-and-spinach-sandwich-spread/#sthash.h26YzkaN.AAeBSlyL.dpbs 

 

Bellissima l'idea di Ikea.com di inserire le salsine all'interno della teglia da muffin. Io vi proporrei una guacamole, un hummus e un pico de Gallo per stupire ospiti e per celebrare un apericena con bimbi e amici. 

http://www.ikea.com/my/en/catalog/categories/departments/cooking/roomset/201611_idce02a/

Giulia Mandrino

Benefici e controindicazioni della soia

Sabato, 12 Dicembre 2015 05:07

La soia è una pianta leguminosa di origine orientale, i cui baccelli possono essere costituiti da differenti semini a seconda della provenienza della pianta.

Attualmente è diffusa in tutto il mondo, dove le varietà più produttive sono state manipolate geneticamente.

Ricca di proteine, sali minerali e vitamine, la soia possiede una buona attività antiossidante. Discrete sono le quantità di fibre e per questo motivo la soia può essere utilizzata nei casi di stipsi; inoltre i grassi contenuti sono maggiormente polinsaturi (grassi “buoni”) e quindi ideali per la riduzione del colesterolo e la prevenzione di malattie cardiovascolari.

Diversi studi svolti in oriente hanno evidenziato il ruolo benefico della soia, a basso dosaggio, nel tumore al colon e più in generale nei tumori del seno ormono-sensibili. La presenza rilevante di fitoestrogeni nella soia può essere utile nella menopausa, per ridurre le vampe di calore tipiche e i cambiamenti di umore a cui vanno incontro naturalmente le donne, ma attenzione agli effetti collaterali: è fondamentale personalizzare sempre la terapia perchè talvolta la soia assunta con assiduità può interferire in alcuni soggetti con il regolare equilibrio ormonale.

Un consumo eccessivo nei soggetti maschi può indurre però problematiche a livello ormonale, ovvero una diminuzione della produzione di testosterone e nelle adolescenti invece un eccessivo sviluppo ormonale. I fitoestrogeni, insieme all’acido fitico contenuto nella soia, possono rallentare l’attività metabolica della tiroide. Nei casi di ipotiroidismo, è consigliabile non consumarla in modo eccessivo, per non rallentare ulteriormente l’attività metabolica. Da notare che, il nichel, metallo presente abbondantemente nella soia, può aggravare tali sintomi per chi ne è intollerante.

Tra le varietà di forme in cui possiamo  trovare la soia sul mercato sono ottimi i germogli di soia e la soia verde, mentre da utilizzare con meno frequenza la classica salsa di soya, ricca di sale. 

Dr. Alessio Tosatto
Biologo Nutrizionista IMBIO

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

"Aiutami a fare da solo": motto montessoriano conosciutissimo, amatissimo e efficientissimo. Maria Montessori l'ha insegnato bene: il bambino ha un "insegnante interiore" che lo guida nella scoperta del mondo. Che fare quindi? Semplicemente aiutare questo insegnante a donare l'autonomia necessaria al bimbo per affrontare il mondo e diventare prima un ragazzo e poi un adulto indipendente. E per farlo bastano alcuni strumenti accessibili, semplici ma di gran effetto.

Ecco allora come applicare il motto aiutami a fare da solo: materiali Montessori a casa, semplici e utili per il bambino

Gli oggetti montessoriani si sviluppano in modo da far sì che il bambino esplori il mondo con le sue mani e attraverso i suoi cinque sensi. Carte e tavole sensoriali, triangoli costruttori, telai per le allacciature, alfabeti mobili: ne abbiamo già parlato, e ne esistono moltissimi.

A casa come a scuola, questi strumenti aiutano il bambino a maneggiare ed esplorare il mondo con i suoi sensi, assimilando le informazioni e le abilità di cui ha bisogno. Anche a casa si possono (e si dovrebbero) ricreare. Anche perché, diciamolo, spesso in commercio i materiali e gli oggetti montessoriani non sono propriamente economici.

Ma non solo oggetti: anche semplici attività sono raccomandabili per ricreare nell'intimità della casa, in qualche modo, il metodo ideato da Maria Montessori.

Anche semplicemente cucinare insieme al tuo bambino, fare giardinaggio con lui, coinvolgerlo nelle più svariate attività (anche "adulte"): basta avere strumenti e materiali adatti e utilizzati secondo il metodo. Tutto diventerà più interessante e soprattutto adatto ai più piccoli.

