Dalla rubrica L'angolo di Monica

Chi ha un figlio che frequenta la scuola dell’obbligo, sa quanto possa essere difficile a volte per loro, e di conseguenza per noi, fare i compiti a casa! Spesso la difficoltà nel gestire questa situazione porta a vere e proprie difficoltà relazionali tra genitori e bambini, ne derivano vere e proprie incomprensioni e distanze affettive. Per noi adulti sono piccoli doveri, “l’unico impegno che hanno”, per loro possono essere grandi montagne da scalare ed incomprensibili carichi cognitivi. Vediamo insieme allora cosa possiamo fare per rendere questa esperienza il meno traumatica possibile.

Innanzitutto è il nostro atteggiamento mentale che fa la differenza. Comprensione e pacatezza sono le armi vincenti, con un atteggiamento autoritario, pretenzioso e giudicante non otterremo grandi risultati. Quindi, armati di santa pazienza, predisponiamo l’ambiente in modo da ottenere il miglior risultato possibile.

  1. Concediamo ai bambini un po’ di tempo per riposare dopo le fatiche scolastiche, fare merenda o rilassarsi e poi invitiamoli a fare i compiti in un ambiente adatto, lontano da fonti di distrazione come giochi o tv.
  2. Aiutiamoli ad imparare ad organizzare le attività : guardiamo insieme a loro il diario, decidiamo da quale compito partire ( meglio iniziare dal più difficile ) e predisponiamo sulla scrivania o tavolo solo l’occorrente scolastico necessario.
  3. Altro fattore fondamentale è il tempo. Non diamo loro fretta, ogni bambino ha i propri tempi ed il nostro intervento al proposito deve essere solo di sprono nel momento in cui il bambino tende a distrarsi. Facciamo fare pause tra un compito e l’altro, tenendo conto che i bambini fino alla 3^ elementare solitamente hanno tempi di concentrazione che arrivano fino a 15 minuti .
  4. Creiamo una routine del tempo: i compiti si fanno sempre in uno stesso periodo di tempo nella giornata ( evitiamo che sia dopo cena … la stanchezza renderebbe il tutto ancora più impegnativo per tutti!).
  5.  Da evitare assolutamente giudizi fortemente negativi sulle loro capacità. E’ utile far notare loro gli errori, invitarli a cercare di fare del loro meglio, ma non lo è esprimere commenti negativi su di loro, sulla loro intelligenza, sui loro tempi o sul loro modo di approcciare a questo impegno. No quindi a frasi tipo : “ Sei il solito fannullone”, “ Possibile che tu non riesca a capire?”, “ Sei proprio stupido”, “ Sei lento come una lumaca”… Determinereste così solo una caduta dell’autostima che li farebbe sentire incapaci e non all’altezza delle vostre aspettative. Dobbiamo credere in loro, valorizzare ciò che riescono a fare e concedere loro il tempo per migliorare ciò che risulta loro faticoso.
  6. Il nostro aiuto si deve articolare in incoraggiamenti, elogi e rinforzi positivi quando fanno bene, senza sostituirsi a loro in nessun modo nell’esecuzione dei compiti. Ciò che possiamo fare nel caso di errori è far notare al bambino l’errore ed invitarlo all’autocorrezione : “ Guarda, qui c’è qualcosa di sbagliato, prova a capire cos’è e correggilo”.

Ricordiamoci sempre comunque che la scuola è sicuramente un aspetto importante della vita dei nostri figli, ma la nostra relazione con loro non può ruotare unicamente intorno all’esperienza scolastica. I bambini sono molto di più di alunni! Non perdiamo di vista tutte le loro potenzialità, i loro talenti e le loro attitudini.

Foto tratta da: www.camdencountylibrary.org

L'arrivo di un bebè è sempre una grande novità che coinvolge a 360° la mamma, il futuro papà, i famigliari, la casa e anche gli amici a 4 zampe: se infatti fino a quel momento erano loro i piccoli di casa, i nostri cuccioli da accudire, adesso la storia cambia e tutte le attenzioni si riversano sul bebè. Come introdurre in maniera intelligente il lieto evento al nostro amico? Come mettere le basi per una relazione d'amore e di rispetto? Lo chiediamo a Gianluca Furfaro, educatore cinofilo in Lombardia. 

Quali sono le emozioni di un cane all'arrivo di un bimbo? 

"Le emozioni che prova un cane all'arrivo del bimbo non si possono conoscere pienamente,possiamo, però, con le conoscenze che abbiamo, avvicinarci di molto affermando che la curiosità è sicuramente la principale emozione che può provare il nostro amico quadrupede. Il cane è un animale sociale che da millenni condivide la sua esistenza con la nostra. Dire che è un animale sociale significa dire che innanzitutto vive in branco (anche se io preferisco definirlo gruppo) per cui l'arrivo di un nuovo membro all'interno della sua famiglia è sempre un'esperienza che lo coinvolge pienamente. Questo ovviamente se il cane che vive con noi è abituato a relazionarsi e a condividere la vita famigliare e non è relegato a "cane da giardino" o a "qualcosa" a cui bene o male si deve badare"

I cani riescono a percepire qualcosa dalla gravidanza?
 
"Sicuramente i cani percepiscono che qualcosa sta cambiando quando la mamma porta in grembo il suo bebè. Noi emettiamo una serie di feromoni che corrispondono al nostro stato d'animo e il nostro cane li percepisce benissimo, avendo un organo sensoriale predisposto specificatamente a questa funzione. Immaginiamo come si sente, dal punto di vista emozionale, una donna che presto sarà mamma! E quanti feromoni girano per casa e quante informazioni il nostro cane riesce a catturare. 
 
Quali accorgimenti dobbiamo avere per introdurre un bimbo in casa quando c'é un cane?
 
