A volte (quando si ha questa fortuna) ci sono i nonni che corrono in aiuto (spesso volentieri, ma non è così scontato). Altre volte, in emergenza, chiediamo a qualche amica, a qualche zio, a qualche parente lontano… Ma non sempre è semplice trovare qualcuno che ci guardi i figli quando vogliamo uscire o abbiamo un impegno, e soprattutto non sempre ci sentiamo a nostro agio, chiedendo aiuto.
Il problema però è un altro: ancora troppi genitori sentono una sorta di “senso di colpa” a lasciare i bambini con qualcun altro. C’è chi riesce a passare qualche ora lontano senza problemi, ma anche chi non riesce a stare proprio a cuor leggero. In ogni caso, se a non lasciarci staccare dai bambini è il senso di colpa, beh, abbandoniamolo! Non ha alcun senso lasciarsi sopraffare da questa sensazione quando non c’è assolutamente nessunissima colpa nel lasciare i propri bambini per qualche ora con qualcun altro.
Ma a chi, quando non si hanno i nonni vicini? Alla babysitter. E qui si apre un altro capitolo: dove trovare questa babysitter? Non siamo più negli anni Ottanta, quando bastava chiedere alla figlia adolescente del vicino di pianerottolo. E, soprattutto, vogliamo essere certi delle referenze, della bravura e delle competenze della persona alla quale affideremo i nostri figli.
Udite, udite, perché c’è una buona notizia: come spesso accade, la tecnologia ci viene in aiuto, e stavolta lo fa con un sito e un’App dedicati proprio alla ricerca del babysitter. Il servizio si chiama Babysits, ed è dedicato ai genitori che cercano un/una babysitter e ai/alle babysitter che cercano lavoro.
L’idea dietro a Babysits è davvero semplicissima: si tratta di un’App che mette in comunicazione i/le babysitter con chi è in cerca di un/una babysitter, filtrando per città e per data.
Babysits è quindi una community che mette in contatto migliaia di genitori con altrettanti babysitter. La ricerca è molto semplice, ed è possibile eseguirla sia dalla piattaforma online (ovvero il sito internet) oppure attraverso l’App scaricabile su dispositivi iOS o Android. Basta inserire negli appositi spazi la propria città o il codice postale, e da lì si aprirà un elenco di babysitter presenti in zona, con una descrizione, i servizi offerti e la possibilità di contatto.

Attraverso un’interfaccia semplice e intuitiva, i genitori possono così filtrare la babysitter a seconda delle esigenze, pianificando data e ora del servizio e comunicando poi direttamente con la persona scelta.
Babysits dà poi la possibilità di accedere ad un servizio premium, registrandosi e acquistandolo con un piccolo abbonamento mensile. Il servizio Premium di Babysits è pensato per i genitori che si affideranno molto al servizio e per i babysitter che vorranno sfruttare appieno le funzionalità del sito.
Le informazioni delle babysitter sono verificate, e, inoltre, il fatto che si tratti di una community rende tutto più sicuro e affidabile, grazie anche alle recensioni degli altri utenti.
Il consiglio è dunque quello di provare il servizio di Babysits, semplice e veloce, contattando il babysitter che preferiamo e incontrandolo prima del primo servizio, in modo da verificare personalmente con chi abbiamo a che fare (reciprocamente). Dopodiché usciamo, lasciamogli fare il suo lavoro, e alla fine lasciamo una recensione: in questo modo Babysits crescerà, aumenterà la sicurezza e diventerà un luogo online nel quale trovare vere referenze e persone fidate alle quali finalmente affidare i nostri bambini senza per forza scomodare vicinato e parentado!
Niente zucchero, niente burro, solo tanto gusto e tanta leggerezza e naturalezza per questa torta perfetta per lo svezzamento, ottima sia per i grandi che per i piccini, e adatta dunque tanto all'autosvezzamento quanto allo svezzamento naturale.
