L’aggressività non è mai fine a se stessa. Un bambino non è mai aggressivo solo perché “è fatto così”, e non utilizza l’aggressività senza motivo. L’aggressività è innanzitutto un modo di comunicare, ma è soprattutto un modo per far fronte ad una determinata situazione, un qualcosa che dà beneficio, in quel momento, al bambino.

Cosa significa? Significa che l’aggressività, per il bambino che la usa, è un modo sia per esprimere un sentimento sia per soddisfare una necessità. Questa necessità può essere un desiderio inconscio, una sensazione di autoprotezione o un bisogno di contatto e connessione, tra le miriadi di possibilità. In ogni caso, dobbiamo sempre tenere in mente una cosa prima di agire solo per fermare questa aggressività: c’è sempre un motivo di fondo, e soprattutto ci sono svariate esperienze (interne ed esterne) che possono avere portato a questa aggressività.

Vediamo quindi come possiamo provare a capirne i motivi e come tentare di trattare questa aggressività nella maniera più appropriata.

Bambini aggressivi, l’origine del comportamento e come trattarli: come riconoscere da dove arriva l'aggressività e come approcciarsi ai bambini per esprimere la propria emotività in maniera più costruttiva

Per comportamento aggressivo intendiamo tutte quelle azioni fisiche o verbali che il bambino mette in atto durante un momento particolare. I bimbi aggressivi discutono troppo animatamente, urlano, picchiano, mordono, e ogni età ha il suo grado di intensità. Soprattutto, ogni genitore sa riconoscere quando il proprio bambino è troppo aggressivo.

I bambini aggressivi, poi, sono esseri umani, e possiamo quindi trovare l’origine dell’aggressività proprio come se fossero adulti. L’aggressività è infatti un modo per fare fronte ad una situazione mettendo in atto un ruolo di protezione, verso se stessi o verso gli altri. Quando una persona si sente in qualche modo in pericolo o minacciata, solitamente, per istinto, agisce in uno di questi tre modi: lotta, scappa o si immobilizza.

È quindi un comportamento assolutamente naturale, che tuttavia quando eccessivo o quanto troppo frequente indica un trauma di fondo che suscita continuamente questa reazione. Questo trauma viene rivissuto in certe situazioni, che nel gergo psicoterapeutico si chiamano “trigger”, “innescatori”.

Possono essere traumi riconoscibili, come ad esempio una forte caduta dagli scalini (e quando i genitori notano le urla quando si tratta di arrampicarsi per gioco capiscono immediatamente che il bambino sta rivivendo la paura), oppure nascosti, più psicologici. In questo caso l’aggressività e la rabbia servono loro per proteggersi allo stesso modo.

Facciamoci caso: quando una situazione ci destabilizza particolarmente, tendiamo a rispondere male, a chiuderci, ad arrabbiarci. Magari non scoppiamo, ma è perché nel corso della nostra vita abbiamo imparato a gestire l’emozione. Che tuttavia compare e ricompare sempre. Pensate quindi ad un bambino che questa emozione la sta scoprendo solo ora e magari fatica a riconoscerla e a gestirla.

Detto questo, sappiamo che è difficile e che ci vuole molta, moltissima pazienza, ma spesso provare a contrastare questi comportamenti aggressivi del bambino con punizioni, sgridate o discorsi zeppi di “ti stai comportando male” (per non parlare del deleterio “Sei cattivo”) non dò alcun risultato, ma, anzi, peggiora la situazione. Perché dobbiamo sempre considerare l’aggressività come un modo per rispondere ad una necessità, ad una protezione e a qualcosa che riempie un vuoto (emotivo). Ecco perché il modo migliore per prendere i bambini in quei momenti è soprattutto la comprensione. L’ascolto.

Approfittiamo quindi dei momenti di aggressività. Lasciamo sbollire, ma poi, con calma, sediamoci insieme al bimbo e parliamo. Esprimiamo i nostri sentimenti, facciamo esempi di ciò che fa arrabbiare noi e mostriamo come noi affrontiamo queste situazioni, provando poi a lasciare che sia il bambino a parlare.

E poi osserviamo, molto bene. Solitamente i bambini cercano qualcosa con questa aggressività, e in qualche modo ad un certo punto si calmano. Cosa li fa calmare? L’attenzione profonda e attenta di un adulto (mamma, papà, insegnanti)? Uscire dalla classe (in questo caso forse è l’ambiente scolastico che li agita)? Una coccola? Il vincere?

Ogni bambino ha un suo modo di essere aggressivo ma soprattutto ogni bambino ha un comportamento che lo calma, un desiderio che nel momento in cui viene soddisfatto fa tornare l’armonia interna (l’avere attenzione, l’essere ascoltato, l’avere qualcuno che a lui ci tiene…).

Ovviamente, non dimentichiamo gli esempi: spesso i bambini imitano i genitori o gli adulti che stanno loro intorno perché ai loro occhi quello che vedono è il mondo, il comportamento “standard”. Di conseguenza una casa aggressiva e violenta non porterà che ad un bambino aggressivo e violento, e questo è scontato e non vorremmo nemmeno sottolinearlo, purtroppo.

In fin dei conti, ciò che dobbiamo fare, con pazienza, è capire le cause di questa aggressività. E pian piano ovviare alla mancanza che il bambino sente, parlare, esprimere le emozioni, trovare soluzioni alternative alla sensazione di paura che li prende. Come sempre il dialogo è fondamentale per arrivare alla radice del problema, ed è altrettanto fondamentale per cambiare il pattern, insieme, trovando armonia e trovando il giusto modo di affrontare le proprie emozioni.

Giulia Mandrino

Oltre alle consuete e amatissime Domeniche al Centro, il Centro Internazionale Loris Malaguzzi (sede del Reggio Children Approach ideato dall’omonimo pedagogista) organizza incontri, giornate e mostre sempre molto, molto interessanti.

