Se per i miei figli uso solamente creme di protezione solare 50+ per tutta la durata dell'esposizione al sole anche se sono già abbronzati, per me uso una protezione solare 30 per collo e spalle perchè sono soggetta a eritemi in questa area e per il resto del corpo ormai da tre anni uso un olio ricco di ingredienti che sono una naturale protezione solare. Ovviamente evito le ore più calde, quindi non prendo mai sole tra le 11 e le 15, ma questo credo sia buona prassi per tutti, anche per chi non ha figli, al fine di prevenire malattie degenerative.
Come mamma e come naturopata cerco sempre di avere in casa tre integratori utili per i miei figli in caso di necessità. Prima di tutto definiamo cosa si intende per integratore: con il termine integratore si intende una sostanza o un'insieme di sostanze che si "integrano" alla nostra alimentazione. E' quindi fondamentale comprendere che l'integratore deve essere preso solo in caso di necessità e consultando il nostro medico, il nostro naturopata o un farmacista competente ed esperto. Purtroppo la moda degli integratori è esplosa ma sempre più studi evidenziano il possibile peggioramento di patologie con l'utilizzo di integratori non idonei. In questo articolo vi indico quali sono i prodotti che utilizzo con i miei figli in stati di carenze specifiche o presunte che evidenzio: prendetene atto poi il mio consiglio è quello di consultare il vostro specialista di riferimento.
1. Magnesio: è il quarto minerale presente nel nostro corpo. Trasmette gli impulsi nervosi e in generale stimola la funzione nervosa, il lavoro dell'apparato muscolare ed è fondamentale per il benessere del cuore. E' un minerale altresì importante nella creazione delle ossa e dei denti, sopratutto in fase di crescita. I sintomi di carenza sono molteplici: dalla debolezza, alla difficoltà di rilassamento e addormentamento, sonno agitato e incubi frequenti, nervosismo irritabilità, fragilità ossea, carie dentali, debolezza di unghie e capelli. Purtroppo l'80% degli adulti soffre di carenze di magnesio; per quanto concerne i bambini non sono ancora stati effettuati studi che evidenzino la frequenza delle carenze ma sospetto che siano altrettanto numerose. Il magnesio è infatti assorbito nell'ileo/colon e quindi in caso di diarrea o disbiosi il suo assorbimento viene impedito fino al 90%. Non solo, la nostra alimentazione moderna è davvero scarsa di alimenti che contengono magnesio come mandorle, anacardi, pistacchi e noci, così come vegetali a foglia verde come spinaci e spinacini, carciofi, biete, cereali integrali e legumi. Il magnesio viene eliminato parzialmente dalla cottura degli alimenti e il suo assorbimento viene rallentato dall'assunzione di latte e vitamina D sintetica (fonte: Luca Pennisi, Nutrizione in Naturopatia, Tecniche Nuove). Ma ancora più importante da sapere è che l'agricoltura intensiva ha impoverito i terreni che producono vegetali con una quantità davvero scarsa di magnesio.
A livello alimentare io vi consiglio di incrementare l'assunzione di magnesio con estratti che includono all'interno cavolo riccio e sopratutto spinacini freschi. Io una volta o due a settimana acquisto gli spinacini bio Filogea da Naturasì e li inserisco negli estratti dei mie figli.
Come integratore una volta si trovava in commercio il magnesio orotato, l'unico a mio parere davvero efficace per via orale: non si capisce il perchè stato ritirato dal commercio ed è introvabile. Ho quindi provato tutta l'altra gamma di magnesio (supremo, pidolato etc...) ho provato con successo il magnesio in spray: si trova principalmente online ma anche alcune farmacie ve lo procureranno. la pelle infatti è in grado di assorbire magnesio fino a 10 volte più dell'intestino, senza l'effetto collaterale lassativo che a volte si presenta per via orale. Basta nebulizzarlo direttamente sulla cute e verrà assorbito e portato in circolo nell'organismo.
