La nuova casa

Domenica, 28 Giugno 2015 13:07

Un po' per noi, un po' per lei abbiamo deciso che era ora di ampliarci un pochino ed avere un pezzetto di giardino dove sfogare le frustrazioni cittadine. Certo il trasloco ed i piccoli e/o grandi lavori di ristrutturazione non sono certo una passeggiata... ma poi danno grandi soddisfazioni; la più preoccupata era Cucciola che vedeva man mano sparire pezzi di mobili dalla vecchia casa e comparire nuovi scatoloni da rosicchiare e smusettare... l'ultima a traslocare con noi è stata logicamente lei!
Io – Eccoci arrivati amore ti piace? Hai visto quanto spazio
Cucciola – Andiamo a casa? Non ho voglia di stare in vacanza
Io – Questa è la nostra nuova casa, c'è anche il giardino, vai a vedere
Cucciola – Io dalla mia gabbietta non esco finché non torniamo a casa
Dopo circa un'oretta...
Cucciola – Va bene esco ma... non c'è il mio odore, pipì qui e qui e qui e anche là... oh il nostro divano quasi lo rosicchio, così tanto per amicizia
Lui – Caz... adesso oltre agli scatoloni siamo nelle pozzette di piscia?
Io – Dai povera si deve ambientare, deve segnare il territorio
Lui – Povera? Piscia in sala ed è povera? Se cago in cucina cosa ne dici?
Io – Che sei proprio insensibile, superficiale e pure pirla... basta?
Intanto lei cammina incerta per casa, allungando il musino e tirando avanti le orecchie, facendo un frenetico movimento di naso per captare tutti gli odori, facendo dentro e fuori dalla sua gabbietta per capire se il rischio è che anche quella subisca un repentino trasloco, ma del giardino non ne vuole sapere.
Io – Sai cosa facciamo? Mettiamo la sua gabbietta in giardino, così quando esce da lì si trova sull'erba!
Cucciola – Oh che cavolo cos'è sta roba verdina sotto le zampe... siamo al parco? Quando torniamo a casa?
Io – Dai fai un giretto, non avere paura...
Giusto il tempo di dirlo e aveva fatto il giro del giardino correndo come una macchina da F1 e le curve degne della Moto GP, qualche salto a metà tra un camoscio e un cavallino che scalcia poi all'ombra della siepe si era già sbocconcellata gli unici, primi e teneri germogli delle piante che tentava ancora la crescita.
Io – Beh mi pare vada alla grande?
Lui – Sì, e il buco che sta scavando ora? Penso che per sera avrà raggiunto la Cina, potremmo farla assumere dalla Caterpillar
Io – Dai non iniziare, tanto il giardino è tutto da rifare, riseminare e ricoltivare
Lui – E vedremo che fine farà...
Cucciola – Mi piace, guarda come corro..
Io – Brava Cucciola, sei proprio brava, ma come sei veloce, sei proprio brava!
Cucciola – Sì sono Brava Cucciola! Mi piace questo parco!
Alla lunga si è rivelato quello che tutti sapevamo ma che nessuno osava dire:
1) non ha più avuto problemi ad uscire, il problema è piuttosto convincerla a tornare in casa
2) dopo aver rifatto, riseminato e ricoltivato il giardino, Cucciola continua tutt'ora a scavare dove le pare ed è una lotta tra il pollice verde il Lui e la foga di Lei nella costruzione di una (se pur inutile) tana a cunicolo
3) una volta capito che non era il parco, che non eravamo in vacanza e che ci saremmo rimasti in quella casa, ha smesso di fare pipì, di sbattere le zampine (*) per ogni minimo rumore e di scattare impaurita per nulla.
Inizia sempre così un ... "e vissero felici e contenti" ma sempre con mille aneddoti lapini, vedrete...

(*) Avete presente Tamburello, il coniglietto amico di Bambi? A volte sbatteva la zampina posteriore, tamburellava, per sottolineare un momento di felicità ed euforia. Non è proprio così nella realtà, anzi! I conigli sbattono entrambe le zampe posteriori in caso di pericolo. Tamburellando con i piedoni cosicché sia i conigli lontani che quelli che si trovano in quel momento nelle tane sotto terra, sentono le vibrazioni emesse del coniglio che è rimasto in superficie con l'incarico di far da vedetta, da palo, e che in quel momento può aver avvistato o fiutato, anche a molta distanza, un ipotetico o reale pericolo, in modo che sia lui, che tutti quelli del suo gruppo possano mettersi al riparo il più in fretta possibile.

Elena Vergani, autrice di Il mondo è bello perchè è variabile

Sappiamo ormai che il caffè è un grande alleato per la nostra salute se non soffriamo di ipertensione e tachicardia o stati ansiosi importanti.

La Natura però ci propone numerose bevande che possiamo utilizzare con grandi benefici per la nostra salute. Scopriamo insieme quali con un articolo tratto dal mio libro di ricette The Family food, edito da Mental Fitness Publishing 

 

CAFFÈ AL GINSENG

Dalla radice del ginseng deriva un'ottima bevanda molto energizzante che rinvigorisce il sistema immunitario. Ha effetti benefici sulla digestione e sul sistema nervoso, specialmente nei periodi di forte stress. Essendo un tonico del sistema nervoso, non è adatto a chi soffre di ipertensione, tachicardia e crisi d'ansia.

 

CHAI TEA (TÈ CHAI)

È un tè tradizionale molto diffuso in India, riequilibrante e tonificante. La ricetta originale prevede un tè nero riccamente aromatizzato con un mix di spezie riscaldanti e latte, ma se ne può preparare anche una versione più leggera. Il pepe nero aiuta l'elaborazione degli zuccheri e dei grassi, mentre il garofano, il cardamomo, la cannella e lo zenzero dissetano d'estate e portano calore nell'umidità e nel grigiore delle stagioni invernali. Esistono tè chai e preparati di spezie per chai già pronti, ma è semplicissimo realizzarlo in casa (vedi la ricetta su mio libro.

