Le contrazioni uterine sono un fenomeno fisiologico che interessa le donne in stato di gravidanza. Sono contrazioni muscolari che portano ad un raccorciamento delle fibre muscolari con conseguente dilatazione della parte terminale dell’utero e cioè la cervice uterina. Esse sono quindi movimenti involontari dei muscoli, di muscoli lisci nel caso dell’utero. Le contrazioni preparatorie uterine della gravidanza si distinguono in quattro tipologie: le contrazioni di Braxton Hicks, le prodromiche, contrazioni da travaglio e quelle da fase espulsiva. Molte volte causano la pancia dura in gravidanza.

Le prime due si presentano durante le ultime settimane e sono date dalla preparazione dell’utero al parto, le contrazioni da travaglio ne costituiscono la prima fase. Proprio per questo motivo è importante che la donna sappia distinguere fra le varie tipologie, grazie alla sintomatologia avvertita, per capire quando si tratta di quelle preparatorie al parto e quando è il momento di recarsi in ospedale.

Contrazioni preparatorie: come sono e quando recarsi in ospedale

Contrazioni di Braxton Hicks: l’utero si prepara

Le contrazioni di Braxton Hicks, che prendono il nome dal medico che le ha individuate e studiate (John Braxton Hicks) , si presentano a partire dall’ultimo trimestre in modo del tutto irregolare ed episodico. Queste contrazioni fisiologiche non costituiscono un fenomeno sempre ben definito da tutte le donne, perché lievi e indolore. Le contrazioni Braxton Hicks si presentano quindi per tre mesi circa e sono un fenomeno normale che non deve dare alcuna preoccupazione.

Contrazioni preparatorie prodromiche: il pre-travaglio

Verso la fine della gravidanza, la donna, con la pancia sempre più tesa e dura, inizia ad avere le contrazioni preparatorie all’espulsione del bambino. Queste saranno seguite a distanza di ore o addirittura giorni da quelle del travaglio vero e proprio. Queste contrazioni preparatorie al travaglio e al parto, fanno sì che il collo dell’utero si accorci e che mano a mano vada appianandosi completamente.

Le contrazioni preparatorie prodromiche possono presentarsi come fitte dolorose dalla durata variabile, circa 30”-60”, che poi spariscono così come sono venute, o talvolta essere anche poco dolorose e sopportabili, simili ad un dolore mestruale più intenso che si irradia verso la schiena. In tutti i casi non segnano affatto l’inizio del travaglio. Anche in presenza di contrazioni preparatorie dolorose bisogna stare calme e rilassarsi. Di solito le ostetriche consigliano di passeggiare o provare a rilassarsi. Ogni donna troverà sollievo a seconda del livello di dolore percepito. Talvolta risulta utile fare una doccia o un bagno caldo, che allevia la tensione muscolare, attenua le contrazioni e permette l’innescarsi del travaglio (abbassamento dell’adrenalina e innalzamento delle endorfine).

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Non bisogna confonderle con quelle del travaglio

Queste non sono le classiche contrazioni che implicano la corsa in ospedale, quindi, ma una forma di contrazioni uterine che si manifestano nella fase che precede il travaglio e che possono durare anche dei giorni (un classico sono le donne che dicono di aver fatto un travaglio di giorni: non è esattamente così). Le contrazioni preparatorie prodromiche hanno tuttavia intervalli e scadenza regolare e proprio per questo a volte vengono confuse con quelle del travaglio.
Le contrazioni prodromiche, intense e regolari, si presentano con il passare del tempo ad intervalli più corti: 40 minuti, 30 minuti, etc. quando si presentano 2 o 3 contrazioni ogni 10 minuti per almeno un’ora, soprattutto se al primo parto, se non ci sono perdite di sangue o liquido e se i movimenti del bebè sono ben percepiti, si può avviarsi all’ospedale, ma senza precipitarsi in modo burrascoso. In questo senso è bene rimanere tranquille e questo vale anche se le membrane si rompono, se si espelle il tappo mucoso ed esce del liquido amniotico.

Quando arriva il momento del parto le donne dovrebbero stare tranquille e cercare di favorire le contrazioni, senza stress, per partorire il bambino nel modo migliore. Un ottimo rimedio per favorire le contrazioni, diminuendo il dolore e rendendo le spinte del parto più efficaci, è l’Apermus. Nello specifico l’Apermus è un rimedio omeopatico che rende il collo dell’utero più morbido e il parto più semplice, di cui puoi trovare tutte le informazioni utili qui.

Contrazioni preparatorie al parto: il travaglio

Le contrazioni da travaglio sono sempre più dolorose e ravvicinate fra loro. Come sono le contrazioni preparatorie al parto e come si distinguono? Queste contrazioni si distinguono senza dubbio perché sono molto dolorose ed inequivocabili. Esse si iniziano a manifestare in fase di travaglio, a livello dei reni e con il passare dei minuti diventano via, via più intense. Gli intervalli fra una contrazione e l’altra non superano i 2-3 minuti. La funzione di queste è quella di dilatare il collo dell’utero, che è stato precedentemente raccorciato e appianato dalle contrazioni prodromiche.
Una volta del tutto dilatato, il collo dell’utero arriverà ad avere un diametro di circa una decina di centimetri fino a scomparire. La futura mamma non dovrebbe combattere il dolore della contrazione, ma accompagnarlo con concentrazione, sempre respirando in profondità.

