Montessori e Steiner due metodi a confronto

Venerdì, 09 Ottobre 2015 14:46

Che differenza c’è tra la pedagogia del metodo steineriano, conosciuto anche come metodo Waldorf, e l’approccio educativo stilato da Maria Montessori?

Proviamo a rispondere a questa domanda complessa con una serie di altre domande che mettono a confronto questi due metodi, i loro approcci e le differenze tra i due: Montessori e Steiner, due metodi a confronto

Cos’è il Metodo Waldorf?
È un approccio educativo sviluppato da Rudolf Steiner nel 1919. Si basa sullo sviluppo del bambino in relazione alla sua crescita e alla sua maturazione. Secondo questo metodo, l’educazione è arte e passa attraverso tutte le abilità, da quelle manuali a quelle più strettamente intellettuali.

Cos’è il Metodo Montessori?
È l’approccio educativo sviluppato da Maria Montessori. Si basa sulla ferma convinzione che il bambino debba essere libero di esplorare, e scoprire il mondo circostante con un approccio sensoriale, e indipendente.

Il Metodo Waldorf è simile al Metodo Montessori?
L’obiettivo dei due metodi, il naturale sviluppo del bambino, è molto simile, mentre le filosofie su cui si basano entrambi sono molto diverse.

Cosa hanno in comune il metodo steneriano e il metodo Montessori?
Entrambi riconoscono nella pedagogia il mezzo migliore per migliorare la società e credono che la libertà del bambino sia il primo passo verso la formazione individuale. Secondo i due approcci, inoltre, l’ambiente deve essere a misura di bambino e la scuola d’infanzia deve riprodurre la vita casalinga.

L’approccio di entrambi è religioso?
No, in tutti e due i casi l’obiettivo è educare il bambino indipendentemente dal contesto culturale e religioso.

Quali sono i punti cardine del metodo Montessori?

Importanza ai materiali pratici sottoposti dall’educatore, strumenti con cui il bambino impara e vive le esperienze del mondo circostante.
L’attività sensoriale, volta a sviluppare tutti i sensi del bambino, è fondamentale. È un’abilità che sviluppa attraverso giochi, anche artigianali, che incuriosiscono il bambino e mirano a renderlo attivo e partecipe.
L’autodisciplina è fondamentale per il piccolo e per la sua crescita.
Il bambino deve imparare a essere indipendente nelle piccole attività quotidiane, come vestirsi da solo o lavarsi i denti.

Quali sono i punti cardine del metodo steineriano, o scuola Waldorf?

Il bambino è libero nel gioco e l’educatore non interviene mai, favorendo così la libera azione della fantasia.
L’insegnante ha un ruolo centrale, di educatore e modello di comportamento.
Le attività di tipo creativo sono importanti, come la fabbricazione della carta, l’apprendimento di uno strumento musicale o la recitazione.
I bambini seguono un ritmo preciso, giornaliero, settimanale e mensile per ricercare la sicurezza all’interno delle proprie abitudini.
Ai genitori è richiesta una partecipazione attiva all’interno dell’ambiente scolastico; partecipano alle iniziative e contribuiscono al buon andamento della comunità.

La redazione di mammapretaporter.it

L'euritmia nel metodo steineriano

Venerdì, 09 Ottobre 2015 14:17

L’euritmia è un’arte di movimento creata da Rudolf Steiner nell’ambito del suo metodo educativo. L’obiettivo è quello di manifestare in modo visibile, mediante il suono, il linguaggio parlato e quello musicale, tutto ciò che vive nella parola e nella musica intese come arti.

L’euritmia del metodo steineriano è praticata da gruppi, oppure da solisti: e trova applicazione anche in ambito pedagogico come supporto al metodo educativo steineriano, con grande risalto alla musica, al suono e al linguaggio.

Il linguaggio della musica, e quello parlato, nell’euritmica si rende visibile attraverso il movimento del corpo. Per fare un esempio, quello che normalmente viene sperimentato solo dalla laringe, con la voce e dall’orecchio, diventa nell’euritmica un’esperienza che risuona in tutto il corpo.

L’obiettivo è quello di affinare e sviluppare, la capacità di ascolto, intesa come impulso sociale, e interiorizzarla come coscienza sotto forma di impulso vitale. Ogni suono viene inoltre sperimentato a livello intrinseco e identico in tutte le lingue. 