Le regole da rispettare per far sì che i materiali possano essere "montessoriani" sono le seguenti:

- i materiali sono utilizzati in maniera propositiva, non sono fini a se stessi

- sono contenuti su un vassoio, in una scatola, in un cestino, in una ciotola, o in un qualunque contenitore: basta siano ben organizzati

- Sono, appunto, organizzati, attrattivi e suscitano l'interesse del bambino

- Isolano l'abilità e la funzionalità dell'attività in modo da catturare l'attenzione del bambino sullo scopo

- includono il controllo dell'errore.

Un esempio basta per capire come funzionano queste regole.

Prendiamo il vassoio dei colori: stimola la conoscenza dei colori in maniera ordinata e davvero attrattiva agli occhi del bambino, che deve dividere gli oggetti (dei bottoni, dei cubetti di legno, delle caramelle: basta che siano della stessa dimensione e della stessa quantità - ad esempio, 3 bottoni per colore) nella casella del rispettivo colore. L'esempio è perfetto per capire l'importanza del contenitore, in questo caso un vassoio che rende l'attività organizzata montessorianamente. E anche per capire il controllo dell'errore: se il bimbo mette per sbaglio un bottone rosso nel contenitore sbagliato, se la sua attenzione è rivolta all'attività, si renderà subito conto dell'errore nell'attimo in cui capita.

http://www.theeyesofaboy.com/2014/01/montessori-inspired-wooden-color.html)


Tutte le attività dovrebbero poi avvenire in luoghi dedicati. Parliamo dei tavolini all'altezza dei bambini, sui quali possono lavorare con comodità, e dei mobili (contenitori e mensole) alla loro portata. Tutto questo è importantissimo: le attività montessoriane prevedono infatti la ripetitività, importantissima per l'apprendimento.

Significa che i materiali e gli strumenti devono essere sempre alla portata del bambino: nei primi anni di vita, infatti, per un determinato periodo il bimbo tenderà a ripetere una certa attività per varie volte (poche o molte, ma comunque la ripeterà: ne ha bisogno per prendere dimestichezza, e attraverso questo passo si sviluppa proprio la sinaptogenesi - di cui vi abbiamo già parlato). È necessario quindi che gli strumenti siano a portata di mano (non la nostra, alta, ma la loro!) ogni volta che nasce in loro la voglia di svolgere quel particolare gioco.

Detto questo, un altro aspetto importante è l'estensione delle attività. Ecologica ed economica, prevede che i materiali usati per un primo gioco educativo siano poi utilizzati per altre attività. Per esempio, se il bambino cucinando con voi impara a pestare le spezie, queste spezie potranno poi essere usate per condire la pizza che impasterete insieme la volta successiva. Oppure, quando si è presa dimestichezza con la Torre Rosa o con la Scala Marrone (formate da dieci cubi decrescenti con i quali formare una torre o una scala, per educare il senso visivo delle grandezze), si potranno usare i cubi per creare una nuova forma, magari un elefante o una scimmietta!


http://www.ourmontessorihome.com/curriculumscope-sequence/sensorial-2/extensions-for-the-brown-stair-pink-tower/

 

Foto Credits: https://www.flickr.com/photos/boedker/174417913

La scuola senza zaino

Sabato, 12 Dicembre 2015 04:20

Libri, quaderni, astucci zeppi e straripanti, zaini multicolore che se non hai quello figo sei out, cartelle che manco un bilanciere in palestra: ma si può dire basta allo zaino?

Sì, è possibile, e molte scuole stanno già sperimentando l'esperienza. Nessuno zaino, solo una cartelletta per i compiti a casa, leggera e per niente ingombrante.

Ve lo assicuriamo, una scuola senza zaino è possibile: scopriamo insieme allora il progetto de La scuola senza zaino

Partite dalla Toscana otto anni fa, oggi sono più di un centinaio in tutta Italia, le scuole che hanno adottato questa filosofia (e potete consultarle a questo indirizzo. Niente di inimmaginabile: lo zaino non è indispensabile, assicurano gli esperti.

L'importante è che le aule siano davvero ben organizzate.

Gli strumenti didattici per tutte le discipline, dai quaderni ai libri, dai computer ai materiali per scrivere, disegnare, far di conto e costruire stanno tutti a scuola. Non solo: l'organizzazione degli spazi acquista un'importanza basilare, e le scuole che adottano il piano senza zaino si strutturano in maniera davvero esaustiva con tutto ciò che è necessario ad un apprendimento ineccepibile.

