Cara mamma, stai facendo abbastanza

Martedì, 28 Luglio 2015 12:13

Cara mamma,

tu che fin da quando hai scoperto che ero dentro al tuo pancino hai cercato da subito di darmi il meglio, di informarti leggendo e chiedendo consigli ed esperienze per non nuocermi in alcun modo ma selezionando accuratamente cosa fare e cosa non fare; cercavi di conciliare lo stress della quotidianità con il tempo da dedicare a me, accarezzandomi. Tu che ti sei commossa alla prima ecografia e che passavi le ore a leggere su internet le tappe della mia crescita e che non vedevi l'ora che passassero 7 giorni per scoprire se ero passato da lampone a prugna come dimensione. Tu che non dormivi la sera prima dell'ecografia, un po' per timore, un po' perchè aspettavi quel momento come una ragazzina aspetta il suo primo fidanzatino vicino al campanello di casa. 

Tu che ti sei informata e hai scelto dove partorire per seguire la fisiologia e rispettarmi nei miei tempi regalandomi ove possibile un parto naturale. Tu che hai pensato di non farcela ha che hai lottato come una tigre per farmi nascere. Tu che hai sentito che nulla sarebbe stato come prima quando mi hanno appoggiato sul tuo petto, tu che mi hai giurato amore eterno perchè altro non può essere, io sono te e tu sei me.

Tu che hai letto mille libri per accudirmi al meglio e mi hai donato le tue notti, il tuo seno e tutta te stessa, prendendoti cura di me con amore e dedizione nonostante la stanchezza, le notti insonni e talvolta le evidenti difficoltà dell'allattamento. Tu che ti sei fatta forza quando tutti ti dicevano che sbagliavi, che mi davi vizi e che io ti prendevo per il naso come e quando volevo. Tu che mi hai tenuto stretto vicino a te quando mi setivo solo e avevi male al pancino. 

Tu che ti senti in colpa quando esci con la tua amica e ti sembra di abbandonarmi.

Tu che ti senti persa al pensiero di tornare a lavoro. Che ti senti inadeguata perchè non riesci a gestire più come prima casa, matrimonio, lavoro e sopratutto me. 

Mamma, sei forte. Sei un portento della natura: nessun essere umano ad eccezione di te e di tante altre mamme riesce ad avere la forza e la tenacia di fare tutto quello che fai tu: a volte ti vedo, la stanchezza è così grande che non sai come fai a reggerti in piedi. Eppureappena  hai un minuto di tempo corri a informarti su come puoi migliorare il rapporto con me e come fare per risolvere in maniera naturale i miei piccoli disturbi. 

Mamma fai abbastanza, fai tutto quello che puoi e anche di più: smettila di guardare le tue debolezze ma guarda quanta forza, costanza e amore mi trasmetti. Vorrei poterti dire che sono tanto orgoglioso di te e che per me sei la migliore mamma del mondo: eh si perchè per me sei perfetta. La vita è fatta di infinite strade da percorrere e ognuna di queste contiene degli insegnamenti. E' inevitabile sceglierne una e quella che stai scegliendo è comunque quella più giusta per me in quel momento. A me basta poco: se tu sei serena e passi un po' di tempo con me, se tu rispetti i miei tempi e crei un rapporto di empatia cercando di fermarti e guardarmi negli occhi e mi rispetti come essere umano andrà tutto bene. Non sei sbagliata e non permettere a nessuno, esperti compresi, di mettere in discussione la tua competenza e il tuo istinto. 

Tu non lo sai ma io ti ho scelto come mamma per effettuare questo viaggio sulla Terra: credi e abbi fiducia nella Vita e nel tuo istinto un po' di più. Fermati e guarda quello che fai, quanta dedizione, amore e impegno ci metti. Io ti amo tanto, ma ricordati che per amare in maniera sana è importante amare prima di tutto se stessi e riconoscere i propri talenti. Io li vedo, e tu?

Papavero3

Sono Laura Scarpa, medico, autrice di libri, editor di mammapretaporter.it e mamma di Ethan:da alcuni anni come medico mi occupo di emergenza sanitaria. Ho lavorato nel sistema 118 e nel pronto soccorso di ospedali.
L'idea di creare questo progetto, la Global Health Emergency, è nata tempo fa insieme a mio marito, dopo un corso di primo soccorso tenuto a ragazzi delle scuole medie che ha avuto molto successo e sorprendenti risultati.
Abbiamo deciso di creare un sistema di apprendimento delle tecniche di primo soccorso che potesse essere “teens-friendly” ovvero adeguato a ragazzi tra 3 e 18 anni.
Un sistema del tutto innovativo. Il materiale che verrà fornito sarà a misura di bambino: video, cartoni anmati, fumetti, piccoli manuali, storie con personaggi.

Il metodo di insegnamento vuole fornire le conoscenze adeguate in modo che i ragazzi se dovessero trovarsi in una situazione di emergenza, possano affrontare il da farsi con consapevolezza.
Un diritto e un dovere sociale che vogliamo diffondere il più possibile tra i bambini e i ragazzi.
Verrà inoltre riservata una parte all'informazione sull'abuso di sostanze alcoliche e stupefacenti, per apprenderne i meccanismi e gli effetti.

Il metodo sviluppato tiene contro della creazione di una piattaforma online dove tutto il materiale introdotto sarà facilmente scaricabile e verrà tradotto in varie lingue in modo da permettere la maggiore diffusione possibile nel mondo.