Io utilizzo il magnesio quando vedo i miei figli particolamente stanchi come a fine scuola e nei cambi di stagione, in caso di influenza intestinale, quando il loro sonno è disturbato e nei periodi di forte caldo. Fondamentale l'utilizzo del magnesio in spray in caso di tic nervosi e Sindrome di Tourette.
2. Potassio: se il calcio viene considerato il minerale più importante per i tessuti duri, il potassio lo è per quelli molli. E' infatti fondamentale nell'omeostasi della cellula all'interno della pompa sodio-potassio che regola l'equilibrio idrico dei tessuti, con effetti sull'intero organismo (apparato cardio-circolatorio, regolazione dell'eccitabilità cellulare delle cellule nervose e muscolari). Regola poi l'equilibrio acido-base, la pressione arteriosa e la sintesi degli zuccheri così come quella proteica. Il potassio viene eliminato nelle urine e nel sudore, per questo in periodi di grande caldo è utile una integrazione. A livello di nutrizione lo troviamo in frutta oleaginosa, frutta fresca, legumi e cereali integrali, mentre i suoi inibitori sono il vomito, la diarrea, la sudorazione eccessiva, lo stress, l'attività fisica intensa, l'eccesso di sodio e di zuccheri raffinati. In estate propongo spesso ai miei figli il gelato di banana (trovate la ricetta qui) e le smoothie bowls a base di banana e albicocche (qui la ricetta).
Un ottimo integratore di potassio (e non solo) adatto ai bambini è il Preraid della Milte: è un prodotto che tengo sempre in casa in quanto è davvero efficace nei giorni di grande caldo e in caso di influenza instestinale, vomito e diarrea.
Qui la ricetta delle mie bevande energetiche naturali utili in caso di influenze intestinali ma anche come integratori di minerali nel periodo estivo.
3. Rosa Canina: è un rimedio purtroppo ancora poco conosciuto ma davvero efficacissimo. La Rosa Canina è ricchissima di vitamina C: questa vitamina deve essere assunta attraverso i cibi (non siamo infatti in grado di sintetizzarla autonomamente) ed è fondamentale in numerosissimi processi del nostro corpo tra cui la sintesi del tessuto connettivo, nel sistema immunitario, nella stabilizzazione dei radicali liberi, nella gestione del colesterolo e nella regolazione di diversi processi del sistema endocrino. Trovate qui l'elenco dei vegetali che contengono vitamina C.
Utilizzo la Rosa Canina sottoforma di gemmoderivato durante le influenze o malattie esentematiche, periodi particolarmente stressanti e in caso di epistassi: molti bambini soffrono di epistassi frequenti ma in pochi casi purtroppo viene somministrata loro questo gemmoderivato che nella maggior parte dei casi elimina il disturbo.
"La somministrazione di antibioticoterapia, anche quando pienamente giustificata dal punto di vista terapeutico, determina un calo delle beta e gamma globuline, cioè di quelle globuline responsabili di una adeguata reazione immunitaria da parte dell'organismo: tale cao può durare svariate settimane dopo la fine del trattamento. Ciò spiega il susseguirsi di forme influenzali, faringiti ecc., che si presentano in forma recidivante per tutto l'inverno. L'uso delle gemme di Rosa Canina può aiutare in questi casi ad aumentare le difese dell'organismo" (fonte: Erica Campanini, Dizionario di fitoterapia e piante medicinali, Tecniche Nuove). Si utilizzano quindi 20-30 gocce di gemmoderivato una volta al giorno circa 15 minuti prima dei pasti per almeno 20 giorni.
Troviamo anche la Rosa Canina in polvere in numerosi negozi: quella che apprezzo maggiormente per qualità è Dragon Superfoods che trovo online (http://dragonsuperfoods.com/) ma ho trovato di recente anche la Rosa Canina in polvere nei negozi Tiger. Aggiungo la polvere di Rosa Canina all'interno degli estratti per incrementare l'apporto di vitamina C. Un altro metodo per deliziare i nostri bimbi con una bevanda ricca di vitamina C è quella del Karkadè (qui le indicazioni)
Le indicazioni trovate in questo articolo non sostituiscono il parere del vostro medico che deve essere sempre consultato.
