Il lavoretto di Natale degli Elfi della Gentilezza

Mercoledì, 02 Dicembre 2015 08:01

Le tradizioni di Natale sono tante. L'albero, Babbo Natale (o Santa Lucia in alcune zone d'Italia), il calendario dell'avvento, il presepe, la Befana. Perché non inaugurarne un'altra, quest'anno?

Vi raccontiamo una nuova tradizione gentile, educativa e tenera i cui protagonisti sono carinissimi folletti: il lavoretto di Natale degli Elfi della Gentilezza

Un po' come per il calendario dell'avvento, si possono utilizzare questi piccoli elfi per tutto dicembre, per accompagnare l'arrivo del Natale e di Babbo Natale.

L'idea è quella di fare trovare due o tre elfetti (magari quelli così carini di stoffa che avete trovato al mercatino di Natale l'anno scorso, o le decorazioni per l'albero a forma di folletto natalizio!) in giro per casa ai vostri bambini. Ogni giorno, al loro risveglio, li troveranno in posti inaspettati, sempre diversi: un mattina in bagno, il giorno successivo sulle mensole della cucina, quello dopo ancora sulla scrivania in cameretta.

Peculiarità degli Elfi della Gentilezza sono i messaggi che portano con loro. Ogni giorno, su un bigliettino che li accompagna, gli Elfi propongono al bambino, per prepararsi bene a questo importante periodo dell'anno, un suggerimento per esercitare una virtù fondamentale che spesso viene lasciata al caso o, ahinoi, all'oblio: la gentilezza.

Vedendoli suggeriti da questi simpatici elfi, i bambini eseguiranno i compiti assegnati volentieri, con gioia, in maniera giocosa, ed eserciteranno la loro gentilezza. Non solo: attraverso questo "gioco" (che gioco non è) vedranno quanta felicità può portare un piccolo gesto, e si abitueranno a compierne anche durante l'anno. Gentilezza e compassione implementeranno nel loro cuoricino, è assicurato!

I messaggi possono essere di ogni tipo. Dopo aver fatto la loro comparsa nei primi giorni di dicembre, accompagnati da una letterina in cui spiegano cosa ci fanno lì e qual è il loro compito, nelle mattinate successive gli Elfi della Gentilezza porteranno messaggi come "portare un sorriso ad un anziano", "preparare dei biscottini per i nostri vicini di casa", "donare dei giocattoli all'ospedale pediatrico", "esprimere la nostra gratitudine a qualcuno".

Se il compito della giornata è preparare della marmellata per gli anziani della casa di riposo, ad esempio, gli Elfi potranno comparire sul tavolo della cucina accanto alla ciotola della frutta, o dentro ai barattoli per confetture, esclamando "Ehi! Perché oggi non facciamo un po' di marmellate da portare ai nostri amici più anziani che vivono nella casa di riposo del paese? Porteremo loro una cosa deliziosa e loro ci regaleranno un sorriso e un ricordo!"; quando i bimbi si troveranno a dover "leggere un libro insieme alla sorellina che ancora non sa leggere", sarà perché hanno trovato gli Elfi proprio su quel libro aperto; oppure, quando li troveranno accanto ai loro dentifrici e spazzolini, sarà perché gli Elfi staranno dicendo loro di "lavarsi i denti in maniera perfetta finché non brillano: oggi è la giornata giusta per portare SORRISI a tutti coloro che incontreremo!".

Non datevi regole precise: il compito degli Elfi è quello di stimolare gentilezza e compassione, non quello di fare sentire i bimbi obbligati a svolgere compiti noiosi. Usate la fantasia e la conoscenza del vostro bambino, quindi, e provate, a volte, a lasciare messaggi riguardanti il giorno prima, oltre all'attività per la giornata. Sarà bellissimo per i bambini leggere ciò che gli Elfi pensano di loro, ad esempio di quanto fossero contenti nel vederli, il giorno prima, fare la buona azione: "è stato bellissimo vedervi donare i vostri vecchi giocattoli a qualcuno più sfortunato di voi - avete portato un sorriso a un bambino, ed uno al giocattolo: anche lui si sentiva stufo di non essere più utilizzato"!

Ecco dei bigliettini stampabili gratis con idee di gentilezza che potete far trovare ai vostri bimbi. 

