Omeopatia e bambini, facciamo chiarezza

Lunedì, 03 Marzo 2014 14:19

Ormai sempre di più sentiamo parlare di omeopatia. Se alcuni la definiscono come "acqua fresca", altri la decantano, altri ancora la usano come prevenzione o come tecnica "pre-farmaco" quindi prima di arrivare all'antibiotico le provo tutte.In realtà la medicina omeopatica di divide in un insieme di filoni, ognuno dei quali è regolato da principi e precise scuole di pensiero. Abbiamo intervistato il dott. Carlo Casu, medico chirurgo e omeopata per scoprire qualcosa in più dell'omeopatia unicista. 

Buongiorno Dott. Casu. La intervisto come giornalista ma sopratutto come mamma, intenzionata a scoprire se e come si possa utilizzare l'Omeopatia all'interno della mia famiglia. Avrei piacere di farle alcune domande. Le chiedo se possibile di utilizzare un linguaggio il più possibile semplice e chiaro per noi mamme, sommerse da termini medici che giustamente spesso non riusciamo a comprendere a fondo.

"Cara Giulia, buongiorno. Mi esprimo in queste risposte con un linguaggio spero chiaro, usando termini propri dell'Omeopatia e qua e là do sintetiche spiegazioni. Altri termini, salute, malattia, guarigione per esempio, sono comuni al linguaggio tradizionale che abbiamo imparato all'università, qui sono però usati con il significato Omeopatico. Per esempio, la salute non è solo quella della definizione dell'OMS, ma è il punto in cui l'organismo, che esprime sé stesso ai livelli fisico mentale e spirituale, è neutro, cioè non fa nessun sintomo, non ha bisogno di fare nessuno sforzo (chiamato malattia, con l'intento di ritornare alla sua neutralità, al suo equilibrio)."

Perfetto. Allora iniziamo il nostro viaggio alla scoperta dell'Omeopatia Unicista. Come si é avvicinato all'omeopatia?

"Mi sono avvicinato all'Omeopatia per necessità, così come fa la maggior parte delle persone che vedo. Dopo 10 anni di terapie inutili e non risolutive, che avevano come unico scopo il sopprimere le manifestazioni esterne del miasma in quel momento fuori equilibrio, conoscendo il Prof. Antonio Negro ho avuto la possibilità prima di riequilibrarmi e vedere sparire i sintomi e poi di avvicinarmi alla meravigliosa arte del guarire che è l'Omeopatia Hahanemanniana. I miasmi sono le radici delle malattie, indicano in quale modo ogni organismo fa il proprio sforzo per ritornare all'equilibrio perduto, posizione ove non necessita più di far nulla (i sintomi)".


Perché la medicina ufficiale dice che l'omeopatia non funziona?

"La medicina ufficiale non riconosce l'Omeopatia perché, essenzialmente, non è riducibile alla sperimentazione "doppio cieco" che attesta la riproducibilità e quindi la ripetibilità di una terapia. Il doppio cieco prevede l'utilizzo su un gruppo di malati di due sostanze messe a confronto, in genere farmaco e placebo. I pazienti non sanno (cieco). Neanche il prescrittore sa (doppio cieco), ma solo un supervisore sa quale è farmaco e quale è placebo, per non influenzare i risultati. Ecco, l'Omeopatia non può essere valutata con questo sistema, statistico, ma è fatto da tutti casi singoli, con definizioni di patologia magari simili ma che necessitano di rimedi diversi, ogni persona il suo. Quadri singoli non inseribili in valutazioni statistiche riproducibili, casi singoli non etichettabili".

Che differenza c'é tra omeopatia unicista e le altre correnti?