"I cani che condividono con noi la nostra vita, nella quotidianità vivono quello che ci circonda come una risorsa (ovviamente non solo in questo modo ma ci dilungheremmo troppo a spiegare tutte le caratteristiche specie-specifiche).
Le risorse devono essere gestite da noi come farebbero dei buoni genitori. Il cibo, lo spazio, il gioco, le coccole sono tutte risorse. Se sappiamo come gestirle e riusciamo a far capire al nostro cane che può accedere a queste stesse risorse senza problemi ma che siamo noi ad averne il controllo non ci saranno problemi di sorta. 
Fondamentale poi è che il cane sia ben socializzato con i bambini piccoli e con i neonati, altrimenti potrebbero esserci dei problemi"
 
Quali accorgimenti dobbiamo avere per introdurre un bimbo in casa quando c'é un cane?
 
"Questa domanda può avere la stessa risposta della domanda precedente, aggiungiamo che crescendo insieme nel reciproco rispetto i problemi saranno, dove eventualmente si presentassero, risolti rapidamente."
 
Luca Furfaro 
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tel. 349-2948087
 
Immagine tratta da: www.petag.com/
 

Ricetta per un burro corpo rigenerante

 Questa ricettina è un vero bijoux per il vostro corpo e la vostra mente. E’ facile da preparare e può essere pensata anche come originale regalo di natale o per amiche. Scegliete la vostra variante, personalizzandola a seconda delle vostre esigenze.

 

foto tratta da shewearsmanyhats.com

 

Automassaggio al pancione

Domenica, 30 Marzo 2014 23:26

Spesso durante la gravidanza si ha l’istinto di coccolare e di toccare il nostro pancione o anche solo di tenere appoggiate le mani sopra di esso, come per stabilire un contatto con il bimbo. Anche il feto però ama il contatto con voi! Infatti già dopo poche settimane il bambino percepisce stimoli tattili ed è in grado di rispondere ad essi: per esempio se lo tocchiamo vicino alla guancia lui normalmente si avvicinerà cercando il contatto. Oppure se gli si passa l’ecografo vicino al piedino lui sentirà solletico e tenderà ad allontanare il piedino. Un semplice tocco della nostra mano sul  pancione è percepito sottoforma di  vibrazioni che si irradiano nel liquido amniotico nel primo trimestre; invece dal secondo trimestre il nostro cucciolo d'uomo è in grado di rispondere alle vostre pressioni e carezze con calcetti. Possiamo quindi, se ci fa piacere, rispondere ai calcetti del nostro bimbo ed effettuare delle piccole pressioni quando sentiamo puntare un pedino o qualche altra parte del corpo che spesso non  riusciamo a riconoscere; noteremo che spesso il nostro bimbo risponde alle nostre sollecitazioni, ed è davvero emozionante!

Cosa possiamo fare noi per coccolare e far sentire la nostra presenza?

Ecco alcune manualità che possiamo utilizzare  mentre ci si spalmiamo l’olio o la crema:

1        Disegniamo una spirale partendo dal nostro ombelico fino ad arrivare ad auna delle anche seguendo il senso orario; torniamo indietro(quindi in senso antiorario) eseguendo un leggerissimo sfioramento. 

2        Ora disegniamo una sorta di x sulla pancia e poi un quadrato intorno senza staccare mai la mano dalla pancia: quindi partiamo dall’anca destra e disegniamo una diagonale a mano piena che arrivi fino a lato del seno sinistro, poi scendiamo fino all’anca sinistra e disegniamo un’altra diagonale che arrivi a lato del seno, poi  passiamo da lato del seno destro a lato del seno sinistro e lo congiungiamo all’anca destra, ricominciando il massaggio.  

 

Se alcune di noi sembrano pancione addicted, per cui quasi non riescono a staccare le mani, altre invece sentono una sorta di timore reverenziale: non c’è problema, non siamo mamme di serie b, non stiamo facendo mancare nulla al nostro bimbo. Se proprio abbiamo quasi paura proviamo a domandarci come mai, quali possono essere le cause profonde di questo senso di disagio.

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Gabriella, mamma psicoterapeuta

Domenica, 30 Marzo 2014 23:23
Gabriella è una madre "espansa", nel senso che l'ho sempre condivisa, con mia sorella prima e con tutti i suoi pazienti dopo... Non potevo non intervistare una mamma che tante volte, parlando con suoi ex-pazienti incrociati per caso, ho sentito valorizzare con affetto e trasporto. Mi sono lamentata tante volte del fatto che fosse una mamma poco "esclusiva", ma nel tempo ho saputo beneficiare dei suoi consigli e della sua capacità di darne di buoni, dispensati nel momento giusto e con sagacia.
È stato difficile rompere il guscio della sua voglia di rassicurarmi, ma alla fine, credo di esserci riuscita...
 

- Chi sei e che cosa fai?

In questo momeno sono donna di 60 anni, libero professionista, che si occupa di psicoterapia e psicologia clinica. Amo soprattutto lavorare con gruppi di terapia ed ho lunga esperienza di co-terapia e co-conduzione con altri colleghi.

 

- Quando hai capito che stavi per diventare mamma cosa è successo dentro di te?

Non è facile perché mi sta intervistando mia figlia...

... Cerca di essere piu sincera che puoi...

Ero determinata a far nascere questa figlia, l'avrei difesa comunque e diciamo che la gravidanza non era programmata e quindi ero da una parte determinata e dall'altra anche spaventata... È come se non mi fossi data il tempo per elaborare le paure legate alla gravidanza. 

Quali paure?

Erano soprattutto legate al rapporto con il padre di questa figlia.

Cioe?

Mi sentivo allo sbaraglio, mi sentivo da sola, anche se in quel periodo lui era altrettanto determinato a metter sù famiglia e proteggere questa figlia. 

 

- Com'è cambiata la tua vita? 

Radicalmente. Da persona che badava unicamente a se stessa, nel giro di poco tempo ho avuto una famiglia, una casa ed una figlia. Anche questo è stato una specie di onda anomala che entrava a fare parte della mia vita. Con gli aspetti anche positivi oltre che onerosi. Ero molto orgogliosa di questa bambina e gioiosa di questo nucleo famigliare che andava formandosi. Tutto era una sorpresa ed una scoperta. Questa figlia era tranquilla, sana, quindi aiutava molto a restare in equilibrio.