Se i vostri bambini vorranno scrivere a loro volta dei messaggi agli Elfi, lasciateli fare: anche loro possono suggerire ai piccoli amici attività che piacerebbe loro svolgere.
Ecco, funziona un po' così. Una tradizione semplice, divertente, commuovente ed educativa, fattibile con pochissimo e dai risultati meravigliosi.

 

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C'è un gruppo di genitori, su Facebook, che ha creato la pagina "Bimbi sani in un mondo sano". Preoccupati per la salute del mondo che influisce su quella di noi stessi e dei nostri bimbi, hanno deciso di confrontarsi e condividere esperienze, dubbi, consigli e punti di vista.

Quella proposta da Bimbi sani in un mondo sano è una petizione importante: con "Via gli alimenti cancerogeni dalle mense scolastiche" si vuole sensibilizzare e provare a cambiare la situazione attraverso le firme di tutti.

I bambini passano davvero molto del loro tempo dedicato alla nutrizione nelle mense dei loro complessi scolastici, spesso ingurgitando cibi non propriamente salutari.

Che senso ha quindi fare attenzione all'alimentazione casalinga quando la maggior parte delle volte le regole a cui i genitori tengono non vengono seguite o rispettate?

I genitori ideatori della petizione, leggibile e firmabile su change.org (https://www.change.org/p/ministero-della-salute-via-gli-alimenti-cancerogeni-dalle-mense-scolastiche), vogliono far pressione direttamente sul Ministero della Salute, le cui raccomandazioni a questo proposito sono parecchio obsolete e non tengono conto degli ultimi sviluppi in materia di alimentazione.

Ciò che il Ministero dovrebbe fare è adeguarsi alle linee guida più recenti per la prevenzione delle malattie croniche e del cancro, come quelle proposte dal Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro (WCRF), dall’European Society of Cardiology (ESC), dall’American Heart Association (AHA) e dall’OMS (WHO).

Queste linee guida prevedono:

- porzioni giornaliere di alimenti vegetali come cereali integrali, verdura e frutta fresca;

- eliminazione delle carni processate e limitazione dell'assunzione di grassi saturi, carni rosse e zuccheri semplici.

I rischi di un'alimentazione scorretta sono sotto gli occhi di tutti, e allarmano quando scopriamo che, alla luce dell'ultimo rapporto OCSE, un bambino italiano su 3 è in sovrappeso, mentre 1 su 10 è già dichiarabile obeso.

Ecco cosa recita quindi la petizione, a cui aderiscono anche una cinquantina di medici e nutrizionisti:

"Noi genitori chiediamo che nelle mense scolastiche italiane siano eliminati gli alimenti considerati cancerogeni, come le carni conservate, e ridotti gli alimenti di origine animale a vantaggio di quelli di origine vegetale
in ragione delle seguenti motivazioni:

— i ripetuti allarmi sulla situazione sanitaria dei bambini italiani, tra i più obesi in Europa;

— la consapevolezza che l’obesità predispone alle malattie croniche, come diabete e malattie cardiovascolari, e al cancro; e che troppi tra i nostri bambini mostrano già segni di queste malattie in età pre-scolare;

— i reiterati appelli a ridurre il consumo di carne delle Nazioni Unite e degli enti di protezione ambientale;

— le raccomandazioni degli esperti in nutrizione del World Cancer Research Fund, che esortano a:

- basare la propria alimentazione prevalentemente su cibi di provenienza vegetale, con cereali non industrialmente raffinati e legumi in ogni pasto e un'ampia varietà di verdure non amidacee e di frutta

- limitare il consumo di carni rosse ed evitare il consumo di carni conservate

e del Ministero dell’Ambiente, che sia al fine di tutela ambientale che della salute umana sottolinea l’importanza di:

- promuovere il consumo di alimenti vegetali in alternativa a quello degli alimenti di origine animale

Questo il testo e le richieste della petizione, consultabile al seguente indirizzo (https://www.change.org/p/ministero-della-salute-via-gli-alimenti-cancerogeni-dalle-mense-scolastiche) e firmabile attraverso un semplicissimo form sulla destra.

Ad ora 5.391 genitori e interessati hanno firmato. Manca però ancora qualche passo: restano ancora 2.109 firme per dare validità alla richiesta, che verrà quindi inoltrata al Ministero della Salute solo in seguito al raggiungimento del traguardo.

