I pannolini sul web sono un argomento fortemente dibattuto tra le mamme: c'è chi ritiene che solo quelli di una grande marca siano validi, c'è chi ritiene che solo i Pampers piuttosto che gli Huggies tengano bene la pipì del bambino; altre mamme invece preferiscono quelli dei discount come quelli Lidl o ancora quelli che si trovano nei supermercati, come quelli a marchio Coop piuttosto che Despar. Mia sorella usava solo Huggies, io ho alternato al 90% Pampers e lavabili con entrambi i miei bimbi.
Un pannolino usa e getta per essere adatto al nostro bimbo deve avere:
- proprietà assorbenti: deve trattenere pipì e pupù senza farla uscire. Non solo, deve essere in grado di adattarsi all'evoluzione del bambino, perchè la cacca dei 2 mesi non è quella dei 20 mesi.
- deve adattarsi all'anatomia del bambino: il bambino non solo cresce, ma il corpo maschile è diverso da quello femminile, per cui in alcuni casi alcuni pannolini sembrano adattarsi meglio alle femmine ma non troppo ai maschietti.
- non si devono rompere: io odio, e dico odio, i pannolini che quando stringi per chiuderli si rompono.
- devono resistere al movimento: ci sono alcuni bambini che si muovono molto, come i miei due cinghialotti, altri che si muovono poco. Esistono bambini che fanno molta pipì di notte, altri meno.
- non devono provocare dermatiti: ci sono bambini che non tollerano pannolini usa e getta per un determinato periodo (così è capitato alla mia Emma durante la dentizione), altri che non li tollerano fin dalla nascita. In alcuni casi sembra che alcune marche provochino arrossamenti a un bambino, ma incontrando l'amica scopri che è proprio la marca x che al contrario di te sembra essere perfetta per contenere la dermatite del suo piccolo.
Cosa significa tutto ciò? Per me significa che come al solito ogni bambino (e ogni mamma) è un universo a sè, e ognuna di noi deve provare, osservare e seguire il proprio istinto, anche negli acquisti: abbiamo purtroppo sempre l'aspettativa che "il bambino" sia un'entità a sè stante. Avete letto però quante variabili esistono? Sono infinite in quanto infiniti sono i modi di essere così come l'anatomia del bambino. E tutto il tempo recuperato da grandi confronti sul pannolino migliore dell'altro in un forum, lo possiamo investire per prenderci un bel quarto d'ora di relax da sole o con il nostro piccolo.
Giulia Mandrino
Mammapretaporter.it
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Esperta in medicina d'urgenza, agopuntura, auricoloterapia, fiori di bach, iridologia. Appassionata di alimentazione in particolare vegetariana e vegana (campo in cui spero di arricchire presto le mie conoscenze) e di yoga. Vivo con mio marito e due bimbi pelosi... ma siamo in attesa del nostro primo cucciolo di uomo, Ethan, che sarà tra noi a brevissimo. Questa gravidanza mi ha permesso di avvicinarmi al mondo delle "happy natural mommy" e di capire che potevo dare il mio contributo con le mie conoscenze...quindi, stay tuned!! la medicina non avrà (quasi ) più segreti!
Dott. Luca Roasio, pediatra e omeopata
- Scuola di Medicina Bioterapica Italiana (SMB-Italia) dal 2008 al 2010
- Scuola Italiana per lo Studio e la Divulgazione dell'Omeopatia Hahnemanniana dal 2011 al 2013
Percorso professionale: Diploma di Maturità Classica conseguito c/o Istituto Sociale di Torino nel 1993. Laurea in Medicina e Chirurgia il 25/07/2000, con punteggio 110/110 e lode conseguita c/o Facoltà di Medicina - Università di Torino. Iscrizione Albo Medici Chirurghi di Torino 1° sessione 2001 (numero 19329) Conseguimento della Specializzazione in Pediatria il 24/11/2005 con punteggio 70/70. Dottorato di Ricerca in Pediatria Sperimentale XXI Ciclo c/o Dipartimento di Pediatria Università di Torino conseguito il 25/02/2009. Collaborazione dal 1999 al 2003 con la Divisione di Malattie Metaboliche, c/o Ospedale Infantile Regina Margherita, Università di Torino. Collaborazione da Settembre 2003 a Novembre 2005 con la Divisione di Nefrologia Pediatrica, c/o Ospedale Infantile Regina Margherita. Fellowship di ricerca c/o la Divisione di Nefrologia del Toronto General Hospital, c/o l'Università di Toronto.
