La plastica sgargiante delle palline natalizie che usavamo negli anni Novanta è abbastanza superata, che dite? Ci sono molte altre decorazioni decisamente più carine e, in linea con i tempi, ecologiche ed economiche che renderanno la nostra casa, durante queste feste natalizie, accogliente e divertente!
Ecco alcune decorazioni naturali per l'albero di Natale da fare con i bambini: qualche idea per riciclare ciò che la natura ci offre, divertirsi in famiglia e rendere la casa super natalizia!
Se ne trovano a bizzeffe in prati e parchi: perché non portarne a casa una manciata e trasformarle in qualcosa di davvero divertente?
Semplicemente usando un vecchio omino di metallo e del fil di ferro per piante è possibile ricavare una corona di pigne davvero affascinante!
http://www.iheartnaptime.net/diy-pinecone-wreath/).
Oppure, con della colla a caldo, dei nastri e dei pom pom di stoffa si possono creare delle decorazioni per l'albero davvero divertenti.
P.s.: Meglio cuocerle per 45 minuti nel forno a 200 gradi: così non rischierete di portare in casa insettini infestanti!
http://onelittleproject.com/pom-poms-and-pinecones-christmas-ornament
Idem, anche questo è un materiale che potrete trovare letteralmente ovunque: i legnetti si trovano davvero dappertutto, e dopo averli raccolti (già questa può essere un'attività divertente per la famiglia!) con un po' di fantasia, della colla a caldo, delle pinze (con le quali tagliare tutti i rametti della stessa lunghezza) e del filo di paglia il risultato saranno delle stelline bellissime da poter usare come decorazioni per l'albero o per la casa.
http://spalvotasdryzuotas.blogspot.ie/2013/12/dekoracijos-is-medzio-saku.html
Qui un'idea che permetterà di creare decorazioni assolutamente meravigliose e di riempire casa con un inebriante profumo invernale: essicare la frutta per farne elemento decorativo è bello e utile! Basta tagliare la frutta (perfette saranno le arance, anche mele e pere sono bellissime: basta usare solo le parti più centrali, quelle più larghe!) a fettine (facendovi aiutare dai vostri bambini sotto la vostra supervisione) e disporla su una teglia foderata di carta forno. Per assicurare il profumo natalizio, al centro di ogni fettina adagiate, premendo, qualche chiodo di garofano: l'aroma sarà delizioso e avvolgente! Una volta pronte, mettete tutto in forno a 75 gradi (meglio stare sulle temperature più basse!), e dopo un'ora girate le fettine. A questo punto, passata un'altra ora, dovreste vedere le fettine secche al punto giusto (altrimenti lasciatele ancora qualche tempo: in base al forno e allo spessore della frutta potrebbe variare il tempo di essicazione). Una volta estratte dal forno saranno pronte per essere utilizzate nella maniera che più preferite. Disposte su vassoi argentati come centrotavola, bucate per crearne delle decorazioni per l'albero, composte a ghirlanda muniti di ago e filo: stanno bene in ogni modo!
http://rainydaymum.co.uk/dry-citrus-fruit-festive-decorations
Un ago robusto, del filo per ricamo e tutte le foglie cadute che trovate in giardino: niente di più. Basterà infilare il filo, muniti di ago e ditale per non pungersi le manine, foglia per foglia, e appendere il festone naturale sulla porta di casa o sopra al camino!
http://seafieldandtribe.com/2012/10/09/diy-autumn-leaf-bunting/
Le ghirlandine di frutta secca sono bellissime, e c'è un modo semplice semplice per crearle: con della colla a caldo e prendendo in prestito un coperchio da barattolo, basterà incollarle tenendo il bordo come riferimento per creare un cerchio perfetto!
http://www.welke.nl/photo/BijBabs/hoe-simpel-om-iets-mooi-rond-te-krijgen-lijmen.1404657389
Il bambino fino almeno ai 7 anni impara attraverso l'esperienza e il corpo: oltre che abituare al bambino fin dallo svezzamento a mangiare cibi di colore, gusto e consistenza diversa e a seguire i nostri consigli per insegnare loro a mangiare verdura, può essere utile spiegare direttamente al nostro piccolo già a partire dai 3 anni cosa significa mangiare sano.
Questa immagine illustra in quali proporzioni dovrebbero essere assunti gli alimenti in un pasto: frutta e verdura scelta secondo la stagionalità, cereli integrali e sopratutto quotidianamente alternati (per esempio, farro, kamut, sorgo, riso, avena, quinoa, mais etc...), proteine il più possibile vegetali, quindi in ordine diciamo di frequenza legumi, seitan, tofu, pesce, uova, carne bianca, carne rossa.
