Come l’aromaterapia può sfruttare i profumi di stagione per diventare di mese in mese più personale e accoccolante, anche le tisane e gli infusi che scegliamo per le nostre giornate possono seguire la stagionalità e i sapori più tipici. Sempre con un occhio rivolto ai benefici e alle qualità che ogni ingrediente porta in un bicchiere fumante di tisana!
1. Una semplice tisana di karkadè conterrà in sé tantissime qualità, poiché questo ingrediente è ricchissimo di vitamina C (e quindi essenziale per le difese immunitarie), ma è utilissimo anche in caso di infezioni (anche alle vie urinarie) poiché potente antisettico. Il colore è rosso intenso e il sapore piacevolmente aspro e gustoso. Utilizzate un cucchiaino di foglie essiccate di Karcadè per una tazza d’acqua.
2. L’autunno è la stagione perfetta per disintossicarsi, per prendersi del tempo per sé e per eliminare le tossine dal nostro organismo. L’infuso perfetto per questo detox autunnale è un mix di cardo mariano (che depura il fegato), tarassaco (che stimola l’eliminazione delle tossine), achillea (che favorisce la funzionalità intestinale ed epatica), finocchio (digestivo) e salvia (balsamica).
3. Ortica e betulla mixate insieme sono perfette per ottenere una tisana drenante che contrasti i liquidi in eccesso e la pelle a buccia d’arancia. Sminuzzatene le foglie dell’ortica (diuretica, depurativa e ricca si sali minerali) e della betulla (potente diuretico) quindi mescolatele (per dare sapore) a frutti di bosco disidratati e gramigna sminuzzata. Utilizzatela poi come un normale infuso, in una tazza o in un litro d’acqua da bere durante tutta la giornata.
4. Altrettanto drenante è la tisana ottenuta combinando l’azione di ortica, finocchio, salvia, liquirizia ed erba medica. La liquirizia è antiossidante, mentre l’erba medica (detta anche alfa alfa) è un ottimo ricostituente. Attenzione, la liquirizia non è adatta in caso di ipertensione!
5. Se soffrite di foruncolosi, acne, eczemi, dermatosi, gotta, reumatismi o diabete troverete il sollievo e il rimedio grazie ad un infuso di bardana. La sua radice, infatti, è ricchissima di inulina (una fibra prebiotica naturale) e mucilaggini, e risulta depurativa, antisettica e benefica per varie infezioni, soprattutto della pelle.
6. Emolliente, antispasmodico, calmante, vasodilatatore, anticatarrale e sudorifero: tutto questo è l’infuso di tiglio, ricco di flavonoidi, perfetto per curare il raffreddore, la tosse e i problemi alle vie respiratore, essendo calmante naturale, oltre che rimedio perfetto per la febbre, le infiammazioni e l’ipertensione. Prendetene un sacchetto sfuso, quindi preparate il vostro infuso utilizzandone un cucchiaio per ogni tazza di acqua calda e lasciando in infusione per almeno cinque, dieci minuti.
7. Se avete voglia di anticipare un po’ l’atmosfera natalizia, con i suoi tipici sapori e profumi, preparatevi una tisana con del rooibos, della cannella in bastoncini, qualche chiodo di garofano e della scorza di limone grattugiata.
8. Bomba di vitamina C: è mia buonissima ricetta ricchissima di vitamina C che trovate nel mio libro The Family Food a pagina 44.
9. La sera, sul divano o nel letto con un buon libro, concedetevi la tisana rilassante per eccellenza: quella composta da tiglio (calmante naturale, come dicevamo), passiflora (sedativa, ansiolitici e perfetta in caso di stress, in quanto calma e assicura un sonno senza risvegli notturni senza intorpidimento mattutino) e altea (emolliente e antinfiammatoria). Utilizzatene un cucchiaio (con le tre piante già mischiate) per ogni tazza di tisana.