Tutto questo si basa sul Metodo dell'Approccio Globale al Curricolo, i cui punti si possono sintetizzare in questo modo:

1. l ’autonomia degli alunni che genera competenze

2. il problem –solving che alimenta la costruzione del sapere

3. l’attenzione ai sensi e al corpo che sviluppa la persona intera

4. la diversificazione dell'insegnamento che ospita le intelligenze, le potenzialità, le differenze

5. la co-progettazione che rende responsabili docenti e alunni

6. la cooperazione tra docenti che alimenta la formazione continua e la comunità di pratiche

7. i diversi strumenti didattici che stimolano vari stili e metodi di insegnamento

8. l’attenzione agli spazi che rende autonomi gli alunni

9. la partecipazione dei genitori che sostiene l'impegno della scuola

10. la valutazione autentica che incoraggia i progressi

L'idea è nata in seguito ad una domanda semplicissima: perché i lavoratori di tutto il mondo, in situazioni normali, trovano i propri strumenti direttamente sul luogo di lavoro mentre i bambini devono ogni giorno portarsi tutto da casa?

Soprattutto, ragionando sul concetto stesso di zaino emerge una considerazione non indifferente: il bagaglio con tutto il necessario (quando non si tratti di un viaggio) rappresenta un oggetto contenente tutto il necessario per la sopravvivenza (pensiamo agli alpinisti o i soldati), suggerendo l'idea di entrare in uno spazio inospitale. Ma perché la scuola dovrebbe essere considerata spazio inospitale?

Così, procedendo con la filosofia Senza Zaino, le scuole aderenti hanno sviluppato un metodo pedagogico che partendo proprio dal bagaglio più leggero s'è espanso fino a delineare le linee guida sopracitate e a sottolineare i punti chiave dell'educazione. Nello specifico, le scuole senza zaino vogliono puntare sui concetti di responsabilità (raggiungibile dal bambino grazie agli strumenti didattici forniti dalla scuola, alle segnaletiche alle pareti, agli schedari auto-correttivi, ecc...), comunità (valorizzata dagli spazi molto più comunitari, essendo tutti i materiali a disposizione) e ospitalità (suggerita con naturalezza dagli ambienti accoglienti e provvisti di tutto il necessario).

Non solo: le aule hanno una pianta definita, studiata ad hoc per un apprendimento completo, responsabile, autonomo e comunitario.

Dunque, tolto lo zaino s'è aggiunto tutto il resto: niente di meno, tutto di più, sempre con un occhio rivolto ad un'educazione all'avanguardia, progressista e attenta all'apprendimento del bambino in tutte i suoi aspetti.

Sara Polotti

Che la meditazione abbia indubbi benefici anche sulle piccole menti l'abbiamo già visto qualche giorno fa, parlando delle scuole inglesi che hanno deciso di inserire ore di meditazione per i più piccoli, dalla scuola materna fino alle elementari.

Ma non solo a scuola i bambini possono trarne beneficio, soprattutto perché in Italia le realtà che propongono progetti meditativi sono davvero poche. La meditazione ha efficacia vera, e sui più piccoli è fondamentale per imparare la concentrazione, regolare le emozioni e capire come prestare attenzione tanto all'estero quanto all'interno del corpo.

Dappertutto si può sperimentare la meditazione per bambini ma spesso non si sa come iniziare: ecco allora 4 semplici tecniche di meditazione per bambini per aiutare loro a costruire una forte auto coscienza.

La meditazione dell'ascolto

Tutti seduti in cerchio a gambe incrociate, si invitano i bambini a chiudere gli occhi. Suonate una campana e dite ai piccoli di concentrarsi sul senso dell'udito ascoltandone il suono. Chiedete quindi di ascoltare davvero attentamente finché sentono il suono, e di alzare la mano non appena esso si ferma. Dopodiché, l'esercizio può essere modificato ed eseguito anche senza campana: basta concentrarsi sui suoni attorno a loro. Quali sono i più vicini? Quali a destra e sinistra? Quali dentro e quali fuori? Questo esercizio si può inoltre fare ovunque, in strada o, meglio ancora, nel letto prima di addormentarsi per stimolare la calma.