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

 

Se la Peppa Mania, da quando la serie è sbarcata anche in Italia nel 2010, ormai è dilagata e costruirvi argini è impossibile, un motivo c'è. Anzi, più d'uno! Per noi grandi è difficile capire come questa maialina possa trafiggere tanti cuori bambini dai sei anni in giù. Ma per loro l'amore è talvolta inevitabile.
Se è Peppa Mania ci sarà un perché: la maialina più famosa del mondo è amata dai bambini per molti motivi, e noi vi mostriamo 5 punti per cui questo è positivo
I disegni semplici, stilizzati e piatti sono come i loro; il punto di vista, quello di Peppa, maialina cinquenne, è come il loro; i luoghi d'azione, da casa a scuola fino al parco, sono come i loro. Non solo: la brevità dei singoli episodi permette di mantenere la giusta concentrazione senza sforzo; la voce narrante rende semplici le situazioni, immergendo il bambino senza difficoltà nello svolgersi degli eventi; i comportamenti dei personaggi (i ruttini, lo sporcarsi) sono "vietati" nella vita reale, ma lì sono divertenti. E soprattutto si ride sempre.

Quindi, ecco 5 motivi per cui Peppa Pig è un cartone positivo per i bambini.

1. La famiglia affettuosa e incoraggiante

La famiglia di Peppa è abbastanza normale: Peppa, il fratellino George, la mamma, il papà, i nonni (senza nomi: come per ogni bambino, il punto di vista è quello della piccola Peppa, che non chiama con il nome proprio i famigliari adulti). Tutto normale, ma, soprattutto, confortante. Peppa ha una famiglia affettuosa con cui passa moltissimo tempo. Il lavoro dei genitori è nominato davvero molto poco, perché, come tutti i bambini, Peppa non nota il tempo passato da loro a lavorare, ma solo quello speso bene con loro. Insomma, mamma Pig e papà Pig sono esempi da seguire: spendono tempo prezioso con i figli, li accudiscono e li supportano, trovando il modo di insegnare senza punire.

2. La caduta degli stereotipi

Famigliola felice, ok, ma facciamoci caso: non è assolutamente stereotipata, balzata fuori dagli anni Cinquanta o dal mulino bianco. I compiti donna/uomo non sono marcatamente separati come nelle trasmissioni di una volta. La mamma lavora al computer, il papà è spesso in grembiule. La signora Coniglio guida il treno e svolge lavori tipicamente "maschili", la maestra di Peppa ha un gruppo rock e Mummy Sheep ha un figlio senza una figura maschile al suo fianco. I bimbi che guardano il programma si faranno velocemente l'idea che ognuno può fare nella vita ciò a cui più è portato, e, soprattutto, che anche le figure femminili hanno del carattere. Molto moderno!

3. L'amore per l'ambiente

Spesso, all'interno delle puntate, buttate lì ma studiate per bene ci sono le scene dedicate all'ambiente. Se Peppa è consapevole e impegnata verso la natura, lo diventeranno anche i bambini che la guardano e che la amano. Peppa fa la raccolta differenziata, sta attenta ai rifiuti, fa molti picnic con la famiglia e gite in bicicletta godendosi l'ambiente. Niente di più salutare!

4. La multiculturalità e l'antirazzismo

Bellissimo è il messaggio che le diverse specie di animali presenti nel cartone mandano: ognuno è di una razza differente, visibilmente, ma tutti, tutti, tutti sono amici. Lupi, conigli, pecore, volpi, elefanti: tutti vanno a scuola insieme, sono vicini di casa, giocano e si trovano spesso tutti insieme. Certo, ognuno ha la sua caratteristica, come il verso o l'indole, ma tutti convivono con gioia e senza problemi (senza appiattire affatto le singole personalità e peculiarità razziali).

5. È un cartone animato lento, e questo è davvero, davvero positivo

Come accennato, le singole puntate sono abbastanza brevi. Ma, soprattutto, il fluire della narrazione è molto più lento rispetto ad altre trasmissioni. Oggi i bambini sono spesso alla mercé della velocità. Tutto è accelerato, ma i nostri figli hanno bisogno soprattutto di tranquillità. Peppa Pig, con il suo ritmo calmo e comodo, permette al bambino di concentrarsi senza difficoltà, senza stancarsi o sforzarsi più del dovuto, facendo proprio il cartone e inglobando quindi tutti i messaggi e i comportamenti positivi che, come abbiamo visto, Peppa Pig può infondere.

