Le cause della stitichezza sono davvero numerose: da una alimentazione carente di fibra, all'assunzione di poca acqua a intolleranze alimentari per esempio. Come sappiamo anche lo stress gioca un ruolo fondamentale. La naturopatia indica che la via di guarigione è quella che si basa sulla ricerca delle cause prime del malessere e non di semplici cure del sintomo. Tenendo ben presente ciò, ecco la ricetta di una tisana che potete bere tutte le sere, almeno una tazza (io ve ne consiglio due) dopo cena e prima di andare a letto. Ottimo sarebbe anche riuscire a berne una tazza durante la giornata.

Quella macchia di colori sembra proprio una farfalla. "Ma no, mamma! Ho disegnato un pagliaccio!". E quella che sembra un sasso capovolto è una Tartaruga Ninja, nientemeno.

Capita a tutti i genitori. Soprattutto quando vostro figlio si sente super artista e dipinge tutto il giorno disseminando casa di disegni incomprensibili (ma sempre bellissimi!).

Alla fine ti ritrovi ad usare tutta la gamma di espressioni che ti evitano il momento di indovinare il soggetto. Del tipo: "Wow, quanti colori!", "Mi piace il modo in cui hai usato i pastelli a cera" o "Spiegami a parole tue il tuo bellissimo disegno".

Come parlare a tuo figlio del suo modo di fare arte: le cose da dire e non dire quando il tuo piccolo ti mette davanti alla sua bellissima, indecifrabile opera d'arte

- Sì alle domande riguardo al suo lavoro. Chiedigli di parlarti di come gli è venuta l'idea o quale tecnica ha utilizzato o rivisitato: lo farà sentire importante e stimolerà le sue capacità comunicative (fondamentali per un vero artista!).

- Sì ai commenti: parla apertamente della sua tecnica e cosa ti piace di essa. Ad esempio, di come sta venendo bene la mescolanza tra due colori, del suo modo di tratteggiare o di pennellare, di quanti bei pois sta mettendo nel suo disegno.

- Sì ai riconoscimenti: fai notare a tuo figlio il fatto che sei a conoscenza del duro lavoro che sta facendo, di come si sta impegnando e di quanta cura sta mettendo nei dettagli, o di quanto sia bravo a immaginare e creare.

- Si ai limiti:i travasi sono i travasi, il disegno è un disegno. Per cui poniamo dei limiti strutturali se i nostri piccoli invece che disegnare con le tempere vogliono solo spremere le confezioni: ciò significa che non hanno piacere di disegnare ma di effettuare attività più sensoriali e magari troveremo anche modo di coinvolgerli quando spremeremo un tubetto di dentifricio!

No

- No a commenti negativi: regola numero 1 mai disprezzare il lavoro dei vostri piccoli, ne uscirebbero con l'autostima a pezzi. 

- No alle domande del tipo: "E questo cos'è?". Niente di più scoraggiante e demotivante. Ma come, cos'è? Allora significa che non è stato bravo abbastanza?

- No ai complimenti automatici e impersonali. Un "Com'è bello" detto impulsivamente, automaticamente e frettolosamente non porta a nulla. Lui capirà che non sei sincero!

Sara Polotti

Viviamo in un'epoca frettolosa. Non c'è dubbio: sembra quasi che la felicità sia un lusso per chi ha la fortuna di stare fermo, e il traguardo finale pare essere solo il raggiungimento di obiettivi lontanissimi.
Ma bisogna ricordarsi che è impossibile vivere momenti sereni se la famiglia non si prende attimi per riflettere sulle piccole cose, per godere di gesti apparentemente insignificanti e per, semplicemente, passare del tempo insieme. Il bambino ha bisogno di questi momenti, non di vivere nel mondo adulto sempre stressato, di corsa e insoddisfatto: se così non fosse, le conseguenze negative sarebbero devastanti, percependo lui tutto il pessimismo che lo circonda.

Ecco 4 modi per crescere bambini felici anche in momenti di stress: alcuni consigli per rallentare e concentrarsi sulla vita dei nostri figli, in maniera che crescano sereni e senza affanni.

1. Insegnate loro a gestire le emozioni senza cancellarle

Troppo spesso i genitori tendono a minimizzare, o addirittura ad annullare, le emozioni negative che i bambini possono provare. Quando di fronte si trova un problema, al bambino viene spiegato che non è così importante, o addirittura viene nascosta la questione. A volte è giusto,e l'intenzione è comprensibilmente ragionevole. Ma i bambini provano ogni giorno una gamma di emozioni infinita, ed è giusto che ne facciano esperienza.
Il messaggio che deve passare il più spesso possibile non è quello di tapparsi occhi e orecchie e fare finta che i problemi non esistano o passino da soli, ma quello che ogni emozione è giusta, è ok, e va vissuta, essendo parte della vita.

