Non bastasse il malessere che un’influenza intestinale porta inevitabilmente con sé. Purtroppo anche nei giorni successivi è normale sentirsi un attimo più debilitati rispetto al solito, dal momento che il nostro organismo si è concentrato sulla guarigione. Le forze devono ristabilirsi. Ma come? Prendendo nutrimento dal cibo. E, neanche a dirlo, questi nutrienti devono essere molto più mirati rispetto al solito.

Ecco dunque i nostri consigli per ristabilirsi al meglio, traendo dall’alimentazione i giusti nutrienti per ripartire al meglio.

Come ristabilirsi dopo un’influenza intestinale: i passi per tornare a stare meglio a partire dalla nutrizione

La prima regola fondamentale è la stessa da seguire già durante la malattia, e riguarda l’idratazione: essendo uno stato alterato dell’organismo, il nostro corpo ha bisogno di molta più acqua rispetto al solito, quindi è bene continuare a bere molta, moltissima acqua minerale naturale. Parliamo di circa 8-10 bicchieri al giorno. Solo in questo modo i nutrienti presi dal cibo potranno essere assorbiti al meglio, poiché la disidratazione non lo permette.

Sempre stando in tema di liquidi, attraverso essi è possibile reintegrare molte vitamine perse, o comunque molte di quelle necessarie per stare meglio. Su tutte, la vitamina C. Sì, le arance ne sono ricche, e quindi una bella spremuta sarà perfetta per assumere liquidi e vitamine. Ma anche il mirtillo e l’acerola ne sono ricchi, e quindi potete spaziare con estratti e centrifugati di frutta e verdura. No ai succhi comprati, però, e via a quelli homemade.

Allo stesso modo degli estratti e delle centrifughe, anche il consumo di frutta e verdura fresca è altamente raccomandato per reintegrare i nutrienti necessari alla ripresa post-gastrointerite. Di nuovo, sceglietene di ricchi in vitamina C, come le arance, i kiwi, i mirtilli o i ribes, ma anche in acido folico e vitamine del gruppo B. In questo senso potete affidarvi all’aglio, da aggiungere ai piatti per insaporirli.

Anche le zuppe e i minestroni (preparati con brodo vegetale o di pollo, ma rigorosamente fatto in casa) sono un ottimo ricostituente, essendo la loro composizione molto concentrata ed essendo più semplici da assorbire da parte del nostro organismo (senza pesare sul sistema digerente, già provato dalla gastrointerite). In più, il bello è che il fatto di essere calde le rende perfetto strumento per riaprire le vie respiratorie che si sono magari congestionate durante la malattia, e comunque tutti i condotti.

Per lo stesso motivo (la temperatura del liquido) anche le tisane sono consigliatissime. Bastano una tisana insaporita con dello zenzero fresco grattuggiato, oppure una tazza di acqua calda addolcita con un cucchiaio del miele che preferite.

Per quanto riguarda invece i cibi da portare in tavola, andate sul sicuro scegliendo alimenti ricchi in fibre e magri. Gli amminoacidi li potrete prendere da alimenti di origine animale quali il pollo, il pesce fresco o le uova, mentre i cibi vegetali come l’avocado aiuteranno la ricrescita cellulare. Via poi con i cereali integrali (ottima l’avena), le patate dolci e i toast con pane integrale: vi daranno la giusta energia, insieme alle vitamine e ai minerali persi, come il selenio e lo zinco.

Infine, cercate di consumare dello yogurt magro, anche vegetale se volete optare per una dieta vegan: i cibi fermentati aiutano l’intestino a digerire gli alimenti che assumiamo, ma soprattutto sono utili a ristabilire la flora batterica buona e regolare persa e scombussolata durante la malattia.

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

La meditazione è fin da bambini una pratica da incoraggiare, non tanto a livello religioso, quanto mentale, dal momento che meditare significa conoscere meglio se stessi, il proprio corpo e il proprio respiro, esercitare la propria mente e calarsi in una dimensione di pace con il mondo. 

Per integrare la meditazione nella propria casa ci sono molti modi, e basta davvero poco per creare la giusta atmosfera. Ma quella che vi proponiamo oggi è una soluzione davvero unica, che permetterà di avere un angolo perpetuo dedicato alla meditazione nel punto che preferite, utilizzando semplicemente gli elementi che la natura ci offre.

Ecco il tavolo della natura per rilassarsi e meditare: un angolo in casa dove attraverso la natura possiamo ritrovare pace e serenità

Il tavolo della natura è un elemento semplicissimo, che sarà facilissimo da assemblare se come noi amate portare con voi, dalle gite in montagna, al mare e nel verde, dei ricordi naturali. Basterà avere un bel tavolino, meglio se basso (in questo modo ci si potrà inginocchiare di fronte) e riempirne il piano con pattern realizzati utilizzando i sassi, la sabbia, le foglie, i legni, le pigne, le ghiande, le conchiglie e tutto ciò che avete a disposizione.

(foto 1 http://tinkerlab.com/nature-table-where-art-stories-memories-and-peace-unfold/)

Se vorrete potrete inserire degli elementi presi dalla vostra religione, appoggiandoli sul tavolo; tuttavia un piccolo Buddha, indipendentemente dalle vostre credenze, non farà male: senza prenderne per forza i precetti come una religione, potrete recitare i mantra buddisti per ritrovare la pace fisica e mentale. Proprio perché il tavolo della natura non dovrà essere religioso, quanto piuttosto “portatore di pace”, interiore, esteriore, mentale e sociale. E le candeline appoggiate qua e là (insieme all’incenso che preferirete accendere) contribuiranno così al senso di quiete, calma, riflessione e silenzio.

