Ecco una deliziosa ricetta per fare in pochi minuti dei deliziosi biscotti di Natale al miele, scorza di limone e cannella, senza latte e senza zucchero (volendo è possibile sostituire il mieie con il malto ed eliminare l'uovo, così da creare la variante veg). 

Siamo sempre qui a criticare la zia Ignazia sui suoi pseudo consigli non richiesti, sulla sua incompetenza. In realtà sono convinta che le nostre nonne e ancor più le nostre bisnonne, su alcune cose ci superavano ampiamente, me compresa. 

Ecco allora le 4 cose che le nostre nonne facevano meglio di noi mamme di oggi: in che cosa le donne del passato erano più competenti di noi 

1. Il bambino non si sveglia mai quando dorme: è vero, il sonno del bambino è sacro, e a nessuna delle nostre bisnonne passava dall'anticamera del cervello di svegliare un bambino di un mese per portarlo a fare una commissione o perchè diventava troppo tardi e il piccolo rischiava di non dormire la notte. Così il detto "il bambino più dorme più dorme" è vero!. I bambini di 100 anni fa dormivano molto di più dei nostri e loro erano mamme assolutamente meno stressate. E la pediatria moderna lo conferma: anche se il bambino fa la cacca mentre dorme non deve essere mai svegliato (trovate la spiegazione del pediatra Luca Roasio nel mio libro Mamme pret a porter, il primo anno insieme, edito da Mental Fitness Publishing) ma il suo riposo deve essere al primo posto. Noi invece li portiamo a corsi per imparare a farlo mangiare, a cambiarlo e magari a farlo dormire, e nel mentre lo svegliamo per arrivare puntuali. La giornata delle mamme dell'800 e dell'inizio del '900 era molto più lenta priva di appuntamenti, per cui quando potevano e il piccolo era sveglio le donne si incontravano, uscendo in strada magari o recandosi a casa dell'amica.  

2. Meno paranoie: cresce poco, cresce troppo, mangia bene, mangia male, è sul percentile troppo basso, è stimolato poco, parla poco per avere 8 mesi, "ma il tuo beve già da solo dal bicchiere a 6 mesi?". Se da una parte la medicina ha fatto passi da gigante per cui grazie alle visite filtro pediatriche è possibile monitorare la salute del bambino ed essere in grado di intervenire in caso di necessità, allo stesso tempo le nostre bisnonne erano molto più sicure di loro stesse, grazie anche al supporto di una rete di donne importante, depositario di un sapere dato dall'esperienza di madre. Così si ponevano molte meno domande e bomardavano molto meno i loro piccoli di stimoli pessimi per il loro benessere: giostrine con luci psichedeliche assolutamente fondamentali per la crescita del bambino (io potrei avere una crisi di nervi se mi mettessero sopra il letto una roba del genere, magari con una musica straziante di sottofondo) non erano di certo previste. I bambini potevano uscire in cortile e in strada, potevano crescere non più responsabilità, di certo a 6 anni le scarpe se le allacciavano da soli. 

3. Tempi lenti: forse la più grande virtù che vorrei aver preso dalle mie bisnonne era la lentezza. Si perchè la vita era lenta, organizzata, monotona e routinaria ma si sa quanto questo tipo di lentezza faccia bene al bambino. Erano donne in  grado di stare mesi sedute con la tetta di fuori e il bambino attaccato (la maggiorparte di noi hanno bisogno di muoversi in maniera complsiva in casa non è così??!!!), non avevano bisogno di fare grandi giri ai centri commerciali la domenica perchè in casa scleravano: si sedevano davanti alla stufa ad allattare, magari parlando con delle amiche o delle sorelle. Così si celebrava l'arrivo delle stagioni, si parlava per mesi del Natale e la festa di paese era un evento atteso per settimane. 

4. Non avevano il telefonino: si, questo proprio lo dobbiamo dire, non c'era il telefonino, il bambino non vedeva la sua mamma continuamente intenta a scrivere su un rettangolino senza sapere cosa stesse facendo. E non era interrotto nella sua relazione. 