Giulia Mandrino
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
C'era una volta una bambina piccina picciò che con la sua nonna impastava torte profumate in attesa dell'arrivo della sua mamma: l'odore delle mandorle, dello zucchero e del burro profumavano non solo la casa ma anche l'animo creando indimenticabili momenti di serenità. Credo che quasi tutte noi ci possiamo ritrovare in questa storia e se chiudiamo gli occhi sentiamo ancora il vero profumo e gusto delle torte che ci preparavano le nostre nonne.
Amo fare dolci in casa ma talvolta ho il piacere di coccolarmi assaggiando dolcetti non creati da me: essendo però abituata al gusto "vero", "autentico" dei prodotti e di materie prime di qualità, trovo la maggior parte dei dolci di pasticceria (lasciamo perdere quelli confezionati che il solo odore mi fa rabbrividire) un po' tutti uguali, con quel sapore di zucchero bianco, sciroppi vari e aromi che non mi esalta per nulla. In particolare trovo difficile distinguere i veri gusti delle materie prime utilizzate, ed è qualcosa che non mi fa impazzire. Se decido che ho il piacere di mangiare qualcosa di dolce e basta mi compro una caramella: se invece voglio assaporare una torta beh, cerco ben altro. Come sapete sono una grande sostenitrice di quello che viene chiamato "Real Food" ossia cibo di alta qualità, cibo vero, autentico, quello che riconosci non solo dalla vista ma anche attraverso l'olfatto e il gusto.
Ma c'è un posticino davvero speciale che crea non solo dolcetti meravigliosi ma anche gustosi momenti speciali: è C'era una Torta a Seregno, molto più di una semplice pasticceria. Il punto cardine di C'era una Torta è fornire prodotti con materie prime di altissima qualità con ricette che ne valorizzino i contenuti: se la qualità delle materie prime è ottima infatti, non è necessario una lista di "aromi" e "insaporitori", ma basta assemblarli con amore e competenza. Ecco che allora nella vetrinetta di C'era una Torta troviamo creazioni semplici ma perfette come la Frangipane dove le mandorle e il burro si uniscono in perfetta armonia con lo zucchero di canna di altissima qualità scelto da Valentina, la fondatrice, oppure la torta Cioccolato e Lamponi, davvero irresistibile quando la senti sciogliere in bocca dopo averla scaldata qualche minuto in forno. La torta di cui Valentina va più fiera? La sua Pere e Cioccolato: preparata con pere freschissime e cioccolato fondente Valrhona, da provare assolutamente! Ma con questo torrido caldo estivo possiamo assaporare meravigliose Cheesecake ricoperte da vera gelatina di vere fragole, e dolci al cucchiaio con il frutto della passione unito a delicate creme con i sapori perfettamente bilanciati.
Il sogno di Valentina era proprio questo: creare torte e dolci con materie prime di altissima qualità e con il sapore delle torte di una volta. Ora, da piccola Torteria di paese, è diventata una realtà affermata in tutto il terriorio del Nord Italia grazie a servizi di fornitura a ristoranti e bar, catering aziendale ma anche alla eccezionale creazione di torte di Cake Design: ci tengo a soffermarmi un attimo su queste perchè ormai se ne trovano di ogni. Spesso l'aspetto estetico colpisce molto, ma assaggiandole troviamo una pasta di zucchero oltremodo dura e stopposa e un ripieno che fa venire il diabete (e anche un po' la nausea) al secondo morso. Le creazioni di Valentina invece, oltre che un'aspetto delizioso grazie all'abile lavoro di suo marito, cake designer, mi sorprendono per la delicatezza del ripieno: create con un pan di spagna tradizionale senza lievito, mi allietano con delicate creme con vera frutta fresca che bilancia il dolce della pasta di zucchero con una punta di acidità, ovviamente il tutto inequivocabilmente freschissimo.
Valentina crea inoltre numerose varietà di torte vegane e per le intolleranze.
Trovate C'era Una torta a Seregno (MB) con uno spazio in cui è possibile fermarsi per mangiare una fetta di Torta o un Cupcake, ma anche al Mercato del Duomo di Milano.