L’euritmia si basa quindi sul sentire, sull’impulso sano che scaturisce da note musicali e suoni e sulla capacità di plasmare che deriva da ritmo e intervallo. Secondo il pensiero di Rudolf Steiner, non è necessario conoscere le leggi dell’euritmia per trarne godimento artistico, esattamente come non è necessario conoscere la teoria musicale per poter ascoltare della musica in modo autonomo.

Lo spettatore possiede a priori determinate capacità artistiche ed è in grado di accogliere l’arte che agisce di per sé proprio in virtù del fatto di essere una forza artistica.

Per spiegare meglio in cosa consista l'euritmia nella pedagogia Waldorf vi consiglio di guardare il video qui in basso con l'intervista a un docente della scuola Steineriana di Bolzano.

La redazione di mammapretaporter.it

 

Le basi della pedagogia steineriana

Venerdì, 09 Ottobre 2015 13:51

La pedagogia steineriana, che prende il suo nome dal pedagogista e filosofo Rudolf Steiner, ha l’obiettivo di sviluppare l’individualità libera attraverso le potenzialità di ciascun bambino. Il piccolo è quindi considerato come essere in divenire, con tutte le sue trasformazioni connesse alle diverse fasi di sviluppo della sua vita.

Iniziamo allora il nostro viaggio alla scoperta del mondo Waldordf: le basi della pedagogia steineriana per mamme curiose

Queste fasi, secondo la pedagogia steineriana, sono legati ritmicamente a periodi, chiamati settenni, fasi di tempo nelle quali il ruolo dell’educatore ha un’importanza fondamentale e prevede di comportarsi secondo interventi pedagogici mirati.

Grande importanza viene attribuita all’evolversi naturale dei mutamenti fisici del corpo, delle facoltà intellettive e della conoscenza dei processi di sviluppo, che l’educatore deve sapere riconoscere, e accompagnare, con interventi mirati.

Sentire, pensare e volere sono i verbi su cui soffermarsi. Per favorire uno sviluppo sano del bambino è necessario andare alla ricerca di un equilibrio mediante l’approfondimento di due aspetti in particolare:

La capacità di comprendere, da parte del bambino, il mondo circostante attraverso l’esercizio dei sensi e lo sviluppo del pensiero riflessivo.

Cura e attenzione dell’attività motoria, della creatività e della fantasia del bambino.

In questo modo, il bambino viene accompagnato nello sviluppo naturale di tutte le attività, fisiche e mentali, ed è proprio su questo naturale fluire dei suoi comportamenti che il metodo steineriano mira a contribuire alla formazione di un essere umano libero, fiducioso in se stesso e capace di dare un apporto attivo alla società degli uomini.

Per mettere in pratica questi dettami teorici, è necessario concentrarsi su attività pratiche in grado di stimolare l’esperienza del bambino. In campo scolastico, le materie artistiche, intellettuali e manuali hanno tutte la medesima importanza e sono considerate sullo stesso piano perché in grado di contribuire, se pur in maniera diversa, allo sviluppo delle abilità e delle facoltà intellettive.

All’interno del metodo steineriano grande importanza è riservata anche alla mobilità e all’agilità. I bambini vengono invitati dagli educatori a eseguire giochi ritmici, anche con l’uso delle dita, e questo vale per la ripetizione delle tabelline, per l’apprendimento delle nozioni di pittura, delle note musicali e per lo studio di uno strumento.

In questo modo il bambino da una parte impara nozioni fondamentali, dall’altra trae dall’apprendimento una certa soddisfazione personale, si interessa alle esperienze dei compagni e partecipa a un’esperienza di gruppo stimolante e dinamica.

La redazione di Mammapretaporter.it

I settenni nella pedagogia steineriana

Venerdì, 09 Ottobre 2015 13:39

La pedagogia steineriana si basa sulla psicologia evolutiva, secondo la quale tutto lo sviluppo umano è percepito come interazione tra organismo e spirito. Per questo motivo, il compito della pedagogia di stampo steineriano è quello di rafforzare l’Io favorendo lo sviluppo dell’organismo fisico, nei suoi ritmi biologici e in tutti i suoi processi quotidiani.