 

Ecco alcuni regali che trovate su Amazon inerenti al mondo di Peppa Pig

- Ospedale di Peppa

 

- Camper di Peppa

 

- Macchina di Peppa

 

- Razzo di Peppa

 

Sara Polotti

11 foto del ritorno a casa di famiglie adottive

Martedì, 01 Dicembre 2015 12:30

Ci sono storie, ancora poco conosciute, raccontate, che sono di una bellezza incredibile. Ci sono emozioni grandi, quelle di genitori ma anche di bambini e intere famiglie che hanno atteso quel momento per tanto, tanto tempo: la strada è stata dura per loro, hanno lottato molto, hanno sofferto e in alcuni momenti hanno pensato di non farcela. Ma alla fine eccoli qui, di ritorno a casa con il loro piccolo. Inizia una nuova storia, una nuova vita, questa volta insieme, mai più uno senza 'altro. 

 

1. Owen aveva 20 mesi quando la sua mamma e il suo papà lo adottarono in Cina in un orfanotrofio. Photo by Brooke Collier Photography.

 

2.Olivia al suo arrivo in Virginia con la sua mamma e il suo papà. I suoi nonni la stavano aspettando in aereoporto. Photo by Three Continents Photography.

 

 

3.Callie al suo arrivo in Virginia con la sua mamma Grace, il suo papà Peter e il suo fratello maggiore Carson. Photo by Three Continents Photography.

 

4. Bella, orfana di Haiti, adottata da mamma Lisa e da papà Reade. Photo by Crystal Hardin

 

5. Maki, anche lui adottato da mamma Lisa e papà Reade. Photo by Crystal Hardin 

 

6. Welly, anche lui orfano di Haiti, adottato Jennifer e Lance. Photo by MJW Photography. 

 

7. Lisa in arrivo dalla Cina all'aereoporto di Atlanta dove l'aspettavano i nonni e tutti i parenti. Photo by Kristen Lee 

 

8. Jillian con la sua nuova famiglia, anche lei originaria della Cina. Photo by Alyse French Photography 

 

9. Annalee con mamma Rebecca, adottata in un organotrofio del Sud Corea.  Photo by Chesley Summar.

 

10. Lindsay e Scott con il loro piccolo Zeke nel 2014. Photo by Jclaytor Photography.

 

11. Justice, adottata nell'aprile 2013 da Shelly e Jason. Photo by Tara Peddicord Photography

Scopri anche la storia di Rita, mamma adottiva

La redazione di mammapretaporter.it

"IO NON AIUTO MIA MOGLIE NELL'ACCUDIMENTO DEI FIGLI, né TANTOMENO NELLE FACCENDE DOMESTICHE"

Martedì, 01 Dicembre 2015 11:46

Questo ciò che dice lo psicologo Alberto Soler Sarriò, dopo aver udito in un supermercato due signore che commentavano: "devi vedere i giovani d'oggi come aiutano le mogli a tirar su i figli".
Dopo aver ascoltato questo discorso non potè far altro che mordersi la lingua e sorridere. Tornato a casa, però, decise di scrivere sul suo sito, ciò che avrebbe desiderato dire loro.
"questa è una situazione allettante per poter provocare e mettere in luce il mio lato "femminista".
Cosa avrei desiderato dire a queste signore? Probabilmente, come in altre occasioni avrei detto loro: mi scusi signora, ma la contraddico: non aiuto, né penso di aiutare mia moglie con i figli."

E proseguirei spiegandole il mio punto di vista a riguardo. "Prima di avere dei figli, non ero mai stato di quegli uomini che aiutano le proprie mogli nei lavori domestici, ma nemmeno mia moglie ha mai aiutato me. E quando sono arrivati i figli, le cose hanno proseguito nella stessa maniera: né ho aiutato con i figli, né con le faccende domestiche. Ci sarà qualcuno che non avendo intuito il tono del mio discorso, sarà ben felice di potersi appigliare a queste argomentazioni e starà pensando che sia una persona meravigliosa, compatendo mia moglie (poveretta che pena le è toccata).

No! Io non aiuto mia moglie con i figli perché non posso aiutare qualcuno con qualcosa che è mia intera e completa responsabilità. I bambini, come le faccende domestiche, non sono patrimonio di nessuno: non appartengono né all'uomo né alla donna. Come se non fossero i miei figli e non fosse mia responsabilità occuparmene. Faccio, con molto sforzo e molto gusto né più né meno quello che mi compete. Come del resto fa mia moglie."

