La dermatite atopica

Quasi il 20% dei bambini soffre di dermatite atopica, uno stato di infiammazione della cute che fatica a passare e di cui spesso i genitori sanno poco. Tuttavia sarebbe bene conoscere questa patologia: sapere le cause, le cure, gli accorgimenti e la sintomatologia è infatti il primo passo per arrivare alla cura completa, scegliendo ciò che è bene per il piccolo.

La dermatite atopica: cos’è, quali sintomi ha e come si cura questa patologia di cui soffrono davvero moltissimi bambini

Il volto, il collo, il retro delle orecchie e le pieghe dietro alle articolazioni: questi sono i luoghi tipici di apparizione della dermatite atopica. Cos’è? È una malattia cronica infiammatoria della pelle che interessa tra il 6 e il 20% dei bambini (soprattutto quelli nati nei paesi del nord come Germania e Scandinavia) e che si caratterizza per la secchezza cutanea e per il conseguente forte prurito.

I bambini che ne soffrono spesso incorrono in questa patologia già nei primi mesi di vita, e spesso soffrono in concomitanza di asma o rino-congiuntiviti allergiche. Il problema è che pur essendo una malattia prevalentemente topica, la dermatite si accompagna ad effetti negativi su tutta la persona e su tutta la famiglia: disturbi del sonno, maggiore irritabilità, diminuzione dell’autostima (con conseguenti difficoltà scolastiche), ansia dei genitori, calo del rendimento scolastico...

Ecco perché è bene riconoscere presto i segnali particolari e inconfondibili (che si differenziano anche in base all’età del piccolo), in modo da agire subito. In generale, il rossore e il forte prurito sono i sintomi generali, ma vediamo nel dettaglio come variano in base al periodo.

I bambini di età inferiore all’anno manifestano spesso eritemi, edemi, vesciche, croste ed erosioni che interessano prevalentemente il viso e gli arti. Dall’età di un anno fino ai dieci anni, invece, sono più tipiche le croste nelle pieghe flessorie degli arti, sui polsi, sulle palpebre e sul dorso delle mani. Nell’adolescenza ecco invece le lesioni croniche e le ragadi su collo, pieghe, palmi delle mani e dei piedi, intorno agli occhi e intorno alla bocca.

Le cause, purtroppo, sono molteplici, e vanno dai fattori ambientali a quelli genetici ed immunologici. Quelli genetici, in particolare, sono purtroppo decisivi, poiché se un genitore ne ha sofferto il figlio ha il 60% di possibilità di esserne affetto. Addirittura, se entrambi i genitori hanno avuto la dermatite, la percentuale sale all’80%, contro il 20% che avranno i bambini nati da genitori “sani”.

Ecco invece le altre cause. La pelle potrebbe avere un difetto di barriera, e quindi perdere più acqua del previsto; la conseguenza è la secchezza che aiuta l’ingresso di allergeni e microrganismi che peggiorano le infiammazioni. C’è poi un’eccessiva risposta pruriginosa agli stimoli, e qui il problema sono le fibre nervose, che, aumentando, veicolano il prurito. Anche un’eccessiva risposta immunitaria può causare la dermatite, poiché il corpo rilascia troppe sostanze antinfiammatorie in risposta a vari stimoli e questo si traduce in rossore e iper-reattività della cute.

Un altro problema è anche la recidività della dermatite atopica, poiché spesso i bambini che ne sono affetti ci ricadono. Tuttavia basterebbe fare attenzione a certe situazioni per diminuire questa eventualità. In primis, evitare sempre irritanti chimici o meccanici (come i saponi o cosmetici troppo forti o troppo alcolici o tessuti come la lana); e poi prendere misure contro gli acari e adottare le giuste terapie cutanee in base alla situazione (poca umidità ambientale, esposizione al sole, basse temperature...).

Un argomento molto dibattuto attorno al tema della dermatite è la questione se i cibi possano essere una causa scatenante o meno. Questo dibattito si è aperto poiché molti bambini hanno mostrato l’insorgere della patologia in seguito a reazioni allergiche a determinati alimenti, in particolare latte vaccino (e suoi derivati) e uova, arachidi, grano, soia, nocciole e pesce. Tuttavia non sempre i pediatri raccomandano l’eliminazione di questi alimenti in maniera massiva dalla dieta del bambino: se infatti non ci sono reazioni allergiche eccessive e pericolose (e quindi se è solo un’intolleranza leggera) togliere quell’alimento potrebbe essere controproducente, perché si eliminerebbe la possibilità di indurre il corpo ad una naturale desensibilizzazione alimentare. Le ultime ricerche infatti confermano che non sono gli alimenti a causare l’insorgere di dermatite atopica, ma sarebbe in realtà questa patologia a predisporre il bambino allo sviluppo di allergie a causa di meccanismi infiammatori che si verificano nell’organismo.

