Viviamo in un mondo abbastanza spaventoso. Furti in casa, aggressioni in strada, attentati, incidenti stradali. Certo, è vero e non lo si può negare. Ma anche i bambini avvertono la tensione, quando i genitori vivono sul chi va là: non pensate che la scampino. Le nostre emozioni si riversano su di loro, sempre, e quando queste emozioni sono negative o tese i bambini somatizzano tanto quanto noi. Tanto più quando l'educazione che tentiamo di infondere in loro si basa su sensazioni di paura (inconsce, ma altrettanto concrete).

Ecco perché dobbiamo rinunciare all'educazione basata sulla paura: bambini allarmati saranno adulti diffidenti, ed è bene cambiare un po' la rotta.

Nessuno nega la paura. Quella c'è, e deve sempre esserci: è umano e naturale, ed è un istinto di protezione irrinunciabile. Ma ultimamente sembra che fare i genitori sia diventata una questione di preoccupazioni e nient'altro. Sì, brutte cose accadono, e sì, a volte (non così spesso come crediamo) bambini spariscono, o si trovano in situazioni orribili per loro. È vero, ed è orribile.
Ma facciamo un passo a lato. La questione è venuta prepotentemente a galla in seguito ad un esperimento sociale condotto da Joey Salads, un intrattenitore.

Qui sotto trovate il video dell'esperimento. In un parco giochi, chiedendo il permesso alle mamme, ha provato ad avvicinare i bambini con la scusa di un cucciolo. Le mamme, sicure della reazione dei figli (abituati ogni giorno a sentirsi dire: "non parlare con gli sconosciuti"), non hanno opposto resistenza. La loro espressione però cambia, da tranquilla a incredula, quando i loro bambini (tutti!) si lasciano avvicinare e addirittura accompagnare da questo sconosciuto a "vedere gli altri cuccioli" che ha.

"I tuoi figli sono al sicuro?", conclude il video. Un forte pugno nello stomaco, non c'è che dire. Il "non parlare agli sconosciuti" è assolutamente da insegnare, ma è davvero così pericoloso che i nostri figli vengano rapiti da sconosciuti? Non secondo le statistiche (secondo cui le sparizioni di bambini sono da imputare solo all'1% a sconosciuti).
Più che educare alla paura verso l'estraneo, è importante però far sì che i nostri figli acquisiscano una forte indipendenza. Basare l'educazione sul timore e sull'ansia non aiuta: i bambini interiorizzano questo nostro atteggiamento di paura verso tutto ciò che sta dietro l'angolo in agguato, e come può questo aiutarli a raggiungere l'indipendenza?

L'atteggiamento giusto, dunque, è quello di accompagnare i nostri piccoli affinché riescano a stare al mondo da soli. Un esempio: l'attraversare la strada. Si inizia con il dargli la mano, poi piano piano gli si fa capire l'importanza di guardare da entrambi i lati, poi li si lascia andare da soli guardandoli, e alla fine ci si fida di loro. Insomma, li si guida.
Si parla sempre dell'educazione anni Ottanta e Novanta: noi genitori ricordiamo quanto fosse bello giocare all'aperto, andare a trovare gli amichetti, sbucciarsi le ginocchia senza farne una questione di stato. I pericoli esistevano anche allora, no? Eppure non si viveva in costante tensione. Anche i nostri genitori si preoccupavano, e magari spesso sbirciavano dalla finestra il nostro comportamento. Ma alla fine si fidavano di noi, e noi questa fiducia la avvertivamo. Era una bella sensazione. Ci dava il senso di indipendenza, e questo è importantissimo.

Oggi, purtroppo, anche per colpa di tutti quei video virali e di quelle leggende metropolitane che attraverso internet non fanno che prosperare, l'essere genitori è diventato solo fonte di preoccupazione, ma in maniera deleteria, malsana.
Se vogliamo crescere figli responsabili, indipendenti e capaci dobbiamo affrontare le nostre paure ed esorcizzarle. Dobbiamo rimanere concentrati sul presente e vedere le cose in prospettiva per quello che sono. E non significa essere genitori irresponsabili o pericolosi: l'esperimento mostra come dei bambini di 4 anni si lascino abbindolare da un adulto. Certo: hanno 4 anni, si fidano di tutti gli adulti, ma quale genitore lascerebbe un bambino di quell'età al parco da solo? Dall'altra parte, se dovesse accadere a bambini più grandi (ad esempio di 8 anni), che, certo, ormai stanno al parco per conto loro, probabilmente avrebbero la facoltà di rispondere "no, grazie", perché glielo abbiamo insegnato e perché sono responsabili e indipendenti. Non serve quindi stargli sempre col fiato sul collo. Basta una buona educazione, e quando il bambino si sentirà responsabile e indipendente saprà prendere le giuste decisioni da solo.