Dal 2006 sono assunto come Dirigente Medico Pediatra nei seguenti Ospedali:
Dal 2006 al 2009 c/o l'Ospedale di Ciriè (To)
Dal 2009 al 2010 c/o l'Ospedale di Rivoli (To)
Dal 2010 sino a tuttora c/o l'Ospedale E. Agnelli di Pinerolo (To).
Attivita di Docenza presso l'Univ di Milano in Biotecnlogie e Medicina Naturale È' Docente presso I seguenti Master Universitari presso l'Univ di Pavia in Nutrizione Umana; Master in Nutraceutica e Nutrigenomica; Master in Nutrizione e Sport: È' libero professionista Direttore Sanitario dell'Istituto di Medicina Biologica di Milano Direttore Sanitario dell'Istituto di Medicina Genetica Preventiva Personalizzata di Milano Vice presidente dell'Associazione Ricerche Terapie Oncologiche Integrate ARTOI di Roma
Mi chiamo Ilaria e sono mamma di Massimo e Viola.
Grazie a loro, ho iniziato ad avere la passione ed il desiderio di formarmi sul mondo del maternage per accompagnare e supportare le donne nel pre parto, durante il parto e nel post partum. In seguito a numerose formazioni sull'allattamento al seno, sulla comunicazione empatica, sul sostegno alle donne ecc., mi definisco Accompagnatrice Perinatale, cioè colei che offre supporto e sostegno emotivo in un periodo della vita decisamente particolare.
Ho fondato così Babywearing Italia, Centro Studi per il Babywearing di cui sono Referente e Formatrice per i corsi per diventare Consulente Babywearing Italia ed ho fondato l'associazione ed il Marchio Babywearing Italia di cui attualmente sono il Presidente.
Insegno la tecnica del portare i bimbi in fascia come pratica di accudimento ma anche come un modo antico ma moderno, comodo e pratico di portare i bambini.
Nel babywearing infatti non esiste un supporto corretto per tutti, ma ogni donna, ogni genitore ed ogni bambino ha una sua personale esigenza ed io sono pronta ad accompagnarli nel proprio percorso.
Credo nella riscoperta e nella valorizzazione della pratica del babywearing, antica e moderna così tanto da venire incontro alle esigenze e necessitá della vita di oggi.
Credo che il babywearing possa avere benefici per i bambini, per i genitori, i fratelli, le sorelle, per tutti coloro che sì occupano della genitorialità e della coppia mamma bambino.
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Dott. Carlo Casu, medico omeopata
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Mamma pret a porter è il web magazine dedicato al mondo dell'alimentazione naturale e del benessere per la famiglia moderna.
Maturità classica e laurea in economia in Bocconi, svariate esperienze di studio all’estero in particolare in India e in Sud Africa. Dopo aver lavorato un paio d’anni nel settore pubblicitario come strategic media planner, nel 2007 entra nell’azienda di famiglia prima formandosi in ambito editoriale attraverso un esperienza nell’editoria scolastica, poi con la creazione del brand Mental Fitness Publishing specializzato in tematiche quali benessere, crescita personale
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Giornalista, laureata in Lettere e Storia dell'arte, Sara è web content editor e si occupa di temi legati al benessere, alla maternità, all'educazione e alla letteratura per bambini, alla sostenibilità e all'inclusione. Legge moltissimo, regala (e si fa regalare) libri e vive in una mansarda arredata con mobili vintage e usati, sostenendo come può l'economia circolare di cui parla spesso su questo web magazine.