La nostra torta per lo svezzamento è vegana, poiché non prevede ingredienti di origine animale, ed è a base di banana e zucchero di cocco (che non è zucchero, ma semplicemente un dolcificante naturale derivante dalla linfa della palma da cocco, che dolcifica, non altera il sapore dei piatti e non fa alzare la glicemia).
4 banane
250 grammi di farina integrale
100 grammi di zucchero di cocco biologico
100 grammi di olio di semi di girasole
130 grammi di latte di farro
una bustina di lievito per dolci
Schiacciamo per prima cosa le banane con la forchetta, quindi mescoliamole allo zucchero di cocco amalgamando bene l'impasto e aggiungendo a filo prima l'olio e poi il latte, continuando a mescolare.
Aggiungiamo al composto anche la farina setacciata e il lievito, mescolando bene.
Versiamo quindi l'impasto in uno stampo in silicone o in una tortiera oliata e infarinata (oppure ricoperta con carta forno) e inforniamo in forno già caldo a 180 gradi. Lasciamo cuocere per 30-40 minuti, facendo la prova dello stuzzicadenti per controllare la cottura (uscendo, lo stuzzicadenti deve risultare asciutto).
Lasciamo che la torta raffreddi, togliamola dallo stampo o della tortiera e serviamo.
Possiamo anche realizzare questa torta in forma di muffin, utilizzando degli stampini e dei pirottini e diminuendo i tempi di cottura a 20-25 minuti.
Parlarne, confrontarsi con chi ci sta accanto e trovare qualcuno che ha vissuto la nostra stessa situazione, così come un analista che sappia indirizzarci e guidarci verso la serenità: ci sono tanti modi per superare un aborto spontaneo. Ma una morte prenatale è sempre difficile, potente, e lascia ferite profonde. È un trauma che ognuno vive in maniera diversa.
Tra i molti aiuti che possiamo trovare, anche i libri possono diventare uno strumento valido, soprattutto quando parlano dal cuore e quando diventano la voce di donne come noi, che questa tragedia l’hanno vissuta al nostro pari.
Ecco dunque qualche libro che potrebbe diventare un valido aiuto, da leggere quando ci sentiamo pronte per trovare tra le parole scritte emozioni, sensazioni e strategie che potrebbero farci superare al meglio il trauma di un aborto.
Questo libro di Giorgio Cozza raccoglie riflessioni e testimonianze sulla perdita prenatale, offrendo anche risposte su questa situazione che, purtroppo, colpisce una gravidanza su quattro. Perché accade? Potrebbe succedere nuovamente? E come vivere una eventuale gravidanza successiva senza l’ansia portata da questo trauma? A parlare sono numerosi esperti, psicologi, ostetriche, ginecologi, neonatologi, che spiegano in maniera semplice le reazioni fisiche ed emotive della donne e l’elaborazione del lutto.
A cura di Claudia Ravasi, il libro raccoglie i racconti delle mamme di Ciaolapo, associazione che si occupa proprio di lutto perinatale. Ascoltando le parole di chi come noi c’è passato, possiamo trovare forza e voglia di reagire. L’Associazione CiaoLapo Onlus promuove la salute materno-infantile e offre sostegno ai genitori che perdono i figli in gravidanza o dopo il parto.
Silvia Giannatti in questo romanzo parla di Valeria, che a un solo mese dalla nascita del figlio sente pronunciare quelle tremende parole che chi è passato da un aborto spontaneo conosce benissimo: “Non c’è battito”. Lacerata dal dolore e stravolta dal trauma, Valeria deve superare questa morte, e la scrittura la aiuta moltissimo.
“Becoming - la mia storia” è l’autobiografia di Michelle Obama. Tra i racconti, parla anche della sua esperienza, di quando lei e Barack hanno provato sulla loro pelle la tragedia dell’aborto spontaneo. È un piccolo capitolo in un libro denso di vita: anche per questo può essere utile alle mamme e ai papà che, come gli Obama, sono passati dal lutto prenatale.
