Il vostro Estraggo Pro con cestello a fori larghi è uno scrigno del tesoro: potete prepararci le ricette più sane, gustose e disparate per tutta la famiglia, cotte o crude, assicurandovi tutta l'energia e tutti i principi nutritivi della frutta e della verdura.

Ecco 10 ricette con il cestello a fori larghi dell'estrattore: dal gazpacho alle vellutate, i nostri consigli per sfruttare il filtro a maglia larga

- Lo smoothie di avocado:

L'avocado è un frutto preziosissimo. Ricchissimo di proteine e grassi buoni (cioè insaturi e Omega 3), abbassa il colesterolo e l'ipertensione (oltre a nutrire pelle e capelli) e si presta a moltissime preparazioni tra il dolce e il salato; e, sapete?, contiene triptofano, un amminoacido importantissimo che aiuta il corpo a sintetizzare la serotonina, cioè l'ormone del buonumore! Insomma, non dovrebbe mai mancare in una dieta sana!

Con il vostro estrattore con filtro a fori larghi preparate quindi un mix di avocado, banana, latte di mandorle e cacao: perfetto per iniziare la giornata.

- Il gazpacho:

Arriva l'estate, e con essa la voglia di freschezza. Per non rinunciare alle vitamine e ai minerali, affidatevi ad un buon gazpacho! Sempre utilizzando l'estrattore con cestello a maglie larghe, tritate due chilogrammi di pomodori maturi, 100 grammi di peperoni verdi, 2 cetrioli, uno spicchio d'aglio, due pizzichi di sale, allungando con quanta acqua volete. Quando è pronto aggiungete alla zuppa fredda mezzo bicchiere di olio d'oliva e il vostro piatto unico completo è pronto!

- La passata di pomodoro crudista:

La passata di pomodoro crudista è davvero ottima perché assicura tutte le vitamine, i minerali e gli enzimi della frutta e la verdura che altrimenti, cotte, andrebbero persi.  Con Estraggo, tritate i pomodori con la buccia ben lavati, uno spicchio d'aglio e qualche foglia di basilico: una salsa perfetta per tutti i vostri piatti.

- Ketchup:

Variante della passata di pomodoro è il classico ketchup (che però necessita la cottura). Ecco qui la nostra ricetta!

- Passata di verdura crudista:

Continuando invece con la filosofia crudista , tritando tutte le verdure che volete nel cestello del vostro Estraggo Pro e cuocendole poi senza mai superare la temperatura di trenta gradi otterrete una passata ottima e nutriente in maniera ineccepibile.

- La vellutata:

Se però amate le vellutate bollite, non c'è problema: anche in questo caso il cestello a maglia larga viene in vostro aiuto. Mentre estraete il succo dalle vostre verdure preferite con Estraggo e il filtro a maglia larga, in padella cuocete un soffritto di olio e cipolla. Vesatevi poi il vostro succo di verdure e fatelo cuocere fino a che non avrà raggiunto il grado di cottura che preferite.

- Il pesto genovese:

Al posto del frullatore o del mixer, sfruttate l'estrattore! Mixate nel cestello 50 grammi di basilico, 25 di pinoli, 3 grammi di sale e uno spicchio d'aglio (se vi piace il sapore dell'aglio crudo, altrimenti fatene a meno!). Ed ecco una salsa perfetta per condire la pasta (soprattutto quella fresca).

- L'olio di noci:

La frutta secca è un ottimo fornitore di grassi buoni. Con l'estrattore avrete la fortuna di poter preparare in casa il vostro olio di noci, perfetto per i condimenti e super naturale. Basta tritare nel cestello 200 grammi di gherigli di noci bel puliti. Raccogliendo poi il succo in un contenitore di vetro chiuso ermeticamente e lasciandolo riposare qualche ora la parte solida si depositerà, lasciandovi la parte oleosa, perfetta per le insalate, il pesce o la carne.

- L'hummus: 

Scopri qui le nostre ricette di hummus!

- Guacamole: 

L'avocado è davvero una bomba di salute. Ecco la nostra ricetta per una super crema di avocado!

Foto Credits: By centerbilder (Gazpacho) [CC BY 2.0 (http://creativecommons.org/licenses/by/2.0)], via Wikimedia Commons

L'hummus, la tradizionale salsina mediorientale a base di ceci e salsa tahina, è un'invenzione fantastica: è buonissimo, rapido da preparare (si infila tutto nel frullatore et voilà! In tre minuti è pronto), super proteico e tutto naturale. Si può gustare con dei crostini, con le polentine, ma è largamente (e giustamente) utilizzato anche per insaporire carni, verdure e toast (e l'avete mai provato nelle omelette con pomodori e basilico?).

La versione tradizionale è già perfetta di suo, ma avete variando gli ingredienti i risultati sono altrettanto buoni, fantasiosi e deliziosi! Basta tenere sempre l'ingrediente che dà il tipico sapore, e cioè la salsa tahina, a base di sesamo tostato (la trovate nei negozi etnici e biologici, ma anche al supermercato!).

8 ricette di hummus buone e coloratissime: dai classici ceci al rosa acceso della barbabietola, la crema che piace a grandi e piccini

- L'hummus tradizionale è semplicissimo: una scatoletta di ceci già cotti, due cucchiai di salsa tahina, mezzo limone, un pizzico di sale e del prezzemolo. E a vostra scelta potete aggiungere anche mezzo spicchio d'aglio e le spezie che più preferite (il cumino, il coriandolo, il rosmarino, la paprika spolverata in superficie...). Se la salsa dovesse risultare troppo corposa e poco vellutata, aggiungete nel mixer qualche cucchiaio di acqua: si aggiusterà che è una meraviglia. Gnam!