Scrive per Mamma Pret A Porter dal 2015: potete leggere i suoi articoli qui.
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Brasiliana cresciuta a Piacenza, Hellen ha studiato illustrazione alla scuola Internazionale di Comics a Reggio Emilia e motion graphic design alla Cfp Bauer a Milano.
Ogni anno si celebra ad Ottobre la settimana del babywearing: quest'anno il tema è "Embrace you world", quindi abbraccia il tuo mondo. E come dice Licia Negri nel suo libro Lasciati Abbracciare, l'abbraccio di mamma (ma anche del papà, della nonna, della zia etc...) è un mezzo potentissimo per star bene con il proprio piccolo a 360° gradi.
Spesso noi adulti, presi dalla frenesia quotidiana, ci dimentichiamo quanto un abbraccio possa creare intense sensazioni benessere non solo a livello emotivo ma anche fisico: ma gli abbracci rafforzano il sistema immunitario e icrementano la secrezione degli ormoni della felicità. La ricerca scientifica ci ha infatti mostrato che un abbraccio è il modo migliore per far si che il nostro corpo produca ossitocina, anche conosciutoacome "ormone dell'amore" che rilassa il nostro sistema nervoso e produce emozioni positive. Ma non finisce qui: le ultime ricerche in ambito delle neuroscienze dimostrano che l'abbraccio favorisce l'abbassamento della pressione in soggetti ansiosi, diminuisce i livelli di cortisolo detto anche l'ormone dello stress, migliora la qualità del sonno, aumenta il senso di appartenenza a un gruppo e in generale ha enormi effetti positivi su benessere psico-fisico della persona.
Il neuroeconomista Paul Zak, conosciuto come il "Dr. Love," consiglia almeno 10 abbracci al giorno per essere felici nella vita!
Ed è proprio di questi ormoni della felicità che ha bisogno una neomamma per affrontare lo stress dell'accudimento: quando si parla di babywearing e uso della fascia portabebè si elencano i numerosi benefici che questa pratica ha per il bambino, ma come spesso capita, la mamma sembra dimenticata. Non è così! Portare in fascia ha tantissimi benefici anche per noi mamme:
- in primis il contatto pelle a pelle con il bambino aiuta la produzione dell'ossitocina da parte del nostro corpo
- abbiamo la possibilità di fare altro perchè abbiamo due mani libere
- l'accudimento è molto più semplice perchè tendenzialmente i bambini portati dormono più facilmente e più a lungo e piangono meno.
Per questa babywearing week abbiamo allora pensato di celebrare i benefici del babywering per noi mamme, quindi come la pratica del portare migliori la nostra (faticosa) giornata!
Ecco allora il nostro secondo giveaway sul babywearing: #EmbraceYourSelf
Come partecipare:
inviate una vostra foto di babywearing a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o alla nostra pagina Facebook via messaggio o su Instagram taggando @mamma_pret_a_porter con l'hashtag #EmbraceYourSelf.
Nella descrizione dell'immagine raccontateci brevemente cosa sia per voi il portare in fascia e i benefici che percepite. Potete anche esprimere le vostre emozioni citando una poesia, o un testo.
La giuria:
Quest'anno la vincitrice del giveaway sarà scelta da Ilaria Cinefra, presidente dell'Associazione BabywearingItalia e da Licia Negri, autrice del Libro Lasciati abbracciare, edito da Mental Fitness Publishing e fondatrice del marchio made in Italy di fasce portabebè Mhug.
Il regalo:
La vincitrice riceverà in regalo il libro Lasciati Abbracciare di Licia Negri per scoprire tutte le modalità per portare il proprio piccolo in sicurezza e il Mei Tai Mhug Japan, per una valore di oltre 130 euro.
Tutte le foto saranno pubblicate sulla pagina Facebook di Mamma Pret a Porter.
Per info scrivete a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Vi aspettiamo numerose!
