La disortografia, un DSA meno conosciuto

Lunedì, 22 Marzo 2021 14:49

Quando si parla di DSA, o Disturbi Specifici dell’Apprendimento, si nominano prima di tutto dislessia e discalculia. Ma non sono gli unici. Tra gli altri, esiste anche la disortografia (che non è la disgrafia, altro DSA), che quando non viene diagnosticata porta prima i genitori e poi i figli a pensare di “non essere capaci” in grammatica, quando in realtà si tratta proprio di un disturbo specifico della scrittura.

La disortografia

Se la disgrafia è un DSA che porta il bambino (e l’adulto) ad avere difficoltà nella stesura grafica delle parole (con i quaderni molto disordinati e pieni di errori e riscritture), la disortografia è riconoscibile quando, fin dai primi anni di scuola, non si riescono ad applicare le regole ortografiche delle parole e delle frasi. Errori “grossolani” (come scrivere acqua senza il “cq”, omettere le “h” quando servono e non riuscire proprio ad applicare le “sci” quando servono), punteggiatura errata, sbagli grammaticali molto frequenti… La disortografia si manifesta così, e non si tratta (come in tutti i DSA) di ignoranza delle regole, ma di difficoltà di utilizzo delle stesse.

In altre parole, il bambino immagazzina queste regole ma non riesce ad automatizzarle, e per questo motivo continua a fare errori quando scrive.

Come capire se tuo figlio è disortografico

Tendenzialmente questo Disturbo Specifico dell’Apprendimento si manifesta dal primo anno della scuola elementare, quando, cominciando a imparare le regole grammaticali e ortografiche, il bambino pare fare molti errori. Bisogna quindi fare attenzione ai dettati, ai testi, ai compiti di grammatica.

Di solito ci sono errori che si ripetono spesso: le doppie (dimenticate o aggiunte dove non servono), gli scambi di lettere, l’uso errato di accenti e apostrofi, dimenticanze di lettere…

Dopo aver notato gli errori, possiamo provare a fare attenzione ai meccanismi di scrittura. I bambini con disortografia, infatti, pensano molto di più alle regole rispetto agli altri. Non gli viene, dunque, naturale scrivere una determinata parola perché è scritta in quella maniera (acqua, scuola senza la q, qui e cui…), ma devono ogni volta pensare alla regola memorizzata in precedenza. Non memorizzano, quindi, la parola, ma ricordano la regola e vanno ad applicarla ogni volta. Il processo, di conseguenza, è molto più lungo e laborioso, e quando si trovano a dover scrivere più velocemente è normale commettere errori.

Se gli errori e la fatica continuano ad esserci anche dopo la seconda elementare, allora è bene chiedere aiuto ad uno specialista.

La diagnosi

Come per tutti i DSA, la diagnosi la farà un esperto del settore che sottoporrà il bambino a test specifici, come ad esempio un dettato, esercizi di scrittura, compiti di composizione di testi… In base agli errori commessi dal bambino (che possono essere di tipo fonologico o di altra natura) si capirà il livello e il tipo di disturbo al quale si è di fronte.

Contestualmente, lo specialista controllerà anche le difficoltà o i punti di forza del bambino nel calcolo e nella grafia: la disortografia, infatti, può spesso andare di pari passo con gli altri DSA, ovvero la dislessia (che concerne la lettura), la disgrafia (la scrittura) e la discalculia (la matematica).

Se il bambino è disortografico, quindi, i logopedisti, gli psicologi e i pedagogisti di riferimento sapranno indicare la via più adatta verso il potenziamento, in modo da aiutare il bambino a fare meno fatica trovando anche strumenti compensativi e laterali utili ed efficaci.

