Aromaterapia per pidocchi

Martedì, 03 Novembre 2015 05:33

 

Dopo aver parlato di prevenzione dei pidocchi in questo articolo troverete tre miscele di oli essenziali molto efficaci: vengono utilizzati oli esssenziali importanti come il tea tree, la cannella e il roamrino. E' quindi importante al fine di scongiurare reazioni allergiche testare la miscela sull'avambraccio (spalmare qualche goccia del preparato) e attendere circa 20 minuti. Se non emergono eruzioni cutanee possiamo procedere

Ecco i nostri consigli per utilizzare l'aromaterapia per prevenirli e limitarli: come gli oli essenziali possono aiutarci a eliminare i pidocchi nei nostri bimbi.

 

1. Una prima miscela di oli essenziali che vi consigliamo è questa: 

- 100 ml di oliodi neem

- 5 gocce di olio essenziale di tea tree

- 4 gocce di olio essenziale di rosmarino

- 4 gocce di olio essenziale di eucalipto

Mescolare bene e applicare sulla cute.

 

 

2. Per bambine con capelli lunghi meglio abbinare anche questa miscela 3 volte a settimana su tutta la lunghezza:

- 100 ml di olio di neem

- 5 gocce di olio essenziale di lavanda

- 5 gocce di olio essenziale di rosmarino

- 3 gocce di olio essenziale chiodi di garofano.

 

3. Questa è una vera e propria lozione killer da non applicare prima dei 6 anni:

- 250 ml di olio di neem

- 10 gocce di olio essenziale di foglie di cannella (non la corteccia)

- 10 gocce di olio essenziale di eucalipto

- 6 gocce di olio essenziale di origano

- 5 gocce di geranio d'egitto

- 5 di rosmarino

- 5 di tea tree

- 5 di menta peperita

Applicare sulla cute poi sciacquare con lo shampoo ed eventualmente abbinare dopo questo una lozione di acqua e aceto. 

Giulia Mandrino

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Tutte le proprietà dell'uva

Lunedì, 02 Novembre 2015 15:54

Di uva esistono moltissime varietà, bianca, rossa, rosata e passa, e ognuna di queste ha numerosi effetti benefici sull’organismo grazie alla sua particolare composizione nutrizionale.

Ecco allora quali sono i vantaggi di consumare questo frutto tipicamente autunnale e quali sono, quindi, tutte le proprietà dell’uva.

Considerato uno dei frutti autunnali per eccellenza, l’uva ha molteplici proprietà benefiche per l’organismo e questo non vale solo per i singoli acini, ma anche per quanto riguarda le foglie, che contengono molte sostanze nutritive e preziose per il corpo, e per le radici della vite, dalle note proprietà benefiche e per questo usate molto anche in fitoterapia e in cosmetica.

L’uva, in generale, è ricca di fibre, di potassio e contiene, anche se in minor quantità, manganese, rame, fosforo e ferro. Oltre a questi elementi, l’uva contiene anche vitamina C, la vitamina B1 e la B2.

Questo frutto ha un grande potere detossificante e, allo stesso tempo, è un alimento energetico e ricco di zucchero. Proprio per questo, per il suo contenuto medio di fruttosio, è sempre bene non abusarne, per evitare di alzare il livello degli zuccheri, soprattutto in caso di diabete.

I chicchi dell’uva contengono i polifenoli, che aiutano a mantenere la pelle elastica, e diversi sali minerali, utili per la formazione dell’emoglobina e per la stimolazione della secrezione della bile.

L’uva ha anche proprietà astringenti ed è consigliata in caso di disturbi legati alla menopausa. Grazie agli antocianosidi, contenuti nella foglia della vite, l’uva è anche considerata un frutto angioprotettore, in grado di favorire un depotenziamento della pressione sanguigna e di aiuto per l’apparato circolatorio.

Le foglie di vite contengono inoltre delle sostanze chiamate tannini catechinici, che hanno un buon effetto antiossidante, perfetto quindi per prevenire l’invecchiamento cutaneo e le patologie di carattere cronico.