(foto 1 http://www.gimmesomeoven.com/classic-hummus/)

- Una versione altrettanto proteica: quella di edamame e piselli! Frullate una tazza di edamame cotti al vapore, una di pisellini primavera, tre cucchiai di tahina, mezzo lime, del sale e dell'acqua. Verdissima e deliziosa, dal sapore che piace moltissimo ai bimbi.

(foto 2 http://www.justataste.com/creamy-edamame-pea-hummus-dip-recipe/)

- Si chiama anche baba ganoush, ma altro non è che un hummus di melanzane: basta far abbrustolire per una mezz'oretta/tre quarti d'ora due melanzane belle grosse in padella (facendo qualche buchino con la forchetta per far uscire l'acqua in eccesso), tagliarle a metà e utilizzare la polpa al posto dei ceci, come nel normale hummus. Il gusto leggermente affumicato è davvero delizioso! Servitela con qualche chicco di melograno in superficie.

(foto 3 http://www.antoniotahhan.com/2007/11/04/delicious-any-way-you-roast-it/)

- Un hummus super rosa: lo otterrete utilizzando la barbabietola, e ai bambini piacerà tanto per il gusto quanto per il colore. Frullate 200 grammi di barbabietole precotte confezionate sottovuoto con 200 grammi di ceci, mezza cipolla rossa, tre cucchiai di tahina, mezzo limone e un po' d'acqua. Avrà una consistenza davvero unica e sarà irresistibile!

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- Un sapore che piace moltissimo ai bambini è quello dolce della zucca. Approfittatene e usate la zucca stufata in padella come sapore base. Mixatene 500 grammi con 3 cucchiai di tahina, sale, due cucchiai di succo di limone, uno di olio d'oliva e un pochino d'acqua, e insaporitela con la spezia preferita, paprika o cumino.

(foto 5 http://reciperunner.com/sriracha-pumpkin-hummus/)

- Non lo neghiamo: l'avocado è uno dei nostri frutti preferiti. Lo utilizzeremmo ovunque, quindi anche nel nostro hummus, in una via di mezzo con la guacamole! Frulliamo una tazza di ceci con un avocado a pezzettoni e aggiungiamo nel mixer il succo di un lime, quattro cucchiai di tahina, del sale e dell'acqua.

(foto 6 http://reciperunner.com/avocado-lime-hummus/)

- Un gusto tra l'italiano e il mediorientale? Esatto, grazie alle olive. Con 300 grammi di olive snocciolate, 200 di ceci, 3 cucchiai di tahina, sale, acqua e aglio a piacere otterrete una crema favolosamente mediterranea, dalle sfumature infinite.

(foto 7 http://www.contentednesscooking.com/olive-hummus/)

- Per un gusto tex mex, ecco la ricetta ideale: una bomba! Un barattolo di fagioli neri già cotti, un peperoncino chipotle, tre cucchiai di tahina, mezzo lime, acqua e cumino. Una bomba!

(foto 8 http://www.healthyseasonalrecipes.com/black-bean-hummus/)

8 ricette di omelette per la famiglia

Lunedì, 02 Maggio 2016 19:20

1. Omelette vegan: la nostra prima variante non poteva che essere l’omelette vegan. Ecco gli ingredienti:  - 2 cucchiai di farina 00 - 3 cucchiai di farina di ceci - un pizzico di sale - 150 ml di latte di avena. Uniamo gli ingredienti poi versiamo e cuociamo in padella come una omelette tradizionale.

2. Pomodori secchi e origano: in questo caso la variante consiste nell’aggiungere un cucchiaino di origano secco o un cucchiaino e mezzo di origano fresco tritato finemente nella ricetta dell’omelette. A fine cottura inseriamo nello spazio della farcia 4 pomodorini secchi.

3. Alle olive: buonissima la versione alle olive nere e feta o tofu. Aggiungiamo al composto di uova 3 cucchiaini di olive nere denocciolate tagliate finemente e un cucchiaino di origano. Inseriamo invece nello spazio della farcitura 3 cucchiai di tofu sbriciolato o di feta.

4. Feta e prezzemolo: simile alla prima ma con un gusto differente dato dall’abbinamento del prezzemolo e della feta. Facciamo cuocere in padella mezza cipolla rossa di tropea tagliata finemente, poi mettiamola da parte in un piatto. Aggiungiamo al composto dell’uovo 2 cucchiaini di prezzemolo fresco (o surgelato), facciamo cuocere in padella poi a fine cottura inseriamo la cipolla cotta e la feta nello spazio del ripieno. 

5. Funghi: un evergreen! Facciamo cuocere i nostri funghi in padella con due spicchi d’aglio, due cucchiai d’olio extra vergine e 3 spicchi d’aglio: aggiungiamo poi al composto di uova un cucchiaino di prezzemolo fresco, facciamo cuocere l’omelette poi inseriamo nella metà della mezzaluna i nostri funghi, avendo cura di aver eliminato gli spicchi d’aglio. 