"In realtà esiste una sola Medicina Omeopatica, che si basa sull'applicazione di una legge naturale che si chiama Legge di Similitudine. Al di fuori di questo non abbiamo più Omeopatia. Lo squilibrio reattivo della persona è unico come unica é la persona, e si avvale quindi di un rimedio alla volta, per accompagnare il soggetto al riequilibrio. Le altre pratiche, chiamate Omeopatia complessista detta anche omotissicologia (che unisce molti rimedi nello stesso composto), e anche l'omeopatia pluralista (che prevede più rimedi a dosaggi simili nella giornata, ognuno per un sintomo), inseguono gli aspetti esteriori della malattia, e non sono concettualmente molto lontani dalla visione allopatica (della medicina tradizionale). Queste medicine si occupano solo delle foglie di un ipotetico albero, ma non guardano le radici, che gli omeopati chiamano miasmi. Sono medicine sintomatiche, che danno risultati spesso utili, attenuando i sintomi, ma è altra la missione del medico Omeopatico, che applica la Legge di Similitudine e le leggi".


"Alcuni bambini sono più predisposti di altri ad ammalarsi?"

Esiste una certa predisposizione, ma non la vedrei come una spada di Damocle: la persona "fa malattia" solo quando è fuori equilibrio, e solo qui i miasmi (i terreni ereditari) condizionano lo sforzo e quindi i sintomi (le malattie). Per cui, se si eredita un terreno "disfunzionale" che chiamiamo "3", il soggetto fuori equilibrio farà lo sforzo (i sintomi, la malattia) con caratteristiche "3", otiti, tonsilliti, bronchiti ecc. I virus e i batteri permettono l'effettuarsi di questo programma di riequilibrio. Così ci saranno bambini che "faranno" solo raffreddori, altri che "faranno" otiti, altri polmoniti o bronchiti, ripetutamente, sino alla teorica risoluzione dello squilibrio interno, e altri, i sani, in equilibrio, che non avranno bisogno di "fare" nulla."

Ci sono delle cure preventive che si possono fare con i bambini?

"La cura del terreno è la cura preventiva per eccellenza, che non è la diagnosi precoce di un processo già in atto: consiste nel riequilibrare le radici miasmatiche per metterle a"riposo". Questo, nelle condizioni più favorevoli, si attua ben prima della nascita del bimbo, mettendo a riposo le radici dei genitori, poi continuando in questo nella donna in gravidanza, per poi permettere la nascita di un bimbo sano, che è neutro, non ha bisogno di fare nessun sintomo, nessuno sforzo di riequilibrio: è già in equilibrio! Questi bimbi non si ammalano, garantito. I cosiddetti vaccini omeopatici non hanno una azione sui miasmi e li considero prodotti omeopatici non unicisti, con limitata utilità sintomatica".

L'omeopatia funziona anche nei casi di malattia in corso?

"Con la malattia in corso l'approccio è sempre lo stesso: ridurre la forza delle radici miasmatiche. In questo modo si riduce lo sforzo sintomatico che la persona sta facendo in quel momento. Se l'usura dell'organismo in questo sforzo arriva a toccare aspetti organici, in altre parole, se siamo di fronte ad una patologia con compromissione di organo (per esempio una cirrosi, artrosi deformante ecc), il ripristino dell'equilibrio parte da questo punto, con, e si vede nella pratica clinica, sorprendenti riadattamenti generali dell'organismo che arrivano a minimizzare l'impatto del danno locale sul sistema."

Cosa ne pensa delle bronchiti che si manifestano nella prima infanzia? E le tonsilliti? E le otiti?

"Le bronchiti sono una malattia con una radice "3" forte, e il loro manifestarsi rappresenta lo sforzo che fa il bimbo per ritornare al suo equilibrio perduto. Un bimbo con radice solo "1", detta Psora in Omeopatia, se fuori equilibrio, non farà bronchiti, ma solo episodiche manifestazioni acute di breve durata, con carattere brusco, ma di rapida risoluzione, febbre un giorno, vomito un giorno, diarrea un giorno, tanto per fare alcuni esempi. Situazioni che spostano l'equilibrio nei bambini sono molteplici, alcune ambientali, altre indotte direttamente nell'individuo, come le pratiche vaccinali eccessive. I bimbi che nascono o che vanno fuori equilibrio, anche per quanto detto, e che ereditano radici 1 faranno malattie 1, i bimbi che ereditano radici 3 faranno malattie 3, come la bronchite. Anche per tonsilliti e otiti vale quanto sopra, sono tutte manifestazioni dello stesso terreno, "3" in questo caso. Il vero problema è che queste radici, a causa di uno squilibrio sempre più profondo, come capita da pratiche mediche soppressive, si aggrovigliano sempre di più e i bimbi presentano quadri reattivi complessi con sintomi di due o anche tre miasmi insieme, che si esprimono poi con le malattie più gravi, sempre più precoci, per esempio le malattie autoimmuni"