 

CAFFÈ VERDE

Deriva da una diversa lavorazione dei semi di caffè, grazie alla quale la caffeina viene associata all'acido clorogenico per ottenerne un assorbimento più lento ma continuo. Grazie alla presenza dell'acido, la bevanda acquista proprietà antiossidanti e un pH meno acido; contiene inoltre la metilxantine che attiva e velocizza il metabolismo, favorendo un processo di prevenzione del diabete in quanto riduce l'assorbimento degli zuccheri. Non è adatto a soggetti ipertesi e persone con problemi d'ansia.


CAFFÈ DI TARASSACO

Ha forti proprietà diuretiche ed è ottimo anche contro la ritenzione idrica, la cellulite e l'ipertensione. Con le sue radici tostate e macinate possiamo preparare un surrogato utile per disintossicare il fegato, in caso di colesterolo alto e in presenza di calcoli.

 

CAFFÈ VERDE

Deriva da una diversa lavorazione dei semi di caffè, grazie alla quale la caffeina viene associata all'acido clorogenico per ottenerne un assorbimento più lento ma continuo. Grazie alla presenza dell'acido, la bevanda acquista proprietà antiossidanti e un pH meno acido; contiene inoltre la metilxantine che attiva e velocizza il metabolismo, favorendo un processo di prevenzione del diabete in quanto riduce l'assorbimento degli zuccheri. Non è adatto a soggetti ipertesi e persone con problemi d'ansia.

 

CAFFÈ DI ERBA DI GRANO

Grande energizzante naturale, è una bomba vitaminica (contiene B12) e minerale (è ricca di ferro), adatta per questo a papà e mamme in crisi di sonno e per chi soffre di anemia. Grazie alla presenza di clorofilla, può essere utilizzato come potente detossificante e antiossidante. Per vederne gli effetti si consiglia di assumerne un cucchiaino diluito in acqua per almeno tre mesi. Non è adatto a chi soffre di ipertensione, tachicardia e crisi d'ansia.

 

CAFFÈ DI MACA

Pianta sacra per gli Inca, la maca cresce in Perù ed è una radice povera di grassi e ricca di vitamine del gruppo B, tra cui la B12. È priva di caffeina ma stimola lo stesso il sistema nervoso, per cui è ottima in periodi di forte stanchezza, depressione e per chi svolge un'attività intellettuale impegnativa. Non è adatta a bambini, a chi soffre di ipertensione, tachicardia e stati ansiosi

 

CAFFÈ D'ORZO

È un ottimo modo per iniziare la giornata poiché contiene betaglucano, una sostanza che rallenta l'assorbimento dei carboidrati abbassando il tasso
glicemico. Regola l'intestino, contrasta le infiammazioni dell'apparato digerente e le infezioni dell'apparato urinario. La bevanda di orzo, o caffè d'orzo, è davvero semplice da preparare, basta mescolare un cucchiaino di orzo solubile in acqua calda. Questa bevanda può essere bevuta così o dolcificata con sciroppo d'acero o d'agave ed è possibile aggiungervi del latte vegetale. Una punta di vaniglia in polvere aggiunta durante la preparazione dà un tocco di eleganza all'orzo.

 

ERBA MATE

Consumata principalmente in Sud America, in particolare in Argentina, è un infuso che ha grandi proprietà antiossidanti e un ottimo drenante.
Si può consumare in una semplice tazza aggiungendo dell'acqua calda, oppure nella tradizionale tazzina con una cannuccia. Come altre bevande che contengono sostanze stimolanti, non è adatto ai bambini e a chi soffre di ipertensione, tachicardia e crisi d'ansia.

 

Tratto dal mio libro The Family Food, ricette naturali per famiglie incasinate, edito da Mental Fitness Publishing

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale. 

 

 

Intorno ai tre mesi il bambino inizia la sua fase sensoriale, ossia quel periodo di tempo in cui iniziano ad apprendere attivamente attraverso i cinque sensi; per far ciò il nostro bimbo ha la necessità di esplorare con questi, per metterà le manine in bocca, risponderà a stimoli visivi e a vorrà prendere contatto con il nostro corpo in maniera attiva: in particolare mentre allattiamo o portiamo i bambini in fascia spesso loro cercano di attaccarsi ai nostri capelli, ai nostri orecchini, ai lobi delle orecchie etc... e tendono a staccare la testa dal seno e "distrarsi" per dedicarsi appunto all'esplorazione sensoriale della loro mamma. Se da una parte non possiamo che essere liete di vederli scoprire il mondo, dall'altra vorremmo che concludesse la poppata. 

Per questo possiamo utilizzare le collane dell'allattamento, o collane del babywearing o nursing necklace: sono degli accessori che potete acquistare in numerosi online store di mamme oppure crearle da voi. Sono facilissime da fare e ora vi spiego tutti i segreti per offrire al vostro piccolo uno strumento di espolazione sensoriale sicuro e rilassante (oltre che bello per voi).

www.alittlemarket.it

La scelta dei materiali:

E' fondamentale che i materiali siano idonei ad essere messi in bocca dal piccolo, quindi naturali, non trattati o trattati con materiali atossici. Il materiale ideale è il legno d'acero al naturale. 