 

Foto credits: http://wowzmelissa.deviantart.com/art/Fear-160563130

Massaggio infantile per le gambe

Sabato, 19 Dicembre 2015 07:53

 

Dopo alcuni giorni di vita si può, anzi si dovrebbe iniziare il massaggio infantile: credo sia infatti inutile iniziare un corso di massaggio infantile a 3 mesi quando le colichette sono pressochè scomparse e il bambino, non essendo abituato, rischia di non apprezzarlo molto. Ecco l'articolo introduttivo che spiega 

Ecco come iniziare il massaggio infantile del bambino: il massaggio infantile per le gambe e i piedi

- chiudiamo per qualche istante i nostri occhi e concentriamoci su di noi, sul nostro stato d’animo: lasciamo andare le preoccupazioni e i doveri, in questi minuti non sono necessari. Se abbiamo paura di dimenticarci le cose da fare scriviamo una lista su un foglio, così possiamo concentrarci sul nostro bimbo. 

- eseguiamo una manualità di apertura che si consiglia di effettuare sempre all’inizio e alla fine del massaggio per far si che il piccolo comprenda che stiamo inizando la routine del massaggio e farci capire, col tempo, se in quel momento ha piacere di riceverlo oppure no: appoggiamo le nostre mani alla sommità del capo del nostro bambino, poi facciamole scivolare lentamente sul suo petto. Proseguiamo fino sotto al sederino dove si effettua un piccolo dondolio a destra e sinistra per circa 3-4 volte, infine facciamo scivolare le nostre mani fino ai piedini, dove vi consiglio di ripetere il dodolio. Ripetiamo la sequenza 2-3 volte ricordandoci di guardare bene negli occhi il nostro piccolo e di focalizzare la nostra mente su di lui.

- poi appoggiamo le mani sul petto per qualche secondo, mantenendo un contatto visivo costante. Da qui le mani si congiungono e poi si aprono rispettivamente a destra e sinistra, come per "aprire" il petto.

Ecco il massaggio ai piedi e alle gambe vero e proprio:

- prendiamo in mano il piedino del bimbo, immaginiamo di dividerlo in due parti con due linee; e dal punto centrale della prima linea effettuiamo una apertura a ventaglio dal punto centrale verso l’esterno; effettuiamo lo stesso procedimento partendo dal punto del tallone.

 

Qui trovate le indicazioni per effettuare il massaggio riflessologico del piede del bambino

- eseguiamo delle “mungiture” delle gambine: la mungitura consiste in un accarezzamento delicato e ritmico delle gambine partendo dall bacino fino ad arrivare alle dita dei piedi utilizzando un'alternanza della nostra mano destra e di quella sinistra. Se incominciamo con la sua gambina sinistra (quindi stando davanti a lui quella alla nostra destra) la nostra mano destra partirà dall’interno coscia per arrivare all’anca e poi scivolare sulla parte posteriore della gambina del bimbo, sollevandola leggermente; quando la nostra mano destra sarà arrivata alla caviglia la nostra mano sinistra effettuerà lo scivolamento con il pollice rivolto verso la parte superiore della gamba mentre le altre dita nella parte posteriore. Le stesse modalità verranno effettuate per l’altra gamba, invertendo le nostre mani. Effettuiamo questa alternanza per almeno una decina di volte in maniera ritmica e avvolgendo bene con le mani la gamba del bambino.

Scopri il massaggio completo del bambino sul mio libro Mamme pret a porter, il primo anno insieme, Mental Fitness Publishing, in tutte le librerie e online. 

Giulia Mandrino

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Un'arte unica: quella di mamma e figlia

Sabato, 19 Dicembre 2015 07:27

Ruth Oosterman è un'artista. Adulta. Ma anche la sua piccola Eva lo è. Ha ereditato i geni creativi, Eva, e la mamma ne ha fatto un progetto bellissimo.

Ecco un'arte unica: quella di mamma e figlia, Ruth ed Eva, che creano opere a quattro mani.

Eva ha quattro anni, e da quando ne ha due, come molti bimbi, dipinge. Ha iniziato presto, guardando sua madre dipingere a sua volta, da vera artista. Da un anno a questa parte ha iniziato quindi a collaborare con lei, un'artista adulta, che con piccoli tocchi ha reso le opere veri quadri.

