Londra è una delle città più grandi, affollate, affascinanti e glamourous del mondo. Emblema dell'essere British, ha un'anima regale e un'anima punk che convivono scontrandosi quotidianamente e fondendosi tra i quartieri.
Chi dice che Londra non sia una città da visitare con i bambini, si sbaglia. Anzi: Londra con i bambini è un'esperienza davvero magnifica, sia per chi non ha mai vissuto questa città, sia chi la conosce come le sue tasche. Attraverso gli itinerari per bambini, infatti, è possibile scoprire la Londra più conosciuta e amata, quella che, magari, solitamente snobbiamo perché "da turisti".
Ecco quindi una selezione di attività e di luoghi da visitare a Londra con i bambini per un weekend lungo indimenticabile.
Sì, la ruota panoramica: è l'emblema del turismo ma è anche il modo migliore per godere della città dall'alto, guardando il Tamigi e le sue curve, i quartieri, i grattacieli... I bambini adoreranno.

Già che siete nei paraggi, fermatevi a South Bank: si tratta di una zona percorsa da un camminamento pedonale in cui semplicemente passeggiando si possono ammirare il London Eye, il Globe di Shakespeare, la Tate Gallery Gallery (bellissima anche da visitare!).
Nella stessa zona troverete il Borough Market, una zona dedicata allo street food nella quale i londinesi si trovano in orario di pranzo per una pausa veloce.
Proprio lì di fronte troverete il Millennium Bridge, pedonale: oltre ad essere un'esperienza carinissima (attenzione a chi soffre di vertigini!), i bambini vi riconosceranno il ponte fatto saltare dai Mangiamorte nell'ultimo capitolo cinematografico della saga di Harry Potter.

Leicester Square è la zona vicina ai teatri (e se masticate inglese vi consigliamo di vedere uno degli spettacoli che ogni giorno si susseguono in zona, da The Mousetrap di Agatha Christie a Harry Potter and The Cursed Child!), ma soprattutto è il luogo in cui troverete il Lego Store, un negozio dedicato interamente ai mattoncini Lego che farà impazzire bambini, bambine, mamme e papà.
Vedere dal vivo il cambio della guardia di fronte a Buckingham Palace, la residenza londinese dei reali inglesi, è un'esperienza indimenticabile! In estate avviene ogni mezz'ora in estate, e una volta all'ora in inverno.

Se visitate Londra di domenica, una passeggiata molto carina per gli amanti dello shopping è quella tra l'Old Spitalfields Market e Brick Lane Market: si tratta di due mercati tra il coperto e l'aperto (meno "punk" di Camden Town, che è comunque affasinante!) in cui troviamo negozi e bancarelle, e verso mezzogiorno anche una selezione notevole di food truck e ristorantini etnici.
Tutti gli autobus a Londra sono a due piani, sia quelli "civili" sia quelli turistici. Scegliendo il secondo potrete vedere Londra in lungo e in largo, scendendo e risalendo quando desiderate. E se non piove il secondo piano non ha il tetto! Divertentissimo. In alternativa, è possibile anche fare un biglietto giornaliero ai mezzi pubblici e salire e scendere dagli autobus normali!

Questi due simboli di Londra si trovano molto vicini l'un l'altro e sono entrambi visitabili. Nella prima si possono ammirare la collezione dei gioielli reali (quelli indossati dalla Regina Elisabetta!) e il palazzo medievale, mentre salendo sulla torre del Tower Bridge è possibile godere di una vista incredibile sul Tamigi, grazie ad una passerella in vetro. Per farlo bisogna però salire 300 scalini! Una bella sfida per le bimbe e i bimbi che si divertiranno un sacco.
Il Museo di Storia Naturale di Londra è iper affascinante, e non a caso in questo storico edificio del 1870 vi hanno girato alcune scene di Harry Potter! I bambini e le bambine potranno vedere animali, dinosauri, ascoltare storie geologiche e storie botaniche... Addirittura, c'è la riproduzione a grandezza naturale dello scheletro di un T-Rex!
Il monastero delle suore di Santa Rita da Cascia è prima di tutto un luogo di accoglienza. Le religiose organizzano progetti di ospitalità per ragazze e ragazzi nell'Alveare di Santa Rita, creano prodotti Fatti per Amore per sostenere le attività del monastero, offrono sostegno ai ragazzi e alle ragazze con autismo, aiutano chi ha bisogno... E, da molti anni, hanno deciso di raccogliere abiti da sposa regalati che altre future spose potranno così indossare a costo zero.
Ne parlò nel 2014 anche il New York Times: Un monastero italiano diventa la destinazione fashion per spose nell'era della frugalità, titolava l'articolo. Ma non è solo l'aspetto economico e solidale, a piacerci. Recentemente mi sono infatti imbattuta in una IG Story della giornalista Lara Lago, attivista contro la grassofobia, in cui è emerso come quest'iniziativa delle suore di Santa Rita non sia virtuosa solo dal punto di vista della donazione, ma anche da quello dell'accettazione.
Ma facciamo un passo indietro.
Il monastero di Santa Rita da Cascia, che si trova in provincia di Perugia, raccoglie da parecchio tempo abiti da sposa da parte di persone che vogliono donare il proprio wedding dress in modo che un'altra sposa in difficoltà economiche possa permetterselo senza rinunce. Essendo abili sarte, le suore sistemano poi ogni abito sulle forme della futura sposa, che potrà così indossarne uno esattamente su misura.
L'aspetto solidale è palese e non serve elogiarlo: parla da sé. E naturalmente è una bellissima notizia per tutte quelle spose che sognano l'abito bianco (ma non solo!) ma non vogliono o non possono permetterselo. Basta mettersi infatti in contatto con il monastero, che saprà indicare tutte le informazioni.
Quest'iniziativa piace infatti anche a chi punta su una vita sostenibile. Da tempo si parla del riuso e dell'economia circolare come di un modo, nel proprio piccolo, di contribuire all'abbattimento dell'inquinamento. Scegliere un abito da sposa usato è quindi una decisione lodevole dal punto di vista dell'ecosostenibilità.

