“Matisse” per bambini

Giovedì, 11 Gennaio 2018 15:51

Scoprire i grandi dell’arte è per i bambini uno stimolo, uno stupore e un piacere. Spesso diamo per scontati i capolavori, o la storia dell’arte, lasciando che la imparino a scuola (anche se, diciamolo, i tagli all’arte a scuola non facilitano la cosa. Anzi).

Proporre ai bambini la storia dell’arte e i grandi maestri sin da piccoli è quindi una bellissima idea. La loro creatività può passare anche attraverso l’esempio di questi grandi del pennello, dello scalpello e dei vari medium. Partendo da uno dei più amati: Henry Matisse.

“Matisse” per bambini: con “Guarda che artista”, un libro perfetto per conoscere l’artista e per lasciarsi ispirare dalla sua arte

Qualche tempo fa vi avevamo proposto le attività ispirate all'arte di Henry Matisse. Matisse è un artista del secolo scorso che possiamo incanalare nella corrente dei “Fauves”, un gruppo di artisti francesi che si lasciavano ispirare da impressionismo ed espressionismo, concentrandosi molto sul colore (vivace e spesso innaturale) e sulla semplificazione delle forme.

Il libro perfetto per fare scoprire ai bambini la vita e l’arte di questo maestro è “Matisse”, della collana “Guarda che artista” edita da Franco Panini Ragazzi e scritto da Patrizia Geis. Una collana, “Guarda che artista”, che amiamo da impazzire: vi presenteremo spesso i libri che la compongono, perché siamo dell’idea che non possano mancare nelle librerie dei nostri figli!

Subito, aprendo la copertina, si legge una frase magnifica: “Per tutta la vita Henri Matisse lotta contro l’oscurità riempiendo i suoi quadri di luce, vita, energia e colore”. E da qui in poi comincia la magia.

“Guarda che artista: Matisse” è un libro che è tutto una sorpresa. Le pagine non sono solo pop-up, con i quadri che sbalzano come fossimo in un museo, ma su ogni foglio c’è qualcosa da scoprire: la storia scritta dell’artista, la spiegazione del suo stile, le curiosità…

IMG_3883.JPG

Ma soprattutto, ogni pagina nasconde un piccolo segreto che i bambini possono scoprire vivendo e fruendo il libro: le cartoline con i quadri, le vignette da scoprire, i piccoli libri nel libro, le finestre da aprire, i cartoncini da ritagliare, le maschere da indossare…

IMG_3882.JPG

In questo modo, i bambini imparano divertendosi e immergendosi davvero nell’arte di questo pittore, nel suo stile, appassionandosi senza annoiarsi e scoprendo di giorno in giorno qualcosa in più: le camere con finestre che Matisse ama dipingere, le operazioni che lo costringono a letto e che gli permettono di sperimentare nuove tecniche, della sua passione per il violino suonato alla mattina…

Il tutto condito da un sacco di professionalità. Perché scrivere un libro per bambini riguardo a Matisse non significa snocciolare qualche curiosità qua e là senza impegno: l’autrice Patrizia Geis (che ha curato tutta la collana, che include, tra gli altri, Picasso, Calder e Van Gogh) analizza le immagini e i quadri in maniera eccellente, semplice eppure seria, incisiva e comprensibile in maniera delicata e di qualità. Parla dunque ai bambini senza utilizzare metaforicamente la vocina scema che ci viene spontanea con i piccolini, ma con rispetto e serietà, in modo da trasmettergli in maniera profonda ma semplice, divertente ma ineccepibile, l’arte di Matisse.

Sara Polotti 

No, i BES e i DSA non sono troppi

Giovedì, 11 Gennaio 2018 09:55

Rispetto a qualche anno fa, è vero, sono aumentate a dismisura le diagnosi di disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) e di bisogni educativi speciali (BES). Certo: “una volta non ce n’erano così tanti” è una delle frasi più gettonate. Tuttavia è sbagliato pensare che ci sia un eccesso di medicalizzazione, o che ci sia un atto un fenomeno per il quale ci si approfitta della situazione.

Il problema sarebbe invece che nonostante questo alto numero di diagnosi, la scuola non si sia ancora adeguata alla situazione, tarando i metodi e le valutazioni sempre sugli studenti “bravi” e non tenendo in realmente considerazione i bisogni veri degli alunni.

A dirlo è Giacomo Stella nel suo blog sul sito di Giunti Scuola. E ha una proposta “sconvolgente” che effettivamente ha un suo perché.

No, i BES e i DSA non sono troppi: perché la scuola dovrebbe cambiare, prendendo davvero in considerazione i bisogni dei bambini con disturbi dell’apprendimento

I dati del MIUR parlano chiaro: tra gli studenti, il 2% soffre di disturbi dell’apprendimento. Un dato significativo, che secondo il dottor Stella dovrebbe però essere completato meglio. Le diagnosi, infatti, tardano ad arrivare, e si può benissimo stimare che quel 2% nella realtà sia tranquillamente un 3%.