Dopo di che, spiega perché abbiamo questa visione delle responsabilità ripartite, dicendo che:

"abbiamo ancora in mente un modello di educazione patriarcale, all'interno del quale ci sono delle distinzioni di ruoli molto nette: l'uomo è colui che procura il sostentamento, mentre la donna è colei che gestisce la casa (il che include i figli). Senza dubbio, negli ultimi decenni, la società è cambiata profondamente e questa distinzione di ruoli è passata, in molti casi, alla storia.

Oggi, la donna, seppure seguiti a subire discriminazioni, è responsabile delle sue scelte di vita. Può sviluppare le proprie capacità lavorative nello stesso ambito in cui le sviluppa un uomo, sebbene tutt'oggi le discriminazioni sociali siano profonde. Quando decide di dedicarsi alla cura dei figli, nella maggior parte dei casi, lo fa per scelta personale e non per mancanza di opportunità o diritti sociali.

In un momento storico in cui abbiamo questa parità di ruoli, parlare dei figli come fossero responsabilità esclusiva della donna, è un retaggio del passato. Oggi giorno uomini e donne si dividono (o dovrebbero farlo) in modo equilbrato quei compiti che impegnano entrambi, come la casa ed i figli. E cosa significa impegnarsi in modo equilibrato? Questo equilibrio non implica in (quasi) nessun caso una ripartizione 50-50, bensì un adattamento flessibile di disponibilità tra membri della famiglia ed incombenze che si avvicendano."

Prosegue il Dott. Sarriò segnalando quali sono i compiti propri della madre e quelli propri del padre. "Possiamo dire che, a parte il fatto di essere biologicamente madre, quindi incaricata dell'allattamento, il resto degli innumerevoli compiti che sono connessi alla cura dei figli, non sono patrimonio esclusivo di nessuno e sono totalmente ed assolutamente intercambiabili tra madre e padre, naturalmente in funzione delle circostanze o delle preferenze (sia dei figli che dei genitori - Oggi vorrei dormire con papà/mamma -) o delle abilità di ciascuno.
Una buona suddivisione dei compiti genera comprensione e non instaura conflitti, permettendo un'organizzazione armoniosa della routine domestica."

Per concludere:

"Quindi, tornando al principio, NO SIGNORA, IO NON AIUTO MIA MOGLIE NELL'ACCUDIMENTO DEI FIGLI. TANTOMENO NELLE FACCENDE DOMESTICHE. Vado con loro al supermercato e mi accompagnano ovunque vada. Cambio loro i pannolini, faccio loro il bagno, li porto al parco o preparo loro da mangiare, non per aiutare mia moglie, ma perché sono miei figli, sono mia responsabilità e desidero che possano crescere con un modello di famiglia e di suddivisione di compiti differente da quello che è stato il mio ed il suo signora."

Traduzione e revisione del testo di Sara Donati (www.saradonatifilmaker.com)

La dieta del gruppo sanguigno

Martedì, 01 Dicembre 2015 07:54

La dieta del gruppo sanguigno è un regime alimentare che si ispira all’alimentazione dei nostri antenati. Secondo questo stile, le abitudini alimentari influenzano il sistema immunitario, migliorando la propria di salute. Il naturopata italo-americano D’Adamo, ideatore di questo stile alimentare, sostiene che i 4 gruppi sanguigni (A, B, AB, 0) si siano formati durante l’evoluzione della specie e che essi rispecchino le attitudini alimentari dei vari soggetti.

Il gruppo 0, il più antico, è il gruppo dei “cacciatori”, persone con un sistema immunitario molto reattivo, con un apparato digerente molto resistente e predisposte ad un alimentazione ricca di cibi di origine animale, verdure e legumi.

Il gruppo A, è il gruppo degli “agricoltori”, persone con un sistema immunitario molto sensibile alle infezioni, la cui alimentazione dovrebbe essere basata su frutta, verdura, pesce ed uova; carne rossa e latticini non sono bel tollerati.

Il gruppo B, è il gruppo dei “nomadi”, persone con un sistema immunitario suscettibile a problematiche autoimmuni; la loro alimentazione può essere molto varia, non prediligono il glutine come il gruppo 0.

Il gruppo AB, è il gruppo più recente, presenta caratteristiche affini al gruppo A e B; il loro sistema immunitario è molto resistente contro allergie e patologie generali, non sono adatti alla digestione di carne e glutine.