Giulia Mandrino
Durante questi giorni di caldo incredibile mi sono deliziata con numerosi estratti per fare il pieno di vitamine e minerali e idratarmi in profondità.
Ma la prova costume si avvicina così cerco di limitare la quantità di zuccheri e di consumare cibi bruciagrassi e poco calorici. Ecco allora due ricette, una per me finalizzata a creare un estratto drenante e che favorisca la perdita di peso a base di zucchina, ricca di potassio, drenante e poco calorica e di ananas, frutto che contiene bromelina, un enzima molto utile per la digestione e per diminuire i livelli di infiammazione; l'ananas è inoltre ricco di acidi organici che contrastano le ritenzione idrica e di antiossidanti benefici per il metabolismo cellulare. Ho aggiunto anche circa 15 foglie di spinacino per incrementare il potere disintossicante del mio estratto.
La seconda ricetta è invece per i miei bambini, loro adorano il gusto dolce così ho aggiunto mela e pesca. Vediamo nel dettaglio i due estratti di oggi:
Ecco la ricetta per creare una stupenda cremina che potete usare come condimento per la pasta oppure come salsina per intingere le verdure crude, o ancora per creare delle deliziose tartine con una base di pane integrale tostato e qualche pomodorino tagliato a cubetti come decorazione.
La vergogna è stata ed è tuttora considerata da molti uno strumento educativo: la classica frase "ma non ti vergogni" oppure un semplice "vergognati" non si negano a nessumo. Ma la tecnica della vergogna include anche frasi come "ma sei scemo che non capisci?" oppure "sei un bambino cattivo" oppure un paragone come "ti comporti come uno scemo". Spesso mi imbatto in bambini fatti vergognare pubblicamente, quindi si raccontano le loro "marachelle" davanti a persone, principalmente sconosciute ed estranee al nucleo famigliare con l'intento di mettere in luce pubblicamente le loro mancanze.
La prima riflessione che mi viene da fare è: se il nostro capo raccontasse un nostro errore davanti a sconosciuti, magari ad altri responsabili di divisioni, come ci sentiremmo? Questa esposizione alla pubblica vergogna ci aiuterebbe a non commettere più l'errore? Provare il sentimento di vergogna ci consentirebbe di ricordare meglio la prassi da adottare o semplicemente getterebbe a terra la nostra autostima a tal punto da offuscare il motivo di tale dibattito e da pensare di non essere in grado di combinarne una giusta?
La nostra autostima nasce da piccoli, ed è un processo di costruzione lento e delicato, fatto di traguardi e di cadute: noi genitori siamo tenuti non solo a dire "hai sbagliato devi fare così" oppure "questo non si fa", ma siamo anche tenuti a insegnare ai nostri figli come tirarsi su quando si cade, come rimboccarsi le maniche e recuperare la fiducia in se stessi dopo aver sbagliato. Sempre più studi dimostrano che si impara molto di più sbagliando che seguendo le indicazioni proposte, tanto che le tencniche formative più all'avanguardia in ambito universitario prevedono di far sbagliare gli studenti volontariamente per consentire un apprendimento più efficace.
In generale i bambini imparano a vedere loro stessi nello stesso modo in cui i loro genitori e i loro educatori guardano loro: se saranno circondati da adulti che li etichettano come "bambini maleducati", "bambini pigri", "che combinano sempre pasticci" non potranno che credere a ciò che gli adulti gli dicono, e si considereranno persone pigre e che combinano sempre pasticci.
Dato che il concetto che un bambino ha di sè determina il suo comportamento, i bambini generalmente si comportano nel modo in cui si percepiscono e seguendo le emozioni che provano in quel momento: se si sentono dei "bambini capricciosi" difficilmente seguiranno le indicazioni dei genitori, perchè loro "sono capiricciosi", gli viene detto quello continuamente, perchè dovrebbero essere il contrario?