Vi suggeriamo di stampare le seguenti immagini così da proporre ai vostri bambini alcune attività.
1. COLORARE GLI ALIMENTI: possiamo proporre ai nostri piccoli di colorare questo disegno con i loro colori preferiti, dalle matite, ai pennarelli agli acquerelli.
2. RITAGLIARE E INCOLLARE: facciamo ritagliare al piccolo (si, le forbici devono essere usate dai bambini come consiglia Maria Montessori) pezzi di giornale che illustrano i cibi. Possiamo poi inccolarli insieme nella sezione del piatto corrispondente.
3. INCOLLARE GLI ALIMENTI: questo gioco prevede di incollare l'immagine sottostante su un cartoncino. Poi mettiamo davanti al nostro piccolo una ciotolina con lenticchie o piselli secchi o altri legumi, una seconda ciotolina con pastina, la terza con verdure fatte essicare al forno, la quarta con frutta secca o per esempio bucce di agrumi fatte essicare, anche solo sul termosifone.
Potremo chiaramennte arricchire il lavoro utilizzando alimenti di diversi colori, per esempio vari tipi di riso, di pasta di legumi o di frutta secca. Scegliate come base il piatto azzurro della proposta di lavoro 2.
4: MANDALA NEL PIATTO: come abbiamo spiegato i mandala sono davvero uno strumento incredibile per i bambini. Così il loro piatto può diventare un mandala multicolore che sprigiona emozioni inerenti al cibo.
5: LISTE: scriviamo con loro, magari facendo una gita dal fruttivendolo e al supermercato bio, i tipi di alimento per ogni sezione del piatto. Scegliete come base il piatto azzurro della proposta di lavoro 2 oppure quella 4.
6: PIATTI PREFERITI: scrivete insieme gli alimenti preferiti per ogni sezione. Per esempio mia figlia adora come verdura finocchi, carote e broccoli; come cereali pasta e riso nero; come frutta mandarini e lamponi e come proteine piselli e fagiolini. Scegliete come base il piatto azzurro della proposta di lavoro 2 oppure quella 4.
7: LE MIE FOTO: i bambini amano scattare le foto! Sfruttiamo questa passione per fargli fare forografie di alimenti o di loro stessi che mangiano un alimento per poi incollarle nei vari angoli del piatto. Altra idea è quella di scattare foto di piatti che rispecchiano lo schema del piatto, per cui per esempio in una sezione riso giallo, nella seconda piselli, nella terza mela, e mezza quarta carote grattuggiate. Scegliete come base il piatto azzurro della proposta di lavoro 2 oppure quella 4.
8. PIATTO DELLE STAGIONI: scriviamo con loro, oppure incolliamo, o disegnamo, alimenti stagionali, per cui creeremo e coloreremo un piatto dell'autunno contenente zucca e mandarini, quello dell'estate con fragole e pomodori. Scegliete come base il piatto azzurro della proposta di lavoro 2 oppure quella 4.
Giulia Mandrino
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Un dono che non passa mai di moda e che rende sempre felici quando lo si riceve è il cesto colmo di prelibatezze culinarie. Abbiamo allora intervistato Valentina Meda, pasticcera e titolare della pasticceria "C'era una Torta con sede a Seregno e Milano piazza Duomo, di aiutarci nella selezione di prodotti per rendere il nostro cesto davvero perfetto.
"Due sono le regole principali da tenere in considerazione" spiega Valentina "per realizzare un cesto perfetto: la qualità dei prodotti che deve essere elevata e il packaging curato, perchè in questo caso più di altri l'occhio vuole la sua parte".
1. Il packaging:
Il cesto di paglia stile Camargue è ormai passato di moda, meglio utilizzare scatole di cartone con tocchi vintage o cesti di legno shabby chic.
2. Il panettone:
Se il panettone non è buono di sicuro il vostro cesto sarà un flop. Ma come sceglierne uno strepitoso? Valentina Meda ci spiega che "prima di tutto la dicitura deve essere PANETTONE, perchè per essere chiamato tale deve contenere solo prodotti di un certo di tipo, escludendo olio di palma e altri prodotti tossici; nel caso non segua queste regole la dicitura non sarà panettone ma PRODOTTO DA FORNO CON UVETTA E CANDITI, assolutamente da evitare! Il panettone tradizionale come quello nostro è fatto con uvetta e canditi, pasta madre, senza aromi e conservanti. Spesso le persone amano anche le nostre versioni al cioccolato o alla veneziana, quindi con canditi di arancia e una glassa di zucchero e mandorle. Attenzione anche alle farciture: è importante che siano fatte a mano anch'esse senza conservanti come la nostra crema al mascarpone fatto direttamente da noi".