Con i bimbi sarà divertente e costruttivo realizzare insieme il tavolo della natura. Ogni membro della famiglia porterà qualche elemento, e alla fine dalla collaborazione nascerà la composizione. Realizzare il tavolo insieme ha un senso profondo, ma soprattutto sarà utile per instillare nei bambini la sensazione che quell’angolo appartenga a tutti, che lo si è costruito attivamente, che bisogna sfruttarlo e che è profondamente integrato nella famiglia.

La composizione sul tavolo, tuttavia, non dovrà essere per forza stabile e granitica. Anzi: lo scopo della tavola della natura potrebbe anche diventare più creativo e istruttivo, se deciderete che le composizioni potranno variare e trasformarsi di volta in volta. Come?

Creativamente, il tavolo si trasformerà facilmente in una “tela” o in una “tavola da disegno” sulla quale gli elementi naturali diverranno gli strumenti di lavoro e i soggetti. I bambini giocheranno con le pigne, i sassi, le piume, il verde e le foglie, scombinandoli e ricombinandoli per formare nuovi pattern.

(foto 2 https://www.flickr.com/photos/ellaminnowpeas/galleries/72157622387433972#photo_2773675979)

A livello educativo potrete invece intendere la tavola della natura come quaderno reale sul quale studiare le stagioni (ogni stagione porta con sé elementi differenti, come i frutti, le verdure, le foglie…), gli habitat differenti presenti sulla terra (una settimana potrete dedicare la tavola al mare, quella dopo al deserto, quella successiva alla montagna, quella dopo ancora alla palude…), il passare del tempo e le trasformazioni della vita (con foglie o fiori appena colti che dopo una prima fase colorata appassiranno)…

(foto 3 https://wholefamilyrhythms.com/2014/05/autumn-crafting-2/)

Tutto questo senza stabilire un orario. Ognuno potrà approcciarsi alla tavola quando vuole, ma soprattutto quando ne sente il bisogno, quando la mente è troppo pesante o quando si necessita di un attimo di reale tranquillità. La tavola aiuterà, e riconnettendosi con la natura ci si riconnetterà con se stessi.

(foto 4 http://www.mommy-labs.com/creative-kids/art_craft_projects_kids/our-spiritual-garden-cum-nature-table-for-peace-meditation-and-creative-inspiration/)

Avete presente tutte quelle tutine, quelle scarpe, quei bellissimi vestitini che i vostri bimbi portano un paio di volte e poi finiscono nel mucchio degli indumenti non più utilizzabili perché, be’, i bambini crescono proprio in fretta? Sì, è un problema di tutti i genitori. O, anche se non è effettivamente un vero “problema”, siamo in molti a preoccuparci dello spreco, e i sensi di colpa per aver speso soldi poi “buttati” non è uno scherzo.

Con questa questione irrisolta in testa, un gruppo di genitori si è scervellato e alla fine è giunto ad una soluzione davvero innovativa, carinissima e soprattutto utile.

Ecco Baby Bop, la nuova piattaforma per lo scambio tra genitori: basta allo spreco grazie al sito e all’app che permettono di trovare a costo zero ciò di cui i nostri bimbi hanno bisogno

Baby Bop è essenzialmente la prima piattaforma di scambio vestiti e accessori per bambini a costo zero. Questa piattaforma è nata grazie ad un gruppo di genitori che hanno tratto un grosso insegnamento dalla loro esperienza: l’accumulo di vestiti li ha sempre lasciati perplessi, così come l’ammontarsi delle cose inutilizzate e i costi spesso alti di accessori e abiti utilizzabili per pochissimo tempo.

Esistono già piattaforme di scambio, certo, ma la particolarità di Baby Bop è la gratuità: lo scambio è esattamente un baratto a costo zero e sul sito (e l’app di prossima pubblicazione) è possibile regalare o scambiare, con il divieto assoluto di vendere.

Pensateci: si comprano cose che si utilizzano per pochissimo tempo, e alla fine o le si butta, o le si regala o le si vende, comprando poi ciò di cui si ha bisogno in quel successivo momento. E’ un continuo comprare, comprare e comprare accessori che sappiamo dovremo buttare dopo pochissimo tempo. E, anche vendendoli, i soldi si sprecheranno in altri accessori e vestiti e abiti e passeggini man mano che il numero di mesi dei bimbi aumenterà.

Fondare la piattaforma di scambio Baby Bop sulla gratuità è quindi un’innovazione davvero utile: potrete, praticamente, avere per tutta l’infanzia dei vostri bimbi oggetti, accessori, abiti e giocattoli usati a titolo gratuito, evitando stoccaggi inutili o acquisti costosi. E il fatto che gli accessori siano usati non dovrà preoccuparvi: se pensate a per quanto poco tempo i bimbi sfruttano una tutina vi renderete conto che basterà un lavaggio per essere sicuri della pulizia…

Gli oggetti che potrete trovare su baby-bop.com sono tantissimi: dai body 0 mesi alla fascia porta-bebè fino ai seggioloni, alle scarpe sportive, ai peluche, ai lettini…

Il tutto attraverso un semplicissimo iter. Basta registrarsi sul sito, inserire l’annuncio (con una bella foto e una descrizione precisa) e scegliere a chi regalare l’oggetto una volta che gli altri utenti avranno espresso la loro volontà di riceverlo (esprimendo addirittura il livello di interesse e la flessibilità per lo scambio). Lo scambio potrà avvenire nella tua zona, oppure, in ogni caso, sarà stabilito dalle due parti, che parleranno direttamente evitando equivoci e trovando la soluzione più comoda.

Anche cercare ciò di cui avete bisogno è molto semplice. Una volta registrati potrete sfogliare gli annunci presenti sul sito e sull’app, selezionare gli oggetti a cui siete interessati (esprimendo, come dicevamo, il livello di interesse e la flessibilità) e, se selezionati dal “regalatore”, accordarvi per lo scambio.