Proprio come le due esposizioni che inaugureranno domani, sabato 12 maggio 2018, e che saranno visitabili poi fino a settembre 2018 e fino a maggio 2019.

Due nuove mostre al Centro Internazionale Loris Malaguzzi: “Un pensiero in festa” e “Il melograno di Ardakan” inaugurano domani a Reggio Emilia

Il Centro Internazionale Loris Malaguzzi, della Fondazione Reggio Children, si trova a Reggio Emilia, in viale Ramazzini 72/a. Proprio qui inaugureranno domani, sabato 12 maggio 2018, due mostre super interessanti che non ci perderemo assolutamente. La vernice è prevista per le 16.30, dopodiché, nei giorni successivi, le mostre saranno visibili negli orari di apertura del Centro, e cioè dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 17 (entrambe ad ingresso libero).

La prima si intitola “Un pensiero in festa - Le metafore visive nei processi di apprendimento dei bambini”, ed è una mostra-atelier realizzata da Reggio Children e dalle Scuole e Nidi d’Infanzia del Reggio Approach in collaborazione con l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia. Il bello di questa esposizione è che non si limita a mostrare qualcosa, ma propone una riflessione e degli strumenti utili poi per l’educazione dei nostri bambini.

Il tema, infatti, è quello dei processi mentali che i nostri figli mettono in atto durante la comprensione. Come producono le metafore visive che permettono loro di comprendere i concetti durante l’asilo nido e la scuola dell’infanzia i bambini? La metafora è infatti un elemento importantissimo nella loro crescita mentale, poiché rappresenta un vero e proprio organizzatore dello sviluppo intellettivo del bambino, che la utilizza come strumento per conoscere il mondo.

La mostra intende quindi esporre al pubblico come questa intuizione, questo pensiero creativo possa essere una “festa”, una intuizione in festa. L’esposizione, dopo l’inaugurazione, sarà visibile al centro fino a maggio 2019.

La seconda esposizione che inaugura domani si intitola “Il melograno di Ardakan” ed è realizzata da Reggio Children, dalle Scuole e Nidi d’Infanzia del Reggio Approach, da Fotografia Europea 2018 e CircuitOff. “La fotografia come linguaggio per dare voce ai bambini. Un progetto dall’Iran”: il sottotitolo è molto esplicativo e ci introduce subito nel tema della bellissima mostra, e cioè l’intenzione di mostrare come la fotografia possa essere un medium artistico per aiutare i bambini e i ragazzi a ridare vita alla loro città.

Le fotografie sono state scattate dai bambini coinvolti nel progetto “Photography: A Children Empowering Medium”, che andavano dagli 11 ai 17 anni, nella città di Ardakan in Iran. Tutte sono state realizzate con macchine fotografiche analogiche (ed è bello quindi anche mostrare ai bambini il sapore delle vecchie immagini sviluppate!). Attraverso i loro obiettivi i ragazzi hanno quindi mostrato la propria città e i propri quartieri, offrendo agli spettatori uno sguardo inedito e personale denso di significato.

Una mostra, questa, curata da Hamed Yaghmaeian e Reza Sheikh e che sarà visibile al Centro fino al prossimo 30 settembre.

Per informazioni: Reggiochildren.it

Giulia Mandrino

Nell’ultimo anno ho perso 22 kg: finalmente sono quasi al mio pesoforma. Dopo otto anni (e sottolineo OTTO anni) sono riuscita a farcela: per me è stato un traguardo enorme e dopo svariate diete, improbabili tentativi di fitness vario ed eventuale sono tornata ad avere il mio corpo. Perché è questo il punto: riprendere contatto con sé.

Fidatevi di me, non ci sono metodi miracolosi, non ci sono super diete che vi faranno tornare davvero in forma (o magari lo fanno per qualche mese, ma poi quei chili li riprenderete tutti, forse anche qualcuno in più). Non ci sono beveroni magici, non c’è fitness che tenga, e sopratutto non esistono polverine e integratori miracolosi. Inutile prendersi in giro, tornare in forma è difficile, richiede energie, tempo e tanta, tanta volontà.

Ma arriviamo al dunque. Due sono i punti principali su cui mi sento di porre l’attenzione:

1. Fai spazio per te stessa nella tua vita: prendersi cura di sé non è un piacere, ma un dovere. Richiede tempo, energia mentale e fisica, attenzione. Non sono i dieci minuti la sera dopo che hai messo i bimbi a nanna, non sono i cinque minuti la domenica in cui per tre settimane ti dedichi agli esercizi trovati sul sito internet consigliato dall’amica. Non è il beverone miracoloso. Sono più momenti durante la giornata in cui prendi contatto con te stessa e solo con te stessa (anche se a volte non ne hai voglia). Sono scelte che condividi con tuo marito/compagno/famiglia. Perché in quel momento lui o lei DEVE prendersi carico dei bambini e/o della casa per lasciare spazio a te. Elimina dalla tua vita ciò che non è necessario, le persone tossiche, i doveri dati da prassi ma in realtà inutili: tira fuori del sano egoismo e inizia a focalizzarti anche su di te. Senza questo step è inutile anche iniziare!