La meditazione della voce

È un esercizio che combina il canto con il tatto. Seduti a gambe incrociate con gli occhi chiusi, si ripetono insieme delle sillabe o delle affermazioni sillabate (come "Io sono forte", o "Io sono calmo"). Contemporaneamente, per ogni sillaba ci si tocca le dita con il pollice. Partendo dall'indice si arriva al mignolino. Lo si può fare anche cantando sommessamente, o nella propria testa, ripetendolo dovunque si voglia e ogni volta che si senta la necessità di calmarsi.

La meditazione del respiro

Imparare a conoscere il proprio respiro dai primi anni di vita fa davvero benissimo. L'esercizio per prendere dimestichezza con questa parte della nostra vita si chiama "Fai cinque respiri" ed è semplice come il suo titolo. Ad occhi chiusi, si inspira per cinque volte e si espira altrettante. In questo modo il respiro viene rallentato e con esso la mente. Chiedete ai bimbi se sentono il cuore alzarsi e abbassarsi durante i respiri, o l'aria entrare e uscire dal naso: si concentreranno, si calmeranno e studieranno questa importantissima parte di loro.

La meditazione del pensiero

Inspirando ed espirando lentamente, i bambini possono svuotare la mente. Ogni volta che un pensiero l'attraversa, quindi, dovranno immaginarlo come una nuvola che passa attraverso il cielo. Sono bambini e quindi stare in meditazione a lungo sarà difficile. Ma questo esercizio li prepara a capire che i pensieri, brutti o belli, vanno e vengono con naturalezza, e soprattutto è un utile primo mattone alla meditazione adulta.

Chi l'ha detto che per avere dei giochi Montessori sia necessario spende un capitale? 

Ecco 5 giochi Montessori homemade che faranno impazzire i vostri bambini: semplici ed economici queste proposte di gioco non possono mancare in una casa 

 

1. Il gioco delle zip: basta incollare su un cartoncino delle cerniere, così che il bambino possa aprirle e chiuderle a piacere. 

 

http://laughingkidslearn.com/diy-zipper-board-for-kids/

  

2. Pannello sensoriale homemade: semplicissimo, basta incollare sul coperchio di una scatola di cartone alcuni materiali come cannucce, pietre, tessuti, nastri, e superfici di plastica

http://laughingkidslearn.com/diy-sensory-board-for-babies/

 

3. La scatola dei lacci: nulla di più semplice! Basta prendere una scatola di cartone, bucherellarla con una matita, infilare lacci di diverso tipo e fare dei nodi alle estremità, così che possano scorrere senza sfilarsi. 

 

http://laughingkidslearn.com/diy-tugging-box-for-young-toddlers/

 

4. Infiliamo la pasta: metodo stupendo per allenare la manualità fine. Con pasta di sale o altra pasta modellabile creiamo una base sulla quale inserire le cannucce: mettiamo a disposizione al bambino dei cannelloni che lui si divertirà a inserire nelle cannucce come possiamo vedere nell'immagine. 

http://laughingkidslearn.com/pasta-threading-activity-for-toddlers/

Giulia Mandrino

Questa è la merenda preferita di Tommy che davvero adora mangiarsi la sua "banana burrosa" come la chiama lui. Emma invece che non è una gran fan delle banane, preferisce spalmare i burri sulle mele. 

Ecco allora gli ingredienti e il procedimento di questa super merenda energizzante: banana, burro di mandorle e gocce di cioccolata

Come godersi le vacanze di Natale con i bambini

Venerdì, 11 Dicembre 2015 11:06

Vacanze di Natale, quanta gioia! E quanta attenzione focalizzata sui bambini! “Attenzione, Babbo Natale ti vede, gli elfi gli dicono se sei stato Bravo. Guarda che se ti comporti così Babbo Natale non ti porta i regali!”

Credo che queste attenzioni dal risvolto positivo siano uno dei motivi principali per cui molti bambini nei giorni precedenti al Natale sclerino di brutto. E di conseguenza anche noi.

“Non piangere, è Natale!”

Nella “modalità Natale” i bambini non devono piangere, perché devono essere grati, devono essere felici e sprizzare obbedienza. Star seduti per tempi infiniti a cene e adattarsi a luoghi non idonei ai bambini, magari con collezioni di cristalli qua e là, e tutto ciò deve essere fatto con gratitudine. Non sono permesse giornate no in questo periodo, nonostante siano giorni molto stressanti e faticosi per i bimbi, e il tutto perché siamo nel magico mondo del Natale. Ma sono proprio queste grandi aspettative a rovinare le vacanze di Natale: dobbiamo fare delle scelte e moderare le nostre aspettative.