6. Basilico e zucchine: perfette per reciclare la verdura scartata il giorno precedente. Aggiungiamo al composto base due cucchiai di prezzemolo fresco tritato e, una volta terminata la cottura inseriamo le zucchine o le verdure reciclate dalla cena precedente. 

7. Erba cipollina e tofu: questa ricetta consente di dare un po’ di sapore al tufu, spesso un po’ poco saporito. Tritiamo finemente l’erba cipollina, poi inseriamo 3 cucchiai di questa nel composto con le uova e il latte, mescolando bene. Versiamo un filo d’olio in una padella antiaderente, poi aggiungiamo uno spicchio d’aglio e un cucchiaino di dado vegetale homemade: sbricioliamo 3 cucchiai di tofu e facciamolo saltare in padella per alcuni minuti, poi travasiamolo in un piatto. Nella stessa padella versiamo un cucchiaio d’olio e poi il composto dell’omelette: cuociamo, poi aggiungiamo in una metà il nostro tofu saltato, infine chiudiamo l’omelette.

8. Omelette dolce: ideale per la colazione della domenica (potete realizzarla anche nella versione veg). Rompiamo 2 uova in una ciotola, poi aggiungiamo un cucchiaio di zucchero integrale di canna, due cucchiai di latte di avena, mezzo cucchiaino di vaniglia in polvere e un pizzico di sale. Versiamo in una pentola antiaderente due cucchiai d’olio (provate anche il meraviglioso olio di cocco), poi cuociamo. Farciamo la nostra omelette con cioccolata homemade, marmellata, burro di mandorle, banane… 

Giulia Mandrino

Un piatto davvero semplicissimo ma che salva le nostre cene. Possiamo sbizzarrirci e variare i colori delle nostre omelette: sono infatti perfette per nascondere al loro interno verdure, dal rosa barbabietola al verde degli spinaci e delle erbette. E per i bimbi che amano le verdure provate a inserire gli scarti di verdure della sera precedente, come asparagi o zucchine a cubetti. E non dimenticate le nostre erbe aromatiche: basilico o prezzemolo unite agli ingredienti base danno davvero un tocco in più. 

Ecco la ricetta delle omelette: come cucinare le omelette perfette per i bambini

Il pesto risolve veramente moltissimo, quando le idee scarseggiano. E oltretutto è una delle ricette più buone al mondo, no? Semplicissimo, veloce e gustoso, oltre che assolutamente naturale e salutare, il pesto viene da Genova ma si presenta in mille varianti.

Sulla pasta, ma anche come condimento o salsa: spargetelo dove più vi piace, e farete felici i palati di grandi e piccini.

Ecco 8 ricette alternative di pesto perfette per i bambini: la semplicità e il gusto della salsa a base di basilico rivisitata da noi di Mammapretaporter

- Il classico pesto genovese spesso fa paura: se ne teme la difficoltà di realizzazione, ma in realtà il pestello può essere sostituito dal più rapido mixer! La ricetta originale prevede l'aglio, ma possiamo aggiungerlo facoltativamente: non a tutti piace, e in effetti così tritato potrebbe dare fastidio. Ecco la nostra cliccatissima ricetta del pesto!

- Un altro pesto verde, un altro pesto buonissimo e fresco per l'estate: quello di pistacchi e menta.

Con lo stesso procedimento versate nel mixer e tritate 50 grammi di pistacchi sgusciati, 4 cucchiai di parmigiano o lievito alimentare in scaglie, mezzo bicchiere di olio evo, una manciata di foglie di menta e del sale grosso (non troppo!). Assaggiate e aggiustate, e versate sulla pasta fredda per una ricetta super estiva, magari aggiungendo pomodorini freschi.

(foto 2 http://sweetpeasandsaffron.com/2015/09/pistachio-mint-pesto.html)

- Non gettate i broccoli già bolliti che vi avanzano in frigorifero! Con 150 grammi di essi, uniti a un quarto di bicchiere di olio evo, 40 grammi di pinoli, 40 di parmigiano o lievito alimentare in scaglie e un po' di sale otterrete una cremina deliziosa, da mangiare subito o conservare per la prossima cena.

(foto 3 http://frame.bloglovin.com/?post=4187419139&blog=8224915)

- Per rivisitare con pochissimo la classica ricetta del pesto, diminuite la quantità di basilico a 30 grammi e al posto del restante tritate insieme agli altri ingredienti mezzo avocado. Diminuite anche l'olio (solo un quinto di bicchiere) e sostituite con il succo di mezzo limone. Un pesto-guacamole davvero super cremoso!

(foto 4 http://www.ambitiouskitchen.com/2015/04/lightened-up-pesto-a-recipe-for-creamy-avocado-basil-pesto/)

- Non solo verde: il pesto si fa arcobaleno. Un pesto viola? Semplicissimo: utilizzate il radicchio rosso!

Fatelo stufare qualche minuto in padella con del porro tagliato sottile e un filo d'olio (oppure di salsa di soia, per un sapore ancora più sorprendente!), poi versatelo nel mixer insieme a un pugno di mandorle sgusciate e pelate, due cucchiai d'olio evo e del parmigiano (sostituibile con il tofu fresco). Se non avete usato la salsa di soia aggiungete un po' di sale, altrimenti lasciatelo così com'è.

(foto 5 http://blog.giallozafferano.it/fancydinner/pasta-fresca-con-pesto-di-radicchio-e-mandorle/)

- E un pesto rossissimo? Lo si ottiene con un ingrediente fantastico, e cioè i pomodorini confit.