Libro di Laura Bulleri e Antonella De Marco, “Le madri interrotte” parla delle (e alle) madri che dopo aver preparato la cameretta e la culla, la trovano vuota. Le autrici propongono un approfondimento psicologico per iniziare o continuare il processo di elaborazione del lutto e depotenziare l'impatto del trauma.
Questo è un graphic novel di Julie Maggi che racconta, con immagini e parole, l’esperienza di Christine, che a diciannove anni viene sconvolta da un aborto spontaneo, rendendosi conto di non avere il controllo totale del suo corpo. Un evento, questo, che cambia per sempre la percezione della sua vita e delle tragedie in essa. Il libro è molto forte ed esplicito, ma veritiero e potente.
Se una volta esisteva solo la classica Barbie, fortunatamente oggi le bambole esistono di tutte le forme e di tutti i colori, per tutti i gusti. Certo, guardandoci intorno ci accorgiamo che il divario è ancora pesante (la percentuale di bambole “bianche” e “magre” sul mercato è ancora altissima, rispetto alle altre), ma non per questo dobbiamo per forza indirizzarci su quelle.
È giusto che i nostri bambini crescano con bambolotti diversi, non solo biondi con gli occhi azzurri! E non solo per abituarsi alla diversità di pelle degli esseri umani, ma per capire che esistono diverse corporature, diverse forme di occhi, diversi stili. Diversità in generale, insomma. E il bello è che in questo modo possiamo proporre ai nostri figli anche bambole vicine al loro essere, in modo da potersi identificare meglio.
Ecco dunque una selezione di bambole e bambolotti da regalare ai nostri bambini se non vogliamo fossilizzarci su quelli biondi con gli occhi azzurri.
Le bamboline di pezza Kaloo Tendresse sono davvero bellissime: morbide e coccolose, dal disegno super carino, esistono di tutti i tipi, con vari outfit e varie bellezze. Questa, ad esempio, si chiama Manon.
Mentre questa è Fleur.
E questa è Jade.
Anche le bambole di pezza One Dear World sono bellissime: multiculturali, rappresentano maschi e femmine. Qui possiamo comprare il set di quattro bambole completo ad un prezzo molto conveniente, per fare giocare i nostri bambini leggendo il libro allegato, “London hat hunting mission”.
Per i bambini che amano i bambolotti realistici per giocare ai genitori, Miniland ha pensato ad una serie di bambole del mondo davvero belle e diverse. Si può scegliere tra la bambola dai tratti europei, quella dai tratti asiatici, quella dai tratti africani, sudamericani… Insomma, per ogni bimbo c’è una bambola!
Anche Barbie non produce più solo Barbie. Bellissima è la serie di Inspiring Women che ha recentemente realizzato. Ci troviamo Frida Kahlo, Iris Apfel, Katherine Johnson, Rosa Parks...
E poi troviamo le Barbie un po’ più curvy, un po’ diverse dal solito e decisamente bellissime nella loro unicità, come questa, o come questa fashionista con protesi alla gamba, o, ancora, Barbie in sedia a rotelle.
Da poco in Italia è arrivata Baby Alive, favolosa non solo perché di mille forme e colori (ci sono bionde, brune, maschi, femmine, europee, asiatiche, con diversi tagli di capelli…) ma anche perché parlano, rispondono in italiano e in inglese e, soprattutto, permettono anche ai maschi di poterci giocare, attivando la modalità “papà”. In questo modo le bambole risponderanno agli stimoli dei bambini comunicando in maniera inclusiva. Perché le Baby Alive sono interattive: i bambini possono spannolinarle, nutrirle, aiutarle a imparare a parlare… E anche grazie a loro la parità di genere potrà diventare una cosa normale fin da piccoli.
Questa ad esempio si chiama Martina Spaghettina, può mangiare e parla sia con la mamma che con il papà!