Eva utilizza gli acquerelli e i pennarelli per creare disegni astratti esteticamente bellissimi. Non ha pattern predefiniti o soggetti particolari in testa. Da bambina qual è, dipinge ciò che sente in quel momento.
Da questa base, Ruth ha deciso di inserirsi nell'opera, aggiungendo dettagli e soggetti. Il risultato sono opere d'arte davvero suggestive, coloratissime ed evocative.

Il tutto è iniziato quando mamma Ruth ha deciso di riempire e colorare i segni sul foglio fatti da Eve, prendendoli come ispirazione e punto di partenza. Aggiungendo colori e disegni all'originale, ne sono usciti lavori bellissimi. Successivamente, insieme, sono passate agli acquerelli. Di nuovo, il processo creativo inizia con le forme astratte di Eve, che Ruth amplia con disegni più narrativi. Da semplici macchie di colore nascono così ballerine, case nel bosco, porcospini o cervi.

Ruth, assicura, non impone nulla alla bambina: i disegni sono tutti "Eve" originali, non forzati e non suggeriti. Tutti, non serve dirlo, bellissimi. "Gli schizzi sono tutti suoi, senza miei consigli", ha raccontato Ruth Oosterman sul sito Bored Panda, "e io, semplicemente li uso come ispirazione per creare i nostri dipinti". Piuttosto che fare un'arte densa di pensieri e riflessioni, Ruth ha deciso di prendere spunto dalla figlia e di creare istintivamente.

Proprio come diceva Picasso: "A 12 anni sapevo disegnare come Raffaello, poi però ho impiegato una vita a dipingere come un bambino".

Sara Polotti

Imparare la scienza con Maria Montessori

Sabato, 19 Dicembre 2015 07:15

Avantissimo con i tempi, Maria Montessori aveva teorizzato l'allontanamento dei bambini dalla natura, in una società civilizzata come la nostra. Purtroppo, questo allontanamento è un fatto concreto e negativo. I piccoli, come i grandi, hanno bisogno del contatto con il creato, di conoscerlo, di studiarlo, di viverlo e di comprenderlo. Idem con il proprio corpo.

Imparare la scienza con Maria Montessori significa riprendere contatto con la natura: ecco alcune attività per stimolare il bambino a conoscere il mondo.

1. La spugna-insalata

Materiali: una spugna grezza, semi di crescione, un piatto

Procedimento: Sciacquate bene la spugna con dell'acqua pulita e adagiatela nel piatto. Cospargete ora i semi sulla superficie della spugna, dopodiché aggiungere un po' d'acqua nel piatto.
Passato circa un giorno, i semi inizieranno a schiudersi; dopo tre giorni metteranno radici e in poco tempo cresceranno le foglie. Una volta ottenuta una lunghezza sufficiente, tagliate le foglie e mangiate la vostra insalata!

2. Vertebrati o invertebrati?

Per capire meglio il mondo animale, una prima classificazione può essere quella tra vertebrati e invertebrati. E, in questo senso, il primo passo è far capire ai bambini che l'uomo è un animale vertebrato: fategli sentire le ossa, la spina dorsale (dove stanno appunto le vertebre), la durezza della struttura scheletrica. Dopodiché passate a mostrargli gli animali senza vertebre, così da capire la distinzione. Ecco, ora si può passare al gioco per rafforzare la conoscenza.
Materiali: due vassoi, un simbolo per la categoria "vertebrati" e uno per "invertebrati", delle immagini di animali da classificare.
Su internet potete trovare quante immagini volete di animali invertebrati e invertebrati. Stampatene un po', e, dopo aver preparato i vassoi "vertebrati" e "invertebrati" (ognuno avrà il proprio simbolo) iniziate con il vostro bambino a dividere gli animali per categoria.

3. Le ossa

Ecco, abbiamo capito di essere animali vertebrati. Perché quindi non cercare di capire meglio le nostre ossa?
Tutto ciò che serve sono l'immagine di uno scheletro umano e un foglio di carta.
Sul foglio di carta iniziate a segnare con il vostro bambino le ossa che può sentire con le sue mani. Iniziate a tastare le dita, poi le braccia, le spalle, le anche, le caviglie, le ginocchia: insomma, tutte le ossa che può sentire. Dopodiché segnate sullo scheletro disegnato tutte le ossa che siete riusciti a trovare.

4. Il cuore

Per i bambini un po' più grandicelli, c'è un test molto carino da fare insieme a mamma e papà. Basta prendere nota dei battiti al minuto a riposo (ascoltandoli dal polso o dal collo), segnandoli su una tabella. Poi ripetere dopo una breve corsa di qualche minuto, e di nuovo dopo tre minuti di riposo. I battiti varieranno, e il bambino potrà riflettere su ciò che accade al cuore sotto sforzo e a riposo (capendo anche che i battiti variano dai bambini agli adulti).
Lo stesso esercizio può essere eseguito con uno stetoscopio come quello dei dottori (anche quelli giocattolo, se funzionanti, vanno bene) per ascoltare il cuore direttamente dal torace: sarà divertentissimo.