Preparate i pomodorini confit (al forno con olio, sale, zucchero e origano) e frullateli quindi con una manciata di pinoli, un filo d'olio (sono già abbastanza pieni di liquido!), tre cucchiai di parmigiano e mezzo spicchio d'aglio senz'anima. Irresistibile davvero, questo pesto.

(foto 6 http://unafinestradifronte.blogspot.it/2014/08/pesto-di-pomodorini-confit.html)

- Anche le melanzane sono un ottimo ingrediente per un pesto rivisitato: tagliatene una a cubetti e fatela saltare in padella con pochissimo olio evo, e passatela quindi nel frullatore con una manciata di foglie di basilico, sei noci sgusciate, un pizzico di sale grosso e quattro cucchiai di parmigiano (o tofu, di nuovo). 

(foto 7 http://casting.donnamoderna.com/unaricettaperlavita/contributo/pasta-con-pesto-di-melanzane-e-noci/)

- Per concludere torniamo sulla tradizione, ma solo in merito al colore! Già, un pesto verde ma dal sapore inaspettato: quello di rucolaIl sapore della rucola è inconfondibile, ma non capita spesso di abbinarlo alla pasta, no? Provatelo e non ve ne pentirete.

(foto 8 http://ricette.giallozafferano.it/Pesto-di-rucola.html)

Ecco la ricetta di un succo vivo molto utile in caso di raffreddore e presenza di muco: gli ingredienti dell'estratto per il raffreddore

Le materie prime del nostro estratto sono 4: 

Ananas: una bomba di salute ancora troppo sottovalutata, l'ananas è un grandissimo antinfiammatorio. Contiene vitamina A, vitamine del gruppo B, C, K, J, E e beta carotene. Al suo interno troviamo anche numerosi minerali come manganese, potassio, fosforo, calcio, ferro, iodio e zinco. 

Arance: all'interno del nostro estratto sono una grande fonte di vitamina C. Nei periodi in cui non sono naturalmente presenti in natura possiamo sostituirle nel nostro succo con spinacini freschi. Se abbiamo piacere possiamo aggiungere un Kiwi, ricco di vitamine, minerali e vitamina C.

Zenzero e curcuma: scopri qui i benefici dello zenzero e della curcuma

 

Di carrelli, spese e di confronti

Domenica, 01 Maggio 2016 07:23

E’ una delle cose che noi donne dobbiamo affrontare spesso, spessissimo, magari più volte la settimana: la spesa.

Che detta così pare nulla, dopotutto genericamente il sesso femminile è ben predisposto alla shopping, ma in verità il supermercato non riesco a vederlo propriamente come un negozio ma come una palestra dove andare per forgiare fisico e spirito, un mini corso di sopravvivenza, una sfida psicologica tra il bene e il male, un atto di forza.

In certi casi si tratta di vero e proprio sollevamento pesi tra cestelli di acqua e cassette della frutta, un gioco astuto nel caricare il carrello in maniera tattica così da non rendere la maggior parte del cibo “delicato” una vera e proprio frittata prima dell’arrivo alle casse, bisogna studiare la divisione tra freschi, surgelati e scatolame, prevedere una tattica nel caricare il carrello in modo da scaricarlo e ricaricarlo alle casse in maniera veloce/comoda/non distruttiva per i prodotti, tutto mentre quelli dietro di te senza la minima empatia di stanno col fiato sul collo a modi “se dovevi prendere tutta sta roba dovevi essere proprio prima di me?”…

All’inizio si entra sempre pieni di buoni propositi: parola d’ordine attenersi scrupolosamente alla lista, poi i cartelli colorati che villantano offerte più o meno vantaggiose inevitabilmente ci attirano ed altrettanto inevitabilmente almeno un prodotto non previsto lo si compra.

Io ancora non capisco perché le cose pesanti tipo bevande, succhi, acqua.. stanno alla fine del supermercato, che tu arrivi col carrello pieno e non sai più dove sbattere sti cestelli, ti chiedi quale sarà il male minore: appoggiare circa nove litri di acqua sul sacchetto delle patatine o tra le fragole e l’insalata…

I freschi (a parte i surgelati) stanno all’inizio, cosicché lo yogurt che hai comprato nel primo reparto ora che sei alle casse ha già iniziato un primo principio di deterioramento.

Poi al super c’è gente, tanta gente, troppa gente che si accalca ti spinge e quelli peggiori che ciurlano nel manico davanti agli scaffali con super carrelli vuoti guardandosi intorno nel bel mezzo della corsia come a cercare un’ispirazione improvvisa e momentanea sul cosa comperare.

D’inverno al super fa un caldo atroce, d’astate fa un freddo becco, logicamente il tutto è inversamente proporzionato alla temperatura esterna; l’estate scorsa qui in Brianza si boccheggiava per l’afa e dovevi munirti di giubbotto e passamontagna per entrare nel super dove l’aria condizionata nel migliore dei casi ti provocava un attacco spastico di diarrea tra la corsia dei biscotti e quella dei piselli.

Poi ci sono quelli che entrano al super e pigliano quei carrellini di plastica che si trascinano tipo mini trolley, che se i carelli sono stati classificati come più sporchi dei bagni pubblici della stazione (!!!), quelli sono luridi da paura; però se devi usarlo … devi e te lo pigli, salvo poi vedere la gente che arriva alle casse con sti carellini deformati sotto il peso di quella che pensavano sarebbe stata una mini spesa e che, come al solito, si è trasformata in una acchiappatutteleoffertedelmondocherisparmi… 

Quindi? Io ho una mia tecnica che sto perfezionando nel tempo, nella speranza di raggiungere l’effetto, come dice il proverbio azzeccatissimo… minima spesa massima resa.