Se questo stile alimentare da un lato ci permette di avere delle indicazioni di massima su quello che dovrebbe essere lo stile alimentare delle persone, dall’altro non tiene conto delle variabili individuali, tra cui la maggior reattività individuale verso determinati alimenti (reazioni allergiche o intolleranze alimentari). Oggi ci si direziona maggiormente verso la personalizzazione della dieta e a questo proposito, risulta più appropriato e soggettivo effettuare un’analisi genetica, la Nutrigenomica. Questo approccio permette di studiare e valutare il proprio corredo genetico legato al metabolismo degli alimenti e pianificare al meglio il profilo nutrizionale, sfruttando i punti di forza dei cibi che meglio rispondono alle proprie caratteristiche genetiche, migliorando le funzioni globali dell’organismo.


Dr. Alessio Tosatto, Nutrizionista IMBIO

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Ricetta davvero semplice ma che può essere utilizzata in tantissimi modi: come farcitura dei dolci, come ripieno di panini, come crema per un tiramisù veg, un dolce al cucchiaio o una bavarese. Insomma, è incredibilmente utile!

Come preparare la crema spalmabile vegan (versione dolce): 

Cercasi bambolotto, disperatamente

Lunedì, 30 Novembre 2015 13:13

Mio marito è agente di commercio, io giornalista: lui può avere un attacco di panico se lo fai stare più di un giorno seduto davanti a una scrivania, io posso soffrire di tachicardia se mi fai stare nel traffico quotidianamente. La mia amica Susanna ama stirare ma non cucina neanche per sbaglio, io invece me la cavo in cucina ma non sono capace a stirare. Ognuno è diverso e probabilmente lo è fin dal concepimento: sicuramente come genitori possiamo fare molto per la crescita dei nostri figli ma credo che le basi siano innate, che i nostri figli già dal grembo abbiamo delle caratteristiche non solo fisiche ma anche caratteriali ben precise. Così la mia primogenita in pacia era un terremoto, non mi faceva dormire mai: e ancora ora non ama dormire ed è molto agitata. Il mio maschietto dormiva sempre quando ero incinta e anche adesso è un gran dormiglione! 

Fin qui tutto semplice no? La domanda che mi pongo è: perchè, se accettiamo facilmente che noi adulti siamo diversi e generalmente non abbiamo la necessità di criticare la diversità (a te interessa se alla mia amica Susanna non piace cucinare?), con i bambini siamo così giudicanti? 

Se a partire dalle scuola materna noi genitori siamo più propensi ad eccettare l'individualità del bambino, con il neonato diventa una vera e propria ossessione per molti: il neonato ha uno standard ben preciso che deve esssere rispettato, ed è quello del bambolotto. Il bimbo bambolotto mangia, dorme, piange solo quando ha fame, fa la cacca non troppo e non troppo poco, sorride agli estranei e si fa prendere in braccio da tutti. Si addormenta in giro mentre sei a cena, ama le fotografie, l'acqua del bagnetto e farsi massaggiare. 

Ora prendiamo noi stesse e le persone intorno a noi e chiediamoci se noi corrispondiamo a questi canoni: mio marito odia i massaggi, ha difficoltà ad addormentarsi e in generale non ama stare in mezzo alla gente. Io odio quando le persone sconosciute mi toccano (potessi li prenderei a pugni) e piango anche senza motivo, sopratutto quando sono stanca. Ho giornate no, e sinceramente non so spiegarvi il motivo: forse perchè ho dormito male, forse perchè semplicemente quel giorno mi girano e basta. Quindi? Sono un adulto difficile? Non credo. Di sicuro non sono una di quelle persone super accomodanti, sempre sorridenti e sempre positive: ma sinceramente, quante ne conosciamo di queste?

E di preciso, perchè vostro figlio dovrebbe esserlo se, tra l'altro, il suo corpo e la sua mente devono ancora svilupparsi e magari piange perchè non riesce ad addormentarsi ma non ha 40 anni e quindi non può prendersi un libro da leggere o guardarsi un bel film in tv per convivere con l'insonnia?

Papavero3 

I tots sono delle crocchette di patate o di verdure molto famose nel mondo anglosassone: io le preparo molto spesso a casa mia perchè sono gustose, veloci da creare e mi consentono di far mangiare verdura al mio bimbo grande (e a suo padre anche). 