5. L'elettricità statica

Materiale: alcuni palloncini, un pettine di plastica, della carta velina (o dei coriandoli), i propri capelli (oppure un tappeto di lana o un maglione in poliestere), il rubinetti dell'acqua e una lattina d'alluminio.

http://eisforexplore.blogspot.it/2012/01/static-electricity-and-balloons.html

Ed ecco alcuni esperimenti che renderanno l'elettricità visibile:

- Adagia la lattina su un fianco, strofina il palloncino gonfiato sui tuoi capelli (o sul maglione) per circa 20/30 volte, dopodiché avvicinalo alla lattina: la lattina dovrebbe magicamente rotolare verso il palloncino!
- Apri il rubinetto dell'acqua facendo sì che esca un rivolo molto esile ma costante. Pettina i capelli per 20/30 volte e avvicina il pettine, perpendicolarmente, al flusso: lo vedrai curvare.
- Strappa a pezzetti la carta velina (o usa dei coriandoli) e appoggiali su un tavolo. Pettinati per 20/30 volte e avvicina il pettine sopra i foglietti: li vedrai saltellare!
- Gonfia un palloncino e strofinalo sui tuoi capelli (o su un tappeto di lana, o sul maglione). Ora avvicinalo piano alla testa: ti si rizzano subito i capelli! E se invece lo avvicini al muro, automaticamente aderirà ad esso.
- Se avete un tappeto in casa, camminate per qualche minuto su di esso strofinando i piedi (indossando solo delle calze). Dopodiché toccate una maniglia in metallo: ecco, subito farete scintille!

Sara Polotti

I bambini spesso non ascoltano. Sembrano proprio non sentire, tanto sono bravi, no? Spegnere la tivù, l'I-Pad, sistemare i giocattoli, finire i piselli nel piatto: ecco alcune tra le frasi più inascoltate del nostro repertorio genitoriale.
Che fare, quindi per farsi prendere sul serio?

Per farsi ascoltare dai bambini l'empatia è tutto: alcuni consigli affinché vostro figlio non lasci cadere nel vuoto le vostre richieste!

Preferite l'empatia alla forza. L'importante, nei momenti di frustrazione causati dal non ascolto, non è tanto la correzione del comportamento, quanto la connessione che fiorisce quando al posto della forza e dell'autorità si ricorre all'empatia. Spesso, quando i bambini (per non parlare dei preadolescenti) sbattono la porta, non ascoltano o emettono solo suoni grugnanti sentiamo di non venire rispettati. Sì, è vero, sono irrispettosi nei nostri confronti. Ma se ci pensiamo bene ogni essere umano che si comporta in questo modo lo fa perché, solitamente, si sente a sua volta in qualche modo non rispettato o non ascoltato. Ecco, provando a pensarla in questo modo e tentando di andare più a fondo, si giungerà a creare una connessione più profonda e più comprensiva, che trasformerà il momento di frustrazione reciproca in un insegnamento.

Quando non ascoltano o si comportano volutamente male, i bambini stanno lanciando dei messaggi, seppur codificati e incomprensibili senza un'indagine più profonda, e dalle loro reazioni si possono capire il loro livello di connessione verso gli altri e quali strumenti e risorse possiedono per gestire al meglio le loro emozioni.

Ad esempio, un bambino può sbattere la porta del bagno senza averlo riordinato, e venire quindi sgridato; ma se provate un nuovo approccio, più gentile dell'automatico urlo che comprensibilmente uscirebbe dalla vostra bocca, alla semplice domanda "che è successo?" potrebbe rispondervi che il cagnolino l'ha fatto inciampare sbattendo il ginocchio contro lo spigolo, o che non riusciva ad arrivare alla mensola alta dove teneva il suo spazzolino nuovo, e che papà non l'ha nemmeno aiutato.
Magari papà non l'aveva visto. Magari non si è nemmeno accorto, lui, che papà non l'ha visto. Ci scommettiamo.
Ma l'incomprensione fa scattare la rabbia, e quindi la chiusura. Parlandone, la connessione si ristabilisce e si riapre.