Premetto che io sono un po’ malata… sì sì lo ammetto, ho una leggera forma di perfezionismo organizzativo compulsivo maniacale…

Prima cosa la lista della spesa: io segno man mano che ho bisogno di qualcosa perché già lo so che se non lo segno poi quando sono al super mi lascio “menar via” e mi dimentico, in modo che quando parto per la spesa la lista è praticamente già fatta, senza dover al momento far mente locale se mi serve qualcosa; ho addirittura l’abitudine di segnare sul foglio le cose di cui ho bisogno non a caso ma suddivise già per reparti, cercando di mantenere le postazioni in cui si trovano al super, cosicché girando ho già le cose pronte man mano che avanzo nelle varie corsie… oh lo avevo detto che sono un po’ fissata.

Altro trucco è cercare di dividere la spesa nel carrello mettendo vicini le cose più leggere, i freschi con i surgelati e lasciano uno spazietto per le robe pesanti.

Alla cassa scarico prima i prodotti pesanti in modo che se poi inizia ad accumularsi roba sul nastro trasportatore e la cassiera inizia a ruzzare per farmi capire che devo farcela in tempi brevi quantomeno non mi schiaccia le pesche con il fustino del dixan…

Un punto fisso però è: mai e poi mai fare la spesa in uno stato di depressione, cattiveria o fame chimica.

Una seduta di yoga prima di entrare o almeno un momento di meditazione prima di infilare la moneta nel carrello ci vuole… perché?

Beh perché nel caso di stato depressivo rischiamo di riempire il carrello di cibo consolatorio e… diciamocelo… non esiste al mondo persona che per consolarsi si ingolla insalata e sedano… quindi immaginate cosa rischiamo di comperare…

Nel caso di stato super nervosa, cattiva, pre-ciclo o stanca da essere buttata via, al primo passo falso fatto da quello che ci precede col carrello ed indugia un secondo in più senza cederci il passo o della cassiera che insiste un po’ nel metterci fretta… addio… al mio segnale scatenate l’inferno…

Fame chimica? No, spesa a pancia piena, assolutamente … potremmo non solo comperare le peggio cose, ma soprattutto in quantità da sfamare tutto il rione in cui abitiamo.

Una cose che spontaneamente, senza malizia (ma non troppo) faccio quando sono alla cassa è sbirciare la spesa altrui…

Io compero il mio, poi mentre finisco di far mente locale se ho tutto incrocio due tipologie di donna: la superfiga e la nonpropriofiga.

Caso 1 – superfiga con carrello stracolmo di roba: guardo cosa ha comperato e se ha preso tante schifezze dentro di me penso (e le auguro)… “certo continua così, prima o poi sarà finita anche per te e in un batter d’occhio ti accorgerai che la bellezza sfiorisce ma sarà troppo tardi perché lo splafonamento è iniziato e non sarai abituata a rinunciare a certe schifezze che mangi. Mangia mangia… bastarda”

Caso 2 – superfiga con carrello contenente solo un centinaio di bottigliette di acqua da mezzo litro, insalata già lavata e due verdure già bollite sotto vuoto… “minchia tristezza, sarai anche figa ma magari un mini corso di cucina per fare due carote al vapore… che poi non puoi prendere cinquanta bottiglie da un litro e mezzo invece che cinquecento da mezzo, che senso ha?...”

Caso 3 – davvero poco figa con carrello strapieno di cibo spazzatura… “cavoli dai non fare così, non prendere quella roba, non vedi che ti sei rovinata, certo non ti aspetterai di dimagrire finchè mangi tutta quella merda… echeccavolo ci sarà un perché se il tuo culo non passa tra le casse e il carrello sì…”

Caso 4 – davvero poco figa con carrello semi-vuoto contenente solo cibo light e/o comunque sano … “poveraccia pessimismo e fastidio nel carrello e risultati discutibili, forse è vero che se si vive una volta sola tanto vale godersela sta vita… o magari ha appena iniziato una dieta sana ed equilibrata, dai tieni duro…”

Già lo so, in ognuno dei quattro casi dovrei comperarmi un sacchetto di cavolacci miei…

Tra le fila delle persone che affollano i super ci sono

 -gli uomini / ragazzi single, che vivono di spaghettini precotti versa acqua e gusta (paura vera)

-le donne in carriera che si nutrono di verdure già bollite e confezionate

-le mamme che fanno la spesa con i bimbi urlanti, magari dei neonati o poco più e che sembrano sfidare l’umana concezione di quanti pesi una persona si possa caricare (sia fisicamente che emotivamente)… vi stimo dal profondo

-le vecchie… non intendo le persone anziane, ci mancherebbe, proprio le vecchie, perché noi donne anche con l’alzheimer e il pannolone restiamo delle vere bastarde (in senso simpatico)… la vecchia che (lo sai parlando con la cassiera) va tutti i giorni al super a prendere mezzo etto di prosciutto oppure due mele o ancora tre panini vuoti e tutti i santi giorni si presenta alla cassa nell’orario pausa pranzo o sette e mezza di sera… bastarda…