Baby-Bop è appena nata, ma sfogliando potrete vedere che già ci sono genitori pronti a regalare le tutine dei neonati, le scarpine, i giochi in legno dell’Ikea, i libriccini, le giostrine musicali, i biberon e i contenitori per la pappa, le fasce porta-bebè, la bilancia per i neonati… Tutti accessori, giochi e capi di vestiario che serviranno sicuramente ai vostri bimbi, e che a loro ora come ora riempiono inutilmente i cassetti. E, una volta che anche il vostro bimbo crescerà, potrete liberarvi così anche delle vostre “cose ormai inutili”, attraverso un metodo ecologico, economico, sostenibile, umano e davvero utile.

I migliori rimedi naturali contro la tosse

Mercoledì, 02 Novembre 2016 11:55

Con i primi freddi e l’inizio delle scuole è normale che i bimbi tornino a casa con tosse, raffreddori e malanni di stagione in genere. Non c’è da preoccuparsi, ogni bambino (e ogni adulto) è più o meno soggetto alle malattie. Dipende dal sistema immunitario e dalle condizioni in cui si vive. 

Tuttavia, se come noi pensate che sia sempre meglio affidarsi a rimedi più morbidi evitando di imbottirsi di farmaci, è possibile contrastare questi stati optando per soluzioni davvero naturali.

Ecco i migliori rimedi naturali contro la tosse: le 7 soluzioni benefiche per contrastare i malanni di stagione 

1. Ve ne abbiamo parlato non molto tempo fa: quella che riguarda il miele non è solo una credenza delle nostre nonne, ma una certezza. Un cucchiaino di miele aiuta moltissimo a contrastare la tosse: ne bastano uno alla sera e uno al bisogno durante il giorno per addolcire il tratto respiratorio interessato dalla tosse, per ammorbidirlo e per ottenere un’azione calmante immediata. Ed essendo un antibatterico naturale il miele combatterà al contempo la causa della tosse, non solo i sintomi.

2. Se volete però aumentare ancora di più il potere del miele potete preparare in casa, in maniera molto semplice, il nostro sciroppo per la tosse a base proprio del preparato delle api. Il nostro sciroppo per la tosse include, oltre al miele, la curcuma, lo zenzero e il pepe, ingredienti perfetti, superfood e rimedi casalinghi efficacissimi

3. Anche questo rimedio viene direttamente dalle credenze popolari, e come il miele è davvero efficace (lo si capisce dal fatto che le sensazioni cambiano subito, nel momento in cui lo si assume): parliamo dei gargarismi con acqua salata. Sciogliete in un bicchiere di acqua un cucchiaino di sale, quindi bevetene un sorso e fate dei gargarismi per 15 secondi. Sputate e ripetete con la restante acqua, risciacquandovi il cavo orale con acqua tiepida alla fine. Il sale aiuta a sgonfiare le mucose irritate e a ribilanciare tutto. E aiuta moltissimo in caso di catarro.

4. I suffumigi: rimedio davvero, davvero perfetto. Il vapore, infatti, ammorbidisce tutto, dalle mucose al catarro fino alle zone più irritate, donando sollievo e curando al contempo. Basterebbe il vapore, certo, ma aggiungendo alcuni oli essenziali potrete potenziarne l’efficacia. Preparate quindi una pentola di acqua bollente e versatela in una ciotola; aggiungete 3 gocce di oli essenziale di tea tree e 2 di eucalipto (espettorante ed antibatterico), avvicinate il viso, coprite la testa con un asciugamano e respiratene i vapori.

5. Un’altra combinazione di oli essenziali perfetta per i vostri suffumigi è quella di lavanda, mirto e sandalo, da provare in caso di tosse secca. Per quella grassa, invece, scegliete un mix di mirto, eucalipto e abete balsamico. Da diffondere anche tramite un diffusore ad ultrasuoni in tutta casa, per un’azione più uniforme.

6. Usato da secoli contro i malanni stagionali, il timo è una delle piante da tenere sempre in considerazione in caso di tosse. Grazie alle sue proprietà antibatteriche e alla sua capacità di rilassare i muscoli di trachea e bronchi, il timo aiuta a tossire meno e a beneficiare di un senso di benessere. Provate quindi a preparare un tè al timo, pestandone una manciata di foglioline (meglio fresche, ma andranno bene anche due cucchiai di quello secco). Mettete questo pesto in una tazza e versate acqua bollente. Lasciate insaporire per almeno dieci minuti (coprendo la tazza), quindi bevete, addolcendo a piacere con del miele. Due o tre tazze al giorno faranno il loro dovere. Lo stesso effetto lo avrà il tè alla liquirizia (espettorante ed emolliente): utilizzate 2 cucchiai di radice di liquirizia disidratata, da infondere in una tazza di acqua bollente.

7. Sempre con il timo ecco il nostro sciroppo, con timo, acqua e camomilla, da assumere per tre o quattro volte al giorno e da conservare in frigorifero per una settimana.

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Pennelli, nastri, glitter, mollette, acquerelli, fogli, forbici, colle… L’elenco potrebbe andare avanti all’infinito, perché quando si tratta di creatività e di studio tutto può trasformarsi in materiale per creare, no? Il problema arriva quando questo materiale inizia ad invadere la scrivania, poi la camera, poi la casa… 

Se anche voi con i vostri bambini vi divertite con l’arte e la creatività, con i giochi didattici e con le attività insieme, allora abbiamo la soluzione per voi: una work station organizzata, pratica e bella per avere a portata di mano tutto il necessario.

Ecco 9 idee per spazi compiti stilosi e organizzati: lo spazio in camera dedicato alla creatività e al lavoro didattico per avere tutto il materiale al suo posto in maniera carinissima

  • La prima soluzione è portabile: la si può muovere di qua e di là a seconda della necessità del momento. Basta un carrellino (come questo dell’Ikea) da riempire con i materiali che siete soliti usare, dividendo in scomparti e organizzando piano per piano.