 

- C'è qualcosa che non rifaresti?

Farei diversamente tante scelte. Tipo? Rifiutare un'opportunità che mi era stata offerta di diventare socia di un centro. Allora avevo le bambine e non mi sentivo di sacrificare altro tempo per la professione. Invece se tornassi indietro accetterei. Oggi come oggi gestirei una scuola di formazione per psicoterapeuti. Quello che mi rimprovero è che è stato come se i figli riguardassero solo me. Come se i figli competessero esclusivamente me. Come se nn ci fosse una cointeressenza. 

 

- ti sei mai trovata sul punto di dire: "basta, adesso mollo tutto!!"

Si. Quando? Non ricordo esattamente, ma c'è stato un momento della mia vita matrimoniale in cui ero disposta a separarmi.

Perché non l'hai fatto? Son stata mal consigliata. Mi sentivo ambivalente, anche se la soffrenza era molto alta

 

- Come hai fatto fronte a questo momento, cosa e chi ti ha aiutato?

Le mie figlie. In che modo? Con la loro presenza, con la loro vitalità.

 

- Pensi di essere una buona madre?

Nel concetto di Bettelheim che sostiene che una madre perfetta è quella sufficientemente buona, si. Se la sufficienza vale una buona madre, si. Senza Bettelheim? 

Credo di avere fatto numerosi errori. Con il senno di poi mi comporterei in maniera diversa. Tipo? Mah, mi viene in mente Giorgia che aveva bisogno di essere valorizzata ed io l'ho trascurato. Oppure che Sara aveva bisogno di un tempo tutto suo che io allora non capivo e sottovalutavo. 

 

- Come pensi debba essere una buona mamma?

Credo che un aspetto fondamentale sia essere consapevoli dei propri limiti e pensare ai figli come persone rispetto alle quali condividere la responsabilità tra padre e madre. Io mi sono sentita spesso l'unica responsabile.

 

- Una buona moglie?

Mi viene da dire che non c'è nessuna buona moglie accanto ad un pessimo marito

 

- Ed una brava profssionista?

Competente, ma ancora prima di competente attenta all'etica e ricca di valori umani.

 

- Hai mai pensato di lasciare il tuo lavoro? Mai. A parte un momento in cui volevo sospenderlo per le mie figlie, ma non ho avuto la condivisione di questa scelta da parte di mio marito. 

 

- Dove hai trovato la spinta/forza a fare fronte a tutti gli impegni? Lavoro, casa, marito...

Nella fantasia, nella speranza, nell'amore. Amore per chi o cosa? Per mio marito e per le mie figlie.

 

- Ci sono momenti in cui ti senti afflitta, demotivata, cosa ti aiuta a stare in sella?

Afflitta si, demotivata mai. La curiosità mi aiuta a stare in sella, come quando vedi un film che vuoi sapere come va a finire...

 

- Quali aspetti del tuo carattere sono per te fondamentali nella vita di tutti i giorni?

La creatività, la fantasia ed il gusto per il bello e per le cose buone, intese come valori.

 

- Quali invece sarebbero da scartare?

La compiacenza.

 

- Cosa cambieresti della tua vita?

La percentuale con cui è presente la dimensione lavorativa.

 

-Ti sentiresti di dare un consiglio ad una giovane mamma? 

Ascoltarsi e valorizzare ciò che fa. E poi... che i bambini sono la forza del destino

 

Sara Donati

saradonatifilmaker.com

Cecilia Spanu, una super mamma

Domenica, 30 Marzo 2014 23:18

Il titolo dell'intervista la dice lunga sulla scelta di intervsitare Cecilia: una supermamma. Dopo avere avuto mia figlia, prima ed unica, mi sono spesso chiesta, visto il carico di impegno richiesto, come facessero, le mamme che ne hanno contemporaneamente due o tre, magari tutti piccini e bisognosi di cure, a cavarsela. Un tempo, neanche troppo lontano, negli anni '50-'60, era prassi avere molti figli, ma forse c'era in famiglia un circuito di madri e donne capaci di fare fronte ai problemi pratici, aiutare la mamma ed aiutarsi tra mamme. Oggi si lavora, alle volte si è lontani dalla famiglia, si è un po' più sole. Per questo, quando conosco donne che hanno tre o addirittura quattro figli, mi chiedo: "come fanno?!". Nel caso di Cecilia a rendere ai miei occhi ancora più sorprendente la sua esperienza c'è la capacità di conciliare i quattro figli con una professione di successo... Ecco perchè questa intrvista dovrebbe illuminarci sul futuro della famiglia numerosa, perchè fare tanti figli oltre ad essere (almeno per me) spaventevole, può essere bellissimo ed arricchente...

Cecilia Spanu è ideatrice e fondatrice di Fattore Mamma (www.fattoremamma.com), società di servizi di marketing e comunicazione. Oggi è Head of Business Development and Partnership in Talent Garden (rete di spazi di co-working digitale), dove è incaricata di sviluppare servizi per le aziende di connessione fra il mondo corporate e il mondo delle startup.
Lei è un'imprenditrice di successo ed una professionista, mamma di quattro figli e moglie; una prima domanda, che è anche un po' un'esclamazione, sorge spontanea: "ma come fa?" insomma, se ci fosse una ricetta, quale sarebbe?

"Ma come fa a far tutto?" è il titolo del famoso film di qualche tempo fa con Sara Jessica Parker e Pierce Brosnan (?!). Non so se lo avete visto, ha ricevuto recensioni contrastanti alla sua uscita in Italia...lasciando da parte tutti gli aspetti di contorno (tacchi alti, scene da Sex & the City e scene coi pidocchi) a me è piaciuto molto perché la protagonista voleva tutto - una famiglia e un bel lavoro - e ringraziava di continuo (marito, babysitter, figli, capo) per le cose che aveva.
"Anche io sono partita dal volere tutto...non fraintendetemi, non intendo dire che nella vita "volere è potere", sono consapevole che la strada è lastricata di difficoltà e ostacoli e che a volte,nel fare delle scelte,è necessario rinunciare a qualcosa, ma sul tema famiglia e lavoro io dall'inizio mi sono sempre detta "Se vuoi tutto – una famiglia, anche numerosa, e un lavoro in cui esprimere i tuoi talenti -provaci, perché no? Potrai dire che non era possibile solo dopo che ci avrai provato".