C'è poi l'aspetto dello spreco. Sono infatti sempre di più le persone che ritengono gli abiti di nozze, oggettivamente utilizzati per una sola volta nella vita, un lusso inutile, soprattutto in tempi di recessione. Un'opulenza futile, quindi, a cui tuttavia - giustamente - c'è chi fatica a rinunciare. Dopotutto, il giorno del matrimonio è visto da moltissime persone come un evento unico, romantico, irripetibile e denso di significato. Rivolgersi al monastero di Santa Rita può diventare dunque un modo per non rinunciare alla sfarzosità dell'abito, abbattendo dall'altra parte il costo e lo spreco (quando percepito come tale).
Infine, ed è qui che volevo arrivare, rivolgersi alle suore del monastero di Santa Rita pare essere, ad oggi, uno dei pochi modi per trovare il proprio abito da sposa in un ambiente non giudicante, accogliente e inclusivo.
Molte spose dai corpi non conformi e non magri si trovano infatti spessissimo a dover fare i conti con l'occhio sprezzante di atelier che non tengono abiti in prova oltre la 44, che storcono il naso vedendo un corpo diverso da quelli dei manichini e che si sentono in diritto di consigliare "forme più consone". Il risultato, oltre alla scelta di vestirsi con abiti-tenda che magari non piacciono nemmeno, è una senso di depressione inevitabile, una sensazione di inadeguatezza davvero deleteria.
Lara Lago ha quindi raccolto le esperienze dei suoi follower in merito all'argomento, e ad emergere è stato anche il senso di accoglienza provato dalle spose presso l'atelier del monastero di Santa Rita. Ecco la testimonianza (anonima):
"La gioia di provare gli abiti da sposa dalle suore, nessun giudizio. Solo richiesta della taglia e dei propri gusti e consigli sul velo/non velo e accessori. Accoglienza e ascolto vero".