Tutti, probabilmente, siamo cresciuti con la paghetta. Chi prima, chi dopo, arriva un momento nella giovane vita nel quale i genitori sentono sia giusto concedere una piccola somma di denaro da spendere settimanalmente. Alle elmentari? Alle medie? Alle superiori? Il "quando" non è standard, così come non lo è il "quanto". Ma resta una certezza: al di là della somma, la paghetta ai bambini è una pratica molto positiva, perché permette di responsabilizzarli e di fargli capire il valore del denaro (tra le altre cose).

Ecco, quindi, una piccola guida alla paghetta.

L'importanza della paghetta

Tra i benefici della paghetta, spicca su tutti di certo l'insegnamento della responsabilità. I soldi sono importanti, hanno un valore, e conservarli prima di tutto senza perderli è un primo passo. Non spenderli in cose inutuili è il secondo. Con naturalezza si passa poi al concetto di spreco: una volta che hanno il loro gruzzolo in mano, i bambini si trovano a dover decidere se comprare qualcosa che vogliono moltissimo, qualcosa che gli serve, qualcosa che in quel momento vorrebbero ma che costa ancora troppo... Si tratterà di figurine, di un libro, di un giocattolo: non importa il valore del papabile acquisto, ma è fondamentale il processo decisionale che i bambini metteranno in pratica. E di certo qualche volta sbaglieranno, ponderando male i pro e i contro e pentendosi subito dopo l'acquisto, ma anche questo fa parte dell'insegnamento.

C'è poi la parte "generosa". Ovvero: arriverà ad un certo punto il momento in cui i bambini decideranno di investire una parte della paghetta (se non tutta) per un regalo a qualcuno a cui tengono. Sarà un momento bellissimo, che mostrerà loro la bellezza del dono (facendogli allo stesso tempo capire che i regali che acquistiamo noi genitori non sono gratis!).

Avendo una loro paghetta, infine, capiranno il valore del denaro riflettendo su ciò che si può acquistare con tot soldini. Sarà quindi più semplice per loro comprendere ciò che i genitori fanno ogni giorno, ovvero far quadrare i conti con ciò che si ha. Perché il denaro non cresce sugli alberi.

Quando dare la paghetta

Come accennato, non c'è un'età precisa e starà ai genitori decidere. Tuttavia, possiamo dare qualche consiglio. Tendenzialmente, infatti, la paghetta viene data ai bambini a partire dai 7/8 anni, ovvero dal periodo delle elementari, quando già si ritrovano a voler comprare figurine o caramelle, anche in situazioni in cui noi non ci siamo (al mare con i nonni, quando escono con le famiglie dei loro amichetti, all'oratorio...). Basterà, in questo caso, qualche monetina, anche solo 1 o 2 euro. L'importante è spiegare che sono importanti, che hanno un valore (ad esempio, 1 euro sono tot caramelle, 2 euro tot figurine...), e che starà a loro decidere cosa comprarci.

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Alle medie i bambini cominceranno ad avere esigenze diverse e si potrebbe passare a cinque euro a settimana, soldini con i quali i ragazzi potrebbero comprarsi il biglietto per il cinema, o una bibita in lattina con patatine per il pomeriggio con gli amici.

Alle superiori bisogna invece ponderare le spese, alzando ancora un pochino la paghetta, ma senza comunque esagerare (20/30 euro è una cifra adatta, se i ragazzi si devono pagare anche autobus per gli spostamenti e servizi quotidiani): la paghetta è educativa anche e soprattutto quando "non basta", costringendo i ragazzi a rinunciare a qualcosa per concedersi altro, no?

La paghetta secondo gli aiuti in casa

Quando questa paghetta non basta (perché, magari, la teniamo volutamente bassa) possiamo aggiungere uno step in più, ovvero il guadagno della paghetta. I ragazzi, infatti, potrebbero aiutare in casa per guadagnare qualcosa di più. Evitiamo, però, di "prezzare" le faccende più comuni come pulire, fare le lavatrici o sparecchiare (quelli sono compiti di tutti, responsabilità civili da dividere), scegliendo di pagare i ragazzi per compiti straordinari, come portare la spazzatura in discarica, dipingere le pareti, sistemare un vecchio mobile, riparare le tende... In questa maniera comprenderanno direttamente e concretamente anche il valore applicato al lavoro, ottenendo allo stesso tempo ciò che desiderano (il denaro per comprare quella cosuccia che puntano da tempo).