Perdere un bambino è un evento davvero traumatico. Purtroppo le gravidanze andate male sono moltissime, e ognuna lascia un segno più o meno grande nella vita di una mamma (ma anche di un papà). Ciò di cui non si parla, tuttavia, sono le gravidanze successive: da un evento traumatico come un aborto spontaneo, infatti, nasce un’ansia non indifferente, che non si manifesta solo nel periodo successivo, ma anche e soprattutto nel caso in cui si rimanga incinte un’altra volta.
La paura di perdere di nuovo il bambino fa vivere molto male la gravidanza. Ma non è impossibile trovare serenità: ognuna troverà la sua strategia, ma il primo passo deve essere quello di avere consapevolezza della situazione, prendendola in mano e cercando di ridurre (o addirittura azzerare) l’impatto di questa spirale di pensieri negativi. Ma come fare?
Il primo passo (in tutte le situazioni della vita) per superare un trauma e combattere l’ansia è parlare di ciò che ci fa stare male, ma soprattutto parlare delle nostre preoccupazioni. Anche a livello fisico, buttare fuori ciò che abbiamo dentro e dargli un nome aiuta moltissimo, così come dividere il carico con le persone che ci stanno attorno. Non esitate, dunque, a parlare al vostro compagno, alla vostra compagna, a vostra madre, agli amici più fidati o a chi ritenete più opportuno: fa davvero molto bene, e vi renderete conto che lasciare uscire quei pensieri strani dalla mente li renderà più affrontabili e meno pesanti.
Anche se “andare dallo psicologo” ha ancora (purtroppo) un’aura vergognosa, un terapista aiuta davvero moltissimo. La salute mentale ha valore tanto quanto quella fisica, e nel caso della gravidanza ancora di più. Cercare un buon terapista, magari specializzato proprio nella perdita, è davvero utile. Nei consultori, poi, ci sono spesso gruppi di supporto per chi ha passato esperienze simili, e anche confrontarsi con chi ci è passato fa davvero molto bene.
Spesso per scaramanzia non si prepara nulla fino a quando “si è sicure”. Il problema, dopo un aborto spontaneo o una morte perinatale, è che questo “periodo di sicurezza” si dilata, perché non si è più sicure di nulla. Per stare bene mentalmente, tuttavia, può essere molto, molto utile agire positivamente, ovvero preparare la nostra vita all’arrivo del piccolo. Ciò significa preparare tutto con positività, preparando la cameretta, facendo shopping per il piccolo o organizzando la prima vacanza in famiglia. Renderà tutto più concreto e farà vivere più serenamente la gravidanza, rispetto al tenere tutto nascosto o aspettare, crogiolandosi nell’ansia, che tutto sia sicuro.
L’ansia, spesso, è data da un fatto semplice, ma difficile da capire consciamente, ovvero il fatto di non avere niente sotto controllo. Non sappiamo cosa succeda al nostro corpo, se il bimbo stia bene, se tutto stia andando per il meglio. Quando l’ansia diventa insopportabile, dunque, non esitiamo a chiarire i nostri pensieri, senza vergogna. Andiamo dal ginecologo, chiediamo all’ostetrica, snoccioliamo i nostri dubbi e facciamoci dare risposte chiare. Queste risposte ci rassicureranno.
Come per l’ipocondria, per l’ansia da gravidanza dopo la perdita di un bambino il peggior nemico è Google. Se non siamo sicure che tutto stia andando per il meglio, perché abbiamo una piccola perdita, perché il bambino si muove poco o per qualunque piccolo sintomo, non allarmiamoci ma chiediamo ad un esperto (come sopra), e soprattutto non affidiamoci a internet: non farà che aumentare le nostre preoccupazioni.
No, non vanno bene tutti i detergenti per il lavaggio quotidiano del sederino del neonato durante il cambio del pannolino: non sono tutti uguali e, soprattutto, non tutti sono pensati per essere utilizzati frequentemente sulle delicate mucose genitali dei più piccoli. Ecco perché dobbiamo fare attenzione e scegliere sempre un prodotto specifico che sia studiato per la detergenza intima dei neonati.