Negli ultimi anni sono molti gli insegnanti che hanno chiesto la valutazione e una diagnosi di moltissimi bambini che a parere loro soffrono di disturbi dell’apprendimento (spesso parte proprio da loro, dagli insegnanti, la richiesta, e non dalle famiglie). Queste richieste di diagnosi, però, sono moltissime, e il SSN non riuscirebbe a starci dietro. Ecco perché, di fronte alle lunghe attese, le famiglie si rivolgono a strutture private, ed ecco perché all’appello mancano ancora quei centomila casi che andrebbero a rappresentare l’1% in più di cui parla Stella.

Detto questo, se il 2% (o il 3%) sembra poco, poco non è. Ma, soprattutto, non sta qui il nodo della questione. Piuttosto, il problema non sono le diagnosi, ma la scuola italiana in toto. Nonostante, infatti, una nettamente maggiore consapevolezza attorno ai BES e ai DSA rispetto ai tempi passati, la scuola non si è aggiornata, o comunque non si sta sforzando troppo per rendere le cose più semplici a tutti gli studenti, mettendo (come dovrebbe) i bisogni e l’individualità di ogni bambino al centro, ma tenendo metri di giudizio arbitrari e distanti dalla realtà.

Giacomo Stella, insomma, parla di una didattica “per bravi”. Perché? Perché c’è troppa burocrazia, ancora. I bambini con bisogni speciali hanno bisogno di autorizzazioni, di diagnosi, di parole scritte da specialisti, non lasciando ai singoli insegnanti il buonsenso di capire quando un alunno ha bisogno di qualcosa in particolare, valutando da sé la situazione di difficoltà.

Il problema, insomma, è che si pensa ancora che gli strumenti e i metodi didattici che usiamo, quelli “standard”, siano i migliori, quando in realtà dovremmo tutti capire che lo strumento migliore non è universale: ogni bambino, DSA o non DSA, impara con la sua testa, con un suo metodo, con i suoi strumenti e con le sue logiche, ognuno in maniera differente.

La proposta di Stella? Liberalizzare tutti gli strumenti, eliminando le certificazioni. Eliminare le certificazioni significherebbe dare agli insegnanti la possibilità di svolgere il loro compito, quello di valutare ogni bambino per quello che è, con la propria testa, per formulare una didattica ad hoc per ogni classe e ogni alunno. Liberalizzare gli strumenti, invece, è un’idea ancora più bella: se su ogni banco ci fossero una tavola pitagorica, la linea dei numeri e le formule delle figure geometriche, ogni bambino potrebbe decidere con la sua testa (sviluppando così anche delle abilità logiche e di problem solving importantissime) quale strumento usare, se imparare a memoria o se affidarsi a un aiuto, giungendo alle soluzioni dei problemi alla sua maniera.

Nessuno svantaggiato, tutti muniti degli strumenti più utili e importanti: chi l’ha detto che imparare a memoria sia utile a tutti? Chi ha detto che la tavola pitagorica davanti agli occhi abbassa le prestazioni? Non è forse più importante saper scegliere il proprio mezzo, la propria strada e il proprio metodo, in modo da portarlo poi con sé per tutta la vita?

Giulia Mandrino

I giochi e le attività invernali per bambini

Giovedì, 11 Gennaio 2018 08:46

Giocare in inverno non significa solo fare pupazzi di neve. Anche perché la neve spesso scarseggia. Quindi che vogliamo fare? Rinchiuderci in casa? Manco per scherzo!

Giocare all’aperto anche in inverno è fondamentale per i bambini (e qui vi avevamo già spiegato i motivi). E inventare giochi e attività è semplicissimo: basta guardarci intorno e vedere cosa ci offre la natura in questa stagione magica.

Il nostro motto è sempre lo stesso: “Non esiste cattivo tempo, solo cattivo abbigliamento”. Quindi mettiamoci le nostre giacche pesanti, usciamo, giochiamo, rientriamo e usciamo di nuovo, per stimolare la creatività (e aiutare anche il sistema immunitario!).

I giochi e le attività invernali per bambini: qualche proposta per giocare, esplorare ed esprimere la creatività nei mesi più freddi dell’anno

Come prima idea possiamo modificare un’attività primaverile, quella dei giardini delle fate da costruire con i bambini, rendendola invernale: qui trovate le piante migliori per realizzare il piccolo giardino magico!

Restando sempre in tema di giardinaggio, possiamo dedicarci alla cura delle piante invernali (e a quella delle piante da appartamento) in casa: il giardinaggio, infatti, non è un’attività solo estiva, ma che possiamo intraprendere tutto l’anno! Qui il nostro articolo sul giardinaggio in inverno con i bambini.

Quando nevica, non limitiamoci al pupazzo di neve. In giardino o in un bel prato possiamo organizzare le olimpiadi invernali: il lancio delle palle di neve contro un bersaglio (ad esempio un tronco), il salto in lungo sprofondando nella neve, la gara sugli slittini…

Con un bel diario alla mano, è bellissimo uscire di casa e andare a fare una passeggiata da esploratori: i bambini potranno disegnare ciò che vedono, raccogliere i rami delle piante sempreverdi, scoprire quali erbe resistono sotto la neve… Una volta a casa è bellissimo rileggere il diario, che diventerà uno strumento prezioso per studiare la natura.