5. Less is more: pochi oggetti, davvero apprezzati, amati ed attesi. Pochi stimoli, pochi impegni, ma attesi e vissuti come un "Sabato del Villaggio" di Leopardi. Sta iniziando la corsa al Natale con bambini bombardati di giochi, tendenzialmente isterici in quei giorni perchè devono fare la maratona delle cene dai parenti se non dei viaggi per andare in un "posto a misura di bambino". Ma sopratutto è inondato di giochi che, lo sappiamo anche noi, useranno effettivamente per il 10%, il resto sarà nesso nel dimenticatoio e poi dato via. E non è la solita romanzina, credo che fosse molto più appagante e soddisfacente per un bambino (ma anche per un adulto) un Natale 150 anni fa dove davvero di respirava la magia del momento. A prescindere dal Natale, in generale ogni cosa aveva il suo valore, il suo tempo: non c'era bisogno di possedere un tablet a 3 anni e magari una mamma e un papà che fanno straordinari per comprarlo: bastava un gioco in legno per sentire il cuore a mille e gli occhi colmi di lacrime di gioia. Quel gioco era il diversivo dai giochi veri che dovrebbe fare un bambino: giocare in cortile con la terra, con le palle di fieno, con la ghiaia, nelle pozzanghere, con la bici magari e in inverno con la neve. Qui non sto parlando di etica, sto parlando di soddisfazione personale. E le nostre bisnonne, volenti o nolenti davano questi 5 doni ai loro figli. 

Noi rispetto a loro abbiamo una cosa in più: possiamo scegliere. 

Giulia Mandrino

Foto Credits: https://it.wikipedia.org/wiki/Campana_(gioco)#/media/File:Duverger_Hopscotch.jpg

 C'è chi pensa in algoritmi, e chi di matematica non ci capisce un acca. Tant'è, tutti abbiamo il dovere di impararla. E, tanto quanto noi adulti, anche i bambini possono fare fatica. Perché allora non rendere più leggero l'apprendimento sin dalle basi?

Divertirsi con la matematica ispirandosi ai "Reggio Children" è possibile: in maniera giocosa, la matematica può diventare più piacevole seguendo l'esempio delle Scuole di Reggio.

Il principio dell'apprendimento della matematica secondo il metodo portato avanti dalle scuole di Reggio, fondate sull'insegnamento pedagogico di Loris Malaguzzi, prevede un approccio più visuale della materia. Ecco che allora il gioco si presta bene a questo tipo di studio per i bambini in età prescolare, fino ai cinque anni, coniugando divertimento e comprensione.
Loris Malaguzzi, come molti altri pedagogisti, tende a valorizzare il processo creativo piuttosto che il prodotto finale (Maria Montessori gli batterebbe il cinque), e anche quando si parla di matematica il principio torna buono: il bambino ha bisogno di capire il percorso che lo porta al risultato finale, e lo si può fare attraverso alcuni giochi, che divengono il punto di partenza per capire i concetti astratti alla base della matematica.

Per i bimbi più piccoli, la numerazione si fonda su ordine, schemi, comparazione e misura. Ogni giorno si trovano, anche inconsapevolmente, ad avere a che fare con quesiti matematici. "Quanti piselli ho nel piatto? Quanti ne servirebbero a riempirlo?". Oppure "Quanto lontano posso calciare questa palla?". O ancora: "Come posso far combaciare tutti i pezzi di questo puzzle?". Basta poco, e integrando queste domande spontanee con le giuste attività il bambino svilupperà il famoso senso matematico.

A livello materiale non serve molto. Basta dare loro qualche strumento in più, come delle bilance sparse per casa che potranno provare a leggere, o delle serie di elementi (ad esempio dei bastoncini di legno, alcuni bottoni o delle tessere di domino - tutti uguali tra loro e diversi rispetto agli altri) in diversi recipienti, o dei nastri colorati con i quali potrà "misurare" la lunghezza di ciò che gli capita tra le manine.
Ancora, uscendo in giardino, il bambino può raccogliere diversi tipi di foglie (non lesinando sulla quantità: per ogni tipo di foglia, più se ne hanno e meglio è); una volta a casa, dividendole per specie o colore vostro figlio sperimenterà la classificazione e la divisione in gruppi.
Mantenendo queste attività sul piano del gioco, i bimbi proveranno da soli cosa significano il conteggio, il peso, il volume, la comparazione e collauderanno in prima persona la matematica rendendola un po' meno astratta.