Il lavoro dell’educatore, a tal proposito, si rivela essere di fondamentale importanza e si muove lungo due direttive; sostiene l’inserimento dell’Io e stimola le sue competenze lungo un determinato percorso.

La pedagogia steineriano riconosce tre specifiche fasi di sviluppo, chiamate settenni, nelle quali l’educatore ricopre un ruolo ben preciso; dalla nascita fino ai 7 anni, dai 7 ai 14 anni e dai 14 ai 21 anni.

Ogni fase corrisponde a caratteristiche diverse dell’individuo, dal punto di vista fisico e psicologico. Al momento della nascita, per esempio, l’Io si concentra soprattutto sullo sviluppo fisico del corpo, mentre a sette anni si pone maggiormente l’accento sulla vita interiore del bambino e comincia un lungo processo di formazione, della memoria e della fantasia, per esempio.

Ma vediamo più da vicino quali sono le caratteristiche delle tappe di screscita del bambino secondo Steiner: i settenni nella pedagogia steineriana

Primo settennio
In questo periodo, dalla nascita ai 7 anni, il bambino apprende principalmente attraverso il gioco. Le esperienze che vive sono inconsce e tutte le cose che vive, a partire dall’educazione, lascerà una profonda traccia nella sua persona, nel suo modo di pensare e di agire in futuro.

Per questo motivo è necessario garantirgli un ambiente sicuro, amorevole e protetto e organizzare le attività in modo tale da stabilire per lui quali sono le buone regole di comportamento.

Il gioco in questa età è fondamentale ed è il mezzo con il quale il bambino coltiverà fantasia, creatività e immaginazione. Per quanto riguarda la scuola, invece, l’insegnante rivestirà un ruolo fondamentale e di sostegno all’interno di un ambiente accogliente.

Secondo settennio
Nel secondo settennio, dai 7 ai 14 anni, i bambini necessitano di individuare un’autorità conosciuta, che diventerà il punto di riferimento per tutta l’età scolare. L’educatore aiuterà il bambino a esplorare, scoprire e sperimentare.

Tutto questo, nell’ottica di spalancare al bambino le porte del mondo, creando un percorso che lo renda curioso, attivo e parte di un processo creativo tutto da scoprire e animato da consapevolezza.

L’attività più importante dell’insegnante è quella di stabilire un collegamento con le materie insegnate. Non basta insegnare, ma serve anche trasmettere qualcosa al bambino in modo da creare in lui un interesse tale da renderlo curioso e improntato al collegamento personale.

Terzo settennio
Durante il terzo settennio, dai 14 ai 21 anni, si affrontano importanti cambiamenti, che andranno a definire piano piano il proprio ragionamento, logica e giudizi personali.

In questo periodo è necessario sviluppare fantasia e intelletto, e offrire ai ragazzi gli strumenti necessari perché possano cominciare a interrogarsi sull’ambiente che li circonda e sul proprio futuro nel mondo.

È anche importante offrire loro gli strumenti per interrogarsi anche sugli aspetti più pratici, e concreti, della vita e per questo il rapporto che deve instaurarsi tra l’alunno e l’educatore deve essere un rapporto naturalmente autorevole.

La redazione di mammapretaporter.it

I telai per le allacciature Montessoriani

Venerdì, 09 Ottobre 2015 12:22

Secondo i principi del Metodo Montessori, l’indipendenza è fondamentale per il bambino e, per aiutarlo a muoversi con spirito di adattamento e libertà, è necessario aiutarlo con alcuni strumenti, primo fra tutti il telaio per le allacciature. Vediamo allora di cosa si tratta e quali sono le sue principali peculiarità.

Uno dei punti cardine del metodo educativo elaborato da Maria Montessori è che i bambini, sin da piccoli, devono imparare a essere indipendenti anche per quanto riguarda la cura di se stessi e del proprio abbigliamento. Questo significa, quindi, che ogni bambino dovrebbe imparare sin da subito a vestirsi da solo, allacciare le stringhe delle scarpe o i bottoni di giacche e cappotti.

Per insegnare ai bambini queste piccole pratiche quotidiane, ecco che vengono in nostro soccorso i materiali che il metodo Montessori presuppone. In questo caso, stiamo parlando di telai per le allacciature, piccoli strumenti che aiutano il bambino a imparare cosa significa allacciare un bottone da solo, o a provvedere in maniera autonoma quando è il momento di vestirsi.