Nelle radici della vite si trova, invece, il resveratrolo, una sostanza utile nel caso di problemi cardiovascolari e in grado di migliorare la fluidità del sangue, diminuendo quindi il rischio di aggregazione delle piastrine. Questa sostanza è inoltre nota per le sue proprietà anti infiammatorie e capace di abbassare il livello di colesterolo.

La redazione di mammapretaporter.it

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Capricci: come faccio a farlo smettere?

Lunedì, 02 Novembre 2015 14:17

Definire cos’è un capriccio è molto complicato infatti può assumere diverse forme ed avere infinite manifestazioni, dalla crisi ininterrotta di pianto a comportamenti aggressivi verso oggetti e persone, dall’immobilità al correre fino allo sfinimento, dal dire no ripetutamente a qualsiasi cosa al non parlare per ore e potremmo continuare ancora. Una cosa però accomuna tutti i capricci: mettono decisamente alla prova i genitori. Spesso è il motivo che spinge i genitori a richiedere degli incontri di consulenza psico-genitoriale, a rivolgersi ad esperti in materia psicopedagogica, a chiedere consiglio ad amici e parenti ed a confrontare il loro bimbo con quelli degli altri.
La domanda che spesso mi sento fare è : Come faccio a gestire i capricci di mio figlio? Qual è il modo giusto? Cosa devo fare? Come faccio a farlo smettere? Perché non smette?.

I genitori a volte sono davvero disperati e privi di risorse davanti ai loro “bambini capricciosi” e cercano delle soluzioni variegate al problema, dal chiedere al bambino cosa c’è che lo tormenta alla sculacciata, i comportamenti anti-capriccio che i genitori cercano di mettere in atto sono, anche in questo caso, moltissimi. Durante la mia esperienza professionale e personale ho maturato una convinzione: Non c’è un modo giusto di gestire il capriccio. Ai genitori questa risposta non piace mai, ma credo che sia l’unica corretta che posso proporvi. La risposta alla domanda dei genitori deve essere per necessità più complessa e non può essere una ricetta precostituita che magicamente aiuta il genitore a gestire il capriccio o in generale il comportamento del proprio figlio. Esistono dei comportamenti dei genitori che aiutano a gestire il capriccio nel momento in cui si scatena ma è importante che questi comportamenti ,che successivamente descriverò, siano integrati in un “percorso di relazione” che genitori e figli devono percorrere insieme.