Ognuno può entrare a far parte del mondo “Global Health Emergency”, come discente ma anche e soprattutto come istruttore.
Questa figura infatti seguirà un corso approfondito in cui apprendere le nozioni di base dell'anatomia e della fisiologia del corpo umano, il primo soccorso e quindi tutte le manovre rianimatorie per laici. Una volta certificato l'istruttore potrà intraprendere una attività indipendente creando classi di studio e formando così tanti piccoli “first-responder”, tutto sotto la nostra supervisione.
Insomma , una grande opportunità lavorativa per mamme, insegnanti, personale ludoteche ed educatori, guide scout, allenatori sportivi in ambito giovanile, animatori turistici ecc...
Una libera professione all'insegna del divertimento destinata ai bambini e ragazzi, un metodo alternativo per insegnare a prestare il primo soccorso in qualsiasi ambito (sport, ricreazione, montagna, mare, in famiglia, al lavoro, in strada...), gestire le chiamate al numero di emergenza e prestare le prime cure neccessarie per salvare una vita in attesa del soccorso avanzato.
Ogni fascia d'età avrà un programma dedicato, studiato appositamente a cui ogni istruttore avrà accesso.
Il tutto al passo con i protocolli redatti dagli enti internazionali che regolamentano le attività di soccorso (quelle utilizzate dai soccorritori professionisti).

Inoltre abbiamo pensato a una campagna di “solidarietà”.Abbiamo deciso di destinare una parte dei proventi ad interventi di formazione, sensibilizzazione e prevenzione in quei paesi che non hanno le possibilità economico/sociali.
Verrà realizzato un libretto, studiato appositamente per arrivare direttamente al cuore dei bambini, permettendogli di apprendere la materia dell'emergenza medica sotto forma di fumetti, giochi e quiz...perfettamente in linea con le disposizioni vigenti e disponibilità del luogo in oggetto.
Il libretto verrà tradotto nelle lingue madre dei paesi, spedito presso gli enti con i quali la nostra organizzazione prenderà accordi, formando a distanza gli insegnanti che provvederanno a distribuire ed utilizzare questo nuovo sistema.

Ogni corso prevede il consiguimento del diploma di piccolo “first-responder”.

Noi crediamo fortemente in questo progetto innovativo, rivoluzionario, a misura di bambino. Un'opportunità lavorativa che vogliamo regalare a chiunque voglia intraprendere questo percorso con noi.

Perchè abbiamo scelto il crowdfounding?
Per la realizzazione del progetto “Global health emergency” servono anche risorse economiche che ci permettano la realizzazione di tutto il materiale. Come trovare i soldi che ci necessitano? Attraverso il crowdfounding. E'un sistema nato nei paesi anglosassoni alcuni anni fa e che ha avuto molto successo. In sostanza ogni persona può sostenere la campagna di promozione di un progetto attaverso una donazione. La donazione non è fine a sè stessa, ma prevede “in cambio” un qualcosa appositamente studiato dagli autori del progetto. A noi è piaciuto questo sistema: chiunque vorrà contribuire con una donazione alla realizzazione del progetto della Global Health Emergency avrà corrisposto un riconoscimento stabilito a priori in base alla quota offerta e quindi potrà da subito entrare a far parte del progetto e permettere che questo si realizzi.

Abbiamo scelto di basare la nostra campagna sul sit www.indiegogo.com, una delle maggiori piattaforme mondiali di crowdfounding.

Questo è l'URL link della nostra campagna di promozione: https://www.indiegogo.com/projects/international-emergency-medical-training-for-teens/x/11481555#/story

Vi aspettiamo!

Dot.ssa Laura Scarpa

8 ricette di puree di frutta

Giovedì, 23 Luglio 2015 14:23

Le puree di frutta sostituiscono egregiamente i fruttini che troviamo in commercio e non contengono zuccheri, conservanti, amidi e aromi (poco) naturali. E fin qui lo sappiamo bene tutte. Ma il problema vero è che ci mettiamo tantissimo tempo a farle, spesso avanzano e noi non abbiamo granchè voglia di propinare al nostro palato una sbobbetta insapore. 

Il mio consiglio è questo: ai vostri bimbi potrete preparare delle puree di frutta a crudo (oppure se preferite potrete farle cuocere qualche minuto), e per voi delle fantastiche smoothie bowls.

Ecco allora 8 ricette di puree estive di frutta per i vostri bambini che potete convertire in deliziose e benefiche smoothie bowl per voi:

 

1. Sinfonia di Banana e Ciliegia

Le banane sono ricche di potassio e le ciliegie stimolano il sistema immunitario, aiutano a prevenire le infezioni e aiutano contro la stitichezza.

- 2 banane

- 20 ciliegie

- 3 cucchiai di latte di mandorle o 2 cucchiai di acqua

Io utilizzo il filtro cieco del mio Estraggo Pro. Se non ne siete provviste potete usare un frullatore. 

Scegli il topping per la tua smoothie bowl qui. 

 

2. Sinfonia di mirtilli, banana e mela

- 1 banana

- 1 vaschetta di mirtilli

- 1 mela

Procedimento idem come la precedente ricetta.

 

3. Sinfonia di fragola, pesca e pera

- 14 fragole

- 2 psche

- 2 pere

Procedimento idem come la prima ricetta.

 

4. Sinfonia tropicale al mango

Il mango è un frutto ricchissimo di vitamina A, fondamentale per il benessere della pelle, della vista e per il corretto funzionamento del sistema immunitario. E' inoltre fonte di vitamina C, che rafforza le difese immunitarie e contribuisce all'assorbimento del ferro. Contine inoltre calcio e magnesio, è un grande alcalinizzante e aiuta in caso di costipazione. I benefici del cocco sono davvero tantissimi: qui trovate qualche indicazione in merito.