In casa, invece, possiamo provare a fare l’esperimento dei cristalli di neve, che è davvero coinvolgente e affascinante. Gli ingredienti principali sono i sali di Epsom e gli acquerelli: qui trovate l’articolo che abbiamo dedicato a questo esperimento invernale creativo e scientifico allo stesso tempo!

Durante la passeggiata invernale (una passeggiata invernale è sempre una buona idea: il freddo che punge, l’aria cristallina, i colori tenui…) possiamo proporre ai bambini il gioco della balance board improvvisata: basta prendere un pezzo di tronco e un ramo abbastanza robusto. Il tronco lo disponiamo in terra appoggiato per il lungo (in modo che rotoli) e il ramo trasversalmente sul tronco. Il gioco sarà trovare l’equilibrio!

Sempre durante la passeggiata, carina è l’idea del journey stick (che vi avevamo proposto in un altro articolo dedicato alle attività invernali creative per i bambini): rispetto ad un journey stick realizzato in primavera o estate, i colori di quello invernale saranno più “spenti” e tenui, perché di fiori ce ne sono pochi. Ma si arricchiranno del verde dei rametti di pino e del marrone delle foglie cadute dagli alberi!

Avete mai provato la Land Art sulla neve? Un gioco così semplice eppure così bello che i bambini adoreranno. Basta rendere la neve una tela bianca: su di essa i bambini appoggeranno i rami, le foglie, i sassi e ciò che trovano in natura componendo un quadro bellissimo (ricordiamoci di fotografarlo!).

Infine, la ghirlanda di ghiaccio con elementi naturali: con i bambini, usciamo in giardino o andiamo in un prato. Portiamoci dietro uno stampo per torte a forma di ciambella e riempiamolo con foglie, bacche e rametti. Una volta a casa, copriamo i nostri tesori con l’acqua e appoggiamo in un punto del contorno un nastro (in modo che le due estremità rimangano in acqua, formando così l’appiglio per appendere poi la ghirlanda). Lasciamo in freezer una notte, quindi riprendiamo il nostro stampo e dopo qualche minuto stacchiamo la ghirlanda di ghiaccio che si sarà formata! Naturalmente sarà da appendere all’esterno: piano piano gocciolerà via, scomparendo dolcemente!

ghirlandaghiaccio.jpg

(Photo credit: Artful Parent)

Giulia Mandrino

Quante volte giochiamo con i nostri bambini ma siamo distratti? E loro se ne accorgono, statene certi. Altre volte giocare in armonia è difficile, soprattutto se abbiamo più figli, perché non tutti sono nel giusto mood allo stesso tempo: c’è chi è arrabbiato, chi triste per qualcosa successo alla materna, o qualcuno può essere preoccupato per un compito a scuola. E in quel caso mantenere l’armonia è difficile.

Certo, la maggior parte delle volte è bellissimo, passiamo molto tempo con loro. Ma esistono attività e giochi che sono più adatti di altri a stabilire un legame più profondo tra genitori e bambini, e a noi piacciono molto. Li proponiamo quindi spesso quando ci troviamo a casa la sera tutti insieme, per costruire un legame familiare ancora più stretto divertendoci! Soprattutto quando sembra che tutti abbiano altro per la testa e che le tensioni siano palpabili: è il momento perfetto per cacciare via i pensieri negativi!

Giochi di famiglia per favorire il legame: le attività da fare con i bambini per divertirsi e connettere ancora di più

Imitazioni

Non parliamo del gioco delle imitazioni di personaggi famosi. È qualcosa di molto più semplice, coinvolgente, sensoriale e disarmante nella sua semplicità. A turno uno dei membri della famiglia sta davanti agli altri e decide ciò che per due minuti dovranno fare tutti: ruggire, saltare per casa, rotolare, camminare sulle punte, cantare una canzone, abbracciare… Se all’inizio i bambini sono riluttanti, basta la frase magica: “Sei capace anche tu?”. E la sfida li acchiapperà!

Domande serie e domande stupide

Seduti in cerchio sul tappeto, ognuno a turno fa una domanda e la persona accanto deve rispondere. Dopodiché sarà il suo turno per fare una domanda. Le risposte dovranno essere sincere: in questo modo ci si conoscerà un po’ tutti meglio e si troverà, magari, il coraggio per chiedere qualcosa che normalmente terremmo per noi. Ma non facciamo solo domande serie o seriose: alternativamente, inventiamone di giocose, per ravvivare l’atmosfera! Ad esempio? “Hai mai mangiato un bruco?”; “Andresti in giro per la città senza scarpe?”; “Qual è il piatto più schifoso che tu abbia mai mangiato?”. E così via. E vedrete la genialità delle domande dei bimbi!

Il gioco delle sorprese

Di nuovo, uno dei componenti della famiglia (a turno), sta davanti agli altri. Sceglie uno tra gli altri di fronte e gli dice: “Ho una sorpresa per te”. Questo si alzerà e andrà a ricevere il suo “regalo”, che potrà essere un bacio, un abbraccio, una strofinata di naso (come gli eschimesi!), un grattino sulla schiena, un cinque, un sorriso, un libro, un biscotto… Dopodiché sarà il turno di chi ha ricevuto il regalo, che sceglierà un’altra persona alla quale regalare qualcosa.