Per prima cosa è necessario chiarire perché il bambino mette in atto un capriccio. E’ forse un essere sadico che vuole portare allo sfinimento i suoi genitori? O è così masochista che vuole ricevere una sculacciata? Niente di tutto questo, il bambino fa’ i capricci perché richiede l’attenzione dei genitori e la radice di questo bisogno cambia a seconda della situazione, della famiglia e del carattere del bambino. Il perché di questo bisogno di attenzioni è l’incognita che il genitore è tenuto a risolvere e non c’è una risposta univoca, i motivi scatenanti della richiesta di attenzione sono infiniti, può essere motivato dal cambiamento dell’assetto famigliare (nuovo figlio, separazione dei genitori, traslochi, lutto ecc) o da un momento di cambiamento nella vita del bambino (svezzamento, abbandono del ciuccio o del pannolino, inserimenti al nido-scuola materna ecc) o semplicemente da un momento di frustrazione che il bambino prova in momenti della vita quotidiana. Il capriccio diventa quindi una espressione di un bisogno è un comportamento con il quale il bambino esprime un dissenso e urla ai genitori “guardatemi, datemi attenzione, esisto e sono qui”, questa modalità comunicativa varia a seconda dell’età ( secondo me è possibile parlare di vero capriccio dai 9 mesi in poi) e dal grado di maturità cognitiva del bimbo, ma la richiesta alla base è sempre la stessa essere visto e riconosciuto. Se partiamo da questo presupposto fondamentale ingenuamente ci sembra ovvio che il comportamento da attuare è quello di dare attenzioni in quel momento al bambino così che il capriccio passi, ma non è così anzi è proprio il contrario. Molti esperti di pedagogia e di educazione suggeriscono giustamente di ignorare il capriccio. Pur sembrando paradossale è necessario che il genitore ignori il capriccio perché la modalità con cui il bambino sta comunicando il suo bisogno non è quella ottimale, il capriccio è un comportamento “agito e non pensato”, il bambino mette in atto il comportamento che gli sembra istintivamente più funzionale per il suo disagio ma senza riconoscere il bisogno che ha dentro, non è ancora in grado di verbalizzare la sua frustrazione e “mette in scena” il capriccio. Se il genitore presta attenzione al capriccio, alle urla o a tutti i comportamenti “capricciosi” può risolvere momentaneamente il disagio del bambino senza però aiutarlo a riconoscere il bisogno alla base o anche semplicemente a tollerare quel vuoto o quella rabbia che sente. Ignorare il capriccio invece aiuta il bambino ad imparare a calmarsi da solo ed a riflettere su quello che gli si muove dentro per capirlo ed esprimerlo in modo più efficace e maturo. Chiaramente questo meccanismo ha una declinazione più o meno complessa a seconda dell’età del bambino. Il genitore non si deve però limitare solo a ignorare il capriccio ma deve ricordarsi il bisogno che il bambino ha sempre, quello di essere accudito, riconosciuto e visto dalle persone che ama, per questo mamma e papà dovranno dedicare del tempo di qualità al loro figlio nei momenti in cui è calmo e tranquillo. Per “tempo di qualità” intendo lo svolgere attività piacevoli per i genitori e per il bambino insieme, anche in questo caso non ci sono ricette o soluzioni magiche, semplicemente il genitore si deve sentire a suo agio tanto quanto il bambino nel giocare, parlare, leggere o fare qualsiasi attività che ritiene opportuna e fattibile nella propria famiglia. Mettendo in atto questo duplice atteggiamento, ignorare il capriccio da una parte e dedicare del tempo ad attività familiari ritengo sia il modo migliore per gestire i capricci, modulando tempi ed attività a seconda dei caratteri dei membri della famiglia e delle età dei figli.

Un comportamento che a mio avviso è indispensabile evitare è quello della punizione corporale, la famosa sculacciata che alcuni genitori accennano anche solo come gesto verso il proprio figlio, ritengo che non solo non aiuti il bambino a capire profondamente i suoi errori ma all’interno della gestione dei capricci è controproducente. La modalità comunicativa del bambino quando fa i capricci è spesso violenta ed aggressiva ed è per questo motivo che alcuni genitori credono che con una piccola sculacciata il capriccio finisca, in realtà stanno rispondendo all’aggressività del bambino con altra aggressività, e stanno implicitamente trasmettendo il messaggio che esprimere il proprio disagio con la violenza è giusto ed adulto. Invito quindi tutti i genitori a riflettere sul perché a volte non riescono a fare a meno di punire in questo modo i bambini, non stanno forse mettendo in atto senza riflettere lo stesso identico meccanismo che c’è alla base del capriccio? Voglio essere ascoltato, riconosciuto nel mio valore ed agisco quindi con aggressività esattamente come un bambino.

Pur non essendoci un “modo giusto ed infallibile” di comportarsi come genitore possiamo rintracciare una linea guida che ci orienta nell’educazione dei figli, il genitore è l’adulto di riferimento è la guida del bambino che da lui apprende imitandone i comportamenti, soprattutto nei primi anni di vita, è necessario quindi che il genitore sia consapevole di questo ruolo fondamentale e che si comporti di conseguenza. Altrettanto importante è che il genitore si senta a suo agio nei panni che veste e che segua i suoi valori profondi di riferimento nel vivere in famiglia e nell’affrontare la quotidianità e la crescita dei propri figli.

Associazione Eupsichia
Centro psicologico
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I pidocchi sono un problema comune tra i bambini e le bambine e possono essere molto fastidiosi. Tuttavia, ci sono molti modi per prevenirli e proteggere i tuoi figli da questi fastidiosi parassiti. In questo articolo esploreremo cosa sono i pidocchi, come si trasmettono e, soprattutto, come prevenirli.

Cosa sono i pidocchi?