3. Gingerbread cookies: anche in questo caso attenzione alle imitazioni: i veri biscotti pan di zenzero devono essere privi di conservanti, aromi e olio di palma, e devono avere come ingredienti base zenzero miele e cannella.
4. Cicoccolato: è un must del cesto di Natale e anche qui attenzione ai surrogati ci spiega Valentina! Il vero cioccolato deve essere temperato a mano e deve essere nota la provenienza. "Io per esempio ho scelto il cioccolato francese Valrhona con il quale creo frutta secca e candita ricoperta di cioccolato, come arance fichi e datteri" ci racconta Valentina.
5. Caramelle geelè: qui il must deve essere l'assenza di coloranti e conservanti artificiali. Le vere geelè hanno solo coloranti derivati fa frutta e verdura, così come i loro aromi non sono artificiali ma derivano dagli estratti di ananas, piuttosto che arancia...
6. Candy cane: come per le caramelle gelee quelle originali inglesi sono fatte con aromi e coloranti naturali, nulla di chimico!
7. I tè e i caffè: sono quel tocco in più per chiudere in bellezza il nostro cesto di prima classe. Come per gli altri prodotti elencati in precedenza è fondamentale la qualità ed evitare prodotti privi di aromi artificiali: "Io scelgo i tè di Parliamo di tè a Monza e il caffè di Aroma caffè di Cologno Monzese" spiega Valentina.
Giulia Mandrino
Con messaggio del 3 novembre 2015 (n. 6704), l’INPS fornisce alcune precisazioni circa l'incumulabilità del congedo parentale ad ore con altri permessi o riposi disciplinati dal D.Lgs. n. 151/2001 (cosiddetto Testo Unico maternità/paternità). Tale incumulabilità risponde all'esigenza di conciliare al meglio i tempi di vita e di lavoro utilizzando il congedo in modalità oraria essenzialmente nei casi in cui il lavoratore intenda assicurare, nella medesima giornata, una (parziale) prestazione lavorativa. Il genitore lavoratore dipendente che si astiene dal lavoro per congedo parentale ad ore (ex art. 32 del suddetto Testo Unico) non può usufruire nella medesima giornata né di congedo parentale ad ore per altro figlio, né dei riposi orari per allattamento (ex artt. 39 e 40 del T.U.) anche se richiesti per bambini differenti. Allo stesso modo il congedo parentale ad ore, non è cumulabile con i riposi orari giornalieri previsti per i figli disabili gravi in alternativa al prolungamento del congedo parentale, anche se richiesti per bambini differenti. Risulta, invece, compatibile la fruizione del congedo parentale su base oraria con permessi o riposi disciplinati da disposizioni normative diverse dal T.U. maternità/paternità (quali ad esempio i permessi riconosciuti al lavoratore dipendente che assiste un familiare handicap in situazione di gravita ex art. 33, comma 3, della legge n.104/1992), quando fruiti in modalità oraria.
Avv. Stefano de Santis
Nei mesi invernali il pediatra lo prescrive per ogni piccolo malanno stagionale: naso che cola, tosse, infezione alle vie respiratorie.
La ricercatrice, pediatra esperta di infettivologia, dati alla mano ha confrontato le prescrizioni della terapia con le effettive affezioni delle vie respiratorie. In più della metà dei casi, la prescrizione della terapia aerosolica è inutile e spesso impropria.
L'efficacia dimostrata, infatti, si ha solo nella cura della bronchiolite (frequente nel primo anno di vita), del broncospasmo (il restringimento dei bronchi in conseguenza del quale il bambino si trova ad avere difficoltà a respirare) e dell'asma bronchiale. Malattie non frequentissime, oltretutto.
I pediatri d'Italia, d'altro canto, sembrano inclini a prescriverla in tutti i casi di problemi alle alte vie respiratorie. L'ipotesi è quella che le mamme, di fronte ad un problema che nella maggior parte dei casi si risolverà naturalmente da solo (sono malanni di stagione, e, ad esempio, anche nel caso della bronchite l'efficacia non è dimostrata, non riduce i giorni di malattia e non libera più rapidamente dalle secrezioni), preferiscono ricevere una cura concreta per il loro bambino, portando il medico ad assecondare la loro richiesta.