Occorrente:

- 1 anello di legno naturale: consente al bambino di aggrapparsi nei primi mesi e poi di esserere messo in bocca durante la dentizione

-  perle di legno naturale o trattate con vernici atossiche specifiche per bambini (le trovate nei negozi come La città del sole oppure in shop di perline, anche online)

- cordoncino in tessuto atossico 

Procedimento:

1. Tagliamo il cordoncino  della lunghezza giusta affinchè la collana arrivi circa all'altezza dello sterno (poi diventerà più corta ma per iniziare è necessaria questa misura). 

2. Pieghiamo in due il cordoncino

3. Facciamo un nodo inserendo l'anello dentro il cordoncino piegato in due, poi infiliamo i due lembi dentro la parte finale di questo facendo un nodo come si vede nell'immagine qui sotto. Vi sconsiglio vivamente di eseguire un nodo normale perchè è importante che l'anello possa essere mosso. 

immagine tratta da unadonna.it 

4. Per fermare l'anello vi consiglio di inserire due perle con entrambi i lembi uniti e di fare due nodi semplici.

5. Poi potrete aprire i lembi e chiudere la collana con un nodo facendo attenzione che sia abbastanza larga da poterla infilare dalla testa, oppure potrete aggiungere altre perline nei rispettivi lati e chiuderla successivamente. 

Trovate tantissime collane di allattamento in vendita, io vi segnalo un contatto che troco particolarmente carino:

https://www.facebook.com/pages/Eco-collane-allattamento-e-babywearing/207789902765335

"Sono Elisa e sono mamma di due bimbi. Aspettando il secondo, ho scoperto il mondo delle collane allattamento e me ne sono innamorata. Ora, infatti, quando ho del tempo libero mi dedico a quest' hobby ed é bellissimo poter creare x tante mamme e bimbi qualcosa di particolare, allegro e colorato"

 

Come potete vedere spesso le perle sono rivestite con del tessuto a uncinetto, così da renderle colorate senza l'utilizzo di coloranti tossici. 

Due consigli:

- se avete una bimba che ora è diventata una sorella maggiore create una collana simile alla vostra anche per lei, così si sentirà più coinvolta.

- la collana dell'allattamento è perfetta da regalare a una neomamma!

 

Giulia Mandrino

Cos'è il bonding e come favorirlo

Martedì, 23 Giugno 2015 11:34

Si sente spesso parlare della parola "bonding", ma pochi sanno che cosa significa realmente. Scopriamolo insieme con Licia Negri nel suo libro Lasciati Abbracciare edito da Mental Fitness Publishing:

"È una parola inglese che significa "attaccamento", "vincolo", "creare un legame"; è divenuta sempre più familiare negli ultimi quarant'anni, specie dopo gli studi di Klaus e Kennel.
Per chi di professione aiuta i bambini a nascere, un momento importante per favorire il bonding è il primissimo contatto pelle a pelle del neonato con la madre, che permette di consolidare il legame iniziato durante la gravidanza. È questo legame profondo, specifico, duraturo – fisico e psicologico insieme – che aiuterà le donne ad allattare, accarezzare, cullare il proprio bambino e giocare con lui, ma anche a proteggerlo, non trascurarlo e non abbandonarlo, creando
le basi per le future relazioni affettive e sociali. Il primo, più semplice e naturale mezzo per facilitare un legame positivo è lasciare il neonato nudo tra le braccia della mamma, in contatto pelle a pelle fin dai primi minuti di vita e per le ore successive al parto, evitando separazioni inutili se lo stato di salute di entrambi lo permette e, ovviamente, se la madre lo gradisce. È la memoria arcaica, quella legata all'istinto della procreazione e alla sopravvivenza della specie, che si risveglia.

Ci si accorge di fare e provare con naturalezza gesti e sentimenti che si credeva di non conoscere, ricevendo piacere e sensazioni di appartenenza e potenza. Tutte le donne facevano così prima che il neonato fosse "routinariamente" allontanato per ragioni "assistenziali" che di solito non sono necessarie o urgenti.
I neonati sono fatti per sopravvivere e adattarsi alla vita solitamente senza bisogno di aiuti esterni, e un osservatore esperto può valutare il loro benessere anche in braccio alle madri."

tratto da Licia Negri, Il neonato e i suoi segreti, Mental Fitness Publishing

Marsupioterapia: che cos'è

Martedì, 23 Giugno 2015 11:31

Secondo l'OMS, quindi l'Organizzazione Mondiale della Sanità "la KMC (ossia Kangaroo Mother Care) è la cura del neonato pretermine posto a contatto pelle a pelle con la madre. È un metodo efficace e di facile uso per promuovere la salute e il benessere sia dei neonati pretermine che di quelli a termine".

Cerchiamo di capire meglio in che cosa consiste questa metodologia con il contributo di Licia Negri nel suo splendido libro "lasciati abbracciare", edito da Mental Fitness Publishing: "Salute e benessere sono le due parole chiave e sono strettamente collegate. La Kangaroo ha a che ve- dere con la qualità dell'assistenza, è un metodo che si inserisce nel pia- no di terapia del bambino prematuro. Promuove la stretta vicinanza e il contatto mamma-bambino, partendo dalla convinzione che i due non debbano essere separati dopo la nascita. È inoltre di aiuto in un periodo difficile non solo dal punto di vista sanitario ma anche emotivo, per tutta la famiglia.

Le caratteristiche principali della KMC sono:

1) Contatto pelle a pelle fin dalla nascita, continuo e prolungato tra madre (o padre) e bambino; può durare, a seconda dei casi, da un'ora a idealmente 24 ore. È importante che il contatto avvenga a pelle nuda.

2) Allattamento esclusivo al seno (optimum); il latte materno è fondamentale sia per lo sviluppo sia per la protezione immunitaria del neonato. È provato che grazie all'intimo contatto con il bambino (requisito della KMC) la mamma produce più latte.