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Sintomi contrazioni da fase espulsiva

Le contrazioni in fase espulsiva sono quelle necessarie per partorire il bambino. L’istinto è quello di spingere, ma va controllata la dilatazione, cercando nel frattempo di respirare bene e non sprecare energie. Anche se questo momento è sicuramente molto intenso, pare tuttavia che non sia il più doloroso, ma che, anzi, possa dare del sollievo. Vocalizzare, specialmente durante la spinta, aiuta a controllare la respirazione e facilita l’apertura della vagina e del perineo. Durante la fase espulsiva, sarebbe meglio procedere con più dolcezza possibile per evitare grandi lacerazioni.

Distinguere le contrazioni che indicano il momento del parto dalle altre

Distinguere fra le contrazioni prodromiche da quelle del travaglio è un elemento fondamentale per non allarmarsi prima del previsto e per capire quando è il momento di andare in ospedale. Fra le une e le altre possono passare infatti diverse ore, quindi per evitare di correre in ospedale per poi essere rimandate a casa è bene capire la differenza. Gli elementi cardine da tenere in considerazione sono:

Frequenza: le contrazioni preparatorie prodromiche sono regolari, come quelle da travaglio, ma molto distanti l’una dall’altra. Quelle del travaglio si presentano a intervalli sempre più corti ad ogni manifestazione. Gli intervalli fra una contrazione e l’altra possono essere anche di ore nel primo caso, di decine di minuti nel secondo.

Livello di dolore: Nel caso delle contrazioni preparatorie pre-travaglio il dolore c’è, si sente, ma è comunque sopportabile e non tende ad aumentare tanto intensamente. Le contrazioni preparatorie al parto vero e proprio hanno un’intensità che si fa sempre più forte a distanza di minuti e il dolore è molto intenso e inconfondibile.

Lunga durata della contrazione: la durata delle contrazioni preparatorie dolorose pre-travaglio è di massimo 30 secondi, diversamente da quelle pre-parto che arrivano a durare anche 50-60 secondi ognuna.

Parte interessata: la fase pre-travaglio presenta dolori concentrati nel basso addome, mentre nel travaglio vero e proprio il dolore parte dalla zona alta dell’addome e si estende fino alla parte del basso ventre.

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Ai primi posti nella classifica delle ricette etniche più gustose e appetitose si piazza certamente il chili, piatto texano che ricorda un po' i sapori messicani. Solitamente si fa con la carne macinata, ma a noi piace soprattutto nella sua versione veg con i fagioli, che vi proponiamo qui sotto. La cottura lenta lo rende super saporito, e per renderla ottimale noi utilizziamo le pentole in ceramica (quelle di Siqur Salute, in ceramica Zisha, in partiolare la tajine, che potete acquistare qui). Un ottimo modo per fare incetta di proteine vegetali con tanto gusto e tanta salute!

Chili di fagioli: la ricetta del classico piatto a base di carne e spezie rivisitata in chiave veg

 

Non è il solito atlante. Non è il solito libro di viaggi per bambini. Non è la solita guida turistica. E non è il solito libro che parla del mondo proponendo fatti e curiosità già sentite in maniera anonima e un po' noiosa. “Mappe delle città” è molto altro, e certamente ve ne innamorerete (insieme ai vostri bambini!).

“Mappe delle città”, il giro del mondo in 20 metropoli: il libro di Miralda Colombo e Ilaria Faccioli che farà innamorare i bambini del mondo e dei viaggi

“Mappe delle città - il giro del mondo in 20 metropoli” (edito da Electa Kids) è scritto da Miralda Colombo de Il Cucchiaino di Alice ed è illustrato dalla fantastica matita di Ilaria Faccioli. Non serve dire che è bellissimo: lo vedrete da voi quando lo avrete tra le mani! Grande, colorato, con illustrazioni pazzesche, semplici e coinvolgenti, e pagine che fanno venire voglia di sfogliarle tutte.

Il libro è una sorta di atlante che permette ai bambini di fare il giro del mondo passando per venti delle più belle e affascinanti metropoli del mondo. Ma non le solite (anche se, sì, troviamo naturalmente New York, Parigi e Roma, altrimenti che giro del mondo sarebbe?). I bimbi qui possono trovare anche quelle meno conosciute, da Lisbona a Seul, da San Francisco a Cape Town. Quelle che noi conosciamo, insomma, ma che solitamente vengono bistrattate nei libri per bambini.

Il bello del libro è che ogni città è presentata in maniera deliziosa: si parte con una bellissima mappa illustrata che permette di girare la città attraverso le attrazioni, i fiumi, i musei e i luoghi più iconici, per passare alla sezione “la città da vicino vicino”. “Da vicino vicino” significa che le autrici hanno raccolto fatti e curiosità davvero meravigliosi, proponendoli ai bambini in maniera speciale e perfetta.