 

(foto 1 https://it.pinterest.com/pin/181129216239656450/)

  • Anche la seconda soluzione, tuttavia, è portabile, ma ancora più compatta della prima: il necessario sono semplicemente un cestello per il trasporto delle bottiglie e sei barattoli di vetro. Riempite con i vostri materiali e trasportate dove ne avete bisogno!

(foto 2 http://www.cleanmama.net/2014/08/make-a-homework-caddy.html)

  • Sempre dell’Ikea sono questi mobiletti che in realtà nascono semplicemente come contenitori per i giocattoli. Se li sfruttate bene, tuttavia, diventeranno scrivanie e mensole all’interno delle quali riporre tutti i materiali organizzandoli per argomento!

(foto 3 http://nurtureandthriveblog.com/create-a-playroom/)

  • Anche una semplice credenza di piccole dimensioni è l’ambiente perfetto per realizzare la nostra work station, poiché i suoi ripiani la rendono ordinata già di natura.

(foto 4 http://askannamoseley.com/2013/04/kids-craft-organization/#_a5y_p=4022552)

  • Con i pannelli forati per appendere gli attrezzi (li si trova in ferramenta o nei negozi di bricolage!) potete realizzare nella cameretta dei bimbi dei bellissimi pannelli dotati di tutto il necessario per arte ed esperimenti. Appendete il vostro pannello sopra la scrivania e dotatelo di tutti gli accessori di cui avete bisogno per organizzare al meglio i materiali.

(foto 5 https://it.pinterest.com/pin/161496336616239238/)

  • Al posto dei pannelli forati, poi, potete scegliere le bacheche di sughero: anche queste sono versatili e permettono di appendere più accessori e di ordinare così elegantemente i materiali.

(foto 6 https://www.flickr.com/photos/erindando/6785448987/in/photostream/)

  • Altra alternativa, i vecchi cassetti da tipografo, da appendere di fronte alle scrivanie dei bambini. Hanno già tantissimi scomparti, piccoli e grandi, e se appesi diventano naturali scaffali da sfruttare in tutte le loro potenzialità.

(foto 7 https://it.pinterest.com/pin/224687468884201088/)

  • Se invece non vi va che i materiali siano sempre in vista, potete realizzare con un po’ di manualità questo scaffale a scomparsa, che quando abbassato diventa scrivania e quando alzato rivela una lavagna a muro (oppure una tinta unita). Al suo interno lasciate un po’ di profondità, in modo da riempirlo e organizzarlo come una vera work station.

(foto 8 http://www.scrapbookupdate.com/2013/08/09/cha-summer-2013-hot-pick-we-r-memory-keepers/#more-32945)

  • E infine la work station che si appende direttamente alla sedia: basta un po’ di stoffa e dei nastri per cucire queste bellissime tasche da appendere sullo schienale delle seggiole dei bambini, che avranno così a portata di mano i loro materiali preferiti per i compiti, gli esperimenti e i disegni artistici.

(foto 9 http://scissorsandspatulas.com/2012/01/seat-sacks-for-the-kids.html)

 

Roll-on, spray, in polvere. Ma soprattutto: chimici o naturali. Il mondo dei deodoranti è variegato e vastissimo, e per chi come noi è attento al proprio corpo e alle sostanze che ci applichiamo le questioni sono davvero molte, prima di trovarne uno di fiducia. Già, perché per molte persone non basta detergersi sotto la doccia; anche per una questione mentale, una zona così delicata come l'ascella ha bisogno di sentirsi al sicuro, per evitare spiacevoli sorprese. Be', non preoccupatevi: anche nella scelta dei deodoranti è possibile ripiegare su prodotti naturali, senza così doversi preoccupare della tossicità.

Tutto ciò che c'è da sapere sui deodoranti: quando è meglio evitarli e come puntare sulla naturalità

La questione si fa subito spinosa, poiché in molti sono convinti che esista un qualche tipo di correlazione tra deodorante e cancro al seno. Tuttavia non ci sentiamo di sostenere questa tesi, semplicemente per il fatto che gli studi finora effettuati non hanno mai dimostrato alcun rapporto di causa effetto come sostiene l'AIRC. Noi ne avevamo già parlato in questo articolo.

Gli ultimi studi sembrano dimostrare che l'alluminio non influisce sui recettori degli estrogeni e il tumore mammario, che i parabeni hanno un effetto lievemente simile a quello degli estrogeni ma non significativo e che se il cancro mammario compare solitamente nel quarto superiore esterno della mammella è solo perché è quella la parte più voluminosa della ghiandola, e non per la vicinanza all'ascella.

Detto questo, è chiaro che meno sostanze chimiche usiamo meglio è: scegliere prodotti contenenti solo ingredienti naturali assicura meno aggressività, e lo stesso vale quando la nostra scelta riguarda il deodorante, un cosmetico che utilizziamo quotidianamente e che ha bisogno quindi di particolari attenzioni. Ecco perché, se non vi fidate (ma anche se semplicemente preferite affidarvi alla natura), è sempre meglio scegliere prodotti liberi dai parabeni e dall'alluminio.

Iniziamo dai parabeni. Essi sono un gruppo di elementi chimici presenti praticamente in tutti i prodotti cosmetici, utilizzati per le loro proprietà conservanti, funghicide e antibatteriche. Solitamente sull'etichette troverete questi sei elementi: methylparaben, ethylparaben, propylparaben, isobutylparaben, butylparaben e benzylparabe. 