2. Concentratevi sull'empatia

Spesso è difficile provare ad empatizzare con qualcuno, soprattutto nei momenti di arrabbiatura e di frustrazione, di orgoglio e di capriccio. Capita spesso quando sentiamo che gli altri non si aprano a te o facciano scelte solo per ferirti. I bambini lo provano spesso, ad esempio quando vengono scherzati (anche bonariamente), quando si sentono esclusi dal gruppo o quando vengono criticati da un adulto.
Certo, è difficile, ma i bambini devono imparare che dopo il primo momento di frustrazione arriva quello del processo di riflessione, ed è proprio lì che bisogna iniziare a pensare alle ragioni dell'altro e ad analizzare la situazione. Insomma, è bene, spesso, mettersi nei panni delle altre persone.
I bambini empatici diventeranno adulti capaci di prendere decisioni indipendenti, di prendersi cura degli altri e di difenderli quando necessario e di capire quando è bene non cedere alle pressioni.

3. Parlate della loro ansia

L'ansietà dei bambini è un fatto, e purtroppo è sempre in crescendo. C'è modo e modo di affrontarla: parlare delle ragioni per cui si sentono ansiosi o insegnare loro come far fronte a questo sentimento per tentare di ridurlo.
Aiutarli a capire la connessione mente-corpo è fondamentale. Se i bambini capiscono che il mal di stomaco è dovuto all'agitazione per una verifica, o il mal di collo alla tensione per lo spettacolo di fine anno, possono imparare a trovare strategie per sentire meno la pressione. Non solo: fargli capire che esistono emozioni felici ed emozioni tristi e nervose che possono prendere il sopravvento è molto utile, e insegnargli che farsi degli auto incoraggiamenti o dei discorsi interiori allevia le tensioni sarà per loro un grande aiuto.

4. Adottate misure per alleviare lo stress

Tornare alle origini è il miglior modo. Quando i componenti di una famiglia sono zeppi di lavoro, stressati e irascibili la soluzione è un'alimentazione sana, una buona dormita e ritagliarsi degli spazi di inattività tranquilla. Quando siamo troppo impegnati e dormiamo poco, beh, il nostro corpo e la nostra mente cedono.
La famiglia stressata deve fare un passo indietro per guardare il quadro generale. Ogni membro, sia gli adulti che i bambini, deve guardare alla sua tabella settimanale e decidere di togliere un'attività superflua che toglie solo tempo alla casa e al riposo. È bene prendere questa misura tutti insieme: la famiglia si sentirà unita e ognuno supporterà gli altri per il bene comune.
No ai troppi impegni, sì al tempo in famiglia!

Sara Polotti

I giusti limiti da dare ai bambini

Mercoledì, 16 Dicembre 2015 22:00

Negli ultimi 50 anni la famiglia ha attraversato delle trasformazioni importanti sia nel suo assetto sia nelle modalità di crescita dei figli. Il passaggio dalla famiglia allargata a quella nucleare ed i cambiamenti sociali ed economici che si sono susseguiti hanno cambiato profondamente il modo di allevare i propri figli, possiamo riscontrare infatti un passaggio da uno stile educativo definito “autoritario”, dove i genitori sono la legge, e definiscono regole severe e perentorie sono l’autorità indiscussa ad uno stile “democratico” dove i rapporti famigliari si sono ammorbiditi e sono diventati orizzontali, simmetrici, i genitori non si riconoscono più nel ruolo dell’autorità ed il bambino spesso è il centro indiscusso dell’equilibrio famigliare. Questo cambiamento sociale e di modalità relazionali porta al suo interno dei mutamenti evidentemente positivi ma in questa evoluzione c’è un lato d’ombra che è necessario evidenziare.

Ci si trova sempre più spesso ad affrontare un fenomeno sociale di assenza dei limiti che trova la sua radice anche in questa modalità educativa. Da circa un decennio sentiamo parlare di piccoli tiranni che crescono, bambini despoti che manipolano i genitori e che diventano i registi della vita famigliare e ritengo che le radici di questo problema si possano ritrovare nella modalità con la quale i genitori contemporanei affrontano il proprio ruolo educativo e nella loro difficoltà a mettere dei limiti non solo al comportamento dei propri figli ma anche ai loro desideri. La difficoltà a mantenere delle regole salde e coerenti è largamente diffusa ed il denominatore comune che ritroviamo nelle famiglie moderne è la paura di dire “no”ai bambini. La maggior parte dei genitori vorrebbe dire sempre si ai propri figli, il sì assume infatti il significato di amore incondizionato, dice implicitamente che tutto va bene, ma purtroppo non è così semplice.