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Ogni città vista da vicino ha quindi la spiegazione sul modo migliore con cui muoversi per le strade; un consiglio sui musei più belli e interessanti; una parte “vietata a mamma e papà” (come Disneyland a Parigi, il museo di Miyazaki a Tokyo o quello della DDR a Berlino e i luoghi dove fare volare gli aquiloni a Pechino); l’elenco dei piatti tipici da provare; una storia curiosa sulla città; un modo di dire tipico del luogo…

Tutto è graficamente super interessante, non elencato e non noioso: le illustrazioni seguono e incorniciano i testi, che i bambini possono leggere in maniera ordinata o saltellando di qua e di là a seconda di ciò che più li colpisce.

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Bellissimo è anche muoversi sulle mappe con le dita o con qualche omino o animaletto giocattolo: essendo così grande, il libro illustrato si trasforma facilmente in un perfetto tappeto-gioco, per vivere fino in fondo l’esperienza della lettura con gli occhi e la creatività dei bambini!

Un libro consigliatissimo, per iniziare i bambini alla bellezza del viaggio, ma soprattutto a quella della diversità delle culture, tutte da scoprire e da apprezzare, sempre con occhi curiosi, rispettosi e pieni di amore.

Sara Polotti

L’educazione nordica

Mercoledì, 20 Dicembre 2017 14:07

Svezia, Danimarca, Finlandia, Norvegia… Certo, ogni paese avrà le sue tradizioni e i suoi stili educativi, ma certamente sono abbastanza simili tra di loro. Parliamo dei loro metodi di educazione, del loro stile genitoriale, molto diverso dal nostro in alcuni aspetti e parecchio simile in altri (dopotutto veniamo dallo stesso continente), ma che ci piace parecchio e che ci stimola a prendere come esempio alcune abitudini che qui ancora non esistono.

L’educazione nordica: ovvero come crescono i figli i genitori scandinavi

Diciamo che la parola d’ordine è sempre “aria aperta”. E scorrendo i punti che vi proponiamo capirete esattamente perché. Insomma: tutto ruota attorno all’indipendenza e al rapporto con la natura che gli scandinavi hanno, un rapporto costruito da bambini e che si portano dentro anche da adulti, trasmettendolo poi naturalmente ai propri figli.

Giocare fuori, sempre, senza che le condizioni atmosfere interferiscano

Ecco il primo aspetto dell’educazione nordica. I bambini giocano fuori, sempre, non solo “quando possibile”, perché il “quando possibile” è sempre. Sempre: con il freddo, con la pioggia, con la neve, con il vento. Basta essere attrezzati con un abbigliamento adatto ed ecco che la natura diventa il parco giochi e la scuola per eccellenza. Perché i bambini giocano, si divertono, con il sole e con le condizioni avverse (avete presente quanto è bello sguazzare nelle pozzanghere e giocare nella neve?), senza pericoli e con i vantaggi di imparare a vivere la vita vera, esplorando, raccogliendo reperti, avventurandosi… Una regola che ci piace da matti? Gli intervalli a scuola. Non esistono gli intervalli al chiuso, proprio no. E a noi sembra un’abitudine perfetta, così come quella di passare ore di lezione all’esterno, anche a costruire fortini e ad accendere fuochi.

Giocare fuori da soli

All’abitudine precedente si aggiunge in maniera naturale questa. I bambini, da quando i genitori reputano siano in grado e sia sicuro farlo, si avventurano nei prati e nei boschi attorno a casa da soli. Un po’ come facevano le nostre generazioni precedenti, i cui bambini erano abituati a uscire di casa da soli, dopo che i genitori avevano insegnato bene le regole della sicurezza. Se un bambino non è lasciato al gioco libero senza gli sguardi dei genitori che lo pressano, non sarà mai libero di crescere veramente, e questa regola si inserisce in questo solco di pensiero. Altro vantaggio è proprio il senso del pericolo: se non lasciamo che i nostri bambini sperimentino da soli ciò che noi riteniamo “pericoloso”, non avranno mai gli strumenti per imparare a gestire le situazioni non sicure. E saperle gestire significa renderle sicure.

I pisolini all’aperto

Questa è un’abitudine bizzarra (ma che per loro bizzarra, giustamente, non è) che forse molti conoscono, ma che pare ancora strana e che probabilmente ci farebbe sorridere (e farebbe storcere il naso ad alcuni) se la vedessimo applicata qui. Sempre in merito all’abituare i bambini all’esterno, i genitori scandinavi, soprattutto quelli svedesi, sono abituati a lasciare i loro bambini molto piccoli fuori dagli edifici. Entrando nei bar, ad esempio, lasciano il passeggino fuori, con i bambini che se la dormono beatamente, coperti a dovere. L’aria fredda, se vestiti in maniera corretta, fa benissimo ai bambini, che fanno sonnellini ancora più lunghi e ristoratori. E a nessuno pare strano vedere file di passeggini fuori dai ristoranti, dai negozi e dalle librerie.