10. L’autunno è il periodo in cui compaiono infiammazioni, dolori articolari e stanchezza. Tiratevi su con un infuso di gramigna (antinfiammatoria e diuretica), artiglio del diavolo (antinfiammatorio e antidolorifico) e ortica (ricca di minerali come il ferro, vitamine come l’acido folico e con un’azione depurativa).
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
L’Italia si sa è un paese straordinario, di una bellezza unica, pieno di storia e di cultura, si mangia sempre bene, dove vai vai sei certo di trovare almeno in quella regione in olio IGP, un vino DOC, un formaggio DOP, un prodotto tipico di artigianato locale e una serie arroccata di casupole storiche con qualche aneddoto da raccontare.
Siamo simpatici noi italiani, adattabili e generosi ma, c’è un ma, siamo il paese delle tasse, soprattutto delle tasse senza senso.
Non parlo di accise carburante per sanare debiti di calamità naturali quali la glaciazione e l’estinzione dei dinosauri che ancora paghiamo e che centesimo dopo centesimo portano un pieno di benzina a costare quanto un’utilitaria nuova, parlo delle cosiddette “tasse di proprietà”: il controsenso puro e semplice, ancora non arrivo a capire perché devo pagare una tassa su una roba sia che sia mia ma in contraddizione anche che mia non è, spiego.
Chiunque possiede un’automobile e paga un’assicurazione per la propria sicurezza e per quella altrui; qui vorrei aprire una piccola parentesi. Tu paghi l’assicurazione e, sperando nella buona sorte, non causi e non subisci incidenti di tale gravità da farti pentire di essere venuto al mondo, ma com’è non si sa che dopo decenni che paghi all’assicurazione una somma tale che nel giro di tre anni ti saresti potuta comperare l’auto nuova, quando hai un impiccio, il cielo m’è testimone, non riesci mai a ricavare la somma adeguata al tuo guaio.
Scusi ho trovato la macchina fracassata in un parcheggio al supermercato
Quale supermercato?
Il supermercato X che sta vicino casa mia
Perché non c’è andata a piedi?
Insomma cioè… ho trovato un vetro rotto e dei segni sulla portiera?
Di destra o di sinistra? Aveva parcheggiato nel sotterraneo? In un angolo buio? Era per caso vicino la fila di carrelli? Che modello è l’auto? Cosa aveva comperato nella spesa?
Cioè ti fanno un sacco di domande del cavolo a trobocchetto per vedere di cogliere un appiglio valido per non risarcirti il danno
Allora io vorrei far stimare i danni per vedere… cioè, se non vi disturba la cosa, magari potreste risarcirmi vista l’assicurazione che verso, della quale si figuri sono ben contenta di versarvi da quarant’anni e non avervi mai dato un problema…
Signora mia, come prima cosa gli sfregi sono solo su una portiera, il vetro è quello anteriore destro, lei è nata nell’anno bisestile sotto il segno del leone, mentre giove e mercurio giravano allineati… mille cazzate …possiamo risarcirle il 2% logicamente tolta la franchigia e calcolate le tasse… in pratica ha diritto a… rumori di tasti che battono al computer… cento euro…
Cento euro? Scusi? Ma, non le pare un po’ pochino, cioè io ho letto l’assicurazione e prevede… (che cavolo tra un po’ ciocco la macchina e ve li devo pure dare a voi)
Signora mia nella polizza è ben scritto sotto che questo danno non è coperto, in lillipuziano, a carattere microscopico, con l’inchiostro simpatico che reagisce per reazione chimica all’acido citrico, avrebbe dovuto leggere prima di sottoscrivere…
E così te la prendi…. in tasca!
Ma a parte l’assicurazione paghiamo anche il bollo che è una tassa di proprietà.
Come il canone tv: tu hai la televisione, te la sei comperata con i tuoi soldi, sei andata a sceglierla personalmente, te la sei caricata in macchina, te la sei installata (se ti va di culo senza chiamare un tecnico che altrimenti ti sei pure pagata) e ci paghi la tassa. Prima era canone Rai cioè avevi la Rai e pagavi, il ragionamento era vabbé faccio a meno dei Pacchi di Rai Uno, di NCIS su Rai Due e di Chi L’Ha visto su Rai Tre e non pago il canone, cioè oscuratemi i canali… no, lo paghi comunque. Adesso dato che la gente se le inventava tutte per non pagarlo te lo mettono… nella bolletta e la spacciano per una tassa di proprietà sulla televisione.