Beh quella tipologia di vecchia, bastarda ed infame, io una volta l’ho trovata, me ne stavo lì bella serena alla cassa ad aspettare che quello davanti a me finisse, pronta a caricare la mia spesa sul nastro tipo centometrista ai blocchi che attende lo sparo di inizio e… mi si avvicina sta vecchietta, un po’ barcollante, mi guarda, mi sorride con fare benevolo e tiene nelle manine rugose e tremanti il latte e altri due pacchettini, mi risorride, mi riguarda, con gli occhietti un po’ appannati dalla cataratta, io ingenua abbozzo un “signora vuole passare?” … lei “o cara grazie sei davvero gentile, sono pochi i giovani gentili come te” si gira e, a voce alta dice “vieni che la signorina ci fa passare”… due secondi e arriva il marito con un carrello così colmo di roba da non farci stare più manco uno spillo… “no scusi – dico io – pensavo avesse solo la roba che teneva tra le mani” .. “cara tu non mi hai chiesto se avevo solo quello, tu mi hai detto se volevo passare”… e intanto iniziano a caricare la roba sul nastro, la cassiera mi guarda e ride sotto i baffi… ci sarà un motivo se la cavalleria è morta con Re Artù…

Elena Vergani, autrice di Il mondo è bello perchè è variabile

Genitori, non gettate nel bidone della spazzatura tutti quegli scatoloni da imballaggio che vi girano per casa! Sono un'occasione unica per realizzare qualche lavoretto con i bambini e per creare giochi unici!

Non ci credete? Grazie alla loro fattura, così ampia e robusta, i cartoni si prestano benissimo all'art and craft che tanto ci piace.

Ecco 10 giochi da realizzare con gli scatoloni di carta: dalla casetta per nascondersi al biliardino in miniatura, tutto ciò che è possibile creare con gli scatoloni da imballaggio

- E' la prima cosa che viene in mente quando si pensa a riciclare i cartoni per renderli giocosi: costruire una casetta. Sono grandi e molto robusti, quindi sono perfetti per realizzare insieme ai bambini il loro rifugio, da tenere in casa oppure, nelle giornate di sole, in giardino. Non ci sono regole, la mini-abitazione può essere ideata in mille modi diversi, e arredata alla stessa maniera!

(foto 1 https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10207798081063536&set=a.10207797941620050.1073741992.1639719659&type=3&theater )

- Sempre ad imitazione degli ambienti "adulti" (attività che i bambini apprezzano moltissimo e che li coinvolge in un gioco che ha il sapore di "lavoro") con i cartoni è possibile ricreare una piccola cucina, ricca di dettagli e completa di tutto il necessario, dai piccoli pulsanti (fatti magari con bottoni incollati) ai grandi elettrodomestici come il frigorifero.

(foto 2 https://declutterorganizerepurpose.wordpress.com/2011/02/28/repurpose-cardboard-boxes-into-kid-craftstoys/ )

- Con gli scatoloni, qualche cartoncino colorato, del washi tape e uno spruzzino per l'acqua i vostri bimbi avranno in casa una meravigliosa pompa di benzina.

(foto 3 https://declutterorganizerepurpose.wordpress.com/2011/02/28/repurpose-cardboard-boxes-into-kid-craftstoys/ )

- E a cosa giocare con la pompa se non alle macchinine? Realizzatene alcune con i cartoni, metteteci dei piattini di carta come ruote e applicate alle estremità delle strisce di stoffa che fungano da bretelle per poter indossare le piccole automobili, per giocare in libertà alle corse e al rifornimento.

(foto 4 http://mykidcraft.com/cardboard-box-race-cars/?wn=1 )

- Se i vostri bimbi sono appassionati di teatrini e scenette, e se amano vestirsi e inventare storie, una piccola tivù in cartone oppure un minuscolo teatrino nel quale infilarsi diventeranno il loro gioco preferito, e tutta la famiglia potrà passare piacevolissime serate davanti ad un alternativo televisore!

(foto 5 http://petitandsmall.com/5-coolest-diy-kids-toys-made-with-cardboard/ )

- Anche le scatole di scarpe, che spesso invadono ripostigli e scantinati in attesa di venire differenziate, sono un ottimo gioco-riciclo. Guardate questo biliardino: è fatto con il cartone riciclato, degli stecchini lunghi (o cannucce rinforzate) e delle mollette per il bucato. Semplice, piccolo e super divertente.

(foto 6 http://www.u-createcrafts.com/diy-mini-foosball-tableperfect-for-kids/ )

- Con tutte le ambientazioni Lego e Playmobil che esistono è impossibile poter giocare con tutte. Soprattutto perché sono abbastanza costose. Perché allora non creare di volta in volta la propria personale location dentro la quale far interagire i piccoli personaggi? E ha pure il vantaggio di poter essere assolutamente e infinitamente variabile!

(foto 7 http://www.pinkstripeysocks.com/2016/02/foldable-collapsible-cardboard-superhero-hideout-home-books.html )

- Ai piccoli artisti questo cavalletto piacerà da pazzi: è fatto interamente con le scatole di cartone, piegate a triangolo, è leggero, economico e molto più particolare rispetto ai tradizionali attrezzi presenti nei negozi di belle arti.

(foto 8 http://www.artbarblog.com/recycled/diy-cardboard-easel/ )

- Pochissimo materiale per una resa spettacolare: ecco la lampada a forma di nuvoletta che farà compagnia ai vostri figlioletti nelle serate in famiglia e prima di infilarsi nel letto a fare la nanna.

