"Biancaneve", il libro tattile

Martedì, 24 Ottobre 2017 13:14

La sensorialità è un elemento davvero importante per i bambini: è attraverso i 5 sensi che crescono e sviluppano la loro intelligenza e stimolarli sin dai primi giorni in questo senso è utile ed efficace. Soprattutto, è bello trovare attività che coinvolgano più sensi o più campi, come ad esempio le tavole tattili o l'alfabeto tattile per imparare a leggere. Tra queste sta anche la lettura, che se portata avanti con libri che integrano la tattilità diventa ancora più coinvolgente, stimolante e performativa.

Qualche giorno fa è uscito per la casa editrice La Margherita "Biancaneve", la tradizionale favola dei fratelli Grimm rivista con la semplicità di Xavier Deneux e resa ancora più affascinante dalla presenza di elementi interattivi e tattili davvero utili e ben sviluppati.

"Biancaneve", il libro tattile: con Xavier Deneux le favole tradizionali si trasformano in libri tattili utili per sviluppare l'intelligenza

Qualcuno di voi magari lo conoscerà già: Xavier Deneux è un illustratore parigino che si occupa spesso di letteratura per l'infanzia. I suoi disegni sono riconoscibili, semplicissimi e colorati, contrastati e a tinte unite. E i libri che sta sviluppando in senso tattile sono quelli che più conosciamo: La Margherita sta infatti pubblicando la versione tattile delle favole più conosciute, e Biancaneve è solo l'ultima di una serie.

"I tre porcellini", "Il gatto con gli stivali", "Cappuccetto Rosso" e "Riccioli d'oro e i tre orsi": finora sono uscite queste, e tutte si caratterizzano per la forte presenza di elementi tattili che stimolano il bambino non solo a leggere e ad ascoltare, ma anche a toccare e manipolare. Le pagine sono cartonate, i testi (in stampatello) semplici e veloci. Ma soprattutto ci sono moltissime parti in rilievo che si incastrano nelle pagine a fronte e che rendono il libro ancora più stimolante.

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Il libro di "Biancaneve" è quindi bellissimo da vedere come tutti gli altri di Deneux: alto, spesso, colorato e interattivo, coinvolge i bambini, che amano toccare le varie parti, scoprire gli incastri e i ritagli.

La favola, poi, è quella tradizionale che conosciamo, che si discosta dalle edulcorate fiabe da cartone animato ma che riprende gli elementi più reali e veritieri, i vizi e i valori umani nella loro totalità proprio come si addice alle vere favole tradizionali dei fratelli Grimm. Sin dalle prime letture i bambini cominceranno così a leggere i meccanismi del mondo, trovando nuovi livelli di lettura man mano cresceranno e man mano sfoglieranno il libro, cominciando facendoselo leggere dai genitori, imparando a memoria la storia attraverso le figure e imparando poi a leggere anche grazie ad esso (dato che lo stampatello sembra fatto apposta!).

Ci sono bambini indipendenti, che non vogliono mai l’aiuto di nessuno. Ci sono bambini tranquilli, che stanno sulle loro. Ci sono bambini che vogliono le coccole solo quando hanno necessità di essere confortati. Ci sono bambini timorosi. Bambini coraggiosi, bambini determinati, bambini emozionali, bambini sensibili, bambini scatenati. Ci sono bambini di tutti i tipi, e nessuno è sbagliato. Nemmeno quei bambini un po’ più bisognosi di attenzione, che cercano di catturare i genitori attraverso il pianto, lo sconforto, i “capricci” e mille altri atteggiamenti che esprimono chiaramente il loro bisogno di essere ascoltati, coccolati, compresi.

Questi bambini cercano attenzione. E tutte le zie Ignazie del mondo ci diranno: “Non prenderlo in braccio; vuole solo attenzione”; “Non coccolarlo quando piange così, vuole solo attenzione”; “Non aiutarlo, sa farlo da solo ma vuole solo attenzione”. E allora? L’attenzione è qualcosa di negativo? L’attenzione è pericolosa? Non ci pare proprio.