- 1 banana

- 1/2 mango

- 3 cucchiai di latte di cocco

Procedimento idem come la prima ricetta.

 

5. Sinfonia alla vaniglia

Le albicocche secche sono davvero un superfood: il processo di essicazione, se effettuato in maniera naturale, fa si che si concentrino grandi quantità di minerali. Sono infatti ricchissime di potassio ma anche vitamine A e C. Come riconoscere le albicocche trattate chimicamente? Hanno un colore spiccatamente arancio quando dopo la disidratazione sono naturalmente marroni. 

- 3 albicocche fresche o secche

- 1 mela

- 1 pera

- 1/4 cucchiaino di pura vaniglia in polvere bio

Procedimento idem come la prima ricetta.

 

6. Sinfonia di banana, avocado e mela 

L'avocado è un frutto da considerare alleato prezioso per la nostra salute: ricco di proteine buone, antiossidanti e grassi benefici per il nostro cuore e il colesterolo è anche unottima fonte di acido folico (per questo è l'alimento ideale per la gravidanza. 

- 2 banane

- 1 avocado maturo

- 1 mela

Procedimento idem come la prima ricetta.

 

7. Sinfonia alla lavanda

- 2 pesche

- 5 albicocce bresche

- 1/5 di cucchiaino di fiori di lavanda bio polverizzati 

Procedimento idem come la prima ricetta.

 

8. Sinfonia ai frutti di bosco

Come scritto nel mio libro "The Family Food" i frutti di bosco sono dei veri portenti per la salute di grandi e piccini grazie alla quantità di vitamine, minerali e antiossidanti. 

- 1 banana

- 1/2 vaschetta di mirtilli

- 10 fragole

- 1/2 vaschetta di lamponi 

Procedimento idem come la prima ricetta.

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Evviva l'estate, il caldo, le vacanze e... poter usare scarpe aperte, infradito e splendidi sandali. Molte di noi però, me compresa, lamentano una grande secchezza della cute nella pianta di piedi, e talvolta nonostante l'uso della pietra pomice i nostri talloni si screpolano. Allora si va alla ricerca della crema perfetta ma vi svelo un segreto: non la troverete mai perchè quando la pelle è così disidrata non è in grado di assorbire nè creme nè tanto meno oli e burri. Cosa fare allora?

Ecco i miei rimedi naturali e facili rituali di bellezza per rigenerare la pelle dei vostri piedi in estate quando notate secchezza della cute e talloni screpolati.

 

1. Pediluvio: effettuate almeno un pediluvio a settimana, meglio due, con:

- acqua tiepida

- 3 cucchiai di sale grosso meglio se rosa

- 6 cucchiai di olio di oliva

- 4 gocce di olio essenziale di menta

- 6 gocce di olio essenziale di lavanda

Tenete i piedi in acqua per circa 30 minuti poi effettuate uno scrub (trovate qui la ricetta), infine asciugateli.

 

2. Eliminare la pelle in eccesso: passate sui talloni la pietra pomice per eliminare la pelle in eccesso. Senza aver effettuato il pediluvio in precedenza è assolutamente inutile usare la pietra pomice.

3. Impacco: se avete un po' di tempo da dedicare alle vostre coccole, vi consiglio di effettuare un impacco, quindi di applicare sui piedi il burro dei piedi felici e poi inserirli in due sacchetti di plastica che farete in modo di chiudere bene alla caviglia con un laccio per almeno 20-30 minuti. Ricordatevi, non ha senso effettuare l'impacco senza aver prima fatto il pediluvio.

4. Burro dei piedi felici: spalmate la seguente ricetta sui vostri piedi (oppure la vostra crema) e poi mettete dei calzini che terrete tutta la notte. E' infatti questo lo step più importante, tenere i calzini la notte dopo aver messo un'abbondante quantità di crema. Questa è la mia ricetta preferita, ne vado pazza!

 

 

La scorsa settimana ho pubblicato un articolo in cui spiego i rimedi che come mamma e naturopata tengo sempre a portata di mano per me e per i miei figli. L'articolo riscuote un buon successo ma una mamma mi scrive commentando l'articolo " dopo questo posso anche smettere di seguire questo blog". Ci rimango un pochino male perchè cerco di dare sempre il 100% delle mie possibilità mettendoci il cuore. Così decido di scrivere un messaggio privato all'autrice del commento per comprendere in che modo il mio articolo l'avesse infastidita e la sua risposta è stata questa: "Hai ragione e scusami per il mio commento mi rendo conto che avrei dovuto dare una spiegazione piu completa. Penso che il tuo sito sia molto importante e un ottimo punto di riferimento per le giovani madri che hanno bisogno di consigli (che voi date) e a volte un pochino di sostegno oltre che di conforto nel mestiere difficile di fare la madre. Ci sono però alcuni punti che non condivido affatto uno di questi è affidarsi troppo al parere di un "esperto" anziché affidarsi più che mai al proprio istinto di madre. In particolare sull' uso degli integratori non ne condivido l'uso anziché affidarsi alla alimentazione naturale. Il discorso è molto lungo e forse personalmente non appartengo alla categoria delle madri abbastanza giovani da accettare la diffusione di questo tipo di consigli teorici. Il mio punto di vista è che le madri dovrebbero meno ascoltare i consigli degli esperti e piu affidarsi alla propria forza di madre. Ti ripeto che si tratta unicamente del mio punto di vista, che non impongo a nessuno perché non mi interessa avere ragione ma ho comunque trovato inutile trattare alcuni argomenti nella tua pagina. Comunque rispetto e ammiro il tuo lavoro e ti auguro un buon proseguimento nell'approfondimento degli stessi argomenti. Buon lavoro come blogger e soprattutto come madre".