2. Conosci te stesso: siamo individui unici e irripetibili, sia a livello mentale che fisico. Lo diceva già Socrate, e sappiate che questo punto è irrinunciabile. Non esiste un percorso di dimagrimento che funziona per tutti, ma dei sentieri personalizzati che si adattano alla vita, alla mente e sopratutto al nostro corpo. Ho passato alcuni anni a effettuare diete che sulla carta erano sanissime, ma che non solo erano insostenibili a livello di tempo da dedicare alla cucina, ma che mi facevano gonfiare come un pallone. Per me la svolta è stata effettuare degli esami presso un centro specializzato che hanno fatto emergere come il mio problema sia il metabolismo degli zuccheri: il mio corpo ha molta difficoltà a gestire pasta, riso, pane, farine, zucchero bianco e di canna (e la maggior parte dei dolcificanti, anche naturali), patate, frutta etc… I medici e i nutrizionisti mi hanno stilato una lista con una serie di alimenti da evitare assolutamente (pasta e riso bianco, pane, grissini, zucchero bianco e di canna, banane, fichi, uva). Alimenti che posso mangiare senza esagerare e non dopo le 16 (riso integrale, quinoa, legumi, frutta…) e altri da mangiare anche la sera, come la verdura (ad accezione di patate), pesce, uova, carne bianca… Ma non è assolutamente detto che questo schema funzioni per voi, perché magari il vostro metabolismo degli zuccheri è perfetto, e il vostro principale problema consiste invece nell’assunzione di grassi: io non ho limitazioni sulle quantità di olio a crudo, la mia amica assolutamente sì. Dovete trovare la vostra via, e spesso farete tentativi che falliranno: non importa, fatene tesoro. Il mio consiglio è di effettuare esami che consentano di aiutarvi a tal fine, così da essere già indirizzati e perdere meno tempo.

3. Il cibo non può essere fonte di consolazione: passaggio fondamentale. Fin quando il mio cervello vedeva come unica consolazione il biscotto o il gelato o la caramella alle 10 di sera tutto il lavoro della giornata era buttato nel cestino. Dovete riscoprire qualcosa che vi appaghi e in cui rifugiarvi che possa rendervi pieni, così che non sentiate la necessità di cercare cibo: per me sono i libri. La sera metto i bimbi nel mio lettone, io leggo e loro si addormentano con me: la mia mente vaga in posti e avventure che mi distolgono dai piccoli-grandi problemi e mi fanno staccare completamente la spina. Purtroppo nella nostra cultura mangiamo se siamo felici, se siamo tristi, se siamo annoiati (io per prima lo facevo e a volte ci ricasco): sganciamoci da questo e facciamo in modo che i nostri figli non cadano in un tranello davvero pericoloso. Se siamo felici e vogliamo festeggiare facciamo un giro in bici, mettiamoci lo smalto, facciamoci una maschera, chiamiamo la nostra amica, compriamoci un paio di orecchini… Così con i nostri figli, non premiamoli con una caramella ma con un gioco da fare insieme, un’attività che loro amano particolarmente o ancora meglio con qualcosa che preveda movimento, così a livello psicologico assoceranno il movimento a qualcosa di bello, a un momento di gioia.

4. Stile di vita: lo stile di vita è un termine molto vasto che comprende principalmente abitudini alimentari e attività fisica-movimento. Partiamo dal presupposto che la sinergia dei due è fondamentale.

4.a: alimentazione: come detto prima, dovete trovare il vostro modo di mangiare, alimenti, piatti e tempi che si adattino al vostro corpo e alla vostra famiglia. Partite dal presupposto che spesso dovrete mangiare cose diverse dai vostri figli: all’inizio è abbastanza traumatico devo ammettere, ma vi abituerete prestissimo! Sopratutto quando vedrete i risultati sarà tutto molto più semplice.
La mia colazione è generalmente fatta di un uovo, un frutto, due gallette di riso integrale e un tè; oppure latte di soya con cannella e un frutto, oppure riso e latte con riso integrale, cannella e latte di soya e mandorla (senza zucchero), oppure yogurt e cereali senza zucchero, chia pudding con latte di mandorla o soya senza zucchero.
Il mio pranzo comprende cereali integrali generalmente senza glutine, legumi o pesce e verdura. A metà pomeriggio mangio della frutta se ho la possibilità di fare movimento altrimenti salto o mangio qualche seme di girasole o zucca.
La sera come anticipato in precedenza pesce, carne bianca, uova e verdura.
Una volta a settimana faccio una crostata o una torta che dolcifico con fruttosio: la mangio a colazione. Anche in questo caso dopo anni di ricerca e sperimentazione su di me gli unici dolcificanti che in piccole dosi non mi fanno cadere nella spirale degli zuccheri sono la stevia e il fruttosio (in minima parte).

4.b. movimento: il nostro corpo è fatto per fare movimento, ce l’abbiamo nel DNA anche se in questo momento vi sembra impossibile. Che sia uno sport o la camminata veloce dobbiamo assolutamente farlo: io ho scelto, per una serie di problemi fisici, la camminata veloce. Ogni giorno mi ritaglio 45 minuti per fare una camminata veloce con il mio cane: talvolta la mattina presto, a volte la sera, a volte la mattina. Insomma, appena posso cammino, ricercando assolutamente strade in salita (a volte le ripercorro 3-4 volte così da aumentare lo sforzo). Appena ci sono scale da fare le preferisco all’ascensore, così come cerco di non parcheggiare troppo vicino o di andare a piedi a fare una commissione (e i bambini ne sono davvero felici, loro usano monopattino o roller o la bici). Adesso che è iniziata la bella stagione aggiungo nel week end alla mia camminata giornaliera un giro in bici di 15 km con i bimbi.
Un mio grande alleato per controllare il movimento e sopratutto ricordami di muovermi ogni ora è l’orologio Fitbit (io ho Fitbit Versa): il mio obiettivo giornaliero è quello di raggiungere i 15.000 passi e di effettuare un minimo di passi ogni ora. Questo aspetto è fondamentale perché, tra i tanti benefici, consente di mantenere sotto controllo i livelli di zuccheri nel sangue, quindi di evitare le “voglie di zucchero”.