E le bollette le paghi, crescono ma le paghi perché altrimenti se tardi un giorno te ne stai al freddo becco e buio pesto fino a che non hai saldato, ma soprattutto fino a che loro non hanno fatto le loro “opportune verifiche”, che durano un lustro. A volte al tg dicono che quest’anno le bollette caleranno di un centesimo, per poi aumentare di due euro il mese dopo.
Ici, Imu, Tares, chiamala come cavolo vuoi, cambia il nome ma poco la sostanza, hai la casa? ci paghi le tasse.
Ed è qui che mi scatta la domanda: ma allora se non è roba mia la tassa posso non pagarla? Cioè, se della macchina ci pago le rate e della casa il mutuo di logica non è ancora roba mia, se salto una rata la concessionaria o la banca si ripigliano il bene, giusto? Allora perché la tassa non se la pagano loro?
A sta stregua allora lo stato mi da la tv e la macchina e la casa o io gli pago la tassa, se è roba mia la tassa non la pago a nessuno, altrimenti dovrei pagare una tassa su qualunque roba mia? Cazzo non diciamolo troppo forte mica di dargli l’idea…
Perché mi viene in mente una cosa…
Paghiamo la tassa sulla pattumiera: la produciamo e la consegniamo al comune che la smaltisce e la ricicla producendo altro con la plastica, il vetro, … ma allora se la pattumiera è mia e io te la do non è che la tassa la paghi tu a me? no sempre io la pago a te…?
Scanso equivoci … tassa che non ci passa.
Elena Vergani, autrice di il mondo è bello perchè è variabile
Vi abbiamo parlato dell’essiccatore, dei suoi vantaggi e del tipo di conservazione comoda e utile. Ma quali alimenti essiccare nello specifico? Insomma, quali sono le preparazioni che l’avere un essiccatore in casa permette?
Cos’è un essiccatore? Semplicemente, uno strumento da cucina in grado di scindere l’acqua dall’alimento solido, facendoti ottenere i prodotti essiccati. Ma perché averlo? Quali sono i benefici? Come lo si può sfruttare e quali sono gli alimenti che possiamo seccare?
Come dicevamo l’essiccazione consiste nella scissione dei componenti liquidi da quelli solidi (tramite l’evaporazione dell’acqua) in modo da ottenere alimenti essiccati che si conservano molto più a lungo (l’essiccazione è il metodo di conservazione più antico che esiste, lo sapevi?).
Senza un essiccatore questo processo è piuttosto lungo, poiché bisognerebbe sfruttare la luce del sole, il calore del forno o il gocciolamento lento degli alimenti. Tutti metodi lungi e scomodi, che prevedono molti scarti e tanta, tantissima pazienza. E, non ultimo, la luce solare assorbe molte delle componenti nutritive dei cibi, limitandone quindi i benefici.
Esistono però fortunatamente degli essiccatori domestici, semplici da usare e davvero utili. L’utilità risiede nel fatto che conservare gli alimenti in questo modo significa avere prodotti conservati senza conservante alcuno, senza alcool, zucchero o sostanze chimiche. E senza pericolo di proliferazione di batteri e muffe: eliminando l’acqua si elimina il loro terreno di coltura.
Nel concreto: si possono conservare funghi, frutta (mele, pere, banane, fichi, pesche, kiwi, prungne, uva…), legumi, verdura (melanzane, peperoni, peperoncini, pomodori, zucchine, spinaci…), carne, pesce, cereali, erbe aromatiche (rosmarino, basilico, prezzemolo, menta, salvia, timo…)… Addirittura i fiori (per fare ad esempio la tisana di camomilla). Insomma: praticamente tutto.