Alla richiesta di spiegazioni sul luogo a cui la follower si riferiva, ecco la risposta:
"Sono delle suore che hanno iniziato a raccogliere i vestiti da sposa per chi non poteva permettersi di comprarlo, poi le donne hanno cominciato a donarne tanti e sempre più donne hanno iniziato a fare la scelta di prendere un vestito, chiamiamolo sostenibile, così da non comprare un abito che avrebbero utilizzato un giorno solo. Ovviamente essendo qualcosa che loro fanno con vestiti donati non c'è scelta infinita, ma ci si sente accolte".
Non aggiungerei altro, se non un grazie alle suore del monastero di Santa Rita e un consiglio agli atelier di abiti da sposa: prendete spunto da loro. Non serve molto. Solo un po' di rispetto in più, e magari un tentativo di allargare il proprio sguardo.
Costituito per la maggior parte da acqua, il sudore è la conseguenza d’una situazione di stress emotivo a cui è sottoposto il corpo. A scatenare il rilascio del liquido può essere anche una particolare condizione termica, indotta dalle temperature elevate o dalla pratica di un’attività fisica.
A sprigionare questo liquido incolore, leggermente salato, spesso dall’odore poco piacevole, sono i circa quattro milioni di ghiandole sudoripare di cui dispone il nostro corpo, collocate in diversi punti fra cui ascelle, palmo della mano, pianta del piede, fronte e cuoio capelluto.
Grazie alla produzione di sudore la temperatura corporea si abbassa in maniera del tutto naturale, e il nostro corpo si libera di ioni di sodio e potassio, colesterolo, urea e acidi lattici.
Il sudore si contrasta utilizzando una serie di prodotti cosmetici, a partire dal deodorante antitraspirante, in grado di regolare la traspirazione intensa e combattere gli odori pungenti, anche per un tempo superiore alle 24 ore.
Un aiuto importante per contrastare il sudore ci arriva dall’adozione di una corretta alimentazione.
A consentirci di sudare di meno, e reintegrare i liquidi persi con l’eccessiva traspirazione, sono i cosiddetti piatti anticaldo. Nel prepararli la scelta ricade su ingredienti che contengono un’elevata percentuale di liquidi e principi nutrizionali, che aiutano a reintegrare acqua e valori perduti.
Taluni cibi sono da evitare assolutamente per non sudare in abbondanza. Si tratta di bevande alcoliche, caffè, tè, bibite ghiacciate, formaggi, carni rosse, fritti, cibi eccessivamente salati, spezie, cibi piccanti e piatti troppo elaborati. Meglio evitare aglio e cipolla, che con la sudorazione contribuiscono a emanare odori spiacevoli.
La dieta anti-sudorazione prevede un uso abbondante di acqua a temperatura ambiente, da bersi in piccole dosi più volte nell’arco della giornata. Utile cibarsi di frutta, verdura e ortaggi in genere, che reintegrano acqua, vitamine, e sali minerali, sostanze perdute nella fase della traspirazione.
Corretto integrare la dieta con il consumo di pesce o carni bianche. A tavola inoltre non devono mancare i cereali integrali.
Un eccessivo aumento della sudorazione è sicuramente legato a fattori ambientali, quali le condizioni climatiche e le temperature decisamente elevate. Se non si spiegano le cause dell’aumento della sudorazione è bene parlare con il nostro medico, per valutare eventuali condizioni patologiche dovute a stati d’ansia o nervosismo, ipertiroidismo, obesità.
Una traspirazione abbondante può anche essere la conseguenza diretta dell’ingresso in menopausa e di importanti squilibri ormonali.
La sudorazione improvvisa calda o fredda può essere sintomo di numerose patologie, che solo un medico può identificare dopo un’analisi accurata. In queste circostanze il trattamento è legato all’origine del problema.
Nei casi più semplici, ad esempio se la sudorazione è legata alla febbre, è bene assumere un antipiretico.
Se la sudorazione improvvisa viene indicata quale conseguenza dell'ipotensione o dell'ipertensione si consiglia la prescrizione di farmaci che contribuiscono a normalizzare in prima battuta la pressione sanguigna.
Solo nei casi estremi si palesa l’asportazione chirurgica delle ghiandole sudoripare, soprattutto a fronte di un’eccesiva e irregolare attività.
Certo: gli aspirapolvere senza fili hanno rivoluzionato le pulizie domestiche. Sono leggeri, sono agili, sono comodi. Ma ogni mamma e ogni papà sa che il problema è un altro, con i bambini piccoli: trovare il tempo per passarlo, l’aspirapolvere!
Abbandoniamo quindi l’idea delle super mamme e dei super papà: non è possibile fare tutto. E dato che viviamo in un’epoca tecnologica che ci permette di avere qualche comodità, be’, approfittiamone!
Ecco una selezione dei migliori robot aspirapolvere in commercio e tutto ciò che dovete sapere prima di procedere all’acquisto che vi cambierà (in meglio!) la vita quotidiana.
I robot aspirapolvere sono dei piccoli elettrodomestici solitamente di forma cilindrica e bassa che si muovono da soli per casa, pulendo ogni angolo senza che tu li manovri. Si ricaricano nella loro postazione, quindi, una volta programmati, escono dal loro rifugio e “camminano” in tutta casa, roteando e adattandosi, aspirando nel frattempo ciò che trovano sul loro cammino.
Peli degli animali, polvere, briciole (quante briciole!)… Con i bambini piccoli in casa l’aspirapolvere sarebbe da passare ogni ora. Impossibile, certo. Ma con i robot aspirapolvere che vanno da soli uno po’ di problemi si risolvono.
Il problema è che sul mercato ci sono davvero moltissimi robot aspirapolvere che promettono mille funzioni. Questi sono dunque consigli per la scelta del perfetto robot aspirapolvere a seconda delle vostre esigenze.
Innanzitutto, esistono robot aspirapolvere per tutte le tasche. Il primo consiglio è quindi quello di sceglierne uno a seconda delle tue finanze. Non pensare che sia una spesa folle: ne esistono anche di economici. Se invece il tuo budget è meno limitato, potrai acquistarne uno con più funzioni o con potenza maggiore.
Concentrati poi sulle setole. Se hai il parquet, ad esempio, sarà meglio prendere un robot aspirapolvere con setole adatte al legno.
Guarda anche l’autonomia: ci sono robot con autonomia ridotta e robot con autonomia più alta. Se casa tua è molto grande, dovrai prevedere due scenari: se il robot ha batteria breve, dovrai caricarlo più volte per pulire tutta casa; se ha autonomia più alta, invece, potrebbe costare di più.
Se hai un animale domestico sarà poi inevitabile pensare al serbatoio: i peli di un cane o di un gatto, infatti, producono moltissima polvere e sarà necessario acquistare un robot aspirapolvere con un serbatoio capiente da svuotare con meno frequenza.
Ci sono poi robot aspirapolvere domotici, ovvero manovrabili con una app, e robot aspirapolvere che tornano da soli alla base di ricarica. Infine, alcuni robot sono rumorosi mentre altri assicurano silenzio e rumori quasi impercettibili.
Dopo averti fornito tutte le informazioni principali e i suggerimenti riguardo all’acquisto, se ancora sei in confusione qui troverai un bell'elenco di robot aspirapolvere tra cui scegliere: leggi tutte le caratteristiche e tieni a mente i consigli che ti abbiamo fornito qui sopra.
Se il vostro sogno è che i vostri figli e le vostre figlie si appassionino come voi alla lettura, la prima regola è: non imporre nessun libro! La pretesa che i classici per ragazzi o le letture scolastiche siano fatte per portare i ragazzi e le ragazze a leggere è sbagliata (o quantomeno parziale). Il metodo migliore? La familiarità con i libri (che si raggiunge mostrando con naturalezza dei genitori che leggono, frequentando la biblioteca e riempiendo la libreria di volumi da sfogliare quando si vuole) e puntare sulla godibilità.
Lo diceva già nel 1993 l'esperta Kathryn Perkinson nello studio Helping Your Child Use the Library (Office of Educational Research and Improvement. U.S. Department of Education): una delle regole principali è scegliere libri che piacciano ai bambini e alle bambine. Non a noi, quindi. A loro. Sembra scontato? Non lo è. Perché da genitori è normalissimo tendere a consigliare (e imporre!) letture che riteniamo idonee e divertenti, rimanendoci un po' male se ai bambini e alle bambine non piacciono quanto a noi.
Insomma: mettiamo da parte le aspettative e puntiamo sulla lettura per sé. Leggere per leggere. Almeno inizialmente. E questo significa lasciare da parte per un attimo la pretesa di "qualità" imposta, lasciando che i ragazzi e le ragazze scelgano quel che vogliono dagli scaffali. Anche a livello di genere: non solo romanzi, ma anche graphic novel, fumetti (sì, anche Diabolik e Topolino!), audiolibri, riviste... Il giovane Holden, la Divina Commedia, Oliver Twist e Il signore delle mosche? Leggeranno anche quelli. Subito, oppure più avanti. Oppure non li leggeranno mai, scoprendo altri capolavori che sentono più loro.
Bene, ma allora quali sono i titoli che piacciono davvero ai ragazzi e alle ragazze in adolescenza? I libri che appassionano gli adolescenti rendendoli dei lettori? Qui c'è una piccola selezione, che naturalmente non ha la pretesa di essere né esaustiva né normativa. Ognuno ha i suoi gusti! Questi semplicemente sono libri che tendenzialmente piacciono davvero alle ragazze e ai ragazzi. Non saranno alta letteratura, ma sono effettivamente appassionanti, e in molti casi anche educativi!
Leggeri e scanzonati, questi libri sono pensati per le ragazze e i ragazzi che cominciano o stanno frequentado le scuole medie, un periodo bizzarro in cui tutto sembra ingigantito, in cui i rapporti con gli amici si fanno difficili e solidissimi e in cui tutto il mondo attorno a sé cambia. Un buon modo per affrontare le medie con serenità è immergersi nelle storie di chi le sta vivendo come loro!