L’attenzione è un’esigenza naturale dell’essere umano. Quindi è meglio trovare un valido e alternativo metodo al dilagante “non dargli attenzione”!

Come comportarsi con i bambini bisognosi di attenzione: perché questo bisogno di attenzione è assolutamente naturale e come agire nel rispetto del bambino

Nel corso degli anni, l’educazione si è sempre basata su una credenza: dare attenzione ai figli è segno di debolezza, mentre esercitare autorità negando questa attenzione crea un rapporto sano di obbedienza e timore da parte del figlio, nel giusto rispetto della gerarchia genitori-figli. In realtà questo metodo è abbastanza brutale, e fortunatamente i rapporti stanno cambiando, con una tendenza a ritenere i figli non più una nostra proprietà da plasmare, ma persone con una loro individualità che noi dobbiamo guidare nel rispetto della loro natura.

In questo senso, allora, il negare l’attenzione per costruire un rapporto basato sulla paura non ha più senso. Il bisogno di attenzione dei bambini risiede nella loro stessa natura di esseri umani: non solo da piccoli, quando i figli dipendono fisicamente ed emotivamente dai genitori, ma anche da adulti. Ogni persona sente in sé il bisogno di essere ascoltato, compreso, visto e considerato dagli altri per potersi ritenere vivo in maniera equilibrata e sana. Perché quindi negare queste attenzioni ai bambini, che più di tutti stanno formando la loro persona?

Per capire la non-salubrità di un rapporto basato sulla negazione dell’attenzione, basta proiettare ciò che ipoteticamente facciamo con i nostri figli sui rapporti adulti: come ci sentiremo se nostro marito ci negasse l’affetto quando ne abbiamo bisogno solo perché in quel momento abbiamo bisogno di “capire qualcosa da soli”? Cosa proveremmo se nostra madre ci negasse un aiuto quando le chiediamo un consiglio, solo perché teoricamente “lo sappiamo fare da soli, stiamo solo cercando un po’ d’attenzione”? Come ci sentiremmo se i nostri affetti ci dessero il loro amore solo nel momento in cui abbiamo ottenuto qualcosa e non durante il percorso?

Il mondo ci dice di ignorare il pianto dei bambini. Ma mettiamoci nei loro panni: stanno solo cercando di capire come va il mondo, su cosa si basano i rapporti, su chi possono contare e come si possono relazionare. Vogliono capire cosa fare quando sentono di non riuscire da soli, o quando semplicemente, anche se in grado di fare qualcosa, non gli va di farlo da soli.

Ciò che dobbiamo fare è semplice: innanzitutto, considerare i bambini come esseri umani, prima che come figli. In secondo luogo, capire che il “bisogno di attenzione” è una forma di comunicazione attraverso la quale i nostri bambini ci stanno facendo capire che qualcosa non va. Ma cos’è questo “qualcosa”? Questo è compito del genitore capirlo. Ciò che non dovremmo invece fare è “lasciare correre”, lasciare che i bambini piangano, lasciarli da soli quando chiaramente ci stanno chiedendo aiuto. Proprio come facciamo per un amico adulto in difficoltà. Forse che non lo ascoltiamo? Forse che lo lasciamo piangere in un angolo?

Come in ogni sano rapporto che si rispetti il dialogo è la prima regola da seguire. Impariamo insieme a comunicare, adulti e bambini: a volte basta chiedere. I bambini, pian piano, impareranno a esprimere a parole ciò che provano, esternandolo, e diventerà un’abitudine virtuosa che smorzerà i comportamenti da “bisogno di attenzione” in favore del dialogo. Il bisogno di essere visti e ascoltati, aiutati e confortati ci sarà sempre, ma in un modo diverso, più costruttivo per tutti.