Ma sono sicuri o no? In generale, no. Il motivo risiede nel fatto che penetrano nella pelle, e lì vi rimangono per qualche tempo. E, proprio per questo, anche se di fatto gli studi non hanno ancora dimostrato nulla, è sempre meglio stare cauti quando si parla di sostanze chimiche che penetrano nell'epidermide. Soprattutto perché l'utilizzo dei parabeni in realtà non è necessario: i composti cosmetici come le creme, i deodoranti o gli shampoo possono benissimo conservarsi utilizzando tinture estratte da erbe organiche.

Per quanto riguarda invece l'alluminio, la cautela è da ritenersi valida poiché, nonostante gli studi di cui abbiamo accennato, sono in molti a sostenere che il suo utilizzo sull'organismo provochi una mutazione del dna. I sali di alluminio, per intenderci, sono presenti in quanto antitraspiranti molto potenti, che non fanno fuoriuscire il sudore e quindi il cattivo odore. Sono sempre indicati in etichetta (leggerete  Aluminium, Zirconium, Tetrachlorohydrex e Aluminium Chlorohydrate), poiché sono abbastanza irritanti e il consumatore dovrebbe esserne sempre consapevole.

Come per tutte le cose, quindi, è sempre meglio evitare le sostanze chimiche, e per farlo esistono diversi deodoranti che non contengono l'alluminio. Sono molte infatti le aziende che sono riuscite a trovare i sostituti perfetti (o quasi) di questi sali antitraspiranti. In generale, l'alcool e gli oli essenziali sono molto efficaci, poiché agiscono sui batteri  responsabili del cattivo odore (uccidendo gli enzimi di cui si nutrono). 

Se quindi sull'etichetta leggerete “octenidine HCI” oppure “triethyl citrate” potrete stare tranquilli. Si tratta di sostanze naturali che non agiscono come antitraspiranti, e non bloccano quindi il sudore (meglio!).

Per scegliere deodoranti naturali che non presentano i sali d'alluminio non pensate di dover spendere fior fior di soldi. In realtà basta andare al supermercato, per trovare deodoranti da banco che non presentano sali d'alluminio. Noi possiamo segnalarvi:

- Nivea Pure and Natural roll-on 2,69 euro, addirittura senza alcool, conservanti e coloranti

- Infasil Puro, ad alta tollerabilità 3.99 euro.

- Bottega Verde con latte di cotone, oppure quello in crema con applicatore a 7,99 euro

- Lycia Deo Nature Spray 1.90 euro pensato per favorire il normale processo di sudorazione combattendo il cattivo odore.

 

Se invece volete affidarvi a marchi specializzati nella naturalità e qualità degli ingredienti, sull'essere bio e sulla sostenibilità, la nostra lista comprende aziende e prodotti dei quali ci fidiamo ciecamente.

Il primo? Naturalmente Weleda. Profumati al limone, alla salvia e alla rosa, i deodoranti che propone questo marchio assolutamente sicuro ed efficace si caratterizzano per la capacità di prevenire e neutralizzare gli odori sfruttando gli oli essenziali delle piante. Il tutto senza antitraspiranti, sali di alluminio, conservanti, coloranti, profumazioni di sintesi e oli minerali.

Da Fantastika troverete invece il deodorante antibatterico con olio di argan e estratto di salvia che lascia traspirare la pelle e combatte la formazione degli odori neutralizzando l'attività batterica e consentendo la sudorazione fisiologica.

Lavera propone invece il deodorante roll-on con calendula e aloe vera. La formulazione è particolarmente delicata e quindi ideale per le pelli sensibili. Gli ingredienti sono biologici e di origine vegetale, e garantiscono una protezione per 24 ore intere.

Azienda estremamente naturale, biologica e artigianale è La Saponaria. Il loro deodorante biodeo è a base di timo e aloe. Come tutti gli altri prodotti proposti, sfrutta gli oli essenziali e la loro azione antibatterica e antisettica per evitare la formazione dei cattivi odori, e allo stesso tempo si prende cura della pelle delle ascelle grazie all'azione dell'aloe. E c'è anche un deodorante specifico per l'uomo.

Di nuovo senza sali d'alluminio è il roll-on di Biofficina Toscana, ideale per chi vuole una protezione lunga tutta la giornata. Il loro deodorante sfrutta salvia, timo e menta, con i loro oli essenziali ricavati da coltivazioni da agricoltura biologica.

E, infine, potete scegliere addirittura di creare il vostro deodorante fatto in casa, scegliendo da voi gli ingredienti e puntando così sulla sicurezza totale. A questo link trovate la nostra proposta per uno spray homemade, realizzato con le nostre mani e provato sulla nostra pelle.

Se tuttavia non vi fidaste dell'assenza dei sali d'alluminio per quanto riguarda l'efficacia, c'è un semplicissimo metodo che vi permetterà di fare durare i vostri deodoranti naturali di più. Basterà applicare prima del deo l'allume di potassio. 

Sono in molti infatti a sostenere che questa sostanza agisca alla stregua dell'alluminio. L'allume di potassio è una pietra formata da alluminio e potassio (ma in questo caso l'alluminio è in minore quantità, e le sue molecole sono più grosse. In questo modo non riescono a penetrare nella pelle e non vengono perciò assorbite dall'organismo). Prendete quindi un allume di rocca e passatelo sotto le ascelle accuratamente deterse e ancora umide: il suo potere astringente aumenterà quello deodorante dei vostri prodotti bio e naturali, completando l'azione degli oli e garantendovi efficacia e salute.

La redazione di mammapretaporter.it

Foto credits: https://www.flickr.com/photos/blacksnob/2294739111

Come fare per allattare quando si è incinta

Lunedì, 31 Ottobre 2016 05:29

Esatto, può accadere benissimo: stai ancora allattando il tuo primo figlio, ma il test di gravidanza parla chiaro: due lineette; sei incinta! E sì, pare strano, ma l'allattamento durante una nuova gravidanza è assolutamente naturale, anche se ad un primo pensiero parrebbero due situazioni in contrasto tra loro.