Sì, è un classico, ma è un classico che appassiona perché parla di ragazzi ai ragazzi, mostrando da dentro un capitolo tremendo della storia. Gli adolescenti si fanno domande, hanno curiosità, e magari non sanno trovare le risposte. Ecco: questo libro di Fred Uhlman che parla di Olocausto e amicizia è davvero consigliato.
Torniamo nell'area del divertente e leggero per presentarvi Jeff Kinney, lo scrittore per ragazzi e ragazze che ha avuto il pregio di aver appassionato ai libri una generazione intera con le avventure di Greg Heffley, il protagonista di Diario di una Schiappa.
È uscito da pochissimo e a noi piace già molto: la serie tv targata Netflix Sex Education è già un cult perché parla alle ragazze e ai ragazzi (ma non solo!) di sesso e relazioni in maniera ironica ma profonda, portando argomenti importanti come il consenso, il rapporto con il proprio corpo, l'orientamento sessuale e il genere, l'affettività, la disabilità, il bullismo... Un buon modo, quindi, per togliere tabù da certi argomenti, in modo da rendere più consapevoli gli adolescenti che stanno scoprendo la loro sessualità. E il libro, in questo senso, unisce due cose: è un romanzo, ed è quindi coinvolgente e godibilissimo (ottimo per mostrare come la lettura sia un passatempo piacevole!), e allo stesso tempo continua a parlare degli stessi temi, dalle pagine invece che dallo schermo.