Ma piegarsi ai timori dei genitori, prescrivendo quindi una terapia inutile nei casi descritti, è rischioso oltre che improprio: l'aerosol tende a seccare le prime vie respiratorie, spiega Susanna Esposito, rendendole luogo perfetto per l'attecchimento di altri germi.
Al posto dell'aerosol, a questo punto, la dottoressa suggerisce delle semplici lavande nasali con soluzione fisiologica, da poter (anzi, dover) ripetere nei mesi più freddi (quelli in cui la colonizzazione batterica tocca il suo picco) per prevenire altri disagi, evitando l'uso dell'aerosol se non nei casi in cui la sua efficacia sia stata comprovata scientificamente (e, assicura, non sono molti...).
Fonte: ANSA
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Vi abbiamo già spiegato di cosa si tratta quando parliamo dell'Atelier nell'ambito dell'approccio pedagogico Reggio Approach: l'Atelier, il laboratorio creativo, e l'Atelierista, il maestro d'arte, sono figure fondamentali perché il bambino si esprima con tutti i cento linguaggi che gli appartengono.
“L’Atelier (...) ha prodotto un’irruzione eversiva, una complicazione e una strumentazione in più, capaci di fornire ricchezze di possibilità combinatorie e creative tra i linguaggi e le intelligenze non verbali dei bambini, difendendoci non solo dalle logorree (...) ma da quella pseudocultura della testa-container che (...) è il modello che dà al tempo stesso la maggiore impressione di progresso culturale e la maggior depressione dal punto di vista dell’aumento effettivo della conoscenza”.
Loris Malaguzzi
"Dalla fine degli anni ‘60 nelle scuole dell’infanzia del Comune di Reggio Emilia è stato inserito lo spazio dell’atelier e la figura dell’atelierista, un “insegnante” con competenze di natura artistica" troviamo raccontato nel sito di Reggio Children. "In questo modo i linguaggi espressivi e poetici sono diventati parte del processo attraverso il quale si struttura la conoscenza stessa. L’Atelier diviene quindi il luogo della ricerca, dell’invenzione, dell”empatia, che si esprime attraverso “100 linguaggi” e che espandendosi oltre l’età dell’infanzia comprende anche l’età adulta, fino all’anzianità." Così la figura del'atelierista nelle scuola di Reggio affianca quello delle insegnanti affinchè il bambino davvero possa sviluppare i suoi 100 linguaggi di cui parla Loris Malaguzzi e sia messo nelle condizioni di fare, non solo di assimilare passivamente. Se inizialmente ogni scuola aveva un atelier, ora l'approccio è quello di creare numerosi mini atelier all'interno delle strutture affinche l'atelier non sia solo un luogo ma uno strumento reale di insegnamento a 360°.
Ma cos'è Il Centro Internazionale Loris Malaguzzi? Innanzitutto, il Centro Internazionale Loris Malaguzzi, inaugurato nel 2006 a Reggio Emilia (e completato nel 2012), è un luogo di sperimentazione, educazione e cultura aperto a tutti coloro interessati all'innovazione dell'approccio pedagogico. Al centro stanno, come sempre, i bambini, ma è aperto alle famiglie e a tutta la comunità, protagoniste anch'esse della crescita dei ragazzi.
All'interno di questo bellissimo centro (aperto a tutti dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 17) si trovano, appunto, alcuni atelier. Si tratta degli Atelier Cittadini: oltre all'Atelier Raggio di Luce, del quale parleremo tra poco, è possibile visitare la sala mostre Marco Guerra, il Centro di documentazione e ricerca educativa dei nidi e delle scuole comunali dell'infanzia di Reggio Emilia, l'Auditorium Annamaria e Marco Guerra, lo Spazio Ricerca e Innovazione e gli spazi per le pause (come l'Atelier dei Sapori composto da bar, ristorante e bookfoodshop).
L'Atelier Raggio di Luce (aperto su prenotazione dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 17.30 e la domenica dalle 16 alle 18.30) è uno spazio interamente dedicato ai bambini, alle famiglie e alle scuole che intendono immergersi nella sperimentazione, nella ricerca e nella creatività. Protagonista nell'Atelier è la luce (elemento fondamentale, insieme alle ombre, dei progetti educativi reggiani) in tutte le sue forme: indagando ed esplorando questo soggetto i bimbi possono meravigliarsi, incuriosirsi, approfondire ed esprimere tutta la loro creatività. Attraverso l'arte luminosa, i fenomeni curiosi e dei percorsi divertenti, l'intento è quello di esplorare la luce come fenomeno scientifico in maniera più creativa, senza un approccio definito o prefissato, ma attraverso un'esperienza aperta.