La nostra scelta, per esperienza, ricade sul preparato Intimo Mioderm di Fiocchi di Riso: un prodotto speciale, delicato e naturale che rispetta gli equilibri e aiuta la delicata pelle del bambino, soprattutto quella così fragile dei genitali, per farlo stare bene e per assicurargli l’igiene e il benessere che si merita.
Non tutti i detergenti intimi sono adatti ai bambini e ai neonati: dobbiamo quindi evitare di utilizzare quelli che usiamo noi adulti per la detersione quotidiana! Il pH dei bambini è differente rispetto al nostro e la loro pelle è molto, ma molto più delicata della nostra. E, come dicevamo, è sconsigliato anche scegliere un qualsiasi detergente generico per bambini: non tutti, infatti, sono pensati per un utilizzo sulle parti intime frequente e quotidiano e rischiano di intaccare la loro cute genitale così delicata.
Se utilizzassimo ogni giorno un detergente non adeguato, il rischio sarebbe quello di stressare, irritare, e indebolire la pelle del sederino, esponendola al rischio di arrossamenti e dermatiti. Un lavaggio frequente deve per forza fare rima con delicatezza: ad ogni cambio pannolino, soprattutto in caso di pupù, dobbiamo lavare in maniera efficace le parti intime del bambino, ma farlo in maniera aggressiva è decisamente controproducente.
Detergente Intimo Mioderm della linea Fiocchi di Riso è un preparato galenico che troviamo dal nostro farmacista di fiducia e che rispetta in maniera perfetta questi principi: adatto alla pelle sensibile (anche a quella più delicata), deterge la zona urogenitale dei bambini con l’aiuto di agenti schiumogeni naturali e delicati ed è quindi indicato ad ogni cambio pannolino, ogni giorno, senza il pericolo di abbattere la flora batterica naturale del neonato e con la certezza di non irritare ulteriormente una zona già soggetta a molto stress.

Ma questo preparato di Fiocchi di Riso non deterge e basta: essendo arricchito con olio di babassu biologico, Detergente Intimo Mioderm (che come tutti i prodotti Fiocchi di Riso è testato per il sottoprodotto 1,4-Diossano e Nichel ed è quindi più che sicuro) rispetta e protegge la pelle. L’azione degli estratti di cotone, riso e sesamo e dell’acido lattico da melassa contribuiscono infatti a mantenere un pH leggermente acido protettivo per la pelle di questa zona.
Oltre a tutto ciò, la bassa concentrazione di tensioattivi, la scelta di ingredienti molto delicati, e l’assenza di profumi e di oli essenziali contribuisce a previene la comparsa dei tipici arrossamenti e, nel caso di una pregressa irritazione (da dermatite o da pannolino), supporta il naturale ritorno alle condizioni fisiologiche della cute.
Il suo utilizzo è molto semplice: durante il cambio pannolino, basta distribuire una piccola quantità di detergente sulla zona dei genitali precedentemente bagnata con acqua. Detergiamo e risciacquiamo, quindi asciughiamo bene con un panno delicato per evitare arrossamenti e ristagni di batteri e procediamo con l’eventuale applicazione della nostra pasta cambio.
C’è chi festeggia Halloween facendo dolcetto o scherzetto, chi si traveste, chi partecipa alle festicciole… E poi c’è chi non ne ha voglia, ma ha comunque voglia di festeggiare Halloween in famiglia, approfittando del primo freddo per una serata film coccolosa ma un po’ paurosa!
Cuciniamo qualche dolcetto a forma di pipistrello, prepariamo i pop corn e mettiamo sul divano le coperte: ecco i film di Halloween per bambini perfetti per una serata in famiglia.
I film transgenerazionali perfetti: il primo Hocus Pocus è nel cuore dei millennial e il secondo (entrambi sono su Disney Plus) ha già conquistato i bimbi e le bimbe!
Divertente e realizzato davvero benissimo, Hotel Transylvania parla dell’albergo di Dracula, dove si festeggerà il diciottesimo compleanno di Mavis, figlia del Conte, al quale parteciperanno Frankestein e signora, i Licantropi e tutti i personaggi più strani e divertenti! Potete acquistarlo qui in DVD.