Che cosa significa per lei essere mamma? Essere moglie? Ed essere imprenditrice?
"Il fatto di essere mamma ha reso piena e "compiuta" la mia vita. Mettere al mondo dei figli che dipendono da te per vivere e poi continuamente "generarli" accompagnandoli nella loro crescita (la relazione con i figli li crea di continuo, nel senso che aggiunge pezzi alla loro identità) ti pone nella giusta ottica per guardare all'essenziale nella vita, senza troppi fronzoli. Quindi essere genitori è una grande grazia perché ti aiuta a vivere.
Essere moglie viene prima dell'essere mamma. Solo nella relazione con tuo marito, che per me è "per sempre", scopri chi sei e cosa vuoi, scopri te stessa e tuoi limiti. La sfida è tenere sempre viva questa relazione, attraverso tutto il cammino della vita, perché la strada insieme sia arricchente e viva per ciascuno dei due fino all'ultimo respiro, niente male come sfida no? Essere imprenditrice per me è un'altra modalità in cui esprimere il mio desiderio di creare e generare, ed è molto vicina all'esperienza dell'essere genitori. Io sono figlia di una magistrato e ho ricevuto un'educazione molto poco orientata al rischioall'imprenditorialità, e all'inizio del mio percorso professionaleho lavorato per 15 anni come "diligente" manager di azienda. Quindi mai e poi mai avrei pensato di avere aspirazioni da Mompreneur, ma a 40 anni ho scoperto di averne, sotto la forma di un'impresa condivisa, cioè non fatta in solitudine ma insieme ad altri soci."

Essere donna, quindi più vicina ai figli per definizione, pur non trascurando il versante lavorativo, ti ha mai penalizzata? Voglio dire, a volte penso: "bell'affare, lavoriamo di più in casa, ci diamo da fare fuori casa (al lavoro), sul piano organizzativo siamo solitamente un punto di riferimento unico per i figli e per l'organizzazione di casa, alcune di noi pagano a metà le spese o sono chiamate a partecipare in maniera sostanziale alle spese e ci sentiamo, così facendo, emancipate... Sembra che qualcosa non sia proprio nel verso giusto. Nella tua esperienza come concili la cosiddetta "emancipazione" ai tuoi diritti e doveri di donna, madre e moglie? Per dirla in modo più semplice: ti capita di discutere con tuo marito su "chi fa cosa", oppure di questionare sull'impegno economico di uno o dell'altro? Come vi spartite i compiti e gli impegni?
"Capita di discutere su chi fa cosa, ma sempre nell'ottica che il nostro matrimonio non è un contratto da soddisfare ma qualcosa di più. La fatica della quotidianità c'è, ma ciascuno dei due non si tira indietro e fa la sua parte.
Lo stereotipo della moglie-madre che per definizione si deve occupare di tutto, casa figli e varie e, se ha tempo, può anche lavorare non è nella testa di mio marito e cerchiamo di non trasmetterlo neppure a ns figli, che sono 2 maschi e 2 femmine quindi ci sono perfette quote rosa da noi."

Qual è la molla che Le permette di raggiungere i suoi traguardi?
"La molla è il desiderio di imparare sempre cose nuove e di cambiare me e il mondo, per il pezzetto che posso.Il mio motto l'ho scoperto l'anno scorso alla festa della scuola dei miei figli, in cui c'era un laboratorio dedicato alle Cronache di Narnia: "Tieni gli occhi aperti: il segreto verrà fuori da sé".

Che cosa ama della sua vita?
"Tutto."

Che cosa invece non le piace?
"Nulla...anzi - se posso permettermi una battuta, in mezzo a tutte le cose serie che ci stiamo dicendo - non mi piace il fatto che vorrei pesare 10 chili di meno, per potermi vestire con la facilità di una ventenne,ma ogni volta che inizio una dieta mi perdo per la strada..."

Che cosa consiglierebbe ad una neomamma che si sente smarrita perché non riesce a conciliare vita familiare e lavorativa?
"Consiglierei di cercare di guardare lontano, in avanti nel tempo, e di lottare per le cose a cui tiene, confrontandosi con amiche con qualche anno di più."

Cosa c'è alla base di un'organizzazione che funziona?
"Qui la risposta è semplice e molto inflazionata: alla base di un'organizzazione che funziona c'è un marito che ti aiuta, condivide con te onori e oneri della famiglia e ama davvero fare il padre e stare coi suoi figli."

Qual è il lato del suo carattere senza il quale non potrebbe farcela?
"La determinazione e il coraggio di "cantare fuori dal coro" quando serve."

Si è mai trovata sul punto di dire "non ce la faccio più"? Se può e ne ha voglia ci racconterebbe un episodio?Che cosa l'ha aiutata in quel frangente?
"Ricordo che quando avevo "solo" due figli e dovevo rientrare a lavorare come dipendente dopo la maternità, per un abbandono improvviso di una baby sitter e per il fatto che il lavoro che sarei dovuta andare a fare mi sembrava troppo impegnativo per me, volevo gettare la spugna e licenziarmi. Ma poi una cena con amici e il supporto del marito mi avevano convinto a cercare una soluzione, che poi si era magicamente trovata."

Quali sono gli ingredienti per stare bene?
"Dato che la vita non è una torta, davvero difficile stilare la lista degli ingredienti...per me l'ingrediente-chiave, la pasta-madre (si dice così? Io sono una pessima cuoca) è tendere a sperimentare ogni giorno che la nostra vita ha un senso e un destino buono, che noi dobbiamo scoprire e svelare."

Come si conciliano tante sfere apparentemente inconciliabili come vita di coppia, 4 figli, molto lavoro e tempo per sé?
"Partiamo dal fatto che noi siamo unite, tante sfere ma una sola persona, quindi il tema dell'inconciliabilità fra le sfere diverse sfuma, si tratta ogni volta di decidere, a partire dai veri desideri del proprio cuore, che bisogna imparare a scoprire."