In questa avventura Maeve chiede aiuto a Otis, Aimee ed Eric per scagionare il fratello Sean dalle accuse di un crimine che non ha commesso. Il romanzo è quindi una sorta di thriller per ragazze e ragazzi, un giallo appassionante con indizi, prove e improvvisati detective, mentre si dipanano tra le pagine le relazioni, le amicizie e le scoperte su se stessi e sul gruppo.
Mettiamoci il cuore in pace: Twilight piace. È banale e frivolo? È diseducativo e appiattente? Ok. Ma piace tanto, è scorrevole e coinvolge appassionando. Si tratta di una saga, e spesso chi legge il primo si trova a divorare anche gli altri tre. Insomma, se lo si cerca qualche pregio c'è: se non altro, avvicina un sacco di persone alla lettura. Sarà una fase, oppure no, ma negare il piacere della lettura non è mai bello.
Beh, in questo caso non c'è da lamentarsi di nulla: educativo, appassionante, coinvolgente, magico, inclusivo (ok, qualche difetto in questo senso ce l'ha...), british, iconico... Harry Potter è il libro che accompagna moltissimi ragazzi e ragazze nell'adolescenza e verso l'età adulta.

Duro, durissimo: Tredici (da cui è tratta anche l'omonima serie su Netflix) parla di suicidio, bullismo, violenza, e lo fa con il linguaggio di studenti e studentesse delle superiori. Con la nostra supervisione potrebbe essere una di quelle letture che affascinano i ragazzi e che li mettono in guardia. Un po' come era stato per la nostra generazione Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino, un libro tabù che, se letto al momento giusto, diventava un deterrente contro ogni droga.
In questo caso non mettiamo solo un titolo: John Green è l'autore di Tartarughe all'infinito, Colpa delle stelle, Ti presento Will... Amatissimi anche dagli adulti (e infatti rientrano nella categoria Young Adult), i suoi libri sono famosissimi tra gli adolescenti, che ne divorano uno dopo l'altro scoprendo storie di amore, amicizia e vita di sedicenni come loro.

Dimenticate le ambientazioni cupe e paurose (perché assolutamente palusibili) delle sue distopie, come il più famoso "Il racconto dell'ancella": ad agosto la scrittrice canadese Margaret Atwood è uscita in libreria con un libro per bambini davvero imperdibile.
Si intitola "Tric Trac Trio" e il nostro consiglio è quello di acquistarlo immediatamente, di regalarlo, di sfogliarlo e di custodirlo: al pari dei racconti di Roald Dahl o di Christine Nostlinger, di Astrid Lindberg o di Leo Lionni, quello di Atwood potrebbe diventare un classico. Perché non è solo divertente e coinvolgente: il gioco che mette in atto con la lingua è davvero irresistibile. E lo si intuisce già dal titolo.
"Tric Trac Trio" (Salani, 13 euro) è un tenero e temerario trabocchetto di lettura. Un testo in cui la lingua traballa, che fa tentennare i teneri lettori che lo trovano e lo leggono tutti trafelati.
Una frase buffa? Ho solo voluto svelarvi qualcosa di più su questo libro per bambini appena uscito, divertentissimo e perfetto per avvicinare i bambini e le bambine alla lettura: "Tric Trac Trio" gioca infatti con le parole e le consonanti, facendo scoprire la musicalità della lingua e della scrittura raccontando allo stesso tempo storie coinvolgenti e piene di significato. Non è quindi una semplice filastrocca senza senso, ma una raccolta di tre narrazioni che piaceranno moltissimo ai piccoli lettori e lettrici.
I protagonisti dipinti da Margaret Atwood con le parole (e illustrati deliziosamente da Dušan Petričić) si chiamano Marbella (la simpatica Monella), Bob (il Bizzarro Bob) e Ramiro (la sua storia si intitola "Il rude Ramiro e i ravanelli ringhiosi). Le rispettive storie danzano proprio sulle consonanti dei loro nomi: la vicenda di Marbella è piena di morbide emme, il Bizzarro Bob è allevato da tre bizzarre bambinaie e le erre di Ramiro punteggiano tutto il testo. Ah, e poi c'è Dorinda, che sbuca nella storia di Bob in un tripudio di di.

"Margaret Atwood, la più raffinata scrittrice canadese contemporanea, dedica ai lettori più piccoli tre buffi, deliziosi racconti, dove a descrivere le paradossali peripezie dei protagonisti è il gioco linguistico delle iniziali che rispettano rigorosamente le regole con rocamboleschi risultati", ha dichiarato Bianca Pitzorno (che amiamo altrettanto!). È proprio lei, ad Ansa, a svelare un po' di più rispetto alla trama: "Ecco per prima Marbella, una magra monella con malinconici occhi marroni: quand'era una minuscola marmocchia un mulinante e micidiale vento di maestrale aveva menato mille miglia lontano i suoi magnanimi e meritevoli genitori, la mamma modista e il mite papà macellaio. Poi viene Bob, che da bebè fu abbandonato in una borsa di bambù fuori da un Salone di Bellezza, ma che poi si imbatte nella derelitta Dorinda, una donzella deliziosa, con dozzine di efelidi e una simpatia disarmante. Segue a ruota il rude Ramiro, un ragazzino dalla zazzera rossa che risiedeva con i suoi rivoltanti cugini, Ron, Rollo e Ruby, prima di compiere una rocambolesca fuga con il suo amico Ralf…".