Non si tratta di utilizzare sistemi di misurazione codificati o universalmente noti. A quelli il bambino giungerà a tempo debito. Ma anche solo provando il senso di pesantezza o leggerezza, ordine, quantità, altezza e distanza, inizierà a mettere in pratica il senso matematico che gli tornerà utile per tutta la vita, non solo a scuola. Tutto questo grazie all'esperienza diretta.
Ogni mamma può quindi inventarsi giochi ed esperienze in base a ciò che le capita sottomano. L'importante è dotare il proprio bambino di tutto ciò di cui può avere bisogno per misurare, ordinare, sottrarre, aggiungere, contare, creare forme o confrontare durante l'attività di ogni giorno: il gioco.

Foto Credits: http://www.racheous.com/reggio-inspired/playful-numeracy-math/

Sara Polotti

Per trovare approcci pedagogici meravigliosamente innovativi non serve andare lontano migliaia di chilometri. Uno dei più affascinanti ce l'abbiamo in casa e si può racchiudere in due parole: Reggio Children. È l'esempio delle scuole di Reggio, dei nidi e delle scuole d'infanzia di una provincia italiana che ha adottato da tempo, e con risultati davvero apprezzabili, le regole pedagogiche stilate da Loris Malaguzzi negli anni Sessanta.

Scopriamo Reggio Children, un approccio pedagogico in cui al centro sta il bambino: in pochi punti, tutto il succo del modello delle scuole di Reggio Emilia

Loris Malaguzzi, pedagogista reggiano, dal 1963 collaborò con l'amministrazione della città per l'apertura della rete scolastica dell'infanzia (a cui si aggiunsero dal 1971 gli asili nido). Insieme ai suoi collaboratori, Malaguzzi ideò a poco a poco il suo progetto culturale innovativo basato su potenzialità, risorse e intelligenze del bambino, portandolo avanti nel tempo fino a giungere ai nostri giorni.
Al centro della pedagogia reggiana, conosciuta in tutto il mondo con il nome "Reggio Approach", non stanno le discipline: sta il bambino, soggetto di diritti con una propria, unica identità e costruttore delle proprie conoscenze.

Come si legge sul sito, "il Reggio Emilia Approach® si fonda su:

  • il lavoro collegiale e relazionale di tutto il personale
  • la presenza quotidiana di più educatori e insegnanti con i bambini
  • l’atelier e la figura dell’atelierista 
  • la cucina interna come atelier del gusto 
  • l’ambiente come educatore
  • la documentazione per rendere visibili i processi creativi di conoscenza
  • il coordinamento pedagogico e didattico".

Adottare questo pensiero significa soprattutto non racchiudere il sapere in settori (ma affrontarli trasversalmente), dare più importanza al progetto rispetto alla programmazione e al processo rispetto al prodotto.
Secondo l'approccio i bambini, protagonisti attivi della loro crescita, possiedono cento linguaggi per relazionarsi con il mondo. Le scuole devono quindi valorizzare questi linguaggi, non limitandone l'utilizzo.
Fondamentale è la partecipazione. Quella del bambino (che insieme agli insegnanti progetta le giornate di studio), quella degli educatori e dei genitori stessi, che giorno dopo giorno devono coltivarla attivamente. E fondamentale è anche l'ascolto (tra bambino, adulti e ambiente circostante), condizione indispensabile per il dialogo e il cambiamento.

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Essendo il bambino costruttore attivo del suo sapere, delle sue competenze e della sua autonomia, i processi di apprendimento sono soggettivi e unici, e hanno sempre al centro strategie di ricerca, confronto e compartecipazione, creatività, incertezza, intuizione e curiosità. E, soprattutto, passa attraverso la ricerca quotidiana compartecipata e la documentazione che esplicita e rende visibile e valutabili i processi di apprendimento.