Se analizziamo profondamente la reticenza a dire no ritroviamo spesso il timore di affrontare dei conflitti ed il si spesso permette di evitarli, almeno apparentemente ma in realtà troppi si pochi convinti, spesso estorti possono nuocere alla relazione genitore figlio. Utilizzando una visione più allargata sul funzionamento della famiglia rintracciamo nel no la vera risposta amorevole, è proprio attraverso il no che i confini vengono definiti e ricordati, infatti una delle prime parole che il bambino impara è proprio il no ed attraverso di esso impara a riconoscersi e a definire l’altro. La definizione dei limiti tra sé è altro è alla base dello sviluppo dell’identità personale e proprio su di essi si basa la relazione. Il genitore dicendo no non sta solo negando qualcosa al proprio figlio ma gli sta dicendo che esiste come persona e che deve tener contro delle proprie esigenze (senza dimenticare il figlio), questa è la base di una relazione paritaria, cioè che riconosce pari dignità a entrambe le parti senza considerarle però equivalenti. Una relazione di questo tipo è quella che caratterizza positivamente il ruolo di guida che il genitore è tenuto ad assumere.

La capacità di dire no e la costanza nel farlo è complicata dal compito primario di un genitore, soddisfare i bisogni fondamentali dei propri figli, vicinanza, sicurezza, cure alimentazione, vestiario e riposo, spesso però è difficile distinguere tra un bisogno ed un desiderio, i bambini all’inizio non distinguono ancora tra ciò di cui hanno realmente bisogno e ciò di cui hanno semplicemente voglia, proprio per questo è il genitore che deve avere ben presente questa distinzione e decidere quali desideri soddisfare in base ai propri valori profondi ed ideologie. E’ importante però ricordare che i bambini viziati o tiranni non sono quelli che “hanno troppo” ma quelli che non riescono ad accettare un no e la naturale frustrazione che ne deriva, quelli convinti che i loro desideri debbano essere soddisfatti all’istante e sempre. Come per le regole è fondamentale che il genitori si interroghi su quali competenze vuole aiutare il proprio figlio in funzione della naturale crescita che dovrà affrontare, la frustrazione è parte integrante del lungo percorso per diventare adulti e ritengo che il genitore debba aiutare il bambino a capire come affrontarla e ad aver fiducia nella sua capacità naturale di tollerare la frustrazione (intendo una frustrazione dettata dal non soddisfacimento di un desiderio momentaneo non di un bisogno primario). Dare al figlio ciò che desidera in quel momento non è di per sé dannoso, ma lo diventa quando il genitore ricorre a questo comportamento per evitare il conflitto, per la paura infondata di perdere l’amore del figlio o se facendolo ignora i bisogni e confini individuali di tutti i membri della famiglia.

Le modalità per svolgere il difficile compito educativo che il genitore si trova ad affrontare sono infinite, non c’è un modo giusto o sbagliato, quello che è necessario fare è chiedersi profondamente che cosa si sta facendo e come, se si è o meno consapevoli del ruolo di guida che si ricopre ed in che modo lo si sta portando avanti, accettando i propri limiti e le proprie difficoltà. Non esistono genitori perfetti e nemmeno bambini perfetti ma entrambi possono affinare la propria competenza, il genitore può essere il più grande alleato del figlio in questo ma per fare questo è necessario che i confini tra i componenti della famiglia siano chiari, lo stile di comunicazione è importante e come per le regole quello personale è il più indicato (no, perche io.....).Ricordiamo inoltre che il no è sempre negoziabile, non ha molto senso in una relazione asimmetrica ma paritaria (come descritto prima) che il dialogo sia escluso. La negoziazione non è il tira e molla del bambino e del genitore fino allo sfinimento, ma un dialogo costruttivo con le modalità idonee all’età del bambino.

Definire i limiti attraverso il no è quindi molto importante per aiutare i propri figli a crescere, il genitore devo trovare il modo a lui più congeniale per farlo, ricordandosi profondamente che in questo modo non nega il proprio amore al bambino ma lo aiuta a distinguere tra bisogno e desiderio ed a capire che ogni persona ha dei bisogni e dei desideri cha vanno rispettati e che per farlo è necessario imparare a riconoscerli e capirli.

