Gauguin per i bambini a Milano

Martedì, 15 Dicembre 2015 12:53

Il Mudec di Milano, il Museo delle Culture, dal 28 ottobre di quest'anno ha aperto uno spazio permanente dedicato ai più piccoli per un'educazione interculturale ad hoc. Percorsi e mostre per i più piccoli (ora dedicate alla scoperta del Marocco) sono visitabili tutti i giorni dalle 9 alle 19. Ma il Museo non si dimentica dei baby visitatori nemmeno durante le mostre "adulte" ospitate durante tutto l'anno.

Gauguin per i bambini a Milano: una mostra dedicata al grande pittore post-impressionista adatta a grandi e piccini

Sarà visibile fino al 21 febbraio 2016 e ripercorre la strada artistica del grande maestro accostandola ad artefatti polinesiani e immagini documentative dei luoghi ritratti e visitati dall'artista, per mostrarne l'approccio peculiare e la tendenza al primitivismo.
Per farne godere anche ai più piccoli, il Mudec ha predisposto audioguide a loro dedicate. Nessuna frase complicata o studi dettagliati delle opere nella maniera più tradizionale. La guida si rivolge loro con tono dolce e semplice, per immergerli nell'arte di questo artista che dai bambini può essere davvero apprezzato, grazie ai suoi colori piatti e accesi, ai suoi soggetti semplici e naturali e al suo approccio sintetico.
I bambini si muovono tra le settanta opere in mostra e tra i paesaggi bretoni, polinesiani, francesi ed esotici con le loro cuffiette alle orecchie, passando per le opere più consone a loro immergendosi in una sorta di gioco che sdrammatizza la serietà dell'esposizione. In ogni opera analizzata devono riconoscere un personaggio particolare che accompagna dalla prima all'ultima pittura e che di volta in volta si trasforma in un elemento presente nel dipinto.
È la fragolina appoggiata tra le donne tahitiane sdraiate dell'omonimo dipinto, è la pecorella del "paesaggio costiero della Martinica", è una nuvola, è un profumo di fiori; e alla fine si ritrovano con una sorpresa solo per loro nel finale del percorso espositivo.
L'approccio è davvero interessante e porta i bambini a osservare le opere, analizzarle, riflettere su di esse nel modo a loro più congeniale. Nelle orecchie due voci che si confrontano sui dipinti: "Guarda la pelle della modella, guarda le sue fattezze". Oppure su concetti come la nudità: "Oddio, che oscenità, è nuda", "Ma no, anche gli angeli sono nudi, la nudità non è per forza oscena". E così via. I bimbi si siedono a gambe incrociate di fronte alle opere, le osservano, le ascoltano, le guardano forse meglio di come farebbero gli adulti frettolosi.
La domenica, poi, i bambini possono fermarsi al Mudec Lab. Si tratta di attività relative alla mostra permanente o a quelle temporanee. Nel caso di Gauguin, è possibile prenotare la visita e il laboratorio Mudec Lab: i bambini scoprono il mondo del pittore prima attraverso le opere in mostra e poi attraverso le attività proposte nell'ambiente a loro dedicato, ricostruendo i mondi del pittore e tracciando nuove rotte. (http://www.mudec.it/ita/gauguin-3/)

La top ten delle paure delle neomamme

Martedì, 15 Dicembre 2015 12:34

Diventare genitore per la prima volta è tanto meraviglioso quanto pauroso. È normale essere terrorizzate: le neomamme si trovano in un territorio completamente inesplorato che ad una prima occhiata pare un campo minato. I bebè sono delicati, e temere di nuocere loro è un sentimento naturale, un istinto inconscio che però, quando vissuto male, può portare a risvolti davvero troppo negativi.

Ma tranquille, noi conosciamo la top ten delle paure delle neomamme: come affrontarle con serenità e non farci sopraffare da timori inutili

1. Tantissime mamme, almeno nei primi giorni, non riescono a staccare gli occhi dalla culla del loro bambino. Non per il semplice bisogno di guardare quella meravigliosa creaturina fatta tutta da loro. No. Non riescono a staccarsene per la paura che il piccolo smetta di respirare (per la Sids - la Sindrome della morte improvvisa del lattante -, per un soffocamento improvviso, eccetera eccetera). Non è paranoia: è normale. Ma basti pensare che la SIDS, ad esempio, è davvero rara, e per evitare soffocamenti basta prendere delle semplicissime precauzioni (come quelle che sicuramente avrete già preso): mettere il bimbo a dormire sulla schiena, comprare una culla sicura e robusta, evitare di mettere animali di peluches, coperte pesanti e paraurti all'interno della culla e mantenere la stanza del bambino fresca.

