L'innovativa scuola San Giuseppe di Meda

Ho temporeggiato un po' a scrivere questo articolo: come tutte le cose a cui tieni tantissimo sei diviso tra l'entusiasmo e la paura di non essere in grado di renderne giustizia. Farò quindi del mio meglio per raccontarvi una realtà che io reputo davvero meravigliosa, e alla quale non posso che esprimere la mia gratitudine. 

La scuola San Giuseppe è una scuola paritaria che si trova a Meda, in provincia di Monza e Brianza. E' una scuola parocchiale, e prevede un contributo fisso mensile da parte dei genitori e un aiuto pubblico a seconda della fascia Isee di appartenenza. La scuola inoltre viene assolutamente incontro ai genitori che hanno desiderio di sceglierla come scuola primaria per i propri figli ma non hanno la possibilità di provvedere al contributo fisso. Inizio con questo punto perchè credo possa essere l'unico deterrente all'iscrizione del proprio figlio e tengo a precisare la possibilità di dialogare con la direzione in merito. 

Iniziamo a raccontare la proposta stupenda di questa scuola! Le grandi competenze umane e professionali della direttrice, la dott.sa Claudia Polloni, hanno portato la San Giuseppe ad effettuare una vera e propria rivoluzione negli ultimi dieci anni, rendendola una realtà assolutamente innovativa e all'avanguardia sia a livello didattico che pedagogico: sono state visitate scuole Montessoriane, Steineriane e le scuole Senza Zaino per osservare e portare alla San Giuseppe ciò che si riteneva maggiormente utile al fine di creare un'offerta formativa eccellente a 360°. Si, perchè la scuola non è solo il luogo dove si impara a leggere e scrivere, ma la "società" in miniatura, dove il piccolo impara molto della vita: per questo all'interno dello staff sono presenti non solo maestre (quasi tutte laureate e alcune che stanno prendendo la seconda laurea con progetti di didattica sperimentale proprio in San Giuseppe), ma anche educatrici. Ritengo questa sinergia davvero efficace e valida per il bambino.

Ecco alcuni punti che mi hanno portato a scegliere per mio figlio la scuola San Giuseppe di Meda: 

1. Didattica basata sull'esperienza non sulla passività: imparare non significa appiccicare le nozioni, significa fare esperienza a 360° dell'oggetto di studio così da far si che il bambino impari davvero. Non è uno studio finalizzato a prendere un voto alto e superare la verifica, ma a interiorizzare il concetto. Si parte dal presupposto che gli esseri umani abbiano 13 intelligenze, per cui qualcuno imparerà scrivendo, altri ripetendo, altri ascoltando e molti, moltissimi facendo. Così la lettera A prima di essere scritta 10 volte su un foglio viene creata con materiali, cantata, modellata con i propri corpi coricati a terra e solo alla fine viene scritta su un foglio. Per sviluppare la così detta "manualità fine", non è necessario passare le ore a copiare frasi alla lavagna come purtroppo spesso si verifica nelle scuole: lo stesso risultato si ottiene allenando il piccolo con ago e filo (le lettere vengono cucite sul cartoncino!) per esempio ma il bambino sarà felice e si impegnerà il doppio perchè maggiormente motivato.  Così la materia "entra" davvero, questo è apprendimento. Così si costruiscono solide nozioni a mio parere. 

2. L'aspetto motorio: i bambini di 6-7 anni imparano principalmente con il corpo, sono gli studi pedagogici degli ultimi 100 anni a dimostrarlo. Inutile inchiodare i bambini ai banchi per ore, metterli in difficoltà e renderli poco interessati all'argomento, lamentandosi del basso rendimento. Meglio far si che il bambino impari attraverso il corpo: così trovi tuo figlio a far lezione in cortile per creare "insieme gruppi omogenei per colore di scarpe" e loro corrono da una parte all'altra per fare gruppi secondo le indicazioni della maestra. In questo modo mettono in gioco non solo la materia ma anche la capacità di collaborare, il tutto divertendosi e applicando le nozioni. Così l'inglese si impara spesso facendo le scenette, quindi mimando il "fare la spesa" o cantanto, perchè tutti sappiamo che il modo migliore per imparare la lingua è trovarsi nella situazione! Allora perchè limitarsi a un "fill in the gap" per poi non capire nulla quando si scende dall'aereo a Londra?

3. I banchi e la classe: i banchi non sono organizzati in maniera tradizionale ma in gruppi e la cattedra è solo una scrivania per la maestra. In questo modo i bambini possono lavorare in WORKSTATION: "lavorare in workstation ha lo scopo di personalizzare la didattica nel rispetto dei tempi di lavoro di ogni alunno. Questa modalità dà la possibilità ai bambini di interagire e collaborare all’interno del gruppo. Rende maggiormente autonomi i bambini rispetto al loro operato all’interno di una dinamica di gruppo. Le workstation sono funzionali all’inclusione di tutti i bambini della classe, con le loro specificità.

Il lavoro è suddiviso ad isole e può essere usato in più modi:

gruppo omogeneo per livello: è caratterizzato da lavori di esercizio in gruppo con attività differenti nell’ambito della stessa materia e argomento (es. addizioni facili, medie, diffcili); ogni postazione affronta l’argomento con gradi di diffcoltà differenti per permettere il recupero o il potenziamento.

gruppi non omogenei per livello: lavori di esercizio con attività o materie differenti per ogni stazione, quindi con obiettivi diversi (es.corsivo, ortografa, tecnologia). È richiesta la collaborazione e il lavoro in gruppo per portare a termine il compito che l’insegnante
può supervisionare in modo da personalizzare il suo intervento.

lavoro individuale di esercizio.