Ecco come costruire un telaio per le allacciature Montessori: i consigli di mammapretaporter.it per creare a basso costo il gioco Montessoriano.

Il telaio di cui stiamo parlando è in legno, ha una forma quadrata e richiama, attraverso il suo rivestimento in tessuto, la superficie di una camicia munita di bottoni, o di una scarpa con i lacci che pendono. Sottoponete all’attenzione del vostro bambino uno strumento di questo tipo e aiutatelo a iniziare il proprio apprendimento.

Se avete abbastanza dimestichezza con l’arte del fai da te, potete costruire il vostro telaio da soli. Basta procurarsi: aste di legno o, in alternativa, cornici sprovviste di vetro, porzioni di tessuto e bottoni, lacci e cerniere.

Potete scegliere di costruire un telaio a tema, solo con i lacci, ad esempio, o solo con i bottoni o le cerniere. Costruirne uno a tema multiplo è certamente più complesso, ma potete comunque provarci distinguendo la parte dedicata ai bottoni da quella per i lacci e per la cerniera.

Concentriamoci ora sulla costruzione del telaio. Quando avrete assemblato le aste di legno, prendete il tessuto e applicate sulla sua superficie la cerniera o i bottoni e poi fissate la struttura ottenuta al supporto.

In questo modo, avrete simulato una camicia da allacciare, i lacci delle scarpe da legare o la cerniera della giacca da tirare su. Ed ecco che il telaio è pronto, proponetelo quindi ai vostri bambini e introduceteli, a poco a poco, all’apprendimento dei singoli gesti che li aiuteranno a diventare indipendenti e a vestirsi da soli.

Qui sotto una proposta accessibile e giocosa.

La redazione di mammapretaporter.it

Foto credits: Aliexpress.com

 

 

Prendersi cura della propria persona, secondo il Metodo Montessori, è un’attività che i bambini dovrebbero imparare a fare sin dalla tenera età. L’indipendenza è uno degli obiettivi primari secondo questo approccio educativo e per raggiungerla è necessario cominciare dalle piccole cose. Ecco dunque come fare.

I bambini, sin da piccoli, dovrebbero cominciare a prendersi cura di sé attraverso piccoli ma fondamentali gesti quotidiani. È quello che enuncia il Metodo Montessori, un approccio educativo molto apprezzato in molte scuole e in varie parti del mondo.

Ma come rendere un bambino indipendente e in grado di occuparsi di sé da solo? La risposta è molto semplice: si inizia dalle piccole cose, mostrandogli come, con un po’ di buona volontà, sia possibile farlo in modo facile e naturale.

Partiamo quindi da tre gesti, semplici e naturali, che il bambino compie quotidianamente e vediamo in che modo si può aiutare il piccolo a essere indipendente proprio in questo contesto: i consigli per insegnare l'autonomia al bambino secondo il metodo Montessori

Soffiarsi il naso

Può sembrare banale ma soprattutto in caso di raffreddore sarà necessario che il bambino si soffi il naso più volte in una giornata e per evitare di dovergli porgere il fazzoletto di volta in volta, possiamo iniziare a renderlo indipendente mostrandogli dove trovare i suoi fazzoletti, come soffiarsi il naso e dove gettare quelli sporchi una volta espletata l’operazione.

Lavarsi i denti

Lavarsi i denti è un’operazione che i bambini imparano a fare relativamente in fretta, ma per aiutarli meglio nella gestione di questa routine, potete realizzare per loro uno spazio/kit per il lavaggio dei denti. Su una mensola o all’interno di una bustina il bambino troverà spazzolino, dentifricio e asciugamano e potrà iniziare a gestire l’operazione di pulizia in completa anatomia.

Ordinare l’armadio

L’armadio è un complemento d’arredo molto importante secondo il Metodo Montessori. Imparare a tenerlo in ordine e scegliere al suo interno i vestiti da indossare sono attività che stimolano i bambini ad essere indipendenti. L’armadio deve essere ad altezza bambino ed essere fornito di ripiani e cassetti in modo tale che il piccolo, insieme al genitore, possa accedere lui stesso agli indumenti e sceglierli giorno per giorno.