4.c. trucchetti:

- colazione: avete presente quella voglia di carboidrati che viene fuori alle 10 del mattino, poi alle 11,30, poi alle 14, poi alle 16… ecco, facendo una colazione proteica, inserendo una proteina in ogni pasto e muovendovi come indicato sopra potrete davvero venirne a capo alla grande. Qui potete trovare una lista di colazioni proteiche. Se proprio non riuscite a starci dietro, ma solo in questo caso, potete ultimare gli shaker proteici a base vegetale, se possibile non tutti i giorni.

- spuntini: è un po’ un falso mito quello che fare spuntini è una buona abitudine a prescindere. O meglio, ci sono di certo molte persone a cui fa benissimo e sopratutto sono in grado di fare un piccolo spuntino a metà mattina o a metà pomeriggio senza entrare nella spirale di “ho più fame ora di prima”: per questo torniamo sempre al punto due, ossia conosci te stesso. Se come me hai problemi a livello di metabolismo degli zuccheri un frutto alle 10 di mattina (se poi non hai la possibilità di muoverti e devi stare seduto alla scrivania) è una pessima idea, perché inizierà il circolo vizioso del bisogno di carboidrati. Piuttosto una proteina pura come un pezzo di pecorino o uno yogurt senza zucchero. Attenzione poi, e questo lo dico non solo per noi adulti ma anche per i bambini, allo “spiluccamento" perenne: bisogna sempre attendere almeno due ore tra un pasto e uno spuntino sia per far si che la nostra bocca (palato, denti, saliva, etc…) riescano a ritrovare il loro equilibrio, fondamentale per la prevenzione di carie, ma anche perché l’intestino e gli ormoni collegati ai processi digestivi non siano eccessivamente sollecitati.

- gli sgarri: gli sgarri ci devono assolutamente essere una volta a settimana, massimo due. I miei sgarri sono un aperitivo e una pizza o un pasto con amici in cui mi trangugio almeno due spritz in totale gioia. Il giorno successivo faccio colazione solo con una tazza di latte di soya e cannella e riduco un po’ la quantità di carboidrati a pranzo. Ci saranno sempre persone che vi chiederanno di unirvi a loro per un dolcetto o altro: la risposta è un categorico no, perché voi siete assolutamente in grado di essere felici, appagate, belle e sorridenti senza quel cavolo di dolcetto che vi porterà la sera ad avere un desiderio folle di carboidrati, rendendovi le ore successive davvero impegnative. Adoro però andare al bar: in questo caso bevo latte di soya con cannella (la cannella è un naturale regolatore di zuccheri), acqua frizzante e limone, tè (senza zucchero).

- i consigli della dottoressa Dawn Harper di Malattie Imbarazzanti Uk: chi mi segue su Instagram ha potuto vedere che lo scorso marzo ho avuto il piacere di intervistare la dottoressa Dawn Harper all’evento Fitbit in Costa Dorada. Come potete immaginare l’ho sommersa di domande alla quali ha risposto con incredibile competenza e gentilezza: mi ha sorpreso anche il grande senso pratico, perché prima di essere un medico di fama mondiale la dottoressa è mamma di tre figli, quindi sa benissimo lo stress a cui siamo sottoposte noi mamme. Ma arriviamo al dunque! Ecco i suoi suggerimenti:

Non mangiare in piedi: tutto quello che mangiamo in piedi è un extra e non ne abbiamo bisogno.
Prima di iniziare a mangiare mettere tutto il cibo che abbiamo intenzione di assumere nel piatto così da avere sott’occhio la quantità.
Se abbiamo ancora fame aspettiamo 15 minuti: nel 90% dei casi sentiremo di essere sazi.
Dopo l’assunzione di un biscotto (io vi suggerisco assolutamente senza zucchero) se sentiamo il desiderio di mangiarne un altro, aspettiamo dieci minuti e se possibile muoviamoci, anche solo facendo qualcosa in casa o in ufficio che però richieda appunto un movimento fisico. Anche in questo caso con molta probabilità trascorso questo lasso di tempo non avremo più fame.

Giulia Mandrino

“Giochi filosofici” con i bambini!

Venerdì, 11 Maggio 2018 07:51

“La filosofia è difficile”. “La filosofia è incomprensibile”. “Cavolo, troppo profonda la filosofia!”. Frasi che si sentono spesso riferite a questa materia affascinante, che già di per sé è considerata di difficile comprensione e che, di conseguenza, viene in pochissime occasioni proposta ai bambini.

Ma la filosofia non è semplicemente l’arte di interrogarsi sulle cose e pensare? E in questo senso i bambini non sono già dei finissimi filosofi?

Proprio così: la filosofia non è una materia così difficile come pensiamo, e soprattutto non è un argomento non adatto ai bambini. E noi lo sappiamo bene da quando abbiamo letto e sfruttato insieme ai nostri figli “Giochi filosofici” di Luca Mori, un libro della casa editrice Erickson che porta ai bimbi delle “sfide all’ultimo pensiero per bambini coraggiosi”!

“Giochi filosofici” con i bambini: i libri per cominciare a parlare di filosofia con i bambini, anche per scettici!

Fare filosofia con i bambini (e ve ne avevamo parlato anche qui) significa donargli uno strumento importantissimo e prezioso: la capacità di ragionare, di pensare e di parlare. Proprio come le capacità fisiche vanno allenate, infatti, anche il pensiero e la mente devono sempre essere stimolati, e cosa c’è di più stimolante a livello mentale della filosofia?

La filosofia da sempre si interroga sulle questioni più spinose, misteriose e curiose del nostro mondo. Cos’è l’uomo? Perché viviamo? Di cosa è fatto il nostro universo? Qual è l’origine di tutto? Queste sono solo alcune delle domande che i filosofi da sempre si pongono, e il libro “Giochi filosofici” di Luca Mori parte proprio da queste, proponendole ai bambini per accompagnarli nella riflessione sulla vita e sul mondo.