Abbiamo l'abitudine di ridurre un bambino a un comportamento e lo trattiamo come se fosse tale invece che una persona: quando ci focalizziamo sul comportamento siamo orientati a fare di tutto pur di annientare quel fatto negativo, mentre se ci focalizziamo sul fatto che sia una persona saremmo sicuramente più portati a provare empatia e a trovare un canale di dialogo costruttivo con nostro figlio. E' sicuramente un approccio più efficace ma certamente richiede più energia. Mettere a posto un comodino disordinato richiede meno fatica rispetto a comprendere come mai una persona a noi cara è arrabbiata con noi, ma questa è la differenza tra "cose" e "persone". Questo non vuol dire ovviamente far far loro ciò che vogliono come ho spiegato in questo articolo.
La tecnica della vergogna è davvero dannosa per la concezione di sè e l'autostima del bambino: secondo il libro "According to Good Children – At What Price? The Secret Cost of Shame" di Robin Grille e Beth McGregor numerosi studi collegano il sentimento di vergogna con il desiderio di punire gli altri. E forse proprio la tendenza che abbiamo noi adulti a voler punire a tutti costi non i comportamenti dei nostri figli ma i nostri figli nella loro intergrità deriva proprio da quello che noi abbiamo subito a nostra volta da piccoli. Nessuna colpa ai nostri genitori, ma abbiamo la possibilità di spezzare il circolo vizioso, e credo sia utile farlo.
Facciamo sì che i nostri figli diventino degli adulti con una solida autostima, in grado di imparare in maniera efficace dai loro errori, evitiamo loro di diventare persone fragili e prive di sicurezza in loro stesse.
Giulia Mandrino
A: “Farai il parto naturale?”
B: “Bè, certo! E’ ovvio! E non chiederò mai l’epidurale, voglio che tutto sia naturale al 100%!”
C: “Sei matta?! Io non ci penso neanche, voglio che mi droghino, di sciropparmi il dolore non ci penso neanche…siamo nel 2015, dobbiamo ancora soffrire per il parto?”
D: “Io partorirò in casa con le mie ostetriche, la mia doula e mio marito, nella vasca, coi petali di fiori, danzando e cantando… In ospedale non mi ci vedranno mai, neanche dipinta!”
E: “Guarda, a me proprio invece di non sapere quando nascerà, di farmi il travaglio e di dover far uscire una testa da là sotto…no no no, scelgo io come e quando, mi farò addormentare, un bel taglio sulla pancia, qualche punto, antidolorifici, e chi si è visto si è visto.”
F: “A me l’unica cosa che interessa è non fare l’induzione. Per il resto...” Idee, desideri, sogni, progetti.
La maternità, insieme al grande ed irripetibile momento della nascita, è un evento che travolge e sconvolge: non saremo più le stesse, la nostra vita cambierà, una nuova creatura prenderà spazio nella nostra casa, nel nostro cuore e nei nostri pensieri quotidiani. Mettere alla luce un figlio, lo sappiamo, passa attraverso l’esperienza dell’ambivalenza: il test è positivo…e mi sento insieme felice e terrorizzata! Porto dentro di me la vita, il mio corpo si trasforma…eppure a tratti mancano le forze, mi dicono che la gravidanza non è una malattia, ma a volte sono così stanca, specie la sera ho tanto bisogno di riposare… Sono felice della mia pancia cresce, ma non mi riconosco più, non so mai cosa mettermi…mi chiedo se il mio compagno mi trovi ancora attraente. Le ultime settimane mi sento enorme, ho tanta voglia di conoscere e finalmente vedere il volto di mio figlio…eppure ho un po’ di paura, il travaglio, le contrazioni, il parto…una nuova vita ci aspetta…che turbine di emozioni! Le montagne russe emotive accompagnano la trasformazione da figlia a madre. Potrei sentirmi tanto strana a volte…eppure capita a tante, tante donne nella mia stessa situazione. Così come a tutte le mamme capita di fantasticare, pianificare o ideare il proprio parto ideale: naturale o cesareo, in ospedale o in casa, in un centro di terzo livello con la terapia intensiva neonatale o in casa maternità, con o senza epidurale, e via dicendo. Di fronte ad un