(foto 9 http://www.mommodesign.com/cardboard-crafts.html )

- E per bimbi troppo abituati alle nuove tecnologie, ai tablet e alla tivù, un nuovo modo di godere dell'intrattenimento: al link trovate tutte le istruzioni per immagini per realizzare un tenero televisore analogico, pensato, disegnato e costruito interamente dai bambini, che oltre a impegnarsi con il lavoretto inventeranno mille storie da raccontare proprio con la loro arte.

(foto 10 http://www.hellowonderful.co/post/EASY-DIY-RECYCLED-CARDBOARD-TV-SHOWING-OFF-YOUR-KIDS-----ART#_a5y_p=4828943 )

Siamo abituati a pensare ai cibi messicani come pesanti, unti, difficili da digerire e grassi. Ma ne siamo davvero sicuri?

Fermiamoci un attimo a riflettere: alla base di questa esotica, buonissima e saporita cucina in realtà ci sono le verdure, i legumi (di mille e mille tipi!), i cereali, la frutta e le spezie. Non è quindi difficile provare a riproporre i piatti tipici dell'America centrale in versione un pochino più leggera! Basta tenere a mente gli ingredienti base per mantenere i sapori tipici, facendo attenzione a non esagerare con carne rossa e condimenti grassi.

I sapori della cucina messicana per la famiglia: gli ingredienti salutari e saporiti della tradizione del Messico si trasformano in ottime ricette leggere e sfiziose adatte anche ai bambini

Per capire su cosa si basa questo tipo di cucina chiariamo innanzitutto i termini più comuni. Cosa sono i tacos, le fajitas, le tortillas e le quesadillas?

- I tacos sono quelle tipiche "piadine" di farina mais ripiegate su se stesse e farcite con gli ingredienti più svariati. Nella tradizione i tacos sono morbidi, ma li si possono trovare anche croccanti (anche se considerati più tex-mex). Il ripieno? Non c'è una regola, ognuno li farcisce come vuole, ma tradizionalmente li si riempie di carne o pesce a bocconcini saltati in padella, formaggio fuso, cipolle, salsa di chili, coriandolo, pico de gallo, panna acida e guacamole.

- La guacamole, in generale, è una salsa davvero ottima, da sfruttare il più possibile (sia nei ripieni di tacos e tortillas sia con i nachos o sui panini) per il suo sapore e la sua leggerezza. E' infatti a base di avocado, frutto alcalinizzante e super proteico che si presta benissimo ad offrire una consistenza unica, e presenta solo ingredienti vegetali e molto leggeri, perfetti per i bambini: scopri qui la nostra ricetta!

- Le tortillas, letteralmente "tortine", sono invece nella tradizione spagnola delle frittatine di patate, mentre per la cultura messicana sono una variane dei tacos, più grande e morbida, sempre a base di farina di mais o di farine di grano, ripiegata su se stessa per formare il burrito, un rotolo riempito con carne, mais, legumi, salse, insalata e formaggio.

- Con la tortilla si preparano poi, oltre al burrito, le quesadillas, che stavolta si presentano a forma di mezzaluna. Già dal nome si capisce: sono riempite per lo più di formaggio, al quale si aggiungono carne, legumi, salse tipiche come quella al chili o la guacamole e verdure di vario tipo (cipolle, insalata, pomodori...).

- Si discosta invece da questi tre piatti a base di piadine la fajita, che altro non è che un piatto unico a base di carne tagliata a bocconcini, peperoni, cipolle, peperoncino e spezie, accompagnato da un contorno di riso o legumi.

Tutti questi piatti sono a base di carne. Spesso è carne rossa, ma per rendere più salutare il tutto nessuno vieta di sostituirla con della carne bianca (che spesso ai bambini piace anche maggiormente rispetto alla rossa), o, in versioni veg, con del seitan o del tempeh saltati in padella. Il sapore sarà comunque ottimo! Anche i legumi, utilizzatissimi nella tradizione messicana, possono sostituire la carne (anche per il loro valore proteico), quindi lanciatevi pure sui fagioli neri e su quelli rossi. E le verdure grigliate sono un altro ottimo sostitutivo: melanzane, zucchine, radicchio...

Vi sta già venendo l'acquolina in bocca? Beh, potete iniziare a fare la spesa, perché abbiamo per voi alcune proposte di ricette messicane assolutamente sane che una volta provate non usciranno poi dai vostri menu settimanali!

- Avete già provato il Burrito a modo nostro? Interamente fatto in casa, saprete la provenienza di ogni ingrediente e potrete decidere quali sapori inserire e quali no.

E non preoccupatevi se in famiglia qualcuno è intollerante al glutine: anche se non sembrerebbe, la cucina messicana è assolutamente adatta anche a loro. Innanzitutto con le fajitas, che non prevedono le piadinette di farina, ma se avete tempo potete provare a cucinare con le vostre mani queste buonissime tortillas senza glutine.

Tutte le altre nostre gustosissime ricette, come ad esempio quella per preparare in casa i triangolini di mais e i tacos di tempeh, le potrete trovare sul libro "The Family Food, ricette naturali per famiglie incasinate" di Giulia Mandrino, edito da Mental Fitness Publishing

Sara Polotti

Il Rebozo messicano

Venerdì, 29 Aprile 2016 07:54

Una parola strana? Be', il concetto invece è semplicissimo. Viene dalla tradizione messicana, e si tratta di un indumento utilizzato per il (detto modernamente) babywearing e per un massaggio prenatale alla pancia della mamma in attesa.