Non vi sono programmi predefiniti: l'educazione si struttura a partire dalla progettazione della didattica, degli ambienti, della partecipazione e della formazione del personale. Incertezza, dubbio ed errore sono quindi risorse che contribuiscono alla formazione degli ambienti. E organizzazione del lavoro e ricerca educativa vanno sempre a braccetto. L'una si struttura in relazione all'altra, attraverso la partecipazione di tutti.

mportantissimo nel Reggio Approach è l'ambiente scolastico: sia quello interno che quello esterno sono sempre pensati per favorire interazione, autonomia, curiosità, esplorazione e comunicazione, sia per i bambini che per gli adulti. Soprattutto, lo spazio prende forma e si modifica in relazione ai programmi educativi e alle esperienze dei bambini. Gli arredi, gli spazi e gli oggetti attorno alle persone contribuiscono al benessere psicologico, e il Reggio Approach lo tiene in conto, puntando su estetica e cromie ad hoc.

Infine, la valutazione è elemento chiave per l'attribuzione di senso e di valore. Deriva dalla totalità degli aspetti della vita scolastica e diviene strumento e opportunità per riconoscere o negoziare il progetto educativo. Diviene dialogo, insomma.

Prerogativa delle scuole di Reggio sono l'Atelier e la figura dell'Atelierista, inseriti nei programmi già dalla fine degli anni Sessanta. L'Atelierista è nientemeno che un insegnante con competenze artistiche. L'Atelier (costruito sempre in collaborazione con persone dalle diverse competenze - architettoniche, ingegneristiche, mediche, psicologiche e artistiche), un laboratorio creativo dove il bambino, quotidianamente, sperimenta attraverso tutti i cento linguaggi. In questo modo, l'espressività e la poetica contribuiscono sempre di più al processo di apprendimento in maniera quanto mai attiva.

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Non solo parole: i linguaggi non verbali, le azioni, la creatività manuale, l'empatia, i cinque sensi prendono un posto fondamentale (e solitamente soffocato) nella vita scolastica.

È tipico della cultura giapponese, ma infonde quiete in tutto il mondo. Parliamo del giardino zen, il più tipico dei luoghi orientali, formato da acqua, piante e pietre. Ne esistono di grandi e di miniaturizzati, e, sì, sono bellissimi. Anche sui bambini queste piccole oasi di pace hanno un certo appeal-Perché allora non farne una insieme a loro?

Come creare un piccolo giardino zen per bambini: pochi elementi per formare una bellissima oasi di quiete.

Nulla di professionale o estremamente serio: non serve comprare accessori appositamente creati per veri giardini zen o cercare gli elementi naturali lontano da casa.

Tutto ciò che occorre sono:

- un recipiente dai bordi abbastanza alti da evitare rovesciamenti (un piatto fondo, un vassoio, una scatola di cartone)
- della sabbia (quella portata dalle vacanze al mare, magari, o quella per tartarughe)
- dei sassi o dei rametti
- una forchetta

Tutto è pronto, e praticamente non serve fare molto altro se non unire gli elementi: riempire il recipiente con la sabbia, appoggiarvi le pietre e, con la forchetta (che assolverà il compito di quei graziosi rastrellini giapponesi) tracciare le linee, le curve, le sinuosità attorno alle rocce. Come noi adulti, il bambino proverà una calma immediata.


http://artfulparent.com/2014/09/diy-zen-garden-sand-tray.html)

E perché non rendere il nostro giardino zen DIY ancor più alla portata (e al gusto) del nostro bambino? Al posto delle pietre, possiamo utilizzare elementi un po' più pop, colorati e divertenti, come dei mattoncini Lego, le palline-fossili di argilla o, per attenerci più strettamente al concetto di "pietra", semplicemente rendere i sassi un poco più giocosi, creando rocce di pastelli a cera fusi: basterà scaldare in forno alcune pietre, appoggiarvi sopra i pastelli a cera e lasciare che colino piano piano (alternando i colori per un'esplosione cromatica!). Una volta raffreddati, avrete creato dei bellissimi sassi colorati da utilizzare (guarda caso!) per il giardino zen più spassoso di sempre.


http://artfulparent.com/2012/06/melted-crayon-rocks.html

 

Sara Polotti

 

Il gioco delle forme geometriche Montessori

Sabato, 28 Novembre 2015 06:36

Tra i materiali sensoriali del Metodo Montessori ci sono anche le forme geometriche. Si tratta di una scatola cofanetto, contenente le più comuni figure piane, che si può anche costruire da soli con del legno, la colla vinilica e del feltro.