La redazione di mammapretaporter.it

Le spolette colorate nel metodo Montessori

Venerdì, 09 Ottobre 2015 11:09

Tra i materiali sensoriali che il Metodo Montessori prevede ci sono anche le spolette colorate, molto utili per sviluppare il senso della vista del bambino e farlo giocare con i colori e con le combinazioni cromatiche. Ecco allora di cosa si tratta.

Le spolette colorate, così chiamate perché richiamano le antiche spolette che una volta contenevano i fili di seta colorati, offrono ai bambini la possibilità di entrare in contatto con i colori, con le combinazioni cromatiche e di associare un nome a ognuna delle gradazioni che vedono.

Le spolette colorate in genere sono organizzate in tre scatole, per fare abbinamenti di tre, undici e nove colori, per un totale di sessantatré spolette. In commercio si trova anche una quarta scatola, conosciuta anche come rainbow tablets, e consiste in spolette colorate nella gradazione dell’arcobaleno che permette anche di sperimentare nuove geometrie nell’assemblaggio del materiale.

Anche in questo caso, potete procedere voi stessi alla costruzione delle spolette colorate per i vostri bambini.

Tutto quello che vi servirà sono: cornici di legno, larghe circa 1 cm e lunghe 0,5 cm, fogli di cartone, matita, righello e colori a tempera dei colori blu, giallo, rosso, verde, rosa, viola, marrone, arancio e bianco.

Ecco come costruire allora le spolette colorate del metodo Montessori: come creare in casa un gioco coinvolgente e benefico per il bambino

Per realizzare i modelli
Con l’aiuto del righello, ritagliate i cartoncini in tanti rettangoli, in base a quanti volete realizzarne, della misura di 6cm X 4cm.

Per realizzare le cornici esterne
Basta incidere lungo l’asticella di legno un supporto che servirà per incastrare i cartoncini che avete ritagliato, e poi tagliare delle porzioni della lunghezza di 5 cm circa.

Fissare i colori
Una volta che avrete incollato il cartoncino alle cornici di legno, prendete colori e pennello e iniziate a dipingere i supporti nei vari colori. Lasciate asciugare e, una volta che vi sarete procurati una scatola, dividete le spolette per colore.

 

La redazione di mammapretaporter.it

Foto credits: Gonzaga Arredi

Il rapporto che s’instaura tra genitori e figli sin dalla tenera età è fondamentale per iniziare a gettare le basi di quello che sarà un dialogo futuro. Come in tutte le cose, si parte sempre dalle basi. Per esempio, quante volte chiedete a vostro figlio “com’è andata oggi” al ritorno da scuola? E quante altre avete invece pensato di sostituire questa domanda con un'altra che, pur avendo lo stesso significato, si pone in modo più stimolante?

Parlare con i figli è fondamentale, a partire dai piccoli discorsi quotidiani e scambi di battute volte a instaurare un vero e proprio dialogo. Il classico botta e risposta, insomma, anche quando i bambini sono piccoli è molto importante per stabilire tra genitori e figli una linea di connessione, una base di dialogo che sarà poi duratura e continuativa nel tempo anche quando il bambino sarà grande.

Partiamo dalla domanda più semplice e frequente, quella che tutti i genitori fanno ai propri figli all’uscita della scuola o non appena i bambini tornano a casa: “oggi come è andata?”. Ecco, in questo caso il rischio è dietro l’angolo perché la risposta che potreste ricevere, secca e con poche possibilità di replica, è: “bene, grazie”.

Cosa fare allora per rendere il dialogo con i vostri figli più interessante, stimolante e curioso? La risposta è molto semplice: basta porre la domanda in modo diverso. Il senso, insomma, è lo stesso, ma il meccanismo che s’innesca nel bambino sortisce tutt’altro effetto e lo rende più propenso alla chiacchierata e al racconto.

Vi proponiamo quindi 15 domande da fare al vostro bambino al posto di “com’è andata oggi?: una lista alternativa e un po’ diversa che vi aiutera nel dialogo con i vostri figli e nella quotidianità di tutti i giorni.

Cos’hai mangiato a pranzo?
Chiedere cosa si è mangiato a pranzo è sempre un ottimo modo per iniziare una qualsiasi conversazione.

Qual è la cosa più bella che ti è successa oggi?
Una domanda semplice e precisa, che sicuramente aiuterà il vostro bambino ad associare la scuola a un ambiente bello e felice.