L'insegnante in questo modo può per esempio organizzare l'aula con 3 gruppi che lavorano in autonomia su esercizi che sono in grado di svolgere senza il suo supporto diretto e concentrarsi (sedendosi accanto) su un quatro gruppo che invece tratta un argomento nuovo o che necessita di uno specifico intervento. Chiaramente la qualità del lavoro è significativa. 

4. PROGETTO AULA VERDE: "il progetto dell’aula verde alla scuola San Giuseppe nasce della convinzione che l’organizzazione di uno spazio all’aperto inserito in un contesto scolastico offre opportunità di arricchimento per tutti i bambini. Un giardino didattico non è un luogo solo da osservare o dove giocare, ma uno spazio che prende vita attraverso l’interazione e la partecipazione giocata e che stimola al
coinvolgimento con il mondo naturale attraverso diversi approcci e con il continuo utilizzo della percezione. Il rapporto con la natura è un elemento importante perché può rimettere in moto reazioni sensoriali, aiutare a percepire gli stimoli che provengono dall’esterno e ad avvertire le sensazioni interne". In generale il rapporto con la natura è tenuto in grande considerazione: il bambino ha infatti bisogno di vivere all'aria aperta, di correre, di percepire le stagioni, di sporcarsi. Così gli intervalli sono sempre effettuati in cortile a meno che non piova o che il genitore chieda espressamente di non far uscire il figlio per problemi di salute: com'è possibile chiedere a un bambino di 6 anni di stare chiuso in un'aula 4 ore consecutive? Quanti di voi dopo due ore seduti davanti alla scrivania non hanno piacere di sgranchirsi un attimo le gambe e andare a prendere un caffè? Ecco, pensate per un bambino di 6 anni quanto può essere forte questa esigenza. 

5. AGORA': ogni mattina appena i bambini entrano in classe si siedono su un tappetone presente in classe (si ogni classe ha un "angolo morbido!) con i loro cuscini portati da casa e parlano confrontandosi con l'insegnante sulla programmazione della giornata, eventi che si sono verificati, litigi, paure e ansie, regole e di tutto ciò che hanno piacere di condividere con la classe. Credo che questo sia uno strumento davvero meraviglioso per il bambino, perchè insegna a riflettere, confrontarsi e a sviluppare competenze psicologiche spiccate. Così le regole sono sempre presentate, spiegate ed eventualmente messe in discussione per essere migliorate: spesso sono proprio i bambini a fornire spunti interessanti per migliorarle. "Il momento dell’agorà ha come obiettivi principali la possibilità di condividere la routine scolastica in modo sereno, permettendo il controllo dell’ansia relativa alle novità, e di educare i bambini al rispetto dei tempi. Viene utilizzata anche per il lancio delle attività, per la presentazione della giornata, per la preghiera, come spazio di confronto sul progetto educativo annuale ed eventuali situazioni di classe. Con i bambini saranno sperimentate e condivise le regole per il corretto funzionamento di questo momento."

6. AULA RE MIDA: ispirata al museo Muba di Milano dove le insegnanti hanno svolto corsi di formazione e all'innovativo Reggio Approach delle scuola di Reggio Emilia che tutto il mondo ci invidia, l'aula Re Mida "promuove un modo nuovo di vivere la didattica e di “costruire competenze”. In questo luogo i materiali scartati dalla produzione industriale e domestica si trasformano diventando altro, permettendo ai bambini di scoprire e potenziare conoscenze. Le conoscenze non vengono trasmesse ma costruite insieme attraverso l’esperienza e la manipolazione". Così i bambini costruiscono le lettere, contano, chiaramente con grande piacere, entuasiasmo e anche tanta volontà di fare bene. 

7. MATERIALE IN CONDIVISIONE: a scuola non si porta il portapenne ma il materiale è appunto in condivisione, organizzato a secoda della tipologia in appositi contenitori. A seconda dell'attività che si deve svolgere un membro per gruppo si occupa di reperire il necessario per tutti. In questo modo viene insegnato il rispetto per il bene comune oltre che alleggerire gli zaini.

8. Individualizzazione della didattica ma NON "IN UNA CAMPANA DI VETRO": l'obiettivo è dare il meglio di sè e per fare questo è necessaria grande attenzione al percorso didattico ed educativo del bambino. Ciò però non significa pretendere poco o far si che il bambino viva sotto una campana di vetro iper-tutelato. I bambini hanno bisogno di affrontare piccole grandi sfide quotidiane, di provare la frustrazione e la rabbia e con l'aiuto dei genitori e delle maestre saranno in grado di imparare a gestirle: così gli intervalli sono un luogo fondamentale per i piccoli per relazionarsi con i compagni, litigare, confrontarsi e imparare davvero cos'è la vita. 

9. LIM: anche alla San Giuseppe sono presenti le lavagne elettroniche. E la bella notizia è che qui non sono usate come l'ennesimo strumento di apprendimento passivo per il bambino privo di ragionamento, ma in maniera intelligente, quindi dinamica e basata sul "fare esperienza". 

Per maggiori informazioni scarica il piano dell'offerta formativa qui

Giulia Mandrino

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