evento tanto importante, penso sia normale porsi delle domande. Come vorrei accogliere il mio bambino? Quali emozioni, sensazioni, circostanze vorrei mi accompagnassero in quel momento? Chi vorrei accanto a me? Cosa mi farebbe sentire sicura? Sogni e progetti circa il momento dell’accoglienza del proprio bambino sulla terra possono aiutarci a capire, ad esempio, in quale direzione muoverci per la scelta del luogo del parto e delle persone che saranno presenti sulla scena: una mamma che desidera il taglio cesareo non andrà certo in cerca di un team ostetrico per l’assistenza del parto in casa, così come la mamma idealmente più affine ad un approccio natural non andrà a partorire nella clinica nota per l’eccessiva medicalizzazione del parto. Dialogare con l’equipe e richiedere statistiche circa le procedure assistenziali (tagli cesarei, VBAC – parto vaginale dopo cesareo, uso di ventosa e kristeller, protocolli di induzione per gravidanze protratte oltre il termine o per la rottura delle acque fuori travaglio, tasso di episiotomia…ecc ecc) è un passo intelligente per conoscere il modus operandi di una struttura, senza basarsi sul sentito dire o sui racconti della vicina di casa. Un esempio su tutti, molte donne ancora oggi rifiutano di partorire all’ospedale San Gerardo di Monza (MB) perché “se vuoi l’epidurale non te la fanno”…senza tuttavia essere a conoscenza del fatto che i protocolli sono ormai cambiati ed entrati in vigore a pieno regime, e il servizio di partoanalgesia viene garantito anche in questa struttura. Porsi domande, ricercare ed effettuare una scelta consapevole non è tuttavia sinonimo di sapere come andrà il proprio parto. Che intendo dire? Che una mamma assolutamente pro natural potrebbe trovarsi nelle condizioni di richiedere l’epidurale o di affrontare un taglio cesareo, una mamma organizzatasi per il parto in casa potrebbe necessitare dell’assistenza ospedaliera al parto, o ancora, ad esempio, una mamma in lista per cesareo elettivo programmato per sua scelta personale potrebbe fare una parto vaginale contro ogni proprio progetto per il semplice fatto che il suo bambino ha deciso di venire al mondo prima, nel modo a lui più congeniale. La maternità richiede apertura e accoglienza, due cose per cui la nostra società non ci prepara affatto. “Sei incita? Smetti di fare questo e quello, controlla a destra e a sinistra, stai attenta, mi raccomando!”. “Hai partorito? Non tenerlo sempre in braccio, se te lo chiede tu resisti che piange e si fa i polmoni, altrimenti lo vizi e poi non te lo levi più di dosso. Mi stai dicendo che ti chiede la tetta ogni ora?? Ma stai scherzando, non va assolutamente bene!”…continueranno imperterrite la Zia Ignazia e tutte le sue amiche, reduci da decenni di condizionamenti culturali. “Che c’entra tutto questo, con i miei progetti sul mio parto?!” Non possiamo programmare come andrà la nascita del nostro bambino. Possiamo semplicemente restare in ascolto ed accogliere i segnali, passo dopo passo, insieme alle nostre paure, i nostri sogni, i nostri desideri. Abbiamo il diritto ed il dovere di informarci ed effettuare scelte per la nostra salute, ma non possiamo avere il controllo su un evento che ci richiede solo apertura, abbandono e fiducia. Fiducia in chi? In noi stesse, come esseri umani ancor prima che donne. Fiducia nel nostro corpo di donne e di madri. Fiducia nel nostro bambino, protagonista attiva nell’avvio del travaglio, nel suo svolgimento e nel parto stesso. E se qualcosa dovesse andare diversamente da come previsto? Siamo chiamate ad accogliere. A credere che le cose non possono andare né bene né male, che andranno comunque, insegnandoci qualcosa. Non possiamo sapere quale sarà la nostra storia di domani. E se domani ci sarà dolore, potremo essere guidate per risanare le ferite del corpo e dell’anima, le ferite che hanno creato quello strappo apparentemente insanabile tra una cosa tanto maestosa come la nascita di un bimbo, e la devastazione