Un sacco di vantaggi, quindi. Innanzitutto la conservazione naturale, ma anche il fatto che vitamine e minerali resteranno invariati (non si perdono le proprietà nutritive), che gli aromi si amplificano, che non si deve utilizzare il frigorifero per la conservazione, che l’essiccazione permette di avere sempre a disposizione frutta e verdure non di stagione (comprandole nei vari periodi dell’anno potrete conservarle in casa) e che in questo modo non si spendono cifre esorbitanti per comprare frutta e verdura secche.
La facilità d’uso è poi un altro dei punti a favore dell’essiccatore: basta tagliare a fette i cibi selezionali, quindi disporli sui piani dell’essiccatore e attendere che faccia il suo corso. In questo modo potrete realizzare chips di frutta (per sane merende), caramelle, tisane, infusi, erbe aromatiche già pronte. Il tutto con una comodità d’utilizzo eccellente, dal momento che i cibi così conservati pesano molto poco e non sporcano, rivelandosi snack perfetto da portare fuori casa.
Tra i vari essiccatori eccelle sicuramente “Essico”, il pratico strumento di Siqur Salute. “Essico” è semplicissimo da usare, ma soprattutto capiente, permettendo di essiccare una quantità perfetta di cibi disponendoli sui suoi sei vassoi imputabili (con possibilità, tuttavia, di aggiungerne per arrivare ad un massimo di venti vassoi).
La trasparenza, poi, non è casuale: attraverso il vetro è possibile infatti monitorare il processo, tenendolo sempre sotto controllo (dopo aver regolato e monitorato temperatura e tempi attraverso i due display digitali di cui “Essico” è dotato).
E anche l’igiene è in prima fila: “Essico” è infatti dotato di un filtro per l’aria che mantiene il livello di igiene perfetta durante tutto il processo di deidratazione, scongiurando l’entrata di insetti, acari e polvere. Non solo: “Essico” è composto interamente da plastiche BPA free.
Scopri quali elementi si possono essicare in questo articolo.
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Ogni stagione porta con sé profumi e sapori. Le temperature, poi, spingono a cercare aromi più consoni (la menta in estate e la cannella in inverno, ad esempio). Lo stesso vale per l’aromaterapia: certi oli essenziali sono decisamente più adatti a determinate stagioni, sia per l’atmosfera che creano, sia per i benefici.
In questi giorni siamo entrati prepotentemente in autunno: le temperature sono precipitate, i primi malanni di stagione fanno capolino e quel che ci vuole è una bella sessione aromaterapica per dare una svolta alla giornata!
Scegliete voi come disporne: potete diffondere i vostri mix di oli autunnali attraverso i diffusori, oppure prepararvi un bagno caldo. O, ancora, preparare uno spray: basta raddoppiare o triplicare le gocce dei mix che vi proponiamo, aggiungerle a due cucchiai di vodka e metterle in una bottiglietta spray di vetro da 225ml (riempiendo poi con acqua).
La redazione di mammapretaporter.it
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La scelta vegana comporta l’eliminazione totale di tutti quegli ingredienti che derivano da animali (o dalla produzione animale). Le ricette che non li prevedono sono molte, ma a volte si fa fatica a trovare il perfetto sostituto del prodotto animale nelle ricette “normali” e onnivore. E anche chi non è vegano come me ha piacere, sopratutto per i bimbi, di rendere le torte, e in generale le ricette, più leggere e sane con la formula veg, quindi priva di derivati animali.
Basta però conoscere gli ingredienti, capire quali sono meglio per determinate ricette e abbandonare così in maniera sicura e tranquilla i derivati animali.
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Sì, i bambini possono giocare nel giardino e nel cortile condominiale. Anzi: devono! Ve l’abbiamo spiegato proprio poco fa e oggi è la volta di parlare di cosa dovrebbe esserci in questi giardini condominiali. O meglio: di cosa potrebbe esserci se tutti si mettessero d’impegno e, con poco sforzo e pochissimo denaro, cercassero di rendere questi spazi comuni ancora più belli per i nostri bambini.