E' stato per me molto importante questo commento perchè come sappiamo, le critiche e il confronto fanno crescere molto più che i complimenti. La questione istinto materno e "il parere dell'esperto" è molto accesa dentro di me, come blogger ma anche come mamma. Come faccio infatti a "predicare" di seguire il propri istinto e allo stesso tempo scrivere un articolo su quali integratori dare quando fa caldo? Che senso ha affermare che vostro figlio non ha bisogno di una pedagogista ma di una mamma e poi pubblicare un post in cui diamo consigli su come gestire i capricci di un bambino di due anni?

Da una parte infatti credo che il nostro istinto di donne e madri sia per il 90% affossato: siamo una generazione di madri insicure, con il terrore di sbagliare e di fare del male al nostro bimbo. I media sembrano comunicare che il pericolo è dietro l'angolo, basta non sterillizare bene e può partire un'infezione. Abbiamo bisogno di video-tutorial per sentirci capaci di pulire il naso al nostro bambino, del consiglio dello psicologo e del libro per togliere il pannolino, dell'articolo della mamma blogger di turno per saper cosa fare quando fa molto caldo in estate. L'ingresso alla scuola dell'infanzia è un trauma maggiore per noi piuttosto che per i nostri figli e abbiamo enormi sensi di colpa perchè dobbiamo e vogliamo lavorare. 

Ma siamo anche quelle donne che si tirano su le maniche per mettersi in discussione, che invece di chiudere i bambini nella loro stanza "perchè devono capire fin dall'inizio che la notte si dorme, così, belli impostati fin da subito" si passano notti, mesi e a volte anni dormendo poche ore e subendo 20 risvegli, che invece di lasciar piangere un neonato lo prendono in braccio perchè sanno che non è un vizio ma un bisogno fisiologico. Siamo quelle che invece di dare una sberla nonostante siano stremate provano a cercare il dialogo per evitare la violenza e il "no perchè no". Siamo mamme che invece di propinare un'antibiotico senza farci tante domande ogni 10 minuti diamo granulini omeopatici, magari due tipi diversi, magari quattro boccettini in tutto se abbiamo due figli. Siamo quelle mamme che sanno che con una terapia antibiotica, nonostante il pediatra dica che "sono tutte cazzate", invece di andare dal parrucchiere spendiamo 20 euro per una cura di probiotici per mettere a posto il sistema immunitario del nostro bambino. 

E' tutto rosa e fiori? No, assolutamente, ma è importante secondo me fare chiarezza. 

Prima di tutto, le donne di 50 anni fa erano mamme più sicure? La risposta è assolutamente si. E' opportuno chiedersi però perchè. Secondo il mio parere due sono gli aspetti che dobbiamo tenere in considerazione. Il primo è che le donne del dopoguerra avevano sorelle, mamme, nonne, zie amiche vicino a loro, che le supportavano emotivamente, le consigliavano, davano loro una gran mano a livello pratico: prima di chiamare il pediatra la nostra nonna chiedeva a sua mamma, e poi alla zia, e magari alla sorella che di figli ne aveva avuti 5. Ora noi prima di chiamare il pediatra andiamo su internet. Ma è sbagliato internet o è sbagliato il fatto che non ascoltiamo il nostro cuore quando ci dice cosa scegliere?

Il secondo punto è che non esistevano libri se non nei ceti sociali elevati e non erano di sicuro prerogativa delle madri comuni, non c'erano trasmissioni tv, il canale di comunicazione erano unico e univoco: il sapere delle donne. La regola numero 1 della comunicazione è: più si comunica meno si comunica, meno si comunica più si comunica. La neomamma non aveva tante informazioni, aveva poche fonti di sapere, ed erano quelle punto e basta. Inoltre non era allenata a mettere in campo uno spirito critico nel senso lato della parola, ossia di analizzare pro e contro di una situazione o di una scelta, tutto era bianco o nero, non esistevano grandi sfumature a livello proprio di capacità interpretativa, almeno nella stragrande maggioranza delle persone. 

L'enorme flusso di informazioni che abbiamo noi donne e madri di oggi genera inequivocabilmente incertezza: troppe informazioni, o meglio dobbiamo essere molto forti e sicure di noi stesse per saperle gestire al meglio. E' qui che sta il punto della questione: il problema non è l'informazione ma è la capacità della mamma di scegliere e di sentirsi sicura del suo istinto di scelta. Eh si perchè l'istinto di mamma si riversa sulla scelta dell'asilo nido, sulla scelta del pediatra, sulla scelta di seguire il consiglio dell'amica, di andare o non andare dallo specialista.

Nel marasma dell'informazione e della vita frenetica spesso non riusciamo a fermarci e ascoltare il nostro istinto e sopratutto capire che a un certo punto dobbiamo dire stop: stop al continuo tour degli specialisti pediatrici, per l'otite, per il mal di pancia, per la crescita etc... Stop agli 80 euro di prodotti per evitare l'antibiotico nei mesi invernali su consiglio del farmacista. Ma come coniugare tutto ciò con la voglia di fornire al proprio figlio un percorso di costruzione della salute? 