Si sente soddisfatta delle sue scelte?
"Sì, anche gli errori fatti sono parte di un percorso che è servito a farmi crescere e quindi non rimpiango nessuna delle scelte fatte."

Lei ora ha molte soddisfazioni, immagino che non sia sempre stato così... Quando ha iniziato, dove ha trovato lo stimolo per raggiungere i suoi traguardi?
"Proprio in questi giorni, dopo la mia recente decisione di uscire dalla società FattoreMamma per seguire un nuovo progetto, sto guardando indietro a questi ultimi 5 anni vissuti così intensamente. Mi è passata per le mani una video-intervista fatta nei primi mesi di vita della nostra società, quando avevamo organizzato al Sole 24 Ore uno dei primi eventi dedicati alle mamme, "MaM 2009 donne, mamme, lavoro e rete"
http://www.c6.tv/video/5067-mam-2009-intervista-a-cecilia-spanu-di-fattoremamma. Chi lo avrebbe detto nel 2009 che FattoreMamma sarebbe diventata l'azienda strutturata e con il fatturato importante che ha oggi? Non esisteva ancora nulla, avevamo pochissimi clienti e il futuro era davvero un'incognita. Rivedermi così positiva in quel momento mi ha stupito e dato la conferma che molto dipende da come parti, dalla spinta positiva che metti nei tuoi progetti.
E questa spinta positiva può venirti abbracciando e amando fino in fondo quello che hai e quello che sei."

Sara Donati

saradonatifilmaker.com

 

Donatella, amica, giornalista e mamma

Domenica, 30 Marzo 2014 23:12
Donatella è una persona con la quale ho avuto subito un'intesa. Le famose affinità elettive esistono. Abbiamo collaborato ad alcune interviste e progetti che a partire da un'idea di tipo giornalistico, sfociavano nella creazione di un video. Con lei e con Paola Lambardi di Cosmo Splash abbiamo raccontato come si fa una crema fatta in casa: http://wisesociety.it/video/paola-lambardi-il-fai-da-te-della-cosmesi-naturale/. Ci siamo soffermate su alcune tecniche di massaggio ed abbiamo organizzato e girato diverse interviste. Ci è rimasta, sempre viva, la voglia di collaborare, di dare sfogo alle nostre tante idee ed al sentimento comune di diffondere il più possibile una politica del fai-da-te, che ci faccia riappropriare del senso dell'ingrediente come qualcosa di naturale, semplice, vicino agli elementi del corpo e della terra.
Nel periodo in cui ci siamo conosciute ci ha accomunato anche un'altra importante, anzi, direi determinante, esperienza: quella di avere un figlio (nel mio caso una figlia).
Ci siamo viste mentre avevo il pancione ed alcuni dei nostri video sono a me cari perché ricordo di splendidi momenti di confronto tra donne...

Chi e' donatella pavan?

Sono una giornalista free-lance che ama questa terra e che della sua difesa ha fatto il centro del suo lavoro. Collaboro con Elle, Dweb, ilfattoquotidiano.it, living, elledecor.it

Che cosa significa essere mamma?

E' la cosa più rivoluzionaria che ti possa capitare nella vita. Perché ti coinvolge totalmente, dal punto di vista fisico e mentale.

La rivoluzione è tale che anche la persona che ti sta a fianco, il padre, diventa un soggetto nuovo, con il quale si instaura una relazione diversa. Bisogna alimentare il rapporto mettendo da parte il proprio narcisismo e il proprio bisogno di riconoscimento immediato per prestare attenzione ad una nuova creatura che deve crescere e vuole un'attenzione quasi continua.

Essere moglie? 

Essere moglie è stata la cosa piu difficile, nel senso che riuscire a salvaguardare lo spazio della coppia quando hai un esserino urlante che riempie l'ambiente domestico richiede un'intesa profonda e tanta determinazione.

E professionista?

Per quanto riguarda la mia storia professionale la maternità è stata liberatoria. Con la maternità ho trovato il coraggio di lasciare un posto fisso che non mi soddisfaceva per mettermi a fare la giornalista a tempo pieno (o per lo meno per tentare di farlo)

Essere donna, quindi più vicina ai figli per definizione, pur non trascurando il versante lavorativo, ti ha mai penalizzata? Voglio dire, a volte penso: "bell'affare, lavoriamo di più in casa, ci diamo da fare fuori casa (al lavoro), sul piano organizzativo siamo solitamente un punto di riferimento unico per i figli e per l'organizzazione di casa, alcune di noi pagano a metà le spese o sono chiamate a partecipare in maniera sostanziale alle spese e ci sentiamo, così facendo, emancipate... Sembra che qualcosa non sia proprio nel verso giusto."
Nella tua esperienza come concili la cosiddetta "emancipazione" ai tuoi diritti e doveri di donna, madre e moglie. Per dirla in modo più semplice: ti capita di discutere con tuo marito su "chi fa cosa", oppure di questionare sull'impegno economico di uno o dell'altro?
Come vi spartite i compiti e gli impegni?


Mi sono sentita penalizzata mille volte nel passato ma mi capita anche adesso.
E' sempre dato per assodato che io mi occupi della casa, del bucato, del figlio, dei cani ( ne ho due ) e del cibo quotidiano per tutti. Quando demando a mio marito, il 90% di quello che fa ( lo confesso ) non mi va benissimo e così si aprono discussioni infinite.
Io compro tutto bio, a km il più possibile vicino allo zero, tendo al vegetarianismo e detesto i piatti pronti. Lui è per la soluzione più comoda, sanguinolenta, veloce e appetitosa, senza approfondire più di tanto. Direi che è proprio il cibo, assieme alla gestione dei lavori di manutenzione domestica ( se si rompe il vetro di un quadro lui può lasciarlo lì per l'eternità ) i temi sui quali discutiamo.
A parte questo, sogno un posto tutto mio dove poter lavorare in santa pace, ma ovvio che questa scelta mi obbligherebbe a demandare a lui o ad altri la gestione domestica. In sintesi preferisco, pur soffrendo, lavorare da casa e sobbarcarmi quanto connesso. L'idea di lavorare in un'azienda non mi sfiora nemmeno, l'ho fatto per dieci anni, ma da quando sono una libera professionista sono di gran lunga più felice e soddisfatta. Amo tantissimo la mia libertà di movimento e credo che non ci rinuncerei per nulla al mondo.