Questo libro è adatto ai bambini dagli 8 ai 10 anni, un’età davvero proficua quando si parla di ragionamento, perché il loro pensiero sta continuando a formarsi con alle spalle il bagaglio di conoscenze che si portano da quando sono piccoli e la prospettiva di una mente che è un libro ancora tutto da riempire! In questo periodo i bambini si fanno moltissime domande, e spesso si rispondono da soli, ed è quindi semplicemente uno spingerli verso qualcosa di innato che già possiedono.

Luca Mori propone giochi per pensare ai fenomeni naturali (non tanto nella loro composizione scientifica ma a livello più profondo), all’essere umano, ai ragionamenti, al linguaggio che utilizziamo… Il tutto parlando prima dell’importanza di questi ragionamenti e pensieri, che è utile sviluppare e stimolare sin dalla scuola elementare.

Ecco quindi quindi “problemi filosofici” ispirati alla storia di questa materia (e chi ne mastica riconoscerà tutti gli autori dai quali prendono ispirazione). Questi sono divisi in sezioni: la filosofia della natura, la filosofia dell’essere umano, la filosofia del linguaggio e il cambiare prospettiva.

Con Luca Mori che li guida, i bambini si trovano così a ragionare e a esercitare il loro pensiero deduttivo, potenziando le loro capacità intellettive, che potranno poi sfruttare nel corso della vita e nel loro percorso scolastico. Tutto naturalmente con la giusta leggerezza e il divertimento imprescindibile quando si tratta di libri per bambini!

Perché oltre a presentare i filosofi e a proporre le domande più profonde, il libro introduce ai paradossi più strani, bizzarri e curiosi della storia della filosofia, spiegandoli ma dando la possibilità ai bambini di ragionare con la propria testa (e proponendo, ad esempio, esperimenti scientifici o pratici per concretizzare un pensiero). E poi le domande che pone non sono solo iper profonde (“Cosa siamo? Qual è il nostro scopo?”), ma anche più leggere, proprio come quelle che i bambini si pongono ogni giorno (“Chissà chi sposerò?”, “Che lavoro farò da grande?”, “Chi ha inventato la scuola?”).

Sara Polotti

Le iniziative green ci mettono sempre di buonumore, e amiamo vedere come queste si susseguano sempre di più ci piace moltissimo, perché significa che la sensibilizzazione in materia ecologia sta dando i suoi frutti. E i suoi alberi!

Alberi, esatto. Perché per la festa della mamma Treedom ha pensato ad una iniziativa davvero unica, speciale e favolosa. Un regalo diverso, per fare felici le mamme ma anche il nostro bellissimo pianeta.

Festa della mamma, regaliamo un albero alla nostra Terra: con Treedom rendiamo il pianeta più verde anche in occasione della giornata dedicata alle nostre mamme

Treedom, a dispetto del nome inglese (gioco di parole fra “Tree”, albero, e “Freedom”, libertà), è una piattaforma web nata proprio in Italia, in particolare a Firenze. Dal 2010 Treedom vuole sensibilizzare i cittadini del mondo riguardo ad un tema importantissimo, la sostenibilità, sostenendo campagne per rendere sempre più verde il nostro pianeta.

Grazie al lavoro della piattaforma, in questi otto anni sono stati piantati nel mondo (in Africa, America Latina, Asia e Italia) più di 410.000 alberi, alberi che contribuiscono a contrastare la deforestazione e a infoltire sempre di più la Terra di vegetazione.

La community è formata da 100.000 persone che credono nella stessa mission. Attraverso le iniziative proposte da Treedom possono essere piantati gli alberi, coinvolgendo i contadini locali delle zone prescelte (oltre 24.000, fino ad oggi). Riforestare il pianeta ha quindi benefici non solo ecologici e ambientali, ma anche sociali ed economici!

In occasione della Festa della Mamma Treedom propone quindi un regalo alternativo davvero speciale: piantare un albero dedicato a lei in Kenya o in Camerun, donandolo proprio nel giorno dedicato a lei. Questo albero poi crescerà nel tempo, e potremo seguirlo per tutta la nostra vita!

Come regalare questo albero? Con un clic! Basta infatti visitare il sito internet di Treedom e pigiare il tasto “Pianta e regala!”. Questo magnifico e semplicissimo tasto ci permetterà di piantare “a distanza” il nostro albero, conoscendo il luogo esatto, vedendolo nel momento in cui viene piantato e ricevendo poi tutti gli aggiornamenti riguardanti il progetto agroforestale in cui l’albero è inserito.

Anche in questo caso l’albero della nostra mamma verrà piantato da contadini kenioti e camerunesi locali, che se ne prenderanno poi cura e potranno godere dei frutti della pianta. Una importante integrazione al loro reddito!

E quale albero possiamo scegliere? Proprio in occasione della Festa della Mamma Treedom ha realizzato tre alberi in edizione limitata: la pianta del Cacao (che verrà piantata in Camerun) e le piante di Arancio e Guava che troveranno il loro posto in Kenya.

Una volta scelto e piantato il nostro albero (e ce ne sono di vari prezzi, in modo da poter scegliere non solo la varietà ma anche quello che più si addice alle nostre tasche) la mamma riceverà via mail, oppure su Whatsapp o Messenger, il messaggio, oppure, in alternativa, riceverà di persona il biglietto personalizzabile che possiamo creare su Treedom per farle sapere quanto le vogliamo bene e per spiegarle il motivo del nostro regalo sostenibile, speciale e altruista. E poi possiamo affidare ad ogni albero un messaggio per chi riceverà questo nostro regalo!