Per i nostalgici degli anni Novanta, un classico indimenticabile: Casper (con Bill Pullman e Christina Ricci) è una commedia divertente e a tratti romantica che piace davvero a tutti, grandi e bambini. Protagonista? Il fantasma Casper, con i suoi zii Molla, Puzza e Ciccia.
Di nuovo un classico, di nuovo con Christina Ricci (qui nel ruolo di Mercoledì Addams): la famiglia Addams è un film iconico che parla di una famiglia iconica. Tutti i bambini dovrebbero conoscerla!
Paranorman è un film d’animazione che parla di Norman, un ragazzino in grado di parlare con i morti, che si trova a dover salvare la sua città da una maledizione, affrontando tutti i mostri dell’immaginario, dagli zombie ai fantasmi.
Per i bambini che amano leggere i Piccoli Brividi di R.L. Stine, ecco i film tratti dalle letture! Con Jack Black e un cast fenomenale, parlano dei mostri dei libri che, magicamente, arrivano nella loro vita.
Adatto anche ai bambini più piccoli, questo capolavoro di Disney Pixar è ormai un cult: Sullivan, Boo e Mike Wazowski spaventano, ma ancor più si fanno amare! È acquistabile qui.
Per chi ha figli adolescenti questo è il film migliore per la serata Halloween: niente mostri, ma una situazione ancora più spaventosa! Cosa succederebbe se, un giorno, una mamma si trovasse nei panni della figlia e la figlia in quelli della madre? Un film divertente che parla di scontro generazionale, ma anche di empatia.
Argomento delicato, delicatissimo, il bullismo. Ma che va affrontato e non spazzato sotto il tappeto. Dialogo, confronto e supporto sono fondamentali, sempre, e soprattutto quando parliamo di violenza fisica, virtuale e psicologica tra coetanei.
Prevenire è meglio che curare, quindi parlare del bullismo è sempre consigliato, per sensibilizzare tutti i ragazzi sul tema, in modo da dare loro degli strumenti per far affrontare una situazione di bullismo e, non ultimo, per far sì che capiscano che il bullismo è una cosa terribile, da condannare.
Ma nel momento in cui ci rendiamo conto che i nostri figli sono bullizzati (qui un articolo su come riconoscere una situazione di bullismo), che fare? Che parole usare?
La prima insidia del bullismo (e vale anche per la violenza domestica) è il senso di colpa: la vittima, infatti, tende a sentirsi colpevole. In altre parole, sentono “di essersela cercata”, o di meritare questa violenza. La prima cosa da dire e fare capire a fondo, quindi, è che in nessun caso, MAI, la colpa è loro, che loro non sono sbagliati, che non hanno fatto nulla di male e che nessuno lo merita. Non deve esserci alcuna vergogna nel dire che c’è qualcuno che ci sta facendo del male. La vergogna dovrebbe essere da parte loro.
In piccolo o in grande, tutti siamo passati dal bullismo, anche solo con poche parole maleducate rivolte nei nostri confronti. C’è poi chi è stato vittima a sua volta di bullismo, o chi ha assistito a qualcuno di bullizzato. Con il tempo siamo riusciti a ragionarci sopra, a vedere come si può risolvere la situazione. Una buona strategia, quindi, può essere quella di raccontare ai nostri figli la nostra esperienza, articolandola e non lesinando sui dettagli, mostrando come tutti ci possano passare e di come le soluzioni possano essere diverse.
Quando un ragazzo o una ragazza sono vittima di bullismo, spesso tendono a non parlarne, a tenersi tutto dentro. Facciamo invece capire che possono sfogarsi, dirci tutto, che possono provare tutte le emozioni che sentono, e nel momento in cui si aprono cerchiamo di essere una spalla su cui piangere, delle orecchie che ascoltano attentamente e un eventuale supporto se richiesto.