Meno pomeriggi organizzati e niente sport di squadra fino ai 6 anni

Simile a noi è la tendenza a non iscrivere i bambini a squadre sportive fino alla prima elementare, anche se la tendenza sta un po’ sbiadendo e vediamo sempre più bambini under 6 che entrano nelle squadre di basket, calcio e via dicendo. In generale, quindi, i genitori scandinavi non sono fissati sullo sport e sulle attività pomeridiane. Preferiscono preservare il tempo libero dei bambini, lasciando scegliere a loro, ma soprattutto senza pressione. Se quindi noi tendiamo a iscrivere i figli alla scuola di musica, a quella di inglese, a nuoto e a pallavolo nello stesso anno, loro preferiscono prenderla con più calma, preferendo passare il tempo libero a passeggiare o in famiglia.

L’importanza del vicinato

Se tutto questo tempo passato all’esterno, anche da soli, è possibile, è anche grazie alla comunità che si crea in ogni paese e città della regione scandinava. I genitori nordici sanno che potranno sempre contare sul supporto del villaggio, del paese o del quartiere: tutti sono coinvolti nella crescita dei bambini, ci si può fidare di tutti, e questo fa sì che si possa rendere il gioco all’aperto una priorità senza alcun problema ma, anzi, in tutta tranquillità.

Sì alla tecnologia, ma solo se bilanciata con la natura

Nei paesi scandinavi la scuola punta molto sul tempo passato all’aperto, ma ciò non significa una scuola che rifiuta la tecnologia. Anzi. In generale, i paesi nordici sono molto all’avanguardia, e sia in casa sia a scuola i bambini possono imparare fin da subito anche attraverso la tecnologia. Gli strumenti elettronici quindi ci sono, sono molto presenti nella loro vita, ma allo stesso tempo questo “tempo tecnologico” viene bilanciato dall’importante quantità di tempo che i bambini passano all’aperto, nella natura. Sì alla tecnologia, quindi, ma solo se bilanciamo con tanto, tantissimo verde, in maniera naturale e non forzata!

Giulia Mandrino

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Dalla Danimarca il "reframing"

 

Un connubio davvero efficace, quello tra un’azienda leader nel settore dell’infanzia e un’azienda leader in quello della tecnologia. Efficace per i genitori, perché nel momento in cui le forze si uniscono, ne esce un sistema che supporta proprio le famiglie, mettendo la tecnologia a disposizione del bambino e dei genitori.

Stiamo parlando di Chicco e Samsung, aziende leader nei loro settori che hanno deciso di stringere un’alleanza unica creando prodotti in grado di aiutare i genitori nella gestione quotidiana della famiglia.

BebèCare, soluzione innovativa a supporto delle famiglie: quando Samsung e Chicco uniscono le forze ne esce una soluzione perfetta per i genitori, dai più indaffarati a quelli più attenti alla sicurezza

La partnership di cui stiamo parlando è un’assoluta novità: il fine è quello di sviluppare nuovi prodotti che dialoghino tra loro e con i genitori, in modo da rilevare e monitorare, dentro e fuori casa, i movimenti del bambino, inviando notifiche ai genitori attraverso i device dell’ecosistema Samsung. E lo scenario in cui si inserisce questa collaborazione è ben spiegato dalla Dott.ssa Brunella Fiore, del dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Milano-Bicocca: le esigenze dei genitori di 50 anni fa sono le stesse di quelli di oggi, al primo posto c’è sempre il benessere del figlio, quello che cambia sono gli strumenti a disposizione. Oggi i genitori tendono a considerare la tecnologia come un alleato in grado di alleggerire il peso della gestione quotidiana della famiglia.

La tecnologia, gestita con consapevolezza, può quindi dare un validissimo aiuto alle famiglie, tanto nell’organizzazione della vita quotidiana quanto nella sicurezza. Pensiamo solo ai gps, al navigatore che trova l’alternativa in caso di traffico, alla spesa on line … Tutte queste cose sono già realtà, le utilizziamo e ci facilitano la vita in diverse occasioni. E grazie alla semplicità di utilizzo diventano davvero un supporto insostituibile. Già, perché questi strumenti devono essere semplici, ed è anche alla semplicità che hanno puntato Chicco e Samsung realizzando BebèCare, il primo sistema che permette di rilevare i movimenti del bambino e di inviare notifiche ai genitori attraverso i devices dell’ecosistema Samsung, sia durante gli spostamenti in auto che durante la vita quotidiana in casa.

Il sistema BebéCare si compone di due soluzioni: out of home e in home. La soluzione “Out of home” consiste in sensori, integrati nel seggiolino auto, in grado di rilevare la presenza del bambino in auto e inviare notifiche allo smartphone dei genitori, tramite l’apposita App BebèCare. Nella soluzione in home, invece, i sensori BebéCare, collegati alla Samsung Gear 360, inviano notifiche ai genitori in caso di movimento o pianto del bambino, dando loro la possibilità di controllare il proprio bambino per capire se ha davvero bisogno o se era solo un movimento o un suono sporadico.