Qualche coccola, qualche riflessione insieme, e parlandone il bambino capirà che la volta successiva sarà meglio reagire in un modo diverso, piuttosto che con rabbia e non ascoltando nessuno!
Imparando a gestire le emozioni in questo modo, i bambini capiranno il valore del rispetto verso ciò che gli altri hanno da dire. Non significa anche questo "farsi ascoltare"? Noi adulti vogliamo sentirci ascoltati e presi sul serio, esattamente come loro, i bambini. Basta qualche spiegazione, il più delle volte.

Tutto questo rispetto nasce dal potere dell'influenza positiva, e non dalla forza, dall'imporre ordini e dalle punizioni ad ogni sgarro. Nasce dalla forza della relazione!

Sara Polotti

Oltre alla spremitura manuale del seno che trovate spiegata dettagliatamente nel mio libro Il neonato e i suoi segreti, esistono alcune condizioni in cui può essere utile invece la spremitura del latte dal seno utilizzando un dispositivo chiamato tiralatte. Inoltre per alcune donne la spremitura manuale, soprattutto in alcuni momenti, può risultare una pratica difficoltosa, oltre che dolorosa: l’uso del tiralatte rappresenta invece una buona soluzione alternativa.

Ecco tutto quello che dovete sapere sull'uso del tiralatte: i consigli dell'Ostetrica Angela Dinoia tratti dal suo libro Il neonato e i suoi segreti

In commercio esistono due tipologie di tiralatte: manuale ed elettrico. La scelta deve essere strettamente legata all’utilizzo che si pensa di farne, ma in qualsiasi caso vi consiglio l’acquisto o il noleggio di apparecchi prodotti da aziende leader in questo settore.

Il tiralatte manuale è indicato per le donne che hanno la necessità di tirare il latte solo occasionalmente: è maneggevole, facile da usare e costa poco.
Diversamente, se dovete usarlo frequentemente nel corso della giornata per stimolare il seno e aumentare la produzione di latte, oppure perché il bambino non riesce ad attaccarsi al seno (per esempio bambino nato prematuro oppure ricoverato), vi consiglio la scelta del tiralatte elettrico.

Meglio ancora un tiralatte elettrico a doppio attacco, che permet- te di svuotare entrambi i seni contemporaneamente.
Qualora doveste riprendere a lavorare esistono in commercio dei piccoli tiralatte elettrici portatili che sono molto comodi e funzionano bene. Il tiralatte elettrico si può noleggiare anche in farmacia.

È bene ricordare due aspetti importanti dell’uso del tiralatte:

1. Se volete aumentare le secrezione di latte, se il neonato si attacca al seno poche volte oppure non si attacca (per esempio quando è prematuro), dovete usare il tiralatte almeno sei volte nelle 24 ore, per un tempo minimo di almeno 10-15 minuti a seno. Se invece necessitate di piccole scorte di latte, magari per riuscire ad andare una volta ogni tanto al cinema o per una cena romantica con il vostro compagno, potete spremere il latte anche una sola volta al giorno. Alcune mamme preferiscono tirare il latte di mattina, perché ne trovano molto; altre invece preferiscono tirarlo un’ora dopo la poppata del bambino; altre ancora di sera.

2. Prima di usare il tiralatte, sia elettrico che manuale, per estrarre il latteconmaggiorsuccessoèutilestimolareilriflessodiemissione. Per attivarlo potete effettuare un massaggio del seno oppure un impacco caldo (per il massaggio del seno vedi pagina 43 del mio libro).

Gli apparecchi per tirare il latte sono facili da usare, ma per imparare a sfruttarli al meglio vi consiglio di farvi aiutare, per le prime estrazioni, dalla vostra ostetrica.

Angela Dinoia, articolo tratto dal libro Il Neonato e i suoi segreti, Mental Fitness Publishing. 

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

10 motivi per utilizzare i pannolini lavabili

Giovedì, 17 Dicembre 2015 16:04

Capita almeno una volta durante la gravidanza o i primi mesi del proprio piccolo di pensare se sia il caso di passare ai pannolini lavabili piuttosto che restare con gli usa e getta. Spesso il pensiero cade, e non ci si ripensa più. SI rimane incastrati con gli usa e getta, che nell'immaginario collettivo sono i migliori e i più comodi, senza sapere che in realtà quelli lavabili hanno dei vantaggi non indifferenti.

Se state pensando di fare questa importante scelta, siamo qui per voi!

Ecco 10 motivi per cui i pannolini lavabili sono meravigliosi: vantaggi e benefici della scelta più sostenibile in fatto di cambi.