Quando si ha voglia di portare in tavola qualcosa di gustoso e un po’ diverso dal solito, non si può non chiamare in causa il pollo al curry. Piatto semplice da preparare e perfetto quando si punta a far conoscere ai più piccoli i sapori piccanti, è la risposta ideale nelle sere in cui, prese tra i vari impegni, diventa difficile portare in tavola più di una portata. Detto questo, non resta che scoprire la ricetta passo passo.

Pollo al curry: la ricetta e i consigli per prepararlo al meglio

Per la festa del papà, al posto dei regali più classici (dopobarba, profumo e cravatta vi dicono qualcosa?) quest'anno possiamo puntare su un dono diverso, magari più personale e sentito, proprio come può esserlo un libro. Insieme ai bambini, scegliamone uno che parli della relazione tra i papà e i figli, oppure scegliamo un romanzo particolarmente significativo.

In ogni caso, un libro è sempre un ottimo regalo, e questi sono libri perfetti per tutti i papà.

"Sei troppo forte papà!"

Appena uscito, questo libro edito da Mondadori e scritto da Federico Taddia è una divertente e utile guida per scegliere con i bambini le attività da svolgere per godersi il tempo insieme. 

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"Papà ti voglio bene perché"

Un libro che non è un libro finché un libro lo diventa, perché a scriverlo sono proprio i bambini! Eccolo.

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"Cara Ijeawele"

Non è un libro solo per papà di figlie femmine. È un libro per tutti, per capire come l'educazione sia fondamentale per cambiare il mondo. Si intitola "Cara Ijeawele" ed è scritto dalla bravissima scrittrice nigeriana Chimamanda Ngozi Adichie.

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"Voglio il cellulare"

Se i vostri figli sono in quell'età lì (eh sì, ci arrivano sempre più presto!), questo libro può essere un grandissimo aiuto per destreggiarsi tra la reticenza di regalare il cellulare (sono ancora così piccoli...) e la voglia di non farli restare "indietro" rispetto ai coetanei.

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"Vita da papà"

I libri da colorare sono ormai un must e sono davvero, davvero rilassanti. In questo periodo come non mai, quindi, questo libro da colorare per papà potrebbe essere il regalo che ci vuole!

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"Molto forte, incredibilmente vicino"

Se il papà da festeggiare è un gran lettore di romanzi, non può non leggere questo di Jonathan Safran Foer, che parla della struggente ricerca di Oskar, che ha perso il papà nell'attentato alle Torri Gemelle l'11 settembre 2001. Ormai un classico.

"Febbre a 90"

Per i papà amanti del calcio, un libro cult di Nick Hornby, che racconta la sua storia di tifoso nella quale in molti si rispecchieranno.

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"About a boy"

Sempre di Nick Hornby, un romanzo su un padre che non è un padre, ma che mostra come i rapporti familiari possano essere costruiti e come possano rafforzarsi di giorno in giorno. Anche se dall'altra parte c'è un adolescente testardo.

"Iconic whisky"

Un libro coffee-table (e quindi anche bello da vedere) per i papà che apprezzano l'alcool nelle sue forme più classiche ed eleganti. Il bello è che si tratta di una guida per infografiche, molto hipster.

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"Infografica della seconda guerra mondiale"

Un libro nerd per papà cool che amano le infografiche, i fun-fact e la storia. Bellissimo da vedere e stupendo da sfogliare.