2. La paura più diffusa è quella di viziarlo e di educarlo in maniera impropria. Ma abbiamo una buona notizia per voi: non esistono vizi almeno nel primo anno di vita del bambino ma solo bisogni. Quindi il suo richiedere contatto, affetto, stare in baccio e dormire vicini sono bisogni innati, tanto quanto mangiare e dormire. Più di assecondano questi bisogni più il bambino crescerà in maniera equilibrata, serena e udite udite anche indipendente, in quanto sviluppa quello che viene chiamata "base sicura". 

3. Tra le paure più oscure c'è quella che gli altri bambini del nido o della materna possano mettere un dito nell'occhio del proprio bambino fino ad accecarlo, o che accada qualcosa di irrimediabile mentre mamma e papà non ci sono. È una paura innata e lecita, che deriva dal distacco: non avendo gli occhi su di lui 24 ore su 24, si teme che possa accadergli qualcosa fuori dalla nostra sorveglianza. Ma bisogna fidarsi del personale dell'asilo. Certo, botte, morsi e piccole escoriazioni sono normali quando il bimbo sta in mezzo agli altri, ed è giusto che qualche volta torni a casa con piccoli graffi; è la natura umana. Ma bisogna vivere queste cose tranquillamente, pensare che quello scolastico sia un personale qualificato e che in presenza di dubbi basta fare una telefonata o una chiacchierata con le maestre, che spiegandovi le loro competenze (anche di primo soccorso) sapranno certamente darvi più serenità.

4. Cadere dalle scale con il bimbo tra le braccia: terrore puro. Può capitare, e il da farsi dovrebbe essere riuscire a girarsi sulla schiena per evitare di cadere sul piccolo. Ma non sempre l'istinto riesce a farci compiere questa azione. Per evitare quindi del tutto il pericolo, è necessario rendere le scale di casa (almeno quelle) a prova di caduta. Delle strisce per fare attrito sui bordi, controllare (se c'è) la moquette, non lasciare mai nessun oggetto sugli scalini e adottare la regola della tranquillità e pazienza quando si fanno le scale con in braccio il piccolo.

5. Che succede se poi non si riesce a connettere con il piccolo fin da subito, creando quel legame madre-figlio di cui tutti parlano? Tranquille, è un passaggio personale. Alcune mamme sentono questo legame nascere fin da subito, quando il bebè è ancora nella pancia; altre per le prime settimane non sentono nulla (anche per colpa degli ormoni). Ma non preoccupatevi e ricordatevi che il piccolo inizia a legare con voi sin dall'utero, quando sente la vostra voce, e dai primi giorni, quando inizia a riconoscere il vostro odore. Per velocizzare il passaggio, però, ci sono alcune tecniche che fanno sicuramente bene, come il contatto fisico della pelle tra mamma e figlio, quello normale dell'essere portato in braccio spesso (o nella fascia), o il fare qualcosa insieme. Non è necessario che il legame nasca in sala parto insieme al piccolo: prima o poi lo si sviluppa, e sarà unico!

6. Non riuscire ad allattare: è molto difficile che una donna sia fisiologicamente impossibilitata ad allattare, ma se non vi sentite sicure consultate un'ostetrica al consultorio o privata. Non esitate nemmeno a iniziare un corso di allattamento già prima della nascita del bambino. Vedrete come cambia la solfa!

7. E se non si riesce a preparare tutto il necessario prima della nascita? Non tutto è indispensabile, ricordatevelo, quindi, senza fretta, preparate prima ciò di cui c'è davvero bisogno, come un buon seggiolino per l'automobile, una culla, dei vestitini, i pannolini e le salviette. Il resto non è altro che glassa sulla torta: buono, ma non necessario!