Il bullismo porta la vittima a sentirsi sbagliata, a sentirsi in difetto, a sentirsi brutta e chi più ne ha più ne metta. Diciamo quindi ai nostri figli quanto sono importanti, quanto sono speciali, quali sono i loro pregi, e che non importa ciò che dicono gli altri: ognuno ha il diritto e il dovere di vivere la propria vita come vuole, di essere chi davvero è, di vestirsi come sente, di seguire i propri sogni e di mettere in atto le proprie competenze come crede, rispettando gli altri. Sottolineiamo quindi l’intelligenza dei nostri figli, la loro bellezza, le loro abilità, celebrando le loro vittorie e ridimensionando le sconfitte, facendogli sentire che sono amati per quello che sono, non solo da noi, ma da chi gli sta attorno.
Coinvolgere gli adulti è sempre difficile, per i ragazzi, e parlarne con i genitori e gli insegnanti è un peso. Ma nel momento in cui lo fanno, non facciamoli una paternale e non tentiamo di prendere in mano la situazione in maniera esclusiva. Loro sono i protagonisti di questa brutta situazione ed è giusto che la si affronti insieme. Ecco perché è consigliato provare a cercare una soluzione insieme, capendo quale sia l’atteggiamento giusto da intraprendere in base alla situazione specifica. È meglio coinvolgere gli insegnanti? Come si sentirebbero ad avvisare i genitori dell’altro ragazzo coinvolto? Quali sono le parole che potrebbero usare nel momento in cui vengono bullizzati?
Ma non delle nostre: parliamo di quelle dei bulli. Chi attacca, verbalmente o fisicamente, spesso è vittima lui stesso di un’insicurezza e di un disagio. Quale può essere quello di chi ci sta tormentando? Noi siamo in grado di affrontare le nostre debolezze senza farle sfociare in violenza, ed è importante non lasciare che le debolezze degli altri ci condizionino la vita.
I bambini nati negli anni Ottanta/Novanta non potranno non ricordare i “Piccoli Brividi”: la saga di paura per ragazzi ha appassionato moltissimi piccoli lettori, con i giusti brividini che non guastano! Per tutti i bambini d’oggi che non disdegnano un po’ di paura, pelle d’oca e storie misteriose, ecco dunque una lista di bellissimi libri per bambini di paura! Perfetti da leggere nel periodo di Halloween, ma, perché no, anche tutto l’anno!
Bellissimo da vedere e da toccare, questo libro di Thierry Dedieu edito da Ippocampo Edizioni è dedicato ai più piccoli, per affrontare le paure ridendo e scoprendo altre paure e cose terrificant che si nascondono dentro ad altrettante cose paurose e trerrificantii.Si tocca, si legge, si inventa: un libro da avere.

Perché non partire subito con un vero “Piccoli brividi”? “Il pupazzo parlante” (acquistabile qui) è forse il titolo più famoso della saga edita da Mondadori. Scritto dal fantastico R.L. Stine, è adatto ai bambini dagli 8 anni ed è un vero e proprio romanzo, di quelli che introducono i bambini al piacere della lettura. Per bambini che da grandi diventeranno sicuramente fan di Stephen King.
Di nuovo un “Piccoli brividi”, di nuovo un R.L. Stine, perché se è piaciuto il “Pupazzo parlante” anche questo appassionerà (lo trovate qui): narra le vicende di Greg, che con i suoi amici trova in una casa abbandonata una macchina fotografica “stregata”, che quando scatta una fotografia fa accadere qualcosa di terribile.
"Enigmi da brivido" è un libro-gioco pieno di enigmi da risolvere per scoprire i personaggi più paurosi delle leggende e dell’immaginario letterario, dal mostro di Frankenstein a Dracula, nei loro habitat, con illustrazioni terrificanti e bellissime!
Per i piccoli lettori amanti di Geronimo Stilton, ecco il romanzo della serie dedicato proprio ad Halloween, in compagnia di Tenebrosa Tenebrax, una topolina che vive in un cimitero e che aiuterà i bambini anche ad organizzare la festa perfetta di Halloween.