I pensieri che subito assalgono la mamma sono molti, e tra questi spiccano: “Ma è normale allattare durante una nuova gravidanza?”. Oppure: “Ma dovrò allattare il mio primo bimbo anche quando il secondo sarà nato?”. Già, perché pensando ai tempi è inevitabile pensare che, molto probabilmente, il vostro primo figlio sarà già bell'e che svezzato; ma, il più delle volte, i bimbi già svezzati apprezzano ancora, ogni tanto, la tettata della buonanotte. E allora che fare quando a doversi attaccare al capezzolo saranno in due?

A queste e a tutte le domande riguardanti l'argomento vogliono quindi rispondere i nostri otto consigli, pensati apposta per queste fortunate mamme con figli con pochissimi mesi di differenza.

Come fare per allattare quando si è incinta: otto consigli per le mamme che si trovano con due bimbi da allattare contemporaneamente

Innanzitutto, premettiamo come sempre che noi di mammapretaporter siamo assolutamente a favore dell'allattamento prolungato fino almeno all'anno di età, ma che, naturalmente, siamo anche a favore della libera scelta di ogni donna, che può decidere come, quanto, se e quando allattare i propri figli. Così, anche in questo specifico caso del “doppio allattamento”, siamo qui per darvi qualche consiglio semplicemente per orientarvi meglio verso la vostra scelta.

  • Primo consiglio, per farsi sentire più sicure: rivolgetevi alla vostra consulente dell'allattamento leche league o alla vostra ostetrica di fiducia (anche in consultorio). Sicuramente vi dirà che allattare durante la gravidanza è una scelta praticabile, se il tuo stato di salute è nella normalità. Ci potrebbero essere controindicazioni semplicemente nel caso in cui la prima gravidanza si sia rivelata a rischio, o se il bimbo è nato prematuro, poiché allattare potrebbe indurre prima il travaglio. Ma in questo caso, probabilmente, sarà il ginecologo o l'ostetrica stessa che vi forniranno maggiori informazioni in merito.
  • Il secondo consiglio riguarda la nutrizione, che dovrà essere ancora più sostanziosa nel caso in cui dobbiate allattare in gravidanza: gli esseri umani saranno sempre due (uno nel pancione e uno fuori). Come diciamo sempre sostanzioso non vuol dire iper-calorico o in quantità doppia: significa invece maggiormente ricco di vitamine, minerali e nutrienti essenziali, quindi più sano.
  • Se vi sembra che l'allattamento aumenti le nausee mattutine (può capitare!) provate a mangiare una fetta biscottata integrale con della marmellata di arancia e zenzero senza zucchero appena prima dell'allattamento, in modo da attenuare la sensazione.
  • Così come la nausea, uno dei sintomi della gravidanza è il dolore al seno e ai capezzoli. E naturalmente allattare un altro bambino potrebbe essere ancora più doloroso. Per attenuare la sensazione, cercate di diminuire la durata delle poppate (il bimbo non è più un lattante, quindi potete cercare di convincerlo ed educarlo), e insegnategli con dolcezza ad essere più delicato. Idratate bene i capezzoli con lanolina e/o vitamina E. 
  • Man mano che la pancia crescerà, vi risulteranno difficili il più delle posizioni dell'allattamento con il vostro bimbo, soprattutto perché anche lui starà pian piano crescendo. Cercate quindi nuovi metodi, insieme, in modo da essere entrambi comodi. Ad esempio, da sdraiati.
  • In questo periodo, inizia ad abituare il tuo primo figlio all'idea che ci sarà qualcun altro a condividere il “suo” seno. Inizia ad accennarlo poco alla volta, in modo che quando arriverà il secondo non ci saranno eccessive manifestazioni di gelosia.
  • Tuttavia, prima della condivisione ci sarà un periodo (un paio di giorni) durante i quali sarà solo il nuovo arrivato ad avere bisogno del seno della mamma: in quel momento il corpo produrrà l'importantissimo colostro per il neonato, e quindi il fratellone più grande dovrà capire di lasciare un po' di spazio. Tenetelo occupato, cercate una nuova e temporanea routine... Dovrà resistere fino a che il latte arriverà nuovamente (e sarà molto più semplice, dato che già allattavate).
  • Non allarmatevi se i primi tempi dopo aver iniziato ad allattare il nuovo arrivato il vostro “grande” vi parrà pesante, scomodo, quasi “strano”. L'insofferenza è normale, ma sarà passeggera, ed è semplicemente dovuta al fatto che il neonato è morbido, piccolo e fatto apposta per accoccolarsi tra le braccia di mamma. Ma passerà, e tornerete ad amare il peso del vostro primo bimbo proprio come prima.

La redazione di mammapretaporter.it

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Agopuntura per i prodromi e il travaglio

Sabato, 29 Ottobre 2016 05:48

Per alleviare il dolore durante il parto ci sono davvero infiniti modi: ogni mamma troverà quello che più le dà sollievo, e proprio per questo motivo non esiste un metodo sbagliato o uno giusto. Tuttavia sono sempre di più le partorienti che preferiscono trattare il dolore in maniera naturale senza ricorrere a droghe o medicine. Non preoccupatevi: esistono davvero molti metodi tradizionali e naturali. 

Tra essi, da secoli, figura l’agopuntura: vediamo insieme cosa significa sceglierla, i suoi benefici e la sua efficacia.

L’agopuntura per i prodromi e il travaglio: dalla medicina tradizionale cinese un valido aiuto contro il dolore per le partorienti

L’agopuntura è una antichissima tecnica di medicina tradizionale cinese che prevede il posizionamento di sottilissimi aghi in determinati punti del corpo per alleviare stress e dolore e per ripristinare gli squilibri nei flussi dell’organismo. Questi punti agiscono direttamente su canali detti “meridiani.