Dr CARLO CASU
Omeopatia Hahnemanniana
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Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Spesso durante la gravidanza notiamo delle perdite biancastre che talvolta ci mettono in allarme: in realtà se non contengono sangue ma sono bianche, se il loro odore non è intenso e se non sono accompagnate da bruciore, sono un sintomo normale della gravidanza e sono causate dall'aumento di secrezione di estrogeni. 

Se invece sono accompagnate da uno dei sintomi sopra elencati contattate la vostra ostetrica o il vostro ginecologo. In particolare se notate perdite di sangue recatevi in un pronto soccorso per vericare che sia tutto ok.

 Come distinguere la leucorrea gravidica dalla perdita del tappo mucoso?

Prima di tutto facciamo chiarezza su cosa sia questo famoso "tappo", il cui termine spesso induce a pensare che sia un tappo ermetico "salva bambino". in realtà il tappo mucoso è una secrezione del collo dell'utero che ha la funzione di sigillare il collo dell'utero prevenendo eventuali infezioni: nelle settimane che precedono il parto è possibile che si disgreghi: in questo caso percepiremo una perdita gelatinosa, spesso mista a striature di sangue. Talvolta si può accusare un senso di pressione alla parte bassa dell'addome, altre volte questo processo è totalmente privo di sintomi. La presenza di striature indica la rottura dei capillari superficiali del canale della cervice, ed è un ottimo segnale che il nostro corpo ci invia per indicarci che sta iniziando a muoversi qualcosa. 

Non tutte le donne sono però soggette alla perdita del tappo: in alcuni casi infatti il tappo mucoso si perde durante il travaglio. 

 

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Nausea in gravidanza

Lunedì, 03 Marzo 2014 13:53

E' molto comune in gravidanza e spesso incomincia presentarsi intorno alla settima settimana; talvolta è molto lieve ed è percepita solamente la mattina, mentre in altri casi accompagna la donna per tutte le 24 ore. Ad alcune donne termina alla fine del primo trimestre, mentre le più sfortunate sono accompagnate da lei fino al termine della gravidanza. Talvolta si vericano episodi di vomito più o meno frequenti. 

 

Le cause sono da ricercarsi negli ormoni della gravidanza, in particolare i livelli elevati delle Beta HCG, associati a una produzione di estrogeni importante. Alcune ricerche hanno però evidenziato che a essere maggiormente soggette alle nausee sono donne che soffrono di carenze di vitamine del gruppo b, in particolare di vitamina B6. 

 

Come combattere la nausea?

Ecco i nostri rimedi:

1. menta peperita: due o tre gocce di olio essenziale s un fazzoletto, da inalare all'occorrenza

2. zenzero: qualche caramellina ogni tanto, evitare l'uso prolungato e continuativo. 

3. vitamina B6: chiedete consiglio alla vostra ostetrica o al vostro ginecologo.

4. evitare caffè, tè nero e verde (meglio tisane)

5. bere molta acqua (la disidratazione aumenta la nausea)

6. fare spuntini molto frequenti e limitare i carboidrati complessi, preferendo come snack farine integrali e frutta secca. 

7. magnesio: integratore alimentare su consiglio del proprio medico o ostetrica. 

8. agopuntura 

9. osteopatia

10. digitopressione con braccialetti antinausea

 

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Pipì, (troppa) pipì?