Altro Atelier visitabile è quello nato in seno al progetto Pause - Atelier dei Sapori. La cultura alimentare è fondamentale per formare adulti consapevoli, e impararla fin da piccoli permette una comprensione più profonda attorno alla cura del benessere, della salute e del piacere di ogni soggetto. I diversi Atelier I linguaggi del cibo, attuati di nuovo presso il Centro Internazionale Loris Malaguzzi (anche qui solo su prenotazione), propongono diverse esperienza multidisciplinari sul tema del gusto e dell'alimentazione.
Come per gli altri Atelier, tenuti in collaborazione con esperti dei settori trattati, ad accompagnare i partecipanti ci pensano pediatri, cuochi, ricercatori, ristoratori e agricoltori.
Di volta in volta, il Centro propone Atelier tematici nell'ambito del progetto; ad esempio, domenica 13 dicembre sarà possibile partecipare all'Atelier "Ti mangio e non ti scarto: idee dolci per Natale" a cura di Marzia Anceschi e Ivano Pantaleo, cuochi dei nidi e delle scuole dell'infanzia di Reggio, al quale seguirà un pranzo dedicato a Santa Lucia presso Pause-l'Atelier dei Sapori.
Per tutti gli appuntamenti visitate la pagina http://www.reggiochildren.it/bambinialcentro, o tenete controllata la pagina facebook ufficiale del centro: https://www.facebook.com/lorismalaguzziinternationalcentre
Sara Polotti
Ogni storia è diversa, e ogni mamma è diversa. Ogni abbandono è differente, più o meno triste, più o meno sofferto.
Di mamme single ce ne sono davvero tante: c'è chi lo fa per scelta, e chi la scelta l'ha dovuta fare per forza, o s'è trovata a dover crescere uno o più figli senza partner perché, be', esistono partner che se ne vanno senza un perché. Tant'è. Presa in mano la situazione, sono queste le mamme più forti. Devono esserlo per i figli ma sopratutto per se stesse, e ce la fanno alla grande.
1. Riescono a prendersi il tempo per le relazioni interpersonali.
A volte è difficile incastrare tutto, soprattutto quando a casa c'è una piccola creatura che ha bisogno di tutte le tue attenzioni; ma altre volte è necessario prendersi del tempo per stare con altre perone. Soprattutto, le mamme single imparano a farlo senza sentirsi in colpa, ed è la cosa più bella: il senso di colpa è assolutamente inutile e rischioso, e riuscire a capire che prendersi del tempo per sé, per uscire con le amiche o per bere un aperitivo con i colleghi, non è un atto egoistico ma legittimo è fondamentale.
2. L'incastro è fondamentale
Lavorare con un bambino piccolo è difficilissimo, e le mamme single imparano a farlo nei momenti in cui lui non ha bisogno: pranzare davanti alla relazione per il capo e terminare le ultime analisi in scadenza solo dopo che il cucciolo è andato a nanna diventa la normalità. Ma sanno anche che una volta ogni tanto ci sta uno strappo alla regola, e passare la serata davanti ad un inutilissimo programma tv è la chiave per non impazzire! Anche qui, senza senso di colpa: è necessario per ricaricare le batterie.
3. Gli appuntamenti? Una seconda vita.
Quando capiscono che è giunto il momento di tornare ad uscire con qualche ragazzo, le super mamme single realizzano anche che l'attimo in cui ricominceranno inizieranno a vivere una doppia vita. Già, perché fino a che non troveranno l'uomo perfetto, non faranno conoscere nessuno ai propri bambini. Quindi, fuori saranno normalissime donne single, dentro, mamme a tempo pieno alle prese con lavoro, pappe, compiti e seggiolini.
4. Pianificano già la risposta alla fatidica domanda
"Ma il mio papà?", chiederanno prima o poi i figli. Ecco, la domanda sarà sempre dolorosa, e nei primi anni la risposta sarà evasiva e super veloce. Ma col passare degli anni le mamme prepareranno la giusta risposta che fughi ogni dubbio dei loro figli, senza negatività, ma con sincerità. Ci vuole del tempo, ma alla fine ce la fanno, e togliersi il peso sullo stomaco è una sensazione bellissima per loro.