Ma la buona notizia è che le vacanze di Natale possono essere un momento davvero stupendo per tutta la famiglia, sopratutto se ci organizziamo bene ed entriamo nell’ordine delle idee di dedicare molto tempo ai nostri piccoli facendo cose semplici e dai ritmi molto lenti, quindi adatte a loro.

Ecco allora come godersi le vacanze di Natale con i bambini: istruzioni per l'uso per mamme e papà che seguono un approccio educativo consapevole

1. Per crescere figli grati bisogna avere tempo di spiegare loro la gratitudine:

Il bambino ha infatti bisogno non solo di vivere un’evento ma anche di rielaborarlo con il genitore: quindi è utile la sera prima di andare a dormire ripercorrere le cose belle fatte durante la giornata, magari evidenziando le piccole difficoltà superate per ottenerlo. E sopratutto inondare i piccoli di oggetti, gite ed eventi non consente loro di comprendere davvero cosa sia accaduto e il valore che ne sta dietro. Se al mattino andiamo al museo, a pranzo dalla nonna, al pomeriggio dalle cuginette, la sera un apricene avrete al 90% bimbi inkazzati, di sicuro non grati. 

2. Moderiamo i regali:

Credo che dare a un bambino più di 5 regali sia puro spreco e fortemente diseducativo. Il bambino sarà sovrastato dall’emozione e non sarà in grado di apprezzare nulla o quasi; anzi spesso percepirà un senso di frustrazione proprio perché si aspettava di provare grande gioia e invece ora sente solo un senso di “troppo” che non riesce a gestire. Meglio mettere piuttosto i regali da parte ed eventualmente farli portar dalla Befana o da qualche elfo post natalizio nelle settimane successive.

3. Manteniamo le nostre aspettative realistiche:

Ricordiamoci che abbiamo a che fare con bambini e che noi siamo gli adulti: quindi NOI ADULTI possiamo trascorrere 10 ore a tavola, un bambino quando ha finito di mangiare deve alzarsi e sopratutto non può attendere 40 minuti tra le varie portate. Ricordiamoci che i bambini si stancano e si stressato con molta facilità per cui cerchiamo di essere comprensivi. Ora vi starete chiedendo: “ Ma io stavo anche 5 ore a tavola quando ero piccolo”. E io rispondo certamente, ma domandati anche se i tuoi genitori hanno stimolato te quanto tu hai stimolato tuo figlio. Se scegliamo un approccio di un certo tipo con il bambino dalla nascita non possiamo cambiare le nostre aspettative a seconda del momento: è importante essere coerenti con le nostre scelte educative e le nostre routines. E sopratutto quando decidiamo di cambiare queste ultime spieghiamo chiaramente ai bambini cosa faremo passo per passo.

4. Scegliamo la NOSTRA famiglia:

Se il contesto delle varie cene è “kids frindly” bene, altrimenti decliniamo l’invito: questi momenti non tornano, scegliamo la NOSTRA FAMIGLIA, non quelle degli altri. Festeggiare, ma anche preparare insieme il menu, fare la spesa e poi preparare cena per noi sarà un momento per insegnare ai nostri piccoli il valore del “lavoro” per la propria famiglia. Cosa c’è di meglio?

5. Rallenta!

Non importa se le persone si offenderanno, è un problema loro non tuo, ma rallenta, non mettere più di un impegno al giorno.

6. Fermati e usa parole chiare e semplici

Spesso noi adulti quando siamo in mezzo ad altri adulti inconsapevolmente cambiamo modo di parlare ai nostri bambini e in generale comunichiamo loro in modo diverso, incrementando le nostre aspettative. Allora fermiamoci, ricordiamoci che abbiamo davanti un bambino e parliamo scegliendo semplici frasi che loro possano comprendere a pieno.

7 Limiti, perché prevenire è meglio di curare

Prima di andare a cena dal nonno mettiamo un limite di caramelle and co da mangiare: per esempio “non si mangiano più di due caramelle oggi dal nonno”, frase detta quando siamo ancora a casa in un contesto ben famigliare al piccolo. Dare dei limiti al bambino non è solo una questione di rispetto, ma è uno strumento di grande sicurezza e contenimento necessario per il piccolo che ancora non sa autoregolarsi

8. Quando non ce la si fa più

Se togliamo i nostri bambini dalla loro routine e li inseriamo in contesti stressanti accettiamo il fatto che abbiano momenti no: è un problema nostro, non loro. Noi dobbiamo avere spirito di adattamento, non un bambino di 3 anni.