che avvertiamo dentro, nella carne, in fondo al cuore. Oppure potremo meravigliarci di come una cosa tanto ripudiata e detestata ci sarà di aiuto, un passo fondamentale nella nostra crescita di donne, nella nostra nascita di madri. Siamo chiamate a spalancare il cuore alla Vita, in tutte le sue sfaccettature. Nell’ambivalenza che contraddistingue la genitorialità, nell’equilibrio tra lo yin e lo yang. A fare spazio a tutte le possibilità, abbandonando le aspettative. Qualsiasi sia stata o sarà la vostra esperienza di nascita, come donna sono certa che i vostri bambini si fidano di voi e del fatto che abbiate gli strumenti per viverla (o rielaborarla) al meglio, a tempo debito. Ostetrica Eleonora Bernardini http://www.acasaconte.com
E' finalmente arrivata l'estate e con grande gioia (e fatica) molte di noi sono al mare con i pupetti al seguito: vi consiglio di sfruttare questo periodo per raccogliere un prodotto davvero utilissimo per affrontare naturalmente i malanni di stagione invernali. Ed è gratis, per cui anche i vostri portafogli ne saranno lieti. E' l'eucalipto, pianta molto diffusa lungo il litorale del mediterraneo: i suoi benefici sono davvero innumerevoli e la sua efficacia è sorprendente.
Con le foglie e le bacche di eucalipto io preparo i più straordinari sulfimigi di sempre: quando siamo raffreddati faccio bollire una pentola d'acqua poi aggiungo le foglie e le bacche di eucalipto. Se io e mio marito inaliamo direttamente il vapore dalla pentola con un'aciugamano sulla nuca che impedisca al vapore di uscire, con i bambini preferisco evitare per il rischio di ustioni con l'acqua bollente. Come fare allora? Creo una sorta di "stanza dell'eucalipto": dato che la loro cameretta è molto piccola, porto dentro ad essa una grande pentola di acqua bollente con circa 20-30 foglie di eucalipto e una decina di bacche; chiudo poi la porta, così da far si che loro inalino, anche se non direttamente, le proprietà di questa straordinaria pianta.
Allora mamme cosa aspettate: andate a raccogliere con i vostri pupetti (i miei si divertono tantissimo) le bacche di eucalipto che tra luglio e agosto cadono dagli alberi e le foglie (dalla forma allungata) di questi: le bacche vanno conervate in una scatola con chiusura ermetica se possibile, mentre le foglie vanno fatte essicare (io le tengo in semplici borse di tela in un luogo non umido).
Una volta essicate potrete sminuzzarle e creare dei fantastici sacchettini profuma biancheria nel vostro armadio.
Giulia Mandrino
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Come abbiamo visto nell'articolo dedicato alla cellulite, non è semplice eliminare questa problematica al 100%. Possiamo però intervenire in maniera efficace con alcuni strumenti quali creme e oli, drenaggi linfatici e scrub.
Ecco allora una ricetta semplice e veloce per creare un'efficacissimo scrub anti-cellulite da effettuare 2-3 volte la settimana.
La cellulite è una disfunzione di uno strato epidermico chiamato ipoderma: consiste nella formazione di pannicoli adiposi che si distribuiscono normalmente nella parte inferiore del corpo femminile a causa di una particolare sesnsibilità dei livelli di estrogeni e progesteroni. Gli accumuli di tessuto adiposo nel corpo umano non sono solo connessi alla quantità di calorie ingerite: per un corretto funzionamento il tessuto adiposo del corpo umano necessita anche di una buona circolazione sanguigna e linfatica; il corpo umano ha al suo interno tre tipi di circolazione: arteriosa, venosa e linfatica. La prima, quella arteriosa, trasporta il sangue purificato e ricco di ossigeno e nutrienti in tutto il corpo; quella venosa invece è un vero e proprio bacino di raccolta degli scarti del nostro corpo: è quindi ricca di tossine che devono essere smaltite che devono essere eliminate da polmoni e fegato. Infine quella linfatica è una rete di piccoli vasi che trasporta la linfa, un liquido ricco di scarti e tossine che saranno smaltiti da reni e fegato.