3) Inizia in ospedale e si può continuare a casa; rispetto alle cure convenzionali dove spesso la mamma è lontana dal bambino (in incubatrice), la KMC è un metodo che promuove la vicinanza e la conoscenza mamma-bambino. Inizia sotto la supervisione medica e può essere continuata a casa con mutuo beneficio.

4) Dimissione precoce; rispetto ai metodi convenzionali, la KMC consente una riduzione dei tempi di ritorno a casa.

5) Supporto e follow up; una volta a casa le madri sono seguite e continuano il follow up come da indicazioni mediche.

6) È un metodo non invasivo, efficace, di facile applicazione e che mette in primo piano l'aspetto umano della cura.

Nei contesti in via di sviluppo, dove spesso mancano le cure assistenziali di base, la KMC viene attuata con il metodo continuo: la mamma e il bambino stanno a contatto il più possibile, fino a 24 ore, in modo tale che la mamma possa favorire la termoregolazione nel neonato e fungere da incubatrice. Nei contesti occidentali definiti high settings, dove cioè sono garantiti avanzati centri di assistenza di terapia intensiva, viene invece prevalentemente applicato un metodo canguro a intermittenza, cioè con sessioni lunghe ma non continuative di 24 ore.

Ci sono delle eccezioni, e la cosa singolare è che si verificano in contesti super avanzati. In Scandinavia, ad esempio, paese che riporta dati di bassa mortalità tra i prematuri, vi sono strutture idonee progettate proprio per consentire tempi di Marsupioterapia del tipo continuo. Il metodo è molto appagante ed efficace, e al contempo — come potete intuire — impegnativo e stancante: prevede una costante presenza della mamma in ospedale, e quindi le impedisce di fatto di poter condurre qualsiasi altra attività, lavorativa o famigliare. Alla lunga può risultare emotivamente molto pesante, soprattutto se vi sono altri figli da accudire. In Scandinavia credono così tanto nei benefici della Kangaroo che gli ospedali sono diventati luoghi predisposti per questo tipo di metodo: nelle camere vi sono le incubatrici, dei letti per i genitori e per gli ospiti. Vi sono una cucina, postazioni per lavorare al computer e comodità varie.

L'intera famiglia può trascorrere buona parte del proprio tempo là in ma- niera sostenibile sotto tutti i punti di vista. Ricordiamo, ma solo per gli scettici, che la pratica viene promossa anche dalla WHO (World Health Organization), la quale sostiene che un contatto pelle a pelle sia propedeutico all'allattamento al seno e a una più rapida de-ospedalizzazione.Nel documento guida pubblicato nel 2003, Managing newborn problems. A guide for doctors, nurses and midwives, si incoraggia l'inizio della KMC il prima possibile. Nel testo italiano, dal titolo molto azzeccato Con ragione e sentimento, le cure neonatali a sostegno dello sviluppo, si legge: "È acquisita l'idea che la KMC sia un comportamento curante per il neo- nato e sia utile a facilitare nei genitori la presa di contatto con il loro figlio favorendo quell'attaccamento che, spesso, le rigidità dell'ambiente della TIN allontanano".

 1) per i paesi in via di sviluppo il metodo canguro rappresenta un beneficio in termini di morbilità e mortalità: i bambini si ammalano e muoiono meno. In un contesto dove non ci sono reali alternative, il metodo è un vero e proprio salvavite;

2) nei paesi industrializzati, dove ci sono metodi efficaci di cura conven- zionale, il metodo canguro integra l'assistenza, con provati benefici per il bambino, i genitori, l'allattamento.

Nei nostri contesti il metodo canguro, anche se non abbatte i tassi di mortalità così come avviene in paesi dove non vi è assistenza sanitaria adeguata, riveste un altro importantissimo ruolo: consente di alleviare il dolore emotivo. I prematuri sono bambini che possono stare molto male e così stanno anche i loro genitori.
La Kangaroo permette di affrontare più dolcemente il primo periodo: è ben documentato che le madri che ricorrono a questo metodo sono mag- giormente resilienti, sostengono cioè meglio le tensioni, sono meno stressate.

Sono stati, infatti, condotti degli studi valutando la presenza di cortisolo con o senza KMC; il Dr. Davanzo ci conferma che è stato osservato con prove biochimiche sperimentali il variare della quantità di enzimi, presenti nella saliva, associati allo stress: lo stress della mamma che pratica il metodo canguro è ridotto.

Nessuno nasce madre, e diventarlo può comportare, oltre al trauma e al dolore del parto, una notevole dose di ansia. Questa sensazione a volte può travolgere una donna anche in un parto senza complicazioni; immaginiamo in una situazione estrema, dopo un parto prematuro, dove il senso di ineluttabilità può associarsi alla paura di non essere in grado di prendersi cura in modo adeguato di una nuova vita, che necessita di più tempo e assistenza specifica per poter compiere il suo pieno sviluppo al di fuori dell'ambiente uterino.

Le mamme raccontano di apprezzare molto questo tipo di approccio e di avere più autostima ricorrendovi. Sentono di poter fare qualcosa di positivo per il bambino, di contribuire al suo benessere. E questo le fa stare meglio. Prendono confidenza più velocemente con la loro piccola creatura e riescono quindi a prendersene cura in modo migliore.

Anche i padri confermano di essere rilassati e a proprio agio nel prestare questo tipo di aiuto grazie al metodo canguro. Ancora, esso migliora l'ossigenazione, la frequenza cardiaca e rende tali parametri più stabili.