Ogni mamma ha il suo istinto che la guida, il mio è stato quello di affidarmi a uno e un solo medico che si occupa della salute dei miei figli: è un omeopata che fin dalla loro nascita li segue con un percorso di omeopatia unicista. Seguiamo una terapia detta "di terreno" per migliorare i loro miasmi e interveniamo con i rimedi omeopatici specifici indicati da lui in fase di acuto, ossia in caso di malattia. State pensando "si, ma i costi?". Una visita da un'omeopata ha un costo di circa 100 euro, e durante l'anno si fatto 2 visite. Siamo in procinto di scrivere un libro che, dati alla mano, illustrerà come una cura omeopatica ben sviluppata abbia un impatto di spesa minore nel medio e nel lungo periodo rispetto alle cure tradizionali. Questa ripeto, è stata la MIA scelta, il MIO ISTINTO DI MAMMA mi ha portato a scegliere di affidarmi a lui. 

Per quanto concerne i miei articoli sul tema della salute, il fine principale della naturopatia è quello di ottimizzare le risorse di salute dell'organismo, di sostenere lo sforzo del corpo umano nello "stare in salute". In tutti i miei articoli spiego sempre che l'alimentazione è il punto di partenza: se immettiamo nel nostro corpo una benzina non adatta, non stiamo sostenendo il nostro organismo ma lo stiamo debilitando. Per esempio nell'articolo di ieri sulla sudamina, ho elencato i vari rimedi utili che ho testato personalmente con i miie figli e che ho trovato efficaci ma tra le voci c'era l'importanza di un'alimentazione povera di cibi acidificanti e ricca di vegetali. Ricordo spesso com'è inutile se non dannoso imbottirsi di integratori sull'onda della paura e della fantomatica "prevenzione" ancorpiù trascurando l'alimentazione, strumento fondamentale per rimanere in salute: sempre più spesso sento mamme che mi dicono "mio figlio non mangia frutta e verdura ma tanto io gli do gli integratori vitaminici così siamo a posto". Ma no, non ha senso!!! Allo stesso tempo non sempre l'alimentazione basta, e qui viene fuori la formazione in naturopatia: l'agricoltura intensiva che rende i terreni poveri crea materie prime scarse di vitamine e minerali, così come i ritmi di vita frenetici e lo stress che da esso ne deriva creano numerosi scompensi: per questo a mio parere sono utili talvolta gli integratori, non come stile di vita ma come strumento idoneo in alcune occasioni.

Ritengo giusto e doveroso condividerle le informazioni che ho testato su me stessa e i miei bimbi, perchè una mamma che si ritrova suo figlio ricoperto da puntini rossi causati dal sudore può chiedere al suo istinto cosa fare senza leggere nulla, ma magari proprio non ha idea di che cosa poter mettere sulla pelle del proprio bimbo. Io come mamma ho imparato molto dai libri e da mamme blogger, specialmente anglofone, e i loro suggerimenti sono stati per me molto utili. Questo non esclude che la base sia fidarsi del proprio istinto e introdurre benzina idonea nel nostro corpo attraverso l'alimentazione. 

E' importante secondo me distinguere la questione dell'insicurezza di noi mamme di oggi perchè non ci rendiamo conto che abbiamo un istinto materno che ci consente di fare le scelte più giuste per i nostri bambini, e l'informazione e la condivisione del sapere. E' stato per me molto interessante leggere libri di stampo montessoriano e steineriano, ma educo i miei figli secondo le mie idee e il mio istinto, non seguendo il decalogo della brava mamma montessoriana appiccicato al frigo.

L'istintualità secondo me sta nel fidarsi delle proprie scelte, non nella non-informazione. 

Giulia Mandrino

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale. 

I rimedi naturali contro la sudamina

Martedì, 21 Luglio 2015 13:21

La sudamina è un alterazione dello stato naturale dell’epidermide causato dalla stasi dei sali e degli acidi organici del sudore: lo strato epidermico del bambino nei primi anni di vita ha uno spessore di circa ¼ rispetto a noi adulti: è infatti ancora molto delicato e immaturo.

In estate capita spesso che il bambino manifesti arrossamenti di lieve o di media intensità causati proprio dal sudore. Non dobbiamo allarmarci ma possiamo seguire alcuni consigli per diminuire o eliminare del tutto questa problematica e sopratutto prevenirla: spesso infatti alcune abitudini errate e sopratutto creme, burri e oli non fanno che peggiorare la situazione. 

Ecco i rimedi naturali e i miei consigli utili per prevenire e lenire i disturbi causati dalla sudamina nei neonati e nei bambini.

I rimedi naturali contro la sudamina

  • Non lavare troppo il bambino: bagnando continuamente l’area contribuiremo a indebolire ulteriormente l’equilibrio epidermico;
  • Lasciare il più possibile nudo il bambino e vestirlo solo ed sclusivamente con indumenti di cotone o lino;
  • Far sì che il bambino beva moltissima acqua e che assuma il più possibile cibi alcalinizzanti come frutta e verdura basica (pesche, prugne, mele, pere, zucchine, carote, patate, broccoli, spinacini crudi etc). Ottimi gli estratti con frutta e verdura basica.

La crema

Per combattere la sudamina è bene utilizzare una crema protettiva (del sederino per intenderci) sulle aree interessate: io ho scelto per noi la crema protettiva alla Calendula Weleda.