9. Evitiamo di cambiare per troppo tempo l’orario della nanna

Sembra banale, ma fa la differenza. Un bambino stanco è meno collaborativo per cui cerchiamo di non esagerare con i cambiamenti di orario.

10. Lo zucchero eccita i bambini 

Come abbiamo spiegato lo zucchero bianco crea dipendenza, in quanto crea dei picchi di insulina a cui segue ina fase di ipoglicemia caratterizzata dalla necessità di reintrodurre nuovamente zuccheri nel sangue. I bambini sono particolarmente sensibili a questo processo, per cui quando nella loro dieta sono presenti alti tassi di zuccheri raffinati oltre a richiederne sempre di nuovi (il classico "voglio altre caramelle"), i più piccoli tendono ad essere sovraeccitati e sicuralmente più nervosi. Per cui, consapevoli di questo, aumentiamo la soglia della nostra tolleranza durante cene in cui vengono propinati dolcetti a gogò e non esageriamo con la quantità di zucchero! 

Giulia Mandrino

Il 13 settembre scorso, a Vaiano, si è svolta la prima edizione di "Tutta un'altra scuola", ciclo di conferenze organizzate dalla rivista che propone scelte di vita sostenibili "Terra Nuova". Al centro dei discorsi è stato il bambino, attraverso riflessioni tenute da vari esponenti di realtà educative scolastiche all'avanguardia.

Tra gli interventi, quello di Andrea Sola sulla scuola liberitaria, un diverso modo di fare scuola: vediamo di cosa si tratta e perché ci ha fatto drizzare le antenne!


A differenza dei metodi educativi più conosciuti e teorizzati, come quello Montessori o quello steineriano, la Scuola Liberitaria, pur esistendo come concetto da moltissimo tempo, non ha regole canonizzate, pratiche o strumentazioni didattiche definite. Al contrario, propone differenti approcci a seconda del contesto educativo.

Certo, alla base ha un concetto di fondo, una filosofia tutta sua, dalla quale è bene non scostarsi: il succo sta nel considerare il bambino non in maniera adultocentrica, ma come individuo autonomo con bisogni e diritti propri. Spesso quella dell'infanzia è una categoria oppressa; bisogna dunque valicare questo scoglio.

Come ormai quasi tutti gli approcci pedagogici progressisti, anche per Andrea Sola bisogna mirare allo sviluppo di persone autonome e indipendenti; e, nella Scuola Liberitaria, questo aspetto vale ancor di più, sviluppandosi attorno alla questione del Come si impara, e non del Cosa.
Già, perché è proprio attraverso il metodo di apprendimento che il piccolo umano si forma, ed è solo la modalità con cui avviene questo apprendimento che si formerà il tipo di persona che il bambino sarà da adulto.
Fondamentale in tal senso è l'atteggiamento dell'adulto (genitore o educatore) nei confronti del bambino che gli sta di fronte. Il rapporto, che è inevitabilmente di potere, non dev'essere del tipo che "impone" l'insegnamento, ma, al contrario, deve essere una tipologia di rapporto che aiuta il bambino a sviluppare la sua autonomia.

Certo, non si può prescindere da un rapporto di potere. La dipendenza del bambino dall'adulto è un dato di fatto, soprattutto nei primi anni di vita. Non lo nega, Andrea Sola, ma lo spiega molto bene: lasciare autonomia non significa abbandonare il bambino a se stesso; ma soprattutto esercitare il potere (inevitabile) non significa imporre qualcosa, ma diventare guida attraverso l'esempio diretto o indiretto (e qui si parla di relazioni "mimetico-normative").
Esercitare il potere in maniera assoluta imponendo norme e nozioni non porta a nulla. Anzi! Un atteggiamento di questo tipo è causa solo di bambini assuefatti al subire, di sentimenti di timore, di coscienza servile, odio, rancore e invidia.