I ricercatori sono quindi unanimi nel concludere che la KMC dovrebbe essere incoraggiata appena possibile subito dopo la nascita, perché aumenta il senso di bonding e fa sentire le madri più competenti nell'occuparsi dei bimbi. Per il benessere della mamma e del bambino, in questi momenti così delicati, l'aspetto emotivo e psicologico è fondamentale e va sicuramente protetto."

Licia Negri, Lasciati Abbracciare, Mental Fitness Publishing

 

I prematuri e i loro bisogni

Martedì, 23 Giugno 2015 11:26

"Ogni anno nel mondo vengono alla luce milioni di bambini che non hanno completato il loro sviluppo nella pancia della mamma. Molti "piccoli guerrieri" (così vengono chiamati, perché con grande forza lottano per la vita) riescono a sopravvivere. Altri purtroppo no.
Born too soon1 (letteralmente "Nato troppo presto"), un documento realizzato grazie al lavoro di 26 organizzazioni in 11 paesi e altre 40 a supporto — Save the Children, WHO, March of Dimes e The Partnership for maternal, newborn e child health, per nominarne alcune —, analizza paese per paese i dati relativi alle nascite premature nel mondo. Non è solamente un report, è una guida che contiene informazioni volte ad aiutare le famiglie toccate da nascite pre- termine.
Se diamo uno sguardo a questi dati, sono preoccupanti: a oggi, nel mondo, circa 15 milioni di bambini nascono prematuramente (prima delle 37 settimane) e questo numero è in crescita. La prematurità è la principale causa di mortalità infantile per i bambini sotto le 4 settimane e la seconda, dopo la polmonite, per i bambini sotto i 5 anni. Inoltre, per coloro che sopravvivono, vi è purtroppo un cre- scente rischio di disabilità.

Uno dei prossimi Millennium Development Goals (MDGs) definiti dalle Nazioni Unite è arrivare nel 2015 a una riduzione del tasso di mortalità infantile pari al 50%. Questo obiettivo non potrà essere raggiunto senza considerare anche una diminuzione delle nascite premature.

Gli specialisti coinvolti nella stesura del rapporto Born too soon sono convinti che si potrebbero ridurre di oltre tre quarti i decessi dei neonati prematuri nel mondo con cure non costose ed efficaci, anche in assenza di terapie intensive neonatali. Attenzione, tale dato va inserito in un contesto globale che deve essere tenuto in considerazione nell'analisi di questi numeri. Infattile differenze in termini di sopravvivenza tra le varie aree del mondo sono estreme: metà dei bambini nati a 24 settimane di gestazione sopravvivono in paesi ad alto reddito, mentre la metà dei bambini nati 2 mesi prima del termine della gravidanza continuano a morire nei paesi a basso sviluppo a causa della mancanza di cure basiche (es: ipotermia, malnutrizione generata da mancanza di supporto all'allattamento, infezioni, difficoltà respiratorie etc.).


"Comunemente il parto prematuro viene subito associato a servizi di assistenza intensivi e onerosi che sarebbero impegnativi per i paesi più poveri, ma un'intera gamma di servizi invece efficaci e non costosi sono disponibili e adatti a salvare gran parte di questi bambini" dichiara Carole Presern, ostetrica e direttrice della Partnership per la Salute Materno-Infantile che riunisce più di 400 organizzazioni in tutto il mondo che collaborano per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo n. 4 e 5: la sopravvivenza dei bambini e la salute delle donne.

In Italia che cosa succede? Sentiamo che cosa dice3 in proposito il Prof. Costantino Romagnoli, Presidente della SIN (Società Italiana di Neonatologia): "In Italia, nel 2012 sono nati 534.186 bambini, di questi il 7,2% sono prematuri, l'1% ha un peso inferiore a 1500 grammi ed il 6,2% tra 1500 e 2500 grammi. La frequenza del parto pretermine è aumentata negli ultimi anni e tende ancora ad aumentare".

Tornando al contesto internazionale, nel documento Born too soon vengono indicati in due macrocategorie gli interventi necessari per la riduzione delle nascite pretermine e mortalità associata: prevenzione e assistenza.
La prevenzione inizia con la cura e l'educazione della mamma prima, durante e dopo la gravidanza. L'assistenza deve essere efficace e garantita sia alla mamma sia al bambino immediatamente dopo la nascita.

Nella lista degli approcci raccomandati, finalizzati alla riduzione della mortalità infantile, tra i vari termini medici balza all'occhio un nome singolare: Kangaroo Mother Care, "metodo della mamma canguro". Quello che potrebbe sembrare il titolo di un libro di Italo Calvino è in realtà un efficacissimo strumento che può salvare nel mondo 450.000 vite l'anno!"

Tratto dal libro Lasciati Abbracciare di Licia Negri, Edito da Mental Fitness Publishing

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Regali alla neomamma: i libri