Questi aghi possono benissimo essere applicati all’inizio delle doglie: non sono per niente dolorosi e non limitano i movimenti della donna in fase di parto, che in quel momento ha naturalmente bisogno di potersi muovere come meglio desidera per trovare agio e confort. Questo perché gli aghi non sono inseriti nella pelle, come si penserebbe, perpendicolarmente, ma parallelamente. La donna, quindi potrà benissimo sedersi, alzarsi ma soprattutto sdraiarsi senza alcun impedimento. 

Gli aghi, posizionati da un esperto nell’agopuntura in gravidanza, andranno così ad agire sul dolore, accelerando la dilatazione del collo dell’utero, liberando ossitocina e rendendo le contrazioni un po’ più potenti e meno dolorose. La loro efficacia, oltretutto, la si potrà sfruttare sia nella prima fase del travaglio (nel caso in cui si vogliano stimolare contrazioni che non arrivano), sia durante la fase espulsiva, per aiutare l’utero a farsi forza e per diminuire il dolore.

Alcuni studi hanno dimostrato che il dolore si riduce infatti dell’80%: la conseguenza di questo abbassamento drastico è la collaborazione più libera della donna, che, non condizionata dalla potenza delle sensazioni, riesce a lasciarsi andare meglio, rendendo il parto più semplice, eliminando con più semplicità la placenta e, in questo modo, sanguinando di meno.

L’applicazione dovrebbe avvenire però almeno mezz’ora prima del parto, e dovrà essere mantenuta almeno fino al secondamento (e cioè il momento dell’eliminazione della placenta subito dopo il parto del bambino). 

Ma non solo durante il parto naturale: anche durante il cesareo l’agopuntura elimina i dolori, sia nella fase di taglio che di quella di sutura.

Se l’agopuntura diventasse una prassi comune praticata nella maggior parte delle strutture mediche ginecologiche i vantaggi sarebbero quindi moltissimi e importantissimi. In primo luogo si eviterebbero un sacco di anestesie, e, in questo modo, le partorienti sarebbero più collaborative, sentendo le proprie sensazioni fisiche al contrario di quanto avviene con un’anestesia (che intorpidisce le parti intime). In secondo luogo la convalescenza diverrebbe più breve, e, non ultimo, si ridurrebbero i costi.

Tuttavia, oggi, è ancora raro trovare del personale preparato in questo senso. Se tuttavia decidete di ricorrere a questa tecnica, basterà trovare un medico specialista in agopuntura che vi possa seguire anche in sala parto, unitamente ad una struttura che vi permetta di essere seguire anche da questa terza persona esterna.

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Salone del Mobile, del Gusto, dell’Arte, del Design. E per i bambini? Be’, per loro ce n’è uno ancora più bello, che piacerà proprio a tutti e che oltre a immergere i bimbi in tre giorni di divertimento puro farà tornare tutti un po’ piccini.

Il Salone del Giocattolo di Milano sta per arrivare, e noi lo abbiamo già segnato in agenda.

Sta arrivando il Salone del Giocattolo a Milano: “G! come Giocare” tre giorni di divertimento per tutta la famiglia

Il titolo della fiera è già bellissimo: “G! come Giocare” rimanda all’attività bambinesca per eccellenza, il gioco, che noi di mammapretaporter consideriamo, come i più grandi pedagogisti della storia, un elemento fondamentale dell’infanzia, un pilastro da considerarsi con la giusta serietà che merita: il gioco non è una frivolezza, ma il lavoro dei bambini, ed è proprio attraverso esso che crescono e divengono indipendenti in vista dell’età adulta.

“G! come Giocare” si terrà il weekend del 18, 19 e 20 novembre presso il Padiglione 3 di Fieramilanocity (potete arrivarci entrando dalla Porta Solleoni di viale Scarampo, vicino alla fermata della metropolitana Portello). I bimbi fino ai 14 anni pagheranno un biglietto di 1 euro (ma è gratis fino ai due anni), mentre per gli adulti il biglietto verrà 10 euro.

La fiera è essenzialmente la più importante in Italia per quanto riguarda il gioco e il giocattolo: 100 aziende italiane e internazionali si daranno appuntamento qui per mostrare alle famiglie le ultime novità ludiche. 

Inteso come una “gigantesca stanza dei giochi”, il Salone si riempirà di piste di trenini, automobiline, costruzioni, videogiochi, bambole, peluche, giochi da tavolo e novità interattive che cattureranno gli occhi e le menti dei bambini e dei loro genitori.

I giochi da tavolo, tuttavia, avranno addirittura una sezione tutta per loro, una vera ludoteca nella quale i bimbi potranno provare a giocare scoprendo tutte le novità, sfidandosi e partecipando alle dimostrazioni.

Gli ospiti più attesi? Le Winx, ma anche i protagonisti di Star Wars, che, tornati in voga dopo l’ultimo capitolo della saga, saranno a disposizione dei bimbi per scattare foto e rispondere alle loro domande. E poi, rullo di tamburi, il puzzle più grande del mondo! Ravensburger porterà infatti proprio a Fieramilanocity il suo puzzle record da 40000 pezzi. Tema della grafica? I grandi film della storia del cinema.

Ma, come accennato nell’introduzione, il gioco non è solo frivolezza, e allora per i genitori più interessati non mancheranno gli esperti e i professionisti del settore, che parleranno loro del vero valore del gioco come attività dell’infanzia, ma anche dell’importanza della sicurezza dei materiali (ad esempio insegnando come riconoscere i giocattoli veri da quelli contraffatti, e quindi assolutamente non sicuri).

