Come combattere l’ansia in gravidanza dopo un aborto spontaneo

Perdere un bambino è un evento davvero traumatico. Purtroppo le gravidanze andate male sono moltissime, e ognuna lascia un segno più o meno grande nella vita di una mamma (ma anche di un papà). Ciò di cui non si parla, tuttavia, sono le gravidanze successive: da un evento traumatico come un aborto spontaneo, infatti, nasce un’ansia non indifferente, che non si manifesta solo nel periodo successivo, ma anche e soprattutto nel caso in cui si rimanga incinte un’altra volta.

La paura di perdere di nuovo il bambino fa vivere molto male la gravidanza. Ma non è impossibile trovare serenità: ognuna troverà la sua strategia, ma il primo passo deve essere quello di avere consapevolezza della situazione, prendendola in mano e cercando di ridurre (o addirittura azzerare) l’impatto di questa spirale di pensieri negativi. Ma come fare?

Come combattere l’ansia in gravidanza dopo un aborto spontaneo: come rasserenarsi e vivere una gravidanza tranquilla dopo il trauma della perdita di un bambino

Parlarne

Il primo passo (in tutte le situazioni della vita) per superare un trauma e combattere l’ansia è parlare di ciò che ci fa stare male, ma soprattutto parlare delle nostre preoccupazioni. Anche a livello fisico, buttare fuori ciò che abbiamo dentro e dargli un nome aiuta moltissimo, così come dividere il carico con le persone che ci stanno attorno. Non esitate, dunque, a parlare al vostro compagno, alla vostra compagna, a vostra madre, agli amici più fidati o a chi ritenete più opportuno: fa davvero molto bene, e vi renderete conto che lasciare uscire quei pensieri strani dalla mente li renderà più affrontabili e meno pesanti.

Trovare un buon terapista

Anche se “andare dallo psicologo” ha ancora (purtroppo) un’aura vergognosa, un terapista aiuta davvero moltissimo. La salute mentale ha valore tanto quanto quella fisica, e nel caso della gravidanza ancora di più. Cercare un buon terapista, magari specializzato proprio nella perdita, è davvero utile. Nei consultori, poi, ci sono spesso gruppi di supporto per chi ha passato esperienze simili, e anche confrontarsi con chi ci è passato fa davvero molto bene.

Preparare il nido

Spesso per scaramanzia non si prepara nulla fino a quando “si è sicure”. Il problema, dopo un aborto spontaneo o una morte perinatale, è che questo “periodo di sicurezza” si dilata, perché non si è più sicure di nulla. Per stare bene mentalmente, tuttavia, può essere molto, molto utile agire positivamente, ovvero preparare la nostra vita all’arrivo del piccolo. Ciò significa preparare tutto con positività, preparando la cameretta, facendo shopping per il piccolo o organizzando la prima vacanza in famiglia. Renderà tutto più concreto e farà vivere più serenamente la gravidanza, rispetto al tenere tutto nascosto o aspettare, crogiolandosi nell’ansia, che tutto sia sicuro.

Farsi rassicurare

L’ansia, spesso, è data da un fatto semplice, ma difficile da capire consciamente, ovvero il fatto di non avere niente sotto controllo. Non sappiamo cosa succeda al nostro corpo, se il bimbo stia bene, se tutto stia andando per il meglio. Quando l’ansia diventa insopportabile, dunque, non esitiamo a chiarire i nostri pensieri, senza vergogna. Andiamo dal ginecologo, chiediamo all’ostetrica, snoccioliamo i nostri dubbi e facciamoci dare risposte chiare. Queste risposte ci rassicureranno.

Non googlare

Come per l’ipocondria, per l’ansia da gravidanza dopo la perdita di un bambino il peggior nemico è Google. Se non siamo sicure che tutto stia andando per il meglio, perché abbiamo una piccola perdita, perché il bambino si muove poco o per qualunque piccolo sintomo, non allarmiamoci ma chiediamo ad un esperto (come sopra), e soprattutto non affidiamoci a internet: non farà che aumentare le nostre preoccupazioni.

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Sara

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Cecilia

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