La soluzione seggiolino auto è quella che arriverà prima sul mercati: entro il prossimo giugno con il seggiolino Oasys I Size (compatibile con i Trio e utilizzabile fino a 78 cm e max 13kg) ed entro fine 2018 anche con Around U (seggiolino I Size utilizzabile fino ai 4 anni ca del bambino). Rispetto ad altri prodotti già presenti sul mercato, i sensori BebéCare non sono esterni al seggiolino, come quelli attualmente esistenti, bensì integrati al suo interno.

Dopo il seggiolino sarà la volta della soluzione in home che in questo momento è in fase di concept e che sarà composta dal kit completo di Telecamera Gear 360 e sensore BebéCare.

 Giulia Mandrino

Pranzo di Natale non significa dover per forza mangiare schifezze. Certo, possiamo sgarrare un po’ e approfittare dell’occasione per deliziarci il palato e mangiando un po’ di più rispetto al solito. Ma possiamo anche non rinunciare alla salute, senza per forza dover ripiegare su ricette noiose o insapori.

Ecco quindi una selezione di ricette che si prestano benissimo al pranzo di Natale, gustosissime e nutrienti, che tuttavia restano nel solco della cucina sana e naturale, per un cenone della Vigilia o un pranzo di Natale delizioso eppure ricchissimo di benessere.

20 ricette naturali e semplici per il pranzo di Natale: una selezione di piatti da proporre durante le feste per fare un’ottima figura senza rinunciare a gusto e benessere

ANTIPASTI

Partiamo con la farinata, semplice e gustosissima, una ricetta tradizionale a base di ceci. Possiamo tagliarla a strisce o a fettine e servirla anche fredda (preparandola quindi in anticipo).

I crackers alla pizzaiola con l’essiccatore sono altrettanto comodi perché possiamo prepararli il giorno prima, e sono un ottimo antipasto.

Buonissima è anche la nostra focaccia integrale, da tagliare e da condividere al centro della tavola.

I biscotti salati e crema di robiola sono deliziosi: semplici, piccoli e sfiziosi, hanno un gusto particolare e irresistibile.

Infine un nostro classico il pinzimonio con hummus. Tagliamo tante verdure a strisce e presentiamole con uno degli humus che preferiamo, anche in base alle disponibilità della stagione.

PRIMI

Un classico: le lasagne. E se vogliamo essere un po’ più natural, basta preparare quelle al ragù di seitan: un sapore ricco che ricorda quello della tradizione, senza tuttavia tirare in ballo la carne.

In alternativa, sempre in tema di lasagne vegetariane, ecco quelle alla norma, a base di melanzane e ricotta.

Se vogliamo un piatto più semplice ma comunque d’effetto, ecco la pasta con mandorle e pomodorini confit. I pomodorini confit hanno una cottura abbastanza lunga, ma possiamo cuocerli mentre prepariamo gli altri piatti.

A Natale un altro classico primo è il risotto. Quello che vi proponiamo è il nostro risotto mirtilli e robiola, pazzesco con il suo sapore corposo ma reso un po’ acidulo dalla frutta.

Per scaldare la pancia degli spinaci un ricetta nordica classicissima: i canederli agli spinaci, con un brodo saporito e caloroso.

Altro piatto caldissimo è la zuppa di porri con pane fatto in casa. Buonissima anche quella di farro, che scalda i cuori durante le feste.

SECONDI

La torta salata ai carciofi senza formaggio piacerà a tutti e sarà gradita anche da chi non ama o non tollera i latticini.

Ecco poi le polpette di lenticchie alla siciliana, per utilizzare i legumi tanto cari alle feste natalizie!

Anche il salmone solitamente è un must del Natale. Le nostre polpette di salmone e broccoli sono un’ottima soluzione per proporlo in alternativa alle solite tartine con il burro.

Ottime anche le sfogliette veg di biete, con pinoli e uvetta.

Deliziosi poi sono gli asparagi al forno gratinati, un contorno vegetariano saporito e caldo, reso sfizioso dalla gratinatura.

Altro contorno delizioso, che piace a tutti (soprattutto ai bambini!) sono le chips di farina di ceci, più leggere delle solite patatine fritte e ancora più saporite. 

DOLCI

Per terminare con il botto il pranzo di Natale vi proponiamo il nostro tiramisù bianco alla ricotta, per portare in tavola un’alternativa nuova al classico tiramisù.

Per i più golosi, ecco invece il nostro salame al cioccolato, nella nostra versione più leggera e sana senza burro.

Giulia Mandrino 

Imitazione del mondo adulto attraverso la costruzione e il gioco di ruolo; stimolo della creatività, della logica e del problem solving; acquisizione dei concetti di colori, numeri, misure, grandezze e quantità; stimolo della progettazione pratica… I benefici dei mattoncini Lego sono innumerevoli, e noi non possiamo negare di essere da sempre delle fan di questi giocattoli.