Il libro è consigliato per lettori e lettrici dai sette agli undici anni, ma è ideale anche per la lettura ad alta voce con i genitori. E poi per imparare a leggere! Lo rende ancor più divertente, grazie all'efficacia del coinvolgimento.
Avere un animale domestico è ormai diffusissimo: cani, gatti, conigli, porcellini d'india, cavie... Qualunque sia l'animale, i piccoli amici a quattro zampe portano in famiglia molti benefici, tra cui quelli emotivi e di salute (come dicono da Uppa), oltre che relazionali e di responsabilità.
Ma di certo diverso è prendere un cane quando i bambini sono piccoli o grandi oppure accogliere un neonato in una casa in cui un cane già c'è. Già: non è così semplice e scontato! E le domande sono innumerevoli e legittime: il cagnolino accetterà il bebé? Ci sono controndicazioni a livello di germi e salute? Avremo tempo per prenderci cura di entrambi come meritano?
Ecco quindi tutto ciò che dovete sapere riguardo all'accoglienza di un bambino o di una bambina in famiglia quando c'è un cagnolino per casa, per vivere con serenità e abituarsi alla vita con i nostri pelosi e un neonato che si affaccia alla vita stravolgendo gli equilibri!
Naturalmente sarà diverso prepararsi all'arrivo di un bebè con un cane calmo e socievole e uno aggressivo o ansioso. Nel primo caso, basterà insegnare a non saltare addosso con troppa veemenza; nel secondo bisognerà considerare di rivolgersi al veterinario o ad un esperto di comportamento. È molto importante, perché in questo modo si limiteranno rischi e pericoli! Lo stesso discorso vale nel momento in cui il bebè arriverà: se il cane - anche il più tranquillo! - manifesterà gelosia eccessiva o aggressività sarà necessario chiamare immediatamente un esperto, per risolvere la questione in maniera semplice, veloce ed efficace.
Se in casa non ci sono bambini e se i cani non hanno mai avuto a che fare con loro, è ora di iniziare a lasciarli familiarizzare con il mondo dell'infanzia. Gli adulti, infatti, si relazionano con gli animali con consapevolezza e tatto, al contrario dei bambini. Un giro al parco o una visita ad amici con bambini sono consigliatissimi. Meglio ancora se ci sono bambini di diverse età: sotto la nostra supervisione il cane potrà osservarli, interagire, ascoltarli... Anche i bebè, con i loro vagiti, pianti e profumi.
Il guinzaglio è uno strumento davvero prezioso per la sicurezza, e non solo fuori. Quando portate il bebè in casa, soprattutto i primi giorni è consigliato tenere il cane al guinzaglio, lasciandolo avvicinare gradualmente al bambino o alla culla.
Invece di fare incursione in casa con l'ovetto in maniera irruenta e sbrigativa, prendete in considerazione l'idea di farlo gradualmente. Lasciate uscire il cane dall'uscio, "presentategli" il bebè supervisionando l'incontro, lasciate che lo annusi e lo osservi. Dopodiché, entrate insieme: anche l'animale avrà l'impressione che non si tratti di un intruso, ma di un nuovo abitante.
La gelosia e la curiosità saranno normali: i cani sono esseri viventi che si scombussolano se ci sono grosse novità! Non tenete il cane, quindi, lontano, ma piuttosto fategli osservare, a distanza di sicurezza, tutto ciò che fate con il bambino. Lui, da vicino ma a distanza, sentirà gli odori, vedrà i movimenti e lo conoscerà piano piano.
E le domande riguardo il bebé? Ad esempio: non è un problema per il suo sistema immunitario ancora acerbo, avere un cane? La risposta è no. Naturalmente, è bene vivere in un ambiente salubre e pulito (premessa scontata!), ma in generale i bambini che vivono con i cani si ammalano di meno, soprattutto per quanto riguarda le malattie del sistema respiratorio (asma, tosse, raffreddore...).
Se bazzicate Mamma Pret A Porter saprete che una delle nostre frasi preferite è "Non esiste cattivo tempo, solo cattivo abbigliamento": questo motto evergreen è per noi prezioso perché permette di vivere al meglio e in serenità la filosofia dell'educazione outdoor. Passare il tempo all'aperto e nella natura è fondamentale per gli esseri umani, e soprattutto per i bambini. Ecco perché sapersi vestire al meglio e preparati per ogni evenienze è il nostro consiglio! Non solo nei giorni di sole, ma anche e soprattutto in quelli di pioggia.
Non solo: quando si avvicina l'autunno, c'è chi si emoziona all'idea dei dettagli coccolosi e chi invece detesta il fatto di allontanarsi dall'estate. Ma cosa c'è di più stimolante di trovare le cose belle anche nelle situazioni che meno ci sconfinferano? Pensare ai vestiti caldi e confortevoli, ad esempio, può essere una buona strategia per amare un pochino di più l'autunno e l'inverno.
Ecco perché abbiamo deciso di proporvi questa selezione di impermeabili per bambini e bambine, dal classico giallo a quelli più simpatici e carini.
Se parliamo di impermeabili, non può mancare in cima alla lista il classico impermeabile giallo (rilanciato da qualche anno anche dall'estetica della serie tv "Dark", che trovate su Netflix). Eccone qui uno economico, carinissimo (ha anche degli inserti-dinosauro!) e utile! Sta bene con tutto.
Altro classicone: il K-Way, che è diventato l'ipermeabile italiano per antonomasia. C'è anche per bambini e non passa mai di moda. Ed è super comodo: si può piegare e si fa piccolissimo, senza pericolo che si stropicci troppo.