Perché non dobbiamo ascoltare chi ci dice che con questi comportamenti i nostri figli “ci stanno manipolando”. Stanno semplicemente cercando di capire come funzionano i nostri rapporti, tastano i nostri limiti (in maniera sana e naturale: stanno crescendo e imparando a stare al mondo). E se non conoscono un altro modo per farlo, utilizzano ciò che hanno a disposizione. Solo il dialogo e la comprensione sapranno cambiare la rotta, dando ai nostri bambini uno strumento in più per farci capire di cosa davvero hanno bisogno in quel momento.

Altra regola, che sembra scontata, è passare più tempo possibile con i figli. Perché spesso i comportamenti di cui abbiamo parlato sono dettati semplicemente dalla voglia di stare con noi, sfruttando il tempo di qualità e non solo quello quotidiano che spesso diamo per scontato. Perché la maggior parte delle volte stiamo insieme, ma non ce ne rendiamo conto e il tempo speso è inutile, perché non è sentito, e i bambini lo sanno. Siamo distratti, è normale. Ma almeno rendiamocene conto e viviamoceli davvero, i nostri figli, dandogli l’attenzione che meritano come ogni altro essere umano, ascoltandoli, capendoli e aiutandoli a capire di cosa hanno bisogno, fornendoglielo e fornendogli gli strumenti più adatti per manifestare le loro necessità.

Giulia Mandrino 

Se chi la assaggia la chiama "torta Nutella" un motivo c'è: questa torta cacao e nocciole preparata con olio di nocciole appena spremuto ricorda tantissimo la crema di nocciole che conosciamo (e, in questo caso, c'è molta più salute!). Ecco quindi la nostra (semplicissima) ricetta.

La torta di cacao e nocciole: la ricetta del dessert con olio di nocciole appena spremuto che ricorda moltissimo la crema al cacao più golosa di tutte

 

La vinaigrette è un semplice ma buon condimento per completare le insalate o per insaporire i nostri piatti. Bastano olio, aceto e propri ingredienti per prepararla, ma il bello è che con Frantoil di SiqurSalute possiamo produrre in casa addirittura l'olio, partendo dai semi oleosi che più amiamo (come quelli di lino, di canapa o di girasole). Ecco quindi la nostra ricetta per una vinigrette deliziosa e sana.

Vinaigrette fatta in casa: come produrre autonomamente il condimento a base di semi di lino e aceto

 

La maionese è la salsa per eccellenza. Se anche voi come noi la amate tantissimo (soprattutto con le chips di verdure o con quelle di farina di ceci!) ma non amate quelle confezionate o quelle troppo pesanti, questa ricetta è perfetta per voi, perché è completamente vegetale e perché potete preparare da voi tutti gli ingredienti, anche l'olio!

Maionese vegetale fatta in casa: la ricetta della maionese veg semplice e veloce con olio di girasole e latte di soia preparati in casa con Estraggo e Frantoil

 

Semi di lino, noci, semi di canapa: ingredienti che conosciamo, ma di cui spesso non utilizziamo gli oli (super benefici) perché fatichiamo a trovarli al supermercato. Con Frantoil di SiqurSalute è semplicissimo autoprodurre questi oli, che si prestano poi a preparazioni sfiziose e deliziose, come questi tre diversi crostini veg e davvero gustosi.

I crostini con oli particolari: come estrarre gli oli di lino, noci e canapa con Frantoil per preparare deliziosi spuntini

 

Halloween al museo

Venerdì, 20 Ottobre 2017 13:10

Halloween non è solo dolcetto o scherzetto, ma può essere anche un’occasione per sperimentare qualcosa di diverso! Ad esempio? Perché non andare al Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci per passare una giornata differente tra giochi ed esperimenti paurosi?

Attraverso laboratori divertentissimi i bambini e le famiglie potranno così passare del tempo giocando e svagandosi e imparando un sacco di nozioni scientifiche utili e appassionanti!