1. Ecosostenibilità

L'abbiamo già detto nell'articolo di presentazione sui pannolini lavabili: spesso i genitori che optano per questa modalità lo fanno pensando all'ecologia. E fanno bene! Facendo un rapido calcolo, in media un bambino cambia nei primi tre anni di vita circa 6000 pannolini, che si traducono in una tonnellata di riufiuto indifferenziato. Pensate ai secoli per smaltirli! Con qualche accortezza durante il lavaggio (temperature non troppo alte, poco detersivo, lavaggi non esclusivi e asciugatura all'aria aperta) con i pannolini lavabili l'impatto sull'ambiente sarà ridotto di moltissimo!

2. Rifiuti smaltiti al meglio

Sempre in argomento sostenibilità, con i pannolini lavabili i rifiuti umani vengono smaltiti al meglio. La pupù viene buttata nel WC (e non insieme al pannolino nell'immondizia indifferenziata), unendosi alle acque nere, mentre la pipì viene lavata insieme al bucato, trasformandosi in acque grigie.

3. Economia

I pannolini lavabili sono ottimi per le nostre tasche. Non siamo tirchi: siamo realisti. I 6000 pannolini di cui parlavamo prima si traducono in soldoni: sono circa 1500/2000 euro che i genitori spenderanno nei primi anni di vita del bambino (e pensate ai gemelli o a fratellini di età ravvicinata!). Con i lavabili si arriva a spendere al massimo 400 euro in materiale (i primi tempi servono circa 18/20 pannolini, poi 15/16, più gli eventuali strati assorbenti in base alla tipologia), più, se vogliamo essere pignoli, circa 150 euro tra lavaggio e detersivi (lavaggi e detersivi che, lavando i pannolini con il resto del bucato, si sarebbero comunque spesi).

4. Salute

Essendo prodotti con materiali naturali (dal cotone al bambù) o comunque trattati in maniera salutare (senza profumi o altre sostanze chimiche - come gli usa e getta), i pannolini lavabili riducono fortemente le irritazioni e le allergie dei bambini più sensibili!

5. Comodità

Sì, COMODITA'. Tra i dubbi delle mamme, questo è ai primi posti. Ma ve lo assicuriamo: per il bambino il pannolino lavabile è molto più comodo e confortevole rispetto agli usa e getta. Vi piacerebbe indossare tutto il giorno, tutti i giorni, della plastica e della carta a contatto con la pelle? No, e non piace nemmeno ai bambini. I tessuti dei pannolini lavabili sono molto più confortevoli e hanno il vantaggio di non far sedere il bambino sulla sua pipì per troppo tempo: con i pannolini usa e getta che sembrano al tatto asciutti (ma non lo sono! L'urina semplicemente si cristallizza) non si capisce sempre quando è ora di cambiare il piccolo; ma con i lavabili questo salta subito all'occhio, e una maggior frequenza di cambio si traduce in maggior salute e maggior confort.
Non solo: la comodità si riflette anche sui genitori, non costretti a rimettere pannolini rovinati dalle manine dei bambini che tentano di strapparseli di dosso. Primo: sono comodi, quindi capiterà di rado che ne sentano l'ingombro; secondo: sono molto più difficili da slegare o togliere, e quindi il bambino quasi certamente non riuscirà nel suo intento!

6. Meno perdite

Esatto, meno perdite, avete sentito bene! Ecco uno degli altri dubbi delle mamme. Se indossati nella giusta maniera, con i pannolini lavabili si notano meno perdite (anche in caso di disastri liquidi!) rispetto all'utilizzo di quelli usa e getta, spesso allentati. Gli elastici nei giusti punti fanno il loro dovere, fidatevi.

7. Perfetti per i maschietti

Altro vantaggio spesso taciuto è quello per le parti intime dei maschietti, che grazie ai tessuti molto più traspiranti e ad un fitting assolutamente anatomico non si surriscaldano e non rischiano quindi danni permanenti (come un basso numero di spermatozoi da adulti)

8. Il passaggio al vasino è facilitato

Grazie al materiale dei pannolini lavabili, il bambino è molto più consapevole di ciò in cui sguazza (come dicevamo, viene anche cambiato più spesso perché al tatto si sente meglio tutto), e quindi la voglia di passare al vasino verrà anche a lui, senza drammi!

9. Colorati e adorabili

Vantaggio vanitoso: i pannolini lavabili esistono di ogni colore e con mille pattern e grafiche. Sono bellissimi, i bambini nelle loro mutandine sono adorabili e il cassetto in cui li riporrete sarà fantastico, colorato e libero dalla plastica dei pannolini usa e getta, così tristi e bruttini.