Meno "impermeabile" ma comunque stilosissimo, adatto a tutti i giorni (anche se non piove): il trench per bambini e bambine è sempre una buona idea.

Per chi ama pois e pallini, questo impermeabile con cappuccio e mantellina di Playshoes è l'ideale.

Colorato, coloratissimo: per i bimbi e le bimbe che amano l'arcobaleno, ecco l'impermeabile più carino che ci sia.

Rispetto all'impermeabile, la mantellina permette di tenere all'asciutto anche lo zaino ed è quindi ideale per andare a scuola nei giorni di pioggia. Qui una trasparente:

E qui invece una più colorata e simpatica, che i bambini e le bambine ameranno tantissimo. Ha la forma di diversi animali: ognuno può scegliere il suo preferito.

Imparare a scrivere non è una questione di sola coordinazione occhio mano e di nozioni: un ruolo importante lo svolge anche l'impugnatura della penna e della matita. Sapete cos'è l'impugnatura disfunzionale?
Ecco tutto ciò che c'è da sapere riguardo al modo in cui i bambini tengono la penna o la matita quando scrivono, con i nostri consigli per assicurare un'impugnatura corretta evitando le conseguenze negative dell'impugnatura disfunzionale.
Quando un bambino o una bambina impugnano la matita o la penna nella maniera sbagliata si parla di impugnatura disfunzionale, ovvero di un modo di tenere la penna tra le dita decisamente errato rispetto a quello più "fisiologico". C'è addirittura chi tiene la penna tra l'indice e il medio, chi la appoggia su tutte e cinque le dita... Quando un'impugnatura è sbagliata lo si nota subito: le dita non si appoggiano armoniosamente sul fusto della matita o della penna, il bambino o la bambina assumono pose innaturali quando scrivono, si formano calli sulle dita e la scrittura ne risente.

Purtroppo l'impugnatura disfunzionale ha delle consguenze negative. Soprattutto quando i bambini imparano a scrivere, assumendo la posizione errata delle dita e abituandosi a quella sbagliata.
Oltre a rendere faticosa la scrittura, l'impugnatura errata della matita la rende più disordinata e meno "bella". Ci sono però conseguenze ancor più negative.
Prendiamo ad esempio la schiena: scrivere impugnando male la penna fa assumere posture sbagliate ai bambini (e agli adulti!), andando a pesare sui muscoli della schiena e della spina dorsale, che soprattutto negli anni della crescita potrebbero andare incontro a conseguenze irreversibili.
Non ultimo, le capacità grafico-motorie, la coordinazione e la motricità dei bambini e delle bambine potrebbero risentirne.
L'impugnatura corretta della matita è semplice, ma va allenata e supportata. La matita dovrebbe essere tenuta tra l'indice e il pollice, appoggiando sul medio, con anulare, mignolo e lato del palmo della mano che diventano piano d'appoggio.