I pidocchi sono piccoli parassiti che si nutrono del sangue umano. Ci sono tre tipi di pidocchi che possono infestare gli esseri umani: i pidocchi della testa, i pidocchi del corpo e i pidocchi del pube. I pidocchi della testa sono i più comuni tra i bambini e si attaccano ai capelli vicino al cuoio capelluto. I pidocchi del corpo vivono sui vestiti e si spostano sulla pelle per nutrirsi di sangue.

Infine, i pidocchi del pube vivono nei peli pubici e possono anche essere trovati nelle ascelle e nei baffi.

Come si trasmettono i pidocchi?

I pidocchi sono altamente contagiosi e si trasmettono facilmente da persona a persona. Il contatto diretto tra le teste è il modo più comune per contrarre i pidocchi della testa.

I bambini sono particolarmente a rischio a causa del loro contatto ravvicinato con gli altri bambini in luoghi come la scuola o il nido. Sono quindi più soggetti ai parassiti a causa del contatto con compagni e compagne e della convidisione di spazi e indumenti. Inoltre, i bambini tendono ad avere capelli più fini, che rendono più facile per i pidocchi attaccarsi.

Come prevenire i pidocchi?

Ci sono molti modi per prevenire i pidocchi. Ecco alcuni consigli per proteggere i tuoi figli:

  • Insegna ai tuoi figli di non condividere pettini, spazzole, cappelli o abbigliamento con gli altri.

  • Ispeziona regolarmente i capelli dei tuoi figli per individuare eventuali pidocchi o uova.

  • Insegnare ai figli a non avvicinare le teste a quelle delle altre persone e di evitare il contatto fisico eccessivo con gli altri bambini (soprattutto quando girano a scuola).

  • Usare un repellente per pidocchi su base di oli essenziali può aiutare a tenere lontani i pidocchi. In farmacia esistono lozioni appositamente pensate per la prevenzione, naturali e atossiche per i bambini e le bambine.

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Come funzionano gli asili in Finlandia

Lunedì, 02 Novembre 2015 07:19

Una nuova legge varata in Finlandia prevede che i bambini fino a 7 anni d’età debbano giocare indisturbati e divertirsi senza dover imparare a leggere e scrivere, almeno fino a quella età. La nuova legge si incentra completamente sul gioco e su un apprendimento prettamente ludico.

Nell scuole finlandesi ai piccoli non viene insegnato a leggere e a scrivere almeno sino ai 7 anni; poco tempo passato sui banchi, quindi, e tante ore all’aria aperta e a contatto con la natura. E così, mentre in Italia i bambini a sei anni cominciano la loro avventura nell’apprendimento di lettura e scrittura, in Finlandia i piccoli rimangono illetterati fino al settimo anno d’età.

Il primo step della scuola dell’obbligo in Finlandia è solo pubblico e i piccoli iniziano ad andare a scuola a 5/6 anni. Il metodo di studio è molto semplice: i bimbi devono giocare e, attraverso le attività di gioco, imparano ogni giorno cose nuove.

Secondo gli insegnanti finlandesi questo aiuta il bambino a sviluppare le relazioni interpersonali e le capacità di linguaggio. Sui banchi i bambini passano solo un giorno a settimana, senza che si sentano obbligati a stare fermi e seduti e a ripetere esercizi meccanici e ripetitivi.

Il concetto che è alla base di questo metodo di apprendimento è che le cose imparate con passione, mentre ci si diverte e si è felici, sono quelle che si ricorderanno per il resto della vita, mentre quelle imparate sotto pressione e obbligo saranno quelle che si tenderanno a dimenticare con più facilità perché apprese in modo meccanico.

La giornata tipo in una scuola finlandese non segue programmi precisi; ci sono i giochi all’aria aperta, l’attività fisica e il tempo dedicato alla musica. E non si impara a leggere o a scrivere fino ai 7 anni: questo è il vero unico imperativo.

Le prime nozioni di alfabeto vengono però trasmesse ai bambini attraverso il gioco delle sillabe e il canto e anche i libri non si leggono, ma si sfogliano, concentrandosi sulle figure e i disegni. Chi si mostra interessato all’apprendimento non viene ostacolato, anzi, è incoraggiato dalla maestra a imparare.