8. Partorire in macchina perché l'ospedale è distante? Se l'ospedale non è a più di cinque ore di distanza da dove siete è abbastanza improbabile! Solitamente un travaglio dura 8 ore, quindi anche se la sala parto dista da casa vostra 45 minuti non dovreste preoccuparvi di un parto in macchina. Certo, preparate prima la borsa per l'ospedale e sentite il vostro ginecologo per essere sicure di quando il travaglio è iniziato. Per il resto, relax!

9. Il terrore di veder nascere un bimbo non sano c'è sempre: ma sappiate che fare visite regolari e seguire i consigli di ostetrica e ginecologo durante la gravidanza significa essere già a un buon punto, scansando di molto la possibilità che qualcosa vada storto in sala parto.

10. La testa del neonato: questa pericolosissima sconosciuta. La sua morbidezza e i suoi punti deboli spaventano tutti. E se lo tocchiamo in maniera sbagliata? E se sbatte contro qualcosa? E se facciamo troppa pressione? Certo, è bene stare attenti a botte e cadute, ma credeteci, quei punti morbidi sulla sua testa sono in realtà molto forti: non succede niente se li tocchiamo, e sono davvero resistenti!

Sara Polotti

E' una ricetta partita un po' per caso, nei miei vari esperimenti quotidiani che talvolta terminano con immani didastri, altre volte con grandi successi. Questo è uno stratosferico successo, i miei pupi adorano i ceci dolci! E la buona notizia è che si fanno in pochi minuti. 

Ecco allora una ricetta per far mangiare i legumi ai bambini: i ceci con cannella e sciroppo d'acero

Il fantastico mondo delle muffin tin

Sabato, 12 Dicembre 2015 05:31

Nei paesi anglosassoni la passione per lo snack plate è presente ormai da alcuni anni: si tratta di vassoietti, scatoline o teglie da muffin (muffin tin) che consentono di offrire piccole porzioni di cibo ai bambini in numerose varietà. Come abbiamo spiegato i bambini badano molto alla forma in cui viene proposto loro il cibo e allo stesso tempo adorano poter scegliere cosa mangiare e quando. 

Ecco allora il fantastico mondo delle muffin tin: come invogliare i bambini a mangiare con le teglie da muffin 

La cosa bella di questo metodo è che davvero non ci sono regole, per cui possiamo liberare la nostra creatività e modellare la nostra muffin tin a seconda dei gusti del nostro piccolo. Ma questa modalità per servire il cibo è anche utile per incrementare la varietà di alimenti, in particolare di frutta e verdura che il piccolo mangia. Come abbiamo visto nell'articolo dedicato alle porzioni di alimenti durante il pasto, il 50% dell'intero pasto dovrebbe essere composto da frutta e verdura: ecco allora la divertentissima muffin tim Pyramide che ci illusta come comporre la nostra teglia da muffin in termini di quantità: alla base troviamo la verdura, poi la frutta, poi cereali, proteine animali, vegetali e semi, latticini e soya. 

 

http://shk-images.s3.amazonaws.com/wp-content/uploads/2010/11/muffin-tin-food-guide.png1 

 

E vediamo ben rappresentato il concetto di piramide alimentare sana in questa muffin tin: tantissima frutta e verdura, cereali, polpette di legumi e qualche pezzetto di formaggio (io userei il no-muh)


http://desmoinesparent.com/get-kids-to-eat-just-about-any-food-on-a-stick/ 

 

Possiamo poi creare delle muffin tin a tema, magari coinvolgendo il piccolo nel cercare con noi al supermercato cibi vegetali dello stesso colore: in questa notiamo un tripudio di vegetali rossi, dai pomodori, all'uva, alle bacche di goji al melograno. Vi ricordo però sempre di tenere in considerazione la stagionalità della frutta e della verdura!

http://www.superhealthykids.com/red-snack-day/

 

Ma la tecnica delle muffin tin è davvero graziosa anche come modalità per servire degli alimenti da scegliere come guardinizione di una yogurt bowl, di un gelato, di un chia pudding, smoothie bowl, o di un porridge d'avena. I bambini (ma anche i grandi) adorano scegliere varie guarnizioni!