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Festa del Papà, cosa vi auguriamo

Lunedì, 15 Marzo 2021 16:47

La Festa del Papà è un evento bellissimo. Ci permette di celebrare voi papà, il vostro amore, il vostro ruolo, la vostra presenza. Perché voi papà siete preziosissimi, unici e finalmente presenti davvero nella quotidianità dei bambini. 

Ma voi, papà del 2021, siete papà che ancora devono andare nel bagno delle donne se volete cambiare il vostro bambino. Siete papà che ancora non possono mostrarsi con le lacrime agli occhi per non passare per “femminucce”. Siete papà che ancora si sentono chiamare “mammo” se fate la spesa o vi occupate dei bambini con costanza. 

Il nostro augurio, quindi, è che il sessismo venga sconfitto anche nei vostri confronti, e che le conquiste di genere rendano il vostro essere papà finalmente completo, gioioso, normale e paritario.

Vi auguriamo di trovare i fasciatoi nei bagni degli uomini, e non solo in quelli delle donne. 

Vi auguriamo un congedo parentale che pareggi quello delle vostre mogli, compagne, madri dei vostri figli.

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Vi auguriamo di non venire più chiamati “mammi”.

Vi auguriamo di non sentirvi più baby-sitter, genitori secondari o aiutanti.

Vi auguriamo di poter fare i mestieri in casa senza sentire che la vostra virilità venga messa in discussione, e che i vostri figli prendano esempio da voi.

Vi auguriamo di passare del tempo con i vostri bambini senza il terrore di non sapere dove sono i pannolini, o di come di fanno le trecce, o di portarli a scuola in ritardo, perché la mamma non c’è e la tragedia è dietro l’angolo.

Vi auguriamo di avere una borsa del cambio tutta vostra da sfoggiare con naturalezza e una punta di orgoglio, perché siete abituati ad uscire da soli con i bambini.

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Vi auguriamo di poter uscire prima dal lavoro perché vostro figlio ha la febbre e vi cerca, senza il timore di risultare poco professionali.

Ve lo auguriamo, e ce lo auguriamo anche noi mamme, perché la parità e l’equità non sono a senso unico: sono tutti cambiamenti che andrebbero a beneficio dei papà e delle mamme, ma soprattutto dei figli. E della società.

I piatti tipici che la celebrano, regione per regione.

La festa del 19 marzo ha origini lontane, anche se nel nostro Paese è stata ufficializzata nel 1968 e ha una valenza fortemente religiosa. Il padre che si festeggia, infatti, è San Giuseppe. Studiosi hanno però individuato radici antiche risalenti addirittura all’antica Roma.

Il 19 marzo i romani festeggiavano le baccanali e in tutte le regioni dell’Impero si preparavano dei banchetti per i poveri con pane e zeppole (frittelle che ricordavano quelle che Giuseppe vendeva per mantenere la sua famiglia quando lui, Maria e Gesù fuggirono dall’Egitto).

La festa è caratterizzata da due tipiche tradizioni, rispettate in tutta Italia: la prima, legata ai falò per la fine dell’inverno, solitamente fatti per purificazione agraria e legati alle tradizioni pagane, la seconda, culinaria, e riferita, in primis, alle zeppole di San Giuseppe, anche se vi sono altri piatti tipici associati alla Festa del Papà.