Halloween al Museo: i laboratori spaventosi per passare un halloween diverso presso il Museo della Scienza

Imparare concretamente: i bambini hanno bisogno di questo. Hanno bisogno di provare sulla loro pelle e sulle loro mani ciò che imparano, di toccare, di sperimentare, di capire attraverso l’oggettività ciò che stanno imparando attraverso il ragionamento astratto. Solo così svilupperanno un’intelligenza completa, fatta di nozioni e di fatti e improntata al ragionamento concreto, utile poi per tutta la vita.

In questo senso si inserisce l’evento “Halloween al museo” organizzato da giovedì 1 a domeni 4 novembre presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci a Milano (via San Vittore 21): pagando semplicemente il biglietto del museo (intero 10 euro e ridotto 7,50) i bambini e i genitori potranno divertirsi sperimentando la scienza e la natura in chiave Halloween, con laboratori e giochi a tema spaventoso.

Nelle stanze del museo ci si potrà quindi avventurare in uno di questi laboratori:

Tinkering zone
STORIE PAUROSE
Giovedì 1, venerdì 2, sabato 3 e domenica 4 dalle ore 10 alle 13 e dalle 14 alle 18
Da 8 anni 
Mettiamo in scena la nostra spaventosa storia in stop motion usando macchina fotografica, computer e una grande varietà di materiali da costruzione.

i.lab Area dei piccoli
ZUCCHE, LUCI E OMBRE SPAVENTOSE
Giovedì 1, venerdì 2, sabato 3 e domenica 4, alle ore 12, 15 e 17 
Da 3-6 anni 
Tra zucche illuminate, fantasmini animati e giochi di luce realizziamo spaventose lanterne di Halloween utilizzando diversi materiali e tanta fantasia.

i.lab Alimentazione
DOLCETTO O SCHERZETTO? 
Giovedì 1 alle ore 10, 12, 15, 17
Sabato 3 e domenica 4 alle ore 12, 15 e 17
Da 7 anni 
Nella nostra cucina della scienza sperimentiamo strani ingredienti come amidi di mais, alghe e patate, scopriamo in che modo brillano al buio e come possono trasformarsi da polveri a cibi modellabili.

i.lab Elettricità
FULMINI E SAETTE
Venerdì 2, sabato 3 e domenica 4 alle ore 11, 14 e 16
Da 9 anni 
Con l’aiuto di macchine e strumenti di fine ‘700 proviamo a produrre scariche e scintille, trasferire e accumulare l’elettricità. 

i.lab Chimica
MISCUGLI SPAVENTOSI
Venerdì 2, sabato 3 e domenica 4 alle ore 10, 12, 15 e 17
Da 7 anni 
Mescoliamo diverse sostanze e sperimentiamo la nostra raccapricciante reazione chimica per creare un accessorio da paura.

i.lab Biotecnologie
MICRO-MOSTRI SOTTO LA LENTE
Sabato 3 e domenica 4 alle ore 11, 14, 16
Da 7 anni 
Sono orribili, strisciano e costruiscono intricate reti per trovare cibo. Osserviamo da vicino gli organismi che vivono nella terra, trasformano gli esseri viventi in materiale disgustoso e rimettono in circolo sostanze utili.

Alcune attività sono prenotabili online fino al giorno precedente, acquistando il biglietto del Museo su museoscienza.bestunion.com. Le attività sono inoltre prenotabili all’ingresso il giorno stesso della visita, fino a esaurimento posti. Massimo 1 attività al giorno per persona.
Tutte le attività sono incluse nel biglietto d’ingresso salvo dove diversamente indicato.

Giulia Mandrino 

La favola della buonanotte è quanto di più classico e tenero possa esistere nella vita di un bambino. Prima letta da mamma e papà, poi sfogliata insieme, poi letta da soli, ripetendola all’infinito e imparandola quasi a memoria, perché le storie della buonanotte poi ce le si porta nel cuore per tutta la vita.