Costruire un fortino e guardare un film insieme

I fortini sono sempre fantastici. I bambini ne costruiscono sempre un sacco, no? Bastano dei cuscini e delle coperte. Qualche volta, però, approfittiamone anche noi: costruiamolo insieme, più grande del solito, ed entriamoci tutti, giocando insieme in questa zona protetta, confortevole e magnifica!

Inventare una storia insieme

Uno dopo l’altro, bambini e genitori dovranno inventare una storia, partendo dal classico “C’era una volta…”. Ognuno inventerà un pezzettino, unendosi a quello appena ascoltato, mentre qualcuno prende appunti e trascrive la storia. Alla fine la si leggerà tutti insieme, scoprendo la meraviglia appena creata dalla collaborazione!

Ballare

Infine, l’attività svuota-pensieri e attiva-divertimento perfetta: ballare. Accendiamo il giradischi, o alziamo il volume del device per ascoltare musica in tutta la casa e scegliamo una playlist potente e divertente, fatta apposta per muoversi (magari scegliendo del rock, del rock’n’roll e del pop del passato: vedrete come si divertiranno i bambini a sentire certe canzoni per la prima volta!). Muoviamoci, scanteniamoci, sudiamo e lasciamoci dietro ogni pensiero e ogni vergogna!

 Giulia Mandrino

Il fruttosio fa male?

Mercoledì, 10 Gennaio 2018 11:52

Come tutto, non bisogna mai esagerare e seguire una dieta variegata e naturale. Tuttavia è bene entrare un pochino più nel dettaglio: il fruttosio è un sostituto dello zucchero, ed effettivamente è un pochino più benefico di quest’ultimo. Ma è comunque un dolcificante, e come tutti i dolcificanti andrebbe limitato.

Vediamo dunque insieme le sue proprietà, le limitazioni e le attenzioni che dobbiamo rivolgere al fruttosio quando decidiamo di utilizzarlo come sostituto dello zucchero.

Il fruttosio fa male? Tutto ciò che dobbiamo sapere sul fruttosio, il sostituto naturale dello zucchero con meno calorie e meno effetti negativi sull’organismo

Il fruttosio (detto anche levulosio) è uno zucchero semplice (monosaccaride, a differenza dello zucchero di canna e di barbabietola che è un disaccaride) che si trova principalmente nella frutta e nel miele e che tra i vari zuccheri naturali è al palato il più dolce e zuccherino.

La frutta che contiene il maggior quantitativo di fruttosio sono le banane e l’uva. Ma non manca nemmeno in altri alimenti: i pomodori, ad esempio, ne contengono parecchio.

Il fruttosio lo si può trovare al supermercato sotto forma di liquido (la sua forma naturale a temperatura ambiente) o di polvere bianca, proprio come lo zucchero. Quello che compriamo deriva, appunto, dalla frutta, e viene estratto dagli scarti. Lo si può trovare, però, anche chimico, e cioè estratto dall’amido di mais.

Oltre che in merendine, yogurt, biscotti ed altri alimenti, lo possiamo trovare in moltissimi cibi comuni che compriamo al supermercato, poiché il fruttosio ha un potere anti-muffa ed è quindi un alleato della conservazione naturale.

Per quanto riguarda i benefici, certamente il fruttosio è da preferire al saccarosio (lo zucchero “normale”) e al glucosio: il primo, infatti, ha un indice glicemico nettamente minore (19-23) rispetto agli altri due (il saccarosio è a quota 68, il glucosio 100). 

Ma qual è la quantità giornaliera raccomandata di fruttosio?

Solitamente si parla di 40 e 50 grammi al giorno (a seconda, anche, della conformazione fisica del soggetto e dell’attività fisica che questo svolge). La nostra dieta, però, è già ricca di zuccheri anche se non ce ne rendiamo conto (basta mangiare carboidrati), e per questo dovremmo fare molta attenzione riguardo a ciò che assumiamo: scegliere il fruttosio al posto dello zucchero, insomma, non basta. Ciò che è più raccomandato è la limitazione generale degli alimenti dolci e di zuccheri semplici durante la giornata.

I danni che il fruttosio può provocare, infatti, non sono da sottovalutare o da ritenere minori rispetto a quelli dati dallo zucchero.

Assumerne quantità eccessive non provoca solo meteorismo (un accumulo di gas intestinali), ma anche dissenteria e gonfiori. Allo stesso tempo, rende l’intestino irritabile.

Come tutti i dolcificanti, poi, anche il fruttosio (anche se con forza minore rispetto al saccarosio e al glucosio) rende dipendenti. Mangiandone troppo rischiamo di volerne sempre di più, e abituarsi a questo regime significherebbe provocare non solo un aumento di peso (sovrappeso e obesità sono dietro l’angolo), ma anche un insorgere del diabete per l’aumento della glicemia nel sangue. Ed è un circolo vizioso: il diabete provoca la mancata secrezione di insulina nel sangue, ed è anche l’insulina a dare il senso di sazietà, che, una volta perso, fa continuare sulla strada del sovrappeso.