Ecco come costruire un gioco Montessori che sviluppa l'intelligenza logico-matematica: come costruire il gioco delle forme geometriche Montessori

Secondo il Metodo Montessori, lo sviluppo sensoriale è molto importante per il bambino e cosa c’è di meglio se non implementarlo con la conoscenza delle forme geometriche? Per farlo basta avere a portata di mano la scatola delle forme, una sorta di cofanetto che contiene le figure piane più conosciute e che potete facilmente costruire anche voi a casa.

Per realizzarne uno vi servirà:
Feltro
Colla
Taglierino
Pennello

Per prima cosa, prendete i panni in feltro e stendete sulla loro superficie la colla, meglio se diluita con l’acqua. Subito dopo, lasciate asciugare il feltro al sole. Quando sarà pronto, vedrete subito che il feltro, una volta essiccato, assomiglierà alla plastica dura ed è esattamente questa la consistenza che dovrete ottenere.

A questo punto, iniziate a ritagliare le figure geometriche e intagliatele sul feltro. Per aiutarvi nella presa della figura sulla superficie, aiutatevi con un bottone, o con qualsiasi altro supporto che preferite.

Con un po’ di pazienza, quando avrete realizzato tutte le figure geometriche che preferite, prendete una scatola, anche di cartone, e sistematele al suo interno suddividendo le forme per tipologia.

In pochissimo tempo avrete realizzato per il vostro bambino una bellissima scatola con le forme geometriche più conosciute. Secondo il Metodo Montessori questo è un gioco di vitale importanza per lo sviluppo del bambino. Di volta in volta, e giorno dopo giorno, il piccolo imparerà a riconoscere similitudini e differenze tra le figure geometriche.

 

Qui puoi acquistare questo gioco. 

 

 

 

Qui puoi acquistare questo gioco. 

Questo gioco offre al bambino non solo la possibilità di incastrare i cilindri ma anche di permettere al bambino la percezione sensoriale di superfici differenti (ruvido, liscio, morbido etc...) in quanto sono presenti sui cilidri fogli di scariati materiali e di colori diversi. Puoi acquistarlo qui

 

Questo gioco infine lo trovi su Amazon a questo link

La redazione di mammapretaporter.it

 

 

Quest'anno i pochi regali che comprerò per noi e per i bimbi dei nostri amici gli acquisterò tutti su Amazon. Se adoro passeggiare in centro città per respirare l'atmosfera natalizia, l'acquisto del regalo vero e proprio preferisco farlo da casa, cercando con tranquillità dal mio computer idee e soluzioni pensate per quella persona. 

Ecco allora 9 giochi Montessori su Amazon da regalare a Natale: alcune idee per regalare giochi montessoriani per stimolare tutte le intelligenze del bambino

 

1. Il cubo algebrico: stimolare la mente del bambino a livello logico-matematico è molto utile. Ecco allora il cubo algebrico Montessori per bambini di età compresa tra i 5 e i 7 anni circa.Questo cubo di legno è composto da 8 pezzi: 2 cubi (rosso e blu) e 6 prismi (nero e rosso oppure nero e blu), il tutto contenuto in una scatola di legno. Puoi acquistarlo su Amazon cliccando QUI. 

 

 

 

2. Scatola dell'infilare: aiuta a sviluppare la cordinazione occhio mano e il movimento fine. Il gioco consiste nell'nserire l'oggetto di una determinata forma nel buco ed è adatto a bambini di età compresa tra i 12 e i 36 mesi. Puoi acquistarlo a su Amazon.

 

 

3. I giochi degli incastri con forme geometriche: come abbiamo spiegato nell'articolo dedicato a questo tipo di proposta di gioco montessoriana, le forme geometriche sono un tipo di gioco fortemente presente nella pedagogia Montessoriana. Ecco alcune proposte:

- Gli incastri blu a forma di cerchio che puoi comprare qui.

 

 

 

- Gli incastri gialli a forma di triangolo che trovi qui.