Giulia
Giulia Mandrino
Ecco alcuni consigli per il cambio del pannolino del bambino: i consigli di mammapretaporter.it per prendersi cura naturalmente del bambino
- usate acqua corrente e poche salviette: come scritto nel nostro libro Mamme pret a porter, è importante usare il meno possibile salviette umidificate e lavare il bambino sotto acqua corrente. Prova anche la nostra ricetta per fare in casa le salviette per il cambio.
- a meno che il bambino non abbia fatto la cacca non utilizzate saponi
- scegliete saponi delicati con un INCI che non contenga questi ingredienti poco naturali
- mettete la pasta protettiva solo se il sederino è arrossato. Potete fare la vostra pasta protettiva homemade seguendo questa ricetta.
- ecco alcuni consigli da seguire in caso di dermatite
Dopo i primi mesi di vita passati in simbiosi, spesso noi mamme abbiamo la necessità di staccarci dal nostro bambino per rientrare a far parte del mondo del lavoro. Con l’arrivo del bebè abbiamo dovuto affrontare un cambiamento sostanziale nei nostri ritmi, tempi, spazi, priorità della vita, abbiamo impiegato energie immani per adattarci alla nostra nuova vita di mamme. Dal nostro tran tran quotidiano fatto di lavoro, spesa al supermercato, palestra e ogni tanto un aperitivo con le amiche, siamo passate improvvisamente a poppate, cambi pannolini e risvegli notturni.
Le nostre priorità ora sono: quanto ha mangiato? Quando deve mangiare? Ha fatto la cacca oggi? Non ce lo ricordiamo neanche più il sapore di un aperitivo! Figuriamoci che cosa ricordiamo del nostro posto di lavoro! È come se avessimo fatto un salto su un altro pianeta e ora... ci viene chiesto di tornare sulla Terra. Pronto, pronto! Tempo scaduto, è ora di tornare tra noi e ricominciare a produrre! Al lavoro! Oddio, che ansia.
I pensieri nella nostra mente si affollano, si contraddicono l’un l’altro, proviamo disorientamento, confusione, indecisione.
"Sarà giusto lasciare il bambino? Sì, sì lo devo fare! Non ho alternative... ma poi è un bene per lui che deve imparare a stare anche senza di me per non essere un mammone... Anche se so già che mi mancherà, che se comincia a piangere quando me ne vado mi spezzerà il cuore... e poi chissà che cosa dirà mia suocera che lo lascio già tutto il giorno!"
Il nostro mondo ovattato fatto di profumo di bimbo (non sempre è profumo...) deve far posto al mondo lavorativo. Proprio ora che avevamo preso il ritmo giusto, che finalmente avevamo messo a punto un minimo di organizzazione pratica nella gestione del bimbo, che riuscivamo a decodificare bene i suoi segnali, che cominciava a darci un po’ di soddisfazione mostrando di riconoscerci con un bel sorriso, ecco che dobbiamo affrontare un altro cambiamento impegnativo, sia dal punto di vista pratico che psicologico. Dobbiamo decidere a chi affidare il nostro
bimbo e tornare nel mondo del lavoro.
Spesso i sensi di colpa ci assalgono. Siamo combattute tra il pensiero di ciò che ci sembra la condizione migliore per il nostro bambino e ciò che ci sembra il meglio per noi o ciò che semplicemente sappiamo di dover fare.
A volte il lavoro non è la soddisfazione principale della nostra vita, a volte proprio non ci piace, ma sappiamo che non possiamo farne a meno per il sostentamento economico della famiglia. Nelle situazioni in cui il lavoro è vissuto male e si preferirebbe, potendo scegliere, restare a casa con il bambino, più che il senso di colpa si vive soprattutto un senso di ingiustizia: siamo impossibilitate nella nostra libertà, siamo costrette nella scelta, nostro malgrado, e questo può portare un senso di frustrazione e desolazione. Non ci sentiamo delle buone mamme e non saremo, neanche delle efficienti lavoratrici.