Insomma: se non abbiamo idee, se siamo stufi dei soliti profumi o se sentiamo di voler portare ad un livello più alto i nostri regali, Treedom è davvero la soluzione. E siamo certe che se le mamme che riceveranno questo regalo sono attente all’ambiente quanto noi, il dono sarà davvero, davvero apprezzato!

Giulia Mandrino

“Non sono un esperto di genitorialità” e “a volte con i miei figli perdo le staffe. E per “a volte” intendo quasi tutti i giorni e due volte alla domenica”: già dall’introduzione si capisce la piega che prenderà questo libro, che acchiappa l’occhio per il titolo accattivante, che fa storcere il naso ma che alla fine si rivela davvero, davvero utile e illuminato.

Perché a scriverlo non è un esperto senza figli o un filosofo della genitorialità che fa sembrare l’essere mamma e papà tutto rose e fiori, ma un vero papà (di due gemelli, peraltro!), che ha vissuto tutte le situazioni nelle quali ci troviamo anche noi ogni giorno. E sa che è difficile. Ma sa anche che c’è un modo per affrontare ogni cosa, perdendo le staffe, certo, ma anche ridimensionando i drammi!

“Calmati, ca**o!”, un libro per rilassarsi ed educare con il sorriso: David Vienna e il suo libro “per genitori zen” che tutti dovremmo avere in libreria

S’intitola “Calmati, ca**o! - Metodo per genitori zen”. È edito da Macro ed è scritto da David Vienna, che forse conoscerete per il suo famoso blog, The Daddy Complex. David non è un esperto di genitorialità, come dicevamo, ma fonda il suo metodo sulla sua diretta esperienza di padre di due gemelli. E questo suo metodo si fonda su un acronimo: CTFD: “Calm the F**k Down”, ovvero, “Calmati, ca**o!”.

Cosa significa? Significa che non ha voluto lasciarsi frustrare da tutti i consigli sulla genitorialità che trovava in libri e blog, che trovava irreali e iper negativi (perché, diciamocelo, spesso ci fanno sentire non all’altezza o addirittura sbagliati nel nostro essere genitori: perché gli altri riescono a fare tutto con tranquillità e ad essere perfetti e noi abbiamo sempre la casa piena di urla, piatti sporchi e litigi?!). E ha così messo nero su bianco la sua esperienza, scrivendo consigli veri per genitori che vogliono vedere tutto in una prospettiva più reale e trovare comunque una propria dimensione.

Il tutto attraverso capitoli e paragrafi perfetti perché non sono astrusi o astratti, ma veri, basati su situazioni verosimilissime nelle quali ci troviamo tutti i giorni. E per ogni situazione oltre ad una spiegazione simpaticissima c’è il consiglio su come affrontarla in maniera zen. In che senso? Nel senso che basta staccarsi per un attimo dalla situazione, guardarla dall’esterno, rimetterla in prospettiva e capire che nulla è una tragedia. C’è una soluzione a tutto, ma soprattutto questa soluzione ci arriverà prima e meglio se affrontiamo le cose con un pochino di tranquillità in più!

Il bimbo non fa la cacca? Succede a tutti! State tranquilli, perché appena la farà ci sarà da pulire un mare marrone. E se dopo cinque giorni ancora sarà lì che spinge senza successo, allora è ora di andare dal pediatra (e anche in quel caso la soluzione arriverà, quindi tranquilli!).

Il bimbo ha ingoiato la polvere trovata a terra? Che schifo! Che paura! Ma alla fine le sue difese immunitarie aumenteranno…

E poi situazioni più profonde, più difficili da gestire, del tipo: “Mio figlio fa scenate quando non si fa a modo suo”. In questo caso David suggerisce di pensare sempre che nostro figlio non fa lo str..o di proposito, e che dobbiamo sempre avere la pazienza di insegnargli la gratitudine, l’empatia, la pazienza, la calma. Praticandole noi per primi.

Ma parla anche di noi genitori. Di noi genitori che ci troviamo annegare nella nostra stessa educazione. Perché se, ad esempio, il nostro è un approccio alla “attachment parenting”, allora prima o poi ci troveremo ad essere noi stessi bisognosi di attenzioni, contatto e affetto, e non dovremo sentirci in colpa. E se siamo “genitori elicottero”, quelli che stanno sempre attorno per pigliare i bimbi prima che si facciano male, dobbiamo capire che non è un male lasciare che i nostri bimbi ogni tanto cadano.

E se non ci sentiamo subito subito genitori? In questo caso, stacchiamoci di nuovo da tutto ciò che sentiamo in giro. Perché ciò che sentiamo in giro ci fa sempre sentire in difetto. Ogni situazione è diversa, ogni famiglia ha i suoi ritmi. E ogni mamma e ogni papà ha i suoi ritmi. Una volta che le giornate rallenteranno e la vita si adatterà ai nuovi tempi, allora avremo il tempo di godere della sensazione di “essere genitori”.

Insomma, “Calmati, ca**o!” è un compendio speciale, perfetto per rilassare i nervi, ma soprattutto ideale per sentirci finalmente bene con noi stessi, per non sentirci in difetto, per ridimensionare le situazioni e per prendere tutto con la giusta dose di preoccupazione e di tranquillità.

David Vienna lo sa: non c’è una ricetta giusta per essere genitori. Dobbiamo prendere gli ingredienti delle nostre vite e sfornare la nostra torta educativa. Senza pressioni, con tanto amore, rilassandoci per poter dare ai nostri figli quello di cui hanno realmente bisogno. Che non è ciò che gli altri dicono, ma ciò che noi sappiamo!

Giulia Mandrino

Polpetta mon amour: la forma perfetta per far mangiare qualsiasi cosa ai nostri bambini. Come il salmone e le zucchine, importantissimi perché il primo ricco di acidi grassi Omega 3 e le seconde, beh, perché sono una verdura molto nutriente e ricca di benefici!