Soprattutto sotto Natale i mattoncini Lego diventano uno dei regali intelligenti per antonomasia, quindi per questo martedì abbiamo deciso di fare una selezione delle migliori uscite Lego di quest’anno, quelle imperdibili, da fare trovare sotto l’albero ai nostri bambini!

Quali mattoncini Lego regalare per quest’anno a Natale: le novità Lego che ci piacciono, quelle che i nostri bambini troveranno sotto l’albero e che consigliamo a tutti

Innanzitutto, partiamo con il dividere i mattoncini Lego nelle loro classiche categorie, che ci permettono di capire quali serie siano le più adatte in base ad ogni fascia d’età.

Per i bambini più piccoli la scelta perfetta è la linea Duplo, “i primi passi” nel mondo Lego (ottimi dai 2 ai 5 anni), con i pezzi più grandi rispetto ai classici, le linee più morbide e gli incastri più semplici. Per questo Natale Lego ha lanciato la “Grande piazza in città: è bellissima, molto grande, e ci piace da matti perché oltre ai soliti dettagli deliziosi che affascinano anche noi grandi (come le baguette, la cassa o lo stetoscopio del dottore) s’inserisce perfettamente nel discorso che facevamo prima a livello educativo, e cioè l’imitazione della vita adulta che passa attraverso il gioco. I bambini qui si divertiranno non solo a costruire, ma anche a fare interagire i personaggi e a farli muovere nella loro piccola città.

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Bellissimo anche il “Grande Luna Park, con gli scivoli, il trenino, le giostre e i cavalli, il chiosco dei gelati e le gondole.

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Per i bimbi che stanno crescendo (dai 5 agli 8 anni) consigliamo invece Lego Juniors, e nello specifico la “Gara finale Florida 500, che gli appassionati del film Disney Pixar “Cars” certamente riconosceranno: le manine dei bambini potranno costruire in semplicità (perché sono più facili da costruire rispetto alle Lego classiche) la pista della gara con Saetta McQueen, Cruz Ramirez, Jackson Storm, Guido e Mack.

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Si passa dunque alle avventure più amate dai bambini negli ultimi anni, e cioè le Lego Ninjago, che troviamo questo Natale ispirate proprio al film uscito nelle sale questo autunno. Lego “Ninjago Movie” farà rivivere ai bambini (dagli 8 ai 14 anni) le avventure dei ninja nell’estremo oriente. Due sono le scelte tra le novità: Lego Ninjago Drago Mech Ninja verde e il Tempio delle Armi finali, curato in ogni dettaglio e dal sapore decisamente esotico (e avventuroso come piace ai bambini).

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Fighissima anche la serie dedicata a Star Wars: i ragazzi più grandi (dai 10 ai 16 anni, ma non solo: sappiate che vostro marito non sarà l’unico adulto ad avere voglia di comprarlo appena lo vedrà) potranno costruire con i mattoncini Lego BB-8, con la testa che gira e lo sportellino che si apre proprio come nel film. È composto da oltre 1100 pezzi: a noi piace moltissimo perché possiamo costruirlo insieme, in più serate, progettando in famiglia come fossimo ingegneri in un laboratorio. Alla fine potremo tenere il tenero droide sul suo piedistallo come oggetto decorativo. Oppure giocarci, anche noi genitori!

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 Giulia Mandrino

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Cosa fare in Tirolo con tutta la famiglia

Lunedì, 18 Dicembre 2017 15:25

Le feste di Natale si prestano benissimo alle mini vacanze in terra tirolese (ma non solo le vacanze! Anche le fughe nei weekend invernali sono perfette): il Tirolo ci piace sempre moltissimo perché immerso nella natura e assolutamente family-friendly. Ovvero: i luoghi da visitare sono moltissimi e ci sono migliaia di attività da svolgere insieme ai bambini.


Non solo sciare, sia chiaro: sciare è bellissimo, ma ci sono percorsi, attività e posti assolutamente meravigliosi per una vacanza in famiglia perfetta, nella quale si divertiranno tutti e che resterà nel cuore e tra i ricordi per tutta la vita.

Cosa fare in Tirolo con tutta la famiglia: le attività diverse dallo sci alpino per passare le giornate in Tirolo divertendosi e godendosi la famiglia

Partiamo dallo slittino: i bambini si divertono moltissimo, ma, ammettiamolo, anche noi lo amiamo da impazzire! Se siamo quindi in vacanza in Tirolo con la famiglia ne approfittiamo sempre, sfruttando gli oltre 750 chilometri di piste per slittino. Piste bellissime, curate e sicure, che presentano spesso illuminazione notturna (ad esempio la pista Bischofer Joch ad Alpbach e quella delle Lienzer Dolomiten di Leisach) e che permettono di provare avventure pazzesche! Alcune, poi, sono servite da piccoli impianti di risalita davvero comodi per tornare alla partenza senza stancarsi (come le piste di Schlossberg a Lienz o quella di Leckfeld a Sillian), e altre si trovano vicinissime a rifugi nei quali accoccolarsi quando siamo stanchi e infreddoliti.