Lunedì, 03 Marzo 2014 13:46

Già nei primi mesi di gravidanza molte donne percepiscono lo stimolo di fare spesso pipì. Ma non doveva essere solo alla fine della gestazione quando il peso del bambino fa pressione sulla vescica?

In realtà no, perchè la causa principale della maggior frequenza della minzione in gravidanza è l'incremento del progesterone: questo ormone infatti ha degli effetti importanti sulla muscolatura della vescica e la rende meno elastica e tonica. Basta quindi un piccolo accumulo di pipì per far percepire lo stimolo di andare in bagno e talvolta avere qualche piccola perdita. Se queste ultime dovessero verificarsi con frequenza e/o fossero abbondanti meglio effettuare uno screening del perineo, una visita effettuata da una inferimiera/ostetrica specializzata in rieducazione del pavimento pelvico, in grado di valutare se le nostre perdine siano sintomi fisiologici della gravidanza o segnali di una disfunzione del perineo.
Il perineo è quella fascia muscolare che collega la vagina all'ano, ed è una parte molto importante, in quanto agevola il parto, la vita sessuale, regola l'evacuazione e in parte la minzione. Purtroppo essendo questa zona del corpo un tabù nella nostra cultura, noi donne non ne abbiamo assolutamente consapevolezza; in gravidanza però è assolutamente indicato lavorare sulla percezione di quest'area per comprendere come favorire il lavoro di questa fascia muscolare, allenandola per renderla tonica e pronta alla spinta finale dell'espulsione del bambino. Non solo, una buona forma fisica del perineo limita notevolmente i problemi di incontinenza urinaria e fecale, non solo in gravidanza ma anche nel post parto.
Negli ultimi mesi della gravidanza la dipendenza dal bagno per la pipì normalmente aumenta notevolmente, in quanto il peso del bambino comprime la vescica che quindi ha ulteriormente lo stimolo a svuotarsi. Un esercizio però molto utile che possiamo fare per allenare questa zona è quello di interrompere la minzione più volte: quindi mentre stiamo facendo la pipì la tratteniamo, poi ne facciamo uscire di nuovo un po', poi la tratteniamo ancora e poi di nuovo rilassiamo i muscoli. Sembra un esercizio sciocco ma aiuterà il nostro corpo a rimanere il più tonico possibile in vista del parto.
Cosa non dobbiamo fare: bere meno per non trovarci in situazioni scomode. In gravidanza è fondamentale per noi è il nostro bimbo essere sempre ben idratate, per cui non commettiamo questo errore, anche perchè bere molta acqua riduce il rischio di cistiti e infezioni vaginali! Non saremo gravide per sempre per cui teniamo duro e organizziamoci per avere sempre l'opzione bagno disponibile.

 

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Consigli anti ragadi

Lunedì, 03 Marzo 2014 13:43

L'allattamento al seno è...gioia, ma a volte anche dolori! Accanto all'emozione di nutrire il proprio bambino grazie alle portentose risorse del proprio corpo anche dopo la nascita, può capitare di sperimentare difficoltà: questo è normale, la mamma e il bambino infatti possono aver bisogno di tempo e pazienza per conoscersi ed imparare. Inoltre, diverse sono le mamme che dai primi giorni sperimentano le famose ragadi al seno, dei tagli più o meno profondi che interessano il capezzolo e che possono sanguinare e fare anche molto male. Ma che cosa causa le ragadi? E' possibile prevenirle? E come curarle? Vi sentirete forse un po' "perse" nello scoprire che...la stragrande maggioranza delle creme e cremine vendute per il seno non serve proprio a niente! Potrebbero aiutare, come ultima spiaggia, solo la lanolina pura (davvero difficile da trovare) o fitostimoline in caso di ragadi molto profonde ed estese. L'unica cosa in grado di prevenire e curare le ragadi è un CORRETTO ATTACCO AL SENO da parte del bambino. Come fare? Come capirlo? Come evitare di sbagliare? Se mentre si allatta si avverte dolore, o se sono già presenti ragadi, è fondamentale farsi aiutare da un'ostetrica per capire come correggere e riposizionare il bebè: anche solo mezzo centimetro, all'inizio, può fare la differenza! E come crema portentosa, possiamo usare il nostro latte, un meraviglioso cicatrizzante naturale da spalmare sui capezzoli a fine poppata e far asciugare all'aria. Avere accanto a sè un'ostetrica è importante per essere aiutate e sostenute nel vostro allattamento, fin dai primissimi momenti dopo la nascita. Chi ben comincia, è a metà dell'opera!