Un luogo comune da sfatare, infine, sono le calorie del fruttosio. C’è chi sceglie il fruttosio al posto dello zucchero semplicemente perché crede che il primo abbia meno calorie del secondo (e che sia quindi meno ingrassante). In realtà non è assolutamente così: semplicemente, ha un potere dolcificante molto più alto e di conseguenza possiamo utilizzarne meno rispetto allo zucchero.

Insomma, per concludere: scegliere il fruttosio al posto dello zucchero “normale” è di certo un’ottima idea. Ma ciò non significa che siamo autorizzati a consumarne in maggiori quantità lasciandoci sfuggire la mano. Il fruttosio che assumiamo va comunque tenuto sotto controllo, tenendo sempre presente che la frutta e la verdura ne contengono già una buona quantità.

Alcune regole però sono sempre utili per la nostra alimentazione: VARIARE, quindi alternare dolcificanti sani (qui trovate altre modalità di dolcificare in maniera naturale), ascoltare il vostro corpo (io per esempio tollero molto bene il fruttosio e malissimo lo zucchero integrale di canna o lo sciroppo d'acero, che mi provocano invece molta dipendenza) e, ove possibile, farvi guidare da un bravo nutrizionista che possa fornirvi indicazioni alimentari specifiche per voi. 

Giulia Mandrino

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

 

Inestetismi tipici in gravidanza: come agire?

Mercoledì, 10 Gennaio 2018 08:36

La gravidanza è un avvenimento molto importante per molte donne che porta a variazioni non solo a livello emotivo ma anche a livello fisico. Anche tra le donne che non hanno mai avuto problemi con i tipici inestetismi femminili, la gravidanza può portarle a conoscerli da vicino.

Schermata 2018-01-10 alle 09.41.54.jpg

Il primo tra gli inestetismi sono le smagliature, tipiche della gravidanza, che si trovano in particolare sulla pancia e sul seno. Altro tipico inestetismo è la cellulite, ovvero un’infiammazione del pannicolo adiposo sottocutaneo, che comporta gli antiestetici avvallamenti tipici della buccia d’arancia. È il tipico inestetismo delle donne.

Dal terzo/quarto mese di gravidanza, si comincerà ad aumentare di peso, e a dare sfogo alle tipiche voglie “del bambino”. Nei nove mesi subentrano i cambiamenti nel metabolismo, il peso del pancione e le difficoltà circolatorie.

A tutto questo, sarà da aggiungere la ritenzione idrica e il quadro della donna in gravidanza sarà completo. La ritenzione idrica è dovuta all’incapacità del corpo di drenare i liquidi, che ristagnano comportando gambe e caviglie gonfie.

Quali sono i rimedi per gli inestetismi tipici della gravidanza?

Quando si parla di inestetismi tipici della gravidanza si può fare riferimento a due approcci principali per combatterli:

Rimedi naturali
Trattamenti di medicina estetica

Ovviamente, è opportuno precisare che qualunque trattamento potrà essere effettuato solo dopo il parto, ad eccezione dell’uso di creme e olii per le smagliature che svolgono un’azione preventiva.

Per quando riguarda i rimedi naturali, possiamo distinguere i rimedi per la cellulite e per le smagliature:

Cellulite: alla base di ogni approccio sta uno stile di vita sano, quindi eliminare alcool e fumo dalla propria vita (per voi e per il vostro bambino), scegliere un’alimentazione corretta ricca di verdure e fibre. Bere molta acqua e camminare tanto. Inoltre sono particolarmente utili i massaggi anticellulite con l’ausilio di olii vegetali.

Smagliature: queste sono dovute a stiramenti della pelle che si presenta poco elastica, per questo motivo bisogna idratarla al meglio. Quali prodotti utilizzare? Olio di mandorle e olio d’argan sono assai idratanti ed elasticizzanti per la pelle, applicati almeno 2 volte al giorno.

Trattamenti per la cellulite e per le smagliature: affidarsi alla medicina estetica

Durante i mesi della gravidanza, è consigliato evitare qualunque trattamento di medicina estetica, con particolare riferimento a quelli che utilizzano ultrasuoni o laser perché le vibrazioni influiscono o possono causare danni al bambino.

Anche la pressoterapia per la cellulite è sconsigliata durante la gravidanza perché la pressione esercitata può stimolare le contrazioni uterine. 

Solo in seguito al parto si potrà fare ricorso ai trattamenti di medicina estetica in tutta sicurezza.

Prima però, se si è in eccessivo sovrappeso, sarà consigliata una dieta riequilibrante e dimagrante abbinata ad una regolare attività fisica.

Quali sono i trattamenti per la cellulite di medicina estetica? 

Mentre per le smagliature i trattamenti mirati includono il laser e il needling, per quanto riguarda la cellulite il discorso è un po’ più complesso.
Tra i trattamenti per la cellulite più affidabili rientrano:

La carbossiterapia: attraverso micro iniezioni di anidride carbonica nei tessuti si provoca un miglioramento nella circolazione.