Non mancano nemmeno i mercatini di Natale, che qui sono intrisi di magia fino al midollo e che spesso, grazie all’altitudine, sono imbiancati dalla neve. Quello di Innsbruck è molto famoso, ma deliziosi sono anche quelli di Hall (con i cantastorie e i pony da accarenzzare!), quello di Lienz (con tantissimi artigiani che mostrano come realizzano le loro opere) e quello di Kufstein, dove si può gustare la tipica pasta di pane avvolta su un bastoncino e abbrustolita.

Super affascinante è anche il castello di Ehrenberg di Reutte. Anzi: il “mondo dei castelli europei di Ehrenberg”. Qui possiamo trovare il medioevo ricostruito in ben 14 stanze ristrutturate, e i bambini potranno indossare le armature da cavaliere e intraprendere la “rally del cavaliere Ruggero”. È qui, inoltre, che tutti gli altri si può ammirare lo spettacolo cavalleresco più grande d’Europa, il “viaggio nel tempo” Zeitreise.

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Anche i comprensori sciistici tuttavia offrono avventure e attività magnifiche, non solo dedicate allo sci. A Pillerseetal, ad esempio, troviamo, oltre alle piste perfette per le famiglie (perché dolci e pianeggianti) bellissime attrazioni per i bimbi, come le igloo giganti, il Bobo-Express (una mini montagna russa nella neve!) o le grandi navi pirata su cui giocare. Nel comprensorio Ski Juve Alpbachtal Wildschönau, invece, oltre al “prato delle favole” per imparare a sciare troviamo igloo, giochi con le funi, un park dove praticare lo snowkite (lo snowboard guidati da un aquilone) e una palestra completamente attrezzata per arrampicarsi e, allo stesso tempo, per giocare anche a bowling!

Infine a Galtür, nella valle del Paznaun, possiamo vivere un’altra avventura con i bambini, per fare conoscere loro la bellezza della neve (ma anche la sua pericolosità naturale). L’Alpinarium di Galtür è un infatti un museo che è stato costruito dopo la terribile valanga del 1999, e si erge proprio accanto ad un muro antivalanghe lungo 345 metri e alto 19 metri. Il muro è quindi parte integrante della mostra, che espone ai visitatori gli sforzi dell’uomo per adattarsi alla natura. Ci sono anche una parete per l’arrampicata indoor e un bar, per completare una giornata divertente ma educativa, davvero estremamente affascinante per la storia che porta con sé e per la bellezza grezza di questo elemento naturale affascinante e temibile, la neve.

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Giulia Mandrino 

Le differenze tra raffreddore e influenza

Lunedì, 18 Dicembre 2017 14:12

Soprattutto durante i mesi freddi le piccole malattie stagionali si fanno sentire, e i bambini sembrano portare a casa da scuola e asilo ogni tipo di malanno. Essendo tuttavia simili tra loro, spesso le mamme non sanno riconoscere quando si tratta di un piccolo raffreddore (da curare semplicemente con pazienza e, eventualmente, qualche suffumigio per fluidificare il muco) o quando invece siamo di fronte ad un’influenza, da trattare secondo le disposizioni del pediatra.

Questo provoca a volte l’eccessiva cura. In altre parole, le mamme si ritrovano a dare medicinali inutili ai bambini. Ma basta fare caso ai semplici sintomi per capire se è un semplice raffreddore o un’influenza più importante!

Le differenze tra raffreddore e influenza: come capire dai sintomi quando si tratta di un semplice raffreddamento o di una malattia da trattare con i medicinali

Prendiamo quindi ogni sintomo, e capiamo come si presenta (e se si presenta) durante il raffreddore semplice o durante l’influenza.

CONGESTIONE NASALE

È caratteristica durante il raffreddore, mentre con l’influenza può essere che non compaia. È il sintomo che ci fa colare il naso e che ci porta ad avere il fazzoletto sempre sotto il naso dei bambini, che hanno bisogno di liberarsi per respirare meglio.

FEBBRE

Quando il bambino ha il raffreddore la febbre è rara e abbastanza leggera, sotto i 38 gradi (e se compare possiamo tranquillamente chiedere il parere del medico). Con l’influenza, invece, la febbre è tipica, e possiamo parlare di influenza quando questa supera la temperatura di 38 gradi.

DOLORI ARTICOLARI

Il dolore articolare compare quasi sempre con l’influenza ed è quindi uno dei sintomi che ci portano a capire che è in corso una malattia più corposa del raffreddore. Con il semplice raffreddore, infatti, i dolori articolari e muscolari sono rari, anche se in alcuni casi possono presentarsi.

DEBOLEZZA E MALESSERE

La debolezza e il malessere corporeo in generale sono solitamente leggeri quando è in corso il raffreddore. Al contrario, quando stiamo covando l’influenza danno una forte sensazione di malessere, in maniera precoce (e cioè già dall’inizio dei sintomi).