La pasta protettiva mantiene “asciutta” l’area mentre la calendula lenisce gli arrossamenti. La crema protettiva non permette un perfetto meccanismo di sudorazione ma da almeno tregua alla pelle e le consente di rigenerarsi: non può quindi essere considerata un prodotto da utilizzare quotidianamente sul corpo del bambino a scopo preventivo (ad eccezione dell'area del pannoino) ma è davvero l'unico sistema efficace che ho trovato per eliminare gli arrossamenti da sudamina. C'è chi consiglia l'aloe o creme a base di vitamina D: personalmente non le ho provate sui mei figli, per cui non sono in grado di darvi un mio parere personale. Sconsiglio invece vivamente oli e burri: surriscaldano e umidificano ulteriormente una zona che necessita al contrario di essere tenuta asciutta e fresca.

Il bagno

Aggiungere al bagno la seguente ricetta:

  • 2 cucchiai di amido di riso,
  • 5 gocce di olio essenziale di lavanda,
  • 1 cucchiaio di farina di avena (facoltativo),
  • 1 cucchiaio di maizena (facoltativo; nel caso aggiungessimo sia la maizena che la farina di avena portiamo il numero di gocce di lavanda da 5 a 8),
  • 5 gocce di oleolito di calendula (facoltativo).

Mescolare bene gli ingredienti insieme e solo dopo aggiungerli all’acqua del bagnetto.

I consigli qui riportati si basano sulla mia esperienza personale di mamma. Consultate il vostro medico o la vostra medica per avere informazioni specifiche.

Giulia Mandrino

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Con il supporto giusto puoi iniziare a portare fin dalla nascita. Subito dopo il parto vi consiglio di godervi il vostro bebè pelle a pelle, pensando solo a voi. Dopo un po’ (e il “po’” sarete voi a definirlo, non esiste certamente una regola), inizierete a prendere confidenza senza forzare o forzarvi. Aiuterete il vostro bambino a passare più dolcemente dalla pancia al mondo (vedi capitolo 1 del mio libro Lasciati Abbracciare, edito da Mental Fitness Publishing). Fate attenzione alle precauzioni presenti nel capitolo 9 del mio libro e in questo articolo, se avete subìto un intervento cesareo, e condividete la scelta con un medico se il vostro bimbo è prematuro.

Il supporto, se volete provarlo poco dopo la nascita, deve essere morbido per non sfregare sulla pelle delicata del neonato, posto ben aderente al vostro petto e capace di sostenere adeguatamente il suo peso (regola valida per tutti i portabebè, sempre). Per sicurezza, ponete il neonato in posizione verticale (pancia a pancia). Quando il bambino cresce, il consiglio è scegliere portabebè e legature che seguano il suo sviluppo e le sue esigenze; più passa il tempo, inoltre, più vorrà esplorare il mondo: tenerlo come un bozzolo potrebbe farlo sentire costretto e infastidirlo.

Licia Negri, Lasciati Abbracciare, Mental Fitness Publishing

JumpingClay è una plastilina modellabile solubile in acqua, leggerissima e provvista di numerose certificazioni internazionali per la sicurezza dei bambini che ci ha davvero conquistato: ha una consistenza completamente differente dalle altre paste modellabili provare fin'ora e ciò consente di sperimentare maggiormente sia a livello di forme che di usi. Infatti possiamo far rimbalzare gli oggetti ottenuti e utilizzarli per effettuare giochi di gruppo. Ha un delizioso profumo di gelsomino ed è innocua per il corpo umano, per cui se un bambino accidentalmente la ingerisce non ci sono danni per la sua salute (questo è importante quando ci sono bambini piccoli in casa)  Circa 20 paesi hanno approvato JumpingClay come prodotto eco-friendly grazie anche alle certificazioni ottenute come Q-mark, SGS (Test ufficiale internazionale per sostanze non tossiche), CE (Certificazione di qualità Europea), TRA,etc.

Ma JumpingClay non è solo una fantastica plastilina: è un format innovativo e unico sul mercato che permette agli STORE e alle ACCADEMIE affiliate, l'utilizzo e la vendita della plastilina JUmping Clay e programmi di modellazione creativi per bambini, ragazzi e adulti che migliora la sensibilità artistica e la capacità di apprendimento. Con oltre 550 centri attivi nel mondo e 6000 istruttori certificati, JumpingClay garantisce  una formazione costante grazie a una ricerca costante della casa madre per sviluppare programmi e attività di gioco dei bambini e adulti, terapia attraverso l'arte della modellazione.

Il primo centro Jumping Clay in Italia lo trovate a Torino in Corso Orbassano:  creato in sinergia con la catena Yungo, è il posto giusto per provare per la prima volta questa strepitosa pasta modellabile e scoprire i corsi proposti per i più piccini. Ma potete acquistare la pastilina nell'online store di JumpingClay www.jumpingclayitalia.com/ e nella catena Yungo

Giulia Mandrino

http://www.jumpingclayitalia.com/

Affrontiamo ora una delle questioni più delicate e controverse relative al portare: questa prevede che il bambino sia posizionato verticalmente, con la schiena aderente al torso del portatore, rivolto verso il mondo (come nell’illustrazione). 

Quando si porta un bambino in fascia la posizione fronte strada è adatta al benessere del bambino oppure è dannosa per la sua crescita, in particolare per anche e schiena? 

Cerchiamo insieme di comprendere se è una posizione benefica per il bambino o se è meglio evitarla con la ricerca fatta da Licia Negri nel suo libro, Lasciati Abbracciare, edito da Mental Fitness Publishing. 