In questo senso si collocano poi anche le iniziative dedicate a intendere il gioco come cibo per la mente: tornerà infatti Ghisalandia, la pista urbana animata dalla Polizia Locale per sperimentare il codice della strada con macchinine e motorette per bambini. Ma ci saranno anche “Mangiando s’Impara”, per ingolosire i bambini sul mangiare sano, e le iniziative dedicate all’insegnamento (divertente) dello smaltimento dei rifiuti e quelle pensate per prevenire i disturbi della vista (ci saranno ottici e oculisti che effettueranno controlli gratuiti a grandi e piccoli!). E poi “Gioco Ach’io”, il progetto per integrare in tutta la fiera giochi e giocattoli adatti ai bimbi con disabilità, sperimentali da tutti in modo da vivere un gioco completamente inclusivo.

Andate su www.gcomegiocare.it, oppure visitate la pagina Facebook ufficiale (http://www.facebook.com/GcomeGiocare).

9 ricette con l'orzo

Venerdì, 28 Ottobre 2016 15:31

Cereale dalle mille proprietà (è ricco di fibre, facilmente digeribile, riduce il colesterolo grazie ai suoi beta glucani..), l'orzo è un perfetto sostituto della pasta e del riso quando si ha voglia di mettere sotto i denti un nuovo sapore. Con esso si possono preparare ottimi primi e insalate, ma anche bevande buonissime e salutari.

Vi proponiamo 9 ricette con l'orzo: come cucinare questo cereale ricco di beta glucani nella dieta della famiglia

  • Bollendo l'orzo (perlato o integrale, a voi la scelta) come fosse pasta o riso, potrete preparare deliziosi primi variando con gli ingredienti. Basterà preparare un sugo in padella, come ad esempio con radicchio e ceci, e saltare il tutto a fine cottura.

(foto 1 http://arame-natural.blogspot.it/2008/07/orzo-e-riso-con-radicchio-e-ceci.html)

  • Un altro sugo da unire all'orzo bollito è quello semplice semplice ai carciofi: fateli sbollentare in acqua salata, quindi tagliateli a fettine e metteteli in padella con olio e aglio. Lasciate cuocere per una decina di minuti, quindi unite l'orzo e fate saltare in padella amalgamando bene gli ingredienti.

(foto 2 http://www.miglioriamoci.net/ricetta-orzo-con-carciofi/)

  • La seconda metodologia attraverso la quale cuocere l'orzo prevede lo stesso procedimento del risotto, e in questo caso si parla di “orzotto”. L'orzotto si prepara esattamente come il risotto, e cioè unendo ad un soffritto saporito l'orzo, lasciandolo tostare un attimo e aggiungendo a mano a mano il brodo in modo da lasciarlo assorbire ammorbidendo il cereale. E, alla fine, una bella mantecatura con formaggio grattugiato. Buonissimo è l'orzotto al radicchio rosso (quando di stagione): basta aggiungere il radicchio, tagliato sottile, subito dopo la tostatura del riso, prima di versare il brodo.

(foto 3 http://www.agrodolce.it/ricette/orzotto-al-radicchio/)

  • Allo stesso modo potete preparare l'orzotto alla curcuma e verza: aggiungete la curcuma nel momento in cui iniziate a versare il brodo (un paio di cucchiaini), mentre la verza (già bollita) appena prima della fine della cottura.

(foto 4 http://www.cucina-naturale.it/ricette/dettaglio/orzotto_alla_curcuma_con_verza_e_barbabietola)

  • Al posto della verza, poi, potete utilizzare la zucca, per un orzotto dolce e delicato: tagliatene una a cubetti e aggiungete questi cubetti dopo cinque minuti dalla prima mestolata di brodo, lasciandola cuocere insieme all'orzo.

(foto 5 http://ricette.pourfemme.it/articolo/orzo-con-la-zucca/6893/)

  • Ottima abbinata di sapori è quella orzo-pesto: bollite il vostro orzo e nel frattempo lasciate appassire qualche pomodorino ciliegino in padella con un filo d'olio e uno spicchio d'aglio. Schiacciate i pomodorini (quando morbidi), quindi, una volta cotto l'orzo, tuffatelo nella stessa padella, aggiungete un bel cucchiaione di pesto fatto in casa (http://www.mammapretaporter.it/food/primi-fo/la-ricetta-veloce-del-pesto) - magari preparato precedentemente e surgelato - e mescolate bene.

(foto 6 http://www.unadonna.it/ricette/insalata-dorzo-con-pesto-e-pomodorini/119680/)

  • Lessate 200 grammi di lenticchie, e nel frattempo fate un soffritto con mezza cipolla e uno spicchio d'aglio. Unite alla cipolla 4 carote a rondelle fini e 100 grammi di funghi a fettine, cuocete fino ad ammorbidire le carote e unite un cucchiaio di curcuma e mezzo di paprika. Intanto, cuocete 300 grammi di orzo lasciando che assorba tutta l'acqua di cottura (calcolate 600 ml: per la cottura per assorbimento il liquido deve sempre essere il doppio). Una volta cotto unitelo alle verdure e condite con un goccio di olio di oliva. Ecco il vostro orzo con curry di verdure!

(foto 7 http://www.vegolosi.it/ricette/orzo-vegano-curry-verdure/)

  • Buonissime sono anche le minestre preparate con il nostro orzo. Aggiungete ad un soffritto di cipolle e caroteuna bella manciata di fave fresche. Coprite poi tutto con un brodo di verdure fatto in casa, quindi, quando bolle, aggiungete qualche pugno di orzo perlato e lasciatelo ammorbidire proprio come fosse del riso o della pastina per minestre.

(foto 8 http://www.lacucinaitaliana.it/ricetta/minestre-e-zuppe/minestra-di-fave-e-orzo/)

(foto 9 TUA)

Sara

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Cecilia

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