Meglio pensarci subito: sappiamo che, quando si propone qualcosa all’amministrazione, i tempi sono lunghetti. Provate quindi a pensare cosa vorreste nel vostro cortile per i vostri bimbi, parlatene con gli altri condomini e puntate sul riciclo: in questo modo il giardino sarà sostenibile, economico e alla portata di tutti.
(foto 1 http://www.creatingreallyawesomefunthings.com/tire-recycling/)
(foto 2 http://parentteachplay.com/inlieuofpreschool.com/wp-content/uploads/2012/05/DSC_0007-0014.jpg)
(foto 3 http://www.pequefelicidad.com/2015/12/las-ideas-mas-inspiradoras-para.html)
(foto 4 https://matkawariatka.pl/niedrogie-ekologiczne-i-mega-rozwijajace-ogrodowe-place-zabaw/)
- Gli essere umani dovrebbero imparare a stare molto più tempo a piedi nudi: con i materiali che trovate in natura - sassi, foglie, tronchi, sughero, paglia… - potete realizzare un piccolo percorso sensoriale sul quale i bambini cammineranno e si sentiranno a contatto con la natura anche in città.
(foto 6 https://it.pinterest.com/pin/529243393689066973/)
(foto 7 http://simpleasthatblog.com/2014/04/25-recycled-tin-can-crafts-and-projects.html)
(foto 8 http://www.letthechildrenplay.net/2013/10/20-playful-ideas-for-using-pallets-at.html)
Le leggi che regolano l’universo sono varie ed esci dalla scuola dell’obbligo pensando di poter citare perlomeno le piú conosciute, illusione in cui vivi anche durante la tua vita adulta o almeno finché, un giorno, diventi madre.
In quel preciso momento l’universo si accorge di te (un po’ come tu magicamente ti accorgi dei parchi giochi dopo aver figliato) e comincia a fartelo sapere attraverso l’influenza di una legge che ignoravi totalmente e di cui pochi parlano: quella della madre di Murphy, per cui stai pur certa che, se sei madre e qualcosa si puó complicare, si complicherá. I principi di questa legge sono pochi e semplici:
• Sei genitore: benché si possa applicare anche ai padri, le madri ne sono decisamente le vittime preferite
• Ti trovi in una situazione nuova o stressante in compagnia dalla tua prole • Spesso le manifestazioni della legge avvengono davanti ad un pubblico piú o meno nutrito di madri/nonne/uomini d’affari
• In generale, frasi del tipo “speriamo vada tutto bene” o “perché mai dovrebbe succedere proprio ‘sta volta” funzionano da tromba da stadio per l’universo che decide di punire la tua leggerezza nel giro di pochi minuti Le prime avvisaglie che la madre di Murphy aveva allungato la sua longa mano su di me sono arrivate giá sul finire della gravidanza.
A febbraio, a due settimane dal parto, causa fuga, sigillarono i rubinetti del gas di tutto il palazzo dove viviamo, lasciandoci senza acqua calda né fornelli. Una tragedia che si sarebbe potuta trasformare in una apocalisse se non avessimo (per fortuna) il riscaldamento elettrico. Con la tipica agilitá ed energia di una donna incinta di nove mesi, fino al parto, per farmi una cacchio di doccia, ogni volta dovetti farmi la borsa per portarmi tutto dai miei suoceri camminando 15’ per andare e 15’ per tornare.
Peccato poi che in questa situazione rimanemmo altre 3 settimane, quando ormai la nena era giá a casa. Come é facile intuire, fu un gran divertimento gestire una neonata e un post parto senza acqua calda corrente; un dettaglio che ha reso il nostro puerpuerio ancora piú speciale.Cominciammo benissimo. In quel momento pensai che avevo solo avuto (un bel po’ di) sfiga. Non avevo ancora capito che ero giá succube della influenza della suddetta madre. Mi ci vollero ancora alcuni episodi per rendermi conto del fatto che qualcosa era cambiato sul serio.