dott.ssa Eleonora Bernardini - ostetrica

contatti: 349 8773727 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

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Strumenti per evitare il cesareo

Lunedì, 03 Marzo 2014 13:21

Se alcuni pupetti già dalla morfologica sembrano fissi a testa in giù belli pronti per uscire, altri non ne vogliono sapere di posizionare la loro testolina dove dovrebbero!
Cosa possiamo fare e quando?
Il bambino normalmente si mette in presentazione cefalica tra le 32 e le 36 settimane. Nel caso ciò non avvenisse cosa possiamo fare? Sono numerose le possibilità, alcune le possiamo fare direttamente noi a casa nostra, altre necessitano dell'intervento di uno specialista.


1. POSIZIONI: alcuni esercizietti servono per aumentare l'apertura del bacino, facilitando quindi il pupetto a girarsi in posizione cefalica. Se il divertimento è un'altra cosa, la costanza nel farli è un must! Assumere queste posizioni una volta ogni due o tre giorni ha poco senso, fare invece questi esercizi un paio di volte al giorno può essere davvero risolutorio.
La prima posizione che vi vogliamo illustrare è quella di mettersi prima coricate a pancia in su con le gambe piegate contro il muro, poi attraverso la pressione dei piedi contro il muro si solleva il bacino.
Un secondo esercizio è quello di gattonare; si cammina quindi a 4 zampe per alcuni minuti, poi si fa una pausa per riposare gli arti, poi si ricomincia a gattonare e così via per circa 4-5 volte.

2. MOXIBUSTIONE: la moxibustione, comunemente detta moxa, è una tecnica di medicina cinese che consiste nella stimolazione di alcuni punti del piede attraverso un sigaro caldo. Il riscaldamento della zona prodotto dalla combustione dell'artemisia di cui il sigaro è composto, stimolerebbe il bimbo a modificare la sua posizione. Sul buon esito di questa pratica la comunità scientifica è abbstanza in disaccordo (come d'altronde per tutte le tecniche di medicina alternativa); la verità è che non ci sono controindicazioni alla pratica di moxibustione, perciò "tentar non nuoce"! Questa tecnica è normalmente praticata in autonomia a casa propria dopo essere stata insegnata da un operatore competente. Numerose ostetriche che effettuano la libera professione sono in grado di insegnare la moxibuzione a papà o nonne volenterose.

3. Agopuntura: effettuata da un medico agopuntore, consiste nella stimolazione di punti specifici del corpo attraverso sottilissimi aghi. Anche in questo caso la procedura è sicura e i risultati (come per l'induzione di parto attraverso l'agopuntura) sono davvero sorprendenti.

4. "La Manovra": è il termine comune per indicare la manovra di rivolgimento effettuata in ospedale da un ginecologo esperto sotto guida ecografica. Consiste nel tentativo di rivolgere manualmente il bambino verso il basso; i rischi ormai sono davvero bassi e i casi di successo sono numerosi. I pareri delle mamme che sono state sottoposte a questa manovra sono discordanti: alcune sostengono di non aver sentito dolore, altre invece lamentano di aver percepito molto fastidio. Il nostro consiglio è di parlarne accuratamente con la vostra ostetrica o il vostro ginecologo di riferimento e fare la vostra scelta (seguire anche il vostro istinto non fa mai male!).

 

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Sara

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Cecilia

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