Insomma, per imparare a leggere e a scrivere c’è sempre tempo e in Finlandia il gioco, che è alla base dell’apprendimento, viene prima di tutto!

La redazione di Mammapretaporter.it

Le fonti di omega 3 vegetali

Lunedì, 02 Novembre 2015 06:06

Gli Omega 3 sono componenti molto importanti per la nostra alimentazione e per il benessere del corpo e, insieme agli Omega 6, rappresentano naturali acidi grassi essenziali che il nostro organismo ha bisogno di sintetizzare mentre sono introdotti nel corpo insieme al cibo.

Ecco allora quali sono le peculiarità di queste sostanze: vi presentiamo le principali fonti vegetali di Omega 3

Gli Omega 3 sono sostanze indispensabili per l’organismo, in particolare per il sistema circolatorio e per la prevenzione delle malattie cardiovascolari. Per questo motivo è consigliato un apporto quotidiano di questi acidi grassi, presenti nel pesce azzurro (da inserire nella dieta del bambino già durante lo svezzamento, dai sette mesi), nei semi di lino, nei mirtilli e nell’olio di noci, da bilanciare agli omega 6, presenti invece nel mais, nei semi di girasole, nel sesamo, nelle noci e nella soia.

Il nostro fabbisogno quotidiano di Omega 3 è di circa 3 grammi. Gli omega 3 si trovano in alcuni tipi di pesce, come lo sgombro, il pesce spada, l’acciuga e il salmone.

Ma questi preziosi alleati della nostra salute non si trovano solo nei pesci, ma anche in numerosi vegetali: questo consente l'introduzione di omega 3 totalmente privi di effetti collaterali, come possono essere i metalli pesanti contenuti nei pesci di grandi dimensioni che vivono nei fondali. 

Semi e olio di lino

L’olio di lino è la fonte vegetale più ricca di Omega 3; un solo cucchiaio di olio di lino, da versare a crudo sul cibo, fornisce circa 6,6 grammi di Omega 3, mentre 30 grammi di semi lino corrispondono a circa 3,2 grammi di Omega 3.

Scopri i 10 modi per inserire i semi nella nostra tavola!

Semi di Chia

100 grammi di semi di Chia contengono 30 g di omega 3, davvero potentosi questi piccoli semini neri. Sono inoltre fortemente proteici. Possiamo aggiungerli allo yogurt la mattina oppure creare facilmente una bevanda ai semi di chia, una smoothie bowl proteica ai semi di chia o ancora un delizioso Chia Pudding.

Canapa

La canapa è un alimento eccezionale per la nostra salute, in quanto contiene innumerevoli e preziosi nutrienti: in particolare troviamo al suo interno una catena di aminoacidi completa, quindi gli otto aminoacidi essenziali per la sintesi proteica. E' molto utile inserirli nello svezzamento dei nostri bambini e nella nostra cucina anche perchè contengono un rapporto perfetto di omega 6-omega 3. Io li utilizzo nelle torte, nei creackers e nei pancake sottoforma di farina. Mentre come semi non possono mancare nei miei estratti: li metto in ammollo per circa un'ora poi inserisco all'interno del mio estrattore con acqua (potete anche frullarli negli smoothies)

Noci

30 grammi di noci corrispondono a 2 grammi di acido alfa-linolenico, uno dei grassi principali del gruppo Omega 3. Piccole quantità di omega 3 si trovano anche nelle nocciole e nelle mandorle.

Broccoli, spinaci e lattuga

Queste verdure verdi a foglia larga, oltre a fornire al corpo vitamine e minerali, contengono anche piccole percentuali di Omega 3. 200 gr di verdura cruda danno un apporto di Omega 3 di circa 0,1 gr, quantità che, anche se non sufficiente per il nostro fabbisogno giornaliero, è fondamentale per la nostra alimentazione.

Legumi

Fagioli, lenticchie, piselli e ceci, oltre che alla soia, contengono piccole quantità di Omega 3, e sono facilmente inseribili nell’alimentazione giornaliera. Scopri la nostra sezione dedicata ai legumi!