Non furono tutti eclatanti come quello della canna del gas (mai nome fu piú azzeccato), bensí piú quotidiani. Infatti, siamo sincere, quale madre non ha gioito almeno una volta accorgendosi di una cacca sulla porta di casa proprio quella volta che é di corsa perché ha un appuntamento (leggi “pediatra”, perché altri appuntamenti, nei primi mesi, io li avevo solo con me stessa allo specchio e nemmeno troppo spesso)?
Esiste anche la variante: vivi al sesto piano e stai uscendo di corsa per andare dalla pediatra (come no), carica come uno sherpa, sola, con la bimba che finalmente dorme, dopo averci messo un’ora per preparare e portarti tutto ció che ti serve o potrebbe servire. E l’ascensore non funziona. Le madri poi sanno che i bebé hanno un settimo senso (il sesto non é sufficiente per descrivere questo loro super potere) e non sbagliano: appena prendi sonno, dopo averci messo 2 ore ad addormentare il frutto del tuo grembo ed aver “perso tempo” per salutare il tuo compagno dopo settimane passate a incrociarsi per casa, tuo figlio immancabilmente si sveglia.
Idem nei rarissimi giorni in cui programmate una cena, non dico romantica, ma almeno seduti allo stesso tavolo, nello stesso momento. Un lusso, vamos. In questo caso il frutto si sveglia ogni 10’ per tutta la durata della cena. Finché ognuno mangia per i cavoli suoi e vi salutate con un grugnito. A quel punto il bebé puó dormire tranquillo e, infatti, lo fa. Ovviamente, se devi prendere un mezzo pubblico, tuo figlio, che ha dormito sereno nel marsupio fino a 30 secondi prima di salirci, deciderá che é il momento migliore per stiracchiare le sue corde vocali e non si zittirá finché non gli metterai la tetta in bocca davanti agli sguardi severi di mamme, nonne e sconosciuti di ogni sorta. E sarai fortunata se ti sei potuta sedere per farlo.
Nei giorni poi in cui sei particolarmente distrutta e l’unica cosa che pensi é “adesso la metto a letto e finalmente ceno tranquilla con la mia birretta (se non allatti, perché se allatti non hai nemmeno questo piacere) e il facebook aperto” lei, invece di addormentarsi all 8.30 in 5’ come fa da qualche tempo, alle 10.30 sta ancora gorgheggiando al lampadario tirando i tuoi capelli col suo pugnetto chiuso mentre tu fai training autogeno per non scoppiare in lacrime e scappare di casa urlando.
Giuro che io ho provato a ignorare questa legge e ad avventurarmi in grandi spostamenti in bus, o a dirigermi sola con la bimba all’ufficio anagrafe per farle la carta di indentitá pensando “che sará mai” o “dai, questa non é l’Italia”. Ho provato ad abbozzare davanti alla tipa che mi sibila all’orecchio che per calmare mia figlia dovrei provare a darle il mio dito da succhiare, o a non scoppiare a piangere davanti al dipendente pubblico che mi rimbalza, mentre la nena strilla come un’aquila, perché la foto fatta da me sul fasciatoio non é professionale (ha due mesi, cosa diamine devo fare, trucco e parrucco per farle una fototessera? Non sta nemmeno seduta!). Ci ho provato e per parecchio tempo non sono riuscita a dimenticarmi veramente di questa sfiga latente da madre novella, cosa che mi ha condizionato non poco.
Finché un giorno ho deciso di abbracciare questa realtá invece di resisterle e, per sopravvivere, ho cominciato a buttarla sul ridere ogni volta che ho potuto, fregandomene di tutto e tutti. Perché anche una povera madre avrá pur diritto di uscire, socializzare, insomma vivere, no? E, sorpresa delle sorprese, la madre di Murphy sembra aver apprezzato questo approccio e col passare del tempo ha deciso di ricordarmi la sua legge molto piú raramente e solo quando mi ostino a pensare che ho ancora il controllo della mia vita.