10. Meno puzza

Rullo di tamburi, il dubbio più gettonato tra le mamme può essere finalmente smontato: no, utilizzare i pannolini lavabili non significa sporcizia o puzza per casa. Anzi! La pupù, come detto, viene gettata nel WC e non rimane nel pannolino per giorni come capita con gli usa e getta (che, anche se nella spazzatura, lasciano quella scia terribile). La pipì viene invece lavata. Basta tenere le pezze sporche in una cesta dedicata, e lavarli quando serve. Ma, ricordate, non puzzeranno come gli usa e getta: buttare subito la pupù è miracoloso, sapete?

 

Foto Credits: https://www.flickr.com/photos/50684853@N02/8665109773

I rimedi naturali contro il naso chiuso

Giovedì, 17 Dicembre 2015 09:57

Il muco è una delle spade di Damocle che affliggono tantissimi bambini nei primi anni di vita (e anche le loro mamme): ci sono alcuni bambini che sono grandi produttori di muco, altri che invece ne sembrano praticamente immuni. Molto dipende dal miasma del bambino, ma anche dall'alimentazione e dalle condizioni di stress a cui esso è sottoposto: in particolare appena il bambino inizia ad avere raffreddore è utile secondo noi naturopati diminuire latte e derivati e non eccedere con la quantità di proteine animali che incrementano lo stato infiammatorio e che dovrebbero essere sostituite il più possibile con proteine vegetali. Inoltre in questi giorni il bambino dovrebbe assumere tanta verdura cruda e frutta (ottimi gli estratti) oltre che chiaramente bere molta acqua. 

Partiamo dal presupposto che l'aerosol nella stragrande maggioranza dei casi non solo non sortisce alcun effetto, ma peggiora la situazione. Così come spiega il nostro pediatra Luca Roasio l'utilizzo di farmaci a meno che non ci sia una reale infezione batterica valutata con esami diagnostici (che possono essere effettuati comodamente in studio dal pediatra) sono da non prendere neanche in considerazione. 

In particolare:

- Farmaci locali ad azione vasocostrittrice come spray e gocce: ne è vietata la somministrazione in età pediatrica prima dei dodici anni vietati sotto i 12 anni dal 2007 dopo che è stata verificata una correlazione in alcuni soggetti tra l'utilizzo di questi farmaci e convulsioni. 

- Cortisone: il cortisone è un immunosoppressore, per cui se viene somministrato senza effettiva necessità (è il muco al naso non lo è) peggiora lo stato di salute del bambino, rischiando di tramutare un semplice interessamento delle alte in qualcosa di più profondo a livello dei bronchi.

- Mucolitici: già nel 2010 l'Agenzia del Farmaco ne sconsigliava l'utilizzo in età pediatrica. Pensate un po'. 

Ecco allora i rimedi naturali contro il naso chiuso dei bambini: i consigli di mammapretaporter.it per aiutare i più piccoli quando hanno muco e catarro nelle alte vie

- omeopatia: il rimedio che io utilizzo quando i miei bimbi hanno un inizio di raffreddore è sulfur 6ch della Unda, due granuli ogni ora per un giorno. Se migliorano continuo con sulfur ancora un paio di giorni diradando la somministrazione, altrimenti se la situazione peggiora e magari arriva qualche linea di febbre uso silicea 6 o 12 ch sempre della Unda, due granuli ogni 30-40 minuti circa. Generalmente, se riesco a essere costante dopo un giorno il raffreddore si è risolto.

- aromaterapia: inserisco nel diffusore gli oli essenziali di eucalipto e balsamo di copaiba. Per capire se questi oli essenziali sono adatti all'età del vostro piccolo consultate l'articolo dedicato all'aromaterapia per bambini

- umidificatore: se l'ambiente di casa vostra è secco consiglio l'utilizzo di un umidificatore, in particolare nelle ore notturne.

- lavaggi nasali: almeno 3 volte al giorno lavo il naso dei miei bambini con soluzione fisiologica. Quando erano piccoli usavo anche l'aspiratore, ora li invito a soffiare il naso ogni mezz'ora

- unguento: per aiutarli a respirare spalmo sul collo il mio unguento balsamico. 

- pazienza: è l'ingrediente più importante, perchè non possiamo avere l'aspettativa che un raffreddore si risolva in poche ore. Il nostro corpo ha bisogno di tempo per ristabilire l'equilibrio, così anche i nostri piccoli.

- acerola: è un frutto che contiene dalle 30 alle 50 volte il quantitativo di vitamina C presente negli agrumi. Io ne somministro un cucchiaino nel biberon di latte vegetale del mattino quando i piccoli hanno affezioni delle alte vie.