 

 

 

- I cilindri sensoriali: tra gli incatri geometrici questo è il mio preferito perchè oltre all'incastro dispone anche di materiali diversi per l'abbinamento colore/materiale quindi stimola contemporaneamente la vista, il tatto e la manualità fine. 

 

- Ecco le forme giormetriche del metodo Montessori più famose: Qui puoi acquistarle su Amazon.

 

4. I cilintri e i pesi: Questo gioco è molto interessante in quanto introduce il concetto di pesa attraverso i sensi (sento che un peso pesa più dell'altro) e contemporaneamente quello dell'infilare quindi dell'incastro (coordinazione mano-occhio e movimento fine). Puoi comprarlo qui su Amazon. 

 

 

5. Telai delle allacciature

- Questo orso in legno è sempre sorridente, ma è più felice quando è completamente vestito! Vestirsi non è più un dilemma quando si è imparato a usare la lampo, allacciare la cintura, chiudere bottoni, infilare e allacciare stringhe e altre necessarie attività. Ogni attività è contenuta in un pezzo separato del puzzle per far pratica con facilità. Ottima attività per sviluppare le abilità motorie fini e altre abilità necessarie quotidianamente. Come spieghiamo nell'articolo dedicato ai telai delle allacciature, "secondo i principi del Metodo Montessori, l’indipendenza è fondamentale per il bambino e, per aiutarlo a muoversi con spirito di adattamento e libertà, è necessario aiutarlo con alcuni strumenti, primo fra tutti il telaio per le allacciature". Puoi acquistare l'orsetto delle allacciature qui.

 

 

Casa in legno: questa casetta contiene con vari catenacci e leve, catena di sicurezza, lucchetto ad arco e a cilindro. Per allenare le capacità motorie. Puoi acquistarla qui su Amazon

 

6. Palline da infilare: puoi acquistarle qui su Amazon. 

 

Palle per infilare grosse: puoi acquistarle qui su Amazon.

 

7. La torre rosa: pupi comprarla qui su Amazon

 

8. Gli abbinamenti numerici:

- Ecco la nostra prima proposta puoi acquistarli qui 

- Targhette con numeri e bottoni per contare: puoi acquistarli qui.

- Puoi comprarle qui. 

- Puoi comprarle qui. 

- Introduzione ai decimali: qui li puoi trovare. 

- i cubi matematici: li puoi acquistare qui su Amazon.

- Asta numerica montessori: qui la trovi su Amazon

 

9. Spolette colorate: come abbiamo spiegato nell'articolo delle spolette colorate, "questi materiali sono molto utili per sviluppare il senso della vista del bambino, farlo giocare con i colori e con le combinazioni cromatichele". Le puoi trovare qui.

Il team di mammapretaporter.it

 

 

 

In presenza di muco un utile supporto alla guarigione sono gli oli essenziali: ecco gli oli essenziali da usare contro il raffreddore dei bambini

In commercio troviamo tantissimi mix di oli essenziali, o spacciati per tali da usare per fare i sulfimigi: io vi consiglio vivamente di non acquistarli non solo perchè spesso vi vendono semplici profumi per oli essenziali, secondo perchè come sempre non è "più metti meglio è". Quindi 30 oli essenziali insieme sono meno efficaci di una sinergia o di un solo olio essenziale mirato e di alta qualità. 

Ecco gli oli essenziali da utilizzare per i fumenti in caso di tosse secca e grassa: la ricetta dell'olio per i suffimigi e la tosse

5 giochi ispirati al metodo Munari

Venerdì, 27 Novembre 2015 08:01

Abbiamo parlato del Metodo Munari come approccio educativo vicino a quello montessoriano e ricco di benefici per il bambino. Ispirandosi a lui sia dal punto di vista pedagogico sia da quello artistico più stretto, sono molti gli spunti di gioco!