5. Non rifiutano gli aiuti. Anzi, li chiedono
Essere genitore è difficile. Senza l'aiuto del proprio partner, poi, è ancor più una sfida. Le mamme single lo sanno, sono forti, ma chiedere aiuto non è segno di debolezza: le nonne, gli amici e gli zii sono contenti di aiutare e di avere così del tempo tutto per loro per spupazzarsi il nipotino. Non c'è niente di male ad accettare le loro proposte di babysitteraggio: in qualche modo ci si sdebiterà, magari offrendo una tazza di caffè o ricambiando il favore con gli eventuali figli altrui.
6. Diventano le regine del risparmio
Oltre alle spese-base del mettere al mondo un figlio, una mamma single va incontro a mille altre sfide finanziarie. Prima di tutto c'è solo uno stipendio; secondo, si inizia fin da subito a pensare al futuro. Assicurazione sulla vita, fondo per l'università, altri piccoli fondi per le feste di compleanno, per i regali di Natale, eccetera, eccetera, eccetera. Ma sono delle super-eroine, e ce la fanno sempre.
7. Hanno dei modelli di genitori single
Capitano le giornate no. E se quando sei a dieta guardi la fotografia di quella tale attrice rotondetta che ce l'ha fatta, quando sei una mamma single pensi a quelle star super cool che hanno cresciuto figli solo con le loro forze. La mamma del presidente Obama, ad esempio. Oppure Sandra Bullock. E Angelina Jolie prima di Brad.
8. Si contornano di esempi maschili ottimi
Non essendoci papà, manca la figura maschile di riferimento? Be', le mamme single porteranno spesso i bimbi dal nonno super tenero, dallo zio divertente, e incoraggeranno i legami con figure autoritarie (come gli allenatori o gli insegnanti) che ritengono buoni modelli per la vita.
9. Sanno quando congratularsi con se stesse
Quando non c'è nessuno a farti i complimenti per il traguardo raggiunto (piccolo o grande che sia!), da mamma single sai di meritarti una pacca sulla spalla. Te la dai da sola, ti congratuli con te stessa e ne trai la forza per continuare così!
Sara Polotti
A Babbo Natale chiedono la Barbie, le Lego, il Cicciobello, le Tartarughe Ninja di ultima generazione. Certo, è la loro indole, e i bambini se potessero chiederebbero di abitare dentro al Toys Center.
1. Libri!
Dev'essere la prima cosa che viene in mente, diciamolo: un bambino che legge sarà un adulto lettore, e per far sì che si innamori della lettura basta regalare al tuo bambino libri riguardanti argomenti che lo appassionano! Capirà che la lettura non è un peso o un obbligo, ma un piacere che potrà soddisfare ogni volta che vuole.
2. Lezioni
Ballo, canto, cucito, cucina, musica, pattinaggio: se il vostro bambino ha espresso un interesse verso un'attività particolare, che bella sorpresa sarà per lui trovare tra i regali un corso per imparare proprio ciò che gli piace! Si è appassionato a Frozen? Un paio di pattini e il corso al palazzetto di ghiaccio faranno per lui. Le piace cucinare e guardare Junior Masterchef in tivù? Esistono moltissimi (e bellissimi) corsi di cucina per bambini! Insomma. Ci si può sbizzarrire.
3. Abbonamenti
Ricordate l'eccitazione nel ricevere posta per noi? Faceva così "adulti", e soprattutto si riceveva qualcosa a cui si teneva: un giornaletto a fumetti, una rivista per bambini. Ne esistono moltissime, e la felicità delle ricezione del regalo si rinnoverà automaticamente ogni mese di fronte alla cassetta della posta.
4. Tessere per musei, zoo, parchi tematici
Esistono tessere annuali che permettono l'ingresso a musei e zoo ogni volta che si vuole. I bimbi sono appassionati di scienza? Be', pensate che bello poter andare al museo dedicato alla natura in quei weekend di pioggia altrimenti sprecati. O allo zoo. O al museo per bambini. O a quello delle miniature. Insomma, ce n'è per tutti.
4. Ricette e ingredienti
Oltre al corso di cucina per i più piccoli, un altro regalo graditissimo dai bambini appassionati di forno e fornelli sarà un libro di ricette con qualche ingrediente già pronto: si potrà cucinare insieme fin da subito, e condividere i risultati con tutta la famiglia.
5. Pennelli, acquerelli, tele
Ci sono bambini con un estro artistico estremamente spiccato. Non tarpate loro le ali, anzi: donare loro strumenti che gli permettano di esprimere la loro creatività sarà il regalo più bello che potete fargli. Pennelli, tele, acquerelli professionali; ma anche un piccolo tornio per la ceramica, una macchina da cucire, delle cornici nelle quali esporre i propri lavori.