"La maggior parte della letteratura scientifica e la community del babywearing sono concordi nel considerarla non adatta a neonati e bambini molto piccoli; le opinioni divergono nettamente quando si tratta di bambini più grandicelli: le scuole di babywearing tendenzialmente rimangono ferme nello sconsigliarla in toto; la comunità scientifica invece si divide tra coloro che la considerano non appropriata e altri che la raccomandano da una certa età in poi. Ho ritenuto, quindi, doveroso offrirvi diversi punti di vista indirizzando alcune domande a rappresentanti del comparto scientifico totalmente a favore di questa posizione. Sotto trovate la mia intervista al Dr. Ragnar Olegård, Professore Associato di Pediatria e precedentemente Direttore della TIN presso l’ospedale di Sahlgrenska dell’Università di Gothenburg, in Svezia; di seguito, le testimonianze di altri due specialisti.

Prof. Olegård, secondo Lei, la posizione fronte strada interferisce nello sviluppo della colonna vertebrale del bambino?

“No, la posizione fronte strada non interferisce nello sviluppo della colonna vertebrale del bambino”.

A partire da che età è consigliata?

“Noi raccomandiamo la posizione fronte strada, alternata a quella fronte portatore, a partire dai 4-5 mesi. A questa età il bambino riesce a sostenere la testa e la sua posizione autonomamente. Alla nascita la posizione fronte portatore è importante per consentire un contatto viso a viso nel quale il bambino può rispecchiarsi, imitare la mimica del genitore, parlare e cantare, tutte cose importanti per lo sviluppo psico- motorio del bambino e per il bonding genitore-bebè. Dai 4 mesi, il bambino comincia ad essere interessato anche ad altro che lo circonda e può iniziare a esplorare il mondo nella posizione fronte strada, in stretta comunicazione con l’adulto portatore”.

Che cosa succede alla colonna vertebrale e alle anche di un neonato (0-3 mesi) se viene portato in questa posizione?

“Noi non raccomandiamo la posizione fronte strada prima dei 4 mesi dalla nascita a termine per i motivi sopramenzionati. Non ci sono comunque dati o ragioni che facciano indurre sia dannoso per la colonna vertebrale o le anche. In ogni caso, non la raccomandiamo”.

Quanto tempo è possibile portare un bambino continuativamente (massimo ore/giorno)?

“Potete portare il bambino dell’età raccomandata a seconda della posizione finché si sente comodo. Se non è comodo, toglietelo dal portabebè oppure cambiategli posizione”.

Che caratteristiche deve avere un portabebè per poter portare in modo sano un bambino in questa posizione?

“Un portabebè deve dare un corretto supporto al corpo, alle anche e alla testa, consentire una ‘posizione seduta naturale’, dare la libertà di muovere gambe e braccia. Una sling, nella cosiddetta posizione orizzontale, non è adeguata in quanto costringe le gambe e le anche in una posizione allungata troppo stretta”.

Un altro medico, il Dr. Cesar G. Fontecha, anche lui a favore della posizione fronte strada, sostiene che “non c’è più nessun rischio di displasia all’anca a partire dal terzo mese di vita del bambino”. L’IHDI parla invece di “riduzione”— non “assenza” — del rischio dopo i 6 mesi. Il Dr. Klaus Parsch sostiene che intorno ai 4 mesi, quando i muscoli del collo e della schiena sono sufficientemente forti per sostenere la testa, i supporti possono essere utilizzati nella posizione fronte strada.

Come è evidente, non vi è una posizione univoca sul tema; nell’incertezza, quindi, suggerisco la posizione più cautelativa: aspettare i 6 mesi, praticarla per brevi intervalli di tempo e soprattutto sincerarsi che i supporti utilizzati abbiano le caratteristiche illustrate nel mio libro Lasciati abbracciare, edito da Mental Fitness Publishing, alcune di queste proposte in questo articolo. Fino a non molto tempo fa, infatti, i marsupi che prevedevano di far stare il bambino in questa posizione non rispettavano minimamente la sua fisiologia; ultimamente ci sono stati grandi passi in avanti e sono stati introdotti accorgimenti strutturali importanti.

Ciò detto, personalmente non ho mai amato tale posizione e non solo per ragioni di ordine posturale. Oramai i luoghi in cui viviamo (esclusi pochi fortunati) sono pieni di stimoli improvvisi, rumori, luci. Il bebè potrebbe essere, quindi, sovrastimolato senza ricevere la rassicurazione immediata dello sguardo e del viso della mamma, che in modalità fronte strada non sono più nel suo campo visivo. Una buona alternativa per i bambini curiosi che amano scoprire il mondo, può essere la posizione sulla schiena (mai prima che il bimbo riesca a sorreggere bene la testa autonomamente). Da lassù gli alberi sono più vicini... e si riesce a vedere anche la mamma!

Licia Negri, Lasciati Abbracciare, Mental Fitness Publishing


Potremmo domandarci: portare bene dipende solo dal supporto che usiamo? "Certamente scegliere un buon portabebè è importante" spiega Licia Negri nel suo libro Lasciati abbracciare, edito da Mental Fitness Publishing "ma la risposta è NO. Nessun supporto, se indossato scorrettamente, potrà darvi comfort e sicurezza. Non esiste, infatti, un modello perfetto in sé ma esistono delle condizioni che devono essere soddisfatte per praticare un corretto babywearing. Come in molte altre situazioni che riguardano i nostri figli, ricordiamoci che spesso siamo noi e la nostra vigilanza a fare la differenza."