Alghe

Di alghe ne esistono di diverse tipologie, di acqua dolce e di acqua salata e, anche se non appartengono alla nostra tradizione culinaria, sono una fonte di Omega 3 importante per il nostro corpo, oltre a essere ottime sostitute della carne. Scopri la nostra sezione dedicata alle alghe!

La redazione di mammapretaporter.it

 

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E' la mia pozione magica che rende tutto appetitoso per grandi e bambini: è il mio sale alle erbe aromatiche che ho iniziato a fare da circa un anno dopo aver scoperto la passione dei miei figli per il misto per arrosti Ariosto. Dove lo mettevi iniziavano a mangiare. Così da quel giorno non manca mai nella mia cucina: dal risotto, alle polpette di verdure, alle insalate di legumi, insomma è la mia polvere magica. 

Ecco allora la ricetta del sale alle erbe per bambini: il sale con il sapore di arrosto per insaporire tutti i piatti

La donna in gravidanza mette in opera una serie di adattamenti atti ad accogliere il feto che si evolverà a livello addominale.

Scopriamo insieme i cambiamenti strutturali della donna in gravidanza e le terapie manuali per alleviare i disturbi: dalla linea nigrea, al metabolismo, al mal di schiena le terapie naturali che puoi utilizzare in gravidanza

Un fattore evidente in questo periodo è la diastasi dei retti superiori dell'addome, cioè, il cedimento dei muscoli retti addominali. Meno evidente invece, è l'anteriorizzazione dell'utero, che consente il normale sviluppo del feto con conseguente cedimento della linea alba.

Il cambiamento posturale dell'utero, incide sul riposizionamento posturale del tratto D12-L1 del rachide (colonna),dettato da i muscoli omoioidei, diaframma toracico e psoas iliaco. Tutto questo implica uno spostamento del centro dell'equilibrio della donna in gravidanza, con aumento della lordosi lombare e conseguente dolore anesso. Col protrarsi della gravidanza l'utero cresce fino a portarsi in alto allo xifoide aumentando di volume , in relazione allo sviluppo dela massa fetale.

Oltre al cambiamento strutturale che la donna sta vivendo in questo periodo, subisce anche un cambiamento metabolico. Infatti i muscoli che sono coinvolti nella fase del riposizionamento e guida delle masse scheletriche, ad opera degli ormoni, possono rallentare il loro lavoro metabolico favorendo, l'accumolo di sostanza adiposa localizzata. Per la donna rappresenta un inestetismo fastidioso che può influire dal punto di vista psicologico, invece per lo specialista, l'accumolo,indica una possibile patologia a carattere muscoloscheletrica.

L'organismo cerca adattamenti e condizioni ottimali, tali da tamponare l'effetto del cambiamento strutturale, a prezzo di una perdita di elasticità fra sacro e utero.
Durante il parto, il feto, per fuoriuscire, attraversa un percorso ,costituito sia da parte ossea che da parte muscolo connettivali elastiche. Il parto è un avvenimento fisiologico che, nel giro di poche ore modifica ulteriormente forme ed equilibri della mamma, che aveva trovato con fatica durante la gestazione dei nove mesi, al punto da portarla ad a blocchi e traumi dolorosi.
In tutto questo l'intervento di un terapista manuale esperto, può aiutare a ridurre e migliorare il quadro posturale della paziente, al punto di ristabilire i giusti rapporti muscoloscheletrici e il lavoro fisiologico del muscolo.Gli approcci terapeutici in questi casi possono essere diversi .

Per migliorare il quadro posturale possiamo agire con trattamenti sia miofasciali che con trattamenti vacuum terapici. Il primo tende a migliorare l'elasticità muscolare, favorendo il naturale riposizionamento delle parti scheletriche, mentre, il secondo aiuta a decontratturare e ad abbassare lo stato doloroso. In aggiunta prendiamo in considerazione anche trattamenti emolinfatici, sia manuali che strumentali (linfodrenanti come LPG), favoriranno la circolazione del sangue e quella linfatica, eliminando così le sostanze tossiche accumulate, con esiti positivi sul quadro estetico del tessuto .
In poche parole questo si traduce, non solo nel risolvere il quadro algico,cioè del dolore, ma anche ridurre le adiposità accumulate , grazie alla normalizzazione del lavoro fisico del muscolo. La paziente si troverà difronte ad un stato doloroso ridotto e ad un aspetto estetico migliorato.