La Pasta e ceci di San Giuseppe. Gustata su tutto il territorio italiano per San Giuseppe, la pasta e ceci trova una declinazione speciale a Roma (piatto tipico) e nelle regioni del Sud, in particolare Sicilia e Calabria. Il Pane di San Giuseppe è una tradizione consolidata in Sicilia, dove è anche chiamato pane votivo di Salemi. Il pane raffigura fiori, frutta e animali ma rimanda anche a richiami simbolici legati alla sacralità della festa. Al termine della preparazione di questo pane, che dura diversi giorni, viene posto nell’altare di famiglia. La Minestra di San Giuseppe, a base di verdure, ma che si differenzia dal minestrone perché gli ingredienti vengono aggiunti poco alla volta. Il Macco di San Giuseppe, tipico piatto siciliano, a base di fave e a cui si aggiunge, in base alle zone, zucca, pomodoro e pasta fatta a pezzetti. I Tortelli o frittelle di San Giuseppe, simili alle castagnole, sono un classico delle regioni del Nord e, in particolare, della Lombardia. Facili da preparare e in due versioni, con o senza crema all’interno. I Carciofi imbottiti o con il tappo. Anche questo piatto è tipico siciliano. Cotti in tegame, vengono chiamati anche “con il tappo” e sono spesso preparati dai bambini che si divertono a “riempirli” e a richiuderli. I Maritozzi, tipici del Lazio, panini a base di farina, uova, burro, miele e sale farcito di panna montata, caratterizzati dal contrasto fra il salato del panino e il dolce ripieno di panna. Le Raviole bolognesi, dolce tipico emiliano, fagottini di pasta frolla a forma di mezzaluna, ripieni di marmellata (di solito di mele cotogne o di prugne). La Sfincia di San Giuseppe, ancora una volta dolce tipico della Sicilia realizzato con una pasta fritta nello strutto e ricoperta di ricotta di pecora, canditi e pezzetti di cioccolato. La Focaccia di Gavina, un calzone ripieno di cipolle, alici e uva passa e, per finire, le Zeppole scaldatelle, cilentane, a base di farina, vino bianco, mandarini, limoni, arance e miele millefiori.

Dopo questa “carrellata” di piatti tipici da preparare al papà per festeggiarlo il 19 marzo, non resta che fornirsi degli ingredienti per realizzarli o di pietanze tradizionali già pronte. Noi vi suggeriamo di dare un’occhiata ai dolci tipici regionali su Destination Gusto, lo shop online degli amanti del buon cibo italiano. I dolci, si sa, sono un vero e proprio gesto d’amore. Ma se oltre al dolce voleste stupirlo con un regalo di gusto completo di altre prelibatezze e fargli sapere quanto sia speciale per voi, troverete sempre sul portale una selezione di idee enogastronomiche tutte per LUI!

Fonte:
Solo libri
Thecolvinco
Lorenzo vinci
Il giornale del cibo

I regali perfetti per i neogenitori

Venerdì, 12 Marzo 2021 09:00

Non ci sono solo i vestitini, i peluche e le torte di pannolini: i neogenitori hanno bisogno di moltissime cose e se potessero chiederebbero strumenti utili e materiali comodi.

Ecco quindi una selezione di regali perfetti per le neomamme e i neopapà in vista della nascita del loro piccolo, evitando doppioni e doni belli ma poco graditi.

I regali perfetti per i neogenitori: dall’abbonamento ai pannolini ai giochi davvero utili, cosa regalare alle mamme e ai papà per la nascita dei loro bambini

Cosa evitare? I peluche (che sono già sommersi di animaletti e giochi, probabilmente), i vestitini (ai genitori piace scegliere, e poi, di nuovo, spesso si hanno già gli armadi pieni) e i giocattoli decorativi senza senso. Diventare genitori significa stravolgere le abitudini e la vita, mettere mano al portafoglio e cercare soluzioni comode ed efficienti. Anche i regali per la nascita, quindi, dovrebbero andare in questa direzione.

La prima regola? Chiedere di cosa i genitori abbiano bisogno: in questo modo si eviteranno doppioni e si coglierà l’opportunità di regalare qualcosa di davvero necessario. Dopodiché, puntiamo su oggetti e strumenti che servono davvero.

Il sacco nanna, ad esempio, è un regalo davvero utile: nei mesi successivi alla nascita permette di fare dormire i bambini nel lettino o nella culla (ma anche nel passeggino) senza il pericolo che si coprano con le lenzuoline, tenendoli alla temperatura giusta. Basta acquistarlo in base alla stagione di nascita e tenendo conti dei mesi che avrà il bambino nel momento in cui si pensa di utilizzarlo (ci sono infatti sacchi nanna invernali e sacchi nanna estivi).