Martedì, 23 Giugno 2015 11:22

Una mia cara amica ha partorito sabato e nonostante lavori nel settore della maternità da 6 anni e sia bis-mamma ci credete che sono in difficoltà? Si perchè quando devi fare un regalo a una neomamma anche se hai scritto due libri sulla maternità, sei insegnante di massaggio infantile etc... sei assalita dall'ansia da performance e dalla paura di fallire: pensa se proprio io che sono del settore le regalo una cosa che non sopporta. Allora ho deciso di fare un attimo chiarezza nella mia testa e fare una lista di possibili regali intelligenti, utili e natural da regalare alla mia amica. Ne sono usciti fuori 3 articoli: questo è il primo, dedicato al mondo dei libri. Come ho scritto nel MIO LIBRO "mamme pret a porter" sono molto  scettica in merito a "manuali" che insegnano alle donne a fare le madri ai loro figli: prendersi cura di un piccolo è qualcosa che viene da dentro, perchè noi abbiamo un istinto naturale di accudimento come tutti gli altri mammiferi, il problema è che è sommerso da tante, tantissime informazioni, cattivi consigli e vecchie tradizioni e da infinite insicurezze, aumentate da libri che "ti dicono come dei fare per far dormire tuo figlio nel suo lettino" e che spesso falliscono miseramente, incrementando appunto quel senso di inadeguatezza alla situazione. La mia seconda perplessità nel confronto del mondo della maternità a livello editoriale è che sono presenti sul mercato una infinità di prodotti che danno suggerimenti e propinano teorie non solo errate dal punto di vista scientifico, ma anche pericolose per la diade mamma-bambino: uno tra tutti "Fate la nanna" dello psicologo americano Estville: lui stesso in una intervista a El Pais ha dichiarato che la metologia di "Fate la nanna" non è corretta e idonea per i bambini al di sotto dei 3 anni di età, in quanto va contro i meccanismi fisiologici del sonno del bebè. Nonostante ciò, il business continua e in tutte le librerie si vende questo libro consigliato come "metodo infallibile per far dormire il bambino". 

Quindi partiamo dal libro DA NON REGALARE:

 

In primis non posso che consigliarvi il mio libro, "Mamme pret a porter, il primo anno insieme", edito da Mental Fitness Publishing, scritto con la dott.ssa Monica Contiero, psicologa e councellor della famiglia e con numerosi specialisti del settore materno infantile come il pediatra ospedaliero e omeopata Luca Roasio e le ostetriche Gabriella Di Gregorio e Eleonora Bernardini, la terapista della neuropsicomotricità Laura Caronni. Questo manuale pensato per noi mamme di oggi, senza metodi e promesse ma con consigli pratici e dati scientifici, nel rispetto delle esigenze di tutti i membri della famiglia.

 

"Il neonato e i suoi segreti" di Angela Dinoia.
Questo libro nasce dall'osservazione delle mamme e dei loro bambini durante la  lunga esperienza professionale sul campo dell'autrice. Vuole essere uno strumento utile e pratico per affrontare insieme i momenti di gioia e le fatiche delle prime settimane con il neonato. Non esistono "brave mamme" né "mamme inadeguate", ma semplicemente mamme. Troppe volte la nascita viene rappresentata come un momento unicamente idilliaco, ma in realtà i nuovi genitori, durante le prime settimane di vita del bambino, devono affrontare numerose prove e cambiamenti. Attraverso le pagine di questo libro asi affronta passo dopo passo le prime otto settimane di vita del neonato: il rientro a casa, l'interpretazione del pianto, il sonno, l'allattamento e tutti i cambiamenti che un bambino porta alla vita di coppia. Scopriremo insieme che tutto quello che sembra faticoso e difficile da interpretare può invece essere affrontato serenamente.

L'autrice Angela Dinoia vanta una lunga esperienza professionale come ostetrica ospedaliera, coltivata e approfondita negli anni, dopo aver conseguito la Laurea in Ostetricia.
È inoltre formatrice Unicef in allattamento al seno, con profonda esperienza nell'assistenza a mamma e neonato in tutti gli aspetti del post partum, compresi quelli legati alla puericultura naturale e alla rieducazione del pavimento pelvico.
Ha frequentato con successo la Scuola triennale presso l'Istituto di Ricerca e Terapie Energetiche di Milano e ha partecipato a numerosi seminari in Medicina Tradizionale Cinese.
Ha insegnato e insegna come docente a contratto nei Corsi di Medicina Energetica Cinese per ostetriche, disciplina che ha potuto approfondire anche grazie alla profonda passione per le loso e orientali, maturata nei numerosi viaggi fatti in Asia. Attualmente vive e lavora come ostetrica libera professionista a Milano.

"Lasciati abbracciare!" di Licia Negri.
Una cosa su tutte ci accomuna come genitori è il costante pensiero di far bene a chi amiamo di più, i nostri figli. È un attimo farsi abbagliare dalla chimera della ricetta perfetta, che per definizione non esiste. Esiste invece il prendersi cura, il dare il meglio di noi per le vite che abbiamo messo al mondo. Ognuno a proprio modo. Questo testo non è un manuale e non darà risposta a quesiti "fast food". Non indica come diventare un genitore perfetto, nè pontifica sul modo giusto per fare questo o quell'altro. Il libro ha un altro scopo, farvi conoscere e recuperare l'abitudine, semplice e antica, di prendersi cura dei propri figli: tenerli il più possibile vicino a voi, abbracciandoli anche grazie all'uso di supporti portabebè.

 

Giulia Mandrino

 

Il concetto del continuum

Martedì, 23 Giugno 2015 11:14

Oggi parliamo del concetto del continuum e della donna che per la prima volta ne ha parlato, Jean Liedloff. Ci racconta la sua storia Licia Negri nel suo libro Lasciati Abbracciare, edito da Mental Fitness Publishing.

"Una donna coraggiosa, non convenzionale, illumi- nata. Il suo libro ha ispirato milioni di genitori che grazie alle sue parole hanno potuto conoscere un modello educativo diverso, apprendere dei suggeri- menti pratici per massimizzare il benessere del bambino e quindi godersi appieno la maternità (e la paternità). Non avendo purtroppo fatto in tempo ad ascoltarla in qualche convegno (è scomparsa nel 2011), ho letto il suo libro e ascoltato i suoi messaggi grazie alle interviste pubblicate su youtube.