Associazione Eupsichia

Centro psicologico
Via Osoppo, 7
20148 Milano
Tel: 02-48702143
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Anno nuovo vita nuova giusto? Bene, perchè nel 2016 si cambia la solfa e come dice il proverbio "prima di pensare di essere depresso assicurati di non essere circondato da stronzi". Ecco, proprio di questo voglio parlarvi. Perchè la vita ce la roviniamo spesso noi con le nostre mani scegliendoci come compagni e amici persone negative.

Ecco le mie 5 macrocategorie di persone da evitare:

1. Le vittime: sono quelli che ritengono di subire torti ogni giorno, che si sentono offesi e traditi anche dai pali della luce. Ci sono quelli più narciso (vedi il prossimo punto) che litigano anche nei parcheggi perchè sembra che tutti vogliano rubare loro il posto, altri che invece sono più sul compulsivo, vedono minacce, tradimenti e sopratutto piani macchinosi contro di loro e reagiscono cercando alleati sparlando come se non ci fosse un domani. Ecco, diamo un grande saluto a tutti questi personaggi e apriamo nuove porte!

2. Narcisi:  io, io, io e poi ancora io. Tu esisti solo in funzione di me. Io sono così bravo che mi offendi se cerchi di darmi ingenumanete un aiuto, perchè io sono il top. Io ho bisogno di questo e se qualcosa non va non è colpa mia, ma un problema del mondo. Sono affascinanti e brillanti, ma senza ombra di dubbio ti faranno soffrire, perchè loro SONO, tu no. A loro non interessano i tuoi problemi, anzi li annoiano un po' a dirla tutta. 

3. Le persone che non sanno litigare: ho avuto un colloquio illuminante con la preside della scuola di mio figlio la quale ha fatto emergere come le persone di oggi non sappiano più litigare. Se uno dei due ritiene di essere stato offeso e ferito chiude i rapporti con l'altro semplicemente: c'è timore di confrontarsi e in generale non ci sono più le capacità forse per una insicurezza di base dilagante. Si perdono rapporti ma anche possibilità di crescita perchè dal confronto, se rispettoso e finalizzato a far comprendere le proprie ragioni e propri limiti, si può crescere insieme. 

4. Non hanno una mazza da fare: sono le persone più pericolose, perchè nostante si lamentino di essere sommersi dalle cose da fare non hanno una mazza da fare. E cosa fanno di bello tutto il giorno? Seghe mentali, scusate l'eufemismo. Quindi si inventano ogni sorta di telenovela su qualsiasi fatto della vita. Ti trascinano nei loro deliri facendoti perdere tempo e spesso anche lucidità di analisi dei fatti. 

5. Gli insoddisfatti: il loro problema è che sono gelosi, gelosi del mondo perchè non si sentono soddisfatti e appagati, così cosa possono fare? Tirare giù di morale anche te e screditarti. Forza e coraggio, liberati di loro!

Un grande saluto a tutti questi cari personaggi e... un nuovo inizio limpido e positivo senza queste zavorre

 

Giulia Mandrino

 

Giulia Mandrino

 

 

Le attività Montessori per stimolare i 5 sensi

Mercoledì, 16 Dicembre 2015 21:15

Le attività per sviluppare l'educazione ai sensi sono nella pedagogia montessoriana assolutamente basilari. Attraverso i sensi il bambino (in particolare dai tre ai sei anni) amplia la sua percezione, e inizia così a sviluppare la sua intelligenza fondandola su una base più solida.
È infatti attraverso i cinque sensi che il piccolo esplora il mondo, acquisendo così gli strumenti necessari per affrontarlo e diventare indipendente.

Ecco allora le attività Montessori per stimolare i 5 sensi: ve ne proponiamo alcune, per aiutare la formazione psichica sensoriale del bambino e allenare tutte le sue abilità

Il principio è quello di utilizzare materiali raggruppandoli secondo la loro caratteristica sensoriale, e utilizzarli in attività o giochi che stimolino l'esplorazione.