Al posto della torta di pannolini (un’idea utile, ma un po’ vecchia), un regalo amatissimo e davvero molto, molto apprezzato è l’abbonamento ai pannolini, come quello di Lillydoo. Gli amici o i parenti possono unire le forze e regalare ai neogenitori qualche mese di fornitura di pannolini di qualità e ad hoc, della misura giusta (cosa molto importante e difetto di molte torte di pannolini mono-taglia!), scontati e calibrabili alle esigenze dei genitori.

I pannolini in abbonamento, infatti, sono sempre più scelti dalle mamme e dai papà perché comodi (non si resta mai senza pannolini senza doverli stivare), flessibili ed economici: regalare un abbonamento prima della nascita è quindi una spinta davvero gradevole. E poi Lillydoo permette di ricevere un pacchetto prova per testare la qualità e di scegliere tra i pannolini normali e quelli Green, ecosostenibili ed ecologici.

Al terzo posto, se già non le hanno, stanno le bavaglie in silicone: si tratta di bavaglini riutilizzabili e lavabili in maniera super veloce e super comoda che, quando si sporcano, si smacchiano in un secondo e, grazie alla tasca inferiore, raccolgono il cibo che cade.

Molto utili e apprezzate sono anche le vaschette per il bagnetto, soprattutto quelle richiudibili, per i genitori che in casa hanno solo la doccia.

In vista dei mesi successivi, poi, c’è Sophie La Giraffa: si tratta di un animale giocattolo pensato apposta per la dentizione, in gomma masticabile in tutta sicurezza, che stimola la sensorialità dei bimbi e allevia il dolore dei dentini che crescono.

Infine, il fasciatoio portatile: all’interno di una borsa sottile e leggera sta un comodo e utile fasciatoio da poter adagiare su qualsiasi piano quando mamma e papà devono cambiare il bambino fuori casa. Igienico e insostituibile!

Conservare al meglio i propri prodotti beauty, di make up e di skin care è fondamentale non solo per una questione economica (certi accorgimenti fanno sì che i prodotti non secchino o non si alterino, allungandogli la vita) ma anche per assicurarne l'igiene e l'integrità. Ecco i piccoli trucchi e gli accorgimenti quotidiani (semplicissimi!) da adottare per spendere meno e conservare meglio i prodotti beauty.

La scelta dei flaconi

Meglio sempre scegliere i flaconi sottovuoto, quelli con erogatore airless, che permettono di non contaminare la crema o il fondotinta sia con l'aria sia con il grasso presente sulle dita.

I pennelli e le spugne

Una buona abitudine è quella di lavare i pennelli e le spugnette fa sì che durino più a lungo. Non serve farlo ogni settimana: basta una volta al mese, sciacquandoli con acqua e sapone neutro e risciacquandoli bene. Lasciamoli poi asciugare all'aria.

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Dove conservare i profumi

RIcordiamoci di chiudere sempre i profumi in un armadietto evitando di lasciarli sulle mensole, per far sì che la luce non li intacchi e risparmiandogli i deteletri sbalzi di temperatura che potrebbero intaccare la formula (facendoli durare meno).

Lo smalto che si è seccato

A volte capita che lo smalto si secchi, oppure che sia troppo denso, o ancora che stia finendo (e che quindi risulti difficile raccoglierlo sul pennello). Possiamo risolvere versando un paio di gocce di olio di mandorle oppure un paio di gocce di alool denaturato, mescolando bene agitando il flacone chiuso.

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I cosmetici vanno negli armadietti

Valo lo stesso discorso dei profumi: spesso i cosmetici sono confezionati in flaconi che non li proteggono dai raggi UV, e mettendoli in un armadietto risolveremo il problema.