6. Abiti
Che noia, quando dalla lontana parente Babbo Natale portava camicie, magliette, pantaloni, pigiami. Ma regalare abiti ai bimbi non significa annoiarli a morte: perché non fargli trovare sotto l'albero un costume da Superman, da principessa, da cowboy, o quei bellissimi cappelli all'uncinetto che li trasformeranno in Buzz Lightyear, Minion, Tartaruga Ninja o Spongebob?
7. Tutto ciò che occorre per stare fuori
Stare all'esterno è sempre un beneficio, e ci sono così tante attività da poter proporre che c'è solo l'imbarazzo della scelta. È possibile divertirsi anche svolgendo attività che non siano propriamente "giocose", ma un po' più adulte: il gardinaggio, ad esempio, o la pesca. Ricevere strumenti per queste attività li farà sentire grandi e farà venire loro voglia di precipitarsi fuori insieme a voi.
8. Concerto o teatro?
Trovare sotto l'albero i biglietti per il concerto del loro cantante preferito, per lo spettacolo ispirato a quel tale cartone o per un musical divertente sarà fantastico per i vostri bimbi! Ed è l'occasione per fare qualcosa di inaspettato insieme.
Sara Polotti
La fitoterapia, lo sappiamo, porta benefici davvero concreti in maniera più delicata e naturale. Ma c'è una nuovo filone, nato in seno a queste terapie: parliamo dei fitoembrioestratti concentrati, pensati per un approccio terapeutico a determinate disfunzioni organiche.
Se la fitoterapia si basa sull'utilizzo di fiori, radici, foglie e cortecce di piante, il modello fitogemmoterapico del quale stiamo parlando (che è un po' l'evoluzione della stessa fitoterapia) utilizza i tessuti embrionali vegetali freschi delle stesse, quando ancora in via di sviluppo. Il gemmoderivato utilizzato in queste specifiche terapie è estratto naturalmente da semi, amenti, scorze di rami e fiori, e contiene, esattamente come la pianta cresciuta, tutti i principi attivi (enzimi, vitamine, minerali, oligoelementi, eccetera) e garantisce una presenza armonica e fisiologica degli stessi.
Nello specifico, la peculiarità terapeutica delle gemme è racchiusa nell'insieme di questi principi attivi contenuti, nell'equilibrio e nella capacità biochimica specifica di ogni pianta (garantiti grazie al processo di formazione attraverso la macerazione in una miscela di acqua, alcool e glicerina naturale).
Detto questo, Gemme di Micol presenta una gamma di prodotti specifici per un vasto numero di problemi fisici e terapie, oltre che ad una linea specifica senz'alcool adatta per le situazioni che richiedono minor quantità di alcaloidi, eterosidi e glicosidi (come spesso accade in alcuni disturbi pediatrici).
La gemmoterapia permette un'azione naturale, ottenuta attraverso la combinazione dei principi attivi di diverse piante o con l'assunzione di fitogemmoderivati singoli.
Si può iniziare con la combinazione Base, adatta a tutti gli organi e ottima come primo approccio.
Altra qualità che dà sicurezza: le Gemme di Micol sono rigorosamente realizzate partendo da coltivazioni sul territorio italiano, evitando assolutamente durante la lavorazione le temperature elevate ed il congelamento dei prodotti.
La redazione di mammapretaporter.it
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Rispetto per l'ambiente, arte come strumento d'apprendimento privilegiato, partecipazione di tutti durante il processo creativo: l'approccio educativo promosso dalle Scuole di Reggio apre le porte a molti progetti artistici e ludici che piaceranno tanto ai bambini quanto agli adulti (sempre!) coinvolti.
1. Le sculture di carta
I bambini possiedono 100 linguaggi, e l'abbiamo già visto. Luogo prediletto per l'utilizzo e lo sviluppo di queste comunicazioni alternative è l'Atelier, guidato dalla figura dell'atelierista. Nient'altro è che un laboratorio creativo nel quale le attività artistiche contribuiscono all'apprendimento. Cosa c'è di più artistico di un quadro/scultura? Ecco che allora con pochi materiali (rigorosamente recuperati seguendo l'etica ambientale promossa dall'approccio reggiano) i bambini possono creare la loro personalissima scultura tridimensionale, stimolante con i suoi colori, i suoi materiali e la sua presenza fisica nello spazio. E, per i bambini più piccoli, quest'attività diviene ottimo strumento per raffinare le capacità motorie e manuali.