Cosa ti ha fatto sorridere oggi?
Chiedere di evocare un ricordo felice è un bel modo per aiutare vostro figlio a lavorare sulla propria introspezione.

Qual è la cosa più carina che oggi hai fatto per qualcun altro?
Chiedergli invece se ha fatto un gesto carino e gentile nei confronti di un compagno è il modo migliore per stimolare in lui il senso dell’altruismo.

Che cosa hai imparato di nuovo oggi?
La scuola è una continua scoperta, anche personale, e porre questa domanda aiuterà vostro figlio a inquadrarla come ambiente di arricchimento.

A cosa hai giocato durante l’intervallo?
Chiedere al vostro bambino quali sono le attività che predilige durante l’intervallo, significa anche saperne di più su cosa ama fare nel suo tempo libero.

Sai qual è il ruolo più importante dei tuoi insegnanti?
Questa è invece una domanda molto utile per invogliare vostro figlio a riflettere sui ruoli che ognuno ha quotidianamente, anche fuori dalla scuola.

Se tu fossi un insegnante, cosa ti piacerebbe insegnare?
Ponete questa domanda e non avrete più dubbi su quale sia la materia preferita del vostro bambino.

C’è qualcuno con cui ancora non hai fatto amicizia? E perché?
Ogni bambino ha il suo carattere e chiedere loro quali sono i compagni con cui ancora non hanno fatto amicizia, li aiuterà a riflettere sul proprio carattere e su quello degli altri.

Cos’hai fatto oggi che ti ha reso orgoglioso?
C’è sempre una risposta a questa domanda e il vostro bambino inizierà a riflettere su quali cose, o aspetti della giornata, vorrà dare maggior importanza.

C’è qualcosa che vorresti imparare prima della fine dell’anno?
Fissare un obiettivo e raggiungerlo è il modo migliore per stimolare i bambini verso la curiosità e le sfide personali.

Qualcuno ha fatto qualcosa di carino per te oggi?
Fate questa domanda ai vostri figli e li aiuterete a sviluppare in loro il senso, e l’importanza, della relazione con gli altri compagni.

Chi, nella tua classe, è completamente diverso da te?
Questa, invece, è una domanda molto utile per imparare a riflettere sulle diversità tra individui e caratteri.

Qual è la cosa più utile che hai fatto oggi?
La risposta aiuterà il vostro bambino distinguere quali sono le cose davvero utili, per il gruppo e per se stesso.

Raccontami qualcosa che hai imparato oggi su un amico
Fare questa domanda a vostro figlio è il modo migliore per imparare a parlare e a riflettere sull’amicizia.

La redazione di mammapretaporter.it

Linea Natì: natura e scienza insieme

Venerdì, 09 Ottobre 2015 09:30

Prendersi cura della propria persona è importante, anche durante la gravidanza e anche quando si dividono le proprie giornate tra i vari impegni e la cura dei figli. Ricercare il meglio, e prodotti di qualità, è fondamentale per il benessere della persona e per questo vi presentiamo oggi un brand alternativo e innovativo che punta sempre di più verso un etica cosmetica responsabile nei confronti dell’ambiente.

Prendersi cura del proprio aspetto esteriore è il modo migliore per sentirsi bene e sempre a posto e affidarsi ai prodotti giusti è fondamentale, per assicurare al proprio corpo e alla propria pelle dei prodotti di buona qualità.
Vi presentiamo oggi una linea di cosmesi considerata un’eccellenza italiana e che opera sul mercato in campo professionale dal 2003. Il brand in questione è tutto italiano, si chiama Natì e si tratta di un’azienda che si distingue per una grande attenzione verso la formulazione dei prodotti, l’avanguardia scientifica e la personalizzazione dell’offerta.

L’aspetto certamente più interessante di questa linea di prodotti cosmetici è l'accento posto sulla naturoestetica,  una nuova idea di bellezza che parte da uno stile di vita orientato al benessere profondamente antiage. Non basta infatti un ottimo prodotto per renderci belle, è necessario prima iniziare prendendoci cura bella nostra mente e del nostro corpo e utilizzare in sinergia prodotti personalizzari in armonia con la nostra natura unica. 

Natì inoltre si impegna infatti per la tutela dell’ambiente, rispetta i processi biologici e si basa sullo sviluppo di principi finalizzati alla realizzazione di tecniche di produzione biocompatibili.