Jean Liedloff nasce a New York nel 1926. Come per molte ragazze dell'alta borghesia di Manhattan, la sua vita era piena di possibilità; purtroppo fu però privata precocemente degli affetti. Già a 25 anni, dopo la scomparsa dell'adorata nonna, era in Europa, dove grazie a referenze dell'élite newyorkese poté viaggiare tra teste coronate, divi del cinema e high-society dell'epoca. Di intelligenza vivace, Jean Liedloff imparò da autodidatta diverse lingue, lavorò come modella per Vogue Francia e occasionalmente come traduttrice. Affascinata e desiderosa di conoscere il mondo, si accodò a diverse spedizioni per la ricerca di diamanti in Venezuela ("non certo per i diamanti"), dove passò più di due anni e mezzo fra le tribù aborigene.


Tornata a New York, la sua storia attirò molta attenzione (venne chiamata in vari programmi televisivi) soprattutto fra i cosiddetti intellettuali dell'epoca, che si chiedevano che cosa una donna non di certo acculturata (non aveva neanche un diplo- ma) potesse avere di così interessante da raccontare. Jean rispondeva, per nulla risentita, che il suo stato di ignoranza (accademica) permet- teva alla propria mente di rimanere libera, e quindi di poter osservare e imparare dalla cultura degli Indio senza condizionamenti. Durante quegli anni, diventò amica del direttore di Paris Review, che la inco- raggiò a scrivere un libro. Dalla diretta esperienza a contatto con due tribù, gli Yequana e gli Sanema, maturò una visione della natura uma- na decisamente illuminata... e nacque anche il suo libro-capolavoro: The continuum concept. Switch!

Finalmente la signora Liedloff non fu più additata come una vacua biondina con il capriccio dell'Amazzonia e iniziò ad essere reputata una stimata autrice, rispettata dal gotha culturale dell'epoca. Per gli amanti dei Beatles: persino il leggendario John Lennon dichiarò di trovare, leggendo le sue parole, un profondo conforto e intime veri- tà. The continuum concept è un trattato sulla natura umana che pone enfasi su quella primissima fase di vita del bambino che viene chiamata "in arms phase" (letteralmente, "fase tra le braccia" o, semplicemen- te, "in braccio"). Sorprende che questo periodo tanto importante nella vita di un essere umano sia stato compreso e descritto da una donna personalmente privata di quell'intima connessione con la madre che, quando viene vissuta, ha la capacità di rassicurare e trasmettere la sensazione di essere stati voluti e di meritarsi di stare al mondo. Attraverso il suo libro, Jean Liedloff ha incoraggiato milioni di mamme a seguire i chiari insegnamenti della Natura e fino alla fine dei suoi giorni ha supportato con consulenze migliaia di genitori.
Grazie, Jean."

Licia Negri, Lasciati Abbracciare, Mental Fitness Publishing

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Portare i bambini nelle culture tradizionali

Martedì, 23 Giugno 2015 09:52

Il portare non è un'invenzione moderna. Grazie alla determinazione di molte mamme incuranti delle critiche e dei giudizi altrui, è stato riscoperto e ora si sta diffondendo sempre più. In molte culture, però, si porta da sempre, per esigenza, per comodità, per desiderio di vicinanza con il proprio bambino.

Timothy Taylor, docente di archeologia presso l'Università di Bradford, in Inghilterra, azzarda in un suo libro1 l'ipotesi (molto dibattuta) che i supporti per portare i bambini siano un'invenzione addirittura preistorica, da datarsi ben oltre i 2.000.000 di anni fa. Sarah Blaffer Hrdy, un'antropologa dalle idee molto nette su Madre Natura ("una signora dalle brutte abitudini"), ne colloca invece la loro prima apparizione decisamente più tardi, intorno a 50.000 anni fa, sostenendo che i portabebè siano stati determinanti nell'evoluzione umana: grazie alla loro invenzione le donne ebbero la possibilità di portare con sé nei campi i propri bambini senza dover stare a casa ad accudirli, potendo così coniugare lavoro e cura: condizione non possibile prima di allora. In particolare nei paesi più caldi, dove le morti infantili spesso sono causate da disidratazione, portare il bambino al lavoro era un ottimo rimedio: l'allattamento (su richiesta e molto frequente) garantiva al piccolo l'assunzione necessaria di liquidi per sopravvivere.
Tradizioni millenarie, quindi. Facendo un (grande) salto in avanti, nell'antico Egitto si trova testi- monianza dell'uso di portabebè: nel bassorilievo della foto qui accanto, del 700 circa a.C., una donna porta il suo bambino in una fascia e con una mano (uno dei vantaggi pratici del portare è che le mani sono libere!) afferra un frutto.

In questa immagine (datata 1920 circa) esposta al Neath Museum, in Gal- les, è ritratta una signora, tale Evelyn Hobbs, che porta il suo bambino avvol- to in uno scialle tradizionale. Nel museo viene spiegato che le donne por- tavano i bambini in questo modo per poter avere le mani libere per i lavori domestici o altre attività. Esattamente come avviene anche ai giorni nostri.

Gli artisti vietnamiti spesso raccontano, attraverso i dipinti, sprazzi di storia del loro travagliato paese. Nelle rappresentazioni della vita quotidiana, infatti, vi sono forti richiami alla guerra civile e al drammatico periodo di resistenza agli americani. Le donne in Vietnam, importanti e centrali nella storia del paese,lo sono anche nell'arte e vengono raffigurate fra i soldati, al lavoro e mentre accudiscono la casa, sempre con i loro bambini, spesso portati in fascia. Potete vedere di seguito una selezione di opere (o loro dettagli) realizzate tra il 1954 e il 1989, fotografate nei Musei di Hanoi e Ho Chi Minh City, l'antica Saigon.