Questo classico dell’infanzia di Roald Dahl, “Le streghe” parla delle streghe che abitano il nostro mondo, per riconoscerle ed evitare di venire trasformati in topi! Perché le streghe non hanno la gobba e il cappello a punta, ma sono elegantissime e si nascondono tra di noi.
Per ragazzi più grandicelli (è un libro pensato dagli 11 anni), “La stanza 13” parla di una gita scolastica in cui il vecchio albergo che ospita Fliss e i suoi compagni è qualcosa di molto più tenebroso di quanto ci si aspettasse…
Se i vostri bambini amano il fumetto e sono appassionati o addirittura abbonati a Topolino, ecco un almanacco delizioso che raccoglie le più belle storie di paura, di mistero e di Halloween in un solo tomo. Lo potete acquistare qui.
Quando diventiamo mamme è inevitabile: il bagno si riempie di prodotti per la cura dei nostri bambini, super delicati e naturali, scelti apposta per le loro esigenze e per la delicatezza della loro pelle. È normale ed è bellissimo prendersi cura di loro anche con questi gesti!
Detto questo, anche la nostra pelle e il nostro corpo hanno bisogno di cura profonda ma delicata, e in questo senso possiamo dirci fortunate: spesso gli stessi prodotti che utilizziamo per i nostri figli vanno benissimo per tutta la famiglia, e beneficiamo così anche noi dell’efficacia e della delicatezza di preparati per la pelle sicuri e sani.
Ci sono inoltre marchi, come Fiocchi di Riso, attentissimi alla salute di tutta la famiglia, con prodotti di altissima qualità che possono essere utilizzati tanto sulla pelle dei neonati e dei bambini quanto per la cura quotidiana della mamma. Quali sono i nostri preferiti, quelli a cui non rinunceremmo più? Eccoli!
Il detergente intimo Mioderm di Fiocchi di Riso nasce come detergente specifico per le parti intime, innanzitutto del neonato, ma ottimo anche per le mucose della neomamma. A base di acido lattico da melassa e olio di babassu biologico, questo preparato originale deterge al meglio e rispetta naturalmente le mucose intime, con agenti schiumogeni naturali delicati e nutrienti. È quindi adatto ad ogni cambio pannolino, ma è perfetto anche per la mamma, grazie agli ingredienti vegetali dermocompatibili che non alternano la flora batterica vaginale. Ideale quindi quotidianamente, per la detersione e l’igiene.
L’Olio Emudermico di Fiocchi di Riso è un prodotto che non può mancare tra le abitudini di una futura mamma e di una neomamma: è pensato infatti principalmente per curare e preparare il perineo in vista del parto, e per aiutarlo a ristabilirsi nei mesi successivi, supportando la sua naturale ripresa fisiologica.
Il suo utilizzo quotidiano dalla trentesima settimana di gestazione fino al parto è dunque super raccomandato, poiché massaggiando la zona del perineo aiuta a tonificarla e a darle la giusta elasticità. Da trenta giorni dopo il parto, quindi, possiamo cominciare a riutilizzarlo per velocizzare la ripresa dello stato fisiologico.
E poi, essendo idratante, nutritivo ed elasticizzante, l’Olio Emudermico è perfetto anche per i massaggi su tutto il corpo, anche su quello dei bambini, per i massaggi serali e le coccole fisiche.
Per quanto riguarda il seno, una mamma non dovrebbe rinunciare alla Crema Seno Clemulina di Fiocchi di Riso: ricchissima di lipidi naturali Omega 3, 6 e 9, Clemulina lenisce ed elasticizza seno e capezzoli ed è dunque indicata prima del parto in preparazione all’allattamento, e dopo ogni poppata per ristabilire la zona, prevenendo e curando anche le ragadi e le irritazioni causate dal palato dei bambini.
Ma non è utile solo per il seno: Clemulina diviene utile ed efficace in ogni caso di screpolature, come quelle alle labbra o alle mani grazie alle sue proprietà rigeneranti.