Ecco perché quindi è meglio optare per una relazione mimetico-normativa: insegnare diventando guida per il bambino suscita in lui sentimenti d'orgoglio, sensi di emulazione, rispetto di se stessi, fierezza, e una coscienza (importantissima) di sapersi controllare e comportare in modo responsabile non perché obbligati, ma perché consapevoli.
Nello specifico, rinunciare al potere impositivo significa beneficiare concretamente di un rapporto educataore-bambino non più verticale, dall'alto in basso, ma circolare! Si imparerà insieme, si apprenderà la maniera migliore di procedere e ci sarà sempre uno scambio.

Tutto ciò deve nascere però da un presupposto che l'educatore deve interiorizzare e capire fino in fondo: quella della Scuola Liberitaria è un'educazione che si basa sulla consapevolezza che il bambino non ragiona assolutamente in maniera adulta. Ciò che per noi è razionale per lui non lo è. Ciò che per noi è scontato per lui non lo è. E, soprattutto, la sua sensibilità è lontana da quella adulta, e non capirlo significa non connettere minimamente con chi ci sta di fronte. E allora come procedere concretamente? Basta mettere al centro dell'educazione due aspetti.

Il primo è l'interesse del bambino verso l'oggetto di studio (che quando manca non porta veramente a nulla); il secondo è la fiducia che l'adulto deve sempre trasmettere nelle capacità del bambino (atteggiamento che viene sempre percepito dall'alunno, in ogni caso, anche quando non espresso verbalmente).

Così, ecco sintetizzati i punti fondamentali della Scuola Liberitaria, esattamente come enunciati da Andrea Sola durante il suo discorso a "Tutta un'altra scuola":

"– Il carattere guida delle pratiche libertarie è il riconoscimento del diritto del bambino alla libertà nell’apprendere. Questo è forse l’aspetto che suscita più perplessità in chi si avvicini a questa prospettiva educativa, perché è quello che più mette in evidenza la rinuncia da parte dell’adulto ai propri diritti di guida, di regista della scena. Poiché si è detto che è importante come si apprende bisogna allora anche saper rispettare i tempi e le modalità personali dell’apprendimento, cioè bisogna saper riconoscere e rispettare le differenze individuali di ciascun soggetto, rinunciando a qualsiasi atteggiamento omologante. Accettare questo principio comporta quindi rinunziare ad imporre la propria “tabella di marcia” ai bambini, essere disponibili a lasciare loro la libertà di scelta e puntare sullo sviluppo della loro responsabilità personale.

– Altri aspetti che caratterizzano fortemente questo tipo di approccio sono il riconoscimento dell’importanza del gioco come forma di conoscenza e di esplorazione di sé nel mondo e di tutte quelle forme di educazione “incidentale” (Paul Goodman) cioè determinata dall’ “incidente”, da una ricerca che produce inaspettatamente dei risultati, che proprio perché nascono da una occasione offerta dalla vita, dove il soggetto è parte attiva e motivata alla ricerca, sono tanto più importanti e significative per chi le sta scoprendo.
Ancora una volta quello che conta è prima di tutto il processo attraverso cui si arriva a raggiungere il risultato, di qui anche l’importanza dell’errore, delle incertezze, dei cambiamenti di rotta nel percorso della formazione.

– Vi è poi la pratica della condivisione delle regole su cui si basano i contesti educativi. La democrazia è pratica viva e diretta dei gruppi; di qui la consuetudine delle discussioni collettive sulle decisioni generali (le assemblee) e la pratica dei tribunali dei ragazzi, che sono un elemento essenziale di tutte le sperimentazioni di questo tipo. Ciò che caratterizza queste pratiche è che le regole non vengono imposte ma sono condivise; la differenza, fondamentale, è tutta qui.
Vorrei sottolineare incidentalmente come sia del tutto privo di fondamento il luogo comune che dove si rispettano i principi della libertà individuale allora le regole non ci sono perché vengono ritenute prive di importanza: è tutto il contrario, più la libertà viene praticata più c’è bisogno di rispettare le regole, che però devono essere accettate e condivise responsabilmente da tutti.

– Il rifiuto di qualsiasi gerarchizzazione dei saperi, basato sul riconoscimento delle diverse forme di intelligenza che sono proprie di ciascun individuo (Gardner).
Le pratiche della manualità ad esempio e dell’espressività estetica (preferisco usare questa parola piuttosto che “artistica” perché la categoria dell’artistico appartiene al mondo adulto): i bambini attraverso la manualità, la produzione e l’uso delle immagini imparano a conoscere il mondo secondo modalità diverse da quelle discorsivo-razionali proprie del linguaggio; perciò queste pratiche devono essere parte ineliminabile delle esperienze, senza limiti anagrafici di alcun genere."