Come l’altro giorno, ad esempio, quando l’universo ha deciso di richiamarmi all’ordine, perché nonostante i 19 mesi di esperienza, continuo a peccare di ingenuitá. É domenica e partecipo ad una gara di Crossfit rappresentando il nostro box (si, sono madre crossfitter, compagna di un allenatore di Crossift...ma questa é un’altra storia). Visto che dobbiamo essere a destinazione alle 8.30, la nena che si sveglia sempre alle 6.30 decide che é una buona giornata per ronfare piú del solito. Ci prepariamo in fretta e furia per stare fuori praticamente tutto il giorno. Prima di inforcare la porta, in uno sprazzo di luciditá controllo che nella onnipresente borsa da passeggino ci siano pannolini a sufficenza. Nella bustina, oltre ai pannolini trovo l’immancabile cambio: dei leggins e un body, perfino coordinati. Da non credere. A quel punto non so bene perché, penso “sono 19 mesi che mi porto dietro un cambio ogni santo giorno. Non mi é mai servito. Dove andiamo non ci sono pozzanghere, né mare”. E decido sostituire il cambio per due pannolini in piú, facendo finta di non sentire le trombe da stadio risuonare per tutto il cosmo.
Ció che é successo dopo é da manuale. L’universo ha fatto in modo che il buon padre cercasse di recuperare il ritardo guidando come un delinquente e che all’ultima frenata la nena vomitasse, per la prima volta nella sua vita, l’intero biberon su se stessa, il seggiolino e la famosa borsa, in cui purtroppo, come sappiamo, il cambio non c’era piú. Risultato: la macchina puzza peggio di una stalla (noi poi usiamo formula di latte di capra, non aggiungo altro); papá finisce a lavare il seggiolino negli spogliatoi della palestra che ci ospita; io vesto la nena con un cardigan che doveva servire in caso di freddo e un pantaloncino che uso per allenarmi ripreso con un paio di elastici per capelli per tenerlo sú. Inutile dire che la poverina sembrava figlia di nessuno e che io ho passato tutto il giorno con il terrore che prendesse freddo e che quindi si dormisse peggio del solito. Insomma, tutto nella norma. Cara madre di Murphy, visto che mi sembra di capire che non impareró mai, abbia clemenza e accanisciti al piú presto su di un’altra madre. Grazie.
Nicoletta Trombini
Fare x Bene (farexbene.it) è una onlus che da sempre promuove e realizza progetti per contrastare ogni forma di violenza. Tra queste forme di violenza, purtroppo, spicca il bullismo, ancora troppo presente nelle nostre scuole. Ecco perché OVS si è messa al fianco di Fare x Bene Onlus, creando un progetto dedicato alla prevenzione sul tema.
Il progetto si chiama “BullisNO! - Chi bulla perde” e, da settembre, si rivolge ai docenti e ai genitori delle scuole per dare loro gli strumenti necessari per affrontare questo delicatissimo e pesantissimo tema con i figli.
Tra le iniziative (dal contest alle video-lezioni) spicca il decalogo. Una lista semplice, eppure significativa, da tenere sempre, sempre, sempre a mente!
La prima regola è il RISPETTO - VERSO SE STESSI E VERSO GLI ALTRI. Insegnare ai bambini il rispetto e l’educazione nei confronti tanto degli adulti quanto dei coetanei significa prevenire la violenza.
La seconda è il DIALOGO - PER NON LASCIARE I FIGLI SOLI CON PROBLEMI E PAURE. Sembra una regola scontata, ma a volte è difficile parlare, soprattutto quando sono i genitori per primi ad avere paura delle risposte. Non assecondiamo la fatica dei nostri figli a parlare, ma stimoliamoli creando un clima accogliente e di scambio reciproco, nel quale ognuno porta il suo timore.
L’ATTENZIONE (AI SILENZI - A VOLTE LE “NON PAROLE” VALGONO PIU DELLE PAROLE”) è il terzo punto de decalogo. I bambini vittime di bullismo e cyberbullismo si chiudono nel loro dolore ed evitano il dialogo. Prendetelo come un segno.