Mi sembra chiaro che in casa lavori di più tu, ma in qualche modo viene riconosciuto il tuo lavoro? Voglio dire, se non sul piano pratico, sul piano economico c'è un equilibrio per cui ti senti riconosciuta?


L'equilibrio sta nel fatto che l'esistenza di andrea oltre che una sicurezza affettiva mi ha dato una sicurezza economica per cui posso permettermi di scegliere più liberamente con chi voglio lavorare e su quali temi.
L'equità in termini di impegni domestici non c'è ( in casa lavoro decisamente più io ), non solo perché lui  non si impegna più di tanto, ma anche perché io voglio che le cose siano un po' fatte a modo mio. Da buona ambientalista talebana ho tutta una serie di convinzioni sulle quali mollo difficilmente.
Quando davvero non ne posso più alla fine mi tranquillizzo perché  credo che alla fine, anche se brontola e si lamenta, lui sia un uomo che mi vuole bene e mi stima.
Certo ogni tanto vorrei che fosse in grado di prendere in mano tutto sorprendendomi.

Quando hai deciso di diventare mamma eri consapevole di quello che sarebbe successo alla tua vita? 

Diciamo che mi ha guidato l'istinto. Erano anni che desideravo un figlio ma non me lo concedevo  perche' non avevo ancora trovato il padre giusto. 7 anni di analisi junghiana e finalmente come la bella addormentata ho trovato un principe che mi ha fatto pensare che potevo fidarmi e metter sù famiglia.  

C'è qualcosa dell'essere mamma che è stato per te particolarmente complicato?

La cosa più complicata era riuscire a conciliare i miei impegni di lavoro con le esigenze del mio cucciolotto. Il mio principe aveva un posto fisso di tutto rispetto, io ero una free-lance che poteva adattare il proprio lavoro alle esigenze della famiglia. Marito, figlio e cani (2). La cosa che piu' mi innervosiva era quando mi permettevo di prendermi un impegno di lavoro (un pezzo da consegnare velocemente, un viaggio stampa, un'intervista già fissata) quasi sistematicamente accadeva qualcosa che faceva saltare il programma. Mi sembrava che mi cadesse il mondo addosso. Allora partivano le ricerche di mammesostituto: nonne, babysitter, zie... 

Come risolvi o hai risolto?

La grande svolta è stata con l'inizio della scuola materna, superati i sensi di colpa del lasciarlo lì per ben 6 ore, in  seguito 8, al giorno... ho iniziato a sentirmi un po' più libera.

Hai mai pensato di non farcela? Se puoi e vuoi ci racconteresti un episodio?

No, direi che alla fine la gioia della maternita' era tale che l'obiettivo era quello di farlo diventare forte, felice e sano.

Nel quotidiano dove trovi la forza per affrontare tanti impegni, il lavoro, la famiglia, la casa?

Quando sono distrutta mi concedo un ciclo di mssaggi da un'amica riflessologa bravissima, piuttosto che un pomeriggio di libertà dove non voglio piu' ragionare su nulla ma solo farmi condurre dal piacere di stare al mondo.

Qual è il segreto per fare funzionare tante sfere (se stesse, la coppia, l'essere mamma) apparentemente inconciliabili?

Il segreto? Non so se l'ho trovato. Faccio yoga ed esercizi di meditazione tutte le mattine e mi faccio guidare da quello che mi dice l'istinto.

Che cosa ti ha aiutata a costruire quello che sei oggi?

Che cosa e/o chi ha giocato un ruolo fondamentale?

La capacita' di seguire le mie passioni e il mio credo indipendentemente dal giudizio del prossimo, una qualità per la quale devo ringraziare mio padre e una grande tenacia.

Il tuo peggior difetto?

La testardaggine

Il tuo più grande pregio?

Il leggere le cose guardandole sulla lunga gittata

Qual è l'aspetto che ami di più della tua vita? 

Il sole, la luce, la natura, la liberta', la trasformazione

Che cosa invece non ti piace?

Il grigio, le situazioni stagnanti

Ti senti una buona mamma?

A momenti, in questo periodo si, a forza di passare ore a fare "analisi del periodo" con mio figlio siamo ritornati ad avere una grande confidenza anche se ha quasi 14 anni.

Qual è secondo te il segreto per essere una buona mamma?

Ricordarsi che l'amore e la spontaneità sono una chiave importante per tener vivo qualsiasi legame.

 Quello di una buona moglie?

La sensibilità

 E quello di una brava professionista?

La passione e l'impegno per le cose che fai, sapendo mettere insieme settori apparentemente molto diversi. La commistione di generi è molto fertile.

 Quali sono le qualità indispensabili per raggiungere i propri traguardi?

Passione e tenacia.

Che cosa consiglieresti ad una neo-mamma che teme di non riuscire a conciliare maternità e professione?

Non farsi abbattere, come diceva mrs. Rossella in via col vento "domani è un altro giorno"

 Tu ora hai un figlio quasi adolescente, come cambiano le priorità nel tempo?

Non cambiano poi molto. Io ho fatto l'errore di credere che mio figlio fosse diventato grande e potesse essere in grado d'arrangiarsi un po' più da se' quando è diventato alto come me. In realtà desiderava essere amato e seguito esattamente come prima. Ovviamente lasciandogli i giusti spazi d'autonomia.

 Quando si interagisce con un figlio ormai grande è molto diverso rispetto ai primi anni della sua vita. Come si trasforma il rapporto e soprattutto qual è la chiave per mantenere l'equilibrio?