A volte invece desideriamo davvero riprendere la nostra attività lavorativa, sentiamo la mancanza del nostro ruolo produttivo. E anche in questo caso le emozioni che si provano sono negative, in conseguenza dei sensi di colpa. Spesso queste sensazioni sono il frutto di errate premesse, di pregiudizi circa il ruolo materno, alimentati spesso dalle persone che ci circondano. È ancora purtroppo opinione diffusa che
una mamma che lavora e che affida il suo bimbo ad altre persone non possa essere una mamma attenta e premurosa quanto la mamma che trascorre tutto il suo tempo con il proprio bimbo. Ancora troppo facilmente e superficialmente si mettono in relazione di causa-effetto eventuali problematiche comportamentali dei bambini alla quantità di tempo che trascorrono con la mamma.
Troppo frequentemente si giudicano negativamente le mamme che tornano a lavorare dopo pochi mesi dal parto. Non parliamo poi delle mamme che potrebbero decidere di fare solo le mamme e invece scelgono volontariamente di tornare al lavoro! Non ci sono più le mamme di una volta... In realtà ciò che è indispensabile per la crescita serena e armonica della personalità di un individuo non è la quantità di tempo trascorsa con i genitori, ma la qualità. Non è una frase fatta per consolare le mamme lavoratrici.
Sono profondamente convinta che il benessere del bambino sia inevitabilmente condizionato dal benessere della mamma e dallo stare bene con lei. Se la mamma può e decide di trascorrere tutto il suo tempo con il proprio bambino serenamente e con reale compiacimento, interpreta il suo ruolo materno come unico obiettivo della propria vita, senza forti esigenze che la spingono verso il mondo del lavoro, certamente il bambino crescerà serenamente. Stare con la mamma è stare bene.
Diversa è la situazione di quelle mamme che patiscono il fatto di trascorrere tutto il loro tempo da “mamme”, o che hanno l’esigenza economica di non fare solo le mamme! Il bambino ha bisogno, e aggiungerei ha diritto, di avere una mamma serena, realizzata, felice, in grado di entrare in relazione con lui in modo sano, costruttivo.
Molte mamme vivono purtroppo situazioni di forte stress psicologico dovuto al carico enorme di responsabilità e impegni che la maternità comporta. Devono dedicarsi notte e giorno all’accudimento del loro bambino, isolandosi dal resto del mondo e trascurando se stesse e ogni loro interesse. La maternità dovrebbe anche essere piacevolezza, desiderio di stare col proprio bambino, voglia di giocare con lui, reale compiacimento per entrambi. Quando non è così, la presenza costante della mamma col bambino porta stress e malessere sia all’una che all’altro. La mamma c’è, ma è come se non ci fosse.
Una mamma che ha una propria attività lavorativa, che si sente realizzata e che torna stanca ma soddisfatta dal proprio bambino dopo una giornata di lavoro, potrà riabbracciarlo e viverlo con tutta l’intensità e il desiderio reale di stare con lui: entrambi beneficeranno di questo ricongiungimento e vivranno momenti di vera felicità e benessere. È importante poi che si dedichi il giusto tempo per stare e fare insieme delle cose: il resto della giornata consente di ritrovarsi e condividere vari momenti importanti di accudimento, come il bagnetto, la cena e la nanna. La mamma qui c’è un po’ meno... ma è presente davvero!
Dott.ssa Monica Contiero, Mamme pret a porter, il primo anno insieme, Mental Fitness Publishing
La legatura a croce, anche chiamata X fasciata, FWCC o Front Wrap Cross Carry, è una tipologia di legatura che si effettua con una fascia lunga elastica o rigida: è adatta per bambini sin dal primo mese ed è particolarmente pratica e veloce da indossare: sono possibili due varianti, la prima nell'immagine a destra con uno strato, e la seconda a tre strati.
Qui sotto le infografiche tratte dal libro "Lasciati Abbracciare" di Licia Negri, edito da Mental Fitness Publishing.