Scopriamo insieme i punti da tenere in considerazione quando comprate una fascia per portare voi e il vostro bambino 

Nel capitolo 7 del libro di Licia Negri Lasciati abbracciare, dedicato specificatamente ai vari tipi di supporto, troverete le caratteristiche distintive e informazioni più dettagliate su ogni tipologia; nei capitoli 6 e 10 potrete valutarle attraverso delle tabelle comparative. Ancora più importante, da legere con attenzione, sarà il capitolo 8 dedicato alla sicurezza, per essere consapevoli dei rischi legati al portare e di come prevenirli.

Regolabilità

"Il supporto dovrebbe essere progettato per essere regolabile, per adattarsi non solo alla grandezza del bambino ma anche alla vostra corporatura e al vostro abbigliamento. Ad esempio, un conto è portare in estate, quando indossate solo una leggera t-shirt, un altro in inverno, con un doppio strato di maglioni.
Le fasce sono supporti regolabili per definizione, ne vengono proposte di varie lunghezze: controllate prima dell’acquisto che siano sufficientemente lunghe per il tipo di legatura che volete fare, trovate indicazioni in proposito nella tabella del capitolo 7. Nel caso propendiate per altri tipi di supporto, verificate che la regolazione (minima e massima) sia adatta alla vostra corporatura.
Un buon supporto regolabile vi consente di sistemare bene il bambino e fare in modo che anche e schiena siano in una posizione fisiologicamente corretta mentre lo portate; permetterà inoltre di adattarlo alla corporatura vostra e a quella del papà. La possibilità di regolare il supporto vi servirà per seguire la sua crescita, e per ottenere quell’abbraccio confortevole e perfetto per voi e per il bebè.

 

Supporto per la testa del bambino

"Marsupi ergonomici e Mei Tai devono prevedere un supporto per la testa del bambino, soprattutto se il produttore li presenta come destinati a un utilizzo fin dalla nascita. Nelle fasce la funzione di supporto viene assolta dal tessuto stesso e quindi bisogna prestare attenzione, quando si esegue la legatura, a portarne un lembo fino al punto in cui lo stesso sorreggerà la testolina del bambino. Il supporto (o il tessuto) fa sì che questa non sia “a ciondoloni”, e vostro figlio non sia letteralmente sballottato quando vi muovete. Ricordiamo che fino a circa 4 mesi un bebè non è in grado di sostenere il peso della testa autonomamente, perciò la presenza di un adeguato sostegno è fondamentale; a mio avviso il reggitesta è importante anche quando, crescendo, riuscirà a reggere il peso della testa da solo: spesso capita che il bambino si addormenti e così sarà protetto.


Baricentro del portatore

Il baricentro del portatore non deve essere spostato dal peso del bambino. Per comprendere meglio ciò che scrivo, fate una prova: prendete in braccio una borsa della spesa (o un altro oggetto pesante) e fate qualche passo tenendola ben aderente al vostro corpo; ora provate a fare altrettanto ma staccandola anche solo di 10 cm dal petto. Sentite la differenza? Il vostro corpo si piegherà all’indietro per controbilanciare il peso e la schiena non vi ringrazierà... Il bambino deve essere, quindi, abbracciato ben aderente a voi (avete presente come fanno i koala?), non a penzoloni di lato, davanti o dietro. Ricordate quanto stava stretto nella pancia... quindi non preoccupatevi!
Non dimentichiamo di controllare i lati del portabebè, soprattutto nei modelli in cui vi è un pannello centrale che viene alzato sul corpo del bam- bino (es: marsupio ergonomico e Mei Tai): devono essere ben aderenti a lui, per evitargli di scivolare lateralmente o di accasciarsi in posizioni non sicure.

 

Un occhio alle indicazioni su peso ed età

Le confezioni dei portabebè riportano indicazioni su peso ed età. Sappiamo bene quanto la loro combinazione non sia un indicatore sempre attendibile: alla nascita troviamo bimbi molto piccoli o molto grandi. Alcuni crescono tanto in una prima fase, altri presentano i cosiddetti scatti di crescita più tardi. Suggerisco, quindi, di prestare maggiore attenzione al peso che all’età: è un indicatore più attendibile. Molti supporti vengono indicati come idonei fin dalla nascita. Abbiamo visto nei paragrafi precedenti che il neonato tendenzialmente assumerà la posizione fetale rannicchiata nel primo periodo di vita, quindi è importante che un portabebè con questa indicazione sia in grado di supportare bene tale posizione. Le fasce, nel primissimo periodo, sono le più indicate.

 

Comfort di mamma e papà

Non dimentichiamo la nostra comodità. Più il bambino diventa pesante, più è importante che il supporto consenta una distribuzione del peso su una superficie ampia del torso del portatore. Le bretelle che poggiano sulle spalle devono essere sufficientemente larghe o ben imbottite, in modo che il muscolo vicino al collo, il trapezio, non sia iper sollecitato; la larghezza delle stesse, per i modelli e le posizioni che prevedono un incrocio sulla schiena del portatore (es: posizione davanti nel Mei Tai), deve essere mantenuta per 3⁄4 della bretella, in modo tale che il peso del bambino sia ben distribuito sulla schiena dell’adulto. Tra i modelli con la cintura in vita preferiamo, inoltre, quelli che offrono un buon supporto lombare. Se scegliete fasce che caricano il peso su una sola spalla (es: sling ad anelli, Pouch), ricordate di cambiare spesso lato e sinceratevi anche in questo caso che il peso sia distribuito su una superficie ampia di tessuto, in modo da non caricarlo tutto su un unico punto (altrimenti ahi!). Sconsiglio vivamente, non solo per il benessere del bambino.

Licia Negri, Lasciati Abbracciare, Mental Fitness Publishing

 

Sara

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Cecilia

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