Oltre alla frutta fresca io inserirei cocco sottoforma di farina o scaglie, scaglie di mandorle, noci, granella di pistacchi, noci di macadamia o pecan, semi, alicamenti come bacche di goji, semi vari, in particolare canapa e chia

 


http://www.superhealthykids.com/rainbow-oatmeal-bar/

 

Nelle muffin tin possiamo mettere davvero di tutto! Anche super sano sandwich come questo a base di avocado e, perchè no, verdurine tagliate con le formine!

 

http://www.yummyinspirations.net/2012/04/avocado-and-spinach-sandwich-spread/#sthash.h26YzkaN.AAeBSlyL.dpbs 

 

Bellissima l'idea di Ikea.com di inserire le salsine all'interno della teglia da muffin. Io vi proporrei una guacamole, un hummus e un pico de Gallo per stupire ospiti e per celebrare un apericena con bimbi e amici. 

http://www.ikea.com/my/en/catalog/categories/departments/cooking/roomset/201611_idce02a/

Giulia Mandrino

Benefici e controindicazioni della soia

Sabato, 12 Dicembre 2015 05:07

La soia è una pianta leguminosa di origine orientale, i cui baccelli possono essere costituiti da differenti semini a seconda della provenienza della pianta.

Attualmente è diffusa in tutto il mondo, dove le varietà più produttive sono state manipolate geneticamente.

Ricca di proteine, sali minerali e vitamine, la soia possiede una buona attività antiossidante. Discrete sono le quantità di fibre e per questo motivo la soia può essere utilizzata nei casi di stipsi; inoltre i grassi contenuti sono maggiormente polinsaturi (grassi “buoni”) e quindi ideali per la riduzione del colesterolo e la prevenzione di malattie cardiovascolari.

Diversi studi svolti in oriente hanno evidenziato il ruolo benefico della soia, a basso dosaggio, nel tumore al colon e più in generale nei tumori del seno ormono-sensibili. La presenza rilevante di fitoestrogeni nella soia può essere utile nella menopausa, per ridurre le vampe di calore tipiche e i cambiamenti di umore a cui vanno incontro naturalmente le donne, ma attenzione agli effetti collaterali: è fondamentale personalizzare sempre la terapia perchè talvolta la soia assunta con assiduità può interferire in alcuni soggetti con il regolare equilibrio ormonale.

Un consumo eccessivo nei soggetti maschi può indurre però problematiche a livello ormonale, ovvero una diminuzione della produzione di testosterone e nelle adolescenti invece un eccessivo sviluppo ormonale. I fitoestrogeni, insieme all’acido fitico contenuto nella soia, possono rallentare l’attività metabolica della tiroide. Nei casi di ipotiroidismo, è consigliabile non consumarla in modo eccessivo, per non rallentare ulteriormente l’attività metabolica. Da notare che, il nichel, metallo presente abbondantemente nella soia, può aggravare tali sintomi per chi ne è intollerante.

Tra le varietà di forme in cui possiamo  trovare la soia sul mercato sono ottimi i germogli di soia e la soia verde, mentre da utilizzare con meno frequenza la classica salsa di soya, ricca di sale. 

Dr. Alessio Tosatto
Biologo Nutrizionista IMBIO

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

"Aiutami a fare da solo": motto montessoriano conosciutissimo, amatissimo e efficientissimo. Maria Montessori l'ha insegnato bene: il bambino ha un "insegnante interiore" che lo guida nella scoperta del mondo. Che fare quindi? Semplicemente aiutare questo insegnante a donare l'autonomia necessaria al bimbo per affrontare il mondo e diventare prima un ragazzo e poi un adulto indipendente. E per farlo bastano alcuni strumenti accessibili, semplici ma di gran effetto.

Ecco allora come applicare il motto aiutami a fare da solo: materiali Montessori a casa, semplici e utili per il bambino

Gli oggetti montessoriani si sviluppano in modo da far sì che il bambino esplori il mondo con le sue mani e attraverso i suoi cinque sensi. Carte e tavole sensoriali, triangoli costruttori, telai per le allacciature, alfabeti mobili: ne abbiamo già parlato, e ne esistono moltissimi.

A casa come a scuola, questi strumenti aiutano il bambino a maneggiare ed esplorare il mondo con i suoi sensi, assimilando le informazioni e le abilità di cui ha bisogno. Anche a casa si possono (e si dovrebbero) ricreare. Anche perché, diciamolo, spesso in commercio i materiali e gli oggetti montessoriani non sono propriamente economici.