La quarta regola riguarda l’AUTOSTIMA, DA COLTIVARE AFFINCHÉ SIA IN GRADO DI NON SUBIRE VIOLENZE ALTRUI: supportate i vostri figli, fateli sentire capaci, nonostante gli errori (che possono capitare). Se avranno un buon livello di autostima saranno più difficilmente vittime dei bulli!
Si continua con il CONTROLLO DELLE EMOZIONI - INSEGNA AD ESPRIMERLE IN MODO COSTRUTTIVO E NON DISTRUTTIVO, che si inserisce nella regola del dialogo e che vuole essere un modo per insegnare ai ragazzi a non ripiegare sulla violenza quando provano emozioni negative.
Non è una ripetizione: la sesta regola è REGOLE. Sottotitolo: CHIARE E CONDIVISE SULL’UTILIZZO DELLE TECNOLOGIE E DEI SOCIAL NETWORK. Tempi, modalità, riconoscimento dei pericoli, confronto. Tutto ciò che, insomma, è di buon senso.
La RESPONSABILITA’ riguarda poi LE PROPRIE AZIONI E LE PROPRIE SCELTE. Insegnare la responsabilità vuol dire insegnare la fiducia nelle proprie azioni, ma anche le conseguenze. Esserne consapevoli rende i ragazzi più cauti prima di agire. Soprattutto quando si tratta dei social network.
CONOSCERE I PROPRI DIRITTI E I PROPRI DOVERI: anche questa regola fa parte del decalogo, ed è direttamente conseguente a quella precedente, che riguarda la responsabilità.
In questo mondo non si può fare finta che internet non esista, e in effetti la penultima regola risponde al nome di INTERNET: NON DEMONIZZARLO, MA USARLO INSIEME E CONSAPEVOLMENTE. I nostri figli sono nativi digitali, e conoscere il web p una loro necessità per vivere. Affianchiamoli quindi nella loro conoscenza e nell’approccio a internet, in modo che ne conoscano sì le potenzialità, ma anche i pericoli negativi che spesso faticano a riconoscere o sminuiscono.
Ultima, semplicissima regola: NO. IMPARA A DIRLO E INSEGNA A TUO FIGLIO A DIRLO. Sappiate dire di no, in modo che i bambini crescano con la consapevolezza che ci sono cose giuste e cose sbagliate, a prescindere dai propri bisogni e desideri.
Se l’amore nei confronti dello stile scandinavo e nordico sta sempre più crescendo negli ultimi anni un perché c’è: le linee pulite e rigorose, i colori tenui e i materiali naturali sono il mix perfetto per la vista. E anche dal punto di vista pedagogico in effetti lo stile nordico è molto alla portata dei bambini: i mobili sono a loro misura, il legno domina e in questo modo l’educazione montessoriana si fa da sé.
Provate ad ispirarvi da queste immagini per ricreare nella cameretta dei vostri bimbi lo stile danese, svedese, finlandese e norvegese che tanto ci piace. Fate attenzione al mood generale che si genera dai dettagli!
(foto 1 http://www.acasadiro.com/scandinavian-style/)
(foto 2 http://blog.paulinaarcklin.net/2016/08/a-tire-swing-styling-for-little-girl.html)
(foto 3 http://petitandsmall.com/ikea-storage-ideas-kids/)
(foto 4 http://petitandsmall.com/ikea-new-collection-for-kids-flisat/)
(foto 5 http://petitandsmall.com/shared-room-inspiration-ikea/)
(foto 6 http://www.mommodesign.com/little-houses.html-3)
(foto 7 http://www.mommodesign.com/mountains-decor.html)
(foto 9 https://www.babble.com/home/10-scandinavian-inspired-kids-rooms/)
(foto 10 http://www.digsdigs.com/31-dreamy-and-soft-scandinavian-kids-rooms-decor-ideas/)