Quando le dita sono troppo vicine o troppo lontane dalla punta, o quando la matita si appoggia su dita diverse, di parla di impugnatura disfunzionale.
Per imparare a tenere la matita o la penna nella maniera corretta ci sono quindi alcuni semplici esercizi ed abitudini. In aggiunta, un consiglio è quello di scegliere penne, matite, pennarelli e strumenti per la scrittura che siano pensati per facilitare l'impugnatura corretta fin da subito. Ad esempio Carioca, marchio che è sininomo di qualità e affidabilità, per i bambini che cominciano le elementari ha pensato alle matite jumbo con superficie triangolare e non tonda, più confortevole e in grado di alleggerire le tensioni dei muscoli della mano e del braccio. La superficie triangolare, infatti, aiuta le dita ad appoggiarsi istintivamente nel modo corretto sulla matita.
Anche il fatto che siano jumbo non è un caso (e non è nemmeno un solo fatto estetico!). Quando imparano a scrivere, i bambini e le bambine dovrebbero infatti usare matite e penne con diametro maggiore, spesso. Solo in un secondo momento si passerà alla matita e alla penna sottili, quando la scrittura e l'impugnatura, ormai affinate, risulteranno più semplici.
CHE COS’É UN FILE ODT
Il file ODT si é diffuso nel 2006 ed é anche denominato OpenDocument é una tipologia di file universale, una sorta di file libero e aperto, ovvero qualunque persona puó creare delle applicazioni che leggono o scrivono dei file ODT senza pagare i diritti d’autore.
Questo formato universale di scrittura non ha limiti di utilizzo, se ne puó usufruire in forma gratuita e non ci sono vincoli specifici in tutto il mondo.
Notoriamente viene utilizzato per inviare documenti digitali ufficiali.
COME APRIRE UN FILE ODT
Tra i programmi a disposizione per aprire un file ODT ci sono LibreOffice o OpenOffice, anche loro si sono diffusi insieme a questa estensione e sono idonei per leggere e modificare questo formato.
Il formato ODT pur essendo molto diffuso non é facilmente reperibile in alcuni dispositivi.
Per aprire un file ODT con Ms Word La procedura é molto intuitiva, andando sulla scheda del file, cliccando con il tasto destro del mouse su “Apri” poi “Sfoglia”, Accanto alla casella file nell’estensione selezionare soltanto *.odt Poi fare soltanto doppio clic su apri.Per saperne di piú possiamo leggere la procedura in questo articolo ben dettagliato che spiega come aprire un file ODT con Ms Word:
Anche su Mac si puó aprire un file ODT con TextEdit, generalmente riesce sempre ad aprire questo formato e anche di esportarlo. C’é anche la possibilitá di salvere un file ODT, bisogna sempre verificare che sia attiva la possibilitá di convertire in formato RTF.
Molte volte siamo un po titubanti nell’installare nuovi programmi nel nostro PC, in questo caso possiamo andare direttamente nel browser e cercare una dei tanti servizi del web che normalmente sono gratuiti, come ad esempio:
In sintesi un file ODT puó essere aperto da MAC, IOS, Web, Linux, Windows, in maniera dettagliata si puó consultare questo articolo molto utile ed interessante che spiega come aprire un file ODT:
COME CONVERTIRE UN FILE ODT in PDF
Per convertire un file ODT in PDF per prima cosa andare sulla cartella dove si trova il file, selezionarlo con il tasto destro del mouse cliccare su “Apri”, ricordarsi ed assicurarsi sempre di salvare il file in un percorso facilmente ricordarbile per poter rintracciare agevolmente il file.
Aprendo il menú a tendina sempre con il tasto destro del mouse selezionare “Converti” e poi scegliere PDF, dopo pochi secondi il file sará trasformato.
Essendo tutto gratuito, la procedura é un po piú laboriosa, ma stiamo parlando sempre di pochi secondi per poi fare il download del file.
É fondamentale la conversione in PDF soprattutto quando si utilizza ad esempio Google Drive e le persone che ricevono il file condiviso non hanno la stessa applicazione di elaborazione testi del mittente. Nonostante il destinatario possa aprire e lavorare sul file, alcune applicazioni ODT possono presentarsi in maniera divergente sia per il formato che per la presentazione.
Per una procedura piú dettagliata, potete leggere questo articolo che spiega molto bene come convertire un file ODT in PDF:
Oltre ad aprire i file ODT, LibreOffice ed OpenOffice permettono anche di convertire questa estensione in PDF.
Il piú utilizzato sembrerebbe essere Open Office per la sua semplicitá in quanto si puó convertire il file direttamente dalla barra del menú. Normalmente l’icona PDF si trova accanto al simbolo di stampa.
La provenienza dei file ODT é quasi sempre da OpenOffice o da LibreOffice. Se abbiamo a che fare con un file di questa estensione sul nostro Computer ci sará quasi sicuramente installata di default uno di questi due servizi ed il codice sorgente é il medesimo quindi permettono di esportare o convertire un file ODT in PDF.
Per convertire il file in PDF innanzitutto é necessario aprire il file ODT cliccando due volte con il tasto destro del mouse sull’icona oppure dal menú selezionare la voce “Apri” poi esporta nel formato PDF dal menu File in alto a sinistra.
Con gli strumenti a disposizione nella schermata che si aprirá sará possibile settare tutti i parametri del file PDF che andrete a scaricare. Si puó anche scegliere quali pagine convertire ad intervallo o tutte quelle del documento semplicemente spuntando le pagine che vogliamo esportare. Nella sezione “Sicurezza” si puó impostare anche una password per proteggere il file PDF da accessi non autorizzati o anche scegliere chi puó modificare o stampare il documento.
Se invece si ha la necessitá di convertire piú file simultaneamente, esiste un programma che si chiama Online2PDF. Anche questo servizio non ha costi e non richiede nessuna iscrizione per usufruirne, si possono anche trasformare 20 files insieme fino a 100 megabytes. Sembra che sia compatibile con i vari browser piú rinomati, inoltre per rispetto della privacy di chi lo utilizza i file vengono cancellati dopo che l’utente li ha scaricati, vengono eliminati dal server del sito entro un paio d’ore.
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