- La vista

La vista può essere stimolata attraverso attività di raggruppamento di colori, pattern e disegni simili tra loro. Si possono quindi creare dei giochi simili al memory, presentandoli sempre in maniera ordinata e montessoriana: ad esempio, colorando dei sottobicchieri a coppie di colori, il bambino potrà raggrupparli in quelli verdi, in quelli rossi, gialli, rosa, eccetera. Poi, una volta padroneggiati i colori, si passerà a disegni uguali (proprio come il memory) e, terzo step, a pattern ornamentali un pochino più difficili.
Oppure, si può creare una scatola dei colori fatta in casa (quelle ufficiali montessoriane sono un po' costose): il principio è quello di ordinare i colori per gradazioni e sfumature. Si possono quindi prendere una scatola per le bustine da tè e alcune card colorate (magari quelle per scegliere la tinta delle pareti con un sacco di sfumature) e il bambino potrà inserire in ogni scomparto un diverso colore, ordinandolo poi per gradazione dal più tenue al più scuro.

Foto Credits: http://livingmontessorinow.com/2011/08/01/montessori-monday-diy-color-tablets/

- Il tatto

La stimolazione del tatto deve avvenire per comparazione di oggetti secondo il tocco, la temperatura e il peso. Focalizzare l'attenzione su questi aspetti e decidere il posizionamento dei vari oggetti aiuta tantissimo il cervello del bambino a organizzare la struttura neurale!
Basta usare un cestino dei tesori: un piccolo cesto di vimini, o una ciotola capiente, contenente oggetti diversissimi tra loro. Il bambino dovrà separarli e identificarli a seconda degli oggetti ruvidi, morbidi, leggeri, pesanti, lisci, elastici, sferici, cubici, eccetera.
La seconda attività, super divertente, è la scatola misteriosa: una scatola tutta chiusa con un passaggio per le manine al cui interno si nasconderà un oggetto misterioso. Il bambino dovrà descrivere con più parole possibili l'oggetto che tocca, le sensazioni che gli suscita e le caratteristiche, e tentare quindi di indovinare di cosa si tratta. Utilissimo per sviluppare la memoria tattile!

- L'udito

Per prima cosa, sistemando su un vassoio coppie di oggetti che producono rumori differenti sbattendoli tra loro (per esempio due coperchi per pentole, due cucchiai di legno, due maracas, due giocattoli) il bambino inizierà a scoprire che diversi materiali producono diversi suoni.
Una volta presa conoscenza di questo fatto, si potranno sistemare e catalogare i diversi oggetti a seconda dell'intensità del suono, forte o debole (a sinistra i coperchi, a destra i cucchiai, eccetera).
Il livello successivo aiuta con le armonie: è il gioco dei bicchieri riempiti con acqua che producono suoni differenti. Basta riempire i bicchieri con diverse quantità di liquido: il bambino dovrà poi sistemarli in ordine crescente dal più basso al più acuto, prendendo dimestichezza con il concetto di armonia.

- L'olfatto

Con dei sacchettini di tela o dei barattoli di vetro riempiti con oggetti di profumo o odore diverso (e dal forte contrasto: ad esempio delle fette di arancia, del rosmarino, del sapone di Marsiglia, del caffè, del profumo, dell'aceto, della cannella...) il bambino potrà iniziare ad annusare i diversi odori. Successivamente, potrà dividerli per gradevoli o sgradevoli secondo il suo gusto, separandoli in due categorie e descrivendo le sue sensazioni a riguardo di ogni profumo.
Magari, nei giorni in cui il gioco lo interessa maggiormente, appendete i sacchettini con i profumi ad una mensola alla sua altezza: potrà annusarli quando vorrà ed esercitare questo senso sempre di più.
Passo successivo, e molto divertente, sarà quello di provare ad indovinare i diversi profumi ad occhi chiusi, con dei batuffoli di cotone imbevuti di oli essenziali e riposti in piccole scatoline di cartone!


Foto credits:http://www.rhythmsofplay.com/scented-cotton-ball-matching-game-for-kids/

- Il gusto

Il procedimento è lo stesso: anche qui il bambino dovrà (in maniera divertentissima!) riconoscere i tre sapori base, cioè l'aspro, il dolce e il salato.
Con tre piattini davanti a lui e una benda sugli occhi, dando una piccola leccatina ai diversi alimenti diversi tra loro (una fetta di mela, un limone, un tozzo di pane) dovrà dividerli per categoria, aspro, dolce o salato, a cui si potrà aggiungere poi l'amaro. Partendo da tre alimenti, si potrà poi passare ad un numero maggiore di assaggi (aumentando il grado di difficoltà di volta in volta con sapori simili tra loro ma comunque catalogabili in uno dei tre piattini).