Queste polpette al salmone e zucchine, quindi, sono perfette per la primavera (stagione nella quale cominciamo a vedere le zucchine al mercato). E sono super super semplici da preparare.

Polpette di salmone e zucchine: la nostra ricetta per polpette di pesce e verdure deliziose e facilissime da realizzare

 

6 ricette con il miglio per questa primavera

Mercoledì, 09 Maggio 2018 13:23

Il miglio è un cereale che ci permette di sperimentare diverse ricette dal gusto delicato e naturalmente senza glutine. Molto energico, il miglio è ricco di magnesio, potassio, ferro e calcio e ci dà molte vitamine A, E e del gruppo B.

Se non sapete come cucinarlo, ecco la ricetta base: solitamente lo si prepara esattamente come il riso basmati, e cioè cuocendolo in acqua salata (il doppio del suo peso). Dovrà assorbire, in circa venti minuti, tutta l’acqua, e a questo punto potremo condirlo come preferiamo.

Esistono però molte ricette con il miglio, e oggi ve ne proponiamo 6 perfette per questa primavera.

6 ricette con il miglio per questa primavera: alcuni consigli per proporre in tavola questo cereale alternativo alla pasta e al riso soliti

Polpette di miglio con erbette e curcuma

Durante la cottura del miglio (100 grammi, procedendo come abbiamo detto sopra), in una padella facciamo rosolare in un filo d’olio mezza cipolla tagliata finemente e una manciata di erbette tritate. Dopo una decina di minuti, aggiungiamo anche un cucchiaio di curcuma, spegniamo il fuoco e aggiungiamo il miglio, mescolando bene. Una volta raffreddato il composto formiamo delle palline con le mani e passiamole in un uovo sbattuto e poi in una manciata di pan grattato. Cuociamole quindi in padella in un filo d’olio.

Latte di miglio

Con un po’ di pazienza possiamo preparare la nostra bevanda vegetale a base di miglio a casa: lasciamo 150 grammi di miglio decorticato in ammollo per una notte, quindi scoliamolo. Scaldiamo un litro d’acqua in una pentola e aggiungiamo il miglio. Mescoliamo e lasciamo che arrivi a bollore, quindi abbassiamo la fiamma. Lasciamo cuocere per mezz’oretta in modo che diventi poltiglia, togliendo la schiuma con una schiumarola. Alla fine togliamo dal fuoco, frulliamo con un frullatore ad immersione e filtriamo con un colino.

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Torta di miglio al cacao e mandorle

Utilizziamo questa stessa ricetta, sostituendo la farina con 40 grammi di farina integrale e 140 grammi di miglio: questo andrà cotto per mezz’ora nel latte di mandorla, che lo assorbirà e si aggiungerà al composto!

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Miglio in brodo con asparagi

Per le ultime minestre primaverili, quelle delle sere piovose, possiamo scegliere il miglio. Dopo aver fatto soffriggere in una pentola una cipolla tritata in un filo d’olio, aggiungiamo una decina di asparagi tagliati a pezzetti e copriamo quindi con tanto brodo vegetale. Aggiungiamo anche una patata a tocchetti e tre pugni di miglio e lasciamo cuocere mezz’oretta.

Insalata fredda di miglio con mele, fagiolini e ravanelli

Dopo aver cotto il nostro miglio, lasciamolo raffreddare e prepariamo una insalatona di cereali fredda: mescoliamo nel miglio una mela a tocchetti, tanti fagiolini bolliti e qualche ravanello a spicchi e condiamo con olio, sale e limone!

Tortine salate di miglio, carote e zucchine

Prendiamo 500 grammi di miglio e facciamolo tostare per cinque minuti in padella. Copriamolo con del brodo caldo e lasciamo che cuocia, aggiungendo altro brodo all’occorrenza. Nel frattempo in una padella mettiamo a rosolare una carota e due zucchine a tocchetti con dell’olio e della cipolla tritata. Togliamo dal fuoco e aggiungiamo tre cucchiai di farina integrale e due uova, mescolando bene. Aggiungiamo anche il miglio e formiamo così un bel composto. Versiamolo in alcuni stampini per muffin e inforniamo per trenta minuti a 180 gradi.

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Giulia Mandrino

A noi ne hanno regalato uno l’anno scorso, alla festa della mamma, e, dobbiamo proprio essere oneste? Speriamo di riceverne un altro per quest’anno! Perché al di là delle frivolezze un gioiello è per sempre, rimane per tutta la vita, e quando donarcelo è qualcuno che amiamo allora acquista un significato ancora più profondo.

Detto questo, vi sveliamo di cosa stiamo parlando: dei gioielli Bronzallure, che da qualche tempo sono entrati nel nostro personale Olimpo della gioielleria. E non tanto perché sono semplicemente belli (e lo sono!), ma soprattutto perché ci permettono di acquistare o regalare anelli, collane e orecchini di lusso con un rapporto qualità-prezzo eccezionale.

Insomma: non serve essere milionari per concederci un piccolo sfizio sbrilluccicoso!

Bling bling! Ecco i gioielli che amiamo, perfetti per la festa della mamma: Bronzallure, per un lusso made in Italy a portata di tutte le tasche

Come accennato, l’anno scorso per la festa della mamma abbiamo ricevuto un gioiello delizioso, che ci ha fatto scoppiare il cuore perché era da parte della nostra famiglia e perché, proprio poiché a sceglierlo erano stati marito e bimbi, rispecchiava esattamente i nostri gusti. Era una collana, semplicissima e perfetta nel suo essere minimal.

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Da lì abbiamo scoperto Bronzallure, marchio di gioielli di lusso made in Italy che ha scansato tutto ciò che di pretenzioso gira attorno all’industria della gioielleria per portare a tutte noi anelli, collane e braccialetti stupendi ma abbordabili.