Tutto ciò che occorre sono delle basi di cartone (recuperate da vecchi scatoloni) su cui apporre con della colla vinilica tutti gli scarti di carta (presi direttamente dal bidone della differenziata) che vogliamo. Più colori ci sono, più la scultura apparirà originale. Nessuna regola: il bambino potrà e dovrà riempire la sua base come meglio crede, con le altezze, i colori, gli spessori e le disposizioni che vorrà.
http://art-actually.blogspot.it/2012/01/paper-sculptures.html
2. Un autoritratto a grandezza naturale
Secondo l'approccio reggiano, ogni bambino è un soggetto di diritti con una propria unica identità. Studiare il proprio io è importante per l'orgoglio personale (a sua volta fondamentale per diventare emozionalmente forte, sicuro di sé e indipendente in caso di sfide o difficoltà) quanto per le relazioni interpersonali.
Per stimolare l'autocoscienza di sé è possibile provare un'attività tanto efficacie quanto divertente: un autoritratto a grandezza naturale sbizzarrendosi poi con la decorazione.
Su un grande foglio di carta si traccia la sagoma del bimbo, sdraiandolo su di essa e disegnandone il contorno (e già la cosa si fa spassosa). Dopodiché, una volta alzato, il bambino definirà i tratti interni alla sagoma (il volto, gli abiti, eccetera). Un po' colorando, un po' incollando materiali di recupero (stoffe, nastri, cartoncini, tappi, mollette: chi più ne ha più ne metta) completerà il suo ritratto. E studierà se stesso! Ad esempio, potrà scegliere la tonalità di tempera o i colori della stoffa più vicini al suo tono di pelle, oppure lo spago che rappresenta meglio la sua capigliatura.
http://art-actually.blogspot.it/2012/01/paper-sculptures.html
3. Fossili di pasta modellabile
Fondamentale per il Reggio Approach (e in generale) è lo spazio esterno, che il bambino ha bisogno di vivere ogni volta che può.
Per rendere interessanti, divertenti e utili i pomeriggi all'aperto, si può decidere di fare insieme ai bambini una caccia ai tesori della natura, che una volta cristallizzati all'interno di palline di argilla o pasta modellabile diventano veri e propri memorabilia da guardare e studiare ogni volta che vogliamo.
Basta preparare delle piccole palline di pasta modellabile (qui la nostra ricetta della pasta modellabile) o argilla e portarle con sé. Ogni volta che si avvista un piccolo gioiello della natura (un ramo particolarmente aggrovigliato, una conchiglia portata dal mare, l'esoscheletro spaventoso di un cicala in pineta) lo si preme contro la pallina, che diventerà così un display perfetto da portare a casa. E, oltre che interessanti, saranno bellissimi da esporre sul camino e sulle mensole in salotto.
https://www.flickr.com/photos/mysunsetroad/2401031848/in/photostream/lightbox/
4. Disegnare le ombre
Luce e ombra sono pilastri per l'insegnamento delle Scuole di Reggio. Affascinano da sempre i più piccoli: perché non sfruttare questo interesse?
Basta appoggiare un foglio catturando l'ombra di qualcosa: i ricami di una tenda contro la finestra, la staccionata in giardino colpita dal sole, o una scultura (come questa, fatta di uva e stuzzicadenti, o come una costruzione astratta fatta con le Lego!) sul tavolo. Ricalcando i contorni ottenuti, il risultato saranno pattern intricati o forme bizzarre.
http://artfulparent.com/2014/09/shadow-tracing-grape-sculptures.html
5. Il teatrino delle ombre
Continuando a percorrere la strada delle ombre, c'è un progetto che è davvero perfetto nella sua semplicità: la costruzione di un teatrino delle ombre, da creare insieme, collaborando, e da utilizzare per creare nuove storie anche una volta terminato.
L'occorrente sono una scatola di cartone, un foglio di carta forno, dei cartoncini, scotch e degli stuzzicadenti lunghi. E, a progetto ultimato, una pila.
Della scatola di cartone si manterranno le quattro pareti laterali, che diventeranno la base su cui poggerà il teatro. Ad un'apertura si applicherà il foglio di carta forno, lasciando libera l'altra. Poi, armati di forbici e carta, si ritaglieranno tutti i personaggi preferiti (una principessa, un drago, un maiale, un ninja, alberi, fiori, gnomi: tutto, insomma), ai quali verranno incollati sul retro gli stuzzicadenti.
Con la pila accesa sul retro della scatola, la carta forno acquisterà una trasparenza opaca delicatissima, e muovendo le marionette davanti alla luce la scena per gli spettatori sarà divertentissima.
http://www.estefimachado.com.br/2014/07/teatro-de-sombras-brincadeira-classica.html