MAL DI TESTA

Solitamente con il raffreddore non si presenta (a meno che, di solito, dopo qualche giorno, quando il raffreddore è forte e persistente e il soffiarsi il naso continua imperterrito). Con l’influenza invece può capitare più spesso che si presenti, anche con una forte intensità e provoca molto fastidio.

BRIVIDI

Sono davvero frequenti con l’influenza, quando si ha anche la febbre, mentre con il raffreddore sono abbastanza rari.

GOLA ARROSSATA E RINITE

Questi due sintomi, che assoceremmo tipicamente all’influenza, non sono in realtà frequenti quando i bambini ne sono affetti. Sono più comuni (anzi, possiamo anche dirli caratteristici) con il raffreddore, essendo una sorta di “prolungamento” del malessere delle vie respiratorie.

 Giulia Mandrino

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I pannolini lavabili Culla di Teby

Lunedì, 18 Dicembre 2017 13:33

I 10 motivi per utilizzare i pannolini lavabili ve li avevamo già elencati: avete ancora qualche dubbio? Noi no, e siamo sempre alla ricerca di marchi speciali che producano prodotti perfetti per noi. Abbiamo quindi scoperto Teby, che unisce la sicurezza e il confort alla comodità. I loro pannolini lavabili si chiamano Culla di Teby, e ora ve li presentiamo.

I pannolini lavabili Teby: il nuovo sistema Culla di Teby per pannolini lavabili belli, sicuri, confortevoli e comodissimi!

I pannolini lavabili Culla di Teby nascono dall’idea di una mamma, e come tutte le idee che scaturiscono dalla mente delle mamme sono migliori di tutte le altre, poiché si basano sull’esperienza concreta e sulla volontà di rendere migliore ciò che utilizziamo ogni giorno con i nostri bambini. Valentina si è avvicinata al mondo dei pannolini lavabili quando è diventata mamma del suo bimbo e (come noi!) se ne è innamorata (per i mille motivi che dicevamo: l’ecologia, il risparmio, la sicurezza, la riduzione delle irritazioni, l’effettiva bellezza dei pannolini…), e si è lanciata nella ricerca dei prodotti migliori. Mancava sempre però qualcosa, e così ha deciso di provare a progettare il suo pannolino lavabile, quello perfetto, nato dalla sua esperienza e da quella delle altre mamme con cui si è confrontata.

Dopo un anno e mezzo di test è giunta così a produrre i suoi pannolini lavabili, interamente prodotti in Italia con l’aiuto di artigiani e professionisti coinvolti in tutta la produzione, per un prodotto sicuro, personale e studiato nei minimi dettagli.

Il pannolino Culla di Teby è nato così, ed è un pannolino lavabile davvero fantastico: è un pannolino composto da una mutandina in cotone soffice e da una culla (da qui il nome) traspirante e impermeabile, in un tessuto tecnico (Il Pul) con all’interno un assorbente lavabile o usa e getta.

Possiamo quindi inserire Culla di Teby nella categoria “pannolini lavabili ibridi”, perché (e qui sta parte della comodità) possiamo utilizzarlo come un pannolino lavabile “normale” oppure come un pannolino usa e getta (ma più ecologico, con meno rifiuti). E poi si trasforma in un costumino da bagno! Basterà scegliere l’inserto adatto.

Ecco quindi un pannolino comodo, performante, sicuro ed ecologico, che è possibile acquistare in varie taglie (con vestibilità dai 2,5 ai 20 chili), con una barriera antiperdita davvero sicura e una mutandina super soffice che dà sicurezza e comodità al bambino. Rispetto a tanti pannolini usa e getta e lavabili, questi di Teby sono pensati in maniera più specifica, con una forma studiata per adattarsi alla conformazione del corpo dei bebè e con una zona posteriore profonda e larga che abbraccia delicatamente ma benissimo il sederino. La parte che si appoggia alla pancia, poi, è più stretta e piatta, ma soffice, e non ostacola i movimenti, così come i girogamba che aderiscono perfettamente alle cosce permettendo di muoversi in libertà ma minimizzando allo stesso tempo le perdite laterali.

Come tutti i pannolini lavabili, poi, quelli Culla di Teby sono sicuri anche per quanto riguarda le irritazioni, poiché i tessuti, rispetto alla plastica dei pannolini usa e getta, sono molto più naturali, delicati e traspiranti.

Anche i bottoni sono studiati in questo senso: non vengono mai a contatto con la cute del bambino, che come sappiamo è molto delicata.

Per l’inverno, poi, c’è una collezione particolare, pensata apposta per i mesi più freddi: i tessuti scozzesi, la lana… Le mutandine contenitive Bio “Cozy Kilt” e "Scottish Winter", calde e avvogenti, sono realizzate in jersey morbido di cotone bio e lana vergine, e come tutte le mutandine Culla di Teby possono essere lavate in lavatrice (con il programma della lana a freddo).

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I pannolini lavabili Culla di Teby ci sono piaciuti fin da subito: sicurezza, ecosostenibilità, comodità, versatilità… Noi non abbiamo più bisogno di altri motivi. Voi?

 Giulia Mandrino

Sara

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Cecilia

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