Ma non solo oggetti: anche semplici attività sono raccomandabili per ricreare nell'intimità della casa, in qualche modo, il metodo ideato da Maria Montessori.

Anche semplicemente cucinare insieme al tuo bambino, fare giardinaggio con lui, coinvolgerlo nelle più svariate attività (anche "adulte"): basta avere strumenti e materiali adatti e utilizzati secondo il metodo. Tutto diventerà più interessante e soprattutto adatto ai più piccoli.

Le regole da rispettare per far sì che i materiali possano essere "montessoriani" sono le seguenti:

- i materiali sono utilizzati in maniera propositiva, non sono fini a se stessi

- sono contenuti su un vassoio, in una scatola, in un cestino, in una ciotola, o in un qualunque contenitore: basta siano ben organizzati

- Sono, appunto, organizzati, attrattivi e suscitano l'interesse del bambino

- Isolano l'abilità e la funzionalità dell'attività in modo da catturare l'attenzione del bambino sullo scopo

- includono il controllo dell'errore.

Un esempio basta per capire come funzionano queste regole.

Prendiamo il vassoio dei colori: stimola la conoscenza dei colori in maniera ordinata e davvero attrattiva agli occhi del bambino, che deve dividere gli oggetti (dei bottoni, dei cubetti di legno, delle caramelle: basta che siano della stessa dimensione e della stessa quantità - ad esempio, 3 bottoni per colore) nella casella del rispettivo colore. L'esempio è perfetto per capire l'importanza del contenitore, in questo caso un vassoio che rende l'attività organizzata montessorianamente. E anche per capire il controllo dell'errore: se il bimbo mette per sbaglio un bottone rosso nel contenitore sbagliato, se la sua attenzione è rivolta all'attività, si renderà subito conto dell'errore nell'attimo in cui capita.

http://www.theeyesofaboy.com/2014/01/montessori-inspired-wooden-color.html)


Tutte le attività dovrebbero poi avvenire in luoghi dedicati. Parliamo dei tavolini all'altezza dei bambini, sui quali possono lavorare con comodità, e dei mobili (contenitori e mensole) alla loro portata. Tutto questo è importantissimo: le attività montessoriane prevedono infatti la ripetitività, importantissima per l'apprendimento.

Significa che i materiali e gli strumenti devono essere sempre alla portata del bambino: nei primi anni di vita, infatti, per un determinato periodo il bimbo tenderà a ripetere una certa attività per varie volte (poche o molte, ma comunque la ripeterà: ne ha bisogno per prendere dimestichezza, e attraverso questo passo si sviluppa proprio la sinaptogenesi - di cui vi abbiamo già parlato). È necessario quindi che gli strumenti siano a portata di mano (non la nostra, alta, ma la loro!) ogni volta che nasce in loro la voglia di svolgere quel particolare gioco.

Detto questo, un altro aspetto importante è l'estensione delle attività. Ecologica ed economica, prevede che i materiali usati per un primo gioco educativo siano poi utilizzati per altre attività. Per esempio, se il bambino cucinando con voi impara a pestare le spezie, queste spezie potranno poi essere usate per condire la pizza che impasterete insieme la volta successiva. Oppure, quando si è presa dimestichezza con la Torre Rosa o con la Scala Marrone (formate da dieci cubi decrescenti con i quali formare una torre o una scala, per educare il senso visivo delle grandezze), si potranno usare i cubi per creare una nuova forma, magari un elefante o una scimmietta!


http://www.ourmontessorihome.com/curriculumscope-sequence/sensorial-2/extensions-for-the-brown-stair-pink-tower/

 

Foto Credits: https://www.flickr.com/photos/boedker/174417913

La scuola senza zaino

Sabato, 12 Dicembre 2015 04:20

Libri, quaderni, astucci zeppi e straripanti, zaini multicolore che se non hai quello figo sei out, cartelle che manco un bilanciere in palestra: ma si può dire basta allo zaino?

Sì, è possibile, e molte scuole stanno già sperimentando l'esperienza. Nessuno zaino, solo una cartelletta per i compiti a casa, leggera e per niente ingombrante.