Il cuore di ogni preparazione cosmetica firmata Natì è l’acqua, un’Acqua Biotecnologica ad alta compatibilità con le molecole dell’acqua dell’epidermide. I test eseguiti in vitro, presso laboratori specializzati in biologia cellulare, hanno dimostrato ottimi risultati. L’Acqua Biotecnologica è l’ingrediente presente in ogni prodotto delle linee cosmetiche del marchio Natì ed è considerata una componente di grande importanza, in grado di eliminare completamente l’azione chimica presente in qualsiasi altro prodotto e di rivoluzionare il concetto di etica all’interno del mondo della cosmetica odierna. Qui potete trovare molte informazioni sulle acque essenziali, basate proprio sulla tecnologia delle acque Biotecnoligiche Natì. 

Natì è un’esclusiva dei centri estetici professionali.

www.nati.it

Tata-oh la family spa e centro benessere

Venerdì, 09 Ottobre 2015 09:21

Un luogo magico e all’insegna della pace e del relax dedicato al benessere dei grandi, ma anche dei piccini. Qui la parola d’ordine è l’acqua, l’elemento naturale per eccellenza e declinato in molti modi con un unico risultato: la pace dei sensi unita all’armonia di un ambiente familiare e molto accogliente.

Un’idea alternativa e dedicata alle famiglie non poteva che nascere, e crescere, da una famiglia. Una coppia, Daria e Giovanni, e due figli. Il risultato è sorprendente ed è qualcosa di originale, innovativo e ideale proprio per tutti. Si chiama Tata-O ed è un centro benessere molto speciale.

Dista a soli dieci minuti dal centro della città di Bergamo ed è una realtà innovativa e curata nei minimi dettagli che non solo privilegia e omaggia l’acqua come elemento naturale in tutte le sue forme, ma mette al centro delle attività proposte la famiglia; mamme, papà e piccoli al seguito.

E' Tata-o la  family spa e centro benessere per le famiglie: un luogo speciale dove insegnare a prendersi cura di sè, amarsi e rilassarsi fin da piccoli. 

A quattro anni dall’apertura, Tata-o può certamente vantare un traguardo importante: 20000 persone gli ospiti che la struttura ha accolto solo nell’ultimo anno. La formula è davvero vincente e, unita a un servizio impeccabile e alla grande cura della relazione con grandi e piccini, ha dato grandi risultati.

Il centro nasce con uno spirito ricreativo per la famiglia, con figli al seguito, ma ospita anche importanti meeting aziendali e coopera con tour operator di fama internazionale nell’organizzazione di vacanze per tutta la famiglia o di week end romantici di coppia.

Molti i servizi che Tata-o propone, dai corsi in acqua per i bebè dai due mesi di vita, all’accompagnamento alla nascita, dal massaggio infantile ai laboratori. È anche possibile frequentare un corso di yoga in inglese e scegliere tra tante altre attività.

Fiore all’occhiello di questo bellissimo centro è l’area benessere. Potrete scegliere diversi trattamenti di estetica, un percorso spa, anche in versione privata per il benessere di coppia e rituali sensoriali per la cura del corpo. Durante la stagione estiva, invece, è possibile anche accedere alla piscina esterna, con una bellissima vista sulle colline, e usufruire del solarium.

Se viaggiate con i vostri bambini, al Tata-o anche il benessere diventa un’esperienza di famiglia da condividere. La Family Spa è stata creata proprio per questo: la sauna finlandese, con temperature più basse, diventa family spa e anche i vostri bambini potranno divertirsi, con a seguire bagni di vapore a pioggia arancione, sale rosa a forma di mattone e tante altre sorprese.

E se volete soggiornare al Tata-o per un week end, o per qualche giorno in più, potrete usufruire del resort che la struttura mette a disposizioni per i suoi ospiti. Quattro stelle in sette stanze, con una tariffa che comprende il pernottamento, la prima colazione e l’accesso libero all’area benessere e alla piscina.

Per saperne di più, scoprire l’offerta che il centro Tata-o propone ai suoi clienti, con i relativi prezzi dei trattamenti, delle attività e dei soggiorni, potete accedere direttamente alla pagina web del centro:

http://www.tata-o.it/.

La redazione di mammapretaporter.it

Sara

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Cecilia

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