Amore e sensibilita'. Anche se credo che con i figli le cose vadano affrontate con lo stesso rigore che adottiamo con noi stessi, anche a costo di sembrare retrogradi o pedanti, la superficialità non paga. L'impegno sì perché bambini e ragazzi sono dei grandi idealisti che hanno bisogno di stimoli e visioni.

 Sara Donati 

saradonatifilmaker.com

 

 

Donatella Pavan

Giornalista ambientale

Sono nata a Padova nel 1960, ma prestissimo ( 1963 ) mi sono ritrovata a Milano. Il salto di vita lo ricordo ancora: sono passata da una casetta con giardino ad un condominio, tutti parlavano con le “e” aperte e sui tram non si salutavano. A poco a poco mi ci sono abituata ma il verde ha continuato a mancarmi. Mi sono laureata in Lettere classiche con una tesi sull’induismo, lì ho scoperto che il mondo non è necessariamente antropocentrico, ma si può concepire la Terra stessa come un essere vivente. Appena ho potuto ho iniziato a scrivere d’ambiente e a sostenere tutte cause che lo difendono: collaboro e ho collaborato con Terra, DRepubbica, IoDonna e molti altri giornali. Sono giornalista professionista dal 1998.

Non chiamatela vagina!

Domenica, 30 Marzo 2014 23:07

Per iniziare questa rubrica, ecco che noi donne ci presentiamo. Buongiorno, siamo donne! Abbiamo una testa - che pensa, pensa, pensa…molto, a volte troppo - con dei capelli che spesso, è vero, cambiano a seconda delnostro stato d’animo o in accordo con più o meno importanti cambiamenti nella vita. Abbiamo un collo e delle spalle spesso irrigiditi e pieni di dolori, sempre per colpa della nostra testa che pensa, pensa, pensa... Abbiamo un viso che non sa mentire (e parlo sia di emozioni che di anni di età: cara, puoi rifarti quante volte vuoi, ma la soglia degli “-anta” lascia segni indelebili anche su di te. E credimi, è bello così, davvero). Abbiamo mani sempre indaffarate, abili ed in grado di fare un sacco di cose, che vorremmo saper curare meglio di come facciamo. Abbiamo un seno che non ci soddisfa mai. Una pancia che non è proprio sempre esattamente piatta, un sedere e cosce più belli di quel che pensiamo anche se con un filo di cellulite, gambe stanche e piedi gonfi a fine giornata. E sappiamo valorizzarci, quando vogliamo lo sappiamo fare: ed ecco che scegliamo l’abito giusto per l’occasione speciale, la scarpa adatta, il trucco… E di tanto in tanto sappiamo persino guardarci soddisfatte allo specchio!

Ed eccoci qui, lo specchio. Lo sguardo. Ogni giorno ci scrutiamo con cura, alla ricerca di qualche nuovo particolare (più spesso imperfezioni da correggere): testa, capelli (fin le più minuscole doppie punte!), ogni centimetro quadrato della pelle del viso, ciglia, sopracciglia, occhi e contorno occhi, bocca, denti, collo. Mani con dita e unghie (non ci limitiamo a guardarle, le mangiamo proprio!), seno, pancia, cosce, gambe, ginocchia, caviglie, piedi. Conosciamo molto di noi. Seguiamo con cura maniacale la crescita dei nei, per non parlare di acne e varie impurità della pelle. 

A questo punto, una domanda per voi: avete mai guardato la vostra vulva?

“ATL. Frena un momento… Ma non si chiamava VAGINA??”

Care donne, ecco qui la prima grande menzogna dei nostri tempi. Tutte noi sappiamo come l’organo sessuale maschile, al di là dei più fantasiosi nomignoli, sia scientificamente denominato pene. Ma quasi nessuna sa che il nostro organo sessuale più esterno, quello visibile “dal di fuori” non si chiama vagina, bensì vulva. Sorprese? E vi dirò di più: la vagina esiste, ed è quel canale interno che inizia dall’apertura celata dalla grandi e dalle piccole labbra, e termina qualche centimetro più in fondo, ospitando parte del collo dell’utero.

Ma facciamo un passo alla volta: oggi impareremo a conoscere la nostra vulva, la parte più esterna dei nostri genitali. Per capire meglio, possiamo aiutarci con dei disegni, o meglio ancora guardandoci allo specchio. Vi sembra una proposta folle? Al contrario. Perché occuparsi di una parte così importante del nostro corpo solo “dandola in mano” ad altri? Molte donne vengono a chiedermi aiuto per fastidi vulvari o vaginali (cioè un dolore, un prurito o un bruciore esterno o interno…ecco che iniziamo a capire la differenza), senza avere idea di come si presenti la loro vulva. Rossore? Gonfiore? Perdite? Ai posteri l’ardua sentenza.

Al di là di una situazione di fastidio, perché non imparare a conoscere i nostri genitali, così come siamo sempre attente a conoscere, osservare e scrutare qualsiasi altra parte del corpo? La vulva ha forse meno dignità? I nostri genitali fanno davvero così schifo?

Osservandoci all’esterno, dall’alto verso il basso, sotto la curva del monte di Venere, possiamo notare il clitoride, un organo molto sensibile e simile al pene: infatti, ha un prepuzio che lo copre (formato da parte delle piccole labbra), un corpo ed un glande (la sua sommità), ed è in grado di riempirsi di sangue e aumentare di dimensioni durante l’eccitamento. Più in basso, troviamo il meato uretrale, il foro da cui fuoriesce l’urina. Scendendo ancora, l’introito vaginale, ovvero l’ingresso della vagina, con l’imene o parti di esso (a seconda se abbiamo avuto rapporti sessuali o meno). A destra e a sinistra, dall’esterno all’interno, troviamo le grandi e le piccole labbra, delle pieghe cutanee e mucose che abbracciano e circondano queste delicate e preziose parti anatomiche. Le dimensioni, la forma e il colore delle labbra, specie delle piccole labbra, possono variare molto da donna a donna. Non spaventatevi quindi se la vostra vulva non assomiglia a quella del disegno: è normale!