Questo nuovo libro di Gilles Bachelet, edito da Il Castoro, si trasforma così nella favola perfetta della buonanotte, perché parla proprio di loro: delle fiabe lette tra le coperte da mamma e papà, per tutti i bambini del mondo.

“Raccontami una storia”, per addormentarsi sereni: la favola delle favole, che racconta di fiabe della buonanotte e di famiglie diverse che si amano sempre moltissimo

Il libro è davvero semplice, semplicissimo, e qui sta la sua preziosità: la storia quasi non c’è, perché semplicemente Gilles Bachelet si intrufola di soppiatto nelle camerette dei cuccioli più disparati per mostrare ai bambini che tutte le famiglie hanno la propria tradizione della favola della buonanotte.

Ci sono i panda, i trichechi, le giraffe, le lumache, le cicogne… Ma anche gli alieni e i draghi, perché anche se li crediamo super diversi da noi e lontani dal nostro immaginario, anche loro hanno famiglie “normali”, semplici, che si amano e che si raccontano le fiabe prima di dormire. Una metafora della vita e del mondo: tutti i bambini, pur diversi tra loro, fanno parte del mondo, e nella piccola quotidianità tutti si affidano alla favola della buonanotte per addormentarsi sereni!

Ci sono mamme di tutti i tipi, papà di tutte le forme, bambini diversissimi eppure così simili che dopo aver letto “Raccontami una storia” ci si chiede cosa significhi il razzismo, perché esista. Gli occhi dei bambini queste differenze non le vedono, per fortuna, ma in un mondo intriso ancora di paura delle differenze non è mai troppo tardi per insegnare ai nostri figli che l’intolleranza non ha senso.

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Oltre a tutto questo, la storia semplice è perfetta da leggere nel letto ai bambini, già dai 3 anni, grazie alle poche parole e alle bellissime illustrazioni di Gilles Bachelet, illustratore francese tra i più amati dal pubblico. Molto tradizionali, quasi antichi, dettagliati e interessantissimi, i disegni rivelano ad ogni occhiata elementi in più (chissà se i bimbi si accorgeranno che i pupazzetti che i cuccioli stringono di volta in volta tra le mani sono proprio i protagonisti della storia una volta girata la pagina!).

Essendo poi una storia senza una vera storia, le possibilità di lettura e di invenzione creativa sono infinite: sono i bambini e i genitori a poter inventare, una volta presa confidenza con il libro, le storie che i genitori-animali stanno raccontando ai loro cucciolini!

Un piccolo libro sottile ma ricchissimo di tenerezza che ogni famiglia dovrebbe avere, da tenere sul comodino dei piccoli e da leggere ogni volta che ci viene voglia di una storia leggera ma profonda allo stesso tempo!

Giulia Mandrino  

(Photo credit: refinery29)

Perché mangiare il pinzimonio solo prima di cena o come accompagnamento ai secondi piatti? Le verdure spizzicate insieme all'olio o a qualche salsa sono perfette anche per spezzare la fame e basta un bel barattolo con coperchio per portare sempre con noi questa merenda salutare, leggera e gustosa.

Il pinzimonio in barattolo perfetto per merenda: la ricetta semplicissima per uno snack sano e gustoso da portare fuori casa

 

(Photo credit: KraftCanada.com)

La cheesecake è una delle nostre ricette top. Semplice da fare, piace solitamente a tutti e possiamo sempre variare il topping scegliendo la frutta di stagione che preferiamo. Tuttavia la facciamo in versione veg, evitando il formaggio. Per renderla più sfiziosa, stavolta l'abbiamo preparata in barattoli da servire dopo cena per fare una figura coi fiocchi.

Cheesecake veg in barattolo: la ricetta della cheesecake vegana da servire nelle mason jar

 

Sara

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Cecilia

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