Tratto da Licia Negri, Lasciati Abbracciare, Mental Fitness Publishing

Chi di voi mi segue sa che utilizzo Weleda ormai da molti anni, è davvero un'azienda eccezionale: oggi vi voglio parlare di come potete creare il vostro kit di pronto soccorso con i prodotti Weleda. E' un kit pensato per la famiglia adatto a grandi e bambini: alcuni prodotti sono sempre in borsa con me, altri li tengo nell'armadietto del pronto soccorso di casa.

Ecco come creare il likt del pronto soccorso con Weleda: i prodotti naturali e super efficaci da avere a portata di mano

Gel Calendula: questa pianta ha proprietà cicatrizzanti, lenitive e antisettiche. Weleda sfrutta queste proprietà e le unisce a un gel fresco che risulta un valido aiuto nel trattamento di irritazioni, arrossamenti e altri problemi cutanei. Calendula Gel dona alla pelle quella piacevole sensazione di sollievo in numerose situazione come il post-depilazione di parti sensibili e delicate. Nella mia esperienza è stata utilissima negli arrossamenti della pelle dei bambini, in particolare in estate quando il sudore favoriva l'insorgenza di piccole eruzioni cutanee. 

 

Urtica Gel: questo gel ha una composizione a base di Urtica Urens e Arnica Montana che dona sollievo immediato alla sensazione di prurito in caso di punture d'insetti, contatto da medusa e cause urticanti in genere. È un gel rinfrescante e lenitivo, adatto anche a riequilibrare la pelle arrossata dopo una prolungata esposizione al sole. Io lo uso anche come doposole per zone particolarmente delicate, come il collo e le spalle (da quando sono mamma date le ore trascorse seduda o in piedi con i bimbi, vado al mare e mi ritrovo abbronzata solo su collo e spalle, mentre le gambe sono sempre bianche).

Gel all'arnica: Gel non grasso che, applicato localmente, viene assorbito velocemente donando sollievo immediato. Adatto per gli sportivi che ne apprezzano anche il fresco profumo a base di olio essenziale di lavanda e rosmarino. Indicato in caso di contusioni e piccoli ematomi. Perfetto da tenere sempre in borsa subito dopo le cadute dei bambini. 

Collirio Visiodoron Malva®: spesso dopo la spiaggia sia io che i bimbi abbiamo gli occhietti arrossati, quindi utilizzo un collirio delicato come quello Weleda per lenire queste piccole alterazioni e sopratutto idratare. Lo ialuronato di sodio, grazie alle sue particolari caratteristiche, contribuisce alla ricostituzione del film lacrimale, lo stabilizza ed allevia i disturbi dovuti alla secchezza oculare. L'estratto di fiori di malva contiene mucillagini ad azione idratante ed altre sostanze vegetali, come ad esempio i flavonoidi, che contribuiscono a proteggere la cornea e la congiuntiva dalle cause esterne di irritazione.

Rhinodoron® spray nasale: ho iniziato a utilizzarlo quando Emma aveva un anno (lei è una grande, grandissima produttrice di muco da ottombre a marzo) come sostituto della classica soluzione fisiologica. E' davvero utile in caso di raffreddore non solo per me ma anche per i miei bimbi. E' una formulazione delicata a base di soluzione fisiologica e gel di Aloe vera, dalle proprietà idratanti, lenitive e rinfrescanti. Rhinodron Weleda è anche utile per proteggere la mucosa nasale in ambienti eccessivamente riscaldati e secchi; come terapia di supporto in caso di raffreddore o rinite allergica, lenisce la mucosa e favorisce il distacco delle croste ed è adatto anche per lattanti e bimbi piccoli. Non è usa e getta ma è comunque utilizzabile in tempi prolungati in quanto il sistema di erogazione impedisce al secreto nasale di entrare nel falcone e di alternarne il contenuto. È senza conservanti e senza gas propellente. Lo porto sempre al mare in quanto i miei bimbi, sopratutto Emma, dopo il primo giorno di mare iniziano a essere fisiologicamente raffreddati: e dico fisiologicamente perchè il mare come sappiamo ha la capacità di depurare l'organismo in particolare le vie aeree dai ristagni di muco. 

Olio Massaggi all'Arnica: non so il vostro, ma mio marito tutti gli anni in vacanza soffre di mal di schiena. Abituato alla vita d'ufficio quando si trova a dover badare a due cinghialotti come i miei figli inizia a percepire dolori praticamente ovunque, dalla schiena, al ginocchio etc... Ecco che allora chiede un massaggio e l'olio che utilizzo in queste

situazioni è quello all'Arnica della Weleda. Le proprietà dell'arnica sono numerose e spaziano da quelle antifiammatorie a quelle efficaci contro contusioni. In particolare questa sinergia Weleda lavora a livello muscolare, disinfiammando e riportando i tessuti al naturale equilibrio. Un altro utilizzo che ne faccio è sui bimbi quando lamentano fastidio o dolore alle articolazioni a causa di stanchezza, scatti di crescita ed eccessivo sforzo fisico: massaggio quindi i polpacci dalla caviglia verso il ginocchio alternando le mani, poi con i due pollici divido i muscoli gemelli (disegno una linea dal tallone al cavo popliteo che divide in due il polpaccio). 

Tintura madre di calendula: la Calendula in Tintura Madre Weleda è un prodotto perfetto per trattare le ferite superficiali di piccola estensione dopo averle disinfettate, ma anche in caso di  abrasioni, screpolature e punture di insetti. Non solo, noi la utilizziamo per fare gargarismi in caso di mal di gola e infiammazione delle alte vie con ottimi risultati. 

Per maggiori info visitate il sito www.weleda.it in particolare la sezione dedicata alla calendula, vero punto di forza del mondo Weleda. 

Giulia Mandrino

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Sara

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Cecilia

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