Sara Polotti

Come preparare una colazione salata

Lunedì, 29 Febbraio 2016 10:14

Prima di tutto una domanda sorge lecita: perchè fare una colazione salata? Già i nostri nonni dicevano che per rimanere in salute è necessario fare una colazione da re, un pranzo da principe e una cena da povero, per cui effettuare un'abbondante e sopratutto varia colazione può migliorare il nostro stato di benessere a 360°, lo dice una ricerca svolta dall'Università del Missouri. Una colazione contenente all'interno proteine stabilizza i livelli di glucosio nel sangue (quindi a metà mattina avremo meno voglia di dolce per intenderci) e quindi previene l'aumento di peso. Ma una colazione proteica è fortemente utile anche per i bambini affinchè riescano a mantenere costante l'attenzione a scuola.

In particolare è importante limitare cibi raffinati e merendine per evitare picchi insulinici con i conseguenti cali ipoglicemili, brillantemente speigati nel video del Dott. Berrino che trovate qui sotto. Cosa mangiare e cosa proporre ai nostri piccoli allora? La risposta la trovate sul mio libro The Family Food, edito da Mental Fitness Publishing

Ecco alcune proposte di colazione salata: i consigli per sapere come preparare una colazione salata

Le combinazioni sono davvero infinite, dobbiamo essere noi a scegliere quella che più ci aggrada: in generale il consiglio dei nutrizionisti è quello di unire un cereale (primo blocco qui in basso), con delle proteine (secondo blocco) e infine dei vegetali terzo e ultimo blocco). Un esempio di colazione è una fetta di pane tostato integrale, un uovo al tegamino e un estratto di spinacini, sedano e mela oppure come opzione veg 3 fette biscottate integrali, una fetta di farinata e 1 mela. 

 

Cereali:

- Muesli: prova la ricetta homemade sul mio libro The Family Food

- Latte vegetale di cereale (riso, kamut, miglio, farro etc...)

- Pane integrale in cassetta

- Fette biscottate integrali o di cereali come farro kamut, avena

- Biscotti ma homemade o comunque sani e privi di olio di palma (vedi la nostra sezione dolci e sopratutto il mio libro The Family Food)

- Muffin o torte che trovate nel portale nella sezione dedicata ai dolci e nel secondo capitolo nel mio libro The Family Food, interamente dedicato alla colazione)

- Pancake

 

Proteine:

- Farinata

- Farifrittata

- Uovo strapazzato

- Frittata

- Latte di soya

- Yogurt di soya

- Formaggio di soya spalmabile

- Farina di canapa nelle torte o nei pancake

- Semi: ottimo lo yogurt vegetale con semi tritati al momento, oppure il mio adorato Chia Pudding

- hummus di ceci

- hummus di zucca

- crema di olive

- pizza fatta in casa (ricetta sul nostro libro The Family Food)

 

Frutta e/o Verdura

- Estratti

- Frutta fresca

- Frutta secca (prova i nostri biscotti con la frutta secca)

- Toast con avocado

- Smoothies

- Crumble di frutta

Giulia Mandrino

 

 

 

 

Il massaggio con la pasta

Martedì, 15 Dicembre 2015 22:37

Quando pensiamo al massaggio al bambino ci viene in mente solo il massaggio con l'olio: in realtà "in India la tradizione prevede nel primo mese di vita un massaggio che si effettua con una pasta che sembra ricordare il contatto che percepiva il bambino all’interno dell’utero: questa palla di pasta delle dimensioni di una mela viene tamponata sul corpo del bambino" (Contiero-Mandrino, Mamme pret a porter, il primo anno insieme, Mental Fitness Publishing).

 

Ecco la ricetta per creare la pasta per effettuare il primo massaggio al bambino secondo la tradizione ayurvedica: i consigli per praticare il meraviglioso massaggio con la pasta al neonato

In india la ricetta tradizionale prevede l'utilizzo di farina integrale, olio di semi di sesamo, acqua e curcuma; la pelle dei nostri piccoli però è troppo delicata e la corposità di questa pasta risulterebbe troppo ruvida per i nostri neonati. Ecco allora la ricetta che io vi consiglio:

- farina 00

- olio di mandorle dolci o di germe di grano

- acqua tiepida

Uniamo nelle stesse proporzioni acqua e olio, poi aggiungiamo la farina fino a creare un impasto compatto e morbido. 

Massaggiamo il nostro piccolo tamponando delicatamente la sua pelle con questa soffice superficie per circa 10 minuti. Se volete potete spalmare un po' di olio sul corpo del vostro piccolo prima di passare la pasta. La pasta si conserva al massimo per 24 ore lontano da fonti di calore, poi deve essere buttata e sostituita con una nuova. Seguite le indicazioni che trovate nel mio articolo introduttivo al massaggio infantile. 