Ecco la ricetta per preparare dei deliziosi cavolfiore tots: un modo veloce e gustoso per far mangiare verdura ai bambini

Sophie è nata in Francia, ha cinquant'anni, ma è bella come il primo giorno. Il signor Rampeau la inventò nel 1961, e da allora è stata l'alleata di migliaia di dentini che spuntano in tutto il mondo.

Con Sophie la Giraffa, sicurezza e morbidezza a prova di dentino esistono: scopriamo questo giocattolo bello, sicuro e adatto ai bimbi tormentati dai dolori dei primi denti che spuntano.

Mordicchiare senza pericolo è il pensiero di tutte le mamme per i loro piccoli nel momento dello spuntare dei primi dentini. Un'alternativa ai soliti aggeggi c'è, ed è molto divertente: parliamo di Sophie, la giraffa creata con amore, con materiali rigorosamente atossici e seguendo un processo che prevede quattordici operazioni manuali necessarie affinché questa amica non rappresenti un pericolo per i più piccoli.
Anzi. Con la sua consistenza e il suo aspetto esotico e dolce, Sophie è amata da tutti i bambini a partire dai tre mesi di vita, e lo prova il fatto che i pianti a dirotto vengono spesso interrotti quando tra le loro braccia si infila Sophie. Accarezzabile e mordicchiabile, alta 18 centimetri e realizzata in caucciù naturale dipinto con colori atossici alimentari, la giraffina ha un aspetto davvero tenero, ed è perfetta per la percezione dei bimbi così piccoli.

La forma e la dimensione di Sophie sono studiate perché stiano esattamente e comodamente tra le mani dei bimbi in età da dentini: la sua presa è facile ed è maneggiabile con facilità per permettere i movimenti che in quel momento il bambino ritiene più confortevoli ad alleviare il fastidio.
Soprattutto (ed è questa la caratteristica che la differenzia e le fa fare un salto di qualità rispetto agli altri giocattoli pensati per quel periodo), Sophie la Giraffa stimola tutti e cinque i sensi, dimostrandosi pedagogicamente utile oltre che confortante.

La vista è incoraggiata grazie alle macchie scure in contrasto con il fondo chiaro, a somiglianza di una vera giraffa; il tatto è coccolato grazie al naturalissimo e morbidissimo caucciù; l'udito si allerta grazie al suono ottenuto nel momento in cui l'animale viene premuto; l'olfatto è in costante ascolto dell'inconfondibile profumo vanigliato, identificabile rispetto a qualsiasi altro odore. E infine ad essere stimolato è il gusto, su cui il bambino inevitabilmente si concentra mordicchiando e salivando teneramente su Sophie.

A partire da Sophie, protagonista indiscussa, sono nati successivamente altri giocattoli e personaggi.

Finora, le linee sono tre.

Nella prima, "C'era una volta", si possono trovare i funghetti Chan, Pie e Gnon, Fan Fan il cerbiatto, Gabin l'orsetto, Josephine la topolina, Kiwi l'uccellino, il gattino Lazare e la tartaruga Margot, pensati anch'essi per stimolare e alleviare i dolori della dentizione; e, oltre a quelli specifici per i dentini, è possibile trovare anche il giochino per il bagnetto e il sonaglino, di cui protagonista è di nuovo Sophie.

"So' Pure" è la seconda linea, pensata per essere totalmente ecosostenibile, prodotta in cotone organico 100%, fibra di mais e gomma 100% naturale. Al suo interno compaiono diversi giocattoli per i neonati, anch'essi pensati per stimolare i sensi. Dall'anello per la dentizione (più tradizionale) alle palline per la prensione, dai cubetti di caucciù fino a un altro giochino per il bagnetto.

La linea "Fresh Touch" vuole invece coprire tutti i momenti di bisogno del bambino, non solo quelli della dentizione. Trottole, tappeti interattivi, libri morbidi, set per la tavola, sonaglini: c'è un po' tutto, e, come sempre, ogni prodotto rispetta la natura e la sicurezza del bambino.

Detto ciò, non stupisca che Sophie da cinquant'anni a questa parte abbia preso un posto d'onore nel cuore di genitori e bambini: è meritato. È bella, tenera, naturale, sicura, confortante. E (un po' di frivolezza non guasta mai) le celebrities la amano altrettanto. Date un'occhiata alla gallery!

Sara Polotti

Sara

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Cecilia

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