Le terapie, quindi, dovrebbero essere prima di tutto topiche, e cioè prevedere cure direttamente sulla pelle e prima di ogni altra cosa è fondamentale seguire questa indicazione: effettuare quotidianamente un breve bagno o una doccia e applicare entro 3 minuti dall’uscita di questi applicare una crema emolliente. Si è infatti scoperto che le pelli atopiche perdono acqua transepidemica, a causa della diminuzione dei ceramidi o comunque di una alterazione di essi.

Detto questo, tra i rimedi più indicati stanno certamente le terme. Le terapie termali, infatti, possono essere un ottimo coadiuvante nella gestione a lungo termine della dermatite. Devono però avere delle specifiche tecniche particolari: le acque dovrebbero infatti essere bicarbonato-calcio-magnesiache, per essere il più possibile efficaci.

Il bello è che con la terapia termale, come quella proposta dalle Terme di Comano in Trentino, attraverso sia i bagni giornalieri nelle loro acque (che sono proprio bicarbonato-calcio-magnesiache come raccomandato), sia l’assunzione via bocca dell’acqua (favorendo così la diuresi e aiutando l’intestino a produrre la sua barriera contro le sostanze allergene), i sintomi si alleviano e la fase di remissione viene prolungata, senza alcun effetto collaterale. Diminuiscono prurito, arrossamento e desquamazione, la cute si idrata a fondo, il film idrolipidico si riequilibra e i segni della malattia si riducono. Alle Terme di Comano i bambini possono accedere alle cure dagli 8 mesi. Per i genitori sono proposti dei percorso di educazione terapeutica, per imparare a gestire la dermatite atopica nella vita quotidiana. Le cure termali sono completamente naturali, non prevedono l’uso di farmaci e danno soprattutto efficaci e sicure, con risultati che durano nel tempo. Lo dicono le tante ricerche condotte a Comano, ma anche i quasi 3000 bambini che ogni anno scelgono queste terme per curare la loro dermatite atopica.

Riprendendo il discorso sulle terapie topiche, come accennato, è sempre indicato utilizzare, sia per quanto riguarda il vestiario sia per quanto riguarda il dormire e l’asciugarsi, tessuti non irritanti. Esistono nuovi tessuti in maglia di seta addizionati con agenti antibatterici, oppure tessuti arricchiti con argento, che sembrano effettivamente ridurre i sintomi della dermatite. Il cotone, soprattutto bianco, è comunque sempre da preferire sugli altri tessuti, in particolare la lana, che se a contatto direttamente con la pelle rischia di irritare ancora di più le zone interessate. È determinante quindi fare attenzione a quali sono i tessuti che entrano direttamente a contatto con la pelle, scegliendoli sempre delicati.

Anche la detersione deve essere delicata: è bene lavare i bambini brevemente e in acqua tiepida, con detergenti i più possibile delicati, senza conservanti o profumi. Asciugando, poi, è fondamentale utilizzare asciugamani non ruvidi ma morbidi e delicati.

Gli emollienti, poi, sono la terapia più indicata, poiché permettono alla pelle di idratarsi e di combattere la secchezza.

Si passa quindi poi alle terapie specifiche, e dunque alle creme pensate apposta per rispondere alla patologia. Non ne esiste una univoca o miracolosamente definitiva, purtroppo, poiché ogni situazione è a sé e ogni pelle risponde alla sua maniera. Queste creme a base di steroidi consigliate dai dermatologi (in particolare il fluticasone propionato, il metilprednisolone aceponato, il mometasone furoato, l’idrocortisone acetato e il prednicarbato) hanno il solo scopo di eliminare i sintomi. Anche se sembra inutile o non risolutivo, in realtà è importantissimo, poiché ridurre i sintomi significa diminuire il rischio di recidività e di aggravanti.

In particolare, un metodo di applicazione delle creme si è rivelato più efficace di altri, poiché permette di mantenere la pelle molto più idratata. Si tratta del wet-wrap dressing, e cioè dell’applicazione di garze imbevute e umide secondo una procedura particolare. Questa procedura prevede l’applicazione della crema sulla zona interessata e il successivo bendaggio con due garze: la prima umida e la seconda asciutta.

Per evitare però di utilizzare troppo a lungo queste creme a base di steroidi (poiché il rischio è quello che la pelle assorba questi steroidi, mettendoli in circolo nell’organismo) il consiglio è quello di continuare ad usare in maniera costante gli emollienti, e cioè le creme pensate per l’idratazione profonda, una o più volte al giorno (soprattutto in fase di remissione), in modo da aiutare la cute a guarire in maniera più naturale.

 

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