Se volete imparare e vedere da vicino il corso di massaggio infantile con la pasta e l'autentico shantala vi consiglio i corsi di Tiari Yoga e Ayurveda

Per chi avesse piacere è possibile aggiungere all'olio prima di essere miscelato con gli altri ingredienti 5 gocce di olio essenziale di lavanda vera e 5 di camomilla. 

P.s.: prima di buttarla chiedete al papà di utilizzare la pasta per fare un meravigliso massaggio sulla schiena a voi, mamme super stanche e bisognose (giustamente) di coccole! In questo caso aggiungete alla psta 8 gocce di ylang ylang, 5 di lavanda e 3 di geranio d'egitto per rilassarvi; se invece percepite contratture muscolari potete utilizzare 8 gogge di rosmarino e 10 di lavanda. 

Giulia Mandrino

La storia della bambina ispirata da Banksy

Martedì, 15 Dicembre 2015 22:06

L'arte o l'hai nel sangue o non ce l'hai. C'è poco da fare. E se l'attitudine creativa ti scorre letteralmente nel sangue grazie a genitori artisti a loro volta, beh, a quel punto bisogna approfittarne.
L'ha fatto la bimba di Aaron Zenz, illustratore del Michigan specializzato nei disegni per l'infanzia (date un'occhiata al suo sito! http://www.aaronzenz.com/index.html): respira l'arte tutti i giorni tutto il giorno, e a 10 anni è già sulla buona strada per diventare a sua volta artista.

Eccovi la storia della bambina ispirata da Banksy, una favola artistica bellissima: dai graffiti dello street artist più famoso al mondo le opere creative della figlia di Aaron Zenz.

In un articolo apparso su boredpanda.com, l'illustratore racconta di come dopo aver guardato tutti insieme il documentario del 2010 "Exit through the Gift Shop" (attribuito all'artista di Bristol e basato parzialmente sulla sua biografia; qui trovate il trailer) la figlia ha dichiarato immediatamente di voler diventare una street artist.

Così, non volendo che questa sua idea diventasse puro vandalismo (terreno su cui spesso la street art, quando non fatta con i giusti presupposti, rischia di scivolare) ma evitando nella maniera più assoluta di tarpare le ali creative della figlia, la famiglia ha inventato un modo bellissimo per fare street art tutti insieme.

L'idea è semplicissima, ma il risultato è strepitoso. Un pomeriggio, si sono messi tutti insieme a dipingere dei sassi con delle facce buffe e spaventose, coloratissime e divertenti. Il passo successivo è stato andare in giro per la città a sparpagliarle nei luoghi più impensabili, dai lampioni ai gradini di certe scalinate fino alle bancarelle del mercato, nascondendo i personaggi tra le mele.
Il procedimento è stato così divertente e il risultato così sbalorditivamente bello da portare la famiglia a decidere, qualche mese dopo, di provare lo stesso esperimento cambiando il materiale: sono passati così prima alle foglie e poi a bastoncini di legno recuperati, di tutte le misure.

Di nuovo, hanno appoggiato in giro per la città e in ogni luogo in cui passavano i piccoli mostricciatoli: sugli alberi, alle fermate dell'autobus, su antiche statue, su cartelli stradali e fuori dai locali.
Il risultato è pazzesco: è un'arte delicata e non irreversibile, non invasiva ma dal forte impatto emotivo. Un po' una guerrilla art proprio come quella praticata dal geniale Banksy, ma a misura di bambino e a misura di famiglie, che riesce a portare a tutti colore, sorrisi e incredulità con tenerezza e senza rinunciare al senso civico.

Comoda, bella, pratica: la fascia porta-bebè piace sempre di più a mamme e papà, e anche a noi. Ma non sono solo queste le ragioni della sua diffusione!

Ecco 10 motivi per cui la fascia porta bebè è una figata: un modo diverso di portare il bambino che porta con sé benefici e bellissime conseguenze

1. Baci e abbracci

I bebè amano abbracciare, baciare ed essere baciati, no? Ecco. Grazie alla fascia porta bebè o agli altri metodi per portare il vostro bimbo attaccato a voi i piccoli potranno essere sempre, semprissimo alla portata di bacetti e carezze e potranno in ogni momento avvolgere le loro braccine paffute attorno al vostro collo. Aww!