Ve lo assicuriamo, una scuola senza zaino è possibile: scopriamo insieme allora il progetto de La scuola senza zaino

Partite dalla Toscana otto anni fa, oggi sono più di un centinaio in tutta Italia, le scuole che hanno adottato questa filosofia (e potete consultarle a questo indirizzo. Niente di inimmaginabile: lo zaino non è indispensabile, assicurano gli esperti.

L'importante è che le aule siano davvero ben organizzate.

Gli strumenti didattici per tutte le discipline, dai quaderni ai libri, dai computer ai materiali per scrivere, disegnare, far di conto e costruire stanno tutti a scuola. Non solo: l'organizzazione degli spazi acquista un'importanza basilare, e le scuole che adottano il piano senza zaino si strutturano in maniera davvero esaustiva con tutto ciò che è necessario ad un apprendimento ineccepibile.

Tutto questo si basa sul Metodo dell'Approccio Globale al Curricolo, i cui punti si possono sintetizzare in questo modo:

1. l ’autonomia degli alunni che genera competenze

2. il problem –solving che alimenta la costruzione del sapere

3. l’attenzione ai sensi e al corpo che sviluppa la persona intera

4. la diversificazione dell'insegnamento che ospita le intelligenze, le potenzialità, le differenze

5. la co-progettazione che rende responsabili docenti e alunni

6. la cooperazione tra docenti che alimenta la formazione continua e la comunità di pratiche

7. i diversi strumenti didattici che stimolano vari stili e metodi di insegnamento

8. l’attenzione agli spazi che rende autonomi gli alunni

9. la partecipazione dei genitori che sostiene l'impegno della scuola

10. la valutazione autentica che incoraggia i progressi

L'idea è nata in seguito ad una domanda semplicissima: perché i lavoratori di tutto il mondo, in situazioni normali, trovano i propri strumenti direttamente sul luogo di lavoro mentre i bambini devono ogni giorno portarsi tutto da casa?

Soprattutto, ragionando sul concetto stesso di zaino emerge una considerazione non indifferente: il bagaglio con tutto il necessario (quando non si tratti di un viaggio) rappresenta un oggetto contenente tutto il necessario per la sopravvivenza (pensiamo agli alpinisti o i soldati), suggerendo l'idea di entrare in uno spazio inospitale. Ma perché la scuola dovrebbe essere considerata spazio inospitale?

Così, procedendo con la filosofia Senza Zaino, le scuole aderenti hanno sviluppato un metodo pedagogico che partendo proprio dal bagaglio più leggero s'è espanso fino a delineare le linee guida sopracitate e a sottolineare i punti chiave dell'educazione. Nello specifico, le scuole senza zaino vogliono puntare sui concetti di responsabilità (raggiungibile dal bambino grazie agli strumenti didattici forniti dalla scuola, alle segnaletiche alle pareti, agli schedari auto-correttivi, ecc...), comunità (valorizzata dagli spazi molto più comunitari, essendo tutti i materiali a disposizione) e ospitalità (suggerita con naturalezza dagli ambienti accoglienti e provvisti di tutto il necessario).

Non solo: le aule hanno una pianta definita, studiata ad hoc per un apprendimento completo, responsabile, autonomo e comunitario.

Dunque, tolto lo zaino s'è aggiunto tutto il resto: niente di meno, tutto di più, sempre con un occhio rivolto ad un'educazione all'avanguardia, progressista e attenta all'apprendimento del bambino in tutte i suoi aspetti.

Sara Polotti

Che la meditazione abbia indubbi benefici anche sulle piccole menti l'abbiamo già visto qualche giorno fa, parlando delle scuole inglesi che hanno deciso di inserire ore di meditazione per i più piccoli, dalla scuola materna fino alle elementari.

Ma non solo a scuola i bambini possono trarne beneficio, soprattutto perché in Italia le realtà che propongono progetti meditativi sono davvero poche. La meditazione ha efficacia vera, e sui più piccoli è fondamentale per imparare la concentrazione, regolare le emozioni e capire come prestare attenzione tanto all'estero quanto all'interno del corpo.

Dappertutto si può sperimentare la meditazione per bambini ma spesso non si sa come iniziare: ecco allora 4 semplici tecniche di meditazione per bambini per aiutare loro a costruire una forte auto coscienza.