"Se in Africa il capo must have è il Kanga, in Messico il Rebozo è immancabile da secoli nel guardaroba di ogni donna. Tradizionalmente tessuto a mano in cotone, lana o seta, spesso con preziosi ricami, presenta delle lunghe frange alle estremità.Si tratta, di fatto, di uno scialle di dimensione variabile utilizzato anche come portabebè. La sua fattura identificava lo status sociale di chi lo indossava; come nel caso del Kanga, la componente simbolica è molto forte.
Oggi viene per lo più prodotto a macchina e i materiali utilizzati non sono necessariamente così nobili: rayon e acrilico hanno sostituito spesso i materiali naturali, impattando non solo sulla bellezza ma anche sulla qualità e durabilità del supporto. "Nell’immagine vediamo un Rebozo indossato dalla celebre pittrice-icona messicana Frida Kahlo in uno dei suoi celebri autoritratti " spiega Licia Negri nel suo libro sul babywearing "Lasciati Abbracciare", edito da Mental Fitness Publishing

Parliamo del Rebozo: l'indumento-fascia per portare il bambino che dalla tradizione messicana sta prendendo sempre più piede.

Come tutte le fasce adatte al babywearing (pratica che da sempre noi di mammapretaporter.it sosteniamo con il tutto il cuore), il rebozo è uno strumento che serve per portare il proprio bambino mentre, spensierate, si svolgono altre azioni e altri compiti quotidiani. Il bimbo dorme, mangia dal seno, si rilassa, guarda il mondo: il tutto da una posizione privilegiata.

Portare i bimbi con il rebozo, come sempre nel babywearing, aiuta mamma e bambino ad instaurare un rapporto molto più stretto e intimo (favorito dal contatto, dal sentire i movimenti della madri e dalla sensazione di vicinanza perfetta), e proprio questa fascia in particolare si caratterizza per la posizione ottimale. Il piccolo è infatti vicinissimo al petto della madre, ad una distanza ottimale per instaurare un contatto visuale tra gli sguardi dei due, mentre al contempo la sua testa e la sua colonna vertebrale si appoggiano nella maniera più corretta possibile (tanto che diversi studi scientifici hanno dimostrato che il rebozo favorisce uno sviluppo neurologico di gran lunga migliore rispetto ai bambini portati nei passeggini o adagiati sulle sedie di plastica, troppo rigide).
Il contatto con la mamma (principalmente, ma, in generale, con almeno un genitore) è primordiale e fondamentale per la crescita dei bambini, e svilupparlo sin dai primi giorni in maniera intensa si riflette positivamente sul benessere a lungo termine (di entrambi). Emozionalmente, certo, ma anche fisicamente: come dicevamo il sistema neurologico e il cervello ne traggono benefici enormi, così come il sistema vestibolare (l'udito!).

Come dicevamo nell'introduzione, oltre al fatto di rappresentare una soluzione babywearing ideale, il rebozo ha un ruolo importantissimo anche nella vita della mamma ancora in gestazione. Sia durante la gravidanza sia nel momento doloroso del parto esso è infatti utilizzato per alleviare il dolore e favorire una gravidanza il più possibile fisiologica. La sua efficacia in fatto di confort non è stata provata scientificamente, ma il sollievo che dà alle gestanti è indubbio.

Le ostetriche messicane da sempre lo utilizzano, sia nei giorni precedenti al parto sia durante lo stesso travaglio. Quando la donna sente dolore, non si sente a suo agio o è scomoda, sistemare il rebozo può rivelarsi un anestetico potentissimo, che oltre al benessere fisico è capace di infondere moltissima fiducia nella gestante, che, finalmente a suo agio, sente meglio le proprie sensazioni (senza il fastidio del dolore troppo intenso) e ha la sensazione di avere più controllo sul suo corpo.

Nei giorni che precedono il parto, in particolare, la fascia messicana può venire in aiuto anche dei bambini podalici che sono un pochino più pigri nell'assumere la posizione del parto naturale, e cioè con la testa indirizzata verso la cervice. Con movimenti e nodi esperti, le ostetriche che utilizzano il rebozo sono in grado di correggere infatti la posizione del feto, sia nei giorni che precedono il travaglio sia nel momento del travaglio stesso.

Durante il parto, poi, il rebozo diviene strumento indispensabile e imprescindibile nel tenere sotto controllo il dolore e nel trovare la posizione ideale. Annodare il rebozo nelle giuste posizioni significa aiutare la donna a indirizzare più efficacemente la sua forza, a rilassare il pavimento pelvico, a sentire meno dolore (abbassando il livello dello stress) e, associando il rebozo alle posizioni del corpo più comode (come quella accovacciata), ad allargare il bacino e le ossa delle pelvi.

Non c'è niente di innaturale, anzi: il rebozo è utilizzato proprio assecondando ciò che la natura offre, e cioè l'istinto materno. Le madri dentro di sé sanno ciò che il loro corpo chiede per aiutare la nascita a fare il suo corso, e l'ostetrica sa che deve ascoltare la donna e la sua bussola interna.

La redazione di mammapretaporter.it

Foto Credits: http://denhelefamilie.dk/massage/rebozo/

Sara

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Cecilia

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