La mesoterapia: è una metodica più tradizionale che prevede l’iniezione sotto la pelle di determinate sostanze che riducono l’edema che accompagna la cellulite.

Tra i trattamenti, invece, di ultima generazione rientra la subcision guidata, che a differenza di tutti gli altri trattamenti agisce in modo preciso e mirato sulla causa reale della cellulite, ovvero i setti fibrotici che causano una retrazione della cute (effetto a buccia d’arancia). La subcision guidata è un trattamento minimamente invasivo con effetti a lunga durata e permette di ridurre o eliminare del tutto la cellulite.

I trattamenti per gli inestetismi in gravidanza sono, dunque, molteplici. L’importante è seguire sempre i consigli del proprio medico ed evitare soluzioni fai-da-te che possono essere dannose sia per voi che per il bambino.

 

Combattere le smagliature è possibile? Di seguito sveleremo i migliori trattamenti e creme per le smagliature.

Schermata 2018-01-09 alle 10.46.44.jpg

Le smagliature non sono tutte uguali, possono essere rosse o bianche, e trattarle sarà differente.

Quando le smagliature sono rosse, sono più facili da trattare rispetto a quelle bianche, perché i tessuti riescono a ritrovare il loro tono iniziale. Le smagliature alterano la naturale struttura della pelle, rendendola meno compatta e uniforme, dunque esteticamente meno piacevole, sia alla vista che al tatto.

Le creme per le smagliature, che queste siano bianche o rosse, sono il rimedio per eccellenza per tutte le donne tormentate da questo inestetismo.
Difficilmente, però, le creme antismagliature fanno miracoli. Se parliamo infatti di smagliature bianche, una crema non sarà sufficiente per eliminarle ma aiuterà a renderle meno visibili.
Quando si tratta di smagliature, il rimedio più efficace è la prevenzione.

Idratare ogni giorno la pelle con creme antismagliature apposite, specialmente durante la gravidanza, aiuta la pelle a mantenere una certa elasticità e tono che non saranno poi perse con le fluttuazioni di peso. Infatti, le smagliature sono causate da variazioni di peso in soggetti che presentano una pelle poco elastica.

Dove si concentrano le smagliature?

Le zone del corpo più soggette alla formazione di smagliature sono:

Pancia
Seno
Cosce
Glutei
Fianchi

Le smagliature si presentano inizialmente sotto forma di linee rosse sulla pelle, e in questa fase possono ancora essere trattate con una efficace crema per le smagliature. Successivamente, se non trattate, cambiano colorazione diventando bianche, stadio dove le smagliature sono più difficili da trattare.
Applicare ogni giorno una buona crema per smagliature sulle zone colpite può essere anche una buona azione preventiva, infatti, le donne in gravidanza dovranno usarle fin dai primi mesi.

 Schermata 2018-01-09 alle 10.46.51.jpg

Dove trovare una buona crema per le smagliature?

Le creme per le smagliature possono essere acquistate direttamente in farmacia o in profumeria, ma se si è in cerca di offerte, soprattutto in gravidanza quando la priorità è risparmiare viste le imminenti spese per il neonato, optare per e-commerce affidabili e convenienti può essere la soluzione.

Nel web sono presenti diversi siti dedicati allo shopping online di creme cosmetiche, sempre più in voga ultimamente, e tra questi quelli più quotati riguardano la vendita online di cosmetici.

Perché sempre più donne decidono di affidarsi allo shopping online? Semplice, le ragioni che spingono ad acquistare online sono molteplici:

Prezzi convenienti
Consegna (spesso) gratuita
Comodità
Qualità dei prodotti
Recensioni positive di altri acquirenti

Quali sono le creme più efficaci per le smagliature?

Tra le migliori creme per smagliature in commercio in Italia ricordiamo la crema del marchio Mederma®, che garantisce risultati visibili, al pari di un trattamento estetico, che fino a pochi anni fa sarebbero stati solo un sogno.
Questa crema agisce sulle smagliature rendendo la pelle più compatta, più morbida e uniforme, combattendo le antiestetiche strie e qualsiasi discromia.
Inoltre, efficace per le smagliature risulta essere anche la crema del marchio Rilastil®, con il suo trattamento attivo studiato per contrastare le smagliature. Ad azione emolliente, idratante ed elasticizzante può essere utilizzata sia in gravidanza che durante l’allattamento. 

Come agisce una crema per smagliature efficace?

Una crema per smagliature che funzioni deve agire, innanzitutto, sulle cellule epiteliali morte, affinché i principi elasticizzanti possano penetrare nella cute.
Tipicamente, le creme per smagliature presentano i seguenti componenti:

Sostanze esfolianti
Acido ialuronico
Centella asiatica
Collagene ed elastina
Retinolo
Acido glicolico

Crema per smagliature come e quando applicarla

La crema per smagliature affinché sia efficace deve essere applicata 2 volte al giorno, mattino e sera, in modo uniforme sulla pelle e con un movimento circolare su tutte le aree del corpo interessate.
Usata quotidianamente, una buona crema per smagliature garantisce miglioramenti già dopo un mese di trattamento.