La cellulite è principalmente causata da una disfunzione della circolazione linfatica e venosa unita spesso ad errori alimentari e una ritenzione di liiqudi da parte dei tessuti circostanti: quando si manifestano queste criticità gli adipociti, ossia le cellule di grasso aumentano di volume e si manifesta una stasi linfatica ed idrica che porta a una fuoriuscita di grasso nel tessuto. Ecco allora svelati i "buchini di grasso" accumulati nelle nostre gambe.
Le cause sono molteplici:
- squilibri ormonali: disfunzioni degli estrogeni che si manifestano sopratutto in pubertà, gravidanza e menopausa;
- fattori ereditari;
- stress: lo stress ha grandi implicazioni a livello di sistema ormonale, sistema circolatorio e malassorbimento di nutrienti;
- alimentazione: stile alimentare ricco di grassi e povero di vitamine e minerali;
- errate abitudini: fumo, sedentarietà, vestiario che rallenta la circolazione venosa e linfatica.
Esistono 3 tipi di cellulite:
- cellulite compatta: si manifesta normalmente in soggetti con muscolatura tonica. La pelle appare secca e fine e generalmente sono presenti smagliature.
- cellulite molle: compare in soggetti con scarsa muscolatura (spesso in età avanzata) o in coloro che variano spesso peso con il famoso effetto yo-yo.
- cellulite edematosa: spesso di manifesta in associazione a quella compatta ed è caratterizzata da un ampio ristagno dei liquidi nei tessuti. L'associazione della prima e della terza è la più frequente, sopratutto nelle donne tra i 30 e i 45 anni di età.
Eliminare la cellulite è un processo complesso e normalmente richiede l'intervento di trattamenti estetici mirati che, anche se non ivasivi, richiedono l'investimento di tempo e denaro.
Ma anche con budget più limitati possiamo intervenire sulla cellulite: l'unica parola d'ordine che dobbiamo aver ben chiaro è COSTANZA. Si, perchè per combattere la cellulite non è sufficiente splamare una cremina di tanto intanto ma è necessaria la sinergia di più accorgimenti eseguiti quotidianamente per almeno 3 mesi.
1. La prima cosa da fare è modificare il proprio stile vita se necessario: se possibile praticare un'attività fisica aerobica (camminata veloce, corsa o bici per esempio) così da attivare il metabolismo cellulare e stimolare il microcircolo. Smettere di fumare e cercaredi ridurre i livelli di stress.
2. Seguire un'alimentazione basata prevalenteente su frutta e verdura e cereali integrali, limitando l'uso di grassi e di latticini.
3. Effettuare un drenaggio linfatico profondo: un ottimo prodotto che vi consiglio è il decotto di Betulla Weleda. Questo decotto agisce dall’interno ed è un concentrato puro a base di giovani foglie di betulla, utile per le funzioni depurative dell’organismo e per facilitare il drenaggio dei liquidi, eliminando così le tossine.
4. Effettuare uno scrub almeno due volte la settimana: un prodotto di qualità molto elevata è il gommage Weleda. Delicati microgranuli di cera, acqua pura ed il profumo ravvivante di naturali oli essenziali purificano e stimolano il microcircolo, sostenendo l’attività e il rinnovo delle cellule cutanee. In alternativa trovate qui una ricetta homamade per creare uno scrub anti-cellulite al sale rosa.
5. Applicare una, due volte al giorno un olio o una crema specifici per la cellulite. Ottimo l'olio cellulite Weleda alla Betulla: la formula in olio consente alle sostanze bio-attive di penetrare negli strati più profondi dell’epidermide, sostenendo così il sistema dei liquidi ed esercitando un’intensa azione levigante e rassodante sulla pelle che appare più elastica, compatta e tonica. Va applicato con movimenti circolari, dal basso verso l’alto (sempre in direzione del cuore), preferibilmente sulla pelle ancora umida per un assorbimento più veloce.
Giulia Mandrino