La meditazione dell'ascolto

Tutti seduti in cerchio a gambe incrociate, si invitano i bambini a chiudere gli occhi. Suonate una campana e dite ai piccoli di concentrarsi sul senso dell'udito ascoltandone il suono. Chiedete quindi di ascoltare davvero attentamente finché sentono il suono, e di alzare la mano non appena esso si ferma. Dopodiché, l'esercizio può essere modificato ed eseguito anche senza campana: basta concentrarsi sui suoni attorno a loro. Quali sono i più vicini? Quali a destra e sinistra? Quali dentro e quali fuori? Questo esercizio si può inoltre fare ovunque, in strada o, meglio ancora, nel letto prima di addormentarsi per stimolare la calma.

La meditazione della voce

È un esercizio che combina il canto con il tatto. Seduti a gambe incrociate con gli occhi chiusi, si ripetono insieme delle sillabe o delle affermazioni sillabate (come "Io sono forte", o "Io sono calmo"). Contemporaneamente, per ogni sillaba ci si tocca le dita con il pollice. Partendo dall'indice si arriva al mignolino. Lo si può fare anche cantando sommessamente, o nella propria testa, ripetendolo dovunque si voglia e ogni volta che si senta la necessità di calmarsi.

La meditazione del respiro

Imparare a conoscere il proprio respiro dai primi anni di vita fa davvero benissimo. L'esercizio per prendere dimestichezza con questa parte della nostra vita si chiama "Fai cinque respiri" ed è semplice come il suo titolo. Ad occhi chiusi, si inspira per cinque volte e si espira altrettante. In questo modo il respiro viene rallentato e con esso la mente. Chiedete ai bimbi se sentono il cuore alzarsi e abbassarsi durante i respiri, o l'aria entrare e uscire dal naso: si concentreranno, si calmeranno e studieranno questa importantissima parte di loro.

La meditazione del pensiero

Inspirando ed espirando lentamente, i bambini possono svuotare la mente. Ogni volta che un pensiero l'attraversa, quindi, dovranno immaginarlo come una nuvola che passa attraverso il cielo. Sono bambini e quindi stare in meditazione a lungo sarà difficile. Ma questo esercizio li prepara a capire che i pensieri, brutti o belli, vanno e vengono con naturalezza, e soprattutto è un utile primo mattone alla meditazione adulta.

Chi l'ha detto che per avere dei giochi Montessori sia necessario spende un capitale? 

Ecco 5 giochi Montessori homemade che faranno impazzire i vostri bambini: semplici ed economici queste proposte di gioco non possono mancare in una casa 

 

1. Il gioco delle zip: basta incollare su un cartoncino delle cerniere, così che il bambino possa aprirle e chiuderle a piacere. 

 

http://laughingkidslearn.com/diy-zipper-board-for-kids/

  

2. Pannello sensoriale homemade: semplicissimo, basta incollare sul coperchio di una scatola di cartone alcuni materiali come cannucce, pietre, tessuti, nastri, e superfici di plastica

http://laughingkidslearn.com/diy-sensory-board-for-babies/

 

3. La scatola dei lacci: nulla di più semplice! Basta prendere una scatola di cartone, bucherellarla con una matita, infilare lacci di diverso tipo e fare dei nodi alle estremità, così che possano scorrere senza sfilarsi. 

 

http://laughingkidslearn.com/diy-tugging-box-for-young-toddlers/

 

4. Infiliamo la pasta: metodo stupendo per allenare la manualità fine. Con pasta di sale o altra pasta modellabile creiamo una base sulla quale inserire le cannucce: mettiamo a disposizione al bambino dei cannelloni che lui si divertirà a inserire nelle cannucce come possiamo vedere nell'immagine. 

http://laughingkidslearn.com/pasta-threading-activity-for-toddlers/

Giulia Mandrino

Questa è la merenda preferita di Tommy che davvero adora mangiarsi la sua "banana burrosa" come la chiama lui. Emma invece che non è una gran fan delle banane, preferisce spalmare i burri sulle mele. 

Ecco allora gli ingredienti e il procedimento di questa super merenda energizzante: banana, burro di mandorle e gocce di cioccolata

Sara

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Cecilia

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