Lavarsi le mani

Nel caso di creme e prodotti da prelevare con le dita direttamente, laviamoci sempre le mani prima di immergerle nel prodotto: in questo modo i batteri delle mani (che inevitabilmente sono sempre presenti!) non la intaccheranno.

Tutti i genitori prima o poi nella vita si ritrovano a dover ideare nuove ricette golose e gustose per propinare le verdure ai bambini. Perché ci sono bambini che mangiano più verdure e altri meno, ma TUTTI hanno quell'ortaggio che proprio non mandano giù. Ad esempio il cavolo. Che, diciamolo, se bollito risulta noioso anche per noi, dopo un po'.

E se lo grigliassimo? Sfruttando il sapore delle spezie e il gusto della bruciacchiatura tipica della griglia anche i più schizzinosi non gli resisteranno!

Il cavolo grigliato, la ricetta che non ti aspetti

Giocare è lavorare, per i bambini. Perché? Perché giocando scoprono il mondo, lo decodificano, provano a viverlo. I bambini giocando imitano la vita degli adulti, ed è un aspetto del gioco assolutamente fondamentale. Tutti quei giocattoli che, quindi, riproducono oggetti "da adulti" possono essere molto educativi, se scelti seguendo le inclinazioni dei bambini (ovvero ascoltandoli e lasciando che scelgano loro i giocattoli che preferiscono) e se proposti nel gioco di ruolo, ovvero il "cucinare", il "giocare alla casa", il "giocare a scrivere, il "lavorare come mamma o papà"...

Uno di questi giocattoli è certamente l'aspirapolvere giocattolo, perfetto per giocare a "fare finta di", soprattutto nei primi anni di vita, quando i bambini ancora non possono aiutarci realmente nelle faccende di casa. Giocare con l'aspirapolvere, infatti, fa sentire i bambini responsabili, li abitua alla cooperazione, fa intuire loro a livello pratico l'importanza dell'ordine e dell'igiene e allo stesso tempo li aiuta a migliorare la coordinazione (perché passare l'aspirapolvere giocattolo è comunque un esercizio di equilibrio e di forza, per un bambino che sta sviluppando il suo fisico).

E - speriamo non ci sia bisogno di dirlo, ma è sempre bene ribadirlo di questi tempi - l'asirapolvere giocattolo è naturalmente un giocattolo senza genere (come TUTTI i giocattoli): maschi e femmine lo amano (nonostante troppo spesso le pubblicità mostrino ancora solo le bambine intente a giocarci...).

Il Dyson per bambini

Ormai è un must: si tratta dell'aspirapolvere senza fili Dyson, che qui troviamo in versione giocattolo, giallo e viola come quello "da grandi" e pieno di palline che simulano la polvere quando aspira.

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Il carrellino completo

Bellissimo e completo è questo carrellino Vileda che comprende anche scopa, secchio e mocio, per una pulizia profonda fin da bambini! Per tutti quei bimbi che ci seguono quando facciamo i mestieri.

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L'aspirapolvere giocattolo con il bidone

Questo aspirapolvere giocattolo ricorda quelli più professionali con il bidone da trascinare dietro di noi.

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Per i bimbi più piccoli

Per i bambini ancora più piccoli ecco un aspirapolvere giocattolo adatto a loro, con un grip particolare sul fondo per permettergli di non cadere allenando ancor di più la coordinazione.

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Il Folletto per bambini

Altra icona, ecco il Folletto Vorwerk giocattolo. Ha bisogno di altre presentazioni? 

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L'aspirapolvere giocattolo in legno

Infine, un classico giocattolo in legno a forma di aspirapolvere, decisamente più ecosostenibile e amato anche da quei genitori che preferiscono i materiali naturali alla plastica (anche in senso montessoriano). Ci sono anche una lista delle pulizie e tanti piccoli oggetti da "aspirare".

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Sara

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Cecilia

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