Giulia Mandrino

 

 

 Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

 

 

Metodo Montessori in digitale

Giovedì, 17 Dicembre 2015 08:54

I nostri figli sono nativi digitali, è impossibile nascondere la testa sotto la sabbia. Ciò significa che vivono in un mondo nel quale gli strumenti tecnologici saranno loro indispensabili, e impareranno ad utilizzarli molto presto (e meglio di noi). Significa anche che i bambini, in un momento storico dominato dalle immagini, stanno ormai prendendo la strada del "non spiegarmelo, mostramelo": i video, quindi, sono diventati strumenti d'apprendimento fondamentale.

Oggi parliamo del metodo Montessori in digitale: come attraverso video e App il nostro bambino può divertirsi ed essere stimolato in maniera utile


Su YouTube e Vimeo ormai si trova di tutto. Di tutto! Non è un'esagerazione, e anche voi lo sapete. La ricetta per i biscotti alle mandorle perfetta? C'è. Come imparare a cucire un orlo con o senza macchina da cucire? Un tutorial spiega come. Quello spezzone di Non è la Rai che tanto vorremmo rivedere? Esiste!
Perché allora non sfruttare questo contenitore senza confini e metterlo al servizio del nostro bambino, in maniera sicura e con un proposito istruttivo piuttosto che di mero intrattenimento?
L'importante è creare playlist o gruppi di applicazioni apposta per i piccoli della famiglia, che potranno accedervi quando vorranno senza rischiare di vagare senza meta nel mondo dell'internet.

Su Youtube troverete tantissimi canali (ovviamente non montessori ma comunque utili) dedicati al mondo dei più piccoli e rivolti proprio a loro con video sì divertenti ma anche studiati per l'apprendimento. Il canale "Coccole Sonore", ad esempio, propone canzoni (anche in diverse lingue, e anche pezzi "antichi" che i genitori apprezzeranno, dal Coccodrillo come fa alla Bella Lavanderina!), lavoretti, balletti, e chi più ne ha più ne metta.

Il Cartone dei Piccoli, invece, crea playlist di cartoni animati il cui protagonista, Leo il Camion Curioso, spiega il funzionamento e la costruzione dei mezzi di trasporto.
ABC Songs for Children ha invece l'obiettivo di insegnare le lettere ai bimbi attraverso canzoncine e personaggi dei cartoni animati, mentre Apprendi con Me - ABC 123 in italiano propone, una lettera per volta, l'alfabeto.

Per quanto riguarda le App, ce ne sono alcune ispirate specificamente all'approccio Montessori.

Prime Operazioni Montessori è dedicata alla scoperta delle addizioni e sottrazioni e si rivolge ai bambini dai 5 agli 8 anni, attraverso attività progressive e giochi interattivi davvero divertenti. Passo passo i bambini sono guidati alla scoperta delle operazioni e del concetto di pari e dispari, e prendono confidenza con essi.

Foto Credits: I-Tunes Store, https://itunes.apple.com/it/app/prime-operazioni-montessori/id627950311?mt=8 

Rimanendo nell'ambito scientifico, Geometria Montessori, con una grafica davvero bella e attrattiva, è pensata per guidare il bambino attraverso il mondo della geometria, accompagnato da Tam e Tao, che gli mostreranno le diverse forme e lo aiuteranno a sviluppare il suo senso logico (con catalogazione, classificazione per grandezza e comprensione dell'importanza della geometria nella vita quotidiana).

Foto Credits: I-Tunes Store, https://itunes.apple.com/it/app/geometria-montessori-scoprire/id544726604?mt=8

Per imparare invece le lettere e la scrittura, questa App si presenta esattamente come un compendio di lettere magnetiche reali, ma in versione digitale. Attraverso lettere, numeri, simboli e figure il bambino prende confidenza con la parola scritta. Lo stesso vale per Letture per Bambini Montessori, app pensata per i bambini che iniziano a leggere praticando l'esercizio attraverso i semplici fonemi.

Foto Credits: ITunes, https://itunes.apple.com/it/app/letture-per-bambini-montessori/id999409921?mt=8 

 

Le cause della stitichezza sono davvero numerose: da una alimentazione carente di fibra, all'assunzione di poca acqua a intolleranze alimentari per esempio. Come sappiamo anche lo stress gioca un ruolo fondamentale. La naturopatia indica che la via di guarigione è quella che si basa sulla ricerca delle cause prime del malessere e non di semplici cure del sintomo. Tenendo ben presente ciò, ecco la ricetta di una tisana che potete bere tutte le sere, almeno una tazza (io ve ne consiglio due) dopo cena e prima di andare a letto. Ottimo sarebbe anche riuscire a berne una tazza durante la giornata.

Sara

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Cecilia

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