Quando si parla di DSA, o Disturbi Specifici dell’Apprendimento, si nominano prima di tutto dislessia e discalculia. Ma non sono gli unici. Tra gli altri, esiste anche la disortografia (che non è la disgrafia, altro DSA), che quando non viene diagnosticata porta prima i genitori e poi i figli a pensare di “non essere capaci” in grammatica, quando in realtà si tratta proprio di un disturbo specifico della scrittura.
La disortografia
Se la disgrafia è un DSA che porta il bambino (e l’adulto) ad avere difficoltà nella stesura grafica delle parole (con i quaderni molto disordinati e pieni di errori e riscritture), la disortografia è riconoscibile quando, fin dai primi anni di scuola, non si riescono ad applicare le regole ortografiche delle parole e delle frasi. Errori “grossolani” (come scrivere acqua senza il “cq”, omettere le “h” quando servono e non riuscire proprio ad applicare le “sci” quando servono), punteggiatura errata, sbagli grammaticali molto frequenti… La disortografia si manifesta così, e non si tratta (come in tutti i DSA) di ignoranza delle regole, ma di difficoltà di utilizzo delle stesse.
In altre parole, il bambino immagazzina queste regole ma non riesce ad automatizzarle, e per questo motivo continua a fare errori quando scrive.
Come capire se tuo figlio è disortografico
Tendenzialmente questo Disturbo Specifico dell’Apprendimento si manifesta dal primo anno della scuola elementare, quando, cominciando a imparare le regole grammaticali e ortografiche, il bambino pare fare molti errori. Bisogna quindi fare attenzione ai dettati, ai testi, ai compiti di grammatica.
Di solito ci sono errori che si ripetono spesso: le doppie (dimenticate o aggiunte dove non servono), gli scambi di lettere, l’uso errato di accenti e apostrofi, dimenticanze di lettere…
Dopo aver notato gli errori, possiamo provare a fare attenzione ai meccanismi di scrittura. I bambini con disortografia, infatti, pensano molto di più alle regole rispetto agli altri. Non gli viene, dunque, naturale scrivere una determinata parola perché è scritta in quella maniera (acqua, scuola senza la q, qui e cui…), ma devono ogni volta pensare alla regola memorizzata in precedenza. Non memorizzano, quindi, la parola, ma ricordano la regola e vanno ad applicarla ogni volta. Il processo, di conseguenza, è molto più lungo e laborioso, e quando si trovano a dover scrivere più velocemente è normale commettere errori.
Se gli errori e la fatica continuano ad esserci anche dopo la seconda elementare, allora è bene chiedere aiuto ad uno specialista.
La diagnosi
Come per tutti i DSA, la diagnosi la farà un esperto del settore che sottoporrà il bambino a test specifici, come ad esempio un dettato, esercizi di scrittura, compiti di composizione di testi… In base agli errori commessi dal bambino (che possono essere di tipo fonologico o di altra natura) si capirà il livello e il tipo di disturbo al quale si è di fronte.
Contestualmente, lo specialista controllerà anche le difficoltà o i punti di forza del bambino nel calcolo e nella grafia: la disortografia, infatti, può spesso andare di pari passo con gli altri DSA, ovvero la dislessia (che concerne la lettura), la disgrafia (la scrittura) e la discalculia (la matematica).
Se il bambino è disortografico, quindi, i logopedisti, gli psicologi e i pedagogisti di riferimento sapranno indicare la via più adatta verso il potenziamento, in modo da aiutare il bambino a fare meno fatica trovando anche strumenti compensativi e laterali utili ed efficaci.