Ecco allora alcune idee di gioco stimolanti e creative: come creare insieme al nostro bambino 5 giochi ispirati al Metodo Munari

 

1. Il Munari-Mobile per i più piccoli

 

Foto Credits: http://www.lecoinmontessori.com/mobile-de-munari/

Fin dalla prima infanzia, gli stimoli visivi sono fondamentali per lo sviluppo. Lo sapeva e lo incoraggiava Maria Montessori, e lo promuoveva Bruno Munari. Coniugare il metodo montessoriano con l'arte munariana è semplice e, diciamolo, affascinante. Per costruire una giostrina per i neonati partendo dai disegni di Munari bastano

- una pallina trasparente dal diametro di 6 cm

- 3 bastoncini cilindrici di legno, della lunghezza di 36cm, 30cm e 18cm

- forme geometriche su cartoncino ispirate alle forme munariane (scaricabili qui)

- del filo di nylon

Colorando i bastoncini e assemblando tutto con il filo di nylon, il risultato sarà una giostrina davvero unica, tra il modernariato e l'arte cinetica, ma perfetta per il vostro bambino nella culla che, a debita distanza senza poterla toccare (mi raccomando!) osserverà movimento, forme e colore. Alcuni bambini non apprezzano questo tipo di proposta in quanto hanno l'esigenza (più che condivisibile di toccare l'oggetto e di metterlo in bocca: in questo caso non proponiamo questo gioco perchè creerebbe inutile frustrazione. 

 

2. Il "più e meno" fatto in casa

Tra i giochi ideati da Bruno Munari c'è quello del Più e Meno, gioco visivo composto da 72 immagini (l'originale è di Corraini). Con un po' di fantasia lo si può creare in casa, con le immagini che più ci aggradano.
Bastano dei fogli lucidi stampabili e una stampante. Scaricando un po' di silhouette da internet, e stampandone una su ogni foglio lucido (con le impostazioni personalizzate della vostra stampante), si otterranno diversi disegni da sovrapporre tra loro, creando di volta in volta una storia diversa.

 

Foto credits: Corraini

 

3. I timbri di verdura

Nel 1976 Bruno Munari propose, sulla Rai, un gioco tanto semplice quanto divertente per tutti i bambini, che, nel video (https://www.youtube.com/watch?v=wv8u3Geakgk) si mostrano tanto sorpresi quanto lo stesso artista nel vedere i risultati! Verdura, fogli di carta e inchiostro: niente di più! Tagliando a metà, o alla base, peperoni (più la forma è irregolare meglio è), cipolle, mele, radicchi, inchiostrandoli e premendoli su un foglio si creano pattern favolosi, interpretabili a piacimento e ripetibili all'infinito! Vedere per credere.

 

Foto Credits: Associazione Pikaboo


4. La tavola tattile

Per stimolare la multisensorialità e il senso del tatto così importanti per Bruno Munari, basta ispirarsi alle sue Tavole Tattili.
Con delle tavolette di legno, vari materiali di recupero (dalla stoffa alla plastica, dalla carta, alla lana, alle spugne, alle piastrelle, ai cartoni delle uova a quelli fustellati: chi più ne ha più ne metta) e un po' di fantasia si otterranno delle tavole tattili perfette per imparare a conoscere i vari materiali divertendosi durante la costruzione.
Basta incollare i vari elementi alla base in legno, che verrà poi toccata ed esplorata ogni volta che si vorrà.

 


Foto Credits: lapulcecuriosa  


5. Il libro illeggibile

Come vi abbiamo già spiegato nell'articolo dedicato al Metodo Munari, l'artista e designer pensò ai suoi libri illeggibili e ai pre-libri come a strumenti che avvicinassero il bambino ancora non-lettore alla conoscenza del libro-oggetto. Partendo dalla sua idea, i bambini insieme ai genitori potranno provare a creare il loro personalissimo libro illeggibile, senza frenare le idee.
Un po' di fogli (di vari colori e fattura: accostare quelli semplici da fotocopiatrice ai cartoncini colorati o ad altri supporti improvvisati renderà il tutto ancor più bello), forbici, colla, pastelli, pennarelli e colori di ogni tipo, materiali recuperati in casa che stimolino tutti i sensi (si potrebbero profumare le pagine, ad esempio!). Un po' come per la tavola tattile, basta assemblare il tutto, ma stavolta sottoforma di un libro le cui pagine, sebbene rilegate tra loro, saranno ognuna diversa dall'altra per forma, dimensione, contenuto e materiale.

 

Foto credits: Grafolea

Sara Polotti

Sara

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Cecilia

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