(da: http://www.educareallaliberta.org/leducazione-libertaria-un-modello-di-educazione-alternativa-di-andrea-sola/)

Sara Polotti

Come replicare il metodo Montessori a casa

Giovedì, 10 Dicembre 2015 14:19

hi l'ha detto che il metodo Montessori possa essere utilizzato solo a scuola? Anche i genitori, durante la vita di tutti i giorni, possono sfruttare i principi base per ricreare il modello educativo a casa.

Come replicare il metodo Montessori a cas: prendendo spunto dal progetto pedagogico di Maria Montessori, qualche consiglio per educare bambini liberi

Il modello Montessori si basa prima di tutto sul rispetto, e questo, possiamo dirlo, è alla base di ogni buon rapporto. Quindi non solo educatore-bambino, ma anche genitore-figlio. Nello specifico, per Maria Montessori il rispetto significava dare la giusta importanza al bambino come persona impegnata nel compito più difficile della sua esistenza: diventare un individuo unico pronto a prendere il proprio posto nel mondo. Ecco, basandoci su questo, potremo aiutare nostro figlio a diventare quella persona.

Prima di tutto, il rispetto deve andare verso quel piccolo "insegnante interiore" che ogni bambino ha. Secondo il metodo, i bambini non sono da considerare grandi vasi vuoti da riempire di conoscenze, ma come individui che nel profondo hanno una loro guida che li indirizza verso ciò che hanno bisogno di imparare. Dai tre ai sei anni, anche senza il nostro aiuto, un bambino impara moltissime cose, e arriva a scuola con un piccolo bagaglio di conoscenze che può essersi creato anche da solo. Certo, non significa abbandonarlo a se stesso: semplicemente fidiamoci della sua guida interiore.
Incoraggiare l'indipendenza è poi un passo fondamentale. "Aiutami a fare da solo" dev'essere sempre il motto. Aiutarli ad imparare le abilità base che lo aiuteranno nella vita di ogni giorno stimola la responsabilità e l'auto-motivazione.

Quindi con pochi accorgimenti si potrà creare una piccola scuola Montessori a casa, con il vantaggio del comfort che una casa dà: il bambino si sente ancor più a suo agio, ed è quindi il luogo perfetto per ottenere questa indipendenza.

- Prendiamo il lettino Montessori di cui abbiamo già parlato: è un primo passo.

- Così come lo è un arredamento a misura di bambino: se tutto è alla sua altezza (o comunque raggiungibile) il bambino cercherà sempre di arrangiarsi. Giocattoli, lavagne, strumenti per disegnare, libri: basta che possa raggiungerli, e li userà quando vorrà senza dover chiedere l'aiuto di nessuno.

- Unico accorgimento: evitate l'utilizzo di scatole riempite di giocattoli e peluche (creano solo disordine fisico e mentale): optate magari per delle mensole, sempre ad altezza di bambino, e a cestini aperti e vassoi per dividere tutto!

- Evitate la TV in camera. Piuttosto, metteteci una radio o un I-Pod con i quali i bambini potranno ascoltare la musica che vorranno arrangiandosi da soli.

- Tenete una lavagnetta dove scrivere gli appuntamenti, appendere i loro disegni, foto di famiglia e tanto altro.

- E, soprattutto, (sempre alla loro altezza!) mettete un orologio analogico in cameretta: non distrae ed è perfetto per concentrarsi su secondi, minuti e ore visivamente.

- Utilissimo è etichettare gli oggetti: tutto, dai pennarelli ai giocattoli, dai libri al cassetto delle calze, può avere la sua dicitura, da leggere ogni volta che il bambino chiederà, interessandosi delle lettere.

- In cucina, basta disporre i cibi e le merendine nei cassetti del frigorifero più in basso e nei cassetti e negli armadietti alla portata del bambino. I cibi possono poi essere conservati in scatole di plastica con coperchio che i bambini potranno aprire senza difficoltà, finché non impareranno a svitare i tappi dei barattoli o a scartare la plastica degli snack, ad esempio.

- Prendete poi degli utensili da cucina apposta per i bambini; piatti, ciotole, forchette e bicchieri da poter riporre negli armadietti in basso e da usare quando vuole, magari combinando qualche pasticcio ma imparando ogni giorno di più ad utilizzarli senza aiuto.

Sara Polotti

Sara

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Cecilia

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