2. Le conversazioni

Le chiacchierate faccia a faccia con i vostri piccoli appesi alla fascia sono le migliori! Ma anche quando stanno attaccati sulla vostra schiena è bellissimo: la loro vocina farà capolino dalla vostra spalla direttamente nelle vostre orecchie, parlandovi di tutto ciò che vedono (che da quella posizione è ciò che vedete anche voi). Questo è un magnifico modo per chiacchierare con i piccoli, e se fatto per una mezz'oretta al giorno stimola anche le loro capacità verbali.

3. Viaggi più rapidi

Certo, è bellissimo camminare al ritmo dei bambini, fermandosi per ammirare ogni singola foglia e annusando tutti i fiori sul cammino. Ma altre volte bisogna solo andare direttamente da qualche parte, con un po' di fretta e magari con alcuni bagagli: ecco, in quel caso la fascia risolve tutti i problemi, e potrete camminare tranquillamente con il piccolo senza passeggini in mezzo ai piedi.

4. Pisolini

I bambini hanno bisogno dei loro pisolini, chissà dove e chissà quando. Quando arriva quel momento in cui le palpebre non stanno proprio aperte, i porta-bebè fanno correre ai ripari in un attimo. Accoccolandosi comodi comodi, i piccoli possono schiacciare quel pisolino ristoratore senza che i genitori cambino i piani in corso.

5. Un calmante naturale

I bimbi cadono, rotolano, si sbucciano le ginocchia, prendono qualche botta. E piangono, e strillano, e fanno un po' di capriccetti anche se il dolore non è così lancinante. Appena accade qualcosa del genere, indossare il proprio bambino ha il potere di calmarlo e di farlo sentire molto più al sicuro di un semplice abbraccio o un bacio sulla bua!
6. Andare nei bagni pubblici non è più un pasticcio
Siete in giro con il vostro bimbo, solo voi e loro. Da soli. Dovete andare nel bagno del ristorante portandovelo appresso per non lasciarlo solo e prevedete già che le sue manine (o, peggio, la loro lingua!) finiranno dappertutto, sulla tavoletta, sul pavimento e sui muri, e che la sua testa farà capolino tra un bagno e l'altro. Con la fascia questo problema non esisterà più. Finalmente!

7. Shopping

Fare shopping senza passeggino e con le mani libere è bellissimo. Sembrerà quasi di non avere con sé il proprio piccolo, che in questo modo non potrà sfuggirvi e scappare a nascondersi sotto gli appendi abiti. Unico consiglio per evitare spiacevoli sorprese: controllate sempre le manine del bambino prima di uscire dal negozio: quando sta sulla vostra schiena, attratto com'è dal mondo, può tranquillamente toccare e prendere i prodotti dagli scaffali e dagli appendini. Non vorrete certo suonare alla cassa, no?

8. Sicurezza

Usare la fascia per tenere il proprio bambino è un modo di tenerli al sicuro divertendosi allo stesso tempo. Un esempio: quando insegnerete alla sorellina maggiore ad andare in bicicletta, il piccolo potrà stare attaccato a voi senza rischiare di sgambettare per strada senza controllo, e allo stesso tempo sentirà di stare svolgendo quella divertente attività insieme a tutta la famiglia.
Stessa cosa quando fate la spesa: scaricare le buste dalla macchina insieme al bambino (anche se nel passeggino) è davvero una sfida; ma quando il piccolo sta letteralmente con voi, non c'è nessun pericolo! La sicurezza prima di tutto.

9. Mai più stanchezza!

Spesso i bambini vogliono uscire a piedi e camminare per la maggior parte della giornata, ma a voi tocca comunque portare un piccolo passeggino perché, lo sapete già, prima o poi si stancherà e non vorrà più muoversi se non in braccio o nel passeggino. Basta ripiegare la fascia e tenerla in borsa! Pochissimo ingombro (figuratevi se paragonato al passeggino!) e tanta comodità.

10. Una relazione unica

A volte i bambini hanno solo bisogno di riconnettere con la mamma. Dopo una lunga giornata di lavoro o qualche ora passata lontano, la fascia permette di "indossare" i bimbi mentre si cucina, mentre si porta il cane a passeggio o mentre si ripiegano i panni stesi. Oltre ad una gratificante, seppur stressante, giornata lavorativa riuscirete anche a finire quei piccoli lavoretti che in casa non mancano mai e allo stesso tempo a godere di attimi preziosi insieme al vostro bambino, mai come in quel momento (e in quel modo) vicino a voi.

Se volete scoprire il magnifico mondo del babywearing ecco il libro che vi consigliamo: Licia Negri, Lasciati Abbracciare, Mental Fitness Publishing

Sara Polotti

Sara

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Cecilia

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