Siamo così andate a sbirciare le loro pagine social (in particolare Facebook) e l’azienda ci è piaciuta in tutto e per tutto.

Il loro stile è riconoscibile: tutto gira attorno al bellissimo oro rosa, ma soprattutto tutto gira attorno alle giovani donne che nel 2009 hanno fondato il marchio Bronzallure. L’atelier è abitato dalla seconda generazione di una famiglia che si occupa di gioielli da molto tempo e questo fa sì che modernità e tradizione artigianale si fondano perfettamente.

I prodotti sono così ideati e lavorati interamente in Italia da mani esperte e artigiane che lavorano i materiali selezionati (come le perle di acqua dolce e le pietre naturali) nell’atelier di Milano.

Ciò che ci piace è anche lo stile, naturalmente. Perché i gioielli, lungi dall’essere pretenziosi o superbi, sono elegantissimi ma sono perfetti anche per chi ama il casual (come noi!) ma adora impreziosire l’outfit con un piccolo dettaglio luminoso, di giorno e di sera, andando in ufficio, uscendo per l’aperitivo o portando a scuola i bambini.

Dopo aver scoperto il brand ci siamo così iscritte alla newsletter (potete farlo anche voi! Qui il link con il modulo da compilare). Con l’iscrizione riceverete il 20% di sconto sul primo acquisto online e tante promo! Noi ne abbiamo approfittato per ampliare la nostra collezione e abbiamo scelto un meraviglioso anello tra quelli proposti, questo, che sta benissimo con la collana regalata dai bambini, che, non serve dirlo, ormai portiamo tutti i giorni con super orgoglio!

Giulia Mandrino

6 ricette di farro per primavera

Martedì, 08 Maggio 2018 12:06

Il farro è un cereale nutriente, che ha più proteine vegetali rispetto ad altri cereali e che è quindi è un interessante sostituto o alternativa al solito grano. Ecco perché ci piace sostituire la solita pasta con della pasta di farro, o addirittura di utilizzare i chicchi di farro per le nostre ricette al posto del riso.

Ecco quindi 6 ricette che possiamo preparare in primavera, calde o fredde, dolci o salate, per proporre in tavola il farro seguendo la stagionalità degli ingredienti.

6 ricette di farro per primavera: come cucinare e preparare il farro partendo dagli ingredienti primaverili

Insalata di farro con fave, carote e menta

La nostra ricetta dell'insalata con fave, carote e menta la trovate qui: è molto semplice da preparare ed è un ottimo pranzetto primaverile, fresco ma nutriente, comodo da portare anche nella schiscetta per il pranzo!

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Farro caldo con zucchine, salsa di soia e semi

Una ricetta veloce e semplice ma davvero d'effetto: facciamo cuocere in acqua salata quattro etti di farro e nel frattempo prepariamo il condimento in un wok antiaderente. Facciamo soffriggere in un filo d'olio una cipolla rossa tagliata sottile e una carota a dadini piccoli, quindi quando cominciano a sfrigolare uniamo due zucchine tagliate a pezzetti. Lasciamo cuocere per una ventina di minuti mescolando bene, quindi aggiungiamo verso fine cottura un goccio di salsa di soia. Scoliamo il farro e uniamolo al condimento in padella, a fiamma alta e mescolando. Uniamo anche una spolverata di semi misti e serviamo.

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Brioches multicereali fatte in casa

La nostra ricetta delle brioches multicereali spopola in casa nostra, ed il motivo è semplice: è a base di farina di farro, più saporita delle altre. 

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Zuppa di erbette e farro

In primavera non si abbandonano ancora le zuppe, che nelle sere più fresche scaldano il cuore! Per preparare questa non c'è bisogno di molto: mettiamo a scaldare sul fuoco una bella pentola e sul fondo facciamo sooffriggere una cipolla tagliata fine e una carota a dadini. Aggiungiamo un bel po' d'acqua e quando bolle aggiungiamo del dado vegetale fatto in casa (assaggiando: in base a come è uscito il dado sarà più o meno saporita). A questo punto aggiungiamo anche tre belle manciate di erbette primaverili lavate e due pugni di farro. Lasciamo cuocere per una mezz'oretta e serviamo ben calda!

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Risotto di farro con asparagi

Con qualche accorgimento il farro può anche prendere la consistenza del risotto. Lasciamolo in ammollo per circa 20 minuti, quindi scoliamolo. Facciamolo quindi cuocere in una pentola d'acqua per una ventina di minuti, scoliamolo e teniamolo da parte. Nel frattempo cuociamo gli asparagi: dopo averli puliti, tagliamoli a pezzetti e cuociamoli in acqua bollente per qualche minuto (solo per ammorbidirli). In una pentola antiaderente scaldiamo un filo d'olio e mettiamo a soffriggere mezza cipolla rossa tritata. Versiamo anche il farro e copriamo appena con del brodo caldo. Continuiamo a bagnare fino a che il farro risulterà pronto, quindi uniamo gli asparagi, mescoliamo molto bene, spolveriamo con poco pecorino e serviamo!

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Biscotti con farro e cioccolato

Su una spianatoia formiamo una fontana con 200 grammi di farina di farro. Aggiungiamo in mezzo un uovo, 70 grammi di zucchero di canna integrale, una bustina di lievito, 50 grammi di gocce di cioccolato fondente e 50 grammi di margarina. Amalgamiamo con le mani gli ingredienti e formiamo una palla con l'impasto omogeneo. Stendiamolo, quindi con dei coppapasta formiamo i nostri biscotti, da disporre su una teglia coperta da carta forno e da cuocere a 180 gradi per circa 15 minuti.

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Giulia Mandrino

Sara

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Cecilia

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