Esistono alternative naturali per le smagliature?

Non solo le creme possono agire sulle smagliature, anche gli olii naturali hanno un’azione idratante ed elasticizzante sulla pelle e aiutano quindi a prevenire la comparsa delle smagliature.
L’olio di mandorle, ad esempio, è tra i più utilizzati come alternativa alle creme e risulta efficace per la scomparsa delle smagliature rosse, grazie alla sua composizione ricca di vitamina E.
Anche l’olio di oliva è ottimo contro le smagliature perché ricco di acidi grassi che stimolano la produzione di elastina.

 

La lista nascita perfetta esiste

Martedì, 09 Gennaio 2018 08:31

“Che gli regaliamo? Ma il seggiolone ce l’avranno già? Gli abitini sicuramente useranno quelli di Filippo… Hanno scelto i pannolini normali o i pannolini lavabili?”: dialogo tipico tra amici quando si tratta di pensare al regalo per la nascita del figlio di altri amici.

Serie di problemi oggettivi: non sappiamo esattamente cosa i neogenitori già abbiano. Non sappiamo cosa gli piaccia realmente (perché anche se abbiamo gli stessi gusti il rischio di toppare è lì in agguato). Non sappiamo effettivamente di cosa abbiano bisogno. E allora cosa regalare?

La migliore scelta però esiste. Si chiama “lista nascita”, ed è elegantissima, sicura e comoda come nient’altro al mondo. Noi la stiamo consigliando a tutti, e per prime l’abbiamo creata noi quando sono nati i nostri bambini.

Banner_800x600.jpg

La lista nascita perfetta esiste: con Collettiamo scegliere il regalo per i futuri genitori diventa comodo, sicuro e unico

Creare una lista nascita con Collettiamo è davvero semplicissimo: basta che i futuri genitori vadano sul sito e scelgano l’opzione “lista nascita", compilando il semplicissimo form per creare la propria lista dedicata ai regali per il futuro bambino. È davvero molto, molto semplice, e potete vederlo con i vostri occhi cliccando questo link, al quale è visibile un video demo con tutti i passaggi da seguire.

È proprio come una lista nozze, solo che stavolta i regali saranno dedicati alla maternità. Dopo aver compilato i campi personali, è possibile lasciare un messaggio per gli invitati, per spiegare le ragioni della lista.

A questo punto possiamo scegliere se applicare la commissione di Collettiamo (una piccolissima percentuale che verrà scalata dai regali o dal totale della lista) alla somma che versano gli invitati oppure al totale (non ricadendo così su di loro).

listenascita1.jpg

La nostra lista è così creata.

listenascita2.jpg

Ora possiamo scegliere se lasciare che gli invitati versino semplicemente la loro somma (come fosse una busta regalo) oppure aggiungere i regali che ci servono, esattamente come in una lista nozze.

listenascita3.jpg

Biberon, pannolini, seggioloni, carrozzine, giochi, libri, sterilizzatori, termometri… Possiamo aggiungere tutto ciò che ci viene in mente, selezionando quelli proposti da Collettiamo oppure quelli che abbiamo già scelto, completando con la foto dell’oggetto, il prezzo e la quantità.

listenascita4.jpg

 

 

listenascita5.jpg

Per coinvolgere gli amici nella lista nascita basterà inviare loro il link creato da Collettiamo. Loro verseranno la loro quota, o sceglieranno di regalarci uno degli specifici oggetti che abbiamo messo in lista, dopodiché riceveranno il nostro ringraziamento.

listenascita6.jpg

Alla fine, dopo aver chiuso la busta (dopo aver raggiunto la quota che avevamo in mente oppure dopo la nascita del bambino; insomma, quando decidiamo) potremo ritirare attraverso un bonifico il denaro ricevuto, provvedendo così all’acquisto di ciò di cui realmente abbiamo bisogno, senza rischiare di ricevere regali doppi (antipatico per noi ma anche per chi ci ha fatto il regalo, dato che hanno sprecato tempo e denaro) oppure di ritrovarci con qualcosa di cui non avevamo assolutamente bisogno o che non ci piace proprio!

E ascoltate bene: per noi di Mamma Pret a Porter c’è un codice promozionale! Mammapret_10. Inseritelo quando richiesto: vi darà diritto a 10€ accreditati gratuitamente per creare la vostra prima lista (condizioni di attivazione: raccogliere almeno 50€ da almeno 5 partecipanti; valido fino a dicembre 2018).

 Giulia Mandrino

 

La gravidanza è sempre accompagnata da cambiamenti, non solo emotivi ma soprattutto fisici. Il corpo va quindi curato maggiormente. Ma quali sono le aree più inclini a cambiamenti e come agire dopo il parto?

inestetismi2.jpg

Durante la gravidanza, il corpo è soggetto a cambiamenti, una sorta di rivoluzione causata dagli ormoni che non sfugge all’occhio attento di ognuna di noi.