Ancora più sotto, scendendo,troviamo l’ano.

Tutto questo, iscritto in una losanga (cioè una figura a forma di rombo), forma il perineo. Una parte del corpo che secondo la cultura orientale è sede del primo chakra, importantissimo centro energetico. Ma di questo, e di molto altro, parleremo nelle prossime puntate. 

Ecco, ragazze: queste siete voi. Queste siamo noi.

Vi ritrovate? Avete visto? Siete riuscite a vincere quella sensazione di “Oddio, ti prego, ma che schifo!” che impedisce a tante donne di guardare i propri genitali? Se per voi l’incontro con lo specchio non è una novità, provate allora ad individuare tutte le parti anatomiche che abbiamo appena conosciuto. Se l’idea di osservare la vostra vulva vi crea ancora degli scompensi, niente paura: esiste un momento buono per tutte, c’è tempo. Datevi del tempo, va bene. Va bene così.

Ostetrica Eleonora Bernardini

www.acasaconte.com

 

Sposerò Simon Le Bon

Domenica, 30 Marzo 2014 22:56

Avete presente il film “Sposerò Simon Le Bon” dove una ben meno nota Madonna si strazia il cuore per il suo cantante preferito? Beh per quelle che pensano che sia un film di duemila anni fa … grazie … se volete farmi sentire vecchia ci siete riuscite!

Ogni volta che sento una canzone con la “c” maiuscola (almeno a mio parere) penso come sia  essere la moglie di un cantante o comunque la sua musa ispiratrice.

Immaginate essere con le amiche a fare una serata di karaoke e, ad un certo punto, partono le prime note e tutte “ma questa non è la canzone che tuo marito di ha dedicato?”; oppure andate in un meda negozio di cd e tra tutti spicca la copertina di uno dei pezzi che il tuo lui ha scritto ispirandosi a te.

Parlo di quelle frasi d’amore che sono poesie, ognuna ha le sue, quei pensieri così ispirati e profondi da farti accapponare la pelle e, a stupire di più, è che il tutto esce dalla testa di un uomo (!!!!!).

Un po’ la sensazione che ha vissuto Michelle Hunzicher che ascoltava le canzoni di Eros e, ad un certo punto, dagli che ridagli hanno convolato a nozze.

Parlo di un uomo che ti vede e pensa “se io non avessi te forse vivrei a metà – Nek”, un uomo che ti sta accanto e ritiene che “le donne lo sanno c’è poco da fare – Ligabue”, uno che quando andate a dormire se ne esce con “amore bello come il cielo bello come il giorno bello come Dio - Baglioni”, uno che ti scrive un bigliettino per il compleanno che dice “Ho guardato dentro un’emozione e ci ho visto dentro tanto amore che ho capito perché non si comanda al cuore - Vasco”, “un’altra te dove la trovo io, un’altra che sorprenda me . Eros”… ce ne sono a milioni.

Ma la realtà è ben diversa perché “gli uomini che cambiano sono quasi un ideale che non c’è – Mia Martini”.

 

 

Foto tratta da topyaps.com

I figli dei vip

Domenica, 30 Marzo 2014 22:51

Scegliere il nome del proprio figlio è una cosa impegnativa, una responsabilità grandissima, solitamente il nome è una cosa che ci accompagna per tutta la vita (salvo il caso in cui qualcuno non se lo cambi) e se io che mi chiamo Elena vengo ricordata come “Elena di Troia” e non “Elena l’imperatrice” figuriamoci quando i nomi sono un po’ fuori dal comune, leggermente esotici, per non parlare di quando a dare i nomi ai loro figli sono i vip.

Salvo errori di ricerca, ho trovato dei casi particolari sia più nostrani sia d’oltre oceano.

Il sig. Albano Carrisi ha chiamato tre dei suoi sei figli con la “Y” e cioè Ylenia, Yari e Yasmine, uno Cristel, per gli altri due avendo finito la fantasia li ha chiamati uno come lui (Albano Jr) l’altra come la ora ex moglie (Romina Jr).

Alicia Keys ha ben pensato di chiamare il pupo Egypt.

Antonio Banderas, in perfetto stile Zorro, ha battezzato sua figlia Stella Del Carmen.

Arnold Schwarzenegger, visto il cognome facile da scrivere e da pronunciare, li ha chiamati Katherine Eunice, Christina Maria, Patrick Arnold e Christopher Sargent, già vedo sti’ poveri bimbi quando devono imparare a scrivere il loro nome a scuola.

L’attore Bill Cosby, un mattacchione, ha la mania per i nomi con la “e”: Erika, Erinn, Ensa,Evin,Ennis.

La sig.ra Catherine Zeta-Jones in un atto di fantasia li ha chiamati Dylan Michael e Carys Zeta a metà tra il nome suo e di suo marito.

La nostra Elisabetta Gregoracci, indecisa tra il nome che preferiva lei e quello che piaceva a suo marito, ha ben pensato a Falco Nathan.

Il cantante Gianluca Grignani (nome e cognome con la “g”) li ha chiamati: Ginevra, Giselle, Giosuè e Giona.

Il cantante Luciano Ligabue (nome e cognome con la “l”) li ha chiamati: Lorenzo-Lenny e Linda.

John Elkann che brilla in quanto a originalità ha sfornato Leone, Oceano e Vita.

La biondona Madonna (che è nome d’arte ma parliamone…) li ha chiamati Lourdes Maria e Rocco John.

Il re del pop Michael Jackson essendo un “padre ingombrante” ma poco fantasioso vi dico solo: Price Michael I, Paris Michael Catherine e Prince Michael II.

Altro affezionato della lettera fissa sia per lui che per i figli, è Sylvester Stallone, nell’ordine: Sage, Seargeoh, Sophie Rose, Sistine Rose, Scarlett Rose (amante anche di Rose direi!).

Ultima ma non ultima Michellle Hunziker: con i figli Aurora e Sole…. Non ci resta che aspettare Alba o Tramonto.

Meditate mamme… meditate.

 

Immagine tratta da www.justjared.com 

Sara

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Cecilia

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