Dr Vito Traversa

www.imbio.it 

 

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Quale occasione migliore di Halloween per invogliare i bambini alla lettura e fargli scoprire storie a tema per aiutarli a vincere la paura del buio e dei fantasmi? Ve ne proponiamo 7, storie di piccoli mostri e fantasmi in chiave divertente, per nulla paurosi e perfetti per far divertire i bambini.

"Il castello stregato parlante", di Taplin Sam e Wildish Lee, edito da Usborne Publishing. È la storia di un gruppo di mostriciattoli, fantasmi e streghe che si riuniscono insieme per una festa al castello stregato. Età di lettura: dai 2 anni

"Chi ha paura del buio?" di Dario Cestaro, pubblicato da Gribaudo. È la storia di Giacomino, un bambino che ha paura del buio e che ogni volta che spegne la luce vede apparire dei grandi occhi fosforescenti. Il libro è molto speciale, giri la pagina e click... spegni la luce!

 

 

"Al buio vedi?" Pubblicato da Panini, è un libro magico che rivela quante cose si possono vedere al buio, con una bellissimo grafica e un originale contrasto tra le pagine nere e la stampa luminescente.

 

 

"Il mostro peloso", di Henriette Bichonnier, pubblicato da Edizioni EL, è la storia di un simpatico mostriciattolo che vive in una caverna nel bel mezzo della foresta.

"I mostri hanno paura della luna", di M. Satrapi, pubblicato da Rizzoli, è la storia di Maria, una bambina che tutte le notti è alle prese con i mostri nella sua cameretta. Come scacciarli? Con la luna, ovviamente!

 

"No, niente nanna", di S. Blacke, edito da Babalibri, è la storia di Simone e del suo fratellino Gaspare. Insieme, sono alla ricerca di una copertina perduta.

La redazione di mammapretaporter.it

 

Quando si parla di salute emotiva è facile rimanere spiazzati, all’inizio. È un concetto astratto, difficile da spiegare e anche da comprendere, ma ora persino gli economisti ne parlano e ci spiegano come questa componente sia importante non tanto in termini di presente, ma con un sguardo lungimirante rivolto al futuro.

Ancora una volta a venirci incontro per spiegare gli effetti di uno studio sugli esseri umani è una ricerca effettuata da esperti ricercatori del Regno Unito coordinati dal Professor Richard Layard. La ricerca è stata svolta all’interno di un programma che ha coinvolto la London School of Economics e i risultati sono molto interessanti sul piano sociologico e antropologico.

Ne emerso come la salute emotiva di un bambino è di estrema importanza per la sua soddisfazione futura. I ricercatori spiegano come sia più difficile per un bambino che durante l’infanzia ha incontrato problemi quali disturbi alimentari, paura e stanchezza, affermarsi in un’ottica futura.

Gli studiosi sono arrivati quindi a dire che, per avere un adulto felice, sicuro e soddisfatto, si deve far in modo che il bambino cresca felice, protetto e al sicuro. La ricerca ha coinvolto 9000 persone, nate nel 1970, che sono state monitorate di continuo, e ancora continuano a esserlo ogni cinque anni circa.

Tra i fattori che i ricercatori hanno preso in esame per analizzare la vita di queste persone ci sono reddito, tipologia di istruzione, eventuali problemi con la legge, e salute fisica emotiva, l’aspetto che ha giocato un ruolo fondamentale in questa ricerca.

La salute emotiva deriva, ovviamente, anche dall’infanzia vissuta, dalle relazioni con la famiglia, con il mondo esterno e dalla serenità che il bambino ha acquisito da piccolo in famiglia. Insomma, se molti pensano ancora che i soldi fanno la felicità, questo studio smentisce categoricamente questa convinzione. La serenità emotiva è tutto, ed è la vera chiave di successo insieme alla felicità, intesa in termini di serenità e di benessere emotivo e familiare.

La redazione di mammapretaporter.it 

Sara

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Cecilia

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