Aumento di peso e variazioni della forma sono tra gli aspetti della gravidanza che si preferirebbero evitare. Le fluttuazioni di peso non dovrebbero superare i 12 chili, tuttavia gran parte delle donne ne accumula di più. Questo genera inestetismi successivi al parto, perché la pelle, magari poco elastica, potrebbe risultare in eccesso.

Cosa avviene dopo il parto?

La pancia successivamente al parto non si riduce istantaneamente, questo perché dopo il parto sono necessari almeno 15 giorni affinché l’utero ritorni alle sue dimensioni di partenza, così i muscoli e la pelle della pancia sono costretti a tendersi per assecondare questo processo. Non essendo completamente elastici, i tessuti risultano quindi sotto tono e molli.
Il seno durante la gravidanza aumenta di volume e questo può essere piacevole per molte donne. Tuttavia dopo il parto il décolleté così apprezzato e abbondante risulta sproporzionato e ancora alla fine dell’allattamento il seno è svuotato e cadente.
Le gambe sono soggette a ritenzione idrica perché durante gli ultimi mesi di gravidanza l’utero tende a premere su alcuni vasi sanguigni rendendo più difficile una corretta circolazione e scambio tra i liquidi.
Quindi possiamo affermare che le aree più soggette a cambiamenti durante la gravidanza sono:

Seno
Pancia/addome
Gambe/glutei

Intervenire dopo la gravidanza sulle aree modificate è possibile?

Quando si parla di fare ricorso ad interventi di medicina e chirurgia estetica è sempre consigliato, per ogni trattamento, evitarli durante la gravidanza, ma anche durante l’allattamento per evitare che sostanze iniettate nel corpo o protesi possano influire sul normale decorso post parto.

Seno svuotato post allattamento come fare?

inestetismi1.jpg

Dopo l’allattamento, il seno tende a cambiare, la pelle appare più rilassata e il capezzolo scende verso il basso, donando al seno un aspetto cadente e vuoto.
In numerosi casi è sufficiente dell’esercizio fisico mirato nei pettorali con una dieta sana ed equilibrata, creme tonificanti applicate con appositi massaggi, e in poco più di un anno il seno tornerà ad essere tonico e fresco.
Purtroppo, non in tutti i casi questo avviene e molte donne non riescono più a riottenere il seno di un tempo, dovendo così ricorrere ad altre soluzioni.
Ma dove scoprire di più su come intervenire? Esistono, oggigiorno, portali dedicati alla medicina estetica dedicati a tutti coloro che intendono informarsi preventivamente sull’intervento o trattamento che desiderano.

Chirurgia estetica e seno dopo l’allattamento

Nell’ambito della chirurgia estetica troviamo le soluzioni più efficaci per risolvere il problema del seno cadente e vuoto, e sono:
Mastoplastica additiva: consiste nell’utilizzo di protesi per aumentare il volume del seno. Da effettuare non prima di 6 mesi dalla fine dell’allattamento.
Mastopessi: senza l’utilizzo di protesi, viene effettuato un rimodellamento della mammella, spostando verso l’alto l’areola mammaria e rimuovendo l’eventuale pelle in eccesso.
Se non si vuole ricorrere ad interventi invasivi, si può far ricorso alla medicina estetica, che offre soluzioni che non prevedono l’utilizzo del bisturi. Ad esempio, efficace per intervenire sul seno svuotato dall’allattamento è il trattamento di lipofilling, ovvero una tecnica basata sul trapianto di grasso del paziente da una parte all'altra del corpo. Attraverso questo trattamento si vanno a modificare i contorni e le forme delle mammelle, senza l'inserimento di sostanze estranee.

Quali sono invece le soluzioni per la pancia e le gambe?

Gambe gonfie e pancia molle possono essere problemi riscontrabili dopo la gravidanza. Per intervenire sulla pancia si può far ricorso a 2 soluzioni:

Concentrarsi su sport ed esercizi mirati. Se questi non funzionano, è possibile fare ricorso a:
Chirurgia e medicina estetica

Gli interventi di riferimento sono la mini-addominoplastica, che prevedere la rimozione di una striscia di pelle in eccesso e che può essere abbinata alla liposuzione se è presente anche grasso in eccesso.
L’addominoplastica, quando tutta l’area della pancia presenta problemi.

Per le gambe che appaiono gonfie e stanche, invece, sono consigliati una dieta sana, bere molta acqua che stimola il drenaggio dei liquidi, e fare esercizio fisico.

 Giulia Mandrino

Adoriamo le polpettine! Consentono non solo di far mangiare praticamente tutto ai bambini ma anche di riciclare tanti scarti: noi cerchiamo sempre di unire una proteina (pesce, carne bianca, legumi, uova, frutta secca) a carboidrati (pangrattato, patate, farina di mais, cereali in chicchi) così da ottenere un pasto completo con un bel contorno di verdura. Questa è la ricetta delle nostre tipiche polpettine di pesce, che, vi assicuriamo, piacciono moltissimo ai bambini, e sono super semplici da preparare.

Polpettine di pesce: la ricetta delle polpette a base di pesce per riciclare gli scarti e fare mangiare i bambini in maniera sana ma divertente

